indie-gestione

domenica, 30 09 2012

Tutto Molto Bello 2012 – contro il logorìo del calcio moderno

di

 

Sfera Cubica, Locomotiv Club & AICS Bologna

in collaborazione con Prodezze Fuori Area

presentano

 



TUTTO MOLTO BELLO

 

 
 
il primo Torneo di Calcetto per Etichette Indipendenti (e non solo!) giunto alla II edizione, in programma domenica 30 settembre 2012 presso il Locomotiv Club di Bologna.

Dopo il successo dell'edizione 2011 con 8 etichette partecipanti, banchetti, live e tanti artisti in campo, torna Tutto Molto Bello, il primo Torneo di Calcetto per Etichette Indipendenti (e non solo!) giunto alla II edizione, in programma domenica 30 settembre 2012 nell'area esterna al Locomotiv Club di Bologna in via Sebastiano Serlio 25/2.

Una seconda edizione ricca e variegata, con 16 etichette partecipanti (il doppio della prima edizione!), che si scontreranno su due campi dalle ore 15 fino a tarda sera, con intermezzi musicali, arbitri professionisti e sottofondi musicali. Accesissime partite di calcio a cinque con protagoniste agguerrite compagini formate da artisti, produttori, promoter, tecnici del suono, tour manager, operatori del settore indipendente italiano
L'evento sarà arricchito dagli showcase dei musicisti delle etichette in campo, open stage, food & drink, area expo con i banchetti delle label, finalissima in notturna, diretta radiofonica e ovviamente… prodezze fuori area!    

 
 
 
 
LIVE
 
 
Peppe Voltarelli
L'orso
Honeybird & The Birdies
Kafka on the shore
Med In Itali
Boxerin Club
 

Jennifer Gentle

venerdì, 28 09 2012

Tutto molto belloooo

L'anno scorso ci sono capitato un po' per caso e mi sono molto divertito, quindi anche quest'anno se il tempo tiene non mancherò di fare un salto domenica pomeriggio al Locomotiv di Bologna per Tutto molto bello, il secondo torneo di calcetto delle etichette indipendenti. L'ingresso è gratuito, il logo è splendido, il sorteggio dei gironi fatto da Max Offlaga e condotto da Michele Orvieti è avvincentissimo e una discreta dose di performance calcistiche assai discutibile è assicurata.

 

 

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giovedì, 27 09 2012

11 cose fighe fatte con vecchie cassette

Custodie per telefoni e iPod, portafogli, cinture e persino un pianoforte, ma anche lampade, attaccapanni, opere d'arte varie e mobili in 11 cool things made from old cassettes.

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mercoledì, 26 09 2012

Cinque twit sul concerto dei Radiohead che non ho scritto (perchè ero impegnato a sentire il concerto dei Radiohead) (e perchè la rete era morta)

Fidatevti: ho visto tanti concerti nella mia vita, ma il palco di questo tour dei Radiohead credo sia il più bello in assoluto. Il miglior uso di luci, schermi e video non fine a se stesso che io abbia mai visto in un live. Smentitemi.

Se me lo chiedessero direi che la miglior canzone mai scritta dai Radiohead è Idioteque. E per quanto sia bella, non hanno ancora imparato a suonarne una versione live che le renda giustizia. 

Un concerto dei Radiohead è un' esperienza talmente straordinaria che a un certo punto il pubblico si è messo a battere le mani a tempo su Kid A (la canzone). Ce l'avete presente? L'avreste mai immaginato quando 12 anni fa avete sentito per la prima volta Kid A (il disco)?

Il calo di prezzo dei LED è la cosa migliore successa alla musica live dall'invenzione degli amplificatori Marshall.

 

 

martedì, 18 09 2012

Ti rubano un basso mentre sei sul palco? Tu lo recuperi senza smettere di suonare

Avete presente la famosa t-shirt di threadless interamente fatta di nomi di generi musicali ossimorici e insensati? Dai, che l'avete vista, ce l'ha talmente tanta gente che io ormai la uso praticamente solo per dormire. Tra i generi non ne sfigurerebbe uno con il nome di «soft metal», che è la definizione che mi è venuta in mente circa un anno fa quando ho visto dal vivo i Pinback, che suonavano al Locomotiv di Bologna per la loro prima data italiana di tutti i tempi.

 

 

 

L'amatissimo combo di San Diego (tutt'altro che nuovo su queste pagine) suona un indefinibile indie matematico praticamente senza paragoni, che gli deriva tanto dalle frequentazioni alternative che spesso hanno sfondato i confini del metal del chitarrista Rob Crow quanto al passato con gli indie heroes Three mile pilot (in cui milita anche Pall Jenkins dei Black Heart Procession) del bassista Zach Smith.
Dopo una lunga pausa i Pinback in questo periodo sono di nuovo in tour per presentare il loro nuovo disco Information retrieved, che esce tra circa un mese su Temporary Residence. Un paio di sere fa la band suonava nella sua città d'origine, e mentre era sul palco si è accorta che dal backstage era scomparso un preziosissimo basso personalizzato. Due terzi della band sono quindi scesi dal palco per investigare e inseguire il ladro, il tutto mentre il concerto continuava.
La storia la racconta il San Diego City Beat:

The celebrated local indie-rock band was playing at Sunset Temple in North Park to a packed crowd as part of San Diego Music Thing. The show started at around 11 p.m., and everything was going great until about half an hour into their set, when Pinback bassist / keyboardist / singer Zach Smith glanced over to the backstage area to his right.

"Hey," he said, "did somebody steal my second bass over there?"

The show ground to a halt as the three members–Smith, guitarist / singer Rob Crow and drummer Chris Prescott–dashed offstage to investigate. A few minutes later, a visibly frazzled Crow came back onstage to explain to the audience that Smith's bass had, indeed, been swiped mid-set.

The custom-built bass is very rare, very expensive and made by the company Alembic, Crow said…Pinback's drummer saved the day. While surveying the block, Prescott explained, he spotted a man stuffing the bass into a trashcan, and then saw the man run down the street. Prescott tried to stop him several times–at one point, he says, the man begged just to be let go–before successfully intercepting him inside Queen Bee's, a venue located a few blocks away from Sunset Temple on Ohio Street [#]

Brooklyn Vegan riferisce che il ladro è stato arrestato, e che durante l'inseguimento di cui sopra Rob Crow ha continuato a suonare da solo per una quarantina di minuti, prima che il resto della band tornasse sul palco per continuare il set come se nulla fosse con altri 50 minuti. Più due bis.

 

 

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martedì, 28 08 2012

Cose che ti perdi mentre sei in vacanza

Jessica Parè (AKA Megan Draper di Mad Men) che fa la seconda voce di Just like honey sul palco coi Jesus and Mary Chain. In termini di dive pop this song belongs to Scarlett (per questo ma soprattutto ovviamente per questo motivo), ma anche la nostra Zou Bisou Bisou sa il fatto suo.

 

 

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lunedì, 23 07 2012

Non so cos’è l’amore, ma so cosa non è

«Hi, my name is Jens Lekman. This song is about my best friend when I lived in Melbourne, Australia. We used to spend each friday night and saturday night just cruising up and down the streets, listen to all this radio, look at the girls, talk about life.
At some point we started talking about getting married so I could get into the country. We had both come out from these relationships at the time and we were kind of bitter and cynical at the time. The idea of building this relationship on something constructed, something with a purpose, rather than some vague feeling that could change at any time felt so comforting and liberating at the time.
But the problem was that, in order for this to work, I would never be able to tell the story, I would have to keep it a secret for forever. And that didn’t really work for me, because I’m Jens Lekman. So I wrote this song about it. And I left the country. 
It's also a song about the grey areas of love that you have to explore using the process of elimination, in order to find out even not what love is, but at least get a bit closer to it. So this song is called I know what love isn't

Dopo il singolo (un po' deludente) Erica America, ecco la versione acustica del pezzo che dà il titolo al nuovo attesissimo disco di Jens Lekman, suonata negli studi del Guardian. Che dire? WOW.

 

 

venerdì, 06 07 2012

Passammo l’Estate su una spiaggia solitaria (#arriverannopresto)

Mentre qua sudiamo per finire in tempo le ultime incombenze lavorative prima della Notte Rosa (per la Maratona Anni '90 dell'Hana-bi, vi ricordo), ieri sera sul palco del Bolognetti Rocks è salito Lorenzo Urciullo in arte Colapesce, già autore del migliore esordio italiano dell'anno. Nonostante nella dimensione live abbia ancora ottimi margini di crescita, il concerto è stato molto bello, e circa a metà è stato impreziosito da una bella cover di Summer on a solitary beach, il pezzo che apre La voce del padrone di Franco Battiato. La cover funziona da presentazione per Arriveranno presto, il festival della 42 Records che avrà luogo questo sabato a Roma (al Supersanto's di Piazzale del Verano), in cui Colapesce suonerà due volte: sul palco acustico con Meg (con cui ha recentemente duettato su una gorgheggiatissima versione di Satellite) e poi sul palco principale dove eseguirà per intero il suddetti capolavoro di Battiato. Se siete in zona  vi consiglio proprio di andarci, tanto quella sera in città non mi pare ci sia nient'altro da fare.

Tornando a Summer on a solitary beach, visto che c'ero ho fatto una cosa che non faccio mai, registrare un video; non si vede quasi niente, ma l'audio non è niente male. La voce che si sente più volte canticchiare il pezzo (la sentite bene all'inizio) è di Max Offlaga. Il piede che batte ostinatamente il tempo e fa ballare l'inquadratura invece è il mio.

 

 

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giovedì, 05 07 2012

Gli anni ’90 non sono mai finiti

Probabilmente questo post è inutile, perchè sapete già tutto di quello che mi accingo a rilanciare. Da un po' di anni da queste parti, infatti, la Maratona Anni '90 della Notte Rosa all'Hana-bi di Marina di Ravenna è uno degli eventi più divertenti ed esilaranti dell'Estate, e ho l'impressione che quest'anno non farà eccezione.
 

Domani sera, Venerdì 6 Luglio, Dalle 20 fino alle 3 di mattina, una buona decina di DJ (forse anche qualcuno in più) si alterneranno alla consolle della beneamata Spiaggia 72 di Marina di Ravenna per riproporre il meglio e il peggio del decennio delle camicie di flanella, della guerra nel golfo e dei Ragazzi del Muretto. Da qualche parte a metà serata salirò in consolle anch'io, in coppia con il sodale Osso di ritorno da Sidney, per quello che è già un revival dei party a cui abbiamo partecipato l'anno scorso con il nome di InkiOsso. Non sappiamo ancora da che parte andremo questa volta: Brit-pop? Chemical beat? Classici dell'Alternative? O magari è la volta che tiriamo fuori un po' di improponibile house commerciale? Avrò il coraggio di mettere Scatman? E i Soerba? I Liquido? Ho un po' paura, e dovresti averne anche voi. 

 

Se potete andare ad una sola festa in spiaggia durante l'Estate, questa è la serata in cui esserci.

 

[e nella improbabilissima eventualità in cui non conosciate l'Hana-bi, leggete l'articolo di Arturo su Rumore di questo mese, e vi verrà istantaneamente voglia di venirci il prima possibile]

giovedì, 28 06 2012

I Flaming Lips nel Guinness dei primati

In questo istante mancano ancora circa 10 ore; ma se tutto va come deve andare, alla fine della giornata i Flaming Lips avranno messo a segno il record del mondo per il maggior numero di concerti suonati in città diverse nel corso di 24 ore. Hanno cominciato ieri notte a Memphis, e hanno continuato a Clarksdale, Oxford e Jackson e gli mancano ancora Hattiesburg, Biloxi, Baton Rouge e New Orleans. La diretta video del tutto è qua, con tre canali (il tour bus, i vari palchi e la regia) che trasmettono non-stop. Io ne ho guardato un pezzettino, e il tutto è già discretamente fuori di testa. Come i Flaming Lips, del resto. Scommettiamo che il record lo fanno?

 

MP3  The Flaming Lips – Knives out (Radiohead cover)

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martedì, 26 06 2012

Offlaga Disco Max rocks!

Qua in città fa talmente tanto caldo che, se non si riesce a scappare al mare per il weekend, l'unico modo di superare vivi la giornata è di aspettare sera e dirigersi nell'ospitale quadriportico del Bolognetti Rocks a prendersi un aperitivo ghiacciato. Se ci capitate stasera, martedì 26 giugno, tra le 19.30 e le 21.30 (magari perchè attirati dal seguente concerto degli Zen Circus a ingresso gratuito, sul palco intorno alle 22), troverete in consolle come al solito me, accompagnato però da un ospite d'eccezione, ovvero Max 'Offlaga Disco Max' Collini, già voce e ideologia a bassa intensità del trio reggiano che tutti amiamo. Max ha accettato la mia offerta e per una sera abbandonerà il microfono per prendere posto dietro il mixer e mettere un po' di musica con me per l'aperitivo. Non ho la più pallida idea di cosa metterà, ma ho il sospetto che ci divertiremo. E' un'occasione unica: un vero fan degli Offlaga non può mancare. 

mercoledì, 20 06 2012

Secret Crush

I Teenagers sono una delle band probabilmente più inutili ed ignoranti che non mi vergogno di amare. Ho già tentato di spiegare almeno tre volte il perchè, e ogni volta cito le volte precedenti, forse in un incoscio omaggio al citazionismo spudorato della band:

 

Non so bene perchè mi piacciano così tanto i Teenagers. Non sono niente più che tre hipsters francesi che fanno base a Londra, suonano un indie-electropop-wave egocentrico e pornofilo e devono tutta la loro fama a un pezzo morboso che racconta di una banale storia di una notte tra una cheerleader americana (è amore) e un rocker inglese (è solo una scopata) e a una canzone d’amore dedicata (e intitolata) a Scarlett Johansson. Detestabili, e pure un po’ antipatici.

 

Eppure mi piacciono un sacco. Dietro alle loro t-shirt strette e jeans skinny, dietro ai loro pezzi da tre accordi, dietro ai loro arrangiamenti semplici al limite del banale, vedo una capacità di cogliere lo zeitgeist che pochi hanno, e di raccontare l’incoscienza esaltata di certi momenti dell’adolescenza (contemporaneamente filtrandoli con un occhio adulto e assai disincantato, e con un’autoironia abbastanza rara nella musica hipster) come pochi altri riescono a fare. Più l’intellighenzia li bolla come egocentici e fighetti, più la loro esaltazione di gioventù, sesso e stupidità mi pare più significativa di quanto sembra, e forse anche di quanto fosse nelle intenzioni della band stessa. E -cosa mai scontata- sanno scrivere della canzoni. [#]

 

Dopo 4 anni di silenzio che sono sembrati lunghissimi, la band ha diffuso ieri un nuovo demo per l'Estate, che si chiama Secret Crush e ha un ritornello profondo che recita «I want to fuck you, but I'm too shy to even tell you, and I don't know why». Non sono cambiati di una virgola, per fortuna.

 

 

martedì, 19 06 2012

Into the black

Se sei in mezzo al periodo più carico di lavoro della tua vita, finisci per trovarti in situazioni un po' strane. Tipo essere in ufficio da solo un lunedì sera d'Estate, con l'aria condizionata a palla mentre fuori ci sono trenta gradi, gli amici ti mandano messaggi chiedendoti se vai a fare l'aperitivo fuori e tu rispondi solo "NO" perchè tanto lo sanno che non hai tempo di essere più prolisso. Come l'intenso rapporto telefonico con la tizia della pizzeria d'asporto, che ogni votla che sente il nome dell'ufficio di sera sembra sinceramente dispiaciuta per il fatto che tu debba fare notte a lavorare. O come il non avere tempo di rispondere alle e-mail per organizzare le vacanze, quasi fossero un fastidio e un'incombenza. Come il trovarsi nella poco comune circostanza in cui i soldi sono assai meno preziosi del tempo (come dovrebbe sempre essere, in realtà). Come il tuo frigorifero, che è il regno dei formaggi ammuffiti e delle verdure andate a male, perchè a casa chi ci mangia mai, di questi tempi. Come la casa che sembra un po' un rifugio anti-atomico perchè ci vai solo per dormire, decidendo di spendere il poco tempo libero che ritagli fuori, a mettere i dischi o al mare o a una delle tante rassegne estive che tutte d'un colpo rendono questa città un posto veramente degno in cui vivere. Come il blog silenzioso o i social network che sembrano pieni solo di un chiacchiericcio sterile. Come il sentire il boato di un goal da fuori nella città silenziosa. Come la strana sensazione di trovarsi in una bolla spazio-temporale dotata di un suo perverso fascino come nella sindrome di Stoccolma.

 

Ma c'è un momento che arriva quasi tutte le sere, verso mezzanotte, quando la produttività si affievolisce e prendi il ritmo lento di chi cerca di arrivare al punto prima di scendere nel quartiere deserto e tornare verso casa. Ed è il momento perfetto per ascoltare uno dei dischi più belli di questa prima metà dell'anno, ovvero Kill for love dei Chromatics. I Chromatics li seguo da lontano da qualche anno, più o meno dai tempi di quel pezzone che era In the city, e sono da sempre il mio gruppo preferito della scuderia di quella etichetta col nome tutto sbagliato che si chiama Italians do it better. Sono un giro da un po' di anni e ultimamente hanno avuto anche un po' di visibilità per essere finiti nella soundtrack di Drive, ma è solo con l'ultimo disco che hanno trovato la quadra di un sound sfuggente che è contemporaneamente caldo e algido, maledetto e languido, metropolitano e desertico. La colonna sonora perfetta per un lungo viaggio notturno in macchina (il loro disco precedente si chiamava Night Drive), attraversando posti sconosciuti in cui non ti fermerai mai, con la mente che vaga verso il ricordo di qualche amore passato o di una storia senza speranza con una ragazza lontana. Elettronico e a volte quasi trip-hop, ma con abbondanti iniezioni si synth che profumano di certi anni '80 curiosamente eleganti, ma anche dello shoegaze meno rumoroso e di malinconico pop fumoso sempre un pochino fuori dal tempo, il sound dei Chromatics è nero e gravido di presagi, ed appartiene alla notte di chi è stanco ma non può e non vuole dormire, ed è crucciato da increspature di inquietudine che è sempre troppo definire dei tormenti. Perfetto per una giornata lavorativa che non vuole finire, in un periodo di super-lavoro che non vuole finire, che ti fiacca nell'animo e nello spirito, ma che quando finirà, inevitabilmente, un po' ti mancherà.

 

 

MP3  Chromatics – The River

MP3  Chormatics – Into the black (Neil Young cover)

martedì, 12 06 2012

Inkiostro aperirocks

Interrompo velocemente il lento ritmo di posting a cui il delirio lavorativo da cui sono sommerso mi costringe ultimamente, per invitarvi a bere una birra stasera al Bolognetti Rocks, il pregevole spazio estivo all'interno del quadriportico di Vicolo Bolognetti gestito da Covo e Osteria dell'Orsa che sarà il porto sicuro di questo inizio d'Estate. Uno spazio accogliente, birrette fresche, cibarie fornite dall'osteria di culto di Via Mentana, e un eccellente programma di concerti, eventi, partite e DJ set quasi tutti gratuiti. Stasera saranno sul palco quegli adorabili folkettoni francesi degli Herman Dune, ma prima del concerto e della successiva serata danzante ci sarà il sottoscritto a sonorizzare un placido aperitivo e la prima parte della serata. Visto che mi capita molto più spesso di avere a che fare con una pista da far ballare che con gente che chiacchiera e si rilassa bevendo mojito, ho un sacco di pezzi più belli del solito da mettere. Oltre a stasera sarò di stanza per l'aperitivo (quasi) tutti i prossimi martedì: tra una settimana (il 19) dividerò la consolle con la crew del sempre eccellente Sentire Ascoltare, mentre il martedì successivo (il 26) se tutto va bene avrò un super special guest che vi annuncerò a tempo debito. Ci vediamo là.

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lunedì, 28 05 2012

Una specie di nastrone estivo, ma non mio

Sarà la bella stagione che non arriva, sarà che là fuori escono ormai talmente tanti dischi che non ci si orienta più, sarà che ora come ora posto pochissimo, ma nelle ultime settimane mi sono curiosamente arrivate richieste da più parti di pubblicare sul blog un nastrone estivo.

E' vero, latito molto da queste pagine ultimamente, sto perdendo un sacco di concerti e il pochissimo tempo libero che ho è speso quasi interamente a cercare di rimettermi in pari con tutto quello che mi sono perso. Ascolto soprattutto cose vecchie, cose molto notturne o cose segnalate in giro che però non bucano la mia cappa di indifferenza; e fatico a trovare il tempo e la voglia per parlarne qui. Con un'unica eccezione. Che cade a proposito, perchè è un disco estivo ed è anche una specie di nastrone, o almeno si definisce tale.

 

Per la loro prima fatica in full lenght, infatti, i Tv Girl da San Diego non usano il termine album, ma quello assai più insolito di «mixtape». Che c'entri il fatto che il disco fa un abbondante uso di campionamenti probabilmente illegali e che quindi non possa essere pubblicato ufficialmente (e infatti è in free download da qui) non appare poi così fondamentale. The Wild, The Innocent, The TV Shuffle è infatti una sequenza di pezzi pop abbastanza killer che frullano un gran numero di generi e ricordano contemporaneamente cose diversissime tra loro (Eels, The Go! Team e The Avalanches, ma io ci sento anche i Real Estate più orecchiabili e Casiotone for the painfully alone, o come dice Enzo il primo Jens Lekman), mischiando le carte esattamente come farebbe un buon nastrone. I miei pezzi preferiti sono il doo-wop due punto zero Misery, l'anthem un po' FM tardi '90 Loud and clear, che parte come una specie di Drinking In LA velocizzata cantata da Mr. E e alla fine diventa uno zapping radiofonico in battuta che ti venire voglia di ballare. Ma potevo postare anche almeno altre tre o quattro: il disco è tutto bello, e ha conquistato rapidamente la vetta dei dischipiù ascoltati da queste parti. Ve lo fate bastare, come nastrone?

 

 

MP3  TV Girl – Misery

MP3  TV Girl – Loud and clear

martedì, 22 05 2012

Tutti i Radiohead a 8 bit

Ehi Pirex, forse ho trovato una nuova sigla per Impronte Digitali. Fin dai suoi inizi il nostro magazine di web e nuove tecnologie (che come sapete va in onda tuttii martedì alle 19.00 su Radio Città Fujiko, e di cui la terza stagione avrà termine tra una manciata di settimane) ha come sigla Nude dei Radiohead «suonata» da stampanti e hard disk (la sentite qui,e come vedete c'è tutto un filone).

Ora, su segnalazione di plus1gmt (che a sua volta forse l'ha letto su P4K) scopro che un utente di YouTube (QuintonSung) ha messo online delle eccellenti versioni degli interi Ok Computer e Kid A completamente rifatte ad 8 bit. Io me le sono già ascoltate tutte (più volte) e ho il sospetto che l'anno prossimo la nostra nuova sigla verrà da qua. A ben vedere, peraltro, la mia prima trasmissione in radio si chiamava Airbag

 

 

lunedì, 21 05 2012

Super Chemical Bros

Vedo che risale a quasi un anno fa, ma io questo remake retrogaming del video di Michel Gondry per Star Guitar dei Chemical Brothers me l'ero perso. Scommetto che Gondry, se l'ha visto, si è mangiato le mani per non averci pensato lui.

 

 

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venerdì, 18 05 2012

Chiamatemi Desanimaux

L'ultima volta che ho visto Desanimaux era a una festa nella sua casa di Firenze. Nonostante fosse il padrone di casa (e fosse l'ultimo dell'anno), il nostro eroe ha fatto aspettare tutti i convitati perchè era chiuso nella sua stanza a lavorare alla sonorizzazione di una pubblicità per un noto marchio di anti-zanzare. A Dicembre.
Facciamo fast forward di un po' di mesi, e lo troviamo tra i nomi che saliranno sul palco dell'Homework Festival, il mai troppo lodato festival indipendente di musiche elettroniche che giunge oggi alla sua decima e ultima edizione. Un'assoluta eccellenza nel panorama degli eventi bolognesi, che ha cambiato pelle più volte negli anni ed è riuscita ad andare avanti in modo sostanzialmente autogestito (da parte dell'omonima etichetta), mantenendo sempre un livello qualitativo altissimo.

 

L'edizione di quest'anno avrà luogo stasera e domani al TPO, e il programma è denso di nomi assai interessanti, che suoneranno quasi tutti live. Desanimaux sarà di scena domani sera, e sono molto curioso di vedere il suo nuovo live set, che a quanto pare fa un pesante uso della voce, campionata e riprocessata in tempo reale. Il suo ultimo pezzo ▲▲▲ Polymers ▼▼▼, poi, è un andante ipnotico un po' indietronico che mi piace un sacco, ed è probabilmente una delle cose migliori che abbia fatto.

 

 

lunedì, 14 05 2012

Gli Offlaga Disco Pax e l’epopea di Johan Van Del Velde

Un paio di mesi fa, lo saprete tutti, ha visto le stampe Gioco di società, il terzo disco degli Offlaga Disco Pax. Colpevolmente su queste pagine non ne ho scritto niente, e non solo perchè ultimamente sono in altre faccende affaccendato e non scrivo mai niente di niente;  è che mi sembrava inutile ribadire per l'ennesima volta il talento del trio reggiano, e sottolineare la qualità raggiunta dalla loro scrittura e dal loro sound. Il mio pezzo preferito del disco rimane, credo, il singolo Parlo da solo, tallonato dal piccolo psicodramma Pagare e morire, ma mi piace tantissimo anche Tulipani, una canzone che, la prima volta che l'ho sentita, mi è sembrata immediatamente familiare.

 

La storia di Johan Van Der Velde assiderato sulla cima del Gavia nel giro d'Italia dell'88, infatti, ce l'aveva raccontata lo stesso Max in radio in una delle puntate di Get Black, la trasmissione che abbiamo condotto insieme (con Francesca e Fabio) per un paio d'anni sulle frequenze di Radio Città Fujiko (se c'è qualche pazzo a cui interessa, qua c'è il podcast con tutte le puntate della prima stagione, e qua con tutte quelle della seconda). All'interno di una delle nostre rubriche cromatiche usa e getta, intitolata «Maglia nera, la dura lotta per l'ultimo posto in classifica ai tempi del ciclismo politicamente scorretto», Max aveva scelto di parlare proprio di quell'episodio, senza immaginare che qualche anno dopo su quella storia gli Offlaga ci avrebbero scritto addirittura una canzone. Prego la regia di favorire un contributo audio. 

 

MP3  Get Black 8/6/2007 – Offlaga Disco Max in 'Maglia nera'

 

 

Come ipotizzavamo all'interno della puntata, su YouTube si trovano un po' di immagini di quella tappa allucinante. Qualcuno (tale Sbrillo3000) ne ha addirittura creato un bel montaggio proprio sulle note di Tulipani.

Nel suo fascino sgranato e tipicamente lo-fi, è già un videoclip.

 

 

giovedì, 03 05 2012

The visible Tom Waits

[Oggi c'è il sole ma io mi sento in mood Rain Dogs]

 

MP3  Tom Waits – Tango 'till they're sore

giovedì, 26 04 2012

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap. 7. La classe pretenziosa va in Paradiso

di

Delle avversità professionali e umane che incontra il dj pretenzioso. Delle relazioni consolatorie nelle comunità virtuali di dj pretenziosi. Della Grande Occasione. Del Paradiso del dj pretenzioso

 

Più volte abbiamo parlato delle fenomenali ascese internazionali di disc jockey  che fanno fortuna come le rockstar.

 

La carriera del dj pretenzioso, non lo sottolineeremo mai abbastanza, è invece costellata da insuccessi e delusioni di ogni sorta.

La natura stessa dell'individuo è contraddistinta dal gap incolmabile fra volere e potere, traguardi ambiziosamente fissati e tragicamente non raggiunti. D'altronde metter musica nel bar del paesino della provincia più remota convinti che in pista ci siano cittadini di Soho o Williamsburg non denota eccelse capacità interpretative della realtà circostante.

Quali sono le più comuni avversità che si abbattono sul dj pretenzioso?

Ingaggi che non si trovano o saltano, compensi che senza preavviso si riducono o scompaiono, colleghi che ti sostituiscono, bar che chiudono, feste che per motivi di ogni genere non si tengono più, impianti che si rompono, promoter che non ti considerano, cd che si bloccano, avventori che non arrivano, o non ballano e/o ti contestano, offerte di residence che non quagliano, promesse di djset che non vengono mantenute, gestori che ti cacciano, piste desolate che non si riempiono, pr che ti snobbano, strappone che non strappano. Questa è la dura vita del dj pretenzioso il 90% delle volte.

Imparare a gestire un fallimento per un dj pretenzioso è una necessità biologica legata strettamente alla sopravvivenza, come respirare, mangiare, fare polemica su Maria Antonietta sul forum di rockit e leggere Stereogum.

Ci piacerebbe molto scrivere che tutto ciò è altamente formativo e consente al dj pretenzioso di sviluppare capacità straordinarie di autocritica, o la leggerezza per affrontare ogni difficoltà col sorriso, o la forza di ricominciare ogni volta senza lasciarsi scoraggiare, consapevoli che domani è un altro giorno, ma nessuno ballerà comunque su una canzone dei Boards Of Canada a capodanno.

Invece no.

Anni passati a inghiottire bocconi amari hanno reso il dj pretenzioso un essere depresso, rancoroso, sospettoso, vittimista, fatalista, pessimista, complessato, ferocemente dietrologo e gran teorico del complottismo.

Eccovi un campionario delle più ricorrenti frasi che il pretenzioso predilige, parlando in genere da solo.

Non ho una serata da resident perché metto musica scomoda. Perché sono troppo avanti. Perché gli altri sono troppo indietro. Perché è un circolo chiuso quello dei locali. Perché la gente è stupida e non capisce niente in Italia. Perché si balla solo quello che passa la radio/la tv. Perché gli altri dj sono degli smidolladi sputtanati commercialotti scontati. Perché è tutta una mafia. Perché non hanno ancora i mezzi per capirmi. Non mi fanno suonare perché son invidiosi della mia immane cultura musicale. Perché la mia musica fa paura. Perché le mie serate fanno pensare. Perché mi odiano e vogliono uccidermi.

 

Il dj pretenzioso non è mai sfiorato dal dubbio che non lo chiamino perché la sua musica non la ballerebbe nessuno.

A questo punto esistono due possibilità. La prima è impazzire e diventare dei serial killer o degli stragisti. La seconda è trovare qualcuno che ti capisca, qualcuno con cui sfogarsi. Il pretenzioso non è del tutto solo nell'universo. Ci sono altri suoi simili dispersi negli angoli più bui dell'impero, i soli che ne comprendano e condividano il dramma, altri pretenziosi che si immedesimano nelle alterne vicende djistiche e con cui farsi reciprocamente forza. Più spesso di quanto sia necessario i pretenziosi scrivono sui blog dove mettono in pubblico le proprie frustrazioni da dj indie e le rare soddisfazioni che ne derivano, dove si commentano compulsivamente fra di loro dandosi di gomito. Più di recente si ritrovano nei social network, su pretenziosi profili facebook dove è tutto un dirsi "mi piace" e darsi gran pacche sulle spalle per aver pubblicato il video di una misteriosa band neo zelandese degli anni 70. E attorno si fanno il social-deserto. A volte i pretenziosi si incontrano a un concerto, sotto palchi di band improbabili e si piangono sulle loro spalle pretenziose. In alcuni casi si accoppiano perfino.

Una volta su un milione il lamento straziante del pretenzioso raggiunge le orecchie giuste, grazie ai legami stabiliti con gli altri pretenziosi di cui parlavamo poco sopra. Non chiedeteci come e perché, la bottiglia col messaggio persa nell'oceano viene raccolta dalle mani che il pretenzioso nemmeno sperava di raggiungere. Solo allora può avvenire il miracolo. Il miraggio di una vita, il sogno inconfessabile che si traduce in realtà. E all'improvviso arriva

l'ingaggio prestigioso nel club importante dove si suona musica indipendente.

Dopo una vita sprecata dietro le più squallide consolle a sentirsi intimare di cambiare genere, di mettere qualcosa di "ballabile" per un pubblico che disprezzava profondamente, a ricevere richieste umilianti che era costretto ad accettare morendo dentro, a essere fischiato o minacciato fisicamente per le sue improbabili proposte musicali, a esibirsi in balere agghiaccianti, per il nostro è finalmente giunta la Grande Occasione. Si appresta a raggiungere il Paradiso dei dj pretenziosi. Una cosa da raccontare ai nipoti, se solo potesse averne.

Nella testa del dj pretenzioso questo luogo magico equivale ai più trendy club nuiorchesi, anche se si trova a Nonantola o nella periferia di Foligno. Il pretenzioso si è sognato per anni anche solo di metterci piede per vederci un concerto. Così il Paradiso del pretenzioso ha assunto nel tempo le dimensioni mitologiche di un tempio incantato, culla della buona musica, ovvero quella che il pretenzioso ritiene tale. Per una notte – si ripete ossessivamente in testa – lui sarà il sacerdote del tempio. La dissertazione sul senso del ridicolo del pretenzioso la rimandiamo a un'altra volta.

Come se lo immagina il prestigioso indie club il nostro pretenzioso?

Meraviglioso, frequentato da famosi rocker, dj affermati, blogger influenti e con il gotha del giornalismo musicale nazionale a bancone che ascolta attentamente la selezione di brani,  tutti sorseggiando dell'ottimo scotch e annuendo compiaciuti alle scelte del dj.

Il Walhalla del pretenzioso è pieno di giovani fichissimi indie kids, tutti aggiornatissimi sulle ultime uscite discografiche di Azaelia Banks ma anche ferratissimi sui Fugazi, tutti che suonano in uno o più gruppi, ma sono sempre pronti a farsi guidare sul dancefloor dalla mano esperta del dj che ne ha viste e ascoltate tante e ancora tanto ha da insegnare.

Nella Janna dell'hipster non ci sono le 40 vergini promesse agli islamici, ma si incontrano ragazze affascinanti, procaci e discinte, sorridenti e incredibilmente propense a ballare musica che abbia ottenuto almeno 6.4 su Pitchfork.  Inoltre sono tutte fatalmente attratte o innamorate del mischiadischi e pronte a concedersi sessualmente a costui per un mix azzeccato o un brano che morivano dalla voglia di sentire da anni, ma non avevano mai avuto il coraggio di chiedere. Manco l'avesse scritto lui.

In questo giardino dell'Eden indie i barman sono tutti rapidi, gentili e generosi, si ricordano i tuoi cocktail preferiti e ne offrono di squisiti appena creati da loro ogni notte, a te e ai tuoi amici.

I buttafuori sono colti, simpatici e paciosi, sfoggiano vistosi tatuaggi di Gandhi e Martin Luther King credono nel dialogo e nel confronto non violento, sono pronti a chiudere un occhio se qualche ragazza vuole entrare a tutti i costi per ballare, anche senza biglietto. D'altronde c'è da capirla, gira i dischi il dj pretenzioso stasera, come resistere, chi si perderebbe questa occasione irripetibile?

In questo Nirvana dell'alternative i padroni del locale sono praticamente dei secondi padri, sopraffini intenditori musicali, navigati a ogni esperienza nel mondo dell'indie rock, felici di ospitare il pretenzioso, raccontargli aneddoti su questo o quel gruppo canadese che ha suonato fra quelle quattro gloriose mura e mai e poi mai oserebbero interferire con le sue sacre setlist. E soprattutto sono fortemente intenzionati a riempire il pretenzioso di denaro e complimenti, proporgli serate a cadenza settimanale, procacciargli droga anche se non richiesta, solo per il gusto di condividerla con lui, e poterlo così ringraziare di quella musica che davvero mancava.  

Nessuno farà richieste nel Paradiso del dj pretenzioso, tutti saranno felici delle selezioni suonate dal dj, e quei pochi che oseranno chiedere lo faranno in maniera simpatica, competente, non insistente e chiederanno solo brani coerenti con la scaletta e magicamente sempre presenti nelle valigette del dj. E quando lui li accontenterà lo ringrazieranno mentre ballano scatenati e gli invieranno drink da bere alla loro salute.

Soprattutto tutti tutti tutti saranno pronti  a scendere in pista e a esaltarsi ballando fino al mattino appena il pretenzioso salirà in consolle e dalle casse partirà la prima nota di un oscuro remix di Squarepusher, uscito la sera prima su un tumblr giapponese che – ovviamente – tutti avranno scaricato e imparato ad amare nottetempo. E quando alle 5 arriverà la polizia a staccare le casse ci sarà una rivolta del dancefloor, e alla fine anche i poliziotti e i vicini lamentosi che li hanno chiamati si arrenderanno alla bellezza della musica scelta dal pretenzioso e inzieranno a ballare felici un pezzaccio classico dei Chemical Brothers, che a quell'ora si può andare anche un po' sul revival. Dove il revival – lo sottolineo – sono i Chemical Brothers e non Raffaella Carrà.

Solo pensare a tutto questo può portare il dj pretenzioso a una crisi di pianto per la gioia. Ora egli ha le chiavi per accedere alla Felicità. La Grande Occasione, quella da ricordare. Il treno che passa una volta sola nella vita. L'apice della fin lì sfortunata carriera. La serata che può determinare la svolta. Quella da non fallire. Il pretenzioso comincia ad avvertire infatti un filino di panico.

Come si prepara il dj pretenzioso a questo appuntamento cruciale? Come andrà davvero quella serata? Il Paradiso dei pretenziosi è davvero come se lo era sempre immaginato?

Queste ed altre risposte nel prossimo capitolo della Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso.  Oppure ve lo dico se venite al Covo venerdì sera.

lunedì, 23 04 2012

Big Blog Theory CONTEST: vinci un ingresso omaggio al Covo

di

Ve l'avevamo detto che venerdì 27 aprile al Covo torna Big Blog Theory? Certo che ve l'avevamo detto. E comunque – fino alla data in questione – ve lo ripeteremo fino alla nausea. E uso la prima persona plurale per darmi un tono, non perché scrivo da un blog collettivo.

 

Dicevamo: sua maestà Inkiostro, re di tutti i dj pretenziosi, mi ha invitato a mischiare dischi assieme a lui nella serata che rinverdisce i fasti musicali dei blog di inizio millennio (per i più giovani: i blog erano delle cose su internet su cui si scriveva, ma per più di 140 caratteri e senza tastino "mi piace" o "condividi", tipo questo che state leggendo). 

 

Mettiamo in palio due ingressi omaggio al Covo per il concerto dei Pan Del Diavolo (e per il resto della serata musicato da noialtri ovviamente). Se li aggiudicheranno i primi due che risponderanno correttamente al quiz sottostante inviando una email a inkiostro at inkiostro.com (non rispondete nei commenti, non vale). Non vi dimenticate di scrivere nome e cognome, poi ci pensa il padrone di casa a contattarvi.

 

Vado con la domanda.

 

In quale pezzo degli LCD Soundsystem si nominavano per quattro volte i SonicsJames Murphy in quel brano sostiene di essersi svegliato nudo su un'isola: quale e in che anno?

 

CONTEST CHIUSO hanno già vinto, e ti pareva, la meritocrazia che non c'è, è tutto un magna magna, tanto vincono sempre i soliti noti, la conventicola, gli amici degli amici. Ciao

giovedì, 19 04 2012

Le quindici canzoni della vita di James Murphy

E mentre stasera Mago Panzone Murphy sarà a Milano (all'Hangar Bicocca) per uno dei millemila eventi FuoriSalone della Milano Design Week, l'ex leader degli LCD Soundsystem regala a Ten songs that saved your life la lista delle sue canzoni preferite di tutti i tempi. Ci si leggono quasi tutte le influenze che poi si possono trovare nella sua musica, con un paio di chicche (la mia ballata preferita di Leonard Cohen? I Birthday Party del primo Nick Cave? I Beatles più avanguardisti?) e molti classici del'70-'80.

Qua sotto la tracklist è il player per ascoltare il nastrone:

 

01. JONATHAN RICHMAN i’m straight
02. SUICIDE cheree
03. THE FALL paintwork
04. THE RAPTURE house of jealous lovers
05. CAN i’m so green
06. LEONARD COHEN famous blue raincoat
07. DAVID BOWIE fame
08. A FLOCK OF SEAGULLS space age love song
09. JOHN CALE & LOU REED work
10. NYCC CHOIR stand on the word
11. LOOSE JOINTS is it all over my face
12. BIRTHDAY PARTY nick the stripper
13. THE BEATLES tomorrow never knows
14. KRAFTWERK computer world
15. ROBERTA FLACK the first time ever i saw your face

 

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giovedì, 12 04 2012

Suit up!

Sull'edizione americana di GQ, all'interno della fondamentale (ma anche no) GQ Guide to suits, Nick Cave parla del primo completo che ha mai comprato, ai tempi in cui la sua musica e la sua vita erano un tantino più interessanti di quelle odierne.

 

"The first suit I ever bought was from a secondhand place in New York when I was on tour there in the early '80s. It was three pieces, lime green with an orange check. I have no idea what it was made of, only that it melted when you would nod off and the cigarette would fall on your trousers. And I was actually imprisoned in it. I was busted buying drugs on the Lower East Side, and I was thrown in a holding pen in this ridiculous lime green suit. And I was thinking, Jesus, I wish it wasn't lime green. And of course, the one other white guy in the cell runs up and goes, 'Fuck, it's Nick Cave!' And what's more, we had a gig that night. We were staying at the Iroquois hotel, and when the sergeant said, 'Nick Cave, c'mon, make your phone call,' I asked him to call the Iroquois. And he says, 'Can you spell that?' And I'm like 'I… R…' 'Nope! Next!' So I was there for three days, and I missed the shows, sitting there in my lime green suit." [#]

 

MP3  Little Red – Do you love me? (Nick Cave & the Bad Seeds cover)

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martedì, 03 04 2012

No future / No past

L'ultimo disco dei Cloud Nothings Attack on memory non è un disco che mette tutti d'accordo. Da un lato ci sono i vecchi fan affezionati al sound indie-rock abbastanza leggero delle prime produzioni della band, rimasti spiazzati e in parte delusi dalla svolta pesante e grezza che caratterizza il disco (si sente forte l'impronta di Steve Albini, che l'ha prodotto), mentre dall'altro c'è una discreta parte della critica (tra cui Pitchfork) che ha lodato la scelta controcorrente e apprezzato il nuovo corso della band. In tutto ciò, noialtri che ogni tanto ci troviamo dietro una consolle siamo sempre lì a chiederci se ci sia qualche pezzo adatto a essere ballato o genericamente proposto a una platea, e in questo caso, a parte Stay Useless (che ricorda gli Strokes meno patinati) caschiamo abbastanza male.

 

A metterci una pezza ci pensa our beloved pal from New York City Matte aka Plastic HealtH, che si è profuso in un remix un po' robotico dell'inno paranoico No future / No past, che apre il disco ed è anche il primo singolo estratto. Un po' di velocità in più ed echi krauti e spaziali e una mattonata che ricorda certe cose emo-hardcore della prima ora diventa buona, se non per la pista piena, quantomeno per l'apertura o la chiusura di una serata di quelle un po' alienate. Davvero niente male per uno che di mestiere fa l'avvocato.