indie-gestione

venerdì, 28 01 2005

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Perle ai porci?
Qualche tempo fa, in una puntata di Scrubs – medici ai primi ferri c’erano i Polyphonic Spree che suonavano in una corsia di ospedale. Il deus ex machina (e protagonista) della serie Zach Braff ha da poco girato un film, Garden State, in cui il personaggio interpretato da Natalie Portman dice al protagonista maschile che gli Shins cambieranno la sua vita. Gli Shins hanno anche suonato dal vivo in una puntata di Una mamma per amica (Gilmore girls), serie televisiva in cui una volta è persino apparso un vinile degli Slint. Tornando a Garden State, nella sua colonna sonora c’è anche Iron and wine che rifà Such Great Heights dei Postal Service, il cui cantante Ben Gibbard è ormai una celebrità grazie ai continui omaggi alla sua altra band (i Death Cab for Cutie) in un’altra serie televisiva, The O.C.. E vogliamo far finta che il grande successo che sta riscuotendo in questo periodo Bright Eyes non c’entri nulla col fatto che, sempre in una puntata di O.C., Anna regalava a Seth i biglietti per uno dei suoi concerti?
Questo e altro su un gran bell’articolo di Pop Matters, che si interroga sul fenomeno dello sdoganamento televisivo delle indie-bands. Io, che su queste cose sono solitamente molto tignoso, in questo caso sono solo contento. 

mercoledì, 26 01 2005

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Inkiostro Video Aggregator
Un’altra puntata del vostro wannabe V-blog preferito:
Beck – Ghettochip Malfunction (Hell Yes – 8-bit remix) (streaming) Nuovo singolo per Beck, già remixato in versione a 8 bit. Un’ode all’estetica da retrogaming.
LCD Soundsystem – Daft Punk is playing at my house (streaming) Due buone idee (parodiare -abbastanza ovvio- l’epocale video di Around the world e rappresentare i livelli dello stereo con omini colorati) buttate un po’ via. Con un video all’altezza, un singolone del genere poteva lasciare il segno.
Bjork – Triumph of the heart (streaming)
Il ritorno del buon Spike Jonze, per un video surreale come e più del solito. Il gatto da solo vale tutto il clip.
The Kills – The good ones (streaming)
Stiloso? Stiloso. Ben fatto? Ben fatto. Inutile? Inutile.
Devendra Banhart  – A ribbon (tasto destro, salva con nome)
Atmosferico al punto giusto, e realizzato magnificamente. Anche se non l’ha diretto lui, dietro c’è lo zampino di Gondry.
Postal Service – We will become silhouettes (streaming)
Tenta di essere raffinatamente vintage, invece è banalmente kitsch. E ancora al duo americano manca un video alla sua altezza.
Pinback – AFK (tasto destro, salva con nome)
L’immagine del telegrafo per spiegare la musica dei Pinback? Ci sta, ci sta. Fatto con pochi soldi, ma con dentro l’anima.
Adem – Ringing in my hear (streaming)
Il meglio che abbiamo, in attesa che qualcuno porti in Italia l’autore di uno dei dischi dell’anno. Promoter: sveglia!
Steriogram – Walkie-Talkie man (tasto destro, salva con nome)
Ignoro chi siano, e pare che non mi perda niente. Questo video ‘tessile’, però, è decisamente brillante. Dirige Michel ‘sì sono sempre io’ Gondry.

martedì, 25 01 2005

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Sì, buonanotte
Di tutti i gruppetti rock giovani che negli ultimi 3 o 4 anni sono spuntati come funghi, come se gli anni ’70 e ’80 non ci fossero mai stati e certe sonorità le avessero inventate loro, gli Hot Hot Heat sono sempre stati i miei preferiti. Tre buoni motivi: sono canadesi, se la tirano poco, e hanno pubblicato due singoloni come Oh Goddamnit e Talk to me, dance with me (qui il video). Il loro Make up the breakdown, uscito per mamma Sub Pop, ha allietato buona parte del mio 2003, motivo per cui mi è inevitabile attendere al varco con molta attenzione (e un po’ di apprensione) il nuovo Elevator, in uscita ad inizio Aprile su una major. Per ora, ahimè, il nuovo singolo Goodnight Goonight (che potete scaricare da qui) non mi pare promettere nulla di troppo buono. Stiamo a vedere.

venerdì, 21 01 2005

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Succede – Winter 2005 nastrone
Succede che sia un periodo molto indaffarato, di quelli in cui ti svegli presto, lavori tanto e arrivi a sera che vuoi solo collassare a letto il più presto possibile. Succede che in un periodo del genere tu sia molto stressato, e quando sei stressato non hai quasi voglia di ascoltare musica. Succedono però altre due cose, contemporaneamente: il motorino ti lascia -di nuovo- a piedi e Bologna viene coperta da una copiosa nevicata. Succede quindi che tu sia costretto a tornare a muoverti a piedi, dopo anni che non lo facevi, e a riesumare il claudicante lettore cd/mp3 per fornire una colonna sonora ai tuoi interminabili spostamenti. Succede che, volta dopo volta, nei dischi nuovi che stai ascoltando trovi un buon numero di pezzi assai carini, e succede che li riunisci in un nastrone. Succede che lo posti sul blog.

1. Lcd Soundsystem – Daft punk is playing at my house (mp3 – grazie a Enzo)
state fermi, se ci riuscite.
2. Bloc Party – Like eating glass
se sento ancora dire in giro che sono i nuovi Franz Ferdinand..
3. Moving Units –Between us & them
sì, lo so che loro sono i Television without personality (cit.), ma a me fanno impazzire. nel loro genere (e nel 2004) tra i migliori.
4. Hood – The negatives
indietronica melodrammatica, wow. 
5. Radio Dept – This past week
dura combattere con le aspettative alte. Eppure c’è chi ci riesce.
6. Postal Service – Be still my heart (mp3)
Ben Gibbard basta che respiri, e da queste parti ci si ammutolisce.
7. Tori Amos – Sleeps with butterflies (mp3)
sigolo che anticipa il nuovo disco. melenso a livelli quasi insopportabili, ma incantevole.
8. Vancouver – The poser, the lovers and the poet (mp3)
se n’è già scritto: la band parmense ha fatto centro.
9. Stars – Your ex lover is dead
la scena canadese regala ancora perle: il miglior indiepop che ci sia in giro al momento.
10. Aqueduct – The suggestion box
onore al fiuto de laLaura. Una scoperta.
11. Jens Lekman – A man walks into a bar
da You are the light EP, una delle migliori canzoni in assoluto del genietto svedese.
12. Low – Monkey (mp3)
volume e pathos: i Low non sono più quelli di una volta. O siamo cambiati noi?
13. Patrick Wolf – Tristan
il secondo disco è ancora meglio del primo, ed è tutto dire. e questo pezzo spacca.
14. Iron and wine – Woman king (mp3)
meno sussurrato, più ritmato. uno dei suoi pezzi migliori di tutti i tempi.
15. Kings of Convenience feat. Bart Davenport – Gatekeeper (Feist cover – live) (mp3)
nevicava, che vi devo dire.
16. The Decemberists – The engine driver
come al solito non mi convincono al 100%. ma come al solito c’è sempre una canzone che mi fa secco.
17. Nick Cave & the bad seeds – Under this moon
come capita spesso, una B-side migliore dei pezzi del disco. Un classico fin dal primo ascolto.
18. Beck – Hell Yeah (mp3)
Beck is back (ahaha), ed è quello di una volta. Hell Yeah!
[parte di questi pezzi potrete ascoltarli stasera su Airbag, che per il resto ha una rutilante monografia dedicata all’alcool]

lunedì, 20 12 2004

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I miei 10 dischi del 2004
E’ stata dura, ma anche quest’anno è fatta: ecco la mia top ten musicale per l’anno che sta per finire. Poteva andare peggio, via.
[Avvertenza: toni molto celebrativi. Se siete allergici all’ironia, alle classifiche e all’esaltazione smodata di dischi che a voi potrebbero anche non dire nulla, passate oltre. Per tutti gli altri: accomodatevi e polemizziamo pure]

10. Lars Horntveth – Pooka
Come scrivevo qui, la musica di Lars Horntveth è quanto di più simile a una (bella) serata d’autunno mi sia capitato per le mani da un po’. L’indietronica incontra il jazz che incontra le colonne sonore, il tutto con una perfezione talmente matematica che -ne sono sicuro- se ne scoprissi l’algoritmo che ne descrive il suono sarebbe lo stesso che determina la traiettoria di una foglia quando cade dall’albero. Basta ascoltarlo, e si spiega da sè.

9. Piano Magic – The troubled sleep of piano magic
Scrivevo qui: L’ho capito dalle prime note di Saint Marie che un disco così fuori dal tempo, che se ne frega più o meno di tutto e di tutti, mi avrebbe conquistato. Colpisce al cuore più che al cervello, e non se ne va più. E’ passato quasi un anno, e non se n’è andato.

8. Blonde Redhead – Misery is a butterfly
Sempre da qui: Non perchè da anni sono tra i migliori, non per la costante evoluzione senza passi falsi, non per l’hype che li circonda nè perchè 2/3 hanno origine italiana: solo e semplicemente perchè è bellissimo. Languidezza impagabile, qualità altissima, classe rara.

7. Wilco – A ghost is born
Non pensavo l’avrei messo nella mia top ten: nella sua interezza non mi ha mai preso del tutto. Ma qualche giorno fa l’ho riascoltato, e mi sono accorto di quanto Jeff Tweedy abbia spesso detto quasi tutto quello che c’era da dire, e quasi sempre nel modo in cui andava fatto. Ed è proprio quel quasi a fare la differenza. Imperfetto, per fortuna. 

6. Iron and Wine – Our endless numbered days
Se il 2003 è stato l’anno del del punk-funk, il 2004 è stato l’anno del ritorno del folk. Folk in grande stile, però, che dietro a una voce e una chitarra nasconde una produzione impeccabile e arrangiamenti curatissimi. Come quello di Sam Beam, che con l’aiuto di Brian Deck ha trovato il modo giusto per cantare dei suoi interminabili giorni contati. Poi ci sono le canzoni, ovviamente. Ma che’vve lo dico a’ffà? 

5. Jens Lekman – When I said I wanted to be your dog
Immaginate Frank Sinatra ai tempi dell’indiepop: quello che otterrete è abbastanza vicino a Jens Lekman. Il cui disco d’esordio (arrivato dopo talmente tanti EP che noi l’adoravamo già) al primo ascolto è già un classico. Questione di personalità, e qui ce n’è da vendere.

4. Morrissey – You are the quarry
Se fosse il libretto delle giustificazioni del liceo scriverei: motivi personali. Per me quello appena trascorso è stato l’anno della riscoperta degli Smiths e di Morrissey, e il fatto che sia coinciso col suo ritono in grande stile, con quello che è probabilmente il suo più bel album solista, mostra un’appropriatezza che non può non essere celebrata. Senza storie, uno dei più grandi là fuori.

3. Adem – Homesongs 
Metà di questo disco è buon folk ottimamente arrangiato (Adem è un amichetto di Four tet, non scordiamolo); l’altra metà -semplicemente- ti fa secco. Almeno 5 pezzi di un’intensità e una tristezza devastanti, seriamente pericolosi per l’equilibrio umorale. Maneggiare con cautela. [Un mp3]

2. Pinback – Summer in Abaddon
Non riesco a spiegare perchè mi piaccia tanto; ci ho già provato ma non credo di esserci riuscito. Un disco che mi è tanto familiare nei suoi riferimenti quanto incomprensibile nel suo esito. Una matassa geometrica da dipanare ascolto dopo ascolto, che dopo 3 mesi nel lettore sta ancora tra i dischi in heavy rotation. Praticamente un miracolo, di questi tempi. [Un mp3]

1. Modest Mouse – Good news for people who love bad news 
C’è bisogno di dirlo di nuovo? C’è dentro Float on, e già potrebbe bastare. Ma poi, come ho già scritto, qui si parla del disco giusto al momento giusto, che con la sua aura da the good times are killing me (in qualunque dei due sensi lo si voglia interpretare) è stato la colonna sonora di un sacco di cose. Quei ricordi rimarranno attaccati come dei post-it, e il fatto di non poterli strappare via sarà contemporaneamente inebriante e insopportabile. Ed è esattamente ciò che dovrebbere accadere a tutti i buoni dischi.
Un disco lungo un anno. Forse di più.

lunedì, 13 12 2004

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Inkiostro video aggregator
Visto che di (ottimi) M-blog ce ne sono in abbondanza, oggi (ma solo oggi) mi reinvento V-blog.
+ Chemical Brothers – Galvanized (tasto destro, salva con nome) Un tempo non sbagliavano un colpo, nè coi video nè coi singoli. Con questo li hanno sbagliati entrambi?
+ Morrissey – I have forgiven Jesus (streaming) Il buon Moz nelle inedite vesti da prete. Ho detto tutto.
+ Joanna Newsom – Sprout and the bean (tasto destro, salva con nome) Come al solito a metà tra Vashti Bunyan, Alvin superstar e Loreena McKennit. Adorabile o insopportabile?
+ Unicorns – Jelly Bones (tasto destro, salva con nome) Completamente fuori di melone. Giaggià.
+ Broken Social Scene – Acoustic live @ Kataweb (streaming) Ben 5 canzoni live, in acustico, negli studi di Kataweb, per i protagonisti di uno dei concerti dell’anno.
+ Nick Cave & the bad seeds – Breathless (tasto destro, salva con nome) I coniglietti! Argh, i coniglietti! Aiuto, qualcuno faccia qualcosa!
+ Bloc Party – So here we are, Helicopter, Little thoughts e Banquet (tasto destro, salva con nome) Videografia completa -finora- per la promessa rock (già mantenuta) del 2005.
+ Castanets – As you do (tasto destro, salva con nome) Gran pezzo folk da un disco interessante ma un po’ sopravvalutato. Il video è tra i più brutti mai visti, però.
+ Go! Team – Ladyflash (tasto destro, salva con nome) Con una canzone del genere si poteva fare un video memoriabile. E invece no.