comodo ma come dire poca soddisfazione

lunedì, 08 03 2010

La vita imita le peggiori high-concept rom-com

di

C'è un nuovo servizio in città.
Si chiama idump4u.com: per appena $10 telefonano al vostro partner, lo mollano per voi, registrano la chiamata e la pubblicano su Youtube.
 

Mi piace il tono strafottente con cui non fa il minimo sforzo di addolcire la pillola.

mercoledì, 11 11 2009

Spolpatevi il vostro tenero barboncino

di

Se non avete comprato il lussureggiante coffee-table book del New York Times che consigliavo l’ultima volta (lo so che questa rubrica non la leggete, ma perché sto ancora a perder tempo?), rifatevi con l’idea di Andrew Sullivan. La rubrica The View From My Window, nel prolificissmo blog di Sullivan ospitato dall’Atlantic, è una delle più belle della blogosfera: una sorta di selezionatissimo micro-flickr collettivo, forzato nella prospettiva (sono tutte foto scattate, appunto, dalla propria finestra) e nell’occasione (sono, almeno così viene da pensare, foto scattate da lettori seduti al computer), che restituisce delicatamente al blog (al blog come medium, insomma) il mondo esterno che talvolta sembra mancargli. Strade, piogge, campi, autunno, neve, grattacieli. Le cose del mondo (e per mondo s’intende dall’Alabama all’Afghanistan, dal Kenya al Colorado) che rientrano. Il 2.0 fatto di percezioni visive invece che di sproloqui verbosi. Sullivan ne ha fatto un’antologia che è un regalo di Natale niente male. A $29.95, qua. Ma potete aspettare (o contribuire a far sì) che il prezzo si abbassi un bel po’.

Jonathan Safran Foer, a 32 anni, è uno scrittore americano parecchio affermato. I suoi due romanzi hanno numerosi fan e dal primo ci hanno fatto un film con Elijah Wood (all’adattamento del secondo, pare, ci stanno lavorando). Qualche giorno fa è uscito il suo primo libro di non-fiction che sta facendo discutere assai. L’Huffington Post gli ha dedicato una sfilza di interventi. Il New Yorker una lunga recensione. Il NYT Magazine un superpezzone. E così via. JSF è vegetariano. O meglio, ha provato a esserlo, saltuariamente e faticosamente, da quando la babysitter ha detto a lui e al fratello, davanti al piatto di pollo lasciato in caldo dalla madre: "Ma voi lo sapete che il pollo è pollo, vero?". Solo con la nascita del figlioletto, però, ha deciso che la virtù prevalesse sulle debolezze del palato. E si è lanciato in un viaggio-inchiesta sugli orrori dell’industria alimentare USA e sull’inspiegabile incoerenza per cui gli americani sembrano adorare gli animali (46.000.000 di famiglie ha un cane; 38.000.000 hanno un gatto; 13.000.000 hanno un acquario per un totale di 170.000.000 di pesci; spendono complessivamente 40.000.000.000 di dollari per i loro cari animali, di cui 17 miliardi per il cibo e 12 miliardi per il veterinario) ma non si pongono minimamente il problema di addentare la bistecca di una mucca a cui hanno sparato un bullone in testa (e che dopo, spesso mentre era ancora pienamente cosciente, hanno scuoiato e smembrato). Gli Americani mangiano 12.250.000.000 di chili di carne bovina l’anno, più o meno 35.000.000 di mucche. Mangiano 10.500.000.000 di chili di maiale, più o meno 115.000.000 di maiale. E circa 9.000.000.000 di volatili. Secondo me bisogna leggere Eating Animals: lo comprate qui, a €17,61.

Tempo fa, quel tizio ci convinse che il futuro del business era vendere pochi (o addirittura pochissimissimi) pezzi di molti (moltissimi, in verità) articoli diversi (oltre a continuare a vendere moltissimi pezzi di pochi articoli di successo). Era il tripudio del consumo di nicchia che non era più, appunto, di nicchia, ma aspirava ad essere la normalità: una normalità fatta di un numero altissimo di nicchie più o meno grandi. Ciononostante, coloro che decidono di produrre e vendere dvd italiani (che si leggano in lettori italiani e che abbiano sottotitoli italiani per chi non sa la lingua originale) non ne vogliono sapere. E l’idea di vendere poche (o forse pochissime) copie di Synecdoche, New York, o di Flandres (per fare due esempi notevolissimi e peculiari) li irrita. Perché, si dice, i soldi si fanno sui volumi, non sulle code lunghe (e forse, dopotutto, è vero). Quindi, bisogna varcare l’oceano per recuperare (a prezzo più che onesto) l’ultimo lavoro di Peter Greenaway (di cui è passato a Milano, giorni fa, il bruttarello The Blue Planet), che, a differenza dei penultimi lavori di Peter Greenaway, è molto godibile anche in forma narrativamente tradizionale. Nightwatching, qua, a  $19.99 in edizione speciale due dischi con anche Rembrandt’s J’Accuse.

Spesa totale: 50 euri 

martedì, 29 09 2009

Farabutti

di

Siate almeno dei farabutti beneducati. Dedicatevi alle letture sovversive, o quantomeno oblique, invece che indagare le minchiate dell’Internet. Spendeteli questi soldi (o quelli di papà, insomma) per darvi un’istruzione e un tono. Questa volta facciamo i seri.

Arrivo in ritardo, ma ne vale la pena. Il romanzo d’esordio di Josh Bazell, Vedi di non morire, è intrattenimento purissimo. Si legge d’un fiato, è spassosissimo e ha un ritmo che spero faccia impallidire i tanti (troppi, suvvia) che si sono convinti che una narrazione sfrontata in prima persona in un contesto massimalista basti per fare un buon romanzo. 14 euri e 80 centesimi, su IBS.

I paradossi del culture snob sono tanti e tra questi c’è quello noto come Il Doppio Standard del Libro-Come-Oggetto. Amare la fisicità dell’oggetto-libro è una pratica ammessa; è tuttavia vietatissimo il librazzo da soggiorno, quello da esporre sul ripiano basso del coffee table (sotto, cioè, il ripiano alto di vetro che funge da teca illustrativa). Un ingenuo potrebbe obiettare che in entrambi i casi si rende omaggio all’oggettualità del libro, ma un vero snob sa la differenza tra un libro reso oggetto dal tuo amore e un libro prodotto come oggetto da gente senza cuore. Il dilemma, però, è risolto: The New York Times: The Complete Front Pages: 1851-2008 mette d’accordo il coffee-table book col vezzo liberal, anglofono e acculturato. A soli 37,10 dollari su Amazon USA.

Prima riflessione seria. Michela Marzano, nata a Roma nel ’70, ha studiato a Pisa e poi è fuggita (assieme al suo cervello, come vuole il motto) in Francia. Fino a diventare, secondo Le Nouvel Observateur, uno dei 50 più influenti pensatori di Francia (e una delle sole sette donne della lista).  Qualche mese fa è uscito per Mondadori un suo bel saggio sullo sconfinamento dell’ideologia aziendale e manageriale dal luogo di lavoro alla vita privata e al saper essere: il lavoro come realizzazione di sé, come partecipazione creativa ed entusiasta alla propria condizione di dipendenza e precarietà. Scrive Marzano che il dipendente modello è un individuo impegnato che deve credere nel suo lavoro e trovarvi motivo di felicità: elastico, flessibile e versatile, deve riuscire a trovare esaltante tutto ciò che è alienante. Il saggio non svela arcani, ma ripercorre e dà una veste organica suggestiva e provocatoria alla storia di questo fenomeno. Estensione del Dominio della Manipolazione, € 15,30 su IBS.

Seconda riflessione seria. Sul corpo berlusconiano (sia nel senso di corpo di Berlusconi sia in quello di corpo nell’era berlusconiana) si ragiona spesso. Lo fa Videocracy con risultati medi ma a tratti efficacissimi. Lo fa il bel documentario di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi, Il Corpo delle Donne Lo fanno alcuni saggi che indagano l’uso del corpo da parte del leader postmoderno dell’Italia degli Anni Zero: quello di Giuliana Parotto e quello, piacevole e documentato e intelligente, di Marco Belpoliti, Il corpo del capo. Belpoliti studia il corpo mediale di Berlusconi, la sua cura e la sua rappresentazione politica, dalle foto degli anni settanta al fotoromanzo Una storia italiana; dalle fotografie della Discesa in Campo sino a quelle dei recenti incontri con Gheddafi. Nove euri e sessanta centesimi, su IBS.

Leggere troppo rovina gli occhi. Se non avete avuto la prontezza di accaparrarvi un posto alla Scala, a un prezzo decente, per l’Orfeo di Monteverdi con regia, scene e luci di Robert Wilson (ma ne trovate ancora, per domani sabato o martedì prossimo, ma a non meno di 180 euri cadauno), potete rifarvi (e non è un premio di consolazione) con i VOOM Portraits (sempre di Wilson) esposti a Palazzo Reale, a Milano, fino al 4 ottobre. Dovreste sbrigarvi, credetemi. € 9, ridotto 7,50.

Per la cenetta tra amici in cui sfoggerete le vostre considerazioni sul corpo berlusconiano, i corpi di Robert Wilson e i pensatori più in voga di Francia, una bottiglia di Ribolla Anfora del 2001 della cantina di Josko Gravner, una meraviglia di vino radicale. La trovate anche a 45 euro.

Spesa totale: circa 120 euro.
Disgustosi Radical Chic

martedì, 07 07 2009

Stronzate

di

Notificazione di presenza sul web dell’autorevole blogger Trino (Zanzotto mi soccorra).

Non ci resta che consumare. I capi ci manipolano? I concittadini non rinsaviscono? I libertini s’indignano? Il declino economico procede? Il sistema contempla una soluzione semplice: utilizzare il denaro con cui i capitalisti ci pagano per costruirci un alibi intellettuale (non siamo come gli altri, suvvia) e che il resto si fotta (il disgusto è forte, no?). Spendiamo questi denari, ordunque. A punti.

–   McSweeney’s fa i saldi! Volumi lievemente danneggiati (ma forse no) svenduti a prezzi d’occasione! Cinque dollari, tipo. O dieci dollari. Io compro subito: How to dress in every occasion by the Pope, How we are hungry di Dave Eggers, You Shall Know Our Velocity, sempre di Eggers, Polysillabic Spree di Nick Hornby, Shakespeare wrote for money, sempre di Hornby e Maps and Legends di Michael Chabon. Ma che bellezza. A soli 40 dollari in totale! Peccato che poi, se voglio farmeli arrivare in 2/6 settimane il totale fa $96,95 – se voglio quantomeno ricevere il pacco prima di scordarmi di averlo ordinato (cioè corriere "espresso" in 1/2 settimane), ci vogliono $154,89. L’America è lontana. E su Amazon UK la stessa lista di libri con consegna in 4/7 giorni lavorativi viene $131.33. Con, in aggiunta, The Road di MacCarthy! E non sono neppure lievemente danneggiati! Compro tutto su Amazon.

–  L’anno scorso, una tipa scrisse una cosa parecchio carina su McSweeney’s (di nuovo, ma stavolta lo riabilitiamo). Era l’Amleto in versione "feed di Facebook". Qualche giorno fa, la stessa tipa – che si chiama Sarah – mi scrive per dirmi che con la stessa carinissima idea ci ha fatto un libro – del tipo I Grandi Classici S’Iscrivono su Facebook. Secondo me il libro sarà fico almeno quanto il pezzo su Amleto. E siccome l’agente europea di Sarah – che invece si chiama Daisy – mi sta pure simpatica, lancio un appello a tutti gli editors e gli editori là fuori che hanno fiuto per talento e affari: traduciamo ‘sto libro in italiano e vedrete che sarà un piccolo successo. Scrivete a Inkiostro, che lui scrive a me e io scrivo a Daisy. Per gli altri, che non sono né editors né editori, pre-ordinatelo. Sempre su Amazon UK. A meno di £9.

– Qual è il film della stagione 2008-2009? Synecdoche, New York. Difficile dire che non sia così. Quindi? Compratelo. E vedetevelo almeno un paio di volte. Potete preordinare il DVD Region 2 a €16.99 (ma non si sa quando uscirà, quindi meglio di no). Oppure comprare il DVD Region 1, ancora su Amazon UK, a circa 18 euri. Ha pure i sottotitoli in inglese per non udenti, li ho visti coi miei occhi. Che volete di più?

–  Io ero curioso di vedere in faccia – e sentire parlare – Walter Siti. Perché due anni fa avevo comprato il suo Troppi Paradisi, che mi interessava molto, ma – complice il mio cattivo umore e una sequela infinita di piagnistei carnali, autocommiserazione, nichilismo insoddisfatto, paternalismo intellettuale piccolo-borghese, sesso senile e penetrazioni anali sconsiderate – avevo deciso di abbandonarlo. Tempo dopo, mentre io mi sollazzavo altrove, un altro suo romanzo, Il Contagio (che mi dicono condito di almeno l’80% dei suindicati ingredienti), diventava famoso in Italia. Così – complice gli apprezzamenti sul Contagio e la lingua letteraria ricca e possente di Siti – decisi di ricominciare con Troppi Paradisi e stavolta, con soddisfazione ma non senza scoramenti, l’ho finito. Certo: oggi il mio immaginario ha un rapporto inatteso e del tutto nuovo col termine "culturista" (e un amico mi ha pure regalato La Magnifica Merce, una piccola raccolta di racconti con tanto di fotografie del Culturista sitiano per eccellenza); ma la scrittura di Siti è notevole e la curiosità di vederlo in faccia era forte. Finalmente ci sono riuscito. Qui c’è un’intervista. E, davvero, è una rassicurante soddisfazione vedere il viso paciocco e baffuto (e sentire la parlata morbida) di Walter Siti, tanto che fai presto a dimenticare che quel Walter Siti (non) è lo stesso che si danna l’anima, per centinaia di pagine, per (non) poter inculare il culturista Marcello. Poi, però, guardo quest’altro video, in cui Siti (con lo stesso maglione dell’intervista) consiglia la lettura del bellissimo Lunar Park di Bret Easton Ellis (che – ma ne parliamo davanti a una birra, per chi sta a Milano – è un libro che ha molte affinità con Troppi Paradisi): be’, Siti è cattivo. Comprate tutto: Troppi Paradisi, Il Contagio, La Magnifica Merce, Lunar Park e i Quaderni di un Mammifero di Erik Satie. €84,30 su IBS.

– Infine, le stronzate. Mi ricorda tre o quattro viaggi fatti sulla Metro A qualche annetto addietro (e sarebbe divertente ragionare sul perchè mi è tornato in mente). E’ un libriccino carino. Comprate pure questo. A soli sei euri.

Spesa Totale: € 213,04.