mercoledì, 06/02/2013

Introducing Bowmont

E in un mondo in cui chi ha una vita non può sperare neanche lontanamente di arrivare per primo su un nuovo nome o progetto musicale perchè c'è sempre qualcuno che ha già scoperto, divorato e digerito qualunque cosa minuti dopo che viene messa per la prima volta online, è una strana sensazione quella di incrociare una band eccezionale e scoprire che in giro non ne ha ancora parlato quasi nessuno. Loro si chiamano Bowmont, vengono da Brooklyn e sono la creatura del cantante e poli-strumentista Emil Bovbjerg e del fonico e produttore (ha vinto pure un Grammy, pare) Jeremy Loucas. Escono tra una decina di giorni con l'Ep d'esordio Euphorian Age, ma il bellissimo pezzo di apertura Ruphmiup (che sta per «Rough me up») è già online da quasi un anno nel silenzio generale. E non me ne capacito: pattern vocali notevolissimi (vengono in mente i Grizzly Bear, ma la tonalità è tutta diversa) in una elegante cornice elettro-pop (può ricordare le cose meno spudorate di Twin Shadow), con una trasversalità che può piacere tanto al fan dell'indie quanto agli ascoltatori di una radio FM. Roba di quelle che partono come un piccolo fenomeno e poi magari vanno in cima alle classifiche.

 

A segnalarci i Bowmont è il nostro inviato nell'East side Matte, che nelle vesti di Plastic Health, come musicista e remixer, avete già incontrato su queste pagine. Proprio Ruphmiup è caduta sotto le sue grinfie, e a forza di congas e loop il nostro è riuscito ad aumentare il suo già alto potenziale da aperitivo (e un po' pure quello danzereccio) senza fagli perdere un briciolo della sua eleganza. Mica roba da tutti.

 

 

martedì, 05/02/2013

Impronte biologico computazionali

di

dna scopertaCome vengono studiate le malattie in modo tecnologico? Con la biologia computazionale, ad esempio, che sfrutta le capacità di calcolo dell'informatica per analizzare un numero incredibile di dati su come il corpo umano reagisce a cure e malanni. Una storia che ci ha raccontato ieri su radiocitta'fujiko, Christine Nardini che lavora all'Accademia delle Scienze di Shanghai.

 

Attraverso i risultati del sequenziamento del DNA, Christine e il suo gruppo di lavoro si occupano di verificare come certe malattie possono essere curate con l'agopuntura (qui per saperne di più). Un progetto molto affascinante e futuristico, che come sentirete nel podcast qui sotto Christine spiega in modo semplice e coinvolgente.

Abbiamo imparato moltissime cose su come funziona la ricerca medica, come si lavora in Cina e capito finalmente qualcosa di più su DNA e agopuntura.

 

MP3 IMPRONTE DIGITALI – Christine Nardini

 

Una puntata speciale, grazie anche alla collaborazione tra Impronte digitali e Exbo, il network di bolognesi espatriati all'estero che mantiene un legame affettivo e professionale con la città. Anche Christine ne fa parte, e nelle prossime settimane sentirete altre Impronte internazionali.

venerdì, 01/02/2013

La ricetta per avere successo su Internet

Provo a tradurla (anche se in originale forse è meglio):

1. Se sei in dubbio, DISCUTI! Avere ragione è importantissimo.

2. Odia tutto.

3. Già visto. Era meglio la prima volta.

4. FINTO.

5. E' morto?

6. Prendi in giro qualcosa che qualcun altro ama perchè FANCULO!

7. Sono così brillante. BRLLNT.

8. SFIGATO.

9. Razzismo, perchè Dai scherzavo!

10. Tratta le donne da stupide.

11. Commenta con fervore. LA TUA OPINIONE CONTA.

12. CORREGGI LA PUNTEGGIATURA E LA GRAMMATICA, no? SALVA L'UMANITA'

13. Battute sui grassi.

14. Odia la religione perchè la religione odia gli altri perchè tu odi la religione perchè loro odiano tutto perchè li odi. NESSUNO E' COSI' BUONO!

14. Fai una lista e aspetta che gli altri propongano correzioni e aggiunte [#]

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giovedì, 31/01/2013

Dance like nobody’s watching

Oggi è una di quelle giornate grigie e faticose in cui poche cose riescono a tirarti su l'umore. I video di Dance like nobody's watching (quello dell'aeroporto qua sotto, ma anche quello della lavanderia) sono tra questi.

 

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martedì, 29/01/2013

Le impronte Airbnb

di

airbnb logoCome spesso accade a Impronte digitali ci piace scovare progetti web in grande ascesa. Ieri su radiocitta’fujiko abbiamo parlato con Andrea La Mesa, Direttore Generale di Airbnb Italia. Una “community marketplace che mette in contatto persone da tutto il mondo che cercano un alloggio con altre che hanno uno spazio da affittare”.

 

Se state cercando una stanza o un intero appartamento, o se la volete affittare una stanza o la vostra casa, per pochi giorni o per un medio periodo, e non volete passare per agenzie, alberghi o simili, Airbnb è quello che fa per voi. Con tanto di ricerca per città e tipo di alloggio, servizio feedback, metodo di pagamento e garanzia di trasparenza.

Il servizio dopo il successo iniziale a San Francisco, e dove se no?, è arrivato in Italia con ottimi risultati.

Qui sotto il podcast, ideale per sapere cercare sistemazione per le vostre vacanze a New York. Buon viaggio.

 

MP3 IMPRONTE DIGITALI – Airbnb Italia

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lunedì, 28/01/2013

The New York penis subway map

[dal genio di Veit Schütz, grafico tedesco che fa anche le copertine per i libri Marcos y Marcos.
Via Laughing Squid]

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venerdì, 25/01/2013

[obbligatorio] Lego + Breaking Bad = WOW

[Non è ufficiale, ma è chiaro che è Walter White. Si compra qua. E c'è anche Omar di The Wire]

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mercoledì, 23/01/2013

Il migliore degli stage

di

Stage, croce e delizia di tanti che cominciano una carriera lavorativa. La legge Fornero li ha appena riformati (potete leggere un'intervista sintesi qui e un commento qui). Abbiamo chiesto consiglio a Giovanna Cosenza, presenza abituale e preferita di Impronte digitali su radiocitta'fujiko.

 

Come sentite nel podcast qui sotto, la prof. Cosenza, dal suo osservatorio privilegiato nel Dipartimento di comunicazione dell'Università di Bologna, ci ha raccontato in che modo uno stage può essere un'ottima occasione formativa non solo per imparare a fare qualcosa, ma anche a muoversi e farsi rispettare in un ambiente di lavoro. Tra i suggerimenti non sono mancati spunti su come scrivere un cv, una lettera di presentazione, prepararsi per un colloquio, capire quali sono le proprie abilità e ambizioni.

 

Ora basta, ascoltate, buona fortuna e … "olio di gomito".

 

MP3 IMPRONTE DIGITALI – Giovanna Cosenza Stage

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venerdì, 18/01/2013

Quel tizio in Cina che svolge il lavoro al posto mio

Oggi mi sono imbattuto in questa storia (che a quanto pare è vera) che da un lato mi ha esaltato («è un genio!»), dall'altro molto depresso («ma dove diavolo siamo arrivati?»): il colosso telefonico americano Verizon ha scoperto che un suo dipendente aveva dato in outsourcing il suo lavoro in Cina e passava le sue giornate di lavoro sui social network e a guardare video di gatti su Youtube (sic). La differenza tra il suo stipendio americano e il costo dell'azienda cinese a cui aveva appaltato il suo lavoro era tale da consentirgli di farci comunque parecchi soldi senza muovere un dito. Qua i dettagli, e la storia di come l'hanno beccato.

No, this is not the Onion, it’s not April Fools, and I’m not making this up. All of this comes straight from Verizon, or more specifically, a case study from 2012 outlined by its security team.
 

See also – Verizon investigator: How one US developer could have gotten away with outsourcing his job to China

The story goes a little something like this. A developer at a US-based critical infrastructure company, referred to as “Bob,” was caught last year outsourcing his work to China, paying someone else less than one fifth of his six-figure salary to do his job. As a result, Bob had a lot of time on his hands; in fact, during the investigation, his browsing history revealed this was his typical work day:
 

  • 9:00 a.m. – Arrive and surf Reddit for a couple of hours. Watch cat videos.
  • 11:30 a.m. – Take lunch.
  • 1:00 p.m. – Ebay time.
  • 2:00 – ish p.m Facebook updates – LinkedIn.
  • 4:30 p.m. – End of day update e-mail to management.
  • 5:00 p.m. – Go home.

 
Again, I want to emphasize that I haven’t invented this schedule for the sake of making this story more interesting or to have a snazzy headline. This comes straight from Verizon; take that as you will.
 

Apparently Bob had the same scam going across multiple companies in the area (this part is a little unclear given that he clearly couldn’t physically go into work for all of them), earning “several hundred thousand dollars a year,” and only paying the Chinese consulting firm “about fifty grand annually.” At the unnamed company, he apparently received excellent performance reviews for the last several years in a row, even being hailed the best developer in the building: his code was clean, well-written, and submitted in a timely fashion. [#]

mercoledì, 16/01/2013

Quelli che amano la neve, quelli che la odiano e quelli che postano Totoro

Il mondo si divide in due tipi di persone: quelli che amano la neve anche quando gli incasina la giornata e gli fa saltare ogni logistica e quelli che la odiano e non la possono neanche vedere.

Oggi qua nevica; guardate l'immagine qua sotto e indovinate a quel dei due gruppi appartengo io.
[immage via]

 

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martedì, 15/01/2013

Game of poltrones

 

 

 

 

 

Altre ancora su Game of poltrones.
[grazie a Giudit]

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lunedì, 14/01/2013

Le impronte digitali di Exbo

di

exbo logo"E mo' basta però" è una raffinata espressione che molti di noi hanno pensato almeno una volta desiderando voltare i tacchi e andar via da queste desolate lande italiane. Anche tra chi è passato poi ai fatti, c'è sempre un magone, una lacrimuccia, o se preferite un senso di responsabilità che fa scattare il meccanismo "anche se son partito devo fare qualcosa perchè le cose cambino". A questo pensa ExBo, un gruppo di bolognesi nativi e adottivi che stando all'estero vogliono tenere un legame professionale, culturale e civile con la propria città.

 

 

Sentiremo Maria Chiara Prodi, fondatrice di Exbo, stasera alle 19 su Impronte digitali a radiocitta'fujiko. Il manifesto di Exbo è molto chiaro:

Non accettiamo che si dica che l’unica scelta è tra “partire” e “restare”, tra salvare se stessi o contribuire al paese che ci ha visto nascere. Noi non siamo partiti per fuggire, ma per curiosità. Per seguire le nostre passioni. Siamo partiti perché la mobilità è parte integrante della nostra generazione, ma non rinunciamo ad un nostro baricentro: Bologna. I tempi sono maturi per un cambio di prospettiva. Vogliamo lanciare alla nostra città la sfida di un nuovo modo di intendere la partecipazione e la cittadinanza. Nel quale ci sia spazio anche per il nostro contributo.

In ExBo ci sono ricercatori a Oxford, professori di informatica a Parigi, new media manager a New York, scienziati a Losanna. Tutti "stanchi della retorica sui cervelli in fuga e del clima di immobilismo e negatività che connota questo argomento", vogliono tenere aperta una rete tra Bologna e il mondo. Riusciranno nel loro intento? Noi crediamo e vogliamo di sì.

 

MP3 – IMPRONTE DIGITALI – EXBO Maria Chiara Prodi

lunedì, 14/01/2013

Non fingo di essere un nerd

Non so nulla di questi Maddai e non so neanche come abbia finito per imbattermi nel loro videoclip d'esordio Fingo di essere un nerd; so solo che a occhio l'operazione di giocare sagacemente con gli stereotipi dell'hipster nostrano non mi sembra esattamente riuscita. Ma ditemi anche voi: si sa che noi veri nerd su queste cose tendiamo a essere un po' esigenti.

 

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mercoledì, 09/01/2013

Non sono scrupoloso al riguardo di Dio, è a nostra immagine e somiglianza

Ammetto di aver cliccato Play sul video La svolta – Storie di conversioni al cristianesimo dedicato da Giovanni Lindo Ferretti postato dal Many su Piste più in cerca di qualche nuovo aneddoto sulla tarda svolta religiosa dell'ex leader dei CCCP e CSI (ricordiamo quando circa 3 anni fa invitava a votare Lega Nord) che con una vera intenzione di guardare tutti i suoi 28 minuti.

Invece devo dire che ho trovato un ritratto molto ben fatto di un uomo che non cessa di essere uno straordinario affabulatore e un completo alieno, e ho finito per guardare tutto il video. Checchè si pensi del suo percorso (che qui sembra un po' meno fondamentalista di quanto è più volte parso in passato; ma io non mi illuderei), un personaggio che continua a rimanere completamente fuori dagli schemi.

 

 

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martedì, 08/01/2013

Certo che il batterista è proprio una macchina (cit.)

La vostra nuova band preferita? Si chiamano Compressorheads e sono dei robot.

 

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lunedì, 07/01/2013

Pop Topoi e l’infografica della Top Ten 2012

di

Dopo le classifiche dei migliori dischi del 2012, un po' fiacco per la verità, ecco che arriva Pop Topoi (vecchia e affezionata conoscenza) e la sua infografica sulla Top Ten 2012. Un'analisi seria e sciccosa, che raffigura qualità (vedi alla voce Antonacci) e quantità dei più venduti in Italia.

 

 

Niente di meglio per cominciare il nuovo anno con Impronte digitali su radiocitta'fujiko, dove stasera alle 19 Pop Topoi sarà ospite d'onore.

 

MP3 IMPRONTE DIGITALI – Pop Topoi

 

 

infograficatop10-2012-poptopoi1

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domenica, 06/01/2013

Dieci anni

Potevo fare grandi celebrazioni ma alla fine ho deciso di optare per un'elegante nonchalance: oggi questo blog compie DIECI ANNI. Se mi metto a pensare a tutte le cose che potevo fare nel tempo che ci ho dedicato nel corso degli anni c'è da deprimersi. Oppure invece no.

giovedì, 27/12/2012

Polpa di LCD Soundsystem

Ieri sera, non so bene perchè, l'ho dedicata tutta agli LCD Soundsystem. O meglio, in realtà lo so perchè: su Stereogum mi sono imbattuto nella riflessione Filling the LCD Soundsystem void e, anche se la parole di Chris DeVille non mi hanno soddisfatto, ho pensato che si contano sulle dita di una mano le band per cui qualcuno si dà la briga di ragionare in termini di astinenza e vuoto da riempire.

Pochi giorni prima avevo scovato le foto della lezione di enologia tenuta da James Murphy sulla S.S. Coachella, la crociera musicale ai Caraibi organizzata dallo staff del mega-festival californiano prima di Natale (per un perodo non breve ho seriamente considerato l'ipotesi di andarci, e so che non sono stato il solo); Giacomino aveva proprio l'aria di divertirsi, probabilmente più di quanto si sia divertito negli ultimi anni con la sua band.

E alla fine ho dovuto trovare il tempo per guardare la mia copia di Shut up and play the hits, il documentario sul concerto finale del Madison Square Garden che stazionava di fianco alla mia tv da quasi un mese, e di sfogliare il bel libro fotografico LCD di Ruvan Wijesooriya che non avevo ancora avuto il coraggio di aprire. La nostalgia è una brutta bestia.

 

Qualcuno, però, lassù deve avermi ascoltato. Proprio stamattina ho visto su Consequence of sound il regalo che i Pulp di Jarvis Cocker hanno fatto per Natale ai propri fan: una registrazione del classico minore (finora rimasto inedito) After you, in una nuova versione assai danzereccia prodotta proprio durante la suddetta crociera (di cui la band era headliner) da James Murphy. I suoni sono esattamente quelli degli LCD, la batteria spinge come in certi classici del combo di New York, il basso è saturo come se venisse da un disco post-punk della collezione di Murphy, sul finale il pezzo esplode in una coda fatta apposta per ballare, e qua e là giurerei di sentire anche una cowbell. Polpa di LCD Soundsystem, è il caso di dire. E una bella dose di quella buona per noialtri stupidi che dall’Aprile dell’anno scorso aspettiamo solo la reunion.

 

 

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mercoledì, 26/12/2012

Mi sembra di averlo già visto da qualche parte

[via]

domenica, 23/12/2012

A blocky Xmas

Natale è anche potersi permettere di passare mezzo pomeriggio sul divano per giocare (e finire) A blocky Christmas, un bel puzzle game «calamitato» che vi farà sputare un po' di sangue (soprattutto con l'insidioso livello 12) ma che ha il giusto equilibrio tra difficoltà e giocabilità.

E, da bravo gioco stagionale, come vedete nello screenshot qua sotto alla fine vi fa pure gli auguri.

 

mercoledì, 19/12/2012

Inkiostro – I dischi del 2012

Un anno un po' fiacco? E' un commento qualunquista, e anche un po' da vecchio, ma guardando indietro mi pare che 2012 non mi abbia dato quanto i precenti in termini di musica. Ho faticato a stilare questa lista, e se gli anni scorsi di solito c'erano troppe cose che mi spiaceva rimanessero fuori, questa volta arrivare a 10 dischi non è stato facilissimo. Non ricomincio con la solfa che parte con la sovraproduzione e si conclude coi tempi di consumo sempre più veloci, la conoscete già tutti, e immagino valga anche un po' per voi. Occore farci i conti senza troppa malinconia e concentrarci nel trovare le poche cose buone che dopo 12 mesi rimangono. Stilare una top ten è sempre un utile esercizio di sintesi ed ecologia dei pensieri e alla fine, dai, mi sa che questi dischi in futuro me li ricorderò.

 

 

 
10
 
Woods – Bend beyond (Woodsist)

 

Non ricordo chi era stato a dirmi che se un disco riesce ad accompagnarti per almeno due stagioni è già un gran disco, perchè contiene al suo interno una variabilità di atmosfere o di possibili letture che solo un'opera di un certo livello riesce a raggiungere compiutamente. Il nuovo disco dei Woods ha fatto da soundtrack alle tarde settimane della mia Estate, quando il folk rock di Cali in a cup illuminava le mattinate calde di una spensieratezza piacevolmente irresponsabile e la sua armonica odorava di anni '60 e coste del Pacifico dove non sono mai stato; ma poi è arrivato l'autunno, e poi l'inverno, e lì per me c'era la bella ballad It ain't easy, che dispensa una curiosa saggezza gattopardiana quando spiega che «Non è difficile dire che le cose non sono facili, mentre cerchi modi diversi per far sì che le cose rimangano le stesse». Parole sante.

 

MP3  Woods – Cali in a cup

MP3  Woods – It ain't easy

 
 
9
 
White Rabbits – Milk famous (TBD)

 

Non sapevo di esser così tanto fan degli Spoon finchè non sono arrivato a stilare questa top ten e ho scoperto che ci sono finiti ben due dischi che alla band di Britt Daniel sono legati a doppio filo. Se i Divine Fits, tre posizioni più avanti, vedono tra le proprio fila proprio il cantante della band newyorkese, i White Rabbits col terzo disco Milk Famous rilanciano forte e chiaro gli insegnamenti che il suddetto Daniel gli ha dato producendo il precedente It's frightening. Se lo vedi con malizia è quasi plagio, se invece te ne freghi sei portato a pensare quasi che gli allievi stiano arrivando a superare i maestri, con una costruzione delle canzoni attentissima e un talento per gli arrangiamenti incastrati e spezzati che non è da tutti. Il tocco c'è, la personalità arriverà (e speriamo che non rovini tutto). Per ora c'è un bel disco, e mi pare abbastanza.

 

MP3  White Rabbits – Heavy metal

MP3  White Rabbits – I'm not me

 

 
 
8
 
Pinback – Information retrieved (Temporary residence)

 

Vi ho detto già troppe volte quanto amo i Pinback e praticamente tutti i loro effetti collaterali che ormai in merito non so più cosa scrivere. Se non avete amato prima il loro indie matematico che deriva tanto dalle frequentazioni alternative che spesso hanno sfondato i confini del metal del chitarrista Rob Crow quanto al passato con gli indie heroes Three mile pilot (in cui milita anche Pall Jenkins dei Black Heart Procession) del bassista Zach Smith non comincerete ad amarlo con il disco che vede il loro ritorno sulle scene dopo 5 anni di pausa. Ma secondo me non sapete cosa vi perdete o non ci avete provato abbastanza, perchè ogni volta che spingo Play mi viene da pensare che di gruppi così unici in giro non se ne trovano quasi più.

 

MP3  Pinback – Sherman

MP3  Pinback – Proceed to memory

 

 
 
7
 
Hot Chip – In our heads (Domino)

 

L'avevo preso un po' sotto gamba, il quinto disco degli Hot Chip. Negli ultimi tempi Alexis Taylor e soci sembravano un po' appannati e fuori dal tempo, incapaci di mantenere quello che il loro capolavoro The Warning otto anni fa prometteva e sospesi in uno status di simpatici mestieranti del pastiche sonoro, capaci di scrivere pezzi killer ma incapaci di fare veramente un salto verso la serie A del pop elettronico.
Forse questo salto non l'hahno fatto e non lo farranno mai, ma probabilmente va bene così: il loro continuo provarci e il loro rimanere sempre un po' troppo sfigati è ormai parte del loro carattere e della loro musica. Il grande numero di suggestione e sfumature che riescono a regalare, unito a un indiscutibile talento per la melodia che molti gli invidiano, rimane a testimoniare che le carte ci sono tutte. La mano era buona ma alla fine forse la partita è persa: però ci siamo divertiti.

 

MP3  Hot Chip – Night and day

MP3  Hot Chip – Look at where we are

 

 
 
6
 
Divine Fits – A thing called divine fits (Merge)

 

La cosa chiamata Divine Fits è il supergruppo di Britt Daniel degli Spoon e Dan Boeckner degli Wolf Parade, e per uno strano miracolo riesce a essere un disco vero di una band vera che spesso finisce per essere milgiore della somma delle sue parti. Ti saresti aspettato un presuntuoso lavoretto di maniera da parte di musicisti stufi dei loro progetti principali, e invece ti ritrovi quello che probabilmente è il miglior disco indie-rock del 2012 (che, beninteso, non mi pare sia stato un anno esattamente memorabile per la cosa chiamata indie-rock). Un po' di chitarre, un po' di synth, due voci inconfondibili, linee di basso che spaccano e la sensazione che così tanto talento così ben utilizzato non lo si incontri tutti i giorni in giro. Una cosa chiamata gran disco.

 

MP3  Divine fits – Shivers

MPDivine fits – The Salton sea

 

 
 
5
 
Jens Lekman – I know what love isn't (Secretly Canadian)

 

Jens Lekman ormai è uno di famiglia. Non ha più niente da dimostrare eppure ogni volta ce lo dimostra, e disco dopo disco le sue storie si fanno più nitide e vere senza perdere un briciolo della dimensione naif che hanno sempre avuto. E' come se Lekman anno dopo anno non facesse che diventare sempre più se stesso, l'amico con cui vorresti bere una birra una volta a settimana solo per sentirlo ragionare sulla vita, l'amore e tutto il resto, oppure quello che ogni sei mesi si trasferisce in un continente diverso e che, anche se ti racconta ogni volta che ha finalmente trovato il posto per sè, sai bene che finirà per trovarsi sempre da capo.  La grandeur pop e la cameretta. Alcuni dei migliori testi che si possano trovare nel pop di questi tempi. Il tentativo di cambiare tutto per poi ritrovarsi sempre lo stesso.
Oh Jens, oh Jens, your songs seem to look through a different lens
.

 

MP3  Jens Lekman – I know what love isn't

MP3  Jens Lekman – Become someone else's

 

 
 
4
 
Chelsea Wolfe – Unknown rooms, a collection of acoustic songs (Sargent House)

 

Chelsea, con questo disco mi hai fulminato. Sei sicura che il sound gotico, rumoroso e marziale che normalmente fai («doom folk», l'hanno chiamato) sia veramente quello che fa per te? Perchè in questa raccolta di canzoni piccola piccola con un titolo che odora di opera minore, tiri fuori una classe inattesa e una penna di altissimo livello che nei tuoi dischi precedenti non si sentiva. Mi ricordi la PJ Harvey dolente di To bring you my love o di White chalk, la vedova disperata, l'amante abbandonata, la strega che vive nel deserto e vede presagi di sventura nei segni della natura. Con questi arrangiamenti classici che sembrano venire da un grammofono nell'altra stanza, hai trovato una dimensione sonora di una qualità che prima potevi solo sognarti e che ti mette al pari con i migliori nomi del cantautorato femminile di questi tempi. Me ne puoi fare altri, di dischi così?

 

MP3  Chelsea Wolfe – The way we used to

MP3  Chelsea Wolfe – Sunstorm

 

 
 
3
 
Chromatics – Kill for love (Italians do it better)

 

Qua non ho niente da aggiungere a quello che scrivevo a Giugno:
«I Chromatics li seguo da lontano da qualche anno, più o meno dai tempi di quel pezzone che era In the city, e sono da sempre il mio gruppo preferito della scuderia di quella etichetta col nome tutto sbagliato che si chiama Italians do it better. Sono un giro da un po' di anni e ultimamente hanno avuto anche un po' di visibilità per essere finiti nella soundtrack di Drive, ma è solo con l'ultimo disco che hanno trovato la quadra di un sound sfuggente che è contemporaneamente caldo e algido, maledetto e languido, metropolitano e desertico. La colonna sonora perfetta per un lungo viaggio notturno in macchina (il loro disco precedente si chiamava Night Drive), attraversando posti sconosciuti in cui non ti fermerai mai, con la mente che vaga verso il ricordo di qualche amore passato o di una storia senza speranza con una ragazza lontana. Elettronico e a volte quasi trip-hop, ma con abbondanti iniezioni si synth che profumano di certi anni '80 curiosamente eleganti, ma anche dello shoegaze meno rumoroso e di malinconico pop fumoso sempre un pochino fuori dal tempo, il sound dei Chromatics è nero e gravido di presagi, ed appartiene alla notte di chi è stanco ma non può e non vuole dormire, ed è crucciato da increspature di inquietudine che è sempre troppo definire dei tormenti.» [#]

 

MP3  Chromatics – The River

MP3  Chromatics – Into the black (Neil Young cover)

 

 
 
2
 
Colapesce – Un mearviglioso declino (42 Records)

 

Erano i primi gelidi mesi dell'anno, e ascoltavo Restiamo in casa in cuffia mentre tornavo a casa di notte camminando nelle vie del centro. Durante la Primavera La distruzione di un amore mi pareva una canzone all'incontrario con un titolo sagace tutto sbagliato. Ho aspettato l'Estate per poter mettere a ripetizione Oasi nell'autoradio nelle mattine in cui andavamo al mare. Cadevano le foglie e io passavo i miei weekend nei treni mentre Bogotà mi raccontava delle distanze nello spazio e nel tempo.
C'è tutto il mio anno nell'incredibile esordio di Colapesce, un disco quasi perfetto per un cantautore ispirato come non se ne sentono spesso nel nostro paese. Una scrittura incredibilmente matura, arrangiamenti pieni e curatissimi e una produzione eccezionale: un piccolo miracolo.

 

MP3  Colapesce – Restiamo in casa

MP3  Colapesce – Oasi

 
 
1
 
TV Girl – The Wild, the Innocent, the TV Shuffle (Greadhead presents / autoprodotto)

 

Scrivevo a Maggio:
»Per la loro prima fatica in full lenght, i Tv Girl da San Diego non usano il termine album, ma quello assai più insolito di «mixtape». Che c'entri il fatto che il disco fa un abbondante uso di campionamenti probabilmente illegali e che quindi non possa essere pubblicato ufficialmente (e infatti è in free download da qui) non appare poi così fondamentale. The Wild, The Innocent, The TV Shuffle è infatti una sequenza di pezzi pop abbastanza killer che frullano un gran numero di generi e ricordano contemporaneamente cose diversissime tra loro (Eels, The Go! Team e The Avalanches, ma io ci sento anche i Real Estate più orecchiabili e Casiotone for the painfully alone, o come dice Enzo il primo Jens Lekman), mischiando le carte esattamente come farebbe un buon nastrone. I miei pezzi preferiti sono il doo-wop due punto zero Misery, l'anthem un po' FM tardi '90 Loud and clear, che parte come una specie di Drinking In LA velocizzata cantata da Mr. E e alla fine diventa uno zapping radiofonico in battuta che ti venire voglia di ballare.»
Il mio disco dell'anno non è esattamente un disco, non è stato esattamente pubblicato, non appartiene a un genere preciso (neanche a due o a tre) e sono abbastanza sicuro che non comparirà nella classifica di fine anno di nessun altro. Come riassunto di questo 2012 completamente folle, quindi, è perfetto.

 

MP3  TV Girl – Misery

MP3  TV Girl – Loud and clear