mercoledì, 08/02/2006

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Inkiostro M-blog Linkaround

Midlake – Roscoe (mp3)  !!
La scoperta del mese. Nuovo pezzo dei misconosciuti Midlake, pompatissimo da vari blog d’oltreoceano, che come da copione mi ha colpito dopo qualche ascolto. E ora non posso più farne a meno. Album subito, presto!  (via)

Arctic Monkeys VS The Killers –
Scumbody told me (mp3)
Arctic MonkeysWhen the sun goes down (FakeID Scummy mix) (mp3)
Due remix del singolone When the sun goes down (aka Scummy) della current big thing inglese: il primo è un mash-up con il classico riempipista dei Killers e il secondo porta la canzone su devastanti lidi a metà tra drum’n’bass e trance. Entrambi sono fatti da Dio, e mostrano sfumature inattese. Soprattutto il secondo.
(via)

Iron and wine – Chelsea Hotel #2 (mp3)
I remember you well in the Chelsea Hotel / you were talking so brave and so sweet / Giving me head on the unmade bed  / while the limousines wait in the street. Alcuni tra i versi d’amore più belli di sempre (a firma Leonard Cohen, ovviamente), reinterpretati in una lenta versione sussurrata e sudista da Sam Beam. Senza parole.

Voxtrot – Mothers, sisters, daughters and wives (mp3)
Nuovo pezzo per i promettentissimi autori di un grande EP di esordio (se ne parlava qua), e già si comincia a sentire puzza di truffa. Io in questo pezzo ci sento gli ultimi Coldplay, e non ci vuole molto a capire che non è un complimento. Speriamo sia solo un passo falso.


The Racounters – Steady as she goes (mp3)
E’ divertente notare quanto poco si sia parlato di una cosa in teoria esaltante come questo progetto collaterale di Jack White, in cui il leader dei White Stripes abbandona la dolce Meg per unirsi a tre loschi figuri (tra cui Brendan Benson) e fare musica ancora meno interessante del solito (e, dal mio punto di vista, ce ne vuole). Di conseguenza, rischiano di avere successo.
(via)

Rose Polenzani – Soul meets body (mp3)
Eccola qua, la forma perfetta per il tormentone più recente dei Death Cab for Cutie: un madrigale lento e ieratico gorgheggiato da questa sconosciuta cantautrice dell’Illinois. Non è il mio genere ma funziona, forse anche più dell’originale. (via)

Yeah Yeah Yeahs – Gold Lion (mp3)
Yeah Yeah Yeahs – Gold Lion (Diplo’s Optimo mix) (mp3)
Nuovo singolo per Karen O e compagni. Inaspettatamente acustico, con sonorità e atmosfere davvero inattese; e non proprio esaltanti. Ma che fare quando il remix tamarro (anzi, tamarrissimo) è meglio del pezzo originale?
(via) (via)

Calexico – Cruel (mp3)
Dal nuovo Garden Ruin, ballata uptempo in classico stile Burns-Convertino, con meno mariachi e più americana del solito. A forza di ferro e vino ci siamo contaminati? Aspettiamo il resto del disco, ma intanto niente per cui strapparsi i capelli. (
via)

Ms. John Soda – Outlined view (mp3)
Con l’imminente Notes and the like è avvenuto il sorpasso: i Ms. Jonh Soda superano i Lali Puna nella mia personale classifica dei progetti collaterali dei fratelli Archer. Questo è un buon esempio: beat incalzante, suoni perfetti e una Stephanie Bohm che dà i punti alla Trabeljar. Presto, di nuovo dal vivo in Italia. Imperdibili.

The Shins – New song (live) (mp3)
Nuova canzone dal titolo ancora ignoto per la band che cambierà la vostra vita. Le carte per un altro grande disco ci sono tutte, direi. (via)

Tender forever – The soft and the hardcore (mp3)
Non le davo molto, sulla carta, ma l’esordio di Tender forever mi ha stupito. Soprattutto quando, come in questo caso, lascia la chitarra acustica in un angolo e la canzone è retta da quell’elettronica povera che sottolinea tanto le potenzialità melodiche dei suoi raddoppi vocali. Mi piacerebbe molto vederla dal vivo. Chi ha orecchie per intendere..

Paper Chase – God is in the house (mp3)
Lato B del 7" di cover di Nick Cave (dall’altra parte c’erano gli Xiu Xiu che rifacevano Jack the Ripper, linkati a suo tempo): i Paper Chase trasformano l’ironica ballatona di No more shall we part in un teatrino sincopato e psicodrammatico. Ci sta.

Sondre Lerche – Minor detail (mp3)
Manca poco al nuovo disco dell’enfant prodige del pop norvegese. Intanto c’è il nuovo singolo, placido pezzo di classe che non si sposta di una virgola dai brani del passato ma che forse, stavolta, eccede un po’ troppo dal lato di maniera. Stiloso è stiloso, ma tiriamo fuori anche un po’ di verve?

martedì, 07/02/2006

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Leggere inkiostro > Pagare il canone
E’ cosa nota che non pagare il canone RAI è uno degli sport nazionali più diffusi amati anche tra chi normalmente si fa vanto di non appartenere alle affollate file degli evasori fiscali. La motivazione, di solito, varia dal classico Non ho la TV al prevedibile Ce l’ho ma non la guardo al sempreverde La RAI fa schifo e non si merita i miei soldi. Basta però un’occhiata alla lettera che la solerte compagnia radiotelevisiva di bandiera manda agli insolventi per accorgersi che, a conti fatti, il canone con la RAI c’entra ben poco:

Come già ribadito, l’obbligo di legge del pagamento del canone di abbonamento deriva dal possesso o in ogni caso dalla disponibilità, all’interno del nucleo familiare (anagraficamente inteso), dell’appartecchio TV o comunque di un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive, compresi personal computer, decoder digitali e altri apparecchi multimediali.

Se state leggendo queste righe da casa possedete un PC, o comunque ne avete la disponibilità. Se avete un videofonino possedete un altro apparecchio multimediale atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive; categoria in cui, a occhio e croce, ricadono pure l’iPod video, il Game Boy e pure certe lavatrici (giuro). Insomma, a meno che non passiate le vostre serate esclusivamente a leggere, accoppiarvi selvaggiamente o ubriacarvi, al canone RAI non potete sfuggire. La domanda, a questo punto, è perche non lo chiamino Tassa sulla tecnologia e tanti saluti.

martedì, 07/02/2006

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A King’s cross c’è Beck e a Earl’s Court gli Stones


[clicca per ingrandire]
Sembra solo una mappa dela tube, ma non lo è. E’ un esperimento musicale, (i dettagli su Culture Vulture, uno dei blog del Guardian), non esattamente casuale ma ben lontano dall’essere anche solo vagamente di una qualche utilità. Però è bello, non trovate anche voi?

lunedì, 06/02/2006

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Caro vecchio post a punti (due punti)
_Ovvero: cleaning up my closet. Quando i link si accumulano, dopo un po’ puzzano.
_Un tripudio per gli amanti del retrofuturismo: 21st century computing, secondo un numero di Compute di 17 anni fa. Risate garantite. Riflessioni consigliate.
_Obbligatorio lego link del giorno: una (brutta) chiesa interamente fatta di lego. Attenzione: pacchianissime foto di gatti incluse. [grazie Oh my geekness]

_Zeitgeist in pillole: Top tracks linked by music bloggers in 2005.
_E sempre parlando di blog’n’roll: l’omonima cover story del nuovo numero di Rumore, titolo a parte, è davvero notevole. E non è per la generosa menzione del blog del sottoscritto o per l’intervista al sindaco degli indieblogger Polaroid: si tratta proprio di un’ottima serie di articoli. Chapeau ai signori Girolami, Campo e Compagnoni.
_Look at us, we formed a band: l’associazione di suonatori di campanelli. [Grazie Medo]
_Radiohead frullati e mashuppati: in Me and this army ci sono parecchie ottime idee. Il bastard pop è morto, viva il bastard pop.
_Non resisto dal linkarlo: ecco il gatto più brutto del mondo. Sì, è proprio brutto. No, non fa ridere.
_Magistrale: il migliore post su Match Point di Woody Allen (bellissimo, va da sè; o forse no?) è di Leonardo.
_Non mi piacciono i tatuaggi ma: quello di Space Invaders merita, e ben più del plurilinkato culo à la Pac-man.
_E due: Morrissey – Dear God, please help me (mp3) (via). Adesso però la smetto. Fino a nuovo ordine.
_Oggi sarebbe lunedì ma: non sono molto in vena di giochi. Mi vengono in aiuto Elena e Max (grazie!) che, ri-segnalandomi Molle industria (che a suo tempo già linkai), mi permettono di segnalarvi il McVideogame, che a una prima occhiata sembra fatto piuttosto bene. Mi direte.

venerdì, 03/02/2006

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E delle foto con lui che lecca il gelato ne parliamo un’altra volta

E mentre Johnny Marr è a Portland a scrivere canzoni insieme ad Isaac Brock per il nuovo disco dei Modest Mouse (!), Zio Morrissey si fa ritrarre sulla copertina del suo nuovo disco Ringleader of tormentors (in uscita a fine Marzo) in una posa ancora più leziosa di quella gangsta anni ’30 del disco precedente. Di questo passo, nel prossimo disco sarà direttamente nudo e trafitto da delle frecce, suppongo. Come è noto il disco è stato registrato a Roma (con press photos scattate al Pigneto, anvedi), e sospetto che la cosa trapelerà un po’ ovunque. Ad esempio la scrittina sotto il titolo, come potete apprezzare nella foto hi-res, recita un curioso «Registrato e mescolato a Roma Estate». Google translator anyone?
Intanto è affiorata la opener del disco
I will see you in far off places, con testo poco Morrisseyano (un po’ à la Nick Cave, se mi consentite) e musica insolitamente epica e poco auto-ironica (può ricordare al massimo cose tipo The teachers are afraid of the pupils, oppure, se mi consentite, Nick Cave). Non esattamente esaltante, ma sul resto del disco nutro cieca fiducia. Ovviamente.

Morrissey – I will see you in far off places (mp3) (via)

giovedì, 02/02/2006

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Oggi Murphy

-Legge di Greer-
Un programma di un computer fa quello che gli dici, non quello che vuoi.

-Legge di Crayne
Tutti computer aspettano i tuoi comandi alla stessa velocità.

-Legge di Junior
I computer commettono errori estremamente veloci e accurati.

-Leggi di Murphy sui computer-
1. Non importa di qunte risorse disponi: non sono mai abbastanza.
2. Se un programma sta nella memoria e c’è abbastanza spazio sul disco, sicuramente il sistema si arresterà.
3. Se lo stesso programma non è ancora andato in arresto, sta aspettando il momento peggiore per farlo.

-Dilemma del programmatore
Programmare è come il sesso: un errore e devi supporto per tutta la vita.

-Ottava legge del programmatore-
E’ più facile modificare le esigenze in funzione del programma che viceversa.

-Monito di Steinbach sulla programmazione dei computer-
Non porti mai un problema di cui non hai la soluzione.

-Teoria delle fasi di un progetto-
1. Entusiasmo.
2. Disillusione.
3. Panico.
4. Ricerca del colpevole.
5. Punizione dell’innocente.
6. Gloria e onori ai non partecipanti.

-Assioma di Throop-
L’universo non è user-friendly.

E soprattutto:

-Postulato di Picasso-
I computer sono inutili: ti danno solo risposte.

mercoledì, 01/02/2006

Le pesche marce che non maturano

Erano altri tempi; l’11 Settembre 2001, per la precisione. Il giorno della perdita dell’innocenza americana, con una coincidenza che continua a sembrare casuale anche se cerchi di trovargli significati reconditi, usciva un piccolo disco. Uno di quelli che ti esaltano per qualche mese e che quasi subito dimentichi, di quelli che dopo qualche tempo sembrano divertenti e niente più, e che poi, retrospettivamente, finiscono per avere più influenza di quanto chiunque si aspetti. Soprattutto di quanto si aspettino i suoi autori, un ragazzetto con la faccia da schiaffi e la sua tata, nera e riccioluta, che vengono dalla grande mela, amano suonare sul palco vestiti rispettivamente da Peter Pan e da orsacchiotto e incrociano la lezione del miglior lo-fi con una sensibilità pop infantile e bizzarre influenze di quello che qualcuno definirà anti-folk. Sono Adam Green e Kimya Dawson, i Moldy Peaches.

The Moldy Peaches – Anyone else but you (mp3)
The Moldy Peaches – Downloading porn with Davo (mp3)

Tempo un disco -irresistibile- e i Moldy Peaches («le pesche marce») si separano. Adam Green eredita la vena pop e il senso dell’umorismo iperbolico e volgarotto, Kimya Dawson le pennellate folk e l’intimismo infantile, e le loro carriere musicali procedono parallele senza quasi toccarsi, fino ad oggi. Tre dischi per lui (di buon successo; a parte che in Germania, dove il nostro va regolarmente in top 10) e quattro per lei (di nicchia che più nicchia non si può); ora, la prossima primavera, vede i loro nuovi dischi uscire a distanza di appena un mese.
Jacket full of danger di Adam Green, che esce il 10 Marzo su Rough Trade (preceduto dal singolo Nat King Cole), è l’ennesimo passo sulla strada di una incontenibile grandeur pop da monellaccio che fa il verso ai grandi crooner del passato. Il disco si risolleva dalla cocente delusione dell’ultimo Gemstones, e contiene pezzi meno frenetici (e immediati) che in passato e parecchie ballate, con un’ingombrante orchestra di archi quasi sanremese a fare capolino in quasi tutti le canzoni. Assai piacevole, anche se i fasti di Friends of mine, sembrano decisamente andati.

Adam Green – Pay the toll (mp3)
Adam Green – Nat King Cole (mp3)


Remember that I love you di Kimya Dawson, che esce l’11 Aprile su K, è forse, invece il miglior disco solista della scarmigliata orsacchiottona. Oscilla, come al solito, tra  piccoli acquerelli acustici e iper-sensibili (l’ottima Underground) e filastrocche con melodie elementari e abbondanza di cori disordinati. La tentazione di considerarlo (ancora) frutto di una naivetè post-hippy è forte, ma l’ascolto attento rivela un’attenzione ai dettagli e alla costruzione delle armonie assai inusuale per un disco tanto platealmente lo-fi.

Kimya Dawson – Underground (mp3)
Kimya Dawson – Tire swing (mp3)

Sono partiti dichiarandosi scaramanticamente marci, e forse, a un certo punto, a qualcuno il dubbio è anche venuto. Si dimostrano invece tutt’altro che andati, entrambi perfettamente in grado di realizzare un percorso musicale già presente in potenza in quel primo, letteralmente seminale, album. Le pesche nate da quel seme non saranno marce, ma non sono neanche mature; quello no. Le pesche marce non maturano mai.

martedì, 31/01/2006

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Video Aggregator /Gennaio

Mark Lanegan e Isobel Campbell – Ramblin’ man (mov)
Facile fare un video per una canzone iconica come Ramblin’ man. Talmente facile, che, alla fine, questo video rischia quasi di mancare il colpo, e di sprecare l’evocatività del duetto tra il lupo Lanegan e l’angelica Campbell in favore di una sfocata e livida serie di sequenze più o meno orgiastiche che paiono uscite da una pubblicità di lingerie. Non che non sia un bel guardare, ma la canzone consentiva qualcosa di più.

Arctic Monkeys – When the sun goes down (mov)
Non so se è un problema mio, ma la storia raccontata dal nuovo video della current big thing inglese mi sembra un po’ confusa. Va bene raccontare i sobborghi inglesi (yawn), ma quando le pretese diventano troppe, è meglio tornare alle fanciulle che ballano come dei robot sul sano vecchio dancefloor..

MSTRKRFT – Easy Love (mov)
[il server va un po’ a carbone, ma con un po’ di calma ce la fa]

Jesse Keeler dei Death from above 1979 dev’essere un personaggio mica male. Nel tempo libero dal suo combo industrial-punk, con il nome MSTRKRFT si diletta coi remix ballabili (Bloc Party, Metric) e ora anche con pezzi suoi. Questo spudorato gioiellino electro, per dire, ha pure un video di tutto rispetto: quattro porno-segretarie, un lettino arancione, una mirrorball e una colata di milkshake alla fragola. Fate voi.

Regina Spektor – Us (rm)
Un gran pezzo -vecchio- e gran video -nuovo- di (soviet?) kitsch surreale per il ritorno della beneamata cantautrice art-pop newyorkese, sempre più al confine tra Joanna Newsom, Fiona Apple e Tori Amos. Ossimoricamente cupo ma glorioso, e persino ambizioso nel suo giocare con i fermo immagine. Brava.


Old Time Relijun – Wolves and Wolverines (mov)
Gran titolo per questo incubo post-punk gotico che non dispiacerebbe a certi autori di Canicola, e la cui estetica grottesca odora tanto di Contortions quanto di Porci con le ali. A me, peraltro, sono sempre stati antipatici, ma questa è tutta un’altra storia.

Franz Ferdinand – The fallen (wmv)
Marching bands of Glasgow: i FF stavolta marciano, e sono sempre più calati nell’estetica frangetta + giacca di pelle + riferimenti pop vintage. Prescindibili ma piacevoli, come da copione.

Belle & Sebastian – Funny lilltle frog (rm)
Quello che è forse il più brutto singolo dei B&S da tempo immemore tenta di recuperare con un bel video danzerino che ha come protagonista lo stesso Stuart Murdoch. Se ve lo steste chiedendo no, non ci riesce. La parola giusta, in questi casi, è disappunto.

The morning paper – A rabbit on the seashore (zip > wmv)
Alcune ottime intuizioni in questo video interamente in computer graphic creato da Giacomo Triglia per l’enfant prodige della glitchtronica atmosferica bolognese. Se si pensa che è una produzione amatoriale, è roba davvero notevole.

Gomo – I wonder (mov)
Ero indeciso su quale video dell’iperglicemico portoghese linkare; prima avevo optato per Feeling alive e la sua brillante via metamusicale verso Mtv. Non appena ho visto questa geniale e catartico spot che incornicia la ballad migliore del disco, però, non ho avuto dubbi. Finalmente qualcuno con delle idee. 

The boy least likely to – Be gentle with me (mov)
La favolosa band inglese non si smentisce, e confeziona un video gentile e infantile proprio come si poteva immaginare: pupazzi, burattini e storie d’amore nel parco. Imprescindibili, e basta. I wanna pick peaches off a cherry tree, e basta.

Beth Orton – Conceived (asf)
Beth Orton è invecchiata. Pupazzi anche qua (e neanche pochi), melassa buonista a fiumi, la sempre latente somiglianza fisica con Suzanne Vega un po’ (troppo) sottolineata, e un pezzo tragicamente incapace di lasciare il benchè minimo segno sull’ascoltatore. Il resto del disco, dopo qualche ascolto, non fa differenza. Una delusione cocente.


[i vecchi Video Aggregator]

lunedì, 30/01/2006

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La vita è un sogno, ecc.
Quanto tempo si può rimanere imbambolati a fissare Dreamlines prima di pensare che meriterebbe davvero di essere almeno usato per la copertina di un cd o per il lay-out di un sito? E quanto prima di credere di essere diventati pazzi?

lunedì, 30/01/2006

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Monday gaming (Time wasting edition)
Ora che sono un giovane imprenditore e che quindi, prevedibilmente, farò la fame ancora più di prima, non posso permettermi di perdere tempo (aha). Click red, quindi, fa al caso mio: ha un’idea semplicissima, è frustrante il giusto ma non è difficile, e si finisce nel giro di qualche minuto. Quand’è così, però, la competizione si sposta sul tempo, e quello necessario per arrivare a un risultato decente (?) come 150 secondi, sommato, rischia di essere davvero troppo. Come da copione.

venerdì, 27/01/2006

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Good weekend
Quello che comincia oggi sarà un lungo weekend. E, per una volta, sarà un buon weekend.
Domattina succedono cose importanti. Cose da festeggiare, per cui domani sera si esce a cena e si salta Airbag (che ci sarà comunque: anzi, insieme al solito AndreaNP ci sarà la beneamata Miss Ann Abin; ascoltatela che poi vi interrogo). Sabato sarà un seratone. Sul presto inevitabile andare al Covo a prendersi beffe di Top of the pops insieme agli Art Brut, forti di uno degli esordi dell’anno (al quinto posto della mia top ten) e di un live set sgangheratissimo e assolutamente esilarante. L’ultima (e prima) volta che sono passati da queste parti era Luglio, c’era stato un nubifragio e per poco Eddie Argos e i suoi baffetti non mi sono franati addosso mentre si agitava come un ossesso scuotendo la sua chioma unta durante Good weekend. Punk nel vero senso della parola.

Art Brut – Good weekend (.mp3)
Art Brut vs The Knack – My Sharona formed a band (.mp3)
Art Brut (Acoustic Brut) – Live @ Planet Claire (link – 7 mp3 acustici)

All’insegna della schizofrenia più totale, dopo il concerto si tela dal Covo per raggiungere il Cassero e dedicarsi a un appuntamento di segno più o meno opposto. A tenere banco ci sarà infatti la serata High Quality House, che vedrà dietro i piatti i Drama Society (gente che di solito fa ballotta con nomi come Tiga -che li produce- e Ellen Allien) e Nerone DJ (una sola parola: Sonar). Per quanto mi riguarda, però, il piatto principale della nottata sarà il concomitante VJ set del manipolatore extraordinaire Milf + Strong, che terminerà con una performance a 4 mani (nel senso pianistico del termine: a un certo punto mixeranno gli stessi visual contemporaneamente) che sono assai curioso di vedere.

Drama SocietyCrying Hero (.mp3)

Fossi in voi, considererei anch’io l’idea della doppietta.
Punk nel vero senso della parola, altrochè.

giovedì, 26/01/2006

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Chi ha l’iPod è un coatto



[Altro che il vecchio ‘calzino’: da iAttire hanno la canotta, le mutande, gli slip e il negligè. In ogni caso, l’ormai classico dock da bagno rimane inarrivabile.]

giovedì, 26/01/2006

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Plurale elettroacustico
Ieri era il twee sgangherato di Casper the friendly ghost (caruccio), mercoledì prossimo tocca agli Yuppie Flu in versione duo (imperdibile), e più avanti a Chris Brokaw e Nedelle: le serate di Murato sono sempre una garanzia. La settimana scorsa i Settlefish sono stati protagonisti di un grande set elettroacustico, che ha rivestito i loro pezzi -di norma abbondantemente rumorosi- di suoni tanto insoliti quanto riusciti. Prima del concerto la band era stata ospite chez FedeMc sulle frequenze degli amici e cugini di Radio Città del Capo (di cui peraltro il cantante Jonathan Clancy è valente diggei) dove, tra le altre cose, ha suonato tre pezzi
in versione acustica davvero notevoli. Ovvero Oh Well, The second week of Summer (il pezzo che preferisco di The plural of the choir, riproposto poi la sera in una versione fake-handclapping-friendly davvero clamorosa) e la nuova, notevolissima, The boy and the light, una canzone per cui, ricordiamo, l’auctoritas Mr. Compagnoni ha detto a Mr. Polaroid «Ci toccherà mettere i dischi ancora l’anno prossimo solo per suonare questo pezzo». Se non vi fidate di me, fidatevi almeno di lui.

Settlefish – Oh well (live@RCdC) (.mp3)
Settlefish – The second week of Summer (live@RCdC) (.mp3)
Settlefish – The boy and the light (live@RCdC) (.mp3)

mercoledì, 25/01/2006

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«Hot nerdy girls and indie rock boys! With glasses!»
In giornate come queste, ogni tanto viene la tentazione di rivolgersi a Consumating.
[eh già: un ossimorico sito di dating per
«geeks, nerds, hipsters and bloggers». Aiuto.]

mercoledì, 25/01/2006

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Per combattere la crisi del gas

[Slanket, la coperta con le maniche. E non ditemi che non ne avete mai desiderata una anche voi]

martedì, 24/01/2006

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Better than a letter
Il segreto, come al solito, è tutto nei dettagli. Un passaggio in cui la voce si piega sotto il peso di un accordion brumoso. Un pianoforte giocattolo che sembra uno xilofono, uno xilofono -tra l’altro- dannatamente serio. Un violoncello che arriva alla fine e neanche te ne accorgi, come in una stuite dei Rachel’s, come se fosse sempre stato lì. Una canzone intera in cui il ritmo, più metaforico che reale, è scandito dal rumore di una macchina da scrivere, di quelle della nostra infanzia, di quelle che non le fanno più. Sono i dettagli meticolosi che rendono i Devics una grande band. I dettagli di A secret message to you, seconda traccia del loro ultimo cd Push the heart.

Devics – A secret message to you (.mp3)

I Devics sono Sara Lov (una meraviglia, va da sè; e con una voce da paura) e Dustin O’Halloran. Vengono dalla California, ma l’Italia (la Romagna, in particolare) è la loro seconda patria. Vengono dalla California ma si portano dentro ben poco del sole di quelle terre; esattamente come i Black Heart Procession, il cui leader Pall Jenkins, peraltro, suona in più di una traccia di Push the heart (sì, anche in quella sopra; suona qualcosa definito nel booklet «The object»). I Devics hanno fatto quattro dischi e un po’ di EP, e la loro ultima produzione è uscita tutta per la beneamata Bella Union, l’etichetta di Simon Raymonde dei Cocteau Twins. Circa tre anni fa i Devics hanno fatto un disco chiamato The Stars at Saint Andrea, che campeggia tra i miei forse venti dischi preferiti di sempre e che contiene, tra le altre, quella meraviglia downtempo di Red morning e la devastante ballata strappacuore In your room, una di quelle cose che, ad ogni separazione, vorresti non fosse mai stata scritta.

Devics – Red morning (.mp3)
Devics – In your room (.mp3)

Con pezzi da novanta del genere il nuovo disco non può competere, è chiaro. Eppure, nonostante al primo ascolto possa suonare un po’ deludente, gli ascolti successivi rivelano il fascino di sempre, quello delle torch songs senza tempo, dell’incedere dei valzer angosciosi e delle ballate sontuosamente sconsolate. Bastano il pianoforte piovoso di Lie to me (l’anno scorso O’Halloran ha fatto un disco strumentale che a qualcuno ha ricordato Satie, e si sente) e i gorgheggi dolenti del refrain di Come up per accorgersene.

Devics – Lie to me (.mp3)
Devics – Come up (.mp3)

Oltre, ovviamente, alla suddetta macchina da scrivere, che tiene sempre lo stesso ritmo. Chissà cosa scrive.

lunedì, 23/01/2006

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Monday gaming (più che sufficiente edition)
C’è un modo per passare il lunedì più stupido del raccogliere bastoncini con un uovo che salta? Se c’è, non voglio saperlo: Egg Run è più che sufficiente.

lunedì, 23/01/2006

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Questione di fiducia
Devo dire la verità: anni di allarmismi poi caduti nel nulla e di atti risolutivi che, a conti fatti, hanno solo finito per stimolare la ricerca e il continuo miglioramento delle tecnologie digitali e del libero scambio di contenuti mi hanno fatto pensare all’ennesimo grido d’aiuto pronto a rientrare nel giro di qualche mese. Poi, dopo averne continuamente letto in giro (tipo qui) e dopo aver visto il bello spot informativo realizzato da quelli di www.no1984.org (un nome che è tutto un programma), devo dire che la questione del Trusted computing, fino a qualche tempo fa nota con il termine Palladium, sta cominciando a preoccuparmi. Perchè si parla di controllo, e si parla di hardware, e le due cose insieme mi fanno temere un futuro cupo. Leggete e informatevi, e ditemi se sono solo io o se, nel silenzio mediatico più totale, questi ci stanno davvero scavando la tomba.

venerdì, 20/01/2006

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Coi capelli blu, come Milhouse

[il sottoscritto in versione Simpson, made with Simpsonmaker]

giovedì, 19/01/2006

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Come ogni volta, peggio di ogni volta
Sono cambiato io? Sono cambiati loro? O è solo cambiato tutto il resto? Non ho una risposta. So solo che a metà anni ’90 i La Crus erano uno dei mie gruppi preferiti, e che, tuttora, il loro secondo disco Dentro me rimane tra i miei favoriti di sempre. Eppure, a sancire un calo progressivamente sempre più drammatico, la loro ultima fatica Infinite possibilità (uscita nell’indifferenza generale qualche mese fa) mi è sembrata di una inutilità che definire imbarazzante è dir poco: canzoni trite e fuori fuoco, testi retorici che paiono avere ormai poco da dire, un cantato enfatico davvero fuori misura. E tutto ciò a fronte di arrangiamenti ancora elaborati e originali e di un suono di crocevia che spesso gareggia con nomi internazionali anche piuttosto blasonati. L’esempio è il sample linkato ieri, che altro non è che l’inizio del loro ultimo singolo Mondo sii buono; un pezzo che parte bene e promette meglio ma che un cantato molesto e soprattutto un testo agghiacciante (il ritornello recita «Mondo sii buono, ti prego, sorridi buonamente») affossano senza speranza. Sono cambiato io? Sono cambiati loro? O è solo cambiato tutto il resto? Non saprei, e per il momento ho una sola risposta: il mondo è crudele.

giovedì, 19/01/2006

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Vecchia, ma sempre buona

[Clicca sull’immagine per ingrandirla]

mercoledì, 18/01/2006

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I nuovi Postal Service?
A volte lo shuffle gioca brutti scherzi. Qualche giorno fa il mio lettore ha fatto partire a tradimento una canzone che, durante i primi 30 secondi, promette meraviglie, e ti fa credere di essere incappato in un nuovo prodigio elettropop sullo stile dei beneamati Postal Service. Ascoltateli, e ditemi se non sembrano dannatamente promettenti. Peccato che poi le cose vadano in modo un po’ diverso… Secondo voi di chi è?
[Chi lo sa già si astenga, please]

mercoledì, 18/01/2006

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Berlusconi cita Morrissey?
Brillante articolo di Guia Soncini sulla settimana di passione delle ospitate televisive del Cavoliere. Assolutamente spassoso.
Anche se Morrissey si scrive con due s.

[via Emmebi]

martedì, 17/01/2006

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Inkiostro M-blog Linkaround

Damien Rice & Lisa Hannigan – Unplayed Piano / Cold Water (live) (.mp3)
Dalla cerimonia di consegna dei premi Nobel, il già noto inedito scritto per il premio Nobel birmano imprigionato e un estratto del solito O. Che fine hai fatto Damien? C’è bisogno di te. Via I guess I’m floating.


The Diggs –
Everyone’s starting over (.mp3)
Al primo ascolto ho detto la solita roba, al quarto ballavo come un deficiente per la stanza come mi succede ogni volta che scovo un piccolo inno pop come questo, che, non so bene perchè, mi ricorda i pezzi più anthemici dei Radio Dept. Via My old Kentucky blog.

Yeah Yeah Yeahs – Mr. you’re on fire mr. (megaupload .mp3)
Eccellente cover del classico dei Liars prima della superflua svolta artsy degli ultimi dischi. Perde il tiro p-funk e diventa industrial; suona strano, ma funziona.

Yeah Yeah Yeahs – Hyperballad (.mp3)
Prima era una cover industrial, ora è una cover acustica (di Bjork, ovviamente), con una chitarra pizzicata e Karen che miagola. Versatili anzichenò, ma il pezzo originale era ben altro. Via Copy, right?

Final Fantasy – This modern love (live) (link – Google Video)
Final Fantasy – This modern love (live) (.mp3)
E sempre grazie al blog delle cover, ecco un ottimo video che riprende Owen Pallet e il suo violino che rifanno un lento dei Bloc Party. Anch’io gliel’ho visto fare sul palco e, come potete notare anche voi, l’audio non basta. Se serve, però, c’è anche quello (via Chromewaves).

Cat Power – We dance (.mp3)
Sempre via Chromewaves, la gatta in delirio lo-fi voce e chitarra come ci piace ricordarla (altro che la Capanna dello Zio Tom di questi tempi) alle prese con i primi Pavement. Ha un suo perchè, ma la vecchia versione dei Perturbazione è meglio.

Josè Gonzalez – Live @ Rotterdam 2005 (link – 11 canzoni)
E scusate se è poco. Ma quando viene in Italia?

Iron and wine + CalexicoHistory of lovers (live) (video – .wmv)
Il pezzo più country del disco, ulteriormente banalizzato dal vivo (tanto che finisce per guadagnare nel trattamento) suonato al Late late show.
Simili performance televisive delle band americane non finiranno mai di stupirmi.

TBC Poundsystem – Losing my sledge (.mp3)
«Come il panettone comprato al discount a metà Gennaio per far colazione risparmiando», dice benissimo Max di questa folle cover natalizia del classico degli LCD Soundsystem. A dir poco esilarante.

The morning paper – Your darkest tale at night (rapidshare .mp3)
Piccoli maghi del glitch atmosferico crescono. The morning paper, da Bologna, sa davvero il fatto suo, e non vedrei male qualche suo demo sulla scrivania di Thomas Morr. Se son rose…

Alec Ounsworth (Clap your hands say yeah) – Wide Awake (.mp3)
Alec Ounsworth
(Clap your hands say yeah) Details of war (early) (.mp3)
Scopro ora che il leader della pompatissima band newyorkese ha anche un progetto solista di interessante folk lo-fi e scalcinato. Per lo più pezzi suoi (anche se Details of war è poi finita sul disco della sua band), altri ne trovate qui.

Loose Fur – The ruling class (.mp3)
In anteprima dal nuovo, bel disco, del progetto collaterale di tre mostri sacri dell’area Wilco che, spero, non hanno bisogno di presentazioni: Jeff Tweedy, Jim O’Rourke e Glenn Kotche. Non serve dire altro. Via Muzzle of bees.

lunedì, 16/01/2006

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Viral is the new buzz
Nei giorni scorsi iFilm ha pubblicato la sua lista dei migliori 25 video virali del 2005. Diversi li avete già visti su queste pagine nel corso dell’anno, altri sono stati abbondantemente segnalati in giro per la blogosfera (se non li avete visti, sono consigliatissimi Shining e i Backstreet Boys cinesi), altri ancora (come il nuovo spot di Gap firmato Spike Jonze) mi erano ignoti ma meritano assai. Buona visione.