mercoledì, 16/04/2008

Fanculo le spillette

In questi tempi bui, non c’è altra possibilità che ascoltare musica buia.

E a tal proposito, cogliendo i consigli di diversi di voi, ho recuperato il disco d’esordio dei Fuck Buttons, e contro ogni pronostico me ne sono perdutamente innamorato.

Non so quasi nulla di loro (sono un duo e sono inglesi, mi fermo qui), e finchè posso preferisco continuare a non saperne nulla, e a tenere completamente separata la loro musica aliena da qualunque percezione legata alle persone che la suonano, alla scena in cui si inseriscono, ai pareri della stampa e a quanto faccia figo amarli o odiarli nella geografia musicale della primavera del 2008.

 

So solo che nel loro Street horrsing (più una suite in sei movimenti che un disco fatto di canzoni, a occhio) c’è quasi solo rumore ma c’è una straordinaria quantità di melodia, e nonostante non ci siano parole nè armonie intelleggibili i lambiccamenti da musica d’avanguardia vengono smussati da un approccio di pancia che li rende una materia accessibile e apprezzabile anche da chi normalmente non vi si avvicinerebbe per nulla al mondo.

Io ci sento di tutto, dai Mogwai al post-punk, dai tribalismi alla Liars al post-metal degli Jesu, dall’industrial degli anni ’80 alle morbidezze vellutate di distorsione degli shoegazer, dalla non-musica impossibile dei Fantomas ai drones dei folkster meno acustici, il tutto frullato in maniera insospettabilmente compiuta e decisamente più omogenea di quanto si potrebbe pensare, adatto da ascoltare a massimo volume in cuffia in una mattinata storta o da tenere in sottofondo in camera, prima di andare a letto.

 

E’ difficile essere così da naif da fingere che un nome furbo e l’etichetta giusta non faccia di loro già qualcosa di diverso, meno puro e alieno di quanto ci piacerebbe credere. Eppure, in un giorno buio di pioggia e lavoro, con la giornata che non finisce mai e la Primavera -reale e metaforica- che non vuole arrivare, ci si può sentire così in sintonia da crederci davvero. Prima che torni il sole.

 

Fuck Buttons – Sweet love for planet earth (MP3)

 

9 Commenti a “Fanculo le spillette”:

  1. valido ha detto:

    Mitico! Disconissimo. Tra un mese li vedo di spalla ai Battles (fa un gesto sborone, accompagnato da un fischio)

  2. JustAman ha detto:

    mamma mia che pezzone. subito a cercare l’album…

  3. utente anonimo ha detto:

    Ho in tasca il tuo biglietto per il concerto del 5 maggio.

  4. utente anonimo ha detto:

    un bellissimo disco. a me sembra che in quei 6 pezzi si possa riconoscere un difficile equilibrio tra (residui di) melodia e rumore. pur rimanendo un lavoro di genere (quindi come tale alla lunga può stufare, come sostiene #1) propone una forma noise comunque accessibile. come scrivevo da un’altra parte, street horrrsing è un disco che riesce a fermarsi prima di diventare incomprensibile. prima di essere troppo. poi. la semplicità degli elementi principali -struttura dei pezzi e suono degli strumenti/oggetti utilizzati- e, come dice jukka, luoghi/immagine/frequentazioni giuste al momento opportuno, hanno probabilmente fatto il resto. (altre due cose. no. tre. a maggio i fuck buttons vengono a suonare in italia. sweet love for planet earth -secondo me- è un pezzo incredibile. non avrei mai pensato di trovare qui un post su questo disco). a presto. tomm.

  5. utente anonimo ha detto:

    Sono contento che la segnalazione, mia e di altri, abbia colto nel segno, anche perchè, e non ci crederai mai, ho letto questo post proprio con questo disco in cuffia…!!

    Ad ogni modo si tratta di un’opera trasversale, se togli la buccia di rumore e seghe trovi delle melodie molto brian eno, dei pezzi squisitamente pop. Un grande disco, lo ripeto.

    Se ti è piaciuto io proverei anche Prurient (“And still, wanting”) e il mitico Li Jianhong con il suo “San Sheng Shi”.

    E se ti piace lo shoegaze, darei una chance ai nuovissimi Have a nice life.

    un saluto

    maelstrom

  6. utente anonimo ha detto:

    ah!

    grande disco. e direi che da “addetto ai lavori” anche in ambito noise drone posso dire che sono tra i piu’ bravi. il disco mi sembra apprezzato per le qualità artistiche ed in giro si legge di una buona invidia nei loro confronti perche’ con una proposta non facile hanno ottenuto davvero tanta visibilità…senza troppo patire l’ultraunderground che il genere vorrebbe.

    (anche se i tipi hanno fatto un primo tour europeo nel 2006 suonando nei posti e con la gente…giu giu giusta)

    ciao

    jukka

  7. inkiostro ha detto:

    Eccellenti, in modo molto diverso -oppure no- anche gli Holy Fuck. Comunque sì, può essere che i Fuck Buttons piacciano di più a chi suoni del genere li mastica poco (con me/noi è appropriato come giudizio), il che conferma ulteriormente la loro trasversalità.

  8. utente anonimo ha detto:

    anche a me ha fatto un effetto ipnotico e alla fine del primo ascolto l’ho rimesso su una seconda volta e poi una terza.

    leggendo in giro qua e là mi pare di capire che il disco non è particolarmente apprezzato da chi è un po’ abituato a quel tipo di ascolti. forse è un po’ ruffiano e per niente innovativo. forse al quarto ascolto stufa. machissenefrega, io sono molto curiosa di vederli (sentirli, va) dal vivo al prossimo primavera sound.

    e a proposito di fuck: l’altro gruppo che ascolto da pochi giorni e mi piace assai sono gli holy fuck. non ne so niente, visto che ormai leggo poco. li sculetto e basta.

  9. utente anonimo ha detto:

    beh, alla lunga sta roba stufa