lunedì, 16/01/2006

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Monday gaming (rompi/capo edition)
Questa settimana un rompicapo con un potenziale di addività molto alto: come ogni buon puzzle game Prachka ti frega con primi livelli facili al limite dell’imbarazzante, per poi farti patire decine e decine di minuti per passare ogni livello successivo (io sono arrivato al 18esimo). Per giocare bisogna cliccare su «
Игра прачка». E per arrivare alla fine bisogna avere qualche rotella fuori posto.

venerdì, 13/01/2006

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Due film de’paura
Nel senso che a pensarci un po’ ho paura: The proposition, sceneggiato da Nick Cave e Clerks II, seguito della leggendaria opera prima di Kevin Smith. Il primo è una sorta di western australiano, intenso e violentissimo, che pare sia piaciuto molto ai fan di Cave. Il secondo tenta di risollevare la carriera di un regista geniale in caduta libera attraverso la più bieca delle operazioni, far rivivere i fasti del film indipendente americano più importante degli anni ’90. Il primo promette bene, perchè i fan di Cave sono estremamente critici e, di solito, sulla mia stessa lunghezza d’onda. Il secondo promette bene perchè Smith, nonostante opere discutibilissime come Jay e Silent Bob e Jersey Girl, non mi ha mai deluso del tutto; e per il tamarrissimo sottofondo degli Anthrax, certo. Eppure, nonostante tutto, ho paura.
The propositionTrailer (.mov)
Clerks IITeaser (.mov – via Il Boss)

giovedì, 12/01/2006

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Cinque (nuove) popband per il duemilasei

1. Voxtrot
Un solo EP e già tutti gridano al miracolo: quando succede è normale essere sempre sia scettici che curiosi, almeno quanto lo è cadere vittima dell’hype quando dietro a questo c’è abbondante sostanza. L’indiepop rockeggiante (o indierock poppeggiante, vedete voi) dei Voxtrot in 5 pezzi mantiene tutte le promesse e dopo pochi ascolti è già un classico. Un po’ di 60’s un po’ dei primi Strokes (quelli che ci piacevano), la purezza cristallina delle melodie azzeccate al primo colpo e degli arrangiamenti che, sporchi dove serve (come nella clamorosa The start of something), limpidi altrove, non sbagliano quasi nulla. La quadratura del cerchio?

Voxtrot – The start of something (.mp3)
Voxtrot – Wrecking force (.mp3)
[da Raised by the wolves EP]

2. Austin lace
Il Belgio è da sempre crocevia musicale oltre che culturale, e se l’affermazione non convince basta pensare a nomi come dEUS, Soulwax, Venus o Girls in Hawaii e alle mille influenze che ciascuna di queste band mischia già per sua vocazione. E proprio a una versione pop dei Girls in Hawaii (ma con un’ape colorata al posto della nebbia) fanno pensare gli ottimi Austin Lace, recentemente importati
in Italia dalla beneamata Homesleep; e chissà se la terra di pizza spaghetti e mandolino li accoglierà a dovere. Io, da parte mia, sto consumando la mia copia del loro Easy to cook: coefficiente di canticchiabilità altissimo e autoironia da vendere. A fine Gennaio in tour, non vedo l’ora.

Austin Lace – Kill the bee (rapidshare .mp3)
Austin Lace – Wax (.mp3 – chez Enver)
[da Easy to cook]

3. Strip Squad
Onore a Delio che li ha scoperti e che mi ha (letteralmente) riempito il desktop di loro mp3: il porno-twee-pop di questa, ennesima, deliziosa band svedese è davvero notevole. Scalcinati e ipersensibili, i loro piccoli anthem adolescenziali, potenzialmente insopportabili, rischiano sul serio di essere folgoranti. La mia preferita è Unreliable narrator, che già dal titolo promette più di qualche contorsione semantica, e che contiene dei versi a dir poco memorabili: When he masturbates / he thinks of pretty things / like the arch of your eyebrow / your almond shaped eye. Riuscite ad immaginare qualcosa di più intimamente twee?

Strip Squad –
Unreliable narrator (.mp3)
Strip Squad – Down and out and again (.mp3)
[da The adventures of Strip Squad, altri mp3 qua]

4. Tapes’n’tapes
Parte Wolf Parade parte Violent Femmes, ecco i nuovi eroi della scena college rock dell’America post Arcade fire. Sono spuntati fuori dal nulla a fine Novembre e un paio di mesi dopo sono già delle celebrità, nel senso malato e perversamente elitario che il termine assume all’interno dell’universo indie, in particolar modo se rapportato ai blog. Ed è proprio grazie agli M-blog americani che si dicono entusiasti della band del Minnesota e delle sue recenti performance live newyorkesi che, c’è da giurarci, i Tapes’n’tapes arriveranno alle webzine e poi ai media maggiori. Poi chi li ferma più?

Tapes’n’tapes –
Insistor (.mp3)
Tapes’n’tapes – Cowbell (.mp3)
[da The loom]

5. …
E la quinta? La quinta mi manca. Me la suggerite voi nei commenti?

mercoledì, 11/01/2006

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Andy Warhol reloaded
«In futuro, tutti avranno quindici minuti di anonimato».

martedì, 10/01/2006

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Bad timing
Io, davvero, avrei un sacco di post bellissimi da scrivere. I bastioni di Orione e le porte di Tannhouser, cose così. Ma il tempo è tiranno, e il periodo peggio. Consolatevi con i
migliori link del 2005 del re delle blogstar americane Kottke, vari dei quali non dovrebbero esservi ignoti. Tra gli altri segnalo un bell’articolo sul venticinquennale del Post-it (precursore dell’ipertesto, in effetti), God is great, calcolo delle dimensioni di Dio, e l’esilarante poesia I ate iPod shuffle. Il resto, magari, domani.

martedì, 10/01/2006

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Dadaismo tascabile

[L’idea dietro a PARK(ing) è semplice ma, nel suo piccolo, rivoluzionaria come ogni situazionismo d’antan: trasformare per qualche ora, grazie al pratico kit, un parcheggio in un giardinetto; pagando regolarmente il parchimetro, ovviamente. C’è dietro nientemeno che McSweeneys, pare.]

lunedì, 09/01/2006

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Monday gaming (bianco e nero edition)
In onore delle oscillazioni cromatiche del mio blog, rimaniamo sul bianco e nero di un Panda, che in Gel invaders mette in scena una versione tutta particolare di Space invaders. Non compete, ma ha un suo perchè, anche se quando le cose si fanno serie, ovviamente, ci lascio subito le penne.

lunedì, 09/01/2006

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Inkiostro M-Blog linkaround
Cambia il vestito, ma il resto è sempre lo stesso: quando non ho niente di interessante da dire, metto un po’ di musica.

Beck – Pink Moon (.mp3)
Beck – Parasite (.mp3)
Beck – Which will (.mp3)
Tre assolutamente clamorose cover di Nick Drake rifatte dal signor Hansen. Fedeli e toccanti.  Via Gorilla VS Bear (la prima) e I guess I’m floating (le altre due).

Shout out louds – Shut your eyes (acoustic)(.mp3)
Shout out louds – Please please please (acoustic)(.mp3)
Shout out louds – The comeback (acoustic) (.mp3)
Rimanendo in ambito acustico, tre belle versioni live lente e quiete di tre cavalli di battaglia della band svedese. Inattese. Via So much silence.

The Rosebuds – Live @ KEXP (link – 11 .mp3)
Sempre via So much silence, un intero concerto degli autori di una delle mie scoperte più gradite della fine dello scorso anno. Consigliatissimi.

Bloc Party – Two more years (MSTRKRFT mix) (.mp3)
La versione normale dell’ultimo singolo di Okereke e compagni è fiacchina, mentre questo remix gli rende giustizia e la rende ottima per il dancefloor, in scaletta tra gli LCD Soundsystem e i Gang of four.

The Radio Dept – The Hide away (.mp3)
Rarità risalente a una oscura compilation di un paio di anni fa, bella come e più di certi pezzi di Lesser Matters. In attesa del nuovo LP, nei negozi a fine Marzo (pare). Via Chromewaves.

Macromeo – Gommarosa (demo edit) (.mp3)
Il nuovo astro dell’elettropop da cameretta prima del trattamento Amari. Deleziosamente ingenua, ma si sente subito, le carte ci sono tutte.

Oh no oh my! – Walk in the park (.mp3)
Una canzone che fa parapà. Appiccicosissima e molto, molto promettente. Via Rock insider.

Arab Strap – Don’t ask me to dance (.mp3)

Ve l’avevo detto che questa è una delle mie canzoni dell’anno (e una delle migliori canzoni da hangover di sempre, peraltro)? Non ce l’avevo detto? Via La Blogothèque.

Britney Spears – Demo (produced by DFA) (rapishare .mp3)
L’ha linkato mezzo mondo, e te credo: il potenziale di una collaborazione del genere, sulla carta, fa tremare i muri.  In realtà è caruccio ma poco più, secondo me; ma aspetto un esteso pezzo di esegesi musicale da chi se ne intende. Via Magenta e Woland.

venerdì, 06/01/2006

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inkiostro³
Nel mondo reale sono solo tre anni, ma se gli anni dei blog sono come quelli dei cani, oggi questo blog raggiunge e sorpassa la maggiore età.

giovedì, 05/01/2006

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Sogni dela vita: fare un disco metal
Rob Crow è un pazzo. Nel 2004, con la sua band principale (i Pinback) ha pubblicato più o meno sotto silenzio un disco assolutamente clamoroso, che dopo aver entusiasmato il sottoscritto (che ne ha scritto qui e l’ha messo al secondo posto tra i dischi di quell’anno) e pochi altri è scivolato molto rapidamente nel dimenticatoio generale a causa della poca promozione (o dei pochi m-blogs?). Summer in Abaddon è una vera e propria pietra angolare degli ultimi anni, un oggetto musicale non identificato che si muove tra pop, indie e math-rock con una sensibilità prodigiosa e un fascino alieno tuttora ineguagliato.

Pinback –
Fortress  (.mp3)
Pinback – Non photo-blue (rapidshare .mp3)
Pinback –
Fortress video (.mov)
Pinback – AFK video (.mov)

Da sempre avvezzo a suonare in tremila progetti, Crow ha pubblicato qualche mese fa un disco chimato Bagged and boarded con la sua nuova band dall’agghiacciante nome Goblin Cock. A un primo ascolto molto distratto ho notato che stavolta il nostro aveva deciso di battere territori più heavy del solito, ma non ci ho neanche fatto troppo caso. Quando, però, ho visto la copertina del disco (che rappresenta il suddetto Goblin, e non solo lui) con i caratteri gotici d’ordinanza, una foto promozionale (con la band interamente incappucciata) e letto i titoli dei pezzi (cose tipo Kegrah the Dragon killer o The revenge of Snufalufagus) per un attimo ho dubitato che il nostro avesse definitivamente perso ogni barlume di sanità e si fosse convertito al metal più becero.

Un ascolto più attento, la visione del video e l’attenzione ai tanti dettagli assolutamente parossistici (uno su tutti: il nome adottato da Crow all’interno de progetto è nientemeno che Lord Phallus) però ha chiarito ogni dubbio, e l’intento sfacciatamente ironico del progetto (chi non ha mai sognato di calarsi nei clichè più spudorati del metal, per una volta nella vita?) si è fatto evidente. Crow ha preso qualche amico, un’abbondante quantità di birra e la collezione di dischi di un 15enne di una decina di anni fa e ha finalmente realizzato il suo minacciosissimo progetto heavy-metal. Peraltro, alla fin fine, il disco non è neanche così male: i momenti migliori ricordano i Tool (che da queste parti, nonostante l’età e i gusti che cambiano, rimangono una delle band preferite di sempre), e anche il resto, depurato dagli ovvi riff rocciosi e sabbathiani, mantiene un’ispirazione niente affatto comune. Certo, come disco metal in realtà non è poi granchè. Meno male.

Goblin Cock – Stumped (.mp3)
Goblin Cock – Striped tiger snaps (rapidshare .mp3)
Goblin Cock – Stumped video (.mpg)

mercoledì, 04/01/2006

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Mi scappa proprio un post a punti
_Oh my geekness: la sciarpa di Super Mario 3 e la borsa di Space invaders. Entrambe fatte a mano. Super-geek!
_Leonardo (per i neofiti: uno dei migliori blogger di sempre, senza se e senza ma) è tornato dal futuro. Yipee!
[a me piaceva anche nel futuro, ma devo ammettere che ultimamente avevo perso un po’ di pezzi]
_Davanti a questo computer si gela: forse lo scalda-piedi USB potrebbe darmi una mano. (grazie Fio)
_Il video delle indie-yuppie stars Clap you hands say yeah che suonano In this home on ice da Conan O’Brian. E’ il mio pezzo preferito del loro disco, ma qui è un po’ deludente. Non era esattamente il loro ambiente, mi sa.
_Degli Italian Blog Music Awards egregiamente condotti da Luca ‘Cabal’ Castelli (e vinti rispettivamente dai Baustelle e da….me) non ho finora scritto nulla perchè aspettavo di avere prima qualcosa di intelligente da dire. Non ce l’ho, mi sa, e a parte un imbarazzatissimo grazie non so davvero che altro dire. Se questo è il miglior blog italiano siamo messi davvero male, però..
_Un interessante articolo di Business Week sullo straordinario successo di Myspace. Il succo è questo:
The real mystery is whether MySpace did any of this on purpose. To a Web professional, it looks like something of an accidental success, with features piled on top of features, and no visible evidence of a master plan behind them. A me è sempre sembrato un goffo giochetto con poco e nessun appeal, e sono uno dei tanti che non ne capisce il successo. Chi di voi ne ha uno me lo spiega?
_Concludiamo con una notizia seria: una donna ha sposato un delfino. Mi sembra di essere a Studio Aperto, che bello.

martedì, 03/01/2006

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Se uno ci pensa, non ci può credere
In questi casi dire «Ci hanno davvero preso tutto» è talmente facile che a Mtv se lo dicono da soli. Gli Offlaga Disco Pax sono Best new act del 2005 per la tv musicale dei gggiovani con i blu gins, battendo gente del calibro di Kaiser Chiefs, Bloc Party, LCD Soundsystem e Maximo Park. Il sito di Mtv dedica alla band una pagina ‘alta’ che definire straniante è dir poco («onirica», nelle parole del componente della band che abbiamo interpellato per l’occasione), che esula dai soliti toni dell’Mtv-style per fare considerazioni tutt’altro che peregrine sul disco italiano dell’anno. Ci avranno anche preso tutto, ma stavolta è davvero roba di prima qualità. Un estratto:

"Socialismo Tascabile (Prove Tecniche di Trasmissione)" è un disco sulla mancanza, un’ode alla perdita: dell’Innocenza, degli Ideali, della Voglia di Vivere, dell’Amore. A ognuno il suo lutto da elaborare e nel quale ritrovarsi, dunque. Narratori di specie rara, gli ODP: recitare sì, ma riflettendo il vissuto del pubblico. Pane per denti di gente tra 30 e 40 anni, anche se d’altro canto – pur non sospettando il passato punk sanremese della Oxa e non avendo mai assaporato le Cinnamon e neanche le Centerfresh "con dentro il liquido per il capo che mangia pesante" – il teen-ager evoluto troverà il suo slogan nella toponomastica di Cavriago, strade nelle quali riversare le frettolose rivoluzioni praticate al volo tra un centro sociale e uno commerciale.
Se non fossimo su MTV – dove il luogo comune pretende consumatori ignoranti & distratti – azzarderemmo un parallelismo tra la conservazione della tradizione antica dei cantastorie e la rendicontazione terrena dei propri interlocutori ideali. Interpretazioni quasi isteriche sofferte dal di dentro, malinconiche, spesso argute e divertenti nonostante l’amarezza. Oltre che artistico, alla fine ci piace pensare a quello di Enrico Fontanelli, Daniele Carretti & Max Collini come a un contributo linguistico per l’evoluzione delle coscienze musicali. Parole illustrate e ossessionate. I ‘marchi’, per esempio: che sia l’icona dei motori ‘Made in URSS’ comprata dai tedeschi (la Skoda) o il baluardo dei wafer d’Oltrecortina infangati dalla Danone (Tatranki), non si scappa. Persino il ricordo di un amore sconfitto porta impresso un’etichetta: deFonseca.
Oggi che "Robespierre" gode di un videoclip in rotazione su MTV e di una pagina dedicata su Mtv.It, possiamo ben gridare a voce alta: "Ci hanno davvero preso tutto!"

Per l’ennesima volta, il suddetto videoclip è sempre qui.

lunedì, 02/01/2006

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«Mister I can’t do a suicide bombing ‘cause I’m sick»
Era un gelido e deserto sabato di inizio dicembre, quando una serata che stentava a decollare fu salvata da una bottiglia di whisky, un vasetto di crema di scorza Majani e una puntata inedita dei Griffin. La suddetta puntata comincia con un nuovo messaggio di Osama Bin Laden all’America, che mi fa letteralmente rotolare dalle risate ogni volta che lo vedo. Onore e merito al socio AndreaNP per averlo scovato.

lunedì, 02/01/2006

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Monday gaming (animali che saltano edition)
Qua è più o meno come se non fosse successo niente (anche perchè, forse, non è successo niente), e si comincia come al solito la settimana con un gioco per perdere un po’ di tempo durante la prima giornata lavorativa dell’anno nuovo, che sulla carta non sembra affatto diversa da una qualunque giornata lavorativa dell’anno vecchio. Versione munifica del monday gaming, però, con ben due giochi: Tobby Pachi, altresì detto il-gioco-del-cane-che-salta (per salvare la sua bella) e Panda bounce, noto anche come il-gioco-del-panda-che-salta (in una bizzarra versione fruttifera del solito Arkanoyd). Per giocare a quest’ultimo bisogna cliccare sul link più in basso. Buoni zompi.

venerdì, 30/12/2005

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Inkiostro – I dischi del duemilacinque

10. Laura Veirs – Year of meteors (Nonesuch / Bella Union)
Un’erede credibile per Suzanne Vega, finalmente. Un occhio altrettanto obliquo e appassionato che ti spiazza con il suo acume e ti convince con una musica che guarda oltre il folk ma che al folk torna, ogni volta, con l’ingrediente che fa la differenza. Il fatto che sia pure adorabilmente impresentabile, poi, non fa che renderla più simpatica.
More: inkiostro.

Ascolta: Secret someones o Magnetized

9. Amari – Grand Master Mogol (Riotmaker)
Una band troppo. Troppo brava, troppo simpatica, troppo cazzona e contemporaneamente troppo cool, troppo capace di coniugare suoni quasi perfetti con una personalità unica e irresistibile, e troppo padrona nel confondere il pop più spudorato con i troppi generi che gli vengono in mente. Talmente bravi che ti fanno arrabbiare. E cantare.
More: Sentire Ascoltare.

Ascolta: Conoscere gente sul treno o Bolognina Revolution

8. Jens Lekman – Oh you’re so silent Jens (Secretly Canadian)
L’anno scorso l’abbiamo scoperto, e ciò che scrivevo allora si è avverato: Jens Lekman è già un classico. E pensare che il vero, grande, disco di Jens Lekman, è proprio questo, che raccoglie la produzione di tremila EP e singoli e contiene praticamente tutti i suoi pezzi più belli di sempre. Ascoltarli in fila è una vertigine. Pop at its best.
More: Indiepop.it.
Ascolta: Maple leaves o Pocketful of money


7. LCD Soundsystem – s/t (DFA/EMI)
E’ entrato e uscito più volta da questa classifica, l’esordio in LP del venerabile James Murphy e della sua spocchiosa intellighenzia danzante. Più una (anzi, due) raccolte di singoli che disco vero e proprio, con i vecchi anthems (su tutti l’epocale Losing my edge) a fare da contraltare a nuove produzioni per nulla inferiori. Un solo grido: More cowbell!
More: Stylus Magazine.
Ascolta: Tribulations o Losing my edge

6. Masha Qrella – Unsolved remained (Morr)
Mi è mancato un grande disco di elettronica glitchosa, quest’anno, ma in compenso ho avuto Masha Qrella. Beat geometrici e freddi come lame di ghiaccio (o come il suo sguardo), corde di chitarra acustica calde e familiari come i pensieri rimasti irrisolti che questo disco si porta dietro. Per troppa coerenza il capolavoro è solo sfiorato; ma le persone troppo coerenti, io, di solito le adoro.
More: inkiostro.
Ascolta: Everything shows o My Day


5. Art Brut – Bang bang rock’n’roll (Fierce Panda)
L’unica forma di punk possibile nel 2005? Probabile. Una band per nulla credibile con un disco sgangherato e divertentissimo che dissacra i Velvet Underground e NME, che parla di Arte Moderna e di fare cilecca a letto, e che infila qua e là frasi da diario postmoderno che non si può fare a meno di citare. Dietro l’apparenza, un progetto di una lucidità disarmante. Centro secco.
More: Pitchfork.
Ascolta: Emily Kane o Moving to L.A.

4. Offlaga Disco Pax – Socialismo tascabile (Santeria)
Il nostro piccolo caso. I blog mantengono la promessa, e scoprono per primi il trio reggiano che a fine anno sbanca ogni premio e riempe i locali come pochi in Italia. Qualcosa di grosso, quindi, ma anche qualcosa di piccolo e caro, una questione privata, che a distanza di mesi non perde il fascino e la capacità di generare sconcerto come solo le cose davvero aliene -o familiari- riescono a fare.
More: Losing Today.
Ascolta: De Fonseca o guarda il video di Robespierre



3. The boy least likely to – The best party ever (Too young to die)
Un fuorviante nome Morriseyano e un repertorio di ossessioni infantili mal celate dietro una giocosità ostentata e un arsenale di grattuge, xylofoni e coretti felici, e così un paio di pazzi inglesi tirano fuori un disco geniale e miracoloso. E che, dietro l’apparenza, fa davvero paura. I’m happy if you’re happy. But it breaks my heart. Cose così.
More: Batteria Ricaricabile.
Ascolta: Hugging my grudge o Be gentle with me



2. Stars – Set yourself on fire (Arts & crafts)
Il pop non si spiega, questo è un fatto. Anzi: più è ben fatto, e meno si spiega. Degli Stars, quindi, non si può dire quasi niente, se non che  se non vi piacciono, forse, è perchè non li avete mai ascoltati. O perchè non avete un cuore.
More: inkiostro.
Ascolta: Your ex-lover is dead o Reunion


1. Lucksmiths – Warmer corners (Matinèe)
Un disco che risponde alle domande, se va bene, capita una volta l’anno. Quest’anno, per fortuna, è capitato.
More: inkiostro.
Ascolta: The Music next door o Fiction

giovedì, 29/12/2005

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Natale in casa inkiostro
1. Chiamatemi Babbo Natale
Inkiostro si vanta con un amica dei regali che ha fatto.
inkiostro: Quest’anno sono stato l’unico della famiglia a fare regali a tutti gli altri.
amica: Sì, e che regali.. Una maglia dell’alternativissima Radio Città Fujiko a tua sorella che ascolta Shakira, una tazza a tuo fratello che ne ha già cambiate due in un anno, due pregiate bottiglie di vino, bianco e rosso, denominate rispettivamente Falce e Martello a tuo padre (ex) democristiano e una chiavetta USB a tua madre, che quando l’ha vista ha detto «Cos’è?».
inkiostro: E dire che hanno persino finto di averli graditi.
amica: E’ quello il vero regalo..

2. Cultura popolare
La mamma di inkiostro guarda Beautiful.
inkiostro:
«Ma ieri Ridge non stava amoreggiando con una mora?»
mamma: «Sì, era sua moglie. Mentre ora è sotto la doccia insieme a Brooke.»
inkiostro: «Ma non era con lei che era sposato?»
mamma: «Ha due mogli. Come Pupo.»

mercoledì, 28/12/2005

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Video Aggregator /Dicembre
[Tutti chiusi in casa ad annoiarsi e riempirsi di cibo; cosa c’è di meglio di un bel video aggregator?]
_Stars – Your ex-lover is dead
(download) Eterno splendore di una canzone immacolata? Di più: a essere memorabile e immacolato è pure il video, ottima intuizione dei registi
Experimental Parachute Moment (in c’è di mezzo pure Kevin BSS Drew), che per questo videoclip si ispirano a Gondry ma non a quello dei videoclip. Perfetto con il tema (l’eterno ritorno di un amore passato, l’eterna rimozione di un amore passato; è morto? Non è mai esistito? O è tutta colpa della Lacuna Inc.?), perfetto con la stagione, e girato da Dio. Meraviglia.
_Arcade Fire + David Bowie – Wake up (download) E fu così che, dopo che sono stati tra i dischi dell’anno di mezzo mondo e in almeno due anni diversi, e dopo che tutti, chi prima chi poi, ne hanno osannato la qualità, il famoso indieblogger (cit.) finalmente scoprì gli Arcade Fire. Mi ci voleva questo video live, in cui il pezzo più epico del disco è suonato dal collettivo canadese al gran completo insieme al fan David Bowie, per capitombolare senza speranza. E svegliarmi.
_Cardigans – I need some fine wine and you, you need to be nicer (downnload) Ora che la spotlight li ha abbandonati per seguire qualcosa di più effimero, la punta di diamante del pop svedese può tornare alle  belle canzoni di un tempo senza proeccuparsi troppo di apparire perfetta per l’Mtv style: l’amata Nina Persson è in versione rocker da 4 soldi e la band suona in una stanza senza tanti orpelli. Il resto sono immagini torride senza troppo fuoco e un video dall’apparenza costosa senza troppo senso. Ma noi li amiamo lo stesso, anzi, di più.
_Austin Lace – Kill the Bee (download) Copioincollo l’ottimo e meravigliosamente folle comunicato della Homesleep che presenta il video di questo pezzo che non riesco a smettere di ascoltare: Like any great modern parable, Austin Lace’s "Kill the Bee" encourages us to re-examine our own lives through refreshed eyes by including numerous elements to which we can immediately relate. Things like singing and dancing, grocery shopping and car washing, weddings and umbrellas, bubbles and troubles, catering and bicycles, turtleneck sweaters and misunderstandings, death and marching bands, exquisite cinematography and excellent music. I think it was Aristotle’s twin sister, Pam, who said it best: "Only boneheads skip the good stuff." Live and love and love some more. And then kill the bee.
_Wolf Parade – Shine a light (download) Non proprio il video che ci si aspettarebbe da una delle band dell’anno: mezzi poveri e gusto dell’orrido vanno a braccetto in questo clip volutamente brutto e inutile, con effetti speciali probabilmente realizzati con una versione craccata male di After Effects e una non-trama non degna di essere menzionata. Scelta discutibile e -personalmente- deludente, ma magari a qualcuno piace.
_Fiona Apple – O sailor (download) L’ultima agonia di Fiona Apple è inquietante e incantevole come da copione. Tragico e barocco, un po’ Titanic un po’ Moulin Rouge, il video del nuovo singolo ha in più quel tanto di languore malato che ha fatto la fortuna della cantautrice americana. E anche stavolta non fa eccezione.
_Why? – Rubber traits (download) Non ho ancora ascoltato il disco solista di Why?, ma non posso non notare che tutti quelli che lo fanno ne cadono
invariabilmente vittima anche se non sono avvezzi ai suoni Anticon. Io pure non sono mai stato un particolare fan dell’etichetta della formica nera, e questo pezzo non mi colpisce troppo. Il video cut-uppato, però, non guasta affatto. E forse, con un paio di ascolti in più..
_Out Hud – It’s for you (download) Da dei maestri del dancefloor come loro era lecito aspettarsi qualcosa di più frenetico e glamour, più in linea con la loro formula ormai brevettata «Me and Kylie down by the schoolyard». Invece i newyorkesi mettono in scena questa pantomima entomologica lumimosa, colorata e lenta, e perdono buona parte dell’Ibiza Connection che riescono a realizzare sotto le strobo. Controcorrente a tutti i costi.
_Liars – It fit when I was a kid (streaming) Arte arte arte, ormai i Liars sembrano urlarlo quasi disperatamente in qualunque cosa che fanno, che sia un concerto, la copertina hard-core di un singolo, il suddetto singolo che potrebbe essere un pezzo scartato degli Einsturzende Neubauten meno ispirati e il video del suddetto singolo, didascalico, surreale e iconoclasta quel tanto che basta per fregare a malapena i più ingenui. Goffo tentativo, anzichenò.
_Arab Strap – Dream sequence (donwload) Una sequenza onirica assai poco onirica per la premiata ditta Moffat / Middleton, che oltre a bucare singolo (molto meglio le belle Don’t ask me to dance e Speed Date) non si sforza troppo neanche per il video. Peccato, perchè anche se il loro immaginario è già ben definito e la loro carriera definitivamente avviata, un disco nuovo e coraggioso come The last romance avrebbe meritato un po’ di promozione in più. Accontentiamoci di un pianoforte infinito, delle guance rubizze di Moffat e dei dettagli delle corde di una chitarra, il resto limitiamoci a immaginarlo. O a sognarlo.
_The Doves – Sky starts falling (download) Arrivati a fine anno, spesso, ci si si guarda indietro, e ci si accorge di aver colpevolmente ignorato dischi come questo. Per poi imbattersi in uno splendido video tanto sgranato quanto hi-fi, con biplani che volano come farfalle e tazze da thè che cadono come fiocchi di neve, e desiderare di vivere in un mondo così. Colonna sonora compresa.
[i vecchi Video Aggregator]

lunedì, 26/12/2005

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Monday gaming (Perchè tanto Sant Stefano è una non festa edition)
Copter è uno di quei giochi bastardi in cui chi ha un computer vecchio e lento è inequivocabilmente avvantaggiato su chi ha una macchina decente. In ufficio ho provato compulsivamente a superare i 700 punti senza riuscirci, mentre a casa dei miei già alla seconda partita ho raggiunto un risultato di circa al doppio e mi sono subito annoiato. Proprio quello che ci voleva, di questi tempi.

domenica, 25/12/2005

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Il vero blogger
Si vede perchè posta anche il giorno di Natale, ma non sa cosa scrivere.

venerdì, 23/12/2005

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Fretta e Natale rendono Inkiostro un blogger-a-punti*
Completamente inglobato nella frenesie compra-i-regali-per-tutta-la-famiglia-in-due-ore, chiudi-tutto-sul-lavoro, fai-le-valigie-per-una-settimana-dai-tuoi e prepara-lo-speciale-natalizio-di-Airbag (stasera qua), oggi non ho molto tempo. Vi regalo solo qualche link:
_Due cover: gli Stars che coverizzano Fairytale of New york dei Pogues (i Pogues stanno tornando di moda?) e un nuovo pezzo dei Postal Service, Grow old with me, cover di John Lennon. Il mio commento per entrambe è: fortuna che per Natale siamo tutti più buoni, sennò due tirate d’orecchie non ve lo toglieva nessuno.
_Secondo Forbes, che di queste cose se ne intende, il personaggio fittizio più ricco del mondo è Babbo Natale. La notizia è Monty Burns batte Zio Paperone, che smacco.
_Circa un mese fa, in Irlanda sono usciti al lotto i numeri di Lost. Tutti tranne uno, in realtà, che è uscito a cifre invertite. Secondo me vuol dire qualcosa.
_Ve lo ricordate che domani notte è il termine per la votazione degli Italian Blog Music Awards indetti da Cabal, vero? Affrettatevi! Il Disco Bravo di Gecco invece non scade mai, ma l’invito vale anche per quello, ovviamente…
_Era da un po’ che volevo segnalare G2G, innovativo sistema di file sharing che per scambiarsi i file utilizzava GMail sfruttandone capienza e potenzialità in modo inatteso e brillante. Ma non lo farò mai: l’hanno già fatto chiudere.
[* e a trattini]

giovedì, 22/12/2005

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Super Marimba Bros
La versione in tapping su basso a 11 corde rimane inarrivabile, ma anche questo medley di tutti i temi del primo indimenticabile Super Mario Bros suonati a 4 mani con la marimba ha un suo perchè. In ogni caso, propongo un’onoreficienza per il suo compositore.

giovedì, 22/12/2005

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Altro che chiavetta, qua siamo ai gamberetti

[The top 10 weirdest USB drives ever – include paperelle, bottiglie, sushi, piatti di pasta e, ovviamente, una Barbie]

mercoledì, 21/12/2005

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Inkiostro – Gli EP del duemilacinque
A breve anche i dischi, ma nel frattempo gli EP, un formato di solito ingiustamente discriminato, e quindi, per definizione, molto più snob.

6. Wolf Parade – s/t (Sub Pop)
Il successivo LP non mi ha convinto del tutto, anche perchè poteva ben poco dopo questo sestetto di pezzi che dice già tutto dei vice Modest Mouse canadesi: post punk teso ma melodico, voce sguaiata quanto basta per ricordarci che siamo nel 2005 e un paio di pezzi killer. 
Ascolta: Dear sons & daughters of the hungry ghosts


5. Canadians – The north side of summer (Hoboken)
Come ho già scritto più volte, centro secco al primo colpo per la nuova promessa dell’indiepop italico. Senza alcuna pretesa di originalità, e con una spudoratezza che dalle nostre parti è rara, gli ex Slumber fanno cantare e alzare le braccia al cielo come riescono a fare solo i migliori. Se il buon giorno si vede dal mattino…
Ascolta: Find out your 60’s


4. The Go! Team – Are you ready for more? (autoprodotto)
Arrivo spesso tardi sulle cose, già lo sapete. Ma arrivare tardi è un piacere se dopo l’incensato esordio Thunder, Lightning, Strike il combo inglese fa un ulteriore passo avanti con questo EP che parte dal pezzo migliore del disco (Bottle rocket) per perdersi in un universo che si divide equamente tra i soliti coretti da cheerleaders, certo post-pop strumentale e un po’ di adorabile twee sgangherato. In continua evoluzione.
Ascolta: Bottle rocket


3. Marcilo Agro e il duo Maravilha – Tra l’altro (Room Service)
Non sono in molti a saperlo, ma anche l’Italia ha i suoi Kings of Convenience, che vengono da Novara e imbastiscono melodie sussurrate in punta di chitarra e linee vocali intrecciate come i loro cugini norvegesi. La scarsa esperienza e la lingua di Dante spesso non aiutano, ma un paio di episodi perfetti riscattano il resto. Una promessa.
Ascolta: Zanzara


2. Macromeo – s/t
(Aiuola)
Da dove spunta fuori Macromeo? Il suo pop sghembo dopato dai suoni degli Amari (qui in cabina di regia) era troppo bello per rimanere chiuso in un cassetto? Oppure è l’etichetta piccola ma curata del nostro cuore che non poteva non sfornare anche quest’anno un piccolo capolavoro di musica da cameretta? Comunque sia, l’esordio di Macromeo è quasi troppo bello per essere vero. Un imperativo: procuratevelo.
Ascolta: Gommarosa

1. Iron and wine – Woman king (Sub Pop)
Ancora lui? Eh sì. Come non iscrivere a verbale la produzione finora più a fuoco di Sam Beam, che contiene il suo pezzo migliore di sempre (Woman king, un prodigio di corde percosse e di percussioni accordate in cui niente è fuori posto) e che lo proietta addirittura oltre l’empireo dei cantautori acustici che finora dominava? Col prossimo LP -se servissero ancora conferme- non ce ne sarà più per nessuno.
Ascolta: Woman king

martedì, 20/12/2005

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Lettera a Babbo Natale [³] (seconda parte)
Dunque, caro Babbo Natale, come dicevo un paio di giorni fa, ti sto scrivendo (di nuovo) questa letterina (anzi, lettera; in tutto questo tempo ‘letterina’ ha cambiato significato e ora vuol dire un’altra cosa) per chiederti cosa voglio per regalo, come facevo da bambino.
Gli anni scorsi ti avevo chiesto un sacco di cose; ho esagerato, lo so. In realtà si trattava semplicemente di un misto tra eccesso di zelo e fondamenti di statistica (su 20 richieste almeno una la esaudirà, no?), ma non posso pretendere che tu lo capisca. In ogni caso, alla fine, alcune richieste le hai davvero esaudite, altre le hai formalmente soddisfatte per poi incasinarne sadicamente i dettagli, altre ancora le hai hai bellamente ignorate come se non te le avessi mai fatte, quindi alla fine facciamo che siamo pari e che va bene così.
L’anno scorso partivo con un po’ di cinica sincerità, e ti chiedevo soprattutto tempo, gratificazione e denaro. Col tempo ho risolto gli ultimi due punti: la gratificazione va e viene ma per adesso va bene così, e il denaro, vabbè, col denaro ho lasciato perdere io. Però il tempo, quello davvero, me ne servirebbe un sacco. Anzi, dei sacchi. Sacchi e sacchi di tempo. Accetto persino contrappesi di carbone, ma voglio l’equivalente in tempo. Per uno come te che per 11 mesi all’anno non fa nulla è conveniente, dai.
Se il tuo potere di intervento non arriva a tanto (e sospetto di no), vorrei che i Lucksmiths venissero a suonare al Covo, e che magari dopo ci fosse Losing my badge, e che Tali White venisse a ballare The music next door in mezzo a noi. Vorrei che nella mia città natale Frequenze Disturbate tornasse ai fasti di un tempo, che ci venisse a suonare qualche gruppo canadese di quelli che piacciono a me e che la sera dopo il concerto venissero tutti nel giardino della casa dei miei a fare qualche pezzo mentre noi guardiamo le stelle cadenti. Ah, vorrei anche che il nuovo romanzo di Coupland uscisse presto (Giugno, pare) e che fosse bellissimo. In realtà ho seri dubbi in merito ad entrambe le cose, ho imparato a non sottovalutare la smodatezza delle mie aspettative e la conseguente inevitabile delusione, ma uno -per forza-ci spera.
Ma immagino che tu non possa far niente neanche per queste cose, e che tu voglia richieste più complete. Ok: voglio un Tivo, un nuovo scooter, una lavatrice (piccola e con carica dall’alto, grazie), una sedia ergonomica al lavoro, un rasoio elettrico, un sintonizzatore radio e tv per il PC e una di quelle belle librerie strambe che linko sempre da queste parti. Poi vorrei le tre stagioni di Scrubs in DVD, il libro di PostSecret, un po’ di quegli EP di Jens Lekman assolutamente impossibili da trovare, i biglietti per i concerti di Death Cab for Cutie e Clap your hands say yeah a Milano così ho una buona scusa per andarci davvero, un pigiama, delle scarpe nere e una borsa nuova chè tutte e tre le mie, dalla più sgarrupata a quella professional, sono ridotte piuttosto male. Tante cose, lo so, ma il buon segno è che per tirare fuori queste idee mi sono dovuto arrovellare non poco. Che sia l’inizio di una nobile separazione dai beni materiali per ascendere verso un paradiso Zen? Oppure è che sono semplicemente troppo esaurito anche solo per esprimere dei desideri? Mah.
Se non riesci a portarmi nessuno di questi regali, caro Babbo Natale, mi accontento di una cosa, sempre la stessa: vorrei che rinnovassi il miracolo che hai compiuto l’anno scorso, ovvero che mio zio non regalasse a mio padre un libro di Bruno Vespa, come in ciascuno degli undici anni precedenti. Lo ha sostituito con una bottiglia di vino rosso di quello buono. L’abbiamo stappato al pranzo del 25, con in sottofondo la colonna sonora di Via col vento. E, per un momento, quasi quasi credevo alla magia di Natale.

lunedì, 19/12/2005

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Monday gaming (Big in Pitchfork edition)
Giochino: domani Pitchfork (la webzine musicale più insopportabilmente e -misteriosamente- cool del pianeta, c’è qualcuno là fuori che ancora non lo sa?) pubblica la sua lista dei dischi dell’anno; secondo voi chi ci sarà al primo posto? Il prevedibilissimo Sufjan Stevens, che quest’anno sta sbancando tutte le classifiche? Il fenomeno Clap your hands say yeah? I promettenti Wolf Parade? Gli intellettuali Animal Collective? Il nuovo beniamino hip-hop Kanye West? La gasolina grime di M.I.A.? Il cantautorato queer di Antony? O qualche imprevedibile outsider? Dite la vostra nei commenti, a chi indovina una cascata di punti scena e sguardi ammirati la prossima volta che entra al Covo.