sabato, 24/01/2009

Patetici tentativi di tastare il polso al paese reale*

DISCLAIMER: Questo post parla di Grande Fratello, preferenze sessuali, informazione. È lunghissimo, diviso in due parti, ed è anche un tantino moralista. Non parla di musica. Se leggete sapete a cosa state andando incontro.
 
Parte prima: O TEMPORA, O MORES

 

Capita che quest’anno al Grande Fratello una concorrente sia lesbica. Cioè, l’opposto: capita che quest’anno al Grande Fratello una concorrente sia banale, poco peculiare, neutra. Forse. Perché perché con il sottilissimo fine di accattivarsi un pubblico il più possibile ampio e variegato quest’anno gli autori hanno fatto l’impossibile per dare alla compagine l’aspetto del Circo dei Miracoli: la maggior parte dei concorrenti senza un genitore (fuggiti o morti), un non vedente, un’hostess pasionaria che forse verrà presto licenziata, una ragazza che lavora in un quartiere difficile di Palermo, una mangiafuoco ex anoressica, un rom montenegrino (che in quanto abbandonato dal padre, anche lui, per la prima volta ha festeggiato il suo compleanno), il maggiordomo dei Savoia (giuro), una lap-dancer, e purtroppo è cominciato da poco, chissà cos’altro ci sarà il tempo di scoprire. L’elemento in comune è la capacità di attirare la curiosità morbosa dello spettatore, sia per contrito pietismo, sia per entomologica fascinazione per il diverso. Del resto se lo spettatore medio di un reality è per sua stessa scelta un voyeur, quest’edizione non fa che mostrargli finalmente tutto quello che le altre finora suggerivano, o lasciavano intuire, o facevano sbirciare appena.

Logico quindi che il fulcro su cui si gioca sia la mera pulsione erotica. Non si vive solo di superiorità (provata, e presunta) o di ammirazione (idolatria, dipendenza) nei confronti del cast. Quest’anno per favorire gli accoppiamenti all’interno della casa1 gli autori hanno badato a selezionare preferenze sessuali il più possibile variegate; riassumendo sulla base delle notizie attualmente pubbliche, abbiamo una lesbica, una bisessuale, un bisessuale (il maggiordomo, che forse non era solo un maggiordomo, ammicco ammicco), un possibilista, due-tre donne che apparentemente si getterebbero addosso al primo essere animato che possano incontrare per strada (tra cui Cristina, la lap-dancer, quarta naturale ma ampliata a diciott’anni ad una sesta) ed un paio di uomini così disperati che non vedrebbero perché discriminare gli oggetti inanimati (tra cui un presunto playboy). Tutti piuttosto carucci, shakerati perché cominciassero ad intersecarsi2: da questo punto di vista gli autori non avrebbero potuto fare di più (tranne forse aggiungere un carro di buoi, proprio per stare sicuri3).

Insomma, la prima nota interessante dell’edizione di quest’anno è questa: gli autori ormai non si limitano più a constatare ed assecondare la morbosità del pubblico; mai come stavolta vogliono suggerirla, stimolarla, indirizzarla. Sono i primi? No, e forse nemmeno i più espliciti. Purtroppo non vedo tanta televisione4 e non sono in grado di stabilire né quanto la scelta sia condivisa da altri programmi, né da quando si è iniziato. Però capite che ostentare il diverso davanti al pubblico generalista in un contesto fortemente irreale spacciato per spaccato realistico non ha nulla o quasi a che vedere (checché abbia detto l’Arcigay sulla vittoria di Luxuria) con l’integrazione. Perché si attivano i meccanismi di cui sopra: il pietismo (poverino, che vita sfortunata), il buonismo compassionevole (bisogna volergli bene che ne ha avute tante), il voyeurismo (chissà se le due lesbiche della casa…  ihih5.), l’eccitazione. È facile finché i soggetti osservati sono dentro una gabbia. Poi però se una coppia gay vuole adottare un figlio, li si ritiene inadatti a svolgere il ruolo di genitori. Perché sono tanto carini, peculiari, normali finché non possono nuocere, finché lo status di normalità non gli pertiene davvero. Poi basta.

* Il titolo normalmente è suo.

1. Sono l’unico a cui l’idea sa vagamente di zoo, quando non di progetto Lebens… oddio, no, Godwin. Niente, niente, detto niente.
2. Per amore di coerenza sto mantenendo implicita l’ipotesi più probabile, che fin dalla prima puntata questo baraccone sia accuratamente scritto a tavolino (e diretto quotidianamente) dagli autori.
3. Cos’è, non va bene la battuta? Oh, sono mica l’unico! Anzi: grazie a XKCD ho scoperto che la barzelletta del pazzo di trenta centimetri esiste anche negli USA. Dico.
4. Non lo dico per fare lo snob: a casa il cavo dell’antenna non funziona e non prendiamo metà dei canali (infatti gli spezzoni che ho visto finora li ho visti tutti su internet) (questo non mi rende meno voyeur, sarebbe davvero presuntuoso pretendere di affrancarmi dal resto del pubblico).
5. Questa delle due lesbiche, e badate che non sto dicendo che sia impossibile che accada qualcosa (anzi, viste le premesse non vedo perché non debba scapparci la storia homosex) scatena una fantasia che, permettetemi l’interpretazione, scaturisce da uno dei sottomeccanismi classici dell’omofobia. Perché le due dovrebbero per forza avere un flirt? Per lo stesso meccanismo della diffusissima paranoia per cui se la persona che si ha di fronte é gay, pertanto ci sta provando con voi che ne condividete il sesso. Non sto parlando in astratto; avrete avuto anche voi una conversazione, anche di sfuggita, con qualcuno che vi ha detto, più o meno: “…e poi quel cameriere aveva un’aria… e mi sorrideva… così sono scappato.”. Io questo passaggio, dall’essere gay a provarci con chiunque capiti loro a tiro (e quel chiunque siete sempre voi, poi), non l’ho mai capito. A meno che non si voglia partire dall’assunto che abbiate un fascino irresistibile (nel caso, beati voi). Ma altrimenti è come se… voglio dire, io sono etero, eppure non ci provo con tutte le donne che incontro. No. Davvero-davvero. Perché un gay (qualsiasi gay) dovrebbe provare attrazione proprio per me? Perché mai? E perché – fosse pure – dovrei pensare che non sappia reprimere questa pulsione come la so reprimere io con donne cui so che sarei sgradito (capacità fondamentale peraltro per evitare di incorrere in frequenti, spiacevoli denunce penali)?

[La seconda parte è qui]

4 Commenti a “Patetici tentativi di tastare il polso al paese reale*”:

  1. utente anonimo ha detto:

    E Federica Rosatelli dove la mettiamo? Non so se hanno più da fare le femministe o l’Arcigay, con tanto di problema POVIA?

  2. punch-drunk ha detto:

    Leonardo Manera è UN GENIO

    [..] P.S. Lo leggete inkiostro, no? Allora lo sapete già: ci ho scritto un post in due puntate: qui e qui. [..]

  3. utente anonimo ha detto:

    ops…era questa quella giusta:

    http://humorvault.tripod.com/genie.html

    kinto

  4. utente anonimo ha detto:

    LOL! non l’avevo capita quella striscia di xkcd!http://www.hotbars.net/jokes/10_inch.html

    kinto