lunedì, 26/01/2009

Aprimi e Chiudimi

La libreria Rek di Reiner De Jong. Devo capire esattamente che senso abbia tenerla chiusa.

 

sabato, 24/01/2009

Patetici tentativi di tastare il polso al paese reale

DISCLAIMER: Questo post parla di Grande Fratello, preferenze sessuali, informazione. È lunghissimo, diviso in due parti, ed è anche un tantino moralista. Non parla di musica. Se leggete sapete a cosa state andando incontro.

Parte seconda:  LO STATO DELL’ARTE METTILO DA PARTE
[continua da qui]

Magari poi sono io che vado troppo oltre, ma la sensazione è che questo status di diverso sia pure corresponsabile della leggerezza con cui si occupa di alcune notizie l’informazione italiana. Accade quindi che l’Ansa due giorni fa batta una notizia che suona più o meno così: Leonia Coccia, la 23enne macellaia lesbica che di questo Grande Fratello è una new entry, ha recitato una scena lesbo in un film hard. Di questo film sono già disponibili, pare, 100000 copie pirata pronte ad essere vendute in tutta Italia.
 
Purtroppo io l’originale dell’Ansa non lo posso leggere; però l’ho dedotto facendo un giro per la rete, dove è stato declinato, dalla fonte diretta o per tramiti vari, in diverse fantasie.
 
Partiamo però dal concetto originale: non suona un po’ strano anche a voi? Perché mai le copie del dvd dovrebbero essere “pirata”? Qualunque casa di produzione con sottomano un’attrice hard che attualmente abbia visibilità nazionale si premurerebbe di ristampare il prima possibile le copie di tale ipotetico dvd. Eppure in questo caso si parla di “copie pirata”. Strano. Ma quando parlando per caso mi avevano detto del “film porno” di Leonia, l’altra cosa che mi suonava strana è che ricordavo di aver letto, qualche giorno prima, questa notizia:
[…] La Coccia, 23 anni, romana, attualmente nella casa del «Gran Hermano» il Grande Fratello spagnolo ma che lunedì prossimo sbarcherà nell’edizione italiana, ha una relazione sentimentale con una donna. Si tratta di Caterina D’Agostino, protagonista di «La sfortuna mi fa capoccella», un documentario sulle tematiche dell’omosessualità femminile, visibile su You Tube […] (pubblicato il 18 novembre 2008 e che finora ha avuto solo 13 visualizzazioni), la D’Agostino racconta di avere una relazione sentimentale con Leonia. Appare anche la madre della concorrente del Gf, che parla con grande serenità del rapporto della figlia con la compagna, con cui è diventata amica. «Con Caterina ci siamo incontrate quattro anni fa — racconta Leonia — all’inaugurazione di un centro commerciale, io facevo le carte, lei era lì e dalle carte è uscito fuori che aveva un’attrazione per le donne». A sua volta la D’Agostino racconta: «Dopo tre anni di convivenza ho incontrato altre tre ragazze, sempre più giovani di me. Per un anno e mezzo ho portato avanti quattro storie, ma alla fine… mi è partita la testa».

[http://www.corriere.it]

 

Documentario che peraltro non si sa neanche se sia vero: prodotto come docufiction (quindi vai a sapere quali sono i fatti reali e quali quelli immaginati), secondo alcuni Leonia e la madre ne sarebbero solo attrici:

 
[…] non si è trattato di un outing ma di un’indiscrezione nata da un documentario disponibile su Youtube pescato dal Corriere della Sera. […] Leonia non sarebbe gay e quel video on line, e proposto anche da noi, sarebbe semplicemente una fiction. […] Stando alle dichiarazioni di un lettore che ha partecipato alla realizzazione del documentario, Leonia e Caterina sarebbero solo grandi amiche: la loro lunga relazione, durata almeno 4 anni, sarebbe dunque una invenzione narrativa, nata magari per ‘nascondere’ l’identità della vera compagna di Caterina.

[http://www.televisionando.it]

 
Uh-oh. Già sembrerebbe che il Corriere abbia fatto un buco nell’acqua con il documentario. Prontamente ripreso in giro per il web, e vabbé, capita. Ma il punto è che questa notizia e quella del film hard potrebbero essere quasi accostate da una mente semplice. Certo, l’equazione “documentario con protagonisti omosessuali” = “film lesbo” = film hard è un po’ forzata. Un po’ tanto. Eppure, vuoi vedere che… ma no, la scintillante stampa italiana? La gloriosa agenzia ANSA? Allora ho cominciato a leggere le varie versioni:
 
Leonia però ha deciso di regalarci di più di una semplice vita sotto ai riflettori infatti, sul mercato nero, è già in agguato un filmino-scandalo dove la Coccia recita in scene lesbo con la sua compagna. E se l’Ansa stima la vendita di almeno 100mila copie pirata tra Palermo e Milano, noi pensiamo che questo film avrà un effetto ancora più grande. Leonia non ha mai negato la sua omosessualità e ha addirittura dichiarato di avere una relazione stabile con una donna ormai da quattro anni. Il suo nome? Caterina D’Agostino che, per dirla tutta, è la protagonista di un documentario sul lesbismo caricato su YouTube nel novembre 2008.

[http://www.newgol.com]

 
Uh, beh, no: qui c’è un film hard E un documentario in cui questa Caterina parla del lesbismo. Per dirla tutta. E in cui (ma non si dice) c’è anche Leonia. Epperò: Leonia ha dichiarato questa sua relazione? Davvero? Vogliate apprezzare:
 
A corroborare questa tesi soprattutto le dichiarazioni della stessa Leonia durante il Gran Hermano: avrebbe detto di essere attratta solo dai ragazzi e di non essere interessata a giochetti lesbo.

[http://www.televisionando.it]

 
Beh, no. Non ha dichiarato nulla del genere. Ma magari vuole solo tenerselo per sé. Vediamo piuttosto che dicono altrove del film hard:
 
[…] Parliamo del lesbo-dvd di Leonia, la concorrente del Gf arrivata dal Gran Hermano spagnolo. In uscita sul mercato della pirateria, la versione integrale del film scandalo "La sfortuna mi fa capocella" dove la mora e trasgressiva Leonia Coccia recita in scene lesbo con la sua compagna Caterina D’Agostino. Sono 100.000 le copie che saranno vendute sulle bancarelle da Palermo a Milano secondo le fonti del mercato nero.

[http://www.ilgiornale.it]
[http://www.leggo.it]

 
Ah. Il lesbo-dvd. La versione integrale del film scandalo. Che sarebbe la docufiction di prima. E vabbè, se lo dice Il giornale. Dico, un’autorevole testata nazionale. Talmente autorevole che hanno delle personalissime “fonti del mercato nero”. L’espressione ha un che di straordinario. Chi sono, vorrei sapere, cosa sono queste fonti? I giornalisti del Giornale parlano con i boss della camorra? Davvero? Sto sottovalutando il Grande Giornalismo d’Inchiesta di scuola montanelliana? Poi sì, certo, ci sono espressioni evitabili. Vogliate gradire il tocco di colore: “le bancarelle”, le note bancarelle di dvd contraffatte, diffusissime da Palermo a Milano. “Da Palermo a Milano”. Solo andata. Quindi a Trento nulla, attaccatevi. E poi c’è quell’errore di battitura su “capoccella”. Epperò, insomma, l’avranno visto ‘sto dvd, se ne parlano così approfonditamente. Come qualcosa avranno visto anche loro:
 
 
Grande Fratello/ Leonia Coccia ha girato un film lesbo
CHOC AL GRANDE FRATELLO: LEONIA HA GIRATO UN FILM PORNO
"La sfortuna mi fa capo" è il titolo del film a luci rosse, in cui Leonia Coccia si esibisce in scene lesbo con la bella Caterina D’Agostino. Prodotto in 100mila copie, per il mercato illegale, il film è in vendita sulle strade delle principali città italiane.

[http://www.affaritaliani.it]

 
Di questa versione comincerei con l’apprezzare il talento dell’articolista, davvero un virtuoso. Ammirate l’evoluzione dal titolo all’occhiello. Il titolo del film che adesso è diventato “La sfortuna mi fa capo” (ah, i problemi del copiaincolla…), il film in vendita “sulle strade delle principali città italiane”. Non è un’immagine deliziosa? A me viene in mente il neorealismo, un po’ Visconti, un po’ Pasolini. Forse Ladri di biciclette. E poi c’è “la bella Caterina D’Agostino”. “Bella”, come si dice sempre delle ragazze dei film osé. “Bella” o… 
 
Il sito web Affaritaliani.it ha pubblicato una notizia bomba su una delle concorrenti del Grande Fratello, la nuova entrata Leonia Coccia. La ragazza, infatti, avrebbe girato una scena lesbo in un film porno dal titolo "La sfortuna mi fa capo". Il film a luci rosse, in cui Leonia Coccia si esibisce con la prosperosa Caterina D’Agostino, è stato prodotto in 100mila copie "per il mercato illegale" e, sempre secondo il sito web Affaritaliani.it, il film sarebbe in vendita "sulle strade delle principali città italiane".

[http://piacenzanight.com]

 
“Prosperosa”. Sì, ecco, “la prosperosa Caterina D’Agostino”. Bello, bello, perfetto. La notizia è ampiamente virgolettata dal sito di sopra (quindi è copincollata senza ritegno ma almeno apertamente), e si parla sempre di questo fantomatico film a luci rosse.
Un film che è già in vendita ovunque, perbacco. Giusto?
[…] Secondo alcune fonti, nei prossimi giorni potrebbe essere diffuso un film nel quale la bella Leonia avrebbe recitato. […] il ruolo recitato da Leonia sarebbe alquanto trasgressivo. Dopo aver rivelato più o meno esplicitamente la propria bisessualità, potremmo vedere Leonia recitare delle scene lesbo insieme alla sua compagna. Il film che ha destato tanto scandalo si intitola “ La sfortuna mi fa capocella”, e sarà disponibile praticamente in tutta Italia. Inoltre, la bella romana, già in passato ha dimostrato di non temere il giudizio in merito alle proprie scelte sessuali. Sarebbe già presente on line sul sito YouTube un filmato in cui Leonia rivelerebbe in presenza della madre i propri gusti sessuali.

[http://www.spettegola.com]

 
Sbagliato. Non è ancora disponibile. Perbacco. In più questo film si chiama “la sfortuna mi fa capocella”, come diceva Il Giornale. Cielo. Leonia del resto non teme giudizi: rivelerebbe i propri gusti sessuali persino in presenza della madre. Su YouTube. In un filmato. Che sfortuna vuole essere proprio un estratto della docufiction di cui sopra.
Fortuna che ci sono i bene informati:
[…] la romana Leonia che, a sua insaputa, è tra le più ricercate su YouTube.
Il motivo? La sua fidanzata Caterina D’Agostino, dopo aver fatto girare in rete un video nel quale racconta la sua love story con la concorrente romana, ha fatto sapere che esiste anche un video, o meglio un film, anzi per essere precisi un film hard, che vede protagoniste le due fidanzatine in atteggiamenti che solitamente si hanno sotto le lenzuola di casa propria.

[http://quomedia.diesis.it]

 
A questi non posso dire nulla. Perché se la D’Agostino fa sapere le cose a loro, beh, chi sono io per controbattere? Poi sono rimasto ipnotizzato dalle crescenti precisazioni dell’autore.
Chiuderei pertanto con la delizia del giornalismo italiano:
Gf, Leonia spunta il film hard
Scene lesbo con la compagna Cristina
Si tinge di giallo la presenza di Leonia Coccia, concorrente del Grande Fratello 9, a un film scandalo dove reciterebbe in alcune scene di sesso lesbico con la sua compagna. Tgcom, infatti, ha cercato il film incriminato, dal titolo La sfortuna mi fa capocella, ma non ha trovato la presenza di Leonia in alcuna scena, al contrario da quanto affermato dall’Ansa. Svista o tagli? Leonia ha comunque pubblicamente ammesso la sua bisessualità.
Secondo l’Ansa, sarebbe in uscita sul mercato della pirateria, la versione integrale del film scandalo La sfortuna mi fa capocella dove la mora e trasgressiva Leonia Coccia del Gf9 reciterebbe in scene lesbo con la sua compagna. Oltre 100mila le copie che si venderanno sulle bancarelle da Palermo a Milano, secondo le fonti del mercato nero. Leonia aveva già fatto coming out usando un video pubblicato su Youtube, in cui compare anche sua mamma.

[http://www.tgcom.mediaset.it]

 
Si tinge di giallo.
Un tempo i direttori di giornale avevano un prontuario con le espressioni abusate, da evitare. Però quelli di TgCom sono rigorosi. Rigorosissimi. Tanto da cercare il titolo incriminato, ma non trovare la presenza di Leonia in nessuna scena. Perbacco. Leonia che invece “aveva fatto coming out usando un video pubblicato su youtube, in cui compare anche sua mamma”.
Peccato che cercando su youtube, e dovunque in rete, quello che si trovi siano questi due filmati (uno e due). In cui Leonia c’è. E le scene lesbo no. E questi due filmati costituiscono, pensate, la prima e l’ultima parte della docufiction autobiografica “La sfortuna mi fa capoccella”, di Caterina D’Agostino. Che poi magari una scena spinta ce l’ha pure: ma permettetemi di dubitarne, visto il tenore del resto. E permettetemi di credere che nessuno degli scriventi l’abbia visto, che “le fonti del mercato nero” siano l’amico di un amico dell’omino dell’ANSA che ha steso la notizia, etc. Oppure che esista un film hard, che si tratti di tutt’altro filmato, e che l’omino dell’ANSA, o quelli che hanno sviluppato la velina, abbiano mescolato tutto alla bell’e meglio pubblicandolo subito dopo (e subito prima di andarsi a fare un cicchetto).
 
MORALE DELLA STORIA: non è nuovo il dibattito su quanto sia peculiare il fatto che poche agenzie di stampa coprano, (e quindi filtrino, indirizzino, interpretino) la quasi totalità delle notizie che vanno a finire sui diversi giornali. Perché, malafede a parte – ed il problema della malafede, o in una prospettiva più ampia della democraticità della stampa, è cruciale per la democrazia contemporenea -, errare è umano, e rimediare difficile. Ciò detto, la retorica della maggior parte della stampa, che procede per accumulazione di stereotipi ed approssimazioni fino a distorcere le notizie (in questo caso con un risultato paradossale), è pari solo al totale disinteresse che hanno per la maggior parte delle stesse notizie (al punto che nessuno ha perso dieci minuti di tempo per verificare che cosa ci fosse in quei famigerati filmati su youtube) ed alla trascuratezza con cui le scrivono: espressioni orrende, errori grammaticali, di battitura, refusi di ogni genere, etc. Certo, mi direte: saranno precari, sottopagati, non è che possano sapere tutto, etc. Sarà. Però un po’ di rigore non guasterebbe. Dice: sei pignolo. No.
Il pressappochismo, la retorica e l’imprecisione sono mancanze di rispetto nei confronti dei lettori e del materiale di cui si tratta; dimostrano scarsa considerazione, a volte scarsa preparazione, nel caso specifico semplicemente suggestioni improbabili per concetti esotici (certo "film a luci rosse" è più comprensibile di "docufiction queer"). Dice: si parla di una che sta al Grande Fratello, fregatene. Me ne frego dell’evento in sé, me ne frego della tipa, etc; il fatto che automaticamente l’abbinamento "lesbica" e "dvd" faccia pensare ad un porno mi fa rabbrividire sul livello di civiltà del Paese in cui vivo. Il modo in cui le notizie sono riportate assesta il colpo di grazia.
D’altronde la salute della presunta informazione libera che internet garantirebbe, a sentire i beppegrillo, è pessima, se ogni notizia del genere viene diffusa a catena con altrettanta acriticità da un buon numero di fattori (ho omesso di riportare tutte le pagine per oggettiva mancanza di tempo e voglia); e una volta consolidata smentirla sarà più difficile ogni giorno che passa. Chiedete a Billy Corgan, è da quando recitava in Super Vicky che lo sostiene anche lui.
 
 
P.S.: Quel documentario è talmente orrendo da essere bellissimo. Lo voglio! Ditemi che lo avete. Mi va bene pure la versione censurata, per stavolta. Tanto si fa sempre un tempo a fare un salto sulle bancarelle del mercato nero, da Palermo a Milano.
 

 
La bella e prosperosa Caterina D’Agostino 

sabato, 24/01/2009

Patetici tentativi di tastare il polso al paese reale*

DISCLAIMER: Questo post parla di Grande Fratello, preferenze sessuali, informazione. È lunghissimo, diviso in due parti, ed è anche un tantino moralista. Non parla di musica. Se leggete sapete a cosa state andando incontro.
 
Parte prima: O TEMPORA, O MORES

 

Capita che quest’anno al Grande Fratello una concorrente sia lesbica. Cioè, l’opposto: capita che quest’anno al Grande Fratello una concorrente sia banale, poco peculiare, neutra. Forse. Perché perché con il sottilissimo fine di accattivarsi un pubblico il più possibile ampio e variegato quest’anno gli autori hanno fatto l’impossibile per dare alla compagine l’aspetto del Circo dei Miracoli: la maggior parte dei concorrenti senza un genitore (fuggiti o morti), un non vedente, un’hostess pasionaria che forse verrà presto licenziata, una ragazza che lavora in un quartiere difficile di Palermo, una mangiafuoco ex anoressica, un rom montenegrino (che in quanto abbandonato dal padre, anche lui, per la prima volta ha festeggiato il suo compleanno), il maggiordomo dei Savoia (giuro), una lap-dancer, e purtroppo è cominciato da poco, chissà cos’altro ci sarà il tempo di scoprire. L’elemento in comune è la capacità di attirare la curiosità morbosa dello spettatore, sia per contrito pietismo, sia per entomologica fascinazione per il diverso. Del resto se lo spettatore medio di un reality è per sua stessa scelta un voyeur, quest’edizione non fa che mostrargli finalmente tutto quello che le altre finora suggerivano, o lasciavano intuire, o facevano sbirciare appena.

Logico quindi che il fulcro su cui si gioca sia la mera pulsione erotica. Non si vive solo di superiorità (provata, e presunta) o di ammirazione (idolatria, dipendenza) nei confronti del cast. Quest’anno per favorire gli accoppiamenti all’interno della casa1 gli autori hanno badato a selezionare preferenze sessuali il più possibile variegate; riassumendo sulla base delle notizie attualmente pubbliche, abbiamo una lesbica, una bisessuale, un bisessuale (il maggiordomo, che forse non era solo un maggiordomo, ammicco ammicco), un possibilista, due-tre donne che apparentemente si getterebbero addosso al primo essere animato che possano incontrare per strada (tra cui Cristina, la lap-dancer, quarta naturale ma ampliata a diciott’anni ad una sesta) ed un paio di uomini così disperati che non vedrebbero perché discriminare gli oggetti inanimati (tra cui un presunto playboy). Tutti piuttosto carucci, shakerati perché cominciassero ad intersecarsi2: da questo punto di vista gli autori non avrebbero potuto fare di più (tranne forse aggiungere un carro di buoi, proprio per stare sicuri3).

Insomma, la prima nota interessante dell’edizione di quest’anno è questa: gli autori ormai non si limitano più a constatare ed assecondare la morbosità del pubblico; mai come stavolta vogliono suggerirla, stimolarla, indirizzarla. Sono i primi? No, e forse nemmeno i più espliciti. Purtroppo non vedo tanta televisione4 e non sono in grado di stabilire né quanto la scelta sia condivisa da altri programmi, né da quando si è iniziato. Però capite che ostentare il diverso davanti al pubblico generalista in un contesto fortemente irreale spacciato per spaccato realistico non ha nulla o quasi a che vedere (checché abbia detto l’Arcigay sulla vittoria di Luxuria) con l’integrazione. Perché si attivano i meccanismi di cui sopra: il pietismo (poverino, che vita sfortunata), il buonismo compassionevole (bisogna volergli bene che ne ha avute tante), il voyeurismo (chissà se le due lesbiche della casa…  ihih5.), l’eccitazione. È facile finché i soggetti osservati sono dentro una gabbia. Poi però se una coppia gay vuole adottare un figlio, li si ritiene inadatti a svolgere il ruolo di genitori. Perché sono tanto carini, peculiari, normali finché non possono nuocere, finché lo status di normalità non gli pertiene davvero. Poi basta.

* Il titolo normalmente è suo.

1. Sono l’unico a cui l’idea sa vagamente di zoo, quando non di progetto Lebens… oddio, no, Godwin. Niente, niente, detto niente.
2. Per amore di coerenza sto mantenendo implicita l’ipotesi più probabile, che fin dalla prima puntata questo baraccone sia accuratamente scritto a tavolino (e diretto quotidianamente) dagli autori.
3. Cos’è, non va bene la battuta? Oh, sono mica l’unico! Anzi: grazie a XKCD ho scoperto che la barzelletta del pazzo di trenta centimetri esiste anche negli USA. Dico.
4. Non lo dico per fare lo snob: a casa il cavo dell’antenna non funziona e non prendiamo metà dei canali (infatti gli spezzoni che ho visto finora li ho visti tutti su internet) (questo non mi rende meno voyeur, sarebbe davvero presuntuoso pretendere di affrancarmi dal resto del pubblico).
5. Questa delle due lesbiche, e badate che non sto dicendo che sia impossibile che accada qualcosa (anzi, viste le premesse non vedo perché non debba scapparci la storia homosex) scatena una fantasia che, permettetemi l’interpretazione, scaturisce da uno dei sottomeccanismi classici dell’omofobia. Perché le due dovrebbero per forza avere un flirt? Per lo stesso meccanismo della diffusissima paranoia per cui se la persona che si ha di fronte é gay, pertanto ci sta provando con voi che ne condividete il sesso. Non sto parlando in astratto; avrete avuto anche voi una conversazione, anche di sfuggita, con qualcuno che vi ha detto, più o meno: “…e poi quel cameriere aveva un’aria… e mi sorrideva… così sono scappato.”. Io questo passaggio, dall’essere gay a provarci con chiunque capiti loro a tiro (e quel chiunque siete sempre voi, poi), non l’ho mai capito. A meno che non si voglia partire dall’assunto che abbiate un fascino irresistibile (nel caso, beati voi). Ma altrimenti è come se… voglio dire, io sono etero, eppure non ci provo con tutte le donne che incontro. No. Davvero-davvero. Perché un gay (qualsiasi gay) dovrebbe provare attrazione proprio per me? Perché mai? E perché – fosse pure – dovrei pensare che non sappia reprimere questa pulsione come la so reprimere io con donne cui so che sarei sgradito (capacità fondamentale peraltro per evitare di incorrere in frequenti, spiacevoli denunce penali)?

[La seconda parte è qui]

venerdì, 23/01/2009

Oltre i led

Fantastico video in stop motion: Revamped Graphic Equalizer. E non guarderete più il vostro hi-fi con gli stessi occhi.

 

giovedì, 22/01/2009

Un post a braga calata

Volevo fare un post su su un cupissimo esordio solista di elettronica un po’ d’avanguardia, oppure su un disco di pop folk retrò che ultimamente ascolto tantissimo, o anche su un ottimo ritorno di soft disco un po’ FM di uno de miei eroi musicali di tutti i tempi, il tutto con un paio di frasi ispirate, informazioni di contesto, qualche mp3 e un po’ di pippe mentali.

Poi mi sono ri-imbattuto a breve distanza prima in una eccezionale versione di un pezzo di Rihanna che non mi è mai davvero dispiaciuto (anzi) e subit dopo nel mash-up migliore dell’anno scorso (che mischia l’eccezionale anthem avant-folk dei Department of Eagles con l’eccezionale anthem strappamutande di Britney Spears), et voilà, un post a braga calata è servito senza sforzo. Da gustare freddo, e coi pantaloni alle caviglie.

 

The bird and the Bee – Don’t stop the music (Rihanna cover) (MP3)

ABX – No one womanizes like you (Britney Spears VS Department of eagles) (MP3)

 

 

mercoledì, 21/01/2009

Facebook Democracy: The Experiment

di
What the cynics fail to understand is that the ground
has shifted beneath them — that the stale political arguments
that have consumed us for so long no longer apply

Barack Hussein Obama

D’altra parte Obama è diventato presidente anche grazie a Facebook
Maria Laura Rodotà

La libertà di parola è il sale della democrazia. Non solo consente a chiunque di esprimere il proprio pensiero, i propri sentimenti, le proprie convinzioni – fa anche sì che la ricchezza del dialogo premi le opinioni migliori e smentisca quelle più deboli. Se tutti possono dire la loro, le idee traballanti saranno corrette e vinte da quelle più solide; le proposte più convincenti ruberanno la scena a quelle più dubbie; l’interesse generale sarà posto al vaglio della moltitudine, scandagliato, criticato, esaminato – e così potrà trionfare, in piena trasparenza e davanti agli occhi di tutti.

In una sera d’autunno del 2007, un gruppo di studiosi di scienze sociali, statistici, informatici e amici vari ha partorito un’idea bizzarra: usare l’immensa mole di Facebook per un esperimento di social democracy.  Da un certo momento in poi, alcuni di noi di Inkiostro hanno seguito la ricerca (dando anche una mano su piccole questioni secondarie) e questo post precede (per gentile concessione del prof. Alossi – che è una persona squisita prima ancora che un brillante studioso)  il resoconto di quest’avventura (che sarà anticipato, in versione ridotta, su Wired e, con un’intervista, su The New Republic).

Chi di voi non ha mai espresso su Facebook un’opinione precisa su un argomento controverso? L’indagine del Gruppo di Lavoro Sulla Democrazia è partita da un dato (frutto di due precedenti ricerche, una dell’Università del Michigan, l’altra dell’agenzia Leary di marketing sperimentale): la virtualità abbassa le inibizioni (e fin qui, nulla di nuovo); inoltre: l’affievolimento delle inibizioni migliora la quantità e la qualità del dialogo. Si calcola che un dibattito effettuato a distanza mediante digitazione su tastiera e tecniche di instant messaging ha un tasso di successo (cioè si formano opinioni di maggioranza elaborate su argomenti inizialmente controversi) del 32% superiore a un dibattito tradizionale (presenza fisica e voce).

Se io esprimo un’opinione sul mio status di Facebook e i miei contatti commentano; ovvero se io m’iscrivo a un gruppo che sostiene un’opinione e i miei contatti valutano un eventuale invito – si tratta di dibattiti virtuali? Assolutamente sì, sostiene il gruppo di Alossi. Anzi, si tratterebbe, secondo il prof. Alpert, di una forma ulteriormente libera di dibattito, in quanto "si sviluppa spontaneamente senza le restrizioni ambientali, cronologiche e dispositive di un dibattito "organizzato". Alpert e Alossi sostengono che se un dibattito virtuale "organizzato" (cioè un argomento controverso dibattuto su IM da un tot di persone in un tot di tempo secondo regole minime ma condivise) è il 32% più efficace del dibattito tradizionale, il dibattito virtuale libero (cioè quello indiretto che si sviluppa con gli status e l’iscrizione ai gruppi di Facebook) può migliorare tale prestazione di un ulteriore 30 o addirittura 40 percento.

In concreto, il gruppo di Lavoro sulla Democrazia ha avuto accesso a 17 applicazioni di Facebook tra le più disparate (non abbiamo i nomi, ma ci dicono che si va da questionari frivoli a giochi di logica e di combinazioni di parole). L’accordo con i produttori di queste applicazioni prevedeva l’accesso dei Nostri a una mole incredibile di dati riguardanti l’aggiornamento dello status, i commenti allo status, l’iscrizione a gruppi, i messaggi sui "walls" dei gruppi, l’invito di contatti ai gruppi, l’adesione spontanea di contatti a gruppi cui si è già aderito, la cancellazione da gruppi, la cancellazione di contatti da gruppi, l’ordine cronologico delle cancellazioni rispetto a eventi dialettici (come gli scambi di commenti sul wall) e altri dati ancora.

Il grosso del lavoro è toccato agli statistici. Ci ha spiegato la dott.ssa Ergico: "Non basta sommare le opinioni, bisogna valutare la qualità dello scambio. Se io, ad esempio, non ho mai espresso un’opinione significativa se non in risposta a quelle dei miei contatti e decido di prendere una posizione forte, la mia opinione avrà un valore diverso dal caso in cui io abbia sempre espresso opinioni primarie. Lo status sarà sempre "Lisa è felice per Obama", in entrambi i casi. Ma per i nostri modelli i due status avrebbero un punteggio molto diverso".

Si è trattato di un lavoro enorme. I dati esatti saranno resi noti nel volume di prossima pubblicazione, ma si parla di 80 milioni di aggiornamenti status, oltre 400 milioni di commenti, migliaia e migliaia di gruppi, centinaia di milioni di "scambi".

"La social democracy" dice Alossi "non è un gioco. Abbiamo dimostrato che il libero scambio di idee produce ricchezza di pensiero, valore emotivo e intellettuale, democrazia".

Noi siamo solo contenti di aver potuto sbirciare e sostenere il lavoro di queste persone e, in attesa della pubblicazione ufficiale del libro che racconterà l’avventura di Alossi & Co., vi offriamo le risposte efficienti a 30 attuali questioni controverse secondo la social democracy di Facebook. Per le ragazze e i ragazzi di Alossi e Alpert questi sono "i risultati migliori del migliore dei dibattiti possibili".

1. L’elezione di Obama è bene. La delusione sarebbe male.
2. Il conflitto israelo-palestinese è molto male, ma gli Israeliani sono un po’ più male.
3. Dio non esiste, forse, ma scriverlo così sui bus è – non so.
4. La mafia è male. E i gruppi che sono fan della mafia sono male.
5. Se il Mignolo e il Prof conquistano il mondo è bene.
6. Abbandonare i cani è male.
7. Che Obama si emozioni all’Inaugurazione è bene.
8. Il vestito della moglie di Obama è male.
9. Che siamo tutti uguali è bene.
10. I DRM di iTunes sono male. Ma comprare il cd è più male.
11. La maleducazione di Santoro con l’Annunziata è male. Ma l’Annunziata che non si emoziona per i Palestinesi è molto più male.
12. Veltroni non è bene, ma un altro è male.
13. Guantanamo è molto molto male.
14. La neve è bene. Troppa neve è meno bene. Troppa neve a Milano con la Moratti sindaco è male.
15. Il maltempo è male.
16. La crisi è male.
17. L’Islam non è male, ma certuni nell’Islam sono molto male.
18. L’omosessualità non è proprio bene, insomma. Ma guarire dall’omosessualità è mooolto male.
19. La faziosità è male.
20. Berlusconi non è bene. Ma l’antiberlusconismo è male.
21. Morgan è bene ma anche male.
22. La riforma Gelmini della scuola è – non ricordo.
23. L’eutanasia è male. Ma vietare l’eutanasia non è proprio bene.
24. Il matrimonio gay è bene. Tra un po’.
25. Le impronte digitali ai rom è – non ricordo.
26. Kakà che resta al Milan è bene. Berlusconi che telefona a Biscardi per dire che Kakà resta al Milan è male.
27. Bush era male.
28. Oliver Stone era.
29. Le application di Facebook che ti costringono a invitare 10 amici per scoprire i risultati del test che hai appena fatto sono male.
30. Quelle che ti costringono ad invitarne 20 sono il doppio più male.

mercoledì, 21/01/2009

“Because You Left” è tipo già una risposta

di

Tra qualche ora incomincia la nuova stagione di Lost, una delle serie più seguite della televisione americana in tutto il mondo e bla bla bla. Si tratta della quinta stagione: composta da diciassette episodi, ci terrà compagnia, si suppone, quasi fino all’estate. Però, non so voi, ma io della fenomenale quarta stagione, a quasi 8 mesi di distanza, non mi ricordo una mazza ferrata. La bara, la manopolona, embè? Nella speranza dunque di fare cosa gradita anche a lor signori, ecco quindi una piccola video-guida che potrebbe aiutare a rinfrescarci la memoria prima dell’agognata ripartenza.

Spoiler alert: chi non è a pari con la trasmissione USA  [o con quella italiana di Fox e di Rai Due, NdInk] è pregato di allontanarsi.

Quelli di SL-Lost.com hanno riempito il loro profilo Youtube con una serie di video chiamati In preparation for season 5 che analizzano alcuni elementi narrativi e temi: "redemption", "connections", "the black smoke", "ghosts", "desmond". Tutto molto bello, clap clap, ma non abbiamo mica tutto questo tempo. Ecco perché è presente anche questo doppio video-recap della quarta stagione, della complessiva durata di circa 17 minuti.

Si tratta però di un video-podcast, con le voci narranti che tramite l’uso di un pessimo microfono spiegano i vari passaggi della stagione mentre le immagini scorrono. Boooring. Se avete un nasino più raffinato e ancora meno tempo da sprecare, c’è questo video creato da un fan. Il tocco è un po’ troppo personale, la musica è invasiva, ma c’è tanta robba, e dura solo 10 minuti secchi.

Di questa robaccia da registi di videoclip falliti Youtube è però piena fino a scoppiare, e non è mai del tutto completa, oppure è proprio fatta alla cazzo di cane con Otherside dei RHCP in sottofondo. Peccato che quest’anno la ABC non abbia ripetuto l’exploit geniale dell’anno scorso. Ma a fare le veci del network sono accorse una manciata di ore fa due volenterose, talentuose e divertenti giovani fan, che hanno provato a raccontare tutta la quarta stagione nel tempo record di 4 minuti e mezzo.

Provateci voi, dico io.
(segnalare altro nei commenti è veramente cosa buona e giusta)

martedì, 20/01/2009

Cityscapes

Dalla spettacolare gallery Amazing cityscape art made from unusual objects:

 

 

 

San Francisco fatta di gelatina (di Liz Hickok)

 

 

 

Cityscape II (di Grace Grothaus)

 

 

 

Unreal Scene (di Liu Jianhua)

 

 

 

Bonus (fotografato dal sottoscritto alla Biennale Arte di Venezia l’anno scorso):
L’ombra del profilo di New York City (pre 11 Settembre) proiettata da una serie di casse di stereo
(non ricordo il titolo e l’autore, ma magari qualcuno di voi sì)

 

 

lunedì, 19/01/2009

La piccola agenda dei concerti di Inkiostro