venerdì, 30/12/2005

nessun titolo

Inkiostro – I dischi del duemilacinque

10. Laura Veirs – Year of meteors (Nonesuch / Bella Union)
Un’erede credibile per Suzanne Vega, finalmente. Un occhio altrettanto obliquo e appassionato che ti spiazza con il suo acume e ti convince con una musica che guarda oltre il folk ma che al folk torna, ogni volta, con l’ingrediente che fa la differenza. Il fatto che sia pure adorabilmente impresentabile, poi, non fa che renderla più simpatica.
More: inkiostro.

Ascolta: Secret someones o Magnetized

9. Amari – Grand Master Mogol (Riotmaker)
Una band troppo. Troppo brava, troppo simpatica, troppo cazzona e contemporaneamente troppo cool, troppo capace di coniugare suoni quasi perfetti con una personalità unica e irresistibile, e troppo padrona nel confondere il pop più spudorato con i troppi generi che gli vengono in mente. Talmente bravi che ti fanno arrabbiare. E cantare.
More: Sentire Ascoltare.

Ascolta: Conoscere gente sul treno o Bolognina Revolution

8. Jens Lekman – Oh you’re so silent Jens (Secretly Canadian)
L’anno scorso l’abbiamo scoperto, e ciò che scrivevo allora si è avverato: Jens Lekman è già un classico. E pensare che il vero, grande, disco di Jens Lekman, è proprio questo, che raccoglie la produzione di tremila EP e singoli e contiene praticamente tutti i suoi pezzi più belli di sempre. Ascoltarli in fila è una vertigine. Pop at its best.
More: Indiepop.it.
Ascolta: Maple leaves o Pocketful of money


7. LCD Soundsystem – s/t (DFA/EMI)
E’ entrato e uscito più volta da questa classifica, l’esordio in LP del venerabile James Murphy e della sua spocchiosa intellighenzia danzante. Più una (anzi, due) raccolte di singoli che disco vero e proprio, con i vecchi anthems (su tutti l’epocale Losing my edge) a fare da contraltare a nuove produzioni per nulla inferiori. Un solo grido: More cowbell!
More: Stylus Magazine.
Ascolta: Tribulations o Losing my edge

6. Masha Qrella – Unsolved remained (Morr)
Mi è mancato un grande disco di elettronica glitchosa, quest’anno, ma in compenso ho avuto Masha Qrella. Beat geometrici e freddi come lame di ghiaccio (o come il suo sguardo), corde di chitarra acustica calde e familiari come i pensieri rimasti irrisolti che questo disco si porta dietro. Per troppa coerenza il capolavoro è solo sfiorato; ma le persone troppo coerenti, io, di solito le adoro.
More: inkiostro.
Ascolta: Everything shows o My Day


5. Art Brut – Bang bang rock’n’roll (Fierce Panda)
L’unica forma di punk possibile nel 2005? Probabile. Una band per nulla credibile con un disco sgangherato e divertentissimo che dissacra i Velvet Underground e NME, che parla di Arte Moderna e di fare cilecca a letto, e che infila qua e là frasi da diario postmoderno che non si può fare a meno di citare. Dietro l’apparenza, un progetto di una lucidità disarmante. Centro secco.
More: Pitchfork.
Ascolta: Emily Kane o Moving to L.A.

4. Offlaga Disco Pax – Socialismo tascabile (Santeria)
Il nostro piccolo caso. I blog mantengono la promessa, e scoprono per primi il trio reggiano che a fine anno sbanca ogni premio e riempe i locali come pochi in Italia. Qualcosa di grosso, quindi, ma anche qualcosa di piccolo e caro, una questione privata, che a distanza di mesi non perde il fascino e la capacità di generare sconcerto come solo le cose davvero aliene -o familiari- riescono a fare.
More: Losing Today.
Ascolta: De Fonseca o guarda il video di Robespierre



3. The boy least likely to – The best party ever (Too young to die)
Un fuorviante nome Morriseyano e un repertorio di ossessioni infantili mal celate dietro una giocosità ostentata e un arsenale di grattuge, xylofoni e coretti felici, e così un paio di pazzi inglesi tirano fuori un disco geniale e miracoloso. E che, dietro l’apparenza, fa davvero paura. I’m happy if you’re happy. But it breaks my heart. Cose così.
More: Batteria Ricaricabile.
Ascolta: Hugging my grudge o Be gentle with me



2. Stars – Set yourself on fire (Arts & crafts)
Il pop non si spiega, questo è un fatto. Anzi: più è ben fatto, e meno si spiega. Degli Stars, quindi, non si può dire quasi niente, se non che  se non vi piacciono, forse, è perchè non li avete mai ascoltati. O perchè non avete un cuore.
More: inkiostro.
Ascolta: Your ex-lover is dead o Reunion


1. Lucksmiths – Warmer corners (Matinèe)
Un disco che risponde alle domande, se va bene, capita una volta l’anno. Quest’anno, per fortuna, è capitato.
More: inkiostro.
Ascolta: The Music next door o Fiction

17 Commenti a “nessun titolo”:

  1. inkiostro ha detto:

    Nothing personal

    [..] Il titolo, è perfetto, e potrebbe stare tra gli esempi utili ad illustrare in un vocabolario la voce «indie-pop». Un paio di classici, mandati a memoria e lì per sempre incisi, li hanno scritti. La band ha repertorio e person [..]

  2. demu ha detto:

    complimenti anche da parte mia per gli ibma. detto questo: ma sì, gli stars sono stati recensiti da pitchfork nel 2004.

    tsk tsk. ;)

  3. utente anonimo ha detto:

    I’m not sorry I met you

    I’m not sorry it’s over

    I’m not sorry there’s nothing to save

    Rampino

  4. utente anonimo ha detto:

    Dopo tutto questo parlarne ho voluto dare un’altra possibilità agli Amari. Me li sono ascoltati di nuovo e per bene. A tratti sono davvero insopportabili e nemmeno i testi dicono molto.

    E l’effetto “gemelli diversi” dell’indie non fa altro che farmeli detestare di piu’.

    Bella di inkiostrella, comunque.

  5. boll ha detto:

    era ora. iniziavo a preoccuparmi. di un po’ di roba ho preso nota, ora vediamo cosa ne pensa slsk..

  6. utente anonimo ha detto:

    Che bella classifica. Di tutte quelle che ho visto finora è quella che mi piace di più. Non conosco la posizione 3 nè la 6, e della 8 avevo dimenticato l’esistenza. Ora recupero, ma vado già a colpo sicuro. Grazie.

  7. utente anonimo ha detto:

    Bella di inkiostrella !!!

  8. utente anonimo ha detto:

    Hai vinto la classifica dell’italian blog ! Sei contento? Compliments !

  9. InfiniteJest ha detto:

    Ho preferito(1) decisamente Naturaliste. Un disco bellissimo. Questo Warmer Corners ne vale la metà.

    Per dirti, quest’anno, ho preferito(2) i Maritime e i sorprendenti e bravi Spoon.

    La mia classifica è decisamente più POP della tua.

  10. utente anonimo ha detto:

    basta con queste classifiche di fine anno! hanno rotto le palle, sono inutili, noiose, autocelebrative, citazioniste, vecchie e puzzolenti.

    Frassica

  11. manuconta ha detto:

    socialista irrisolta, ne ho ben due in possesso e due in arrivo, a me piacciono tanto anche i Bloc Pary però…

  12. subliminalpop ha detto:

    Grandi le “piccole” descrizioni !

  13. Twentythird ha detto:

    Uhei Ink:-)

    Passo inqueste feste, dopo lunghissima assenza, a farti un saluto…:-)

    Che fai il 31? Covo, o ti muovi?

    Neu

  14. massimoflea ha detto:

    Gli amari forse si meritavano qualcosa in più.. :(

  15. utente anonimo ha detto:

    Ok Ink i Lucksmiths dopo mesi che ne leggo i testi e non riesco a scaricarli, me li procuro in qualche modo, mi hai convinta. :-)

    Mmm ma la migliore copertina dell’anno invece? La mia mi sa che è quella di Fiona Apple.
    Kit

  16. utente anonimo ha detto:

    beh era ora! sempre ottimo comunque… poi ho appena avuto un ritorno di fiamma per gli Stars (che mi pare di avere ascoltato già l’anno passato, quindi non me l’aspettavo:-)…