giovedì, 15/01/2009

Risolvere la questione della, YAWN, esistenza di Dio(c)*

In pratica, come tutti quanti voi (immagino) ho letto degli autobus con le pubblicità atee: a Washington, a Londra, a Barcellona, prossimamente a Genova (e magari sto saltando qualche posto, fanulla). Gli slogan sono un po’ differenti, ed il più divertente è quello australiano ("gli atei dormono la domenica mattina"), di cui mi parlava una mia amica e che pare essere stato prontamente bloccato dall’oceanico governo, sia mai.

Poi ho cominciato per caso a seguire la discussione (mi sono imbattuto in un post di Mantellini ed uno di Sofri), disinteressandomi perché occupato da quella mezzora di vita vera(tm) che mi concedo ogni settimana. Discussione che pare essersi evoluta fino ad occupare l’attenzione della blogosfera, patria di santi, pirati, navigatori, commissari tecnici ed opinionisti in generale.

Finché oggi un post del beneamato Leonardo (leggetelo se ancora non l’avete fatto, magari non siete d’accordo ma la prospettiva non è certamente banale) non sottolinea uno dei due assunti da cui parte la mia posizione in merito (posizione di cui presento non possiate fare a meno): la non-esistenza di Dio, se vogliamo ragionare su basi prettamente logiche (e voglio sperare lo facciate, o diventa una qualsiasi guerra tra fazioni), è indimostrabile, esattamente quanto la sua esistenza2.

Chiaro che parliamo di un mondo idilliaco in cui uno stato estero, accidentalmente piccolo, situato a Roma e popolato solo di devoti di una grande religione monoteista (più un buon numero di buontemponi vestiti come Arlecchino) non interferisce in fase legislativa con la laicità che di questo mondo idilliaco è la naturale connotazione. Piccolo promemoria per quelli tra di voi che hanno meno di 4 anni: laicità non significa ateismo, significa che le scelte dello stato per la comunità di cittadini sono parimenti neutre verso ogni religione, scelta la più logica per evitare l’insorgere di discriminazioni e conflitti fra le diverse religioni (e l’ateismo stesso). Ecco, se nel grande calderone che va di moda chiamare Paese Reale gli atei non fossero additati, neanche fossero froci (3), magari non percepirebbero il bisogno di affermare cose indimostrabili, sostanzialmente per rivendicare visibilità e conquistare così quello che dovrebbe essere un loro sacrosanto diritto (il diritto alla loro incredulità, apertamente manifestata, pacificamente accettata e parimenti rispettata e diffusa attraverso i media rispetto a questa o quella confessione). Chiaro altrettanto che mi sembra debba essere indiscutibile il diritto degli atei a scrivere quello che gli pare sull’esistenza, o meno, di Dio, come quello di atei e non atei di condividerlo (o meno). Scusate il sofisma.

 

Ne rimane che io, da agnostico, ho sempre trovato piuttosto brillante, non necessariamente pavida e certamente conveniente e condivisibile in termini strettamente logici la scommessa di Pascal, che mi sembra tagli di netto la necessità della discussione sull’esistenza:

 conviene credere a Dio perché:

 – se Dio esiste, si ottiene la salvezza;

  – se ci sbagliamo, si è vissuto un’esistenza lieta rispetto alla consapevolezza di finire in polvere.  

che purtroppo rimane inapplicabile all’atto pratico a meno di non ripiombare (è sempre difficile mettere in pratica un principio logico applicandolo ad una moltitudine di individui) nella religione di stato, riportando alle conseguenze sopradescritte.

 

Comunque, insomma, la questione mi pare lampante: non si può dimostrare che Dio esista o meno, in ogni caso conviene crederci4. Con questo, beninteso, non voglio minimamente incoraggiare nessuno a farlo. Quindi? Quindi nulla, volevo salutarvi, ché sto partendo in pellegrinaggio. Statemi bene, eh. Fatemi sapere dei bus. Oh, e mi raccomando, se vi ho convinto: penitenziagite.

 

* sive, è vero che Facebook si può usare come surrogato di Tumblr, ma poi non commenta nessuno, così tu riposti le stesse cose altrove. Il dio di cui (per fonti storiche e luogo geografico degli episodi cui ci si riferisce) si parla in questo post si identifica principalmente con Dio(c). Dio(c) in Italia è un marchio registrato della Chiesa Cattolica, S.P.A.1 

1. La tentazione di scrivere "divisione italiana della The Coca-Cola Company", o giù di lì, è molto forte, ma temo rasenti il vilipendio (e ultimamente sono tutti molto sensibili, quindi evitiamo).

2. Che credete? Lo so, che mica è così facile.

3. Il discorso è intuitivamente analogo, no? E spero si intuisca anche l’ironia.

4. La conclusione è per ragioni differenti la stessa del post di Leonardo. Ma scommetto che a parità di commenti io otterrei più insulti.

 

 

Disclaimer: questo post non rappresenta le opinioni collettive del blog ma quelle del singolo autore del post stesso. Inoltre questo post contiene una quantità di postille quasi pari per mole al post stesso (il che immagino lo renda postmoderno. Un post-post-moderno. Ahah. Ehm. Scusate.)

14 Commenti a “Risolvere la questione della, YAWN, esistenza di Dio(c)*”:

  1. utente anonimo ha detto:

    conviene credere a Dio perché:

    – se Dio esiste, si ottiene la salvezza;

    – se ci sbagliamo, si è vissuto un’esistenza lieta rispetto alla consapevolezza di finire in polvere.

    mmm…come si concilia con tutte le religioni?! molte religioni affermano che la salvezza ti sarà data SOLO SE credi nel loro specifico dio…

    che facciamo?crediamo a tutte?

  2. punch-drunk ha detto:

    a me pare che tu sia l’unico ad urlare mentre tutti qui parlano pacatamente. mi pare che il rispetto delle opinioni di tutti sia sacrosanto, e che passi attraverso la non-imposizione di una religione di stato. e no, nemmeno la tua. mi pare che definire “senza coscienza” chi non ha una coscienza che segue i principi di una religione (la tua) sia tra l’infantile e il reazionario. mi pare che il tuo parere sulle preghiere in piazza sia deliziosamente semplicista quando riduce una protesta contro una STRAGE ad un atto antisemita, e che questo non ti faccia onore, né faccia onore alla tua intelligenza, né ancora alla tua religione. mi pare che la questione delle vignette su maometto fosse un’altra (l’islam non rappresenta il profeta, come del resto l’ebraismo non rappresenta dio, sono i cattolici che amano quell’iconografia che è facile definire un po’ macabra), che chiunque possa pregare negli spazi pubblici, specie se autorizzato, specie per mandare un segnale che è tutto meno che bellicoso (in sé, poi chi vuole strumentalizzare può farlo, come per ogni cosa). e che nel momento in cui fosse l’islam la religione di stato, l’atteggiamento di atei e agnostici sarebbe esattamente lo stesso: a meno che tu non voglia pensare ad un Grande Complotto Anticattolico.

    di una cosa però sono sicuro: la tua idea di cosa sia una fatwa è ingenua e sbagliata. documentati.

    dopodiché, siccome sono una persona tollerante, per me puoi mantenere i tuoi pareri. ma non tentare di convincere me, io un’opinione ce l’ho già. saluti

  3. utente anonimo ha detto:

    a me pare che essere credenti sia essere i froci di oggi…. quanto piace agli atei fare le vittime… e via col fatto che i preti e il papa dovrebbero stare zitti senza nemmeno dare una loro opinione, quando il mondo islamico manda fatwe che sono condanne a morte( van gogh, arsi ali vi dicono nulla?) o nella migliore delle ipotesi vere e proprie censure( vignette danesi su maometto). Il papa stia zitto! invece nel nome di un politically correct becero e marcio lasciamo occupare le nostre piazze per preghiere che celano atti politici( milano e bologna moschee a cielo aperto per dire che gli ebrei sono dei porci assassini).

    Poveri atei che si sentono vittime mentre rappresentano oramai il Pensiero Unico Dominante… Siamo passati dal relativismo delle coscienze alla dittatura dei senza coscienza che, pretendendo il rispetto delle loro opinioni esigono che altri stiano zitti… é un modo di pesare molto comodo…

    LA BELLA NOTIZIA E’ CHE DIO ESISTE, QUELLA BRUTTA è CHE CREDI DI NON AVERNE BISOGNO….

    iL rIO

  4. souffle ha detto:

    direi che la questione è proprio quella che sottolinei.

    Siccome essere atei è percepito come essere froci, cioè non essere normali, si subisce la stesso tipo di discriminazione (tolto il fatto che gli atei possono baciare chi gli pare per strada senza essere presi a sprangate).

    Però il punto è anche un altro (in Italia, almeno).

    Il punto è che non tutti gli atei che dicono di essere atei lo sono veramente.

    Spesso essi confondono l’essere atei con l’essere contro il Vaticano o semplicemente contro i cattolici, o non sopportare l’ingerenza della Chiesa (cattolica apostolica romana) nella vita quotidiana e nello Stato (cioè nell’opera del legislatore).

    Però…

    Però se c’è da battersi per i diritti delle minoranze, se c’è da votare un referendum sulla procreazione assistita, se c’è da sostenere pacs, dico, o di.do.re (o qualsivoglia), se c’è da stigmatizzare comportamenti omofobi, misogini, sessisti, ecco che il tutto si risolve nella battuta, nella sottovalutazione o nella indifferenza (a me non mi tocca).

    Sappiamo che la religione interviene su due cose: il sesso (la sessualità) e la vita (e la morte).

    Su entrambe le cose le posizioni di molti atei non sono distanti da quelle della Chiesa cattolica.

    I comunisti del passato, con fama di atei mangiapreti, erano più conservatori e bigotti di molti frati.

    E’ vero che solo chi appartiene a una minoranza (etnica, politica, religiosa, sessuale) sa veramente cosa significa la discriminazione.

    Gli altri possono immaginare, o semplicemente fregarsene.

    Il Vaticano turba veramente il sonno di chi vive una vita “regolare”? E può vivere come gli pare?

    O, diciamolo, rompe le palle solo a chi viene danneggiato da un crescente odio sociale?

    E siamo sicuri che il Vaticano non influenzi anche chi non crede in un Dio?

    Altrimenti, perchè l’Italia non è la Danimarca o la Svezia?

    Non è questione di andare a messa o meno, è questione di cosa intendiamo per valori.

    Per questo dico che, tolte le solite eccezioni statisticamente minoritarie, l’Italia resta un Paese dove Dio, patria, famiglia, tette, calcio, pastarelle la domenica, e posticipo e anticipo, e voglio la partita altrimenti al pub non ci vengo, sono la religione.

    Per questo in Italia esistono le veline, per questo in Italia esiste un programma come Acquarius.

  5. utente anonimo ha detto:

    però di questi tempi sembra che quelli messi peggio siano gli atei. dichiarati. e un po’ presi per il culo. a me sembra che con questa cosa del rispettare tutto e tutti, alla fine siano sempre gli atei a prendersela nel culo.

  6. utente anonimo ha detto:

    fantastico post post moderno. e, in tema calcio (saluto il gobbo che ha scritto prima, ma lo evito) pensate che io credo solo al toro. ergo, salvezza sempre in bilico e mai, mai una soddisfazione una. ma un certo afflato fideistico, dettato da una storia sciagurata, che nonostante tutto mi fa pensare: meglio credere al toro.

  7. punch-drunk ha detto:

    per me un montenegro! (e ora mi siedo comodo e leggo il commento di vic)

  8. utente anonimo ha detto:

    che l’esistenza di dio non sia dimostrabile come è dimostrabile, mettiamo, il teorema di pitagora, penso sia cosa ovvia!

    e non lo è tanto quanto non è dimostrabile che ci sono altri sistemi solari oltre al nostro, che la nostra struttura fisica è determinata da una sequenza di amminoacidi dentro un’elica, o che la caduta dei corpi è determinata dalla legge di gravitazione universale.

    tutte queste cose non sono dimostrabili analiticamente (al contrario della matematiche) ma sono ritenute molto, molto (molto molto (molto)) probabili.

    esattamente come, dal mio punto di vista, è molto (molto, etc) probabile che il dio cattolico, con quella bella bianca barba, la voce tuonante, il dono dell’ubiquità, e la strana voglia di spassarsela con esseri inferiori, non esista.

    qualche altro dio (qualsiasi cossa possa voler dire questa parola) è forse leggeremente più probabile che esista, ma sempre molto (molto etc) poco.

    “non si può dimostrare l’esistenza di dio tanto quanto la sua non esistenza” vero, ma la si può ritenere veramente (veramente.. (..avete capito)) inplausibile, come si può ritenere l’astrologia veramente implausibile.

    ora, se vi si dicesse che c’è gente (e c’è) che usa l’astrologia per guadagnare alle spalle di altri, o che c’è gente (e c’è) che usa l’astrologia per manipolare gli altri, o che c’è gente (e c’è (stata anche questa)) che usa l’astrologia per spingere gli altri a compiere azioni che credete molto (ma molto etc) sbagliate, come reagireste?

    quella stregaccia della televisione, con l’aiutante brasiliano, che forniva bicchieri di sale come fossero ostie e vino, come si chiama? non è finita in prigione?

    e se si scrivesse un romanzo (chiamiamolo 9002) ambientato in un futuro remoto (il 9002 appunto) uno stato è governato dalla Grande Fattucchiera che vieta ai suoi cittadini di fare ciò che essi ritengono giusto in nome di un Giusto Astrologico superiore?

    come dice giustamente oggi luca sofri su wittgenstain.it perchè stgmatizzare il proselitismo?

    io sono ateo (CREDO nell’ateismo) e penso che sia Giusto, per il bene mio e quello delle persone che mi circondano, che il mio credo venga divulgato.

    io sono ateo, e quindi dormo la domenica mattina!

    ciao, vic

  9. valido ha detto:

    Briscola a coppie?

  10. inkiostro ha detto:

    Eccoli qua: partono con Blaise Pascal e arrivano all’Inter. Questo blog è proprio diventato un Bar Sport. Chi si fa un prosecchino?

  11. punch-drunk ha detto:

    vabbè, non mi fare parlare. vi hanno dato lo scudetto a tavolino, poi vi meravigliate che gli juventini ce l’abbiano con voi. avete una rosa spaventosa e piangete complotti arbitrali. siete una metafora calcistica per… come si chiama quel paese incastrato lì a caso vicino all’egitto durante il colonialismo? quello.

  12. valido ha detto:

    Per quel che mi riguarda, la mia unica religione e’ l’Inter: finora non solo ho ottenuto la salvezza tutti gli anni, ma pure una manciata di coppe e scudetti.

  13. utente anonimo ha detto:

    Ma lo sai che è proprio un bel post? Dopo i fiumi di inchiostro (ehm) cartaceo e telematico versati sulla questione non credevo che avrei finalmente letto qualcosa di completo e sensato (beh, più o meno). Bravo.

  14. punch-drunk ha detto:

    Teology for dummies

    [..] Dove si parla (IO si parla) delle scritte dell’UAAR sui bus e si delibera sull’esistenza di Dio. Su inkiostro. [..]