lunedì, 05/11/2012

Ce la meritiamo, l’estinzione

Ho seguito da vicino (per motivi personali e di affetto verso la città) l'arrivo dell'uragano Sandy su New York City. Ho monitorato siti di news e live blog, browsato gli hashtag sui social network, passato la serata di lunedì a guardare online la terrificante diretta sul Weather Channel (e poi non sono riuscito a dormire, strano, eh?) e, ora che il peggio dovrebbe essere passato, a leggere i report dei disastri e a guardare le foto. Nell'era degli smartphone, di Facebook e di Instagram, le foto dei disastri sono un vero e proprio genere a sé stante, in cui la curiosità un po' malata verso i risultati della distruzione viene elevata a potenza dalla pervasività in real-time della condivisione sociale e dalla distorta logica del Like.

A tal proposito, ho trovato significativa e un po' inquietante questa meta-foto trovata come al solito nella splendida (ma per niente esaustiva) raccolta effettuata da The Big Picture. Il primo pensiero è che forse ce la meritiamo, l'estinzione.

 

giovedì, 01/11/2012

Mestieri resi più semplici da facebook e dai social network: il veggente

Related: la bella infografica The Social Media Zombie Apocalypse.

| # | asocial network | I Commenti sono chiusi

mercoledì, 31/10/2012

Buon Halloween, con Pumpktris

Sì, è quello che credete. Tipo la cosa nerd più figa di sempre.

[via Ars Technica, grazie a Checco]

| # | oh my geekness | I Commenti sono chiusi

martedì, 30/10/2012

Fact Checking

di

 

C'è sempre qualcuno che prova a ripetere "su Internet ognuno può spararla grossa senza sanzioni". Un'affermazione che sappiamo porta a giustificare le peggio repressioni e soprattutto ignora colpevolmente che proprio sul web si trovano gli strumenti di verifica e correttezza delle informazioni. Uno di questi è FactChecking.It, interessante servizio promosso della benemerita Fondazione <a href di Trento.

 

 

Ieri sera a Impronte digitali su radiocittafujiko, il direttore della fondazione Michele Kettmaier ha raccontato molto sull'utilità della verifica delle notizie in tempi di perenne campagna elettorale. Come potete sentire dal podcast qui sotto, uno degli aspetti più interessanti del progetto è l'aspetto civico e comunitario del progetto: chiunque può segnalare un articolo, un'intervista, un post o un sondaggio che contiene una scorretta informazione, o può chiedere in rete se qualcuno è in grado di verificarlo. In questo modo si può misurarne la veridicità e sul lungo periodo conteggiare anche l'attendibilità di un media o di un personaggio pubblico.

 

Un'iniziativa lodevole, tanto da esser subito contattata dal Corriere della Sera per una partnership inedita e interessante. I cittadini e i giornalisti sentono la mancanza di una pratica che all'estero è uso comune? Con un servizio del genere, gratuito e open source, il controllo della veridicità dei fatti diventa un po' più semplice.

 

MP3 – IMPRONTE DIGITALI Fact Checking

| # | impronte digitali | I Commenti sono chiusi

lunedì, 29/10/2012

Close-up on Suzanne Vega

Su queste pagine ho già scritto molte volte di Suzanne Vega, e ogni volta dico con parole diverse più o meno le stesse cose. Ad esempio, un paio d'anni fa, parlando di Close-up, Vol. 1 – Love songs, scrivevo:

Se non è da sempre, sicuramente è da molti anni che Suzanne Vega è fuori dai giri cool (provate a cercarla su Pitchfork: zero risultati). Una carriera lunga e lentissima (7 album in 25 anni), intermezzata da anni di silenzio e da una vita placida lontana da ogni tentazione di jet set  (anche di quello indipendente). Nel 2010 è tornata in studio, non per incidere materiale nuovo ma per dare nuova veste e nuova vita a molte delle canzoni pubblicate negli anni, spesso non valorizzate da arrangiamenti inutilmente barocchi e produzioni pallide figlie dei loro tempi. Qua c'è la voce, la chitarra e il minimo indispensabile di strumenti per dare personalità al sound: il resto è la canzone, nuda, con melodie bellissime e testi inarrivabili. Un disco nuovo. [#]

 

MP3  Suzanne Vega – Some journey

MP3  Suzanne Vega – Headshots

 

Nel mentre la serie Close-up è arrivata al quarto e ultimo volume Close-up, Vol 4 – Songs of family, che è quello che contiene meno canzoni famose dei quattro, ma forse alcune delle più belle. La raccolta si apre con Rosemary, che, benchè non stia su nessun album, è la mia canzone preferita della folksinger newyorkese (8 anni fa vi ho spiegato il perchè) e continua con parecchi dei brani migliori della sua produzione più recente.
Brani che certamente non mancheranno nelle date sel suo tour italiano, che parte stasera da Bologna e continua fino a venerdì passando anche per Salerno, Caserta e Roma. Sinceramente ho perso il conto di quante volte l'ho vista dal vivo (una quindicina, a occhio), e ovviamente anche a questo giro non posso evitarlo (ma ho preferito la data di Roma di venerdì alle due esose date bolognesi di oggi e domani). Che l'abbiate già vista dal vivo o che non la conosciate, fossi in voi non me la perderei.

 

MP3  Suzanne Vega – Rosemary (Close-up version)

martedì, 23/10/2012

The Man-machine sweater

Una delle più iconiche copertine della storia della musica in versione maglione della nonna. Il design è di Mishka (ma non ce n'è traccia aul sito, immagiono che vìoli un po' troppi copyright per farglielo vendere tranquillamente), e viene da 17 ultra-cozy music sweaters.

venerdì, 19/10/2012

Sound of cylons

Se siete degli hardcore fan di Battlestar Galactica cliccate e cantate con Simon & Garfunkel. Se non lo siete, andatevelo a guardare e poi tornate.

 

giovedì, 18/10/2012

Cassette to iPod converter

Forse non utilissimo, ma molto elegante nella sua compattezza che cita l'indimenticato walkman: il Cassette to iPod converter.

 

| # | want it | I Commenti sono chiusi

martedì, 16/10/2012

Riceviamo e volentier pubblichiamo: gli Arditi di Padre Pio

Non so bene chi si nasconda dietro il progetto Arditi di Pio, ma so che certamente ha troppo tempo libero e (spero) non tutte le rotelle a posto. Giorgio mi segnala il loro ultimo video Padre Pio ti amo abbestia, che segue il precedente Salvaci da Satana, Padre Pio e, come dire, già il titolo parla da sè. Buona visione.

 

 

lunedì, 15/10/2012

I bei vecchi tempi (più importanti) dell’indietronica che forse non torneranno più

La prima volta che ho sentito il nuovo singolo degli Amari, Il tempo più importante, non sapevo bene cosa pensare. Gli Amari che abbiamo sempre amato sono sempre lì da qualche parte, col loro talento nel riuscire a parlare sempre di noi (da Part(y)-time jobs, a Campo minato a Manager nella nebbia, se le metti tutte in fila erano sempre la canzone giusta al momento giusto, e questa non fa eccezione), la produzione sempre curatissima e la classe indiscutibile. Il vestito però stavolta è più classico che mai, quasi sanremese (facile pensare che c'entri qualcosa il fatto che da un po' Dario 'Dariella' Moroldo è anche autore di pezzi per gli artisti della Sony), e per i fan della prima ora è facile rimanere spiazzati. Dopo qualche ascolto, però, il verdetto non può che essere positivo: Il tempo più importante è un gran pezzo, e se gli darà finalmente un po' della visibilità che meritano e gli farà conquistare un po' degli ascoltatori di Lattemiele, sarà una buona cosa.

 

Certo, il loro sound delle origini, soprattutto quello del periodo più indietronico, un po' ci manca. E forse è quello che ha pensato anche il buon Maxcar, che è tornato sul suo Batteria ricaricabile per postare un mash-up indicativamente intitolato Il Tempo + Importante (Non Escludo Il Ritorno Andropausa Mashup), che mischia gli Amari col DJ e produttore inglese Boddika (che non ha neanche uno straccio di pagina wikipedia per far finta di sapere chi sia; a occhio è o era del giro dubstep, visto che ha firmato un po' di singoli con Joy Orbison) ottenendo quella che potrebbe quasi essere una outtake dei Notwist epoca Neon Golden.
Anche se i bei vecchi tempi del glitch-pop forse non torneranno più, i vecchi fan sono accontentati. E ora spazio a quelli nuovi: l'anno prossimo vogliamo vedere la nostra band friulana preferita sul palco dell'Ariston.

 

venerdì, 12/10/2012

Quando la macchina batte l’uomo, soprattutto se fatta di lego

Risolvere un cubo di Rubik in 6 secondi e 40? Questo impressionante robot (non posso chiamarlo direttamente) fatto di Lego mindstorms può. Sono pronto per il dominio delle macchine, soprattutto se fatte di lego. Ricordatevi degli amici.

(grazie a Checco)

 

| # | lego my ego | I Commenti sono chiusi

giovedì, 11/10/2012

La sigla dei Simpson in carne e ossa

La sigla dei Simpson è ormai un pezzo di cultura pop che è stato remixato innumerevoli volte nel corso del tempo; però questo re-enactment fatto da attori veri (impressionante nella precisione dei dettagli) non l'avevo ancora visto.

 

 

 

Update: Chiamatemi Alzheimer: l'ho già postato più di 6 anni fa. Aiuto.

mercoledì, 10/10/2012

La faccia di Morrissey quando gli dicono che in studio sta per entrare Johnny Marr

E' un vero spettacolo vedere per una volta uno dei musicisti più leggendari e stronzi (e leggendariamente stronzi) della storia della musica  veramente terrorizzato. Ci è riuscito Stephen Colbert, che ieri sera ha messo Morrissey sulla graticola per 5 minuti di esilarante botta e risposta in cui si potevano letteralmente contare le gocce di sudore sulla fronte del Moz. La regina, la reunion degli Smiths, il suo vegetarianesimo: questo e altro per 5 lungjissimi minuti di puro disagio. Vogliamo tutti bene a zio ciuffo, ma è difficile non godere un po' a vederlo per una volta soffrire un po'.

(via)

 

 

mercoledì, 10/10/2012

A questo punto potrei anche smettere di postare librerie

E' uscito da un po', ma solo recentemente Bookshelf – LIbrerie d'autore è caduto sotto le mie grinfie. Il bel libro di Alex Johnson (giornalista dell'Independent e titolare del meritorio The blog on the bookshelf) raccoglie centinaia di librerie spettacolari, molte delle quali nel corso degli anni sono finite anche su queste pagine (nell'apposita sezione). Un must per bibliofili e amanti del design.

 

 

| # | faking the books | I Commenti sono chiusi

lunedì, 08/10/2012

Le Impronte digitali di Giovanna Cosenza

di

Come promesso siamo pronti ad annunciare la vera novità di Impronte digitali 2012/13: Giovanna Cosenza, Presidente della Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna e blogger di chiara fama, sarà nostra ospite su radiocitta'fujiko a cadenza mensile.

 

Siamo molto contenti di questa collaborazione: di puntata in puntata commenteremo insieme fatti di attualità, fenomeni della rete, usi e (mal)costumi della comunicazione attraverso il web e le nuove tecnologie.

 

 

Le elezioni USA e le primarie in Italia obbligano a cominciare da "nuovi media e politici": cosa e come scrivono, che risposte hanno e quante ne danno, chi seguono e a chi si rivolgono, chi li insulta e chi li loda, gaffes clamorose e brillanti intuizioni.

 

Pagelle, risate e applausi sono assicurati.

 

MP3 – IMPRONTE DIGITALI Giovanna Cosenza

| # | impronte digitali | I Commenti sono chiusi

lunedì, 08/10/2012

L’indie è morto e neanche io mi sento troppo bene

In questo blog, a differenza di quanto avveniva prima, da un paio d'anni a questa parte si parla piuttosto raramente di musica.

 

(Non perdo occasione per ricordarvelo, lo so. Ma visto che ben 1295 persone hanno votato inkiostro.com come miglior sito musicale ai Macchianera Internet Awards, facendolo finire davanti ad alcuni blog che rientrano davvero nella categoria e che meritavano assai di più quei voti, forse è il caso di continuare a ripeterlo)

 

Quando mi chiedono il perchè, faccio sempre un po' fatica a spiegarlo. Ho molto meno tempo libero di una volta, è vero, e quello che ho preferisco spenderlo divesarmente dallo scandagliare il web in cerca di dischi belli e spiegare qui per quale motivo meritano di essere ascoltati. Ha a che fare con me e con una crescente sensazione che le cose meritevoli di attenzione là fuori siano sempre di meno, e che la mostruosa quantità di roba che viene prodotta e diffusa ogni giorno abbia ormai portato un certo tipo di approccio musicale esplorativo al suo punto di non ritorno. Ma quella, forse, è una questione personale (anche se meno personale di quanto sono portato a credere, a occhio). Ha a che fare però anche con la rete, i blog e il loro ruolo nel parlare di musica, ruolo che ha molto meno senso ora di quanto ne avesse anni fa.

 

Come è già successo altre volte, le parole per spiegare questa condizione le ha trovate Hipster Runoff, nel suo recente post How Indie finally officially died: the broken indie machine. Al di là del solito cinismo cosmico, dei commenti tranchant ad alzo zero e dell'ironia parodistica meta-tutto che caratterizza sempre i suoi post, Carles esprime molte delle cose che mi ronzano per la testa da un po' di tempo a questa parte. Il post è lunghissimo e pieno di fuffa, ma al suo interno contiene non pochi sprazzi di verità; se avete tempo e siete un po' stanchi, vi consiglio di leggerlo.

As for ‘blogs,’ there isn’t really any incentive to ‘curate’ a legitimately authentic flow of content any more. Once again, not a new point, but just another part of the broken indie machine. Due to the symbiotic relationship between the media and the artists, we can never have buzz the way it once was. It’s just the same old song & dance over and over again. s00oo0oo0o bored. […]

 

When I first started this blog, I used to be excited to contribute to an ongoing discussion about art, artists, music, 'the internet indie scene', and any sort of forward progress when it came to ‘the little genre that could.’ Sure, ‘indie’ as we once loved it has been dead for a while, but I can’t help but wonder if things are going to change, who is interested in bringing about change, and if there is anything to culturally look forward to any more. I used to feel like I was sharing a real part of myself when it came to the excitement and curation of independent artists, but now I am basically just bored, resentful, bored, and disconnected. [#]

Quanto a me, credo che ancora per un po' giocherò a questo gioco, con le nuove regole che non mi sono mai realmente dato ma che mi richiedono poco continuando però ancora a darmi qualcosa. Poi, a un certo punto, mi stuferò, e andrà bene così.

giovedì, 04/10/2012

Con la coda dell’occhio

Quando il mio amico Roberto 'Roi' Ruager mi ha detto per la prima volta che stava organizzando una mostra delle sue fotografie al TPO di Bologna, ho capito immediatamente che non si sarebbe trattato di una semplice mostra. Chiunque sia stato a una delle sue sontuose cene sa che la megalomania (nel senso migliore del termine) è un tratto inscindibile della sua personalità, e ovviamente non può che riverberarsi anche in questo evento. E infatti Con la coda dell'occhio pare essere un vero e proprio mini festival delle arti costruito intorno alle sue foto, una «mostra fotografica, performativa e sensoriale» che vede ogni sera una diversa performance, finger food servito a tema, e chissà cosa altro. L'ingresso costa solo 1 euro, e io sono molto curioso. Fossi in voi ci farei un salto.

 

| # | 3T city | I Commenti sono chiusi

mercoledì, 03/10/2012

Cavallo di troia 2.0

 

[HedonIsM(y) trojaner di Babis Cloud]

| # | maybe art, oh my geekness | I Commenti sono chiusi

martedì, 02/10/2012

La più brutta scena di morte in un film di tutti i tempi

Avevo letto il titolo Worst movie death scene ever ma pensavo alla solita definizione esagerata (ormai se non c'è di mezzo un superlativo assoluto chi clicca più?). Poi l'ho guardata, e ho scritto il titolo di questo post.

(via ConteGola su FB)

 

lunedì, 01/10/2012

Impronte digitali, il ritorno

di

Ottobre è tempo di castagne e di ripresa dei palinsesti. Pur stimando le prime, ci sentiamo più ferrati con i secondi e stasera alle 19 riprendiamo la rubrica di "web & nuove tecnologie" su radiocittafujiko. Tra il serio e il faceto andremo a curiosare online tra progetti innovativi, temi scottanti, esperti imprescindibili.

 

Come ogni nuova stagione che si rispetti ci saranno però delle novità: la prima è lo spostamento del giorno settimanale al LUNEDì, se vi scordate metteremo qui il consueto podcast. La seconda sarà annunciata la settimana prossima, un po' per creare un grande effetto di spasmodica attesa, un po' perché quella di oggi non può che essere una puntata di riscaldamento delle voci e delle menti.

 

 

Stay Tuned !

| # | impronte digitali | I Commenti sono chiusi