indie-gestione

mercoledì, 06 05 2009

Mi-ca-chù!

Della musica di Micahu and the shapes mi sono innamorato fin dalla prima volta che l’ho sentita. Lo scorso autunno avevo scaricato da chissà dove (non riesco a ricostruirlo) uno sparuto mp3 che aveva avuto una certa gloria sul mio Winamp; della band che l’aveva prodotto si trovavano però pochissime informazioni, e in breve tempo il file è finito nel triste dimenticatoio riservato alle belle canzoni senza un disco intero o una storia a dargli il giusto contesto. Disco intero che è arrivato in primavera (sotto la prestigiosa egida di Rough Trade, tra l’altro), e con esso l’attenzione della stampa che conta e un rinnovato colpo di fulmine nello stereo del sottoscritto.

 

Jewellery è un disco strano e familiare al tempo stesso. Per esso è stata coniugata l’etichetta di «pop cubista», che pare curiosamente appropriata nel definire il modo in cui una materia fondamentalmente melodica viene scomposta e ricombinata in modo innovativo e sorprendente, incorporando un approccio lo-fi, inserti di elettronica a 8 bit, echi blues (a volte viene in mente persino Tom Waits) e irruenza punk.

La titolare del progetto – Mica Levi, classe 1987- ha un nome da pokemon e l’aria un po’ da freak ma studia a una scuola di musica e ad ascoltare bene la cosa si sente. In cabina di regia siede niente meno che Matthew Herbert, ed è probabile che un nome del genere non si scomodi se non ha a che fare con qualcosa di grosso.

 

Sono poi riuscito a vederla live al South By SouthWest, ma nell’apposito post è finita citata solo tra le honorable mentions (dal vivo il suo set è ancora un po’ acerbo; ma si farà); ne ho scritto un po’ di più nell’esteso report in bella copia che trovate sul numero di Rumore in questi giorni in edicola.
Dalle nostre parti capiterà per una sola data questo Sabato al Palazzo dei Congressi di Roma, all’interno del sempre eccellente festival Dissonanze (quest’anno tra gli altri ci saranno Moderat, Bat for lashes, Lindstrøm, Timo Maas, Laurent Garnier, Telepathe..) che insieme ai rigatoni alla gricia e ar colosseo è una delle cose che più invidio alla capitale. 

 

Al grido di: meno Totti, più pokemon cubisti.

 

 

Micachu and the shapes – Golden phone (MP3)

Micachu and the shapes – Calculator (MP3)

 

lunedì, 04 05 2009

Today we’re going to create a mash-up!


RiP!: A Remix Manifesto è un (bellissimo) documentario su come i concetti di diritto di autore e copyright siano cambiati radicalmente negli ultimi anni. Diretto dal canadese Brett Gaylor, fondatore del progetto Open Source Cinema, il documentario è stato girato e assemblato nell’arco di sei anni e segue da vicino la vita e le vicende di Gregg Gillis, noto ai più come l’artista del remix e del mashup Girl Talk. A fare da contorno una serie di personaggi che hanno studiato, modellato e decostruito il diritto d’autore sulla rete: c’è Lawrence Lessig, professore americano luminare del diritto digitale e fondatore dei Creative Commons, Cary Doctorow, giornalista e editore del blog Boing-Boing, e il musicista Gilberto Gil, ex-ministro della cultura brasiliano e pioniere del copyfree nel suo paese.

RiP! è, da una parte, un viaggio illuminante in una serie di dinamiche che fanno ormai parte della cultura pop e che per quanto ci possano sembrare familiari non smettono mai di essere eccitanti e rivoluzionarie. Ma è anche una vera e propria dichiarazione di guerra a chi è intenzionato a opporsi all’avanzata della cultura copyleft e copyfree. E riascoltare un album come Feed The Animals dopo aver visto questo film, diventa un’esperienza diversa, non solo musicale, ma quasi politica.

In pieno stile copyleft, il documentario non solo è disponibile gratuitamente sulla rete (qui) ma lo stesso Gaylor invita chi volesse a contribuire con nuovo materiale o a creare dei propri remix video che saranno integrati nella versione extended del documentario. Il primo documentario open-source della storia? Difficile a dirsi, vedremo il risultato. Vi lascio il trailer così vi fate un’idea.

giovedì, 30 04 2009

The Teenagers @ Covo

Dei Teenagers, un paio di anni fa scrivevo così: 

il loro leziosissimo mix di post new-wave, eurotrash e porno-pop (definizioni volutamente senza senso, sia chiaro) ci ha messo qualche mese a conquistarmi, ma è da un po’ che ho abbandonato ogni resistenza, e tutte le cose che inizialmente me li rendevano un po’ indigesti (il citazionismo sfrenato, i continui riferimenti sessuali, lo spoken svogliato e le basi che sembrano fotocopiate da qualche demo in bassa qualità dei primi New Order), ora mi divertono come poche altre. [#]

 

Qualche mese dopo, parlando del loro singolo Starlett Johansson in un post che cominciava con il fotogramma del culo della suddetta attrice all’inizio di Lost in Translation, scrivevo: 

La canzone ora ha anche un video, che potete vedere qua sotto, e che alterna dissolvenze incrociate di rara bruttezza con la bella idea di proiettare la band -e le sue tutine un po’ new-rave- sulla schiena nuda dell’attrice (o chi per lei), appena sopra le mutandine rosa che con tutta evidenza citano proprio l’immagine di Lost in translation. Come sembrano dire The Teenagers, per una volta con poca spocchia e molta naiveté, ogni tanto lasciateci sognare. [#]

 

 

Non so bene perchè mi piacciano così tanto i Teenagers. Non sono niente più che tre hipsters francesi che fanno base a Londra, suonano un indie-electropop-wave egocentrico e pornofilo e devono tutta la loro fama a un pezzo morboso che racconta di una banale storia di una notte tra una cheerleader americana (è amore) e un rocker inglese (è solo una scopata) e a una canzone d’amore dedicata (e intitolata) a Scarlett Johansson. Detestabili, e pure un po’ antipatici.

 

Eppure mi piacciono un sacco. Dietro alle loro t-shirt strette e jeans skinny, dietro ai loro pezzi da tre accordi, dietro ai loro arrangiamenti semplici al limite del banale, vedo una capacità di cogliere lo zeitgeist che pochi hanno, e di raccontare l’incoscienza esaltata di certi momenti dell’adolescenza (contemporaneamente filtrandoli con un occhio adulto e assai disincantato, e con un’autoironia abbastanza rara nella musica hipster) come pochi altri riescono a fare. Più l’intellighenzia li bolla come egocentici e fighetti, più la loro esaltazione di gioventù, sesso e stupidità mi pare più significativa di quanto sembra, e forse anche di quanto fosse nelle intenzioni della band stessa. E -cosa mai scontata- sanno scrivere della canzoni.

 

Sabato sera i Teenagers suoneranno al Covo, e sarà una bella festa. Chissà se inviteranno una folla di ragazze sul palco durante il finale con Homecoming (come fecero l’anno scorso quando li vidi a Brooklyn, vedi la foto qua sopra), e se si dimostreranno antipatici esattamente come sembrano. A seguire io e Art Compagnoni metteremo i dischi al Gate1 per l’ultima volta della stagione; e so già che sarà una delle serate migliori dell’anno.

 

The Teenagers – Trouble (MP3)

The Teenagers – Homecoming (MP3)

  

lunedì, 27 04 2009

What kind of animals are we?

Sarebbe facile liquidare Seasoned eyes were beaming, il primo disco solista di Sara Lov (appena uscito per Nettwerk), come una versione ridotta del suo progetto maggiore Devics. Del resto viene naturale pensarlo: mentre il suo socio Dustin O’Halloran si prende una pausa dal gruppo per occuparsi della sua carriera solista (decisamente impegnata dopo la benedizione di Sofia Coppola, che ne ha scelto vari pezzi nella colonna sonora di Marie Antoinette), lei ammazza il tempo pubblicando un disco solista.

 

Le coordinate musicali, peraltro, sono pressapoco le stesse: torch songs dolenti, ballate malinconiche, pop songs sontuosamente sconsolate. Gli arrangiamenti sono simili: sempre curati, classici, ricchi ma molto semplici. La canzone migliore (Animals) è un duetto con una voce maschile, che non è quella di Dustin O’Halloran ma gli somiglia (è Alex Brown Church dei Sea Wolf). E la voce di Sara, beh, QUELLA voce è sempre lei, ed è capace di afferrarti al torace e di aprirtelo in due come se fosse fatto di burro, esattamente come succedeva con il capolavoro dei Devics The stars at Saint Andrea.

 

Il disco di Sara Lov non è così diverso da un disco dei Devics, quindi. A scanso di equivoci, un gran bel disco dei Devics.
Eppure c’è qualcosa che non torna, qualcosa di leggermente differente, e non appena ti concentri su quella sfumatura più scura, su quell’ombra che prima non c’era, su quel bordo che ora non coincide, non riesci a fare più a meno di notarlo. La formula solista nasconde una nudità che ai Devics era sconosciuta, che è tanto più coraggiosa quanto più dolorosa, e che spesso rinuncia ai toni melodrammatici che una volta erano la cifra distintiva della band per preferirgli una malinconia in qualche modo più distante.

 

Malinconia più distante che forse è la rassegnazione di chi ha rinunciato, o che più probabilmente è la serenità maturata dagli occhi stagionati a cui il disco dedica il titolo. In ogni caso, è una prospettiva nuova su un panorama familiare, e un gioco che ti invita a trovare le differenze anche se queste non sono poi così importanti. Ma, soprattutto, è una domanda nuova che non ha risposta («Che tipo di animali siamo?») ma che è importante farsi.

 

 

Sara Lov – Seasoned eyes were beaming (MP3)

Sara Lov (feat. Alex Brown Chuch) – Animals (MP3)

 

 

 

Alla fine di questa settimana Sara Lov sarà in tour in Italia: 30 Aprile – Pisa, @ Circolo Caracol, 1 Maggio – Roma @ Circolo Degli Artisti, 2 Maggio – Torino @ Spazio 211, 3 Maggio – Marina di Ravenna @ Hana-bi, 4 Maggio – Milano @ Salumeria della Musica. Non provate a perderla. Ci vediamo a Ravenna.

 

giovedì, 23 04 2009

La piccola agenda dei concerti di Inkiostro

Normalmente per la versione estiva dell’agenda dei concerti inkiostro-approved di Bologna e dintorni aspettavo fine Maggio, quando i club invernali sono chiusi e i giochi per i festival estivi sono già fatti. Quest’anno però l’Estate in città pare magra (niente fondi per JuLive o per il palco di S.Stefano), mentre Maggio presenta una densità di appuntamenti a tratti davvero imbarazzante.

 

Ce n’è per tutti i gusti, dall’indie al folk all’elettronica, passando per i festival piccoli medi e grandi (RockEr, Handmade, Musica nelle Valli, Homework, Express, Ferrara sotto le stelle), le ultime serate danzanti nei club e un sacco di piccoli eventi qua e là che la crisi non riesce a fermare. L’Estate si preannuncia più calma, ma dopo un Maggio così ci riposeremo.

 

Come sempre da stampare ed evidenziare, e suggeritemi le date mancanti. Buon divertimento.

 

 

Quando Chi Dove

Ven 24/04

Hot Gossip + Desanfetaminado Party

Julie’s Haircut + Les Fauves

Autokratz + Kitsunè Night

Yuppie Flu

Dente

Covo (BO)

Estragon (BO)

Mattatoio (Carpi – MO)

Bronson (RA)

Retro Pop (Pinarella – FC)

Non ho mai capito il perchè, ma spesso quando in regione passano dei nomi italiani interessanti, lo fanno tutti la stessa sera. Prendete stasera: al Covo gli Hot Gossip presentano il nuovo disco (seguiti dall’ incendiario Desanfetaminado Party di Arturo e Pullo – io sarò qua), all’Estragon fanno lo stesso Julie’s Haircut e Les Fauves; al Bronson ci sono gli Yuppie Flu e a Pinarella Dente. Scaglionarsi no, eh?

Sab 25/04

Butthole Surfers

Micah P. Hinson + Casador

The Rifles

Heike has giggles

Lomas

Estragon (BO)

Bronson (RA)

Covo (BO)

Diagonal (FO)

Mattatoio (Carpi – MO)

Dimmi che concerto scegli e ti dirò chi sei: Butthole Surfers? Hai più di trent’anni. Micah P. Hinson? Tendenze maniaco-depressive. The Rifles? Giovane e hipster. Heike has giggles? Romagnolo (e pigro). Lomas? Polaroid o Leonardo. :-)

Dom 26/04

Casino Royale + Neffa + Papa Ricky

Propagandhi

Passe Montagne

TPO (BO)

Estragon (BO)

Locomotiv (BO)

Lun 27/04

Ghost Bees + Aidan Smith

TREeSESSANTA (Gambettola – FC)

Mer 29/04

Bonnie Prince Billy

Estragon (BO)

Quatto quatto il Rocker Festival è arrivato alla quarta edizione, con meno fama di quanto merita ma una storia di eccellenti concerti portati sul finire della primavera sui palchi di Estragon e Covo. Anche quest’anno line-up notevolissima e assai versatile, su cui brilla il nome di Will Oldham e del suo folk senza tempo.

Gio 30/04

Get Well Soon + Dear Reader

Boduf Songs + To kill a petty bourgeoisie + Larkin Grimm

Cristina D’avena + Gem Boy (!)

Balmorhea

Drunken Butterfly + Orange Lem

Covo (BO)

Almagià (RA)

 

Estragon (BO)

Mattatoio (Carpi – MO)

Arterìa (BO)

Ven 01/05

Handmade Festival (Yuppie Flu, My awesome mixtape, Blake/e/e/e, A classic education, Arnoux + altri)

UK Decay + LTD + Oltretomba

Balmorhea

 

 

Pino Scotto

The Cleb (Guastalla – RE)

 

Covo (BO)

Teatro Dimora – (Arboreto di Mondaino – RN)

Russi (RA)

Ho sentito belle parole sulle due edizioni precedenti dell’Handmade Festival, il primo maggio di indie italico che porta alcune delle migliori band nostrane nel sempre accogliente contesto dei festival do-it-yourself della bassa. Vari bei nomi sia tra le band che tra i DJ e anteprima assoluta per il nuovo materiale dei My awesome mixtape, direi che vale la trasferta. Speriamo sia bel tempo.

Sab 02/05

The Teenagers

Bugo

Icy Demons + Arnoux

Corona + Datura DJ set

Covo (BO)

Estragon (BO)

Locomotiv (BO)

Velvet (RN)

Irresistibili, non so trovare un’altra parola per definire i Teenagers. Hipsters francesi trapiantati a Londra, grandissime facce da schiaffi che suonano un indie-electropop-wave pornofilo che dovrebbe essere detestabile, invece è eccezionale. Già visti a Brooklyn l’anno scorso, e divertito assai. A seguire sono anche in consolle, per l’ultima volta della stagione al Covo. What a night.

Dom 03/05

Sara Lov

Hana-Bi (Marina di RA)

E a conclusione di un weekend intenso non c’è niente di meglio di un concerto sulla spiaggia, il primo dell’annata dell’Hana-bi. A suonare c’è Sara Lov, di cui tante volte avete letto su queste pagine. Imperdibile.

Mer 06/05

Love Is All

Covo (BO)

Gio 07/05

Holloys

Loco Squad (Milano Marittima – RA)

Ven 08/05

The Rakes

Action Beat + Edie Sedgwick + Bob Corn

Hanne Hukkelberg

 

DM Stith

Post contemporary corporation

Covo (BO)

Locomotiv (BO)

 

Retropop (Pinarella – FC)

Zuni (FE)

Estragon (BO)

Sab 09/05

Trail of dead

Themselves

Parker Lewis

Estragon (BO)

Hana-bi (Marina di RA)

Lego (CE)

Dom 10/05

A Life along the borderline – A tribute to Nico (feat. John Cale, Peter Murphy, Lisa Gerrard, Mark Lanegan, Mark Linkous, Mercury Rev, Soap and Skin)

Glasvegas

Teatro Comunale (FE)

 

 

 

 

Bronson (RA)

L’idea di fare una serata in onore di Nico con un cast stellare e di farla, di tutti i posti del mondo, a Ferrara, ha qualcosa di chiaramente surreale. Non oso immaginare che atmosfera ci sarà, ma sono sicuro che avrà qualcosa di magico. Temo proprio non ci sarò, ma sarebbe bello.

Lun 11/05

Tiziano Ferro

Futurshow Station (Casalecchio di Reno – BO)

Ven 15/05

Julie’s Haircut

 

Thee Second Kiss + Mashrooms

Retropop (Pinarella – FC)

Locomotiv (BO)

Sab 16/05

The Death of Anna Karina + Altro + Wax Anatomical models

Jamie Stewart (Xiu Xiu)

Locomotiv (BO)

 

Mattatoio (Carpi – MO)

Dom 17/05

Tender Forever

Mattatoio (Carpi – MO)

Lun 18/05

Tender Forever

Clandestino (Faenza – RA)

Mar 19/05

Crystal Stilts

Hana-Bi (Marina di RA)

Mer 20/05

Lydia Lunch with Teenage Jesus and the Jerks

Locomotiv (BO)

Gio 21/05

Boss Hog

Locomotiv (BO)

A quanto leggo nelle date di questo comeback tour la band di Jon Spencer e sua moglie Christina Martinez non suonano il loro hit single White Out. Potrebbe essere sufficiente per non andare a vederli? Mah.

Ven 22/05

Hatcham Social

Phosphorescent

Sleepy Sun + Pater Nembrot

Covo (BO)

Hana-Bi (Marina di RA)

TREeSESSANTA (Gambettola FC)

Sab 23/05

1990’s + closing party

Pink Mountaintops

Covo (BO)

Hana-Bi (Marina di RA)

Già protagonisti di un gran bel set alla chiusura di due anni fa, i 1990s tornano sul luogo del delitto per presentare il nuovo disco e traghettare i fedeli del club di Viale Zagabria verso la fine della stagione. Sarebbe un peccato non esserci.

Mar 26/05

Peter Broderick + The Veils

Hana-bi (Marina di RA)

Gio 28/05

Psychic TV

Homework Festival (Radiq + Hirnlego + Tomme)

Arena Puccini (BO)

Teatro San Leonardo (BO)

Ed ecco un altro weekend difficile da gestire. La concomitanza in zona di ben tre festival (l’Homework Festival con la sua elettronica miniale, Musica nelle valli con il suo folk e art-rock barbuto della bassa, l’Express con una all-star intellettuale e cross-genere) rende la pianificazione delle serate quantomeno difficile. Da queste parti tenteremo di passare da tutti e tre, ma è solo un’idea.

Ven 29/05

Homework Festival (Dorian Concept + Lukid + Grillo)

Musica nelle Valli (Bachi da Pietra, SJ Esau, Comaneci + altri)

 

God is an astronaut

Teatro San Leonardo (BO)

Barchessone Vecchio (San Martino Spino – MO)

Arena Puccini (BO)

Sab 30/05

Musica nelle valli (Callers + Father Murphy + Atlantic Cable + Majirelle + altri)

Homework Festival (Bruno Pronsato + Finale Elettrowave)

Matmos

Barchessone Vecchio (San Martino Spino – MO)

Teatro San Leonardo (BO)

Arena Puccini (BO)

Dom 31/05

Vivian Girls + The Pains of Being Pure at Heart

Akron Family + Women + His Clancyness

Yo la tengo

Musica nelle valli (Vialka + Dadamatto + Movie Star Junkies + altri)

Hana-Bi (Marina di RA)

 

Area Puccini (BO)

 

Sala Estense (FE)

Barchessone Vecchio (San Martino Spino – MO)

E nonostante i tre festival (che la domenica sono rimasti in due), anche il resto della regione spara delle belle cannonate. Ferrara mette in campo i sempre ottimi Yo la tengo, mentre l’Hana-bi mette in scena un’accoppiata da spiaggia che per il sottoscritto batte tutto il resto. Love love love per i The pains of being pucci at heart, un po’ meno per le Vivian Girls ma sono sicuro che all’Hana-bi riuscirò a divertirmi pure con loro. Concerto da spiaggia dell’Estate (per ora).

Lun 01/06

Sunn o)))

Chemical Brothers DJ set + Erol Alkan DJ set

Akron Family

Bowerbirds

Arena Puccini (BO)

Cocoricò (Riccione – RN)

Hana-bi (Marina di RA)

Mattatoio (Carpi – MO)

Confesso che non ho mai sentito un disco intero dei Sunn o))) , ma ho l’impressione che dal vivo possano essere notevoli. O noiosissimi. O più probabilmente, entrambe le cose contemporaneamente. Peccato perchè ad averci voglia poteva essere l’occasione per mettere piede al Cocoricò (dubito mi capiteranno altre occasioni, sto invecchiando) e ritrovarci due DJ set coi controfiocchi.

Gio 11/06

Jarboe + Rose Kemp

Rock Planet (Pinarella – FC)

Ven 12/06

A hawk and a hawksaw

Hana-bi (Marina di RA)

Sab 13/06

It’s a musical + Sin Fang Bogus + Borko – Thomas Morr DJ set

Zen Circus

TREeSESSANTA (Gambettola FC)

Arti vive (Soliera – MO)

Ven 19/06

Dredg

Bronson (RA)

Dom 21/06

Lords of Altamont

Hana-bi (Marina di RA)

Lun 22/06

Anthrax

Sottotetto (BO)

Mar 23/06

Kylesa + Coalesce

Sottotetto (BO)

Mer 24/06

Editors

Piazza Castello (FE)

Gio 25/06

Pete and the pirates

Hana-bi (Marina di RA)

Gio 27/06

Paolo Conte

Piazza Castello (FE)

Mer 01/07

Diamanda Galas

Rocca Brancaleone (RA)

Ven 03/07

Karma to burn

Hana-bi (Marina di RA)

Lun 06/07

Testament + Fear Factory

Velvet (RN)

Mer 08/07

The Dillinger Escape Plan

Velvet (RN)

Mer 15/07

Bloc Party + White Lies

Piazza Castello (FE)

Ven 17/07

Oblivians + The Gories

Hana-bi (Marina di RA)

Mar 21/07

TV on the radio + Animal Collective

Piazza Castello (FE)

A occhio è il concertone dell’Estate. Nella solita piazza di Ferrara gli autori di uno dei dischi più acclamati del 2008 e quelli di uno dei dischi più acclamati del 2009. Imperdibile, chevvelodicoaffà.

Mer 22/07

Emiliana Torrini

Verucchio (RN)

Ven 24/07

Bob Log III

TBA (BO)

 

 

(Eventuali) gite fuori porta

 

Quando Chi Dove

Lun 04/05

PJ Harvey & John Parish

Auditorium A. Gottardo (MI)
Direte: «ma l’hai già vista ad Austin!». Dirò: quando riuscirò a sposarla la vedrò ogni giorno della mia vita. Nel mentre, se devo fare 300 Km e pagare 60 euro mi pare già un buon affare.

Mer 03/06

Women + Banjo or Freakout + His Clancyness Rocket (MI)
Forse la più interessante tra le date dei Vitaminc Days, che purtroppo da bravo festival milanese presenta quasi tutti i concerti durante la settimana e non nel weekend. Solidissimi i Women, e da vedere il Clancy solista e Banjo Or Freakout, prima che la perfida Albione (e Pitchfork) ce lo rubino per sempre.

Sab 18/07

Kraftwerk + Aphex Twin

Italia Wave (LI)

Manco ad Italia Wave dai tempi in cui si chiamava ancora Arezzo Wave e la sua attrattiva principale oltre ai concerti ancora gratuiti era il meraviglioso e surreale campeggio. Questa serata potrebbe essere l’occasione per tornarci; un’accoppiata di principi della musica elettronica del genere ha pochi rivali.

 

mercoledì, 22 04 2009

69 Fumetti D’Amore

Dieci anni fa Stephin Merritt e i suoi Magnetic Fields tiravano fuori dal cilindro una trilogia musicale sull’amore in 69 canzoni di tutti i generi (pop, rock, country, synthpop, punk, jazz, world etcetera) chiamata appunto 69 Love Songs. A leggerla, se non l’avete mai sentita (vi affliggano criminali sensi di colpa per ciò), sembra qualcosa di megalomane ma tutte le premesse sono giustificate dalla riuscita e dalla grazia che percorre i tre volumi. C’è cresciuta gente e di sicuro non basta una vita per provare tutte le cose che capitano lì dentro. Dieci anni dopo, un gruppo di disegnatori, illustratori e scrittori londinesi ha dato vita ad un progetto chiamato How Fucking Romantic che ripercorrerà tutti e sessantanove i momenti, con i personaggi e i luoghi a noi tanto cari, da Abigail a Reno Dakota, dai conigli al Grand Canyon. Siamo insomma pronti per chiederci quando comincerà il revival degli anni Zero.

renodakota

The Magnetic Fields –  All My Little Worlds (MP3)

lunedì, 20 04 2009

A morte i negozi di dischi

[un post volutamente attaccabrighe]

 

In Italia la notizia non è girata granchè (anche perchè le iniziative organizzate non sono state molte nè di particolare richiamo), quindi forse a qualcuno di voi è sfuggito: sabato scorso è stato il Record Store Day, il giorno dedicato alla celebrazione e alla difesa dei negozi di dischi.

 

Ogni appassionato di musica ama i negozi di dischi. E’ talmente scontato che non ha quasi senso scriverlo. Ciascuno di noi ne ha frequentati tanti, si è affezionato, ha ricordi memorabili legati a questo o a quell’acquisto e ha desiderato almeno una volta nella vita di fare il lavoro del protagonista di Alta Fedeltà. I negozi di dischi sono belli. Difendiamoli.

 

Qualche giorno fa, rincasato dal lavoro, ho trovato nella cassetta della posta la piccola montagna di cd dell’ultimo ordine che ho fatto su Play.Com . Un paio di vecchi best per colmare le lacune, tre cd dell’anno scorso che non mi erano piaciuti abbastanza da comprarli subito (ma non abbastanza brutti da decidere di non comprarli affatto), un po’ di roba varia ed eventuale trovata in offerta e un paio di vecchi dischi super-indipendenti praticamente introvabili in quasi tutti i negozi della città. Costo totale: una trentina di euro, spese di spedizione comprese.

 

Non ho mai comprato così tanti dischi come negli ultimi due anni, eppure quasi non riesco a ricordare l’ultima volta che ho comprato un disco in un negozio (in Italia). Ordinare online è incommensurabilmente più comodo: l’assortimento è imbattibile, i prezzi sono molto più bassi, lo puoi fare a qualsiasi ora (io ordino praticamente sempre all’una di notte, dopo ore di navigazione certosina) e se sei incerto a un click di distanza c’è sempre un MySpace e decine di m-blog su cui ascoltare qualche pezzo, e decine di recensioni da leggere per farsi un’idea più precisa.

 

Cercate di dimenticare per un attimo quello a cui siete abituati, e pensateci: un bene immateriale come la musica è fatto apposta per essere acquistato online, anche per chi come noi non può fare a meno dell’oggetto disco. E’ la piattaforma più completa per avere un assaggio di cosa si sta acquistando, prezzi onesti che tagliano le intermediazioni inutili, disponibilità illimitata che rispecchia la sempre più sterminata produzione discografica. In un negozio si compra a scatola chiusa, si è vincolati da una disponibilità ridotta e il prezzo paga anche la distribuzione e il punto vendita che non aggiungono quasi niente al valore del disco (per tacere dell’insensata IVA italiana).

 

I negozi di dischi hanno svolto un ruolo fondamentale nei decenni passati, ed è normale essere tristi per la loro inevitabile, progressiva, scomparsa. Ma il loro ruolo è finito, i tempi sono cambiati, e i pochi negozi che riusciranno a sopravvivere dovranno inventarsi modi diversi per sostenere il proprio business. Si ibrideranno con bar e locali, oppure con boutique e negozi di design (entrambe le cose stanno già accadendo); oppure -come dice il BDD– diventeranno più simili a degli antiquari, che vendono beni di lusso che vengono da un’altra epoca. Non potranno competere con la rete per prezzo e assortimento, e a breve non avranno più neanche clienti fedeli che comprano perchè affezionati o perchè non ancora avvezzi all’e-commerce.

 

It’s evolution, baby, e combatterla è inutile. Per questo iniziative come il Record Store Day sono intrinsecamente contraddittorie e fuorvianti, oltre che incapaci di fermare il corso delle cose. Invece che celebrare un’istituzione che è ormai fuori del tempo, proviamo piuttosto a guardare avanti, e a risolvere il rompicapo dell’industria discografica, anch’essa destinata a morire ma priva di un modello alternativo realmente sostenibile che riesca a far convivere la libera condivisione dei contenuti in rete (che ormai è un dato di fatto, checchè ne dica la corte di Stoccolma) con la remunerazione degli autori dei suddetti contenuti (che permette la loro stessa esistenza). Quella è la vera sfida di questi anni.

Ai negozi di dischi va l’affetto e il ricordo di ogni appassionato, ma ormai il loro tempo è passato.

 

 

domenica, 12 04 2009

Prancin’ in the dark

E proprio nei giorni in cui l’attesissimo concerto di Bruce Springsteen allo Stadio Olimpico di Roma (40.000 biglietti già venduti) rischia di saltare per la concomitanza con i mondiali di nuoto all’adiacente foro italico (anche se Maroni ha promesso di salvarlo, ma solo perchè è un fan) il Boss è protagonista di un succoso rumour che lo vede al centro di una causa di divorzio (e non è il suo).

 

Dai vari articoli un po’ confusi scritti negli ultimi giorni dal "blasonatissimo" New York Post (una specie di tabloid) sembra di capire che il marito di una donna del New Jersey l’abbia tirato in mezzo nella sua causa di divorzio come amante di sua moglie. Springsteen (sposato da 17 anni con Patti Scialfa) nega, la donna nega, Patti Scialfa nega e rimane a fianco del marito, quindi probabilmente si tratta della bufala di un mitomane geloso del rocker preferito da sua moglie.

Non pensavo fosse così facile finire in prima pagina…non vi viene un po’ voglia di provare anche voi?

 

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mercoledì, 08 04 2009

Anche Inkiostro è un po’ Pronto al Peggio

Non lo diciamo solo noi ma quasi tutte le riviste e i siti del settore e non: Pronti al peggio, la web tv dedicata alla musica indipendente italiana è stata una delle novità più belle nel panorama nostrano da un po’ di tempo a questa parte. Partendo da una serie di idee tutt’altro che originali, ma mettendo in campo una realizzazione tecnica eccezionale, una notevole capacità di scovare contesti significativi e la furbizia di chi guarda anche fuori oltre che dentro il solito orticello, il suo creatore Andrea Girolami (nome e faccia nota da tempo a chi bazzica la musica italiana e il web e il web che parla di musica) è riuscito a superare le perplessità iniziali di tanti e a mettere in piedi un prodotto di grande valore, complice il supporto del marchio Vitaminic.

 

Dalla settimana scorsa Pronti al peggio è uscito dalle proprie pagine per invadere quelle di un po’ di siti e blog amici con gli out-take inediti delle sessioni già pubblicate. Potevamo sottrarci all’opportunità di ospitare anche noi uno dei loro ottimi video? Giammai.  

Soprattutto quando ci sono stati offerti su un piatto d’argento (in esclusiva su queste pagine per 24 ore) i Settlefish che suonano The boy and the light (partendo con un accenno di Doors, chi l’avrebbe mai detto) camminando per Via dell’Archiginnasio tra gli sguardi allibiti degli umarells e delle zdaure.

 

Girolami  e Pronti al Peggio saranno anche tra i protagonisti di oggi di Impronte digitali, il nuovo spazio settimanale dedicato al web e alle tecnologie all’interno di Talk Radio, il magazine di informazione di Radio Città Fujiko, condotto da Filippo Piredda e con lo zampino del sottoscritto.
Oggi intorno alle 19.10 sui 103.1 FM a Bologna e dintorni, oppure in streaming.

 

 

lunedì, 06 04 2009

South by Southwest 2009: thumbs up and thumbs down

Se siete appassionati di musica, meglio se indipendente, avete probabilmente già letto un sacco di cose sul South by Southwest di Austin.

 

Il festival più bello del mondo, con la sua atmosfera unica data dall’incredibile fusione tra città e musica che trasforma tantissimi luoghi del centro in location per concerti, e la conseguente invasione della città da parte di migliaia di musicofili di ogni ordine e grado, dall’hipster (forma di vita dominante) al nerd metallaro, dal biker al redneck, dalle coppie più o meno attempate ai giovanissimi autoctoni con la X sulla mano (segno che sono under-21 e quindi non possono bere alcool) produce nei presenti l’irrefrenabile bisogno di scrivere, fotografare, documentare l’evento e raccontare agli altri gli esiti del proprio percorso musicale tra i quasi 2000 live act che hanno luogo in 4 giorni.

 

Ovviamente non posso esimermi dal fare lo stesso (del resto la scritta Press sul mio badge in qualche modo me lo impone, come me lo imporrà altrove), anche se farò in modo di essere sintetico, e di limitarmi a indicare brevemente le band più interessanti e quelle più deludenti tra le circa cinquanta che sono riuscito a vedere dal vivo.

 

[le foto sono tutte mie, se non è indicato altrimenti. Per questo alcune fanno un po’ schifo. :-\
Se volete vedere delle belle foto ci sono quelle di Giulia Mazza]

 

 

 

South by Southwest: thumbs up

[Attenzione, alta densità di superlativi]

 

 

Wavves

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Partivo super-prevenuto nei confronti del ragazzino californiano dalla faccia d’angelo e dal bizzarro spleen post-grunge. Invece, prima con un estemporaneo set acustico che ha svelato le melodie dietro la distorsione, poi con un notevolissimo set elettrico, mi sono dovuto ricredere: la stoffa c’è, le canzoni anche, il sound che frulla Cobain, Beck, la musica surf e le distorsioni totali dei My bloody Valentine dal vivo è più immediato e autentico che su disco. E in bella vista c’è un anthem molto lo-fi (So bored) che fa la differenza.

 

Wavves – So bored (MP3)

Wavves – So bored (acoustic – live @ SXSW 2009) (MP3)

 

 

PJ Harvey & John Parish

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Prima assoluta dal vivo per i nuovi pezzi di Polly scritti in coppia col fedele John Parish e si nota subito un ritorno alla teatralità grottesca dei suoi dischi migliori, con grande interpretazione vocale e pezzi assai interessanti già al primo ascolto. Vederla urlare «I want you fucking ass!» in A woman a man walked by e sentirla abbaiare come una pazza su Pig will not è stato, francamente, ineguagliabile. Eccitante, pure.

 

PJ Harvey and John Parish – A woman a man walked by (MP3)

 

 

Grizzly Bear

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A detta di molti miglior live del festival, ed è difficile non pensarla allo stesso modo. La cosa è tutt’altro che una novità (era la quarta volta che li vedevo dal vivo), ma con gli anni il sound del quartetto di Brooklyn si è ulteriormente raffinato, i pezzi sono sempre più notevoli, l’esecuzione sempre più sopraffina. Averli visti suonare in una chiesa presbiteriana è stato il bonus.

 

Grizzly Bear – Cheerleader (MP3)

 

 

Little Boots

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Dite quello che vi pare, ma la nuova divetta pop-dance 2.0 (di cui su queste pagine abbiamo parlato qui) a me piace, e neanche poco, e dal vivo non ha deluso. Live act solido, il fedele nerdissimo Tenori-On in primo piano, voce e movenze da starlette ma l’attitudine e l’umiltà da chi ha la testa salda sulle spalle. Interessa poco se andrà lontano o meno, è stato una bel vedere.

 

Little Boots – Meddle  (MP3)

 

 

Daniel Johnston

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Avevo già visto dal vivo il songwriter texano (noto anche per i suoi problemi psichiatrici) in un live solitario a Bologna una sera d’Estate, e tanto quella volta era stato lacerante vederlo terrorizzato biascicare sul palco, quanto questa volta è stata una grande festa. Ad Austin giocava in casa, aveva una band che rockeggiava non poco, e da cui traeva una forza e una confidenza che gli credevo sconosciute. Pubblico in visibilio e gioia palpabile. Grandissimo set.

 

Daniel Johnston – Don’t let the sun go down on your grivances (MP3)

 

 

The Soft Pack

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Già tra i miei favoriti tra le nuove band americane, i Soft Pack (ex The Muslims) dimostrano attitudine a fiumi e l’autenticità svagata di chi pare trovarsi per caso su un palco. E che invece confeziona il miglior indie-rock senza tempo (ci si sente di tutto, dai Velvet Underground di Loaded ai Cure di Boys don’t cry agli Strokes di Is this it) e senza frozoli che si possa ascoltare al momento. Non saranno mai delle celebrità, meno male.

 

The Soft Pack – Brightside  (MP3)

 

 

 

Fanfarlo

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Il disco d’esordio supera a pieni voti le perplessità suscitate dall’EP (un po’ troppo fedele alla formula Arcade Fire + Beirut) e si conferma eccellente anche dal vivo. Trascinante ed emotivo, orchestrale ma compatto, il tipo di concerto che ti fa alzare le braccia al cielo e cantare a squarciagola. Anche se non sai le parole.

 

Fanfarlo – Harold T. Wilkins  (MP3)

 

 

 

The pains of being pure at heart

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Istantaneamente ribattezzati «The pains of being pucci at heart», per il sorriso ubriaco della tastierista Peggy che disegna cuoricini sui cd che autografa e per la faccia pulita del cantante Kip; e per le melodie di miele coperte di distorsione soffici e dolceamare del migliore indiepop d’altri tempi, che dal vivo non perdono un briciolo del loro fascino. Come direbbe una persona che conosco: «Love!».

 

The pains of being oure at heart – Young adult friction (MP3)

 

 

 

Titus Andronicus

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Nel 2009 il gruppo più punk del festival suona un power-pop alcolico quasi springsteeniano con voce sguaiata con cui il cantante (un incrocio tra Sylar e Aidan Moffat), contorcendosi come un ossesso dalla prima all’ultima canzone ci fora i timpani e ci frigge il cervello. Impossibile non rimanere colpiti. Li conoscevo poco, ora sono un fan.

 

Titus Andronicus – Titus Andronicus (MP3)

 

 

 

The Rural Alberta Advantage

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Meraviglia. Ancora semisconosciuti in America, ma adorati da tutti quelli che se ne sono imbattuti (io ve ne parlai l’Estate scorsa), i figliocci dei Neutral Milk Hotel sembrano fatti apposta per rendere ancora meglio dal vivo, con la batteria che romba, la chitarra acustica maltrattata, la voce sguaiata, i nervi scoperti. Finalmente se c’è accorto anche Pitchfork che dice «This band could be huge».

 

The Rural Alberta Advantage – Don’t haunt this place (MP3)

 

 

 

The Wrens

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Ci metterei la firma per essere a 40 anni come sono i Wrens. Indie-rock sincero e sudato, una manciata di canzoni memorabili, fan fedeli che li seguono da sempre nonostante le uscite (di dischi e concerti) più rade dei capelli del cantante. Un grandissimo ritorno.

 

The Wrens – Everyone chooses sides (MP3)

 

 

 

Here we go magic

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Non sapevo esattamente cosa aspettarmi da Luke Temple e soci (tra i primissimi set visti al festival, nel mezzogiorno caldo e assolato del patio del Mohawk), e ciò non ha fatto che rendere più piacevole il farsi conquistare dal suo pop psichedelico in salsa Remain in light. Che dal vivo guadagna quel tanto di forma dal colpire dove il disco (un po’ fuori fuoco) non riesce.

 

Here we go magic – Fangela (MP3)

 

 

 

South by Southwest: thumbs down

[Attenzione, alto tasso di giudizi tranchant]

 

 

Peter, Bjorn and John

Clicca sulle immagine per ingrandirla. Foto: Stereogum

Il backlash colpisce forte, la hit single Young Folks rimane ineguagliata, e con somma presunzione i nostri la escludono dalla scaletta preferendogli molti pezzi dal nuovo, mediocre, disco. Neanche brutto come live (funestato pure da problemi tecnici, tra l’altro), ma il dimenticatoio è dietro l’angolo.

 

Peter, Bjorn and John – Nothing to worry about (MP3)

 

 

Lemonade

Clicca sulle immagine per ingrandirla. Foto: PanicManual

Tanto su disco la loro proposta da !!! più psichedelici e meno punk-funk mi piace, tanto dal vivo è risultata spenta e priva di verve. Sarà che erano le due del pomeriggio, ma il segno lasciato non è stato dei migliori.

 

Lemonade – Big Weekend (MP3)

 

 

Lissy Trullie

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Stacco di coscia mica male, giacchetta in pelle e Stratocaster d’ordinanza per la scenester newyorkese con gli amici hipster e le serate da DJette nei posti giusti. La musica lasciamola fare a chi la sa fare, però.

 

Lissy TrullieSelf-taught learner (MP3)

 

 

Crystal Stilts

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Quando ad un concerto, dopo appena 5 minuti, tutto quello che vorresti fare è salire sul palco e strappare via dal microfono l’insopportabile filtro che trasforma la voce del cantante in quella di una versione mummificata di Ian Curtis che canta attraverso le crepe della sua bara, forse la band non ti sta piacendo granchè. La musica non sarebbe neanche male, in realtà, e la cosa rende il tutto ancora più irritante.

 

Crystal Stilts – Crystal Stilts (MP3)

 

 

Blank Dogs

Clicca sulle immagine per ingrandirla. Foto: The Grizzly Life

Stessa sensazione dei Crystal Stilts (ma qui dal vivo il filtro trasforma la voce in quella di un Ian Curtis cyborg che parla con il filtro vocale di Stephen Hawking hackerato dall’inventore dell’Atari), però con un sound più slabbrato e ancora meno convincente. Le canzoni forse sono migliori di quelle dei Crystal Stilts, ma è un po’ una guerra tra poveri. Meglio su disco, e anche lì, la maturità è ancora lontana.

 

Blank Dogs – Ants (MP3)

 

 

Alela Diane

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Normalmente amo molto le cantautrici acustiche ma qui…yawn. Boooooring.

 

Alela Diane – White as diamonds (MP3)

 

 

Cause co-motion

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Su disco non mi dispiacciono, dal vivo il loro indie-pop punk dipinge impietosamente quattro ragazzetti scalmanati i cui pezzi da un minuto sono troppo inutili persino per dare sui nervi ai presenti. Che infatti sono pochissimi, e una buona parte se ne va dopo 5 minuti, all’ottavo pezzo.

 

Cause co-motion – I lie awake (MP3)

 

 

Vivian Girls

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Simpatiche sono simpatiche, allegre sono allegre, carine direi pure (ho un debole per la bassista, ma anche la cantante col fascino da gioventù violata non è male) ma -come era chiaro già a priori- la sostanza è praticamente nulla. Speravo che fossero almeno divertenti dal vivo. Invece no.

 

Vivian Girls – Where do you run to (MP3)

 

 

Late of the pier

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Bizzosi e vezzosi, giovani e bellocci, gli inglesi devono sempre farsi riconoscere. Suonano svogliati e boriosi un set decisamente inutile, risollevato sul finale dai singoloni coi synth che dal vivo diventano quasi new-rave e colpiscono per potenza e precisione. Troppo poco e troppo tardi, però.

 

Late of the pier – Focker (MP3)

 

 

Hatcham Social

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Tanti ne dicono un gran bene, su disco sono interessanti ma non mi cambiano la vita, dal vivo hanno un sound tutto sbagliato e neanche troppa voglia di suonarlo. A Maggio vengono in Italia quindi vedremo se è stata solo una serata sfigata e se, in effetti, hanno nella manica gli assi che a Austin sono mancati.

 

Hatcham Social – So so happy making (MP3)

 

 

Dent May & his magnificent ukulele

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Potrebbe non starci simpatico un uber-nerd svedese che suona canzoni indie-pop all’ukulele? Giammai. Simpatico e basta, però, ché di canzoni buone ne ha solo un paio. E dal vivo si sente.

 

Dent May & his magnificent ukulele – Meet me in the garden (MP3)

 

 

Passion Pit

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Quando l’hype sbaglia tiro. Come sapete ero pronto a scommettere su di loro, e mi sa che sbagliavo. A parte il vecchio singolo Sleepyhead, del loro set non convince quasi nulla, dal tedioso falsetto del cantante agli arrangiamenti assai poco coesi che danno l’impressione di una band ancora alla ricerca di una forma precisa. Rimandati.

 

Passion Pit – Sleepyhead (MP3)

 

 

Honorable Mentions

• Micachu & The Shapes

• Graham Coxon

• Yelle

• The Thermals

• Au revoir Simone

• Blitzen Trapper

• Black Lips

• Primal Scream

• Lisa Hannigan

• American Analog Set

• Women

• Camera Obscura

 

mercoledì, 01 04 2009

E venne il giorno in cui

Secondo Time, Ryan Schreiber, fondatore e imperatore della bibbia indie Pitchfork, è tra i candidati a far parte della celebre Top 100 delle persone più influenti del 2009. Corre voce che Inkiostro sia tra i favoriti per il Nobel per la pace.

(via)

 

 

venerdì, 27 03 2009

Let me liquorice, let me

di

Sapete qual è la canzone più suonata dagli utenti di Youtube? No? Nemmeno io.

Però c’è un sacco di gente che si mette lì e suona In the aeroplane over the sea, canzone-manifesto dei Neutral Milk Hotel tratta dal loro omonimo disco-capolavoro. Fin qui tutto bene, anche se la maggior parte di loro la massacra.

Poi quelli di Videogum mi scovano questo Genio Assoluto, e il mondo si ferma. Non credo che riuscirò mai più ad ascoltare questa canzone nello stesso modo.

 

Oh God, this video is wrong on So Many Levels.

Se già che siete qui volete sentirne qualche altra, c’è lei per esempio (che in realtà è la più bravina, povera), loro (che la trasformano in una orripilante ballata southern a due voci con tanto di assoli acustici), lei (a cui hanno insegnato quel ritmo lì e le fa tutte così, come se fossero La canzone del sole), lui (che è cane ma mi fa ridere tantissimo perché è un ragazzo asiatico che ha messo "asian kid" tra i tag), lui (inspiegabilmente nudo, e non è un bel vedere) oppure lui (che è davvero il peggiore di tutti ma ha una barba stupenda).

giovedì, 19 03 2009

Fake Lov’ers

Il dott. Inkiostro in questo momento sta gozzovigliando in Texas, ma se fosse al suo posto segnalerebbe sicuramente l’uscita di Seasoned Eyes Were Beaming, il debutto solista di Sara Lov dei Devics (qui qualche dettaglio). Nel fare le sue veci, purtroppo vi toccherà una Sara Lov un po’ più movimentata, ma, ehi, mi ha dato lei l’idea con questa foto.

sara lovSara Lov vs Nathan Fake Touched by a Fentiger (Hi Low To Lov maxcar vibrato) (MP3)
(per l’originale di Nathan Fake che è quella figata che senti in sottofondo fai un salto dalle mie parti)

mercoledì, 18 03 2009

Austin powers

Saluti, da Austin, TX.

Vi scrivo dalla veranda davanti alla casa che ho affittato sulle pendici delle colline del quartiere di Clarksville, poco distante dalla Sesta Strada. Ci sono 25 gradi, il sole, e gli uccellini che cinguettano. E, a una ventina di minuti di distanza, la movida del South By South West, il festival musicale più figo del paese (secondo qualcuno addirittura del mondo), di cui vi ho già parlato estesamente un mese fa.

A parte un paio di anticipazioni ieri sera, il grosso del festival comincia oggi, con una serie di ottimi day parties (Levi’s Fort Fader, Paste Magazine, Terrorbird Media, Hype Machine e Austinist sono quelli con le line-up migliori) che animano una serie di club e cortili cittadini con musica indie, birra a fiumi e barbecue gratis. In serata invece cominciano gli Official Parties, e non ho la più pallida idea delle band che deciderò di vedere nella miriade di opzioni disponibili.

Per avere un’idea, date un’occhiata qua sotto al widget di Sched, che consente di costruirsi il proprio programma personalizzato tra i quasi 2000 concerti previsti. Come noterete, in quasi qualunque momento dovrei essere in almeno 5 o 6 posti diversi. Il completista che è in me impazzirà presto.

Se a qualcuno interessa, qua c’è la playlist costruita in base alla mia schedule. Ve la consiglio, c’è un sacco di roba interessante.

 

 

 

Back to you in the next days, guys.

 

martedì, 17 03 2009

Togliamoci il pensiero

di

De Luca chiede, De Luca ottiene.

500 Days of Summer

Qui il trailer:

Qui la medicina:

Doppia razione (a me è servita):

Via, zuccherino finale per sicurezza:

E qui, come bonus, quello che viene in mente a me quando mi dicono "500":

(si ringrazia Cerca su Google per avermi aiutato con antidoti corretti, testati su casi specifici e approvati dall’Associazione Medica)

giovedì, 12 03 2009

Harder better Faster Stronger Dafter

Con iDaft provi il brivido di governare la console dei Daft Punk con la tastiera del computer. Un incrocio tra un controller midi e la rotella coi versi degli animali con cui giocavi da bambino. E’ questione di minuti perchèarrivino i primi remix.

 

mercoledì, 11 03 2009

«Who is this fat woman and why I’m being forced to touch her?»

Beth Ditto e Karl Lagerfeld. Scatto bellissimo, titolo e foto rubati di sana pianta da Best Week Ever.

 

martedì, 10 03 2009

Meglio di un milione di recensioni di Pitchfork

L’idea di raccogliere i pareri di persone di un’altra generazione sulla musica pop e rock contemporanea è tutt’altro che nuova. Ricordo uno dei primi numeri dell’edizione italiana di Rolling Stone, in cui c’erano anziane maestre di musica che recensivano non so più cosa; ma forse in qualche libro ho letto che l’aveva già fatto qualcuno con il punk, sottoposto, nel suo periodo d’oro, ad attempate e inorridite ladies britanniche.

 

Di recente sono arrivati anche i puntuali pareri in maceratese di mamma Fiorella in Pronti al Peggio, ma solo oggi (grazie a Gorilla VS Bear) ho scoperto lo spettacolare Breakfast at Sulimay’s, in cui degli allucinatissimi vecchietti un po’ rincoglioniti di Philadelphia si trovani alle prese con canzoni più o meno alternative da recensire (quando non gli fanno direttamente intervistare delle band, come i Fuck Buttons). Sentite cosa hanno da dire sui Blood Brothers, Peter Bjorn & John o Beirut, o i loro sboccatissimi pareri sui Thermals, Joanna Newsom, Pitchfork e i Decemberists. o le acide lamentele quando si trovano alle prese Santogold, i Portishead e i Death Cab for Cutie.

 

E, qua sotto, guardate cosa dicono dell’osannatissimo Merryweather post pavillon degli Animal Collective (proprio in questi giorni in tour in Italia): «I’m starting to get an headache», «I doubt that this group is not gonna get very far from Baltimore, Maryland» e così via.
Abbiamo trovato dei nuovi critici musicali di riferimento.

 

 

lunedì, 09 03 2009

L’Hipster Pod suona i Passion Pit

Tempo fa (via Onigiri) mi sono imbattuto nel video di presentazione dello straordinario Hipster Pod:

 

A parte il video in sè (che potreste trovare o non trovare divertente), è curioso che per indicare musica hipster si faccia ricorso a mostri sacri ormai riconosciuti da tutti come i Velvet Underground o i Sonic Youth o comunque a band non esattamente di primo pelo (e non certo modaiole) come gli Yo la Tengo. Se il video l'avessi fatto io, al tizio avrei fatto ascoltare Chunk of change, l'EP d'esordio dei Passion Pit.

 

Già incensati dai blog di mezzo mondo e (e già comparsi su queste pagine all'interno del report della CMJ Marathon di Matte), come da copione i Passion Pit non hanno ancora pubblicato un disco completo, e godono di una gloria effimera basata in larga parte su quello che potrebbero fare ma non hanno ancora fatto. Esattamente come succede a tutta la vera musica hipster, che nella sua perenne ricerca di anticipare tutti vive sempre in un futuro che non deve accadere mai.

 

Non che i Passion Pit non siano bravi; tutt'altro. Il loro sound flirta ora con l'indietronica dei Postal Service o degli Hot Chip ora con certo elettropop da classifica, con abbondanza di falsetti stralunati, campionamenti bizzarri e melodie pronte a stamparsi nella testa. Ottimi pezzi, per lo più, da godersi senza chiedersi se i nostri diventeranno grandi oppure scompariranno dopodomani. L'importante è che piacciono alle ragazze, e che quindi sull'Hipster Pod farebbero un figurone.

 

 

Passion Pit – Sleepyhead (MP3)

Passion Pit – Smile upon me (MP3)

giovedì, 05 03 2009

Le domeniche dell’Hana-bi in pericolo?

Gli autoctoni lo sapranno giò da un po’, ma qua in città la notizia gira da poco e in modo frammentario: pare che per la prossima Estate a Ravenna sarà in vigore un’ordinanaza comunale che di domenica vieta lo svolgimento di ‘feste danzanti’ in spiaggia dopo le 8 di sera. La cosa avrà un’immediata ricaduta su tutti i bagni del ravennate, per cui la domenica è la giornata più affollata e redditizia, e le domenica sera la ciliegina sulla torta che, associata alla giornata di mare, spesso giusitifica le trasferte di una buona fetta della popolazione delle insopportabilmente calde cittadine dell’entroterra emiliano. E avrà un’immediata ricaduta anche sulle domeniche dell’Hana-bi, l’eccezionale indie-stabilimento balneare di cui spesso si è parlato su queste pagine, le cui domeniche, come scrivevo un paio di anni fa, per il sottoscritto sono uno dei motivi per cui vale la pena di vivere.

 

La notizia dell’ordinanza è riportata dall’Agenzia Dire e da RavennaNotizie con dovizia di dettagli e, soprattutto, di dichiarazioni indignate da parte di chi lavora nel settore. Non ci sono infatti motivi ragionevoli per vietare il ballo in spiaggia: la quasi completa assenza di case nei dintorni, l’abbondanza di etilometri schierati sulle strade e la chiusura imposta comunque a mezzanotte, sono sempre state misure più che sufficienti ad evitare grossi problemi di ordine pubblico o ricadute particolari per la -peraltro scarsa- popolazione della zona.

 

Online è già partita una petizione di Facebook a cui finora hanno aderito circa 7300 persone (aderite anche voi!), e, se l’ordinanza verrà effettivamente emanata, sono previste iniziative più eclatanti e visibili. Con tutto quello che succede al mondo pare una cosa di poco conto (e probabilmente lo è, a parte per le persone che a causa di essa perderanno il lavoro), ma è esattamente il tipo di minuzia che ti consente di  arrivare vivo al fine settimana. Non so voi, ma io senza queste cose non vado lontano. Oppure vado lontano, e non torno più.

 

martedì, 03 03 2009

Down the rabbit hole

In un periodo in cui, da Nannucci alla Virgin di Union Square, i negozi di dischi non fanno che chiudere, e in molti profetizzano che tra un po’ i dischi come li conosciamo non usciranno neanche più, c’è chi ha capito tutto o forse niente, e invece di seguire la massa fa di testa sua. E per celebrare l’imminente morte dei supporti audio sceglie di tornare alle origini, dando alle stampe dischi piccolissimi che coniugano una straordinaria cura per i dettagli con l’approccio povero del miglior do-it-yourself, a base di CDR e dell’amatissimo, quasi dimenticato, formato dell’audiocassetta.

 

Secret Furry Hole parte così, con un paio di dischi sbucati dal nulla e la nobiltà d’altri tempi di chi, non avendo nulla da perdere, rischi di ottenere risultati migliori di chi ha nomi più storici e blasonati.
Dietro ci sono due nomi noti di chi frequenta la rete musicale italiana: Tommaso Bellletti (già Mr. Umanuvem e valida penna di Vitaminic) e Jukka Reverberi (che è talmente iperattivo che, dopo questo e questo post, inkiostro pare essere diventato il suo organo ufficiale).

 

Dopo l’interessante antipasto della compilation Borghesia, le cose si fanno già serie con la seconda uscita dell’etichetta, che segna il debutto di His Clancyness, progetto solista di Jonathan Clancy, già voce e chitarra di Settlefish e A classic Education.

Hissometer Cassette è volutamente sfuggente e frammentario, una composizione di schegge di canzoni appena abbozzate che saranno mai, e che traggono buona parte del loro fascino proprio dalla durata esigua e dalla natura effimera. La sensazione però è che Hissometer Cassette sia ben di più di un semplice ripostiglio di canzoni abortite delle due band di Clancy, ma un progetto compiuto nella sua incompiutezza, che esplora la strada di un indie-songwriting che si muove senza i vincoli dei generi e i canoni della musica pop e rock, che punta a costruire momenti molto belli per poi stufarsene subito dopo, più per coscienza che per capriccio. 

La prima tiratura di 30 pezzi (tutti fatti a mano) è ovviamente andata sold-out all’istante, e mi si dice che anche la seconda (che ha l’interno di un colore diverso) non durerà molto. Si ordina qua per 5 euro, e si paga con Paypal. Dura poco, ma vale molto.

 

 

His Clancyness – Next year is ours (MP3)

His Clancyness – Dream Tune (MP3)

 

venerdì, 27 02 2009

Una volta ti chiedevano se ti drogavi

(Ieri. casa natale di Inkiostro. Tutto vero.)

 

Mamma: «Ma tu sei Emo?»
Ink: «Eh?!?»
Mamma: «I tuoi capelli assomigliano un po’ alla faccina di Skype che si chiama Emo»

[ndInk: questa: ]
[neanche per sbaglio, peraltro]

 

Ink: «Scusa ma tu che ne sai?»
Mamma: «Ieri ho visto un servizio al Tg1»

 

(Guardatelo, è fantastico)

 

 

 

martedì, 24 02 2009

Wikipedia Names Your Band

Ecco un nuovo Internet meme di quelli che fanno impazzire la rete; una stupidaggine di nessuna importanza che raggiunge spesso risultati in qualche modo sorprendenti.

Direttamente da Buzzfeed (ma si sta diffondendo pure su Facebook), Wikipedia names your band è l’esperimento che invita all’uso di Wikipedia, QuotationsPage.Com e Flickr per costruire in modo casuale il nome della vostra band, il titolo del disco e la copertina del medesimo. Le istruzioni: 

Go to "Wikipedia." Hit "random" and the first article you get is the name of your band. Then go to "Random Quotations" and the last four or five words of the very last quote of the page is the title of your first album. Then, go to Flickr and click on "Explore the Last Seven Days" and the third picture, no matter what it is, will be your album cover. [#]

 

Ecco cosa è uscito a me (con questa voce di wikipedia, questa citazione e questa foto). Niente male, no?

[se qualcun’altro vuole provare, mi fate vedere il risultato nei commenti?]

 

 

 

sabato, 21 02 2009

Frontiere della promozione discografica

Josh Freese, già batterista degli A perfect Circle, dei Devo e dei Vandals, e in passato anche dei Nine Inch Nails, dei Guns’n’roses, dei Queens of the stone age, degli Offspring e di dozzine di altre band, ha fatto un nuovo disco solista. Per promuoverlo, il nostro ha messo in piedi una campagna "a pacchetti" assolutamente clamorosa. Non fosse che è confermata da più parti (qui, qui e qui, ad esempio), sembrerebbe davvero una bufala. A seconda di quanto offrite (e le offerte più costose sono disponibili solo per un numero limitato), oltre al disco vi portate a casa più o meno piccoli pezzi di vita di Freese e dei suoi amici (e che amici).

Per capirci:

 

Per 7$ vi scaricate il disco.

Per 15$, vi arriva il cd.

Per il 50$ il cd, la maglietta, e una telefonata di 5 minuti con Freese.

[e già non è male]

 

 

Per 250$: cd, maglietta, bacchette della batteria autografate, e un pranzo con Freese da PF Changs o alla Cheesecake Factory.

 

Per 500$, oltre al resto, un giro per Venice, California con Freese, e poi cena a base di bistecca o gamberi.

 

Con 1000$ i pezzi della batteria aumentano, e oltre alla cena, Freese vi lava la macchina o vi fa il bucato (o voi fate il suo, a scelta), e alla fine vi tagliate i capelli a vicenda in un parcheggio.

 

Con 2500$ nel lotto c’è una lezione di batteria, una gita al museo delle cere insieme anche a un membro dei Vandals o dei Devo a scelta, e 3 indumenti presi dal suo armadio.

 

[il meglio deve ancora venire, eh]

 

 

Con 5.000$ Freese scrive una canzone su di voi e poi la mette in vendita su iTunes; in più vi fa co-dirigere il videoclip per la canzone stessa. Poi vi fa da cicerone in un tour di Disneyland, vi ubriacate insieme (se volete a casa di suo padre) e Stone Gossard dei Pearl Jam vi manda una lettera per parlarvi della sua canzone preferita del disco di Freese.

 

Se pagate 10.000$, tra le altre cose, Freese e Twiggy Ramirez (ex chitarrista di Marilyn Manson, ora nei Nine Inch Nails) vi offrono una cena da Roscoe’s Chicken ‘n’ Waffles a Long Beach. Poi fate un giro a Disneyland, e alla fine Freese vi regala la sua Volvo Station Wagon (a patto che gli diate almeno un passaggio a casa).

 

Per 20.000$ Freese, Maynard Keenan dei Tool e Mark Mothersbaugh dei Devo vi portano al minigolf e poi vi abbandonano sull’autostrada e vi filmano per mettervi su YouTube. Freese vi fa fare un tour estensivo di Long Beach, compresa la scuola dove andava Snoop Dog e il barbiere di due dei NOFX; poi passate la notte sulla Queen Mary (cabine separate). Freese scrive due canzoni su di voi, le mette su iTunes e sul prossimo disco, e voi potete partecipare (vanno bene anche i cori o l’handclapping).

 

E infine, per 75.000$, vi fate un po’ di giorni in tour con Freese, le canzoni scritte su di voi diventano cinque (un intero EP sulla vostra vita), vi portate a casa una sua batteria intera, e vi fate un giro per Hollywood sulla Lamborghini di Danny Carey dei Tool. Freese entrerà nella vostra band e ci resterà un mese; se non avete una band, per lo stesso periodo vi farà da assistente personale. Vi fate un giro in limousine a Tijuana a fare cose illegali non meglio specificate, e nel lotto c’è anche una lezione di trapezio acrobatico con due dei Nine Inch Nails.

 

 

Poi magari il disco fa schifo. Ma quest’uomo è un genio.

 

[tutti i dettagli qui]

 

venerdì, 20 02 2009

Rave on, this crazy feelin’

Visto che nel paese reale le cose negli ultimi mesi vanno di male in peggio, proviamo almeno a distrarci con la musica (non troppo, però).

Per evadere un po’ dal presente non c’è niente di meglio che rifugiarsi nel passato mitico evocato dalle melodie di Hold Time, il nuovo disco di M Ward. Una carriera solista lunga e mai troppo di successo la sua (che però negli anni ha prodotto alcuni pezzi bellissimi), salita agli onori delle cronache l’anno scorso, grazie al disco d’esordio del progetto She and Him (che Ward condivide con la divina Zoey Deschanel, ora fidanzata con Beniamino Gibbard dei Velveteen, Death Cab for Cutie), un vero e proprio bagno di atmosfere retrò e melodie anni ’60. Ed esattamente come quest’ultimo progetto, Hold Time stavolta si distanzia un po’ dal classico modello folk cantautore-con-chitarra, e osa di più mischiando vari generi del presente e del passato, che riescono a combinarsi nella mirabile alchimia propria dei capolavori pop senza tempo.

Ascoltare il singolo Never had nobody like you, oppure la cover di Buddy Holly Rave on, per credere: mi fanno venire voglia di mettere un completo nero, il fiore all’occhiello e andare al ballo della scuola con la mia bella. Sperando che assomigli sempre a Zoey Deschanel.

 

M Ward – Never had nobody like you (MP3)

M Ward – Rave on (MP3)

 

Previously (uno dei suoi pezzi migliori, del 2005):

M Ward – Hi-fi (MP3)