lunedì, 05/11/2012

Ce la meritiamo, l’estinzione

Ho seguito da vicino (per motivi personali e di affetto verso la città) l'arrivo dell'uragano Sandy su New York City. Ho monitorato siti di news e live blog, browsato gli hashtag sui social network, passato la serata di lunedì a guardare online la terrificante diretta sul Weather Channel (e poi non sono riuscito a dormire, strano, eh?) e, ora che il peggio dovrebbe essere passato, a leggere i report dei disastri e a guardare le foto. Nell'era degli smartphone, di Facebook e di Instagram, le foto dei disastri sono un vero e proprio genere a sé stante, in cui la curiosità un po' malata verso i risultati della distruzione viene elevata a potenza dalla pervasività in real-time della condivisione sociale e dalla distorta logica del Like.

A tal proposito, ho trovato significativa e un po' inquietante questa meta-foto trovata come al solito nella splendida (ma per niente esaustiva) raccolta effettuata da The Big Picture. Il primo pensiero è che forse ce la meritiamo, l'estinzione.

 

3 Commenti a “Ce la meritiamo, l’estinzione”:

  1. inkiostro ha detto:

    Mo’ me lo segno

  2. Andrea ha detto:

    Diceva Bob Marley: “Judge not, before you judge youself”.

    In apertura di post ti giustifichi per aver seguito in modo maniacale il passaggio dell’uragano su New York, che ti ha addirittura regalato una notte insonne, e poi butti merda su tutti gli strumenti che ti hanno permesso di farlo.

    Per me l’estinzione la merita chi stupra la lingua usando espressioni come *browsato gli hashtag*.
    Ti segnalo anche che in poche righe sei riuscito a fare errori di punteggiatura e di accenti.

    Rifletti sulla prima frase, visto che hai tutta l’aria di uno che in questa cultura della “pervasività in real-time della condivisione sociale e dalla distorta logica del Like” ci sguazza alla grande.

  3. Giorgio ha detto:

    Ciao,
    forse hai ragione a sostenere che l’estinzione la meritiamo, però ti vorrei rammentare che già Plinio il Vecchio morì sotto l’eruzione del vulcano mentre descriveva la furia della natura.Quindi non parlerei di “pornografia” almeno in questo caso, ma di bisogno di conoscenza. E non escluderei a priori che nella nostra epoca si sia esaurita del tutto.