lunedì, 12/05/2008

Ceci n’est pas un post per punti

A che cosa serva, domani a scuola da mio figlio, un pigiama, me lo devono spiegare. Non hai capito, mi dice la mia coscienza, leggi bene il diario.

“Tutti gli studenti devono essere muniti di un calderone in peltro, inoltre possono portarsi dietro a scelta un gufo, un gatto o un rospo”


Deficiente, continua lei, non Harry Potter. Il diario, ho detto.


E’ uguale, faccio io.


Ma guarda te di chi diamine dovevo essere la coscienza, io. Di una madre idiota, è chiaro


Taci taci! Stanno entrando a Diagon Halley


“Mamma, mamma, quando andiamo a Londra, quest’estate, mi ci porti a Diagon Halley”


“Tesoro. Se vuoi ti porto da H&M. Che è più o meno lo stesso”


Leggi sto avviso sul diario, cristosanto


Ok ok. Leggo l’avviso. “Lunedì 12 maggio lezione di Non Solo Scherma. Metto la tuta e porto una camicia da notte”


Una camica da notteeeeeee? “Una ehm camicia da notte, Tato?”


“No, no, scusa. Devo aver trascritto l’avviso delle femmine, scusa. Basta un pigiama”


“E che cazzo ci fate con un pigiama a scuola scusami eh?”


“Non dire le parolacce mamma”



Dal diario segreto di Tato


Stamattina mi sono svegliato di buonumore e quando mi sono alzato ho visto che il mio pelusc era asciutto, perché mia madre lo mette sempre in lavatrice e io mi arrabbio. L’ho fatto volare per tutta la casa, poi a scuola mi sono tolto la giacca e abbiamo iniziato a fare i compiti di mate. Poi in ricreazione ho vinto la timidezza e ho fatto il mercatino. Quando fu finita la ricreazione, la maestra ci ha fatto finire il problema che era durato per 30 giorni.





Tra i danni del liberismo, annovererei anche google.


Io per colpa di google non mi ricordo più un cazzo. Provate a invitarmi fuori per un aperitivo e parlarmi dei dischi della mia vita. State sicuri che mi ricorderò un titolo su dieci, cifra tra l’altro sulla quale sono basate tutte le Coversazioni Da Aperitivo Che A Un Certo Punto Virano Verso Le Liste Da Isola Deserta, mioddio, come sappiamo essere prevedibili, noi inclinati ultratrentenni quando ci mettete un martini in mano.


Insomma, a nulla sono valse le mie elementari dove, molto più democristianamente rispetto alla scuola radical freak di mio figlio, mi facevano imparare a memoria non tanto i padrenostri, quando i fieri sdegni di certi poeti di qua intorno.


Ecco, io è con fiero sdegno che sottoporrei una fiera cura ludovico a base di carducci alla madre di E. che alla riunione dell’altro pomeriggio ha insistito perché ai “nostri figli (sic) siano dispensate (sic) lezioni di informatica (siamo in seconda elementare, n.d.R.) soprattutto internet (sic)” perché “i nostri figli usano il computer solo come gioco (sic) e invece dovrebbero scolarizzarlo (sic) e imparare che il computer è anche (sic) Educazione (sic), Crescita (sic), Futuro” (sic).


Mioddio.





Dal diario di scuola di Tato


Portare colla


Portare penne cancellabili, una blu, una rossa, una nera.


Portare un oggetto di quando ero piccolo, NON VALGONO vestitini, vanno bene ciucci, biberon, tettarelle.





Tettarelleeeee? Ma Tato, io non ci ho più un cazzo di sta roba.


“Trova qualcosa mamma. Trova qualcosa, altrimenti tutti mi prendono in giro”


“Vado all’ikea e comperiamo un giochino e lo spacciamo per un giocattolo di quando eri piccolo”


“E lo zeitgeist, mamma? Non ci pensi mai?”





Dal diario segreto di Tato:


Ieri mia mamma è andata all’ikea per la seconda volta in due giorni. Io ieri mi ero annoiato quando ci sono andato, e mi hanno fatto anche una foto col vichingo che ho lasciato là, perché la mamma si è dimenticata. Comunque mia mamma l’è andata a prendere oggi, la foto col vichingo (perché ieri se l’era scordata) e quindi è tornata all’ikea. Già che c’era mi ha comperato un pelusc di quelli dell’ikea che si vede che sono dell’ikea di oggi e non di quando sono nato io. Quando la mamma è tornata dall’ikea ha avuto una crisi isterica e allora abbiamo guardato tutte le puntate di will e grace in dvd sul divano.





Io:


a) so a memoria Paolo e Francesca, con considerevoli buchi in mezzo (da poscia che ebbi il mio dottor udito a amor che nullo amato ci saranno qualcosa come centoventidue terzine e io me ne ricordo a malapena due)


b) so a memoria la nebbia agli irti colli, anche senza fiorello


c) ho ricordi vaghi e dolorosissimi dei rondinini che rimangono senza cibo, ma li accavallo indecorosamente con la cavallina storna.


d) vado spedita come un razzo su A zacinto (anche se in qualche verso mi ricorda clamorosamente il sempre caro mi fu)


e) non mi ricordo che devo comperare la colla per la scuola


f) ditemi una qualsiasi battuta di Will e vi risponderò come risponde esattamente Grace. In italiano, però.





Dal diario di scuola di Tato:


(a caratteri cubitali): PORTARE LA COLLA. TERZO AVVISO. STO USANDO QUELLA DEI MIEI COMPAGNI CHE SONO GENTILI E ME LA PRESTANO, MA NON E’ COSA BUONA. QUINDI CERCHIAMO DI COMPERARLA, PER FAVORE.





“E se portassimo un mio pelusc, mamma?”


“Ma neanche il tuo primo bavaglino andava bene?”


“Non è abbastanza un oggetto di ehm transizione, hanno detto le maestre. Meglio un pelusc. Il mio primo pelusc.”


“Il tuo primo pelusc è Procio”


“Procio Procione”


“Procio Procione, sì”


“Portiamo Procio Procione, allora”


“Portiamo Procio Procione, ma mi devi promettere due cose”


“Dimmi”


“Uno, spiegami subito a che cazzo ti servono tutte ste cose a scuola, il pigiama, Procio Procione, l’oggetto di transizione_”


“Procio Procione è un oggetto di transizione”

“Ok ok. E due: promettimi qui e ora che non lo chiamerai mai e poi mai Procio Procione davanti a tutta la classe. Cioè, non dirai mai_”


“Perché scusa? Lui si chiama Procio Procione. Sarebbe come se tu non volessi essere chiamata col tuo nome e ti chiamassero chessò Carmela”


“Carmela?”


“Carmela, sì. Perché non posso dire che lui si chiama Procio Procione”


“Perché Tato_”


“Sììììì???”


“Perché se ti sbagli, dici un’altra cosa”


“Cosa dico, diamine? Lo chiamo così dai tempi in cui mi volevi sopprimere perché non avevo una dialettica seria con te e piangevo sempre perché volevo la tetta”


“Dici un’altra cosa, con un’altra consonante. E dopo diventa una parolaccia”


“Che parolaccia?”


“Una parolaccia, Tato. Una stracazzo di parolaccia qualsiasi”


“Brocio? Trocio? Urocio?”


“Smettila subito. Ho detto consonante. E fila a letto”


“Grocio. Drocio. Ah, ho capito. Tu non vuoi che dico Zrocio”


“A! Letto!”





Dal diario segreto di Tato


Oggi io e la mamma facciamo Pigiama Day e allora ci siamo messi il pigiama e quando la mamma dormiva un poco nel riposino, io non ho dormito e ho giocato ai playmobil. I playmobil mi piacciono di più dei lego perché sono più da maschio, i lego invece una volta che metto i pezzi dopo non ci gioco più, e la mamma mi ha spiegato che non li fanno più i lego di una volta che si mettono i pezzi che possono servire a tutto, un pezzo lo puoi mettere in una casetta o in una astronave, era uguale. Ah beata mia mamma che ci giocava, coi lego di una volta. Comunque mia mamma è tonta, perché pensa che io non sappia cosa vuol dire Frocio, e invece me l’ha spiegato leonardo, cosa vuol dire, e mi ha spiegato cosa vuol dire anche coglioni vai a fartela dare in culo e toccare le tette. Comunque frocio non c’è niente di male, perché allora anche Will lo è, gli ho detto a leonardo, ma Will chi, mi chiede lui, Will di Will e Grace, ma cosa guardi in tivù tu, mi fa lui, Will e Grace, gli faccio io, e allora se n’è andato a giocare con carlo, che almeno guarda i dragonball, il pomeriggio alla tele.





L’altro giorno il mio fidanzato mi ha sgridato perché dice che non gli faccio mai “vivere dei dopocena”.


“Tu dopocena lo metti subito a letto”


Io al mio fidanzato gli vorrei dire di farli lui dei figli e poi dopo tutti i freeclimbing del giorno me lo viene a raccontare lui cosa deve fare subito dopocena.


“Certo che lo metto subito a letto. Non c’è momento migliore della mia giornata”, scherzo io.


“Non scherzare. Pensa a questo. Che noi quando eravamo bambini e ci tenevano in piedi dopocena, abbiamo visto alfredino. Lui no. Lui lo metti subito a letto e se continui così non avrà mai alfredini da ricordarsi”


“Io mi devo ricordare la colla, cazzo”


“Tuo figlio canta Charlie e non avrà mai alfredini. Pensaci”





Così una sera lo tengo in piedi.


“Mamma. Cosa facciamo davanti la tivù accesa a volume zero?”


“Facciamo il dopocena, Tato Guarda. Quello che vedi fra vent’anni diventerà una canzone”


“Chi è quella, con quelle due gran bocce?


“TATO, CHI TI HA INSEGNATO QUESTE COSE?”


“Chi è?”


“E’ un ministro, tato. Un ministro”


Sta zitto insieme alla tivù per un po’.


“Allora? Cosa ne dici? Idee? Suggerimenti? Curiosità del periodo?” gli chiedo.


“Cos’è il niente, mamma?” dice dopo un minuto.


“Andiamo a letto, tato.”


“No, perché se io chiudo gli occhi, voi mi dite che non vedo più niente, ma io in realtà vedo il nero. Il nero che vedo non è niente. Il niente, in quanto tale, dovrebbe essere tutto ciò che non è. Non ciò che è altro. Il nero è altro dalle bocce della signora. Se non vedo più le bocce della ministera_”


“Ministro, Tato, si dice ministro”


“Se non vedo più le sue bocce, vedo comunque qualcos’altro. E non vuol dire che le bocce non esistano più. Le bocce continuano a esistere anche se io non le vedo, e vedo nero_”


“Io ti sopprimerò. Prima o poi ti sopprimo. Ma per il momento ti metto solo a letto.”


“Ho capito! Ho capito tutto! Il niente non esiste, perché ciò che è è, e ciò che non è non è. Quindi il niente non può essere qualcosa, perché va da sé che se è qualcosa non può essere niente, e allora non è niente_”


“Cazzo, neanche oggi ti ho comprato la colla”


“_ perché se no sarebbe. Il niente sarebbe. Sono un genio. Buonanotte. Vado a letto”





Dal diario di scuola di Tato


Gentile sig.ra madre di Tato,


è con immenso rammarico che suo figlio verrà espulso da Hogwart, in quanto consumatore a tradimento di colle altrui. Da regolamento, al terzo avviso non rispettato, scade la possibilità di continuare a far parte di questo istituto. Le colpe dei genitori ricadono sui figli, lo sappiamo, è così dalle origini dell’uomo, da quando i figli di Adamo ed Eva hanno pagato per una mela proibita. Detto ciò, ci scusi, ma abbiamo tanto da fare, qui, e così poco tempo.

Arrivederci. Saluti al figliolo.

La direzione




[Il suddetto post ha come unica e indeclinabile utilità quella di essere riuscita a scrivere le parole “frocio”, “Harry Potter” e “I playmobil sono meglio dei lego” sul blog di inkiostro. Per il resto, ogni riferimento a fatti e persone non è purtroppo affatto casuale, bentornato ink, a proposito]

mercoledì, 07/05/2008

Il Terrone di Ritorno (A True Story).

Probabilmente, i più anziani tra voi si ricorderanno di me. Mi chiamo Antonio, e tempo fa avevo un blog.
Da quando sono stato assunto come spin doctor del ministro Mara Carfagna, ho dovuto firmare un contratto col quale mi impegnavo fomalmente a non pronunciare più le parole: Zio Ciuffo, Vitareale(TM), Postricchione Avanguardista, era meglio il demo.

Inkiostro– un uomo che sta probabilmente limonando con Feist mentre io scrivo su un tovagliolino di carta al termine della festa di insediamento (il ministro sta attualmente ballando What is Love di Haddaway su un tavolo, tra Beppe Severgnini e Beppe Convertini)- Inkiostro, dicevo, mi ha gentilmente fatto notare di avermi donato un account quattordici anni fa, e di non averlo ancora usato. Conoscendo la potenza di quell’uomo, l’aver trovato Luca Barbarossa sul mio divano che suonava tutto il nuovo album non dev’essere stato un caso. Ordunque.

Mettiamola così: se avessi deciso di continuare a vivere a Salerno- cosa che non è stata possibile perchè al pronunciare la parola ‘stipendio‘ ricevevo in cambio lo stesso guardo di chi ha appena sentito pronunciare la frase ‘guarda che un alieno con gli stessi pois delle Pipettes ti sta rigando la macchina‘- ecco, se io avessi davvero deciso di rimanere lì, ora sarei alcolizzato perso. Essendomi trasferito a vivere altrove- in un luogo dove alla parola ‘stipendio‘ mi lanciano due banane e tre noccioline (queste ultime da prendere al volo)- ho un fegato ancora mediamente ammissibile. Per un ottantaquattrenne, intendo.

FENOMENOLOGIA DEL TERRONE DI RITORNO (A TRUE STORY)

Avere un fine settimana lungo a disposizione vuol dire avere più delle usuali trentasei ore traffico permettendo per tornare a casa. Trentasei ore traffico permettendo che normalmente possono riassumersi come: a) accendere ceri a Lari e Penati per essere anche stavolta sopravvissuto alla Roma-Napoli; b) entrare in casa, lanciare il borsone sul pavimento, fare un vago cenno di saluto all’antico genitore e lanciarsi nello struscio; c) dribblare con doppi passi e scarti brasileiri le orde di amici invecchiati male che spingono passeggini sul corso ed infine d) raggiungere chi di dovere al bar di riferimento, ed iniziare a bere.

Ci sono due orari ben precisi, mai dichiarati ma fermamente scolpiti nelle Sacre Tavole del Terrone di Ritorno (d’ora in poi, STDTDR): le undici e le diciotto. Prima, è un lungo susseguirsi di caffettini celebrativi del tuo ritorno nella città natia; dopo, un lungo susseguirsi di prosecchini barra martini celebrativi del tuo ritorno nella città natia. Intermezzati da qualche provvidenziale salto sotto al tavolo per evitare qualche altro amico invecchiato male che spinge passeggini.

Dalle STDTDR (volume primo, edizioni ISBN, postfazione di Massimo Coppola e Luca Barbareschi, euro 27): le due macrocategorie del Terrone di Ritorno.
1) il leghista. colui che, dopo quarantottore passate a rieti per uno stage, sfoggia un perfetto accento brianzolo. le sue frasi sono intercalate dal sintagma ‘voi che vivete ancora qui‘. la domanda introduttiva retorica ‘come va?‘ (quand’anche voi doveste rispondere ‘mah, normale. a parte che un lama mutante ha appena sterminato a colpi di sputo la mia intera famiglia‘) diviene semplice artificio teatrale per la successiva frase ‘io comunque guadagno (CIFRA) euro al mese. netti. e tu?‘. lì dove (CIFRA) è ovviamente un reddito che voi normalmente associereste solo a calciatori, veline e giornalisti che pubblicano cinque indignati libri al mese contro berlusconi.
2) il malinconico. gli viene l’occhio umido già al solo utilizzare il ‘voi’ al posto del ‘lei’ ordinando lo stracchino dal salumiere. le sue frasi sono intercalate dal sintagma ‘queste cose non mi succedono più, lissù‘- di nuovo accompagnate da occhio umido- normalmente mentre, reo di essersi fermato ad uno stop per non uccidere un’ottuagenaria, si ritrova accerchiato da una gang di tifosi nocerini che roteano mazze ferrate mentre un’allegra famigliola di quattro su una vespa senza casco gli ha appena divelto lo specchietto destro dell’auto. la notte, poi, lo si ritrova su una panchina del lungomare a sospirare alla luna ed al suo riflesso tenue, sbronzo, malinconico e solitario, mentre un giro di marocchini innervositi dalla sua presenza che non ricerca nè droga nè marchette, inizia ad escogitare la sua soppressione.

Eppure io ho sempre paragonato la mia cittadina di provincia alle sabbie mobili. Il che vale per Salerno (nel mio caso) o in quella che voi altri Terroni di Ritorno vorrete inserire al suo posto. Sonnolenta, rassicurante, soprattutto: comoda. Il risultato è la stessa differenza che passa tra quando hai un lavoro, devi fare mille cose in un giorno e finisce che ne fai millecinque, e quando non fai un cazzo da mane a sera, ne devi fare due e arrivi a fine giornata che ne hai fatte meno cinque. Sei lì, sonnolento, rassicurato ma soprattutto: comodo, e affondi. La provincia è così: il suo abbraccio è talmente forte che ogni singlo spostamento, ogni singola decisione diviene impossibile. E ne saprò qualcosa, avendo passato i miei ventanni (seconda fase della glaciazione del mesozoico, all’incirca), fermamente impegnato a lanciare freccette contro un muro bianco.

Che ne è stato di tutto quel dolore che abbiamo creduto di provare da giovani ma soprattutto di quella maglietta rossa che si avvitava così bene, insomma, mi ritrovo a pensare mentre Sandro Bondi e Bugo capeggiano il trenino brasileiro di una festa che si sta spegnendo. Nel frattempo, pare che Inkiostro abbia rapito il criceto di James Murphy e sia intenzionato a restituirlo solo dopo aver avuto remixata la sigla di Get Black e ricevuto l’assicurazione che i Rapture non faranno mai più dischi. E’ ora di tornare a casa. Speriamo che Luca Barbarossa se ne sia andato.

lunedì, 05/05/2008

Avremo divani fondi come tombe…

di

… stando a quanto dice Baudelaire.

Coffin couches [via]

venerdì, 02/05/2008

Usa la debolezza, Luke.

(la cultura indie e i danni del precariato in trentun punti)

1. L’ultima volta che qualcuno mi ha proposto di fare qualcosa di indie io gli ho risposto “vorrei, ma ho una valanga di porno con amputazioni da riavvolgere”.
2. Provo quindi un certo disagio di fronte all’invito del padrone di casa. Ma devo andare dove sono invitata, altrimenti non andrò più da nessuna parte. E non vogliamo che questo succeda.
3. Se state leggendo il blog del ragazzo Inkiostro, esiste una forte possibilità che voi siate, sarete o siate state Persone Indie.
4. Se siete Persone Indie, abbiamo poco da dirci. Spiacente. Questa casa non è mia.
5. Non è tanto questione di gusti musicali. È solo sfacciata allegria se alla domanda “ehi, per caso hai sentito l’ultimo di…” io taglio corto con un “sprechi il tuo tempo, straniero, io ascolto solo Rufus Wainwright e i Warrant”. Non sono così chiusa di mente. A casa ho ancora tutti i dischi dei Pavement. Seminascosti da una catasta di cartonati di Tony Stark, però devo averceli, quei cari piccoletti.
6. Il problema dell’indie – cioè, il problema più immediatamente evidente dell’indie – sta nel suo essere una cultura da a) maschi: b) eterosessuali; e c) bianchi, categorie che prese singolarmente potrebbero non essere inadatte alla vita su tutta la linea ma insieme vanno a formare un triple threat con cui non ho nulla in comune, anzi, che per quanto riguarda le Arti e Intrattenimento vorrei vedere confinato alla consegna di orange mocha frappuccini negli uffici per la prossima trentina d’anni.
7. Dopo di che, lo sappiamo, o saremo già arrivati all’implosione e avremo avviato una nuova società usando le perline dei villaggi vacanze al posto dei soldi, oppure se ne potrà riparlare. Con calma e per piacere. Del vostro reinserimento, intendo.
8. Prendiamo ad esempio (uno tra i tanti) Californication, serie culto del padrone di casa [che al suo ritorno, direte voi, si pentirà di avermi dato la password? Oh, .], la serie wannabe zeitgeist che una Persona Indie non può non seguire, tanta è la precisione con cui inchioda i feticci e i solletichi indie sotto una patina masochisticamente, falsamente scorrevole.
9. Di fronte a Californication, mentre la Persona Indie Femmina alza gli occhi al cielo e sopporta per inspiegabile attaccamento al tetto coniugale, la Persona Indie Per Definizione (Maschio) pigola “oh, vorrei tanto essere anch’io così”.
10. Vediamo se ho capito: tu vorresti essere un depressivo col blocco dello scrittore che caragna dietro all’ex moglie. Quindi consideri “frustrazione” e “impotenza” stati d’animo altamente desiderabili. Hanno fatto bene i tuoi genitori a farti studiare.
11. Non puoi desiderare di essere Iron Man come tutte le persone sane di mente?
12. Wolverine è gay, quindi non ci provo nemmeno, a proportelo come role model praticabile. Lo so che di fronte all’elemento omosessuale invocheresti la Twinkie defense. L’indie è una frangia omofoba e misoginissima, con lo svantaggio, rispetto al picchiatore/piromane medio, di mentire a se stesso e agli altri dipingendosi come equo solidale e tollerante.
13. Tra parentesi, il fatto che Wolverine sia gay riempie di orgoglio quella certa altra frangia socio-etno-antropologica a cui appartengo, una frangia che, là dove la Vita decida di impartirle un sonoro schiaffo a dorso mano, prova conforto e sempre nuova meraviglia nel dire “… ma ti rendi conto? Wolverine è uno di noi”.
14. La stessa frangia che, pur comprendendo razionalmente le chiavi simboliche dietro all’arcobaleno come simbolo-ombrello di molti orientamenti sessuali, se avesse potuto dire la sua avrebbe preferito, che ne so, una bandiera a teschi e tibie, oppure trecento miglia di vegetazione tumultuosa.
14.b  (Di solito di questo passo si finisce a invocare un mondo in cui la riproduzione avviene tramite spore. Stavolta NON andrà così. Non siamo indie, noialtri.)
15. Il vero motivo per cui sono estranea all’indie – anzi, il motivo per cui non sono mai stata e non sarò mai indie, anche se i miei consumi culturali a tratti possono sovrapporsi ai vostri – è che non sopporto il dilettantismo.
16. Ad esempio.
17. Una persona indie spenderà più volte all’anno soldi e/o energia in film che trattano di relazioni amorose non consumate.
18. Lo farà perché la sua, di vita sentimentale, è florida? No. Perché desidera rispecchiare la propria sfortuna in quella di un personaggio fittizio? Nemmeno. Lo farà perché il film con l’amore non consumato è un film “piccolo e personale”.
19. La Persona Indie non vi dirà che “piccolo e personale” significa stiracchiato, molto mal scritto, montato alla il tassametro gira e girato con delle zoomate da video di un matrimonio.
20. Sto parlando con te, Once.
21. Sul serio. Di fronte a Once mi sono chiesta se alcune persone che nonostante tutto a tratti stimo fossero state sostituite, Quella Magica Tumida Sera In Cui Videro Once, da un branco di bot programmati su “pianto un casino, capito niente, piaciuto tanto”.
22. Il dilettantismo, in un’ottica da persona indie, rappresenta un di più: guarda come gira male, senti come suona male,
23. Non solo Rosario Dawson è molto più bona di Marketa Irglova, ma Marketa Irglova sembra mia nonna. E ha undici anni meno di me. Ouch.
24. Chi ha fatto le elementari negli anni Ottanta avrà anche vissuto al centro degli ultimi strascichi di guerra fredda, e avrà probabilmente percepito i primi pizzichi sessuali di fronte a cose quali il video di Personal Jesus sbattuto in piena tv dei ragazzi, ma potrà sempre dire di avere afferrato il senso della frase “il destino è una terra straniera” guardando Il Buio Si Avvicina, mica robe da donnicciole.
25. Perciò quando vi guardo – da distanza di sicurezza, ché tutti sanno quanto l’indie sia médusant – io mi sento come Ivan Danko che arriva in albergo, accende la tv, ci trova un film porno e scuote la testa borbottando “… capitalismo”.
26. Ecco. L’indie è il figlio più perverso del neo-liberismo.
27. Un contesto in cui la povertà complessiva (di mezzi, di risorse, di scambi fruttuosi) non porta al famigerato “ripiegamento sul privato” – nel senso del pensiero debole mucciniano – ma alla nascita di uno spirito di rinuncia progressiva e autoinflitta: diamo per scontato che il pubblico e il collettivo facciano schifo, perciò inseguiamo Lo Schifo anche nel nostro tempo libero, alla ricerca di qualcosa che sia sempre più marginale, perdente e vacuo. Non è soltanto La Merce a essere insoddisfacente per definizione: adesso lo è anche l’Alternativa alla Merce.
28. A scrivere queste cose in questo momento si rischia di essere taggati come postfascisti.
29. Come se invocare una maggiore risolutezza significasse impugnare la vis martialis come unico parametro di riferimento possibile. Come se “forza” e “decoro” significassero “bieco cinismo per cuori di pietra”.
30. La cosa grave – la cosa profondamente e, temo, irrimediabilmente grave – è il fraintendimento tra labour of love e dilettantismo di quinto livello, tra impegnarsi in qualcosa e portare tutto avanti come viene, che tanto la micro-coda lunga di una nicchia di mercato apprezzerà lo stesso qualcosa di “oscuro” e “scadente”, fosse giusto in nome del poterci piantare la bandierina del PRIMO!.
31. Che poi, se l’energia anche solo di alcune migliaia di persone ogni giorno fosse impegnata a escogitare nuovi modi per scagliarsi giù dai dirupi dentro un carrello del supermercato anziché a farsi malinconiche pugnette su Regina Spektor, il mondo sarebbe già di default un posto molto migliore.

[Violetta Bellocchio ha combattuto per il Sud. E ha perso. Oggi fa la sirena al luna park "L’approdo", in località Valdicastello. La si può occasionalmente trovare qui.]

giovedì, 01/05/2008

La sera del dì di festa

di


Questo primo maggio, non ho da aggiungere nulla a questo oggettino (da www.tecnocino.it).
Chi ha orecchie per intendere, intenda questo silenzio che grida.

giovedì, 01/05/2008

Quasi un tumblr

Vi manca il padrone di casa? Avete due opzioni: continuare ad invocarlo fin quando non torna (scelta possibile, risultato improbabile) o consolarvi con questo video che definire geniale è poco ed aspettare. Un premio a chi mi spiega se è davvero pubblicità ufficiale della Microsoft. Saluti.

(via 7yearwinter)

giovedì, 01/05/2008

Il porno: esistono punti deboli?

di

Oh, poche balle, è giovedì e ci sono le WTF News, non è la prima volta ed è sicuramente la cosa più normale che vi capiterà questa settimana.
Ma soprattutto: c’è da far salire gli accessi? E che si parli di PORNO!

Questa concorre come una delle mie notizie preferite di tutti i tempi.
Siamo in Spagna.
Per la precisione Serradilla del Arroyo, paesino sperduto nella provincia.
C’è una scuola elementare senza fondi.
Hanno provato tutte le vie tradizionali per recuperarli, ma non ha funzionato.
Fortunatamente, c’è ancora qualcuno che pensa ai bambini.
Qualcuno che non ha intenzione di arrendersi così facilmente.
Qualcuno che è disposto A TUTTO, per i bambini.
Si ricorre alle maniere forti.
Si tenta la mossa decisiva.
Una mossa coraggiosa, radicale, ma a memoria d’uomo infallibile.
È l’equivalente del Presidente che spinge il grosso pulsante rosso.
È l’equivalente di chiedere l’aiuto di Google a "Chi vuol essere milionario".
È IL CALENDARIO OSÉ fatto dalle mamme.
Il risultato?
5.000 copie invendute e ulteriori $16.000 di debito verso il tipografo.
Cazzo, complimenti.
Per sapere COME MINCHIA SI FA A SBAGLIARSI COL PORNO provate a leggere l’articolo dell’Herald Tribune.
Io ancora non mi capacito.
Buona riflessione.
 

mercoledì, 30/04/2008

Nicola!

[Premessa]

Quando cinque anni fa nella stessa settimana iniziavamo a bloggare, il cantante preferito di Inkiostro (o così almeno allora avevo capito) era Nick Cave. Di lì a poco sarebbe uscito Nocturama. Quando due anni fa sul mio blog accostavo nella stessa foto Tiziano Ferro, Raffaella Carrà, James Murphy e i Daft Punk mi sentivo solo, molto solo. Poi, in una puntata di Get Black che oserei definire storica, venne dedicato il giusto spazio a Tiziano Ferro e io mi sentii meno solo. La cosa che non tutti sanno è che la traccia audio incriminata era stata manomessa da Inkiostro e quel Nicola era un riferimento subliminale a Nick Cave. Io sono maxcar e anche io sto con Ink.

mercoledì, 30/04/2008

Ormonautica: questo sì che è un bel titolo

di

Ok, che non sono inkiostro l’avete capito, sono kekkoz, bla bla bla, è inutile ripetere tutta la solfa. Non essendo io come blublànchet che si è preparato il lenzuolone un mese fa, né come Valido che ormai chiama il dibs pure su cose che non sono ancora successe, ed essendo io un timidone, cosa mi rimane da dire?
Mi toccherà parlare di sesso.

Sesso. Sesso sessone.
E’ sempre bello infilare il naso in rete nel magico mondo del biscotto pucciato.

Per esempio, la vedete questa poltrona, qui sopra? Costa 500 dollari, l’ho scovata su Apartment Therapy (il link è NSFW), e serve dichiaratamente a chiavare. Ripeto, dichiaratamente. Cito testualmente: "By night, it is the ultimate love making lounger! You will lose yourself in the experimentation and sexploration". Sic. Sexploration? E noi che abbiamo perso tutto quel tempo al Covo e alla Casa 139, invece di stare a casa a sexplorare. E c’è anche ques’altra, ma costa il doppio, e si sa, noialtri siamo tirchi, che sennò i dischi ce li compreremmo e basta. Cielo, è davvero inkiostro questa cosa della poltrona, ho i lucciconi. A me una libreria, presto!

Altra cosa, poi vi lascio perdere, giuro.

Basta, con i commenti disinteressati negli shoutbox di Lastfm tipo "ehi ma anche tu sei di Milano e anche tu ascolti Styrocoso, vediamoci"! Basta, con le foto ammiccanti su Flickr e "mi piace davvero come hai composto l’inquadratura, sulle tue poppe, e che colori"! Ora, per trovare la vostra anima gemella sull’internet c’è Intelligentpeople.com (via). Se vivete in Nord America (o nel Regno Unito o in Danimarca), e siete intelligenti, ma intelligenti intelligenti in modo assurdo, questo è il sito che fa per voi. Basta rispondere a 18 semplicissime domande in un tempo massimo di 18 minuti e potrete accedere al sito di dating definitivo, dove troverete soltanto persone in grado di rispondere alle suddette – e soprattutto che hanno tempo da perdere per fare una roba simile.

(per dire, io tra la domanda 8 e la 10 stavo già raccogliendo il latte dalle ginocchia
a brocche e ho cominciato a rispondere a caso. Non mi hanno accettato. Un poco mi frustra. Non tromberò mai più?)

Prova anche tu il brivido di una serata ad alto tasso di IQ: una cena macrobiotica, una partita a Scarabeo, la visione dei contenuti speciali del Ritorno del Re, Mozart, e sentirti dire mentre ti stai togliendo le mutande "Scusa, non ho mai praticato una fellatio, me la spieghi un po’?".

A quando anche dalle nostre parti, questo sito bellissimo e risolutivo?
Ah no, scusate, noi qui abbiamo rieletto Berlusconi.

(che poi, inkiostruccio, mentre eri via qui è diventato presidente del Senato un ex DC tacciato di viscidume a livelli bipartisan, il cui unico provvedimento politico fu dichiarato anticostituzionale? Dico, sei davvero sicuro di voler tornare?)

Ciao, ero kekkoz e saluto tutti quelli che mi conoscono.

martedì, 29/04/2008

Se scrivi un post a punti vuol dire che non hai tempo

O idee. O che stai copiando il padrone di casa.

Salve, sono Giorgio Blueblanket.

Come probabilmente saprete, Inkiostro è stato rapito ieri nel Bronx da una banda di portoricani e da 24 ore è rinchiuso in un seminterrato, dove i malintenzionati cercano di carpire il codice della sua carta di credito costringendolo all’ascolto coatto di musica altrettanto coatta. Cascano male, però: Ink ha già espresso gradimento per l’ultimo di Shakira e per il Best of di Jennifer Lopez, mentre uno dei rapitori si è dovuto amputare la mano per resistere senza impazzire.

Nel frattempo il blog è lasciato inerme in mano a chiunque (prova ne sia che ci scrivo anche io) e molti* sono confusi, disorientati, in preda ad attacchi di agorafobia, amaxofobia, glossofobia, rupofobia, nomofobia e, in alcuni casi, parureris (ma sinceramente parliamone, ne soffrivate già prima, lo so, vi capisco). Tra l’altro, mentre scrivevo questo post è arrivato il post di Woland a segnalare un inquietante calo delle visite.

Ma non vi preoccupate, io sono tornato qui per qualche giorno dalla Francia** apposta per questo: farvi sentire come se foste ancora seduti a leggere il vostro caro, vecchio Inkiostro.

Quindi adesso seguite me: fate un bel respiro. Fatto? Bene. Ora visualizzate alcune immagini felici, se non vi vengono in mente ve le suggerisco io: Douglas Coupland ricostruito con i Lego che scrive davvero un libro (ed è un libro bellissimo). Kevin Smith impegnato in un biopic sugli 883. Nick Cave che fa uscire un nuovo disco (ed è in disco belliss…bell… è un disco di Nick Cave, vabbè). Cat Power che esce dal tunnel del piano bar e comincia ad incidere indietronica insieme ai Suburban Kids with Biblical Names. Xkcd che fa una vignetta sullo spam in uffico (ahah, rido solo a scriverlo). Una donna che vi si avvicina e vi sussurra all’orecchio con un unico sospiro sexy “Sai, i tuoi feed mi emozionano, mi ritrovo a ribloggarne la metà su Tumblr ed a parlarne su Twitter per l’altra metà, mi addormento con le tue canzoni preferite su LastFm, leggo i tuoi libri su Anobii ed ho scoperto che abbiamo un sacco di amici in comune su Facebook… mi bookmarkeresti?***”.

Bene, ora che i vostri accessi (e la vostra pressione) sono risaliti fino ad un livello normale, partirei con il post vero, che è più o meno così:


_Happy Sad, o “anche tu Michel Gondry”. Una meraviglia di video per Norah Jones e una cosa più homemade per Paolo Conte. (Come? Preferivate Norah Jones? Accontentàti).


_You’re so quirky! And so am I!. Se Juno fosse 10 volte più corto e 100 volte più onesto (per festeggiare l’unico bel risultato di questa campagna elettorale, lo 0,3 percento del buon Ferrara) (via Violetta)


_Cinema inesistente. Continuando con le speculazioni sulla celluloide, tra Woody Allen e Luttazzi, tre pagine di recensioni di film mai esistiti. Esempio: Quattro matrimoni e otto funerali

Jim ama Laura, Laura ama Chris, Chris ama Julia. Julia ama travestirsi da segretario delle nazioni unite e commerciare in pollame al mercato nero. Anche Frank ama Julia, ma Frank è solo un ombrello e non ha speranze. Il funerale di Monkey-monky, l’odiosa scimmietta della Regina, è l’occasione per ognuno di riflettere sulla mutevolezza del clima, gustando superbe tartine al salmone avvelenate personalmente dal Principe del Galles.


_Aspetta primavera, Bandini. Ma voi l’avevate letto questo post? E questo? E questo? Tanto per ribadire che costui è un genio.


_Col senno di poi, come dargli torto. Una notizia d’antan per i cultori dello shoegaze in senso lato. Perché l’ottimismo è il profumo della vita.

 

_L’inarrivabile approfondimento sociale di Repubblica. Cattive ragazze. Giusto un po’ surreale qua e là.


_Grilli per la testa. Qualche giorno fa era il 25 aprile, si ricordava la Liberazione e la fine vittoriosa della Resistenza (anche se qualcuno non era troppo d’accordo). Nello stesso giorno a Torino si proponevano tre referendum, due dei quali molto condivisibili. Perché ne parlo? Perché su Macchianera Filippo Facci dedica 4 puntate a sconfessare Beppe Grillo con le sue stesse armi: personalismi, fatti poco significativi, allusioni, pareri di gente che non lo sopporta (qui, qui, qui e qui). Killeraggio mediatico su commissione? Perché no. I grillini non apprezzano e senza cogliere il paradosso insultano, dal primo commento, senza preoccuparsi di smentire nel merito, Facci figliodiputtanaservodeiservirottinculo. Se Grillo al netto dei fatti non ci fa una grande figura (ma nemmeno una terribile), vedendo Facci così gratuitamente offeso (quando, ne parlavo tempo fa, esiste ancora la possibilità di incazzarsi e smentire con un po’ di civiltà, o persino di offendere, ma contestualmente e portando degli elementi a proprio favore) pensavo a cosa direbbero i grillini dell’articolo di Merlo. Servo di chi?


_Senato: Schifani è presidente. Nomen omen, ha detto il mio coinquilino. E “Bossi sa cosa può farci con i fucili caldi”, ha chiosato una mia amica. Esagerati. “Come è possibile?”, si chiedeva El Pais già da prima dei risultati delle elezioni. È possibile, è possibile. Io, per conto mio, un modello comportamentale ce l’ho.


_P.S. Un intero post su Inkiostro e credo non sia ancora comparsa la parola nerd. Diamine, rimedio subito. Saluti.

 


* Tutti quelli che non guardano mai la firma dell’autore a fine post, maledetti

** In Francia, peraltro, soffrire di paruresis, anche in forme lievi, è una maledizione; i bagni francesi sono infatti di solito non più grandi di 6, 7 metri quadri, suddivisi generalmente in un corridoietto (molto -etto), un cubicolo minimale per le signore, un cubicolo minimale per gli uomini. Con gli orinatoi. E senza porta all’ingresso. Questo significa che voi dovete pisciare senza una porta dietro di voi mentre un metro/un metro e mezzo alle vostre spalle delle signorine se la ridono perché voi tentate di pisciare (e così via, in un circolo potenzialmente infinito che è stato studiato come applicativo del moto perpetuo). Altro che paruresis, poi.

*** Quest’ultima temo vada meglio con gli uomini che con le donne. Portate pazienza.

martedì, 29/04/2008

Brutte notizie

di

Prendo il testimone dal pur sempre valido NuxxNews, aka Rick Astley, per segnalare ai gentili lettori un increscioso avvenimento che si è verificato durante l’ultima settimana, in cui, come ormai sanno anche i muri, Ink è di stanza a New York.
E non mi riferisco alle bandiere con la croce celtica che si sono viste ieri sera a Roma: fatto increscioso, intendiamoci, ma l’entourage di Alemanno ha già chiarito all’ANSA che quella non era una croce celtica ma una raffigurazione stilizzata della croce che l’elettore ha apposto sulla sua scheda elettorale (immediate le reazioni di Dolce & Gabbana che hanno fatto sapere che la prossima collezione autunno inverno sarà interamente giocata sul motivo della greca in trompe l’oeil).
Non mi rifersico neppure al fatto che il signor Splinder abbia reso durante la notte cliccabili i titoli dei post. Dure le reazioni di Inkiostro, contattato mentre visitava il MoMa di New York: "Si tratta di un abuso: ora i miei titoli sono in grassetto e in arancione, ma io li volevo bianchi e in SemiBold e ho il diritto di avere quello che voglio. E quindi adesso voglio una prugna in un cappello da uomo pieno di Chanel numero 5." Da Parigi Karl Lagerfeld, direttore creativo di Chanel, ha fatto recapitare a New York una magnum di Chanel n°5 e una tetta di Nicole Kidman, con le più vive scuse di Splinder.
Non parlo neppure del fatto che oggi le CSS abbiano messo in download gratuito dal loro sito l’ultimo singolo Rat is Dead (Rage), dal loro prossimo album Donkey, in uscita il 21 luglio. Proprio oggi, che il nostro è impegnato nella gestione dell’hang over post Calvin Harris, e di certo non potrà scaricare, linkare e scrivere un post battendo sul tempo Polaroid, Fabio De Luca, Ciccio di Nonna Papera e Irina Scalfarottoilcázzaja.
No. Non parlo neppure delle toccanti e drammatiche puntate di Beautiful in onda in questi giorni su Canale Cinque, in cui Brooke viene stuprata da un avvocato ingaggiato – per stuprarla, si intende – da Stephanie, ma non può denunciarlo perché altrimenti Ridge non le consentirà di mantenere la custodia dei figli, uno dei quali, tra l’altro, non è di Ridge, ma è di un certo Deacon che fa il croupier a Las Vegas, e che ha ingravidato Brooke, mentre era ancora sposato con la di lei figlia, Bridget, che è figlia di Eric, e quindi sorella di Ridge, non fosse che Ridge invece è figlio di Marone, ed è quindi il fratello di Nick, ex marito di Brooke, ma anche di Bridget, che al momento è sposato con la ex moglie di Ridge, Taylor, che è incinta di un figlio di Brooke, essendosi fatta inseminare artificialmente, cosa che Bridget sa, ma Brooke no. E per questo è stata violentata e a noi ci sembra anche giusto.
Parlo invece del drammatico, inspiegabile e finanche ingiusto calo di accessi del blog del nostro, come mostrano le statistiche ivi riportate.

shynistat

Un brusco, drammatico e commovente calo dell’8%, da ponderare con riferimento al trittico di giornate festive passato – e che verrà per iniziare abolito per decreto legislativo. Urgono inoltre importanti verifiche da parte di Shinystat, società colpevole, a quanto pare, di un non sempre corretto computo delle schede presenza; ma è imperativa anche la corretta mobilitazione di noi lettori, del fortunato scrivente in primis, e di voialtri lettori in secundis, in tertiis e in quartis. Stabiliamo che domani è la giornata in cui Inkiostro risorgerà dalle ceneri dei suoi 700 lettori quotidiani, e si innalzerà alle vette insperate e inspiegabili di un Wittgenstein qualunque, di una Personalità Confusa e Ritrita, di un Daveblog d’antan, ma anche di una Repubblica, di un Moige e di un Vatican.va, perché no?
Solo così, fedeli lettori di Inkiostro, al suo ritorno dall’altra parte dell’Atlantico il legittimo proprietario di questo spazio saprà quanto e perché lo amiamo.
Per tutti quelli che aderiscono a questa sana campagna di sensibilizzazione, ecco la spilletta per voi:

Mai come quel 29

Per tutti quelli che inspiegabilmente non aderiscono: abbiamo quello che fa per voi.

Inkiostro chi?

Bonus Track: Harry Potter naked.

lunedì, 28/04/2008

No New York

Sono Rick Astley! State calmi, niente panico.
Mentre il padrone di casa va a dormire con Bret Easton Ellis in un incredibile appartamento di Soho e viene svegliato da Jennifer Lopez che gli lecca la fronte, da queste parti ora come ora girano delle versioni tarocche e molto lo-fi di Inkiostro (il fenomeno del web delle ultime 24 ore).
La cosa lascia un po’ perplessi. Alla notizia Paolo dei My Awesome Muxtape si è tagliato le dita della manina. Non so voi, ma io non chiedo niente di più glitch.
Mentre il padrone di casa dipinge con Adam Green banner pubblicitari del V1aGra e scrive poesie per Cat Power, diventando una delle figure più celebri della pop culture contemporanea, Bordone e i Baustelle suoneranno stasera al Pippo Kennedy Show, chi può se li perda. [così, buttata là con nonchalance]
Bordone è bello o forse no, ma ha il fascino delle «svedesate» (nel senso baustellianno del termine) e non ha il senso della misura, tiene 75 tartarughe vive nel frigo. Trovatemi qualcosa di piu’ dadaista, se vi riesce.
A proposito, se esistesse un manuale del bravo giornalista / DJ / m-blogger / video aggregator / scenester / indie-blockbuster, uno dei primi comandamenti reciterebbe che non si comincia mai un blowjob scusandosi perchè si sta trascurando il blowjob.
Da queste parti le netlabel sono sempre gradite, alla Musica da Campesinos hanno deciso di esagerare, e di offrire il complicatissimo diagramma di flusso del pensiero di Andrea Beggi. In free download.
Bando alle ciance, mentre il padrone di casa va a fare wild brunch a base di «torte di fumo» a Tribeca, mentre discorre di ragazzini con due teste e di figlie comuniste con Chuck Norris e Obama, mi tocca rispondere in ucraino alle mail di rompiballe come Syria o Compagnoni che mi chiedono un biglietto da visita creativo per fan dei Tokyo Hotel.
Mentre il padrone di casa è ‘cocktail party’ di presentazione del romanzo di Douglas Adams sugli olocausti quotidiani in un bar figo di sulla 9a, non ci rimane che ascoltare il live del venerabile Remo Remotti su Radio Maria per la puntata 42 di "Sapevate che Gesù aveva un fratello?" condotta da Don Turbolento.
Noi (il sottoscritto e Marina) però facciamo di necessità virtù, e lasciamo il padrone di casa (che per un po’ ha bazzicato pure con Portishead e Fuck Buttons) dalle parti di Alphabet City a costruirsi una carriera, un’autonomia e una qualche forma di autorevolezza nel settore delle armonie intelleggibili, dei lambiccamenti tech-funk, delle  morbidezze vellutate.
Questa sera ci trovate a casa sua a mettere i dischi per una serata danzante e cialtronissima. E’ uno di quegli eventi pianificati da mesi, perchè di questi tempi è impossibile far combaciare le agende di due nerdancer senza un lungo preavviso.
In breve: suoni splendidi, frittatone con cipolla, Space Invaders, ballerine cromatiche, il finto-reggiseno di Amy Winehouse, il gioco dei pacchi, i bottiglioni di tachifludec di Zampa e lettore mp3 in rutto libero shuffle.
C’è anche Maxcar, l’uomo invisibile e la nonna cinese per una partnership sgarrupatissima e glamour che funziona alla perfezione.
Tutto questo mentre il padrone di casa …
Brillante il beneamato padrone di casa, così naif da fingere di andare New York per non occuparsi del proprio blog.
[Se tra qualche giorno ritrovano il mio cadavere stecchito sotto la libreria Amazing Forkcast Platzhalter, mandate a memoria questo post. Mi raccomando.]

venerdì, 25/04/2008

New York groove

di

Sono Valido! State calmi, niente panico.
Il padrone di casa (che mi ha lasciato le chiavi del blog come a una filippina qualsiasi) è arrivato sano e salvo, e mi ha scritto per dirvi che è stato accolto in un quartiere a Northern Manhattan dalle seguenti scene:

– 3 BMW con portiere aperte e stereo a volume illegale che mandavano del mostruoso raeggaeton

– gruppo di ragazzini che giocava a basket in mezzo alla strada con tanto di canestro e pallone regolamentare, in mezzo alle macchine parcheggiate

– altro gruppo di portoricani che facevano un barbecue, sempre in mezzo alla strada

Io leggendo mi sono commosso, e allora ho deciso di dedicargli questo pezzo:

Niente, volevo dire solo questo.
Ma anche postare i Kiss a tradimento.
Lasciategli pure saluti e auguri nei commenti, che sono abbastanza sicuro che nonostante tutto il tempo di leggerli lo trova…
 

mercoledì, 23/04/2008

Start spreading the news

 

martedì, 22/04/2008

Bump bump bump

La cosa a leggerla-lascia un po’ perplessi, e sembra esattamente il tipo di notizia che viene quotidianamente demolita da Attivissimo nel suo Servizio Antibufala. E invece, complice la segnalazione en passant in un pezzo dell’autorevole Punto Informatico, pare proprio che sia vero: le chiavi non servono a nulla. Millenni di studio, evoluzone e impegno dei fabbri, e a quanto pare per aprire quasi qualunque serratura basta una bump key e un po’ di pratica. Leggere questo PDF o guardare il video qui sotto per credere. Roba che lascia sopresi, perplessi e -se è proprio vera- pure un tantino spaventati.

 

 

lunedì, 21/04/2008

Ma che’cce frega dei Postal Service

Ci stanno facendo aspettare da anni, e non accennano a volerci dare soddisfazione: dopo il loro blockbuster dal cuore di panna Give up, pietra d’angolo del pop indietronico con un piede negli anni ’80, un piede nel glitch e un piede nell’indie-rock emotivo che piace ai nipotini di Seth Coen, i Postal Service si son presi una pausa e non paiono voler tornare a breve. Noi però facciamo di necessità virtù, e lasciamo Gibbard alle prese con le sue suite progressive da 8 minuti e Tamborello alle prese coi suoi mille progetti sempre insoddisfacenti, e troviamo soddisfazione nei tanti epigoni che mirano a perfezionare la formula dei maestri riuscendo, non di rado, a batterli sul loro stesso terreno.

Prendiamo Styrofoam. Arne Van Petegem pubblica dischi da ben prima dei compari postali, è mitteleuropeo fino al midollo (è di Anversa) tanto quanto gli altri sono ammerigani, negli anni ha sperimentato con la glitchtronica in lungo e in largo (per un po’ ha bazzicato pure coi Notwist), ma con l’ultimo paio di dischi si è assestato esattamente dalle parti del pop emotivo («Happy beats and sad lyrics», dichiara lui) di Gibbard & Tamborello (non bastasse, negli anni ha collaborato con entrambi).

Il suo ultimo singolo After sunset è un pezzo indietronico di quelli che ne esce uno ogni paio d’anni: melodia in maggiore, synth e beat al posto giusto, voce malinconica e cuore che si taglia con un grissino (se non fosse ancora chiaro il livello di indietudine del tutto, il disco da cui è tratto –A thousand words– in copertina ha il tenero orsacchiottone che vedete qua sopra). Eppure, nonostante la melassa e nonostante la maniera, è facile venire colpiti al primo ascolto, e indulgere con il repeat.

Non so voi, ma io al pop non chiedo niente di più.

 

Styrofoam – After sunset (MP3)

domenica, 20/04/2008

In ritardo, mestamente

[grazie a Erica, che ovviamente ha parafrasato questo]

 

venerdì, 18/04/2008

Gente che dovreste conoscere

Stasera a Get Black vi presentiamo un paio di amici che dovreste conoscere.

 

Claudio, in arte Athebustop, è uno dei più interessanti nuovi cantautori in cui mi sia capitato di imbattermi recentemente. Dopo un po’ di demo e un EP autoprodotto, ha da poco partecipato alla compilation Tales from my pocket (in compagnia di Sara Lov, John Parish, Giovanni Ferrario, Uzi e Ari e molti altri) pubblicata dall’etichetta lussemburghese Panoplie. Un nome da tenere d’occhio, soprattutto per i fan di Damien Rice, Iron and Wine, Radiohead e affini. Stasera ci suonerà anche qualche pezzo live, in duo chitarra e violoncello.

 

Samuele Galassi è fresco autore dell’ottimo Tornerai ogni mattina, un romanzo che sta facendo molto parlare di sè. Una straordinaria capacità di giocare col grottesco in modo lieve, di mischiare Bill Murray e Bret Easton Ellis, il noir e Sclavi, di costruire una tragedia sulle piccole fissazioni e di ricondurla poi al quotidiano che, nella sua surrealtà, è forse ancora più drammatico. Un esordio eccellente. 

 

Stasera faremo 2 chiacchiere, ascolteremo della musica, parleremo delle rispettive produzioni (e le regaleremo, ovviamente) e capiremo che evoluzione avranno i loro percorsi artistici.  Ce li scegliamo bravi, gli amici.

[Dalle 21 sui 103.1 FM a Bologna, oppure in streaming, e tra qualche giorno in podcast.]

 

Athebustop – A wish (MP3)

 

giovedì, 17/04/2008

You’ve been rickrolled

di

Oggi, anche se in Italia ce lo siamo persi e in America si sono già stufati, vi parlo del fenomeno del "rickroll".
Il rickroll funziona in due modi:
1) si piazza un link-esca che promette una cosa assolutamente clamorosa o invitante, tipo "Amy Winehouse and Pete Doherty on crack" o "Natalie Portman sex tape", e in realtà si spara al video di Never Gonna Give You Up di Rick Astley;
2) si suona o canta platealmente Never Gonna Give You Up di Rick Astley in occasioni pubbliche, rigorosamente a sorpresa e fuori contesto, per spiazzare i presenti.
Le vittime dello scherzo si definiscono "rickrolled".
Nel giro di un anno tale pratica ha portato al video in questione qualcosa come 18 milioni di accessi, con tutta la copertura mediatica del caso, ma le ultime fiammate sono recenti.
La più spettacolare riguarda la squadra di baseball dei New York Mets, che nel proprio sito ha indetto un sondaggio su quale canzone adottare per l’abituale sing-a-long dell’ottavo inning, lasciando disgraziatamente un campo a scelta libera.
Il risultato, grazie a un appropriato passaparola, sono stati 5 milioni di voti per Rick Astley. Una goduria.
Ma la dirigenza dei Mets, che evidentemente non è nata ieri, ha deciso di fare la prova del nove affidandosi all’"applausometro", e la speranza di un rickroll lungo un anno è andata rumorosamente in frantumi.
Appena venerdì scorso infine il primo "rickmob" (flashmob + rickroll) mondiale, quando qualcosa come 400 persone si sono ritrovate nell’imballatissimo atrio della stazione di Liverpool Street a Londra e, allo scoccare delle 6pm, hanno iniziato a cantare in coro.
E ora ovviamente Rick Astley sta ristampando il suo Greatest Hits.

More WTF News:
Ordina un taxi, le recapitano una cassettiera ("cab, innit?")
Campione di kickboxing, ora guru finanziario, spiega come delegare la vita sentimentale in outsourcing
Perde un orecchio (!) a un concerto dei Boris, i Boris lo ritrovano/rispediscono/compongono una canzone sull’accaduto

WTF bonus cover of the week:
Vampire Weekend – You Can Call Me Al (live @ Bowery Ballroom) (YouTube)
 

mercoledì, 16/04/2008

Fanculo le spillette

In questi tempi bui, non c’è altra possibilità che ascoltare musica buia.

E a tal proposito, cogliendo i consigli di diversi di voi, ho recuperato il disco d’esordio dei Fuck Buttons, e contro ogni pronostico me ne sono perdutamente innamorato.

Non so quasi nulla di loro (sono un duo e sono inglesi, mi fermo qui), e finchè posso preferisco continuare a non saperne nulla, e a tenere completamente separata la loro musica aliena da qualunque percezione legata alle persone che la suonano, alla scena in cui si inseriscono, ai pareri della stampa e a quanto faccia figo amarli o odiarli nella geografia musicale della primavera del 2008.

 

So solo che nel loro Street horrsing (più una suite in sei movimenti che un disco fatto di canzoni, a occhio) c’è quasi solo rumore ma c’è una straordinaria quantità di melodia, e nonostante non ci siano parole nè armonie intelleggibili i lambiccamenti da musica d’avanguardia vengono smussati da un approccio di pancia che li rende una materia accessibile e apprezzabile anche da chi normalmente non vi si avvicinerebbe per nulla al mondo.

Io ci sento di tutto, dai Mogwai al post-punk, dai tribalismi alla Liars al post-metal degli Jesu, dall’industrial degli anni ’80 alle morbidezze vellutate di distorsione degli shoegazer, dalla non-musica impossibile dei Fantomas ai drones dei folkster meno acustici, il tutto frullato in maniera insospettabilmente compiuta e decisamente più omogenea di quanto si potrebbe pensare, adatto da ascoltare a massimo volume in cuffia in una mattinata storta o da tenere in sottofondo in camera, prima di andare a letto.

 

E’ difficile essere così da naif da fingere che un nome furbo e l’etichetta giusta non faccia di loro già qualcosa di diverso, meno puro e alieno di quanto ci piacerebbe credere. Eppure, in un giorno buio di pioggia e lavoro, con la giornata che non finisce mai e la Primavera -reale e metaforica- che non vuole arrivare, ci si può sentire così in sintonia da crederci davvero. Prima che torni il sole.

 

Fuck Buttons – Sweet love for planet earth (MP3)

 

martedì, 15/04/2008

L’oggetto misterioso

[Cos’è questo oggetto?]

 

Update: complimenti a Eddy, che ha indovinato -con inquietante dovizia di dettagli- la blowjob-machine. Basta il nome a spiegare quello che fa…
Vista nell’allucinante gallery di Gizmodo 10 Sex Toys That Are Confusing and Wrong.

 

lunedì, 14/04/2008

With teeth

Se esistesse un manuale del bravo blogger (esisterà, probabilmente), uno dei primi comandamenti reciterebbe che non si comincia mai un post scusandosi perchè si sta trascurando il blog. Ma quando si lavora da tre weekend di fila (quattro, contando anche un paio di pomeriggi a Pasqua), due volte si sono toccate le 12 ore nette lavorate al giorno, e sabato sera, per recuperare due giorni di malattia (di cui uno passato comunque a letto col portatile, da una parte un file XML e i colleghi su Skype e dall’altra una tazza di tachifludec), sabato sera dicevo si sono fatte le due a rispondere alle mail di clienti rompiballe e a portarsi avanti perchè durante l’orario di lavoro normale di tempo non ce ne sarà, preoccuparsi del galateo del bravo blogger (e proprio del blog, in generale) non è esattamente la più importante delle priorità. Del resto uno certe cose se le deve guadagnare, e quando tra una decina di giorni salirò su un certo aereo e vi farò ciao con la manina, capirò che ne è valsa la pena.
Nel mentre chiudo tutte le finestre (ne lascio aperta una per i risultati delle elezioni, così per scaramanzia; ma le dò mandato di non aggiornarsi prima delle cinque, chè gli exit poll abbiamo imparato a ignorarli, con gli anni), tengo aggiornata un’agenda mai così piena, ascolto musica cupa e ripetitiva e stringo i denti. Se tra qualche giorno ritrovano il mio cadavere stecchito davanti alla tastiera, ricordatemi così.

 

giovedì, 10/04/2008

Endorsement elettorale

(da Eiacuelezioni precoci, grazie ad Abbo)

 

mercoledì, 09/04/2008

Somebody saaaave me

Mentre io tento di mettere la testa fuori dal gorgo di lavoro, umor nero e influenzuola in cui sono piombato da qualche giorno, voi sollazzatevi pure con Nanoheroes Cine , versione cinematografica (e ingigantita) del classico Nanopops (la cui versione in carne ed ossa vi ha fatto impazzire un mesetto fa), trovata su ZineAccesso. Per il resto, fate finta che io non si sia.

 

NanoHeros Cine (XLS)

 

martedì, 08/04/2008

AddRandomDriver

Un sublime, perfetto, riassunto di Windows Vista, per programmatori ma non solo:

 

 

[via]