suoni

venerdì, 01 07 2011

Joe Strummer a marolla !!

di

Se n'era parlato quasi due anni fa su queste colonne come una notizia meravigliosa, ora invece la fredda smentita: il comune di Tonara non vuole più dedicare una via a Joe Strummer !!

 

Il piccolo paese al centro della Sardegna, noto per la produzione di torrone, ha eletto una nuova giunta di centrodestra, gli amici di (Su Barraliccu), entusiasmi come e più di noi, sono andati subito a informarsi da Stefano Succu, neo assessore ai lavori pubblici: “l’idea non è mai nemmeno stata discussa dall’attuale amministrazione”.

 

Non facciamo scoraggiare e votiamo l'immancabile sondaggio / petizione !!

 

PS. l'espressione tipicamente indi(e)gena può esser tradotta come  "joe strammer a tutti i costi"

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venerdì, 24 06 2011

Il ballatone tristerrimo e la tonante voce soul

Ve la ricordate l'Estate del 2006? Eravamo giovani, eravamo belli, eravamo felici, e le radio passavano senza sosta quel gran pezzone pop che è Crazy degli Gnarls Barkley, il progetto estemporaneo del soulman Cee-Lo Green e dell'uber-producer Danger Mouse.

E ve lo ricordate l'Inverno del 2007? Eravamo giovani, eravamo belli ma eravamo tristissimi, e per crogiuolarci nel nostro dolore ascoltavamo No one's gonna love you dei Band of horses, una band di barbuti post-grunger di Seattle che parlavano di funerali, fantasmi e tristezze assortite.

 

Mai avremmo potuto credere, allora, che la tonante voce che intonava l'anthem estivo Crazy cinque anni dopo si sarebbe cimentata proprio con il ballatone tristerrimo di cui sopra, peraltro trasformandolo quasi in un pezzo allegro. Strana la vita.

 

 

MP3  Cee Lo Green – No one's gonna love you (Band of horses cover)

 

martedì, 21 06 2011

La jam session virtuale di Paranoid Android

36 versioni di Paranoid Android trovate su Youtube, e mixate in audio e video fino a farle diventare un'enorme jam session virtuale.

venerdì, 17 06 2011

So crazy right now

Dalle mie parti in questi giorni si va coi pazzi, e insieme a una spaventosa mole di lavoro, a una bastardissima influenza fuori stagione e ad altri impegni extra-lavorativi vari ed eventuali addensati tutti nel giro di un paio di settimane, si fa fatica a tenere il passo. Si fa a malapena in tempo a gioire per la messa online (con download gratuito per una settimana) della cover di Crazy in love di Beyonce rifatta dai ravennati Heike has the giggles, un pezzo che i nostri suonano dal vivo da anni e che appunto da anni qui si aspetta di poter riascoltare e ballare. Il pezzo viene regalato per supportare il tour estivo (di cui ho perso la data zero all'Hana-bi ma di cui cercherò di non mancare la data bolognese il 7 Luglio alla Botanique) in cui i nostri presentano il nuovo singolo Dear Fear, che anticipa il nuovo disco, in uscito per autunno per Foolica records e che -non so se ve lo posso dire- è una BOMBA. Alzate il volume! 

 

 

lunedì, 13 06 2011

Aidan & Sonny & Cher

Ogni volta che Aidan Moffat, già indimenticata voce degli Arab Strap, si cimenta con una canzone d'amore, a noi fan della prima ora della band glasvegiana viene sempre in mente l'adorabile e morbosa scurrilità di Packs of three, il primo pezzo di Philophobia. Ed è così che anche  la cover di un classicone fuori dal tempo come I got you babe di Sonny & Cher inizia ad assumere significati un po' diversi…

 

 

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venerdì, 10 06 2011

Cercando di far partire questo weekend che non promette nulla di buono

Su Baeblemusic c'è il video dell'intero concerto dei Go! Team al Brooklyn Bowl un paio di mesi fa. Su disco è un po' che non dicono qualcosa di nuovo, ma dal vivo, come ricordo bene dal loro live al Covo vari anni fa, il loro frullato di pop, hip-hop, indie e colonne sonore blaxploitation è una delle esperienze più divertenti che ci siano in giro. Qua sotto un anteprima con Buy nothing day, e speriamo che basti a farci entrare nel mood da weekend.

 

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mercoledì, 08 06 2011

Dischi belli di cui nessuno parla

Non scrivo spesso di musica ultimamente, ve ne sarete accorti (ok, non scrivo spesso tout-court, è vero. non so bene perchè): non ho quasi mai il tempo e la voglia di mettermi a scrivere cose lunghe e articolate, e rinuncio quasi subito anche alle segnalazioni veloci perchè là fuori ci sono ormai talmente tanti siti e blog che fanno la stessa cosa che finirei quasi sempre per arrivare dopo la puzza.  Fanno eccezione i dischi dell'anno (ma non ne esce più di uno ogni tre-quattro mesi, ad accorgersene), le produzioni locali, e i dischi belli di cui nessuno parla.

 

Succede, ogni tanto. Tutto è davvero troppo veloce di questi tempi, i dischi si bruciano a una tale velocità che quando arriva la data d'uscita sono già vecchi, quindi imbattersi in qualcosa di relativamente oscuro, godibile e restìo ad abbandonare la pila dei dischi in ascolto sotto il peso delle continue nuove uscite è un piccolo miracolo che va celebrato. Ed è quello che merita Gold in the shadows di William Fitzimmons, che da queste parti non abbandona il lettore da mesi e si è dimostrata un'opera migliore di quelle di tanti nomi ben più hype e blasonati nel fornire la soundtrack perfetta a certe mattine nuvolose o a certe serate particolarmente mogie. Dalla sua pagina wikipedia vedo che è in giro da parecchio e che negli States ha anche una certa visibilità; io invece l'ho sentito nominare per la prima volta un paio di anni fa, grazie a un breve tour italiano (che ho perso) e alla bella cover di Heartless di Kanye West che non so chi aveva postato in rete. Gold in the shadows è un disco di sommesso e garbato cantautorato barbuto appena sporcato di folk, di quelli che non mirano a cambiarti la giornata e forse neanche l'umore, ma che al momento giusto riescono a essere semplicemente perfetti. In punta di piedi e senza compromessi, anche a costo di far parlare di sè.

 

 

MP3  William Fitzsimmons – The tide pulls from the moon

 

MP3  William Fitzsimmons – Heartless (Kanye West cover)

lunedì, 30 05 2011

My own private Primavera

La cosa bella di andare ad eventi come il Primavera Sound è il fatto che, con i suoi 7 palchi e le sue più di 200 band spalmate nel corso di 3 giornate, nessuno degli astanti vede lo stesso festival. C'è chi si lancia in un tour de force per riuscire a vedere il maggior numero di band possibile, chi ignora i palchi principali per dedicarsi a coprire i progetti che non si vedono mai in Italia, chi costruisce le sue giornate intorno a un paio di gruppi e passa il resto del tempo a ciondolare, e chi fa piani complicatissimi che poi manda per aria perchè ha voglia di una birra, ha fame o non ha voglia di fare la strada tra un palco e l'altro. Ci si stupisce di quanto poco ci voglia ad abituarsi a vedere più di 12 ore di concerti al giorno, e di quanto il corpo e lo spirito, a fronte dell'età che avanza e della voglia che in teoria dovrebbe essere in calo, riescano a trovarsi subito a loro agio sotto il sole o il vento, in piedi per ore ed ore, con litri di birra nel sangue e robaccia fritta in corpo e ad avere ancora la voglia di fare tutto in fretta per arrivare in tempo per il primo live della giornata o di ballare un ultimo pezzo anche se sono le 5 di mattina. E ovviamente, tanto è bello lì per lì quanto ora è difficile tornare alla realtà.

 

Il mio Primavera personale é stato probabilmente vinto dai Pulp, la cui reunion è stato lo show magistrale e intenso che tutti volevamo. Ma anche l'algida versione bianca di PJ Harvey che canta storie di amore e morte (soprattutto di morte), Sufjan Stevens e la sua folk music cosmica (mezz'ora in meno e il concerto sarebbe stato perfetto, ma anche così chapeau), e i P.I.L. sopra ogni ragionevole e irragionevole aspettativa (chi l'avrebbe mai detto di trovare un Johnny Rotten così in forma) sono stati tra gli highlight del mio festival. Tra i nomi grossi non si possono non menzionare anche i Flaming Lips (che sono sempre sole cuore amore però al prossimo tour dovrebbero cercare di inventarsi qualcosa di nuovo), i Fleet Foxes (perfetti negli ampi spazi, e al tramonto, poi) e i Belle & Sebastian, che sono sempre piezz'e'core ma che io avrei fatto suonare su un palco più intimo.

 

Tra le cose piccole si confemano provenire da un altro pianeta James Blake, e Merril Garbus degli spettacolari tUnE-yArDs (entrambi i progetti, pur diversissimi, dal vivo lasciano davvero a bocca aperta). Sopra le aspettative gli hypatissimi Cults (ma sotto il fumo c'è dell'arrosto), i valvonauti Yuck (super '90s e molto molto divertenti), i tesissimi Soft Moon e i Ducktails (assai più indie-rock che su disco). Divertenti gli Holy Ghost. e scenograficissimo DJ Shadow (che DJizza live da dentro una palla con delle proiezioni spettacolari) Una certezza che non ha più bisogno di parole Caribou, come anche i Battles. Il resto non mi ha colpito, o non l'ho visto, o non mi è piaciuto (vedi alla voce Grinderman -l'orrore, l'orrore- ma anche Animal Collective), oppure ero in fila per ordinare una San Miguel o dei Xurros.

 

Ora ci dovrebbe essere la parte in cui ringrazio i miei eccellenti compagni di viaggio, dico che è stato bello incontrare così tanti amici al festival e mi rammarico di non aver incontrato gli altri di voi che c'erano; ma non ne ho voglia, sennò mi intristisco. Preferisco pensare che siamo ancora tutti là, e che la primavera ce la porteremo dentro per un po'.

lunedì, 23 05 2011

Every time I hear you calling, I get down on my knees and pray

Bella cover a split screen per voci, chitarra, doppio ukulele e pentole (…) del capolavoro dei New Order Bizarre Love Triangle. Pomplamoose, correte ai  ripari che questi sono bravi.

(via)

venerdì, 20 05 2011

Broken Social Mouse

I Broken Social Scene rifanno The World at large dei Modest Mouse. Versione delicata, ma davvero niente male.

giovedì, 19 05 2011

E’ Primaveeeeeera

Mentre in Spagna in questi giorni stanno pensando a tutt'altro, tra 7 giorni esatti in terra iberica avrà luogo un piccolo grande appuntamento per cui gli appassionati di musica di tutta Europa stanno facendo il countdown da mesi. Il San Miguel Primavera Sound in una decina di anni è riuscito a conquistarsi a mani basse il titolo di miglior festival musicale del Sud Europa (ma forse anche di tutta l'Europa), e dal 26 al 28 Maggio i suoi 7 palchi al Parc del fòrum, nel cuore di Barcellona, sono pronti a ospitare quasi 200 band. Tra i nomi più attesi ci sono pezzi da novanta come i riuniti Pulp, Flaming Lips, PJ Harvey, Belle & Sebastian, Sufjan Stevens, The National, Fleet Foxes e molti altri, ma anche hypatissimi nomi nuovi come James Blake, Cults, Yuck, Darkstar, Jamie XX e i nostrani A classic education. 

 

Come qualche anno fa, non ho saputo resistere e mi unirò (insieme ad altri 4 autori e autrici di questo blog, peraltro) alla sempre folta compagine italiana, che non ha modo di vedere così tante band in così pochi giorni entro i confini nazionali e che quindi ogni anno emigra per poco più di un weekend all'ombra della Sagrada Familia. Dalla pubblicazione degli orari lo scorso weekend è già partito il crudele gioco degli incastri, che parte dalla scomodissima time table del sito ufficiale per arrivare ai PDF o fogli Excel creati dai fan, al classico mega-schema di FeiriceirA fino alla web app interattiva su Clashfinder, in cui è possibile segnarsi le proprie preferenze, stamparle o esportarle (qua le mie, work in progress). Ah, se ve la siete persa, qua c'è la mappa degli escenarios di quest'anno.

 

Con chi c'è ci vediamo là (chi c'è faccia un fischio!). Con gli altri, vabbè, mi spiace per voi. :)

martedì, 17 05 2011

But have you seen my records?

Bella idea dei ragazzi di I love charts: una infografica sugli LCD Soundsystem che mette insieme le band nominate da James Murphy nel seminale primo singolo Losing my edge e le band citate da Pitchfork nell'enciclopedica serie di articoli che gli ha dedicato subito prima del concerto di addio. The Sonics, the Sonics, the Sonics, the Sonics.

 

 

MP3  LCD Soundsystem – Losing my edge

giovedì, 12 05 2011

Quasi me ne dimenticavo

Mi stavo quasi dimenticando di postare la fonte da cui ho tratto il giochino dei tagli di capelli dei musicisti con cui vi siete intrattenuti una settimana fa.
La fonte è un bel poster di Pop Chart Lab, che si può anche acquistare per modici 25$. Come noterete, i personaggi erano troppi per entrare tutti nello schermo, quindi io ne ho incluso solo una parte. Clicca qui per la versione ingrandita in cui riuscire a leggere qualcosa.

 

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martedì, 10 05 2011

Vocalizzi death metal

In effetti se ci pensi è ovvio: anche i cantanti death metal (anzi, forse soprattutto i cantanti death metal) prima dei concerti devono fare i vocalizzi per scaldare la voce. Ti cambia tutta la prospettiva: la prossima volta che incappate in un concerto del genere (cosa che a me non capita da secoli, ma sai mai) pensate a questo video:

 

(via)

 

Update: Francesco mi segnala anche questo "seminario teorico/pratico di canto metal estremo". Chissà se alla fine ti danno un attestato. (via)

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lunedì, 09 05 2011

Co-première: L’Altra live a Maps

Sono passati ben sei anni dal loro capolavoro Different Days, ma i L'altra sono sempre una certezza. La band di Joseph Costa e Lindsay Anderson è stata un caposaldo di certo downtempo indietronico tipico del decennio scorso, e da quegli anni un sacco di noi se ne sono perdutamente innamorati. Un paio di mesi fa la sempre eccellente Acuarela ha pubblicato il loro nuovo disco Telepathic, che vira il sound della band di Chicago in parte verso il folk intimista in parte verso lo slowcore e dimostra che l'ispirazione è rimasta quella dei giorni migliori.

 

In uno dei suoi frequenti viaggi in Italia Costa ha trovato il tempo per passare negli studi di Radio Città del Capo e suonare una session all'interno del contenitore pomeridiano Maps, prontamente ripresa dalle telecamere di Less Tv. Inkiostro ve la presenta in co-première esclusiva, insieme al sito della trasmissione dove trovate altri due video live e l'intervista completa. Un buon modo per cominciare la settimana. In punta di piedi.

 

venerdì, 06 05 2011

Erlend for La Pillirina

Che Erlend Øye, beneamato e allampanato uber-nerd dei Kings of Convenience e Whitest Boy Alive, abbia un feeling speciale con l'Italia è cosa nota da un po'. Il nostro viene spesso nel bel paese (qualche anno fa l'ho incontrato per caso ai Giardini della Biennale di Venezia, e qualche tempo dopo è capitato al Covo una sera che stavo mettendo i dischi) ed evidentemente dalle nostre parti si trova molto bene.

Non stupisce quindi leggere che ieri ha pubblicato su Facebook un video in cui suona una versione acustica di Imagine nello spettacolare contesto de La Pillirina, una spiaggia selvaggia dalle parti di Siracusa, per sensibilizzare i media sul progetto che vuole costruire un villaggio turistico in quest'area invece che trasformarla in riserva protetta:

"I have spent quite a bit of time in Syracusa in Italy. A great city in the south of Sicily. But now one of my favourite places there, Pillirina, is supposed to become a touristic village, and no longer have public access to the sea. Very sad. I made this video with some friends of mine to show Syracuseans what they might loose forever. Wake up!" [#]

 

lunedì, 02 05 2011

Mad Men and blue yetis

Non è la prima cosa che ti aspetti dal tenebroso Jon Hamm e forse neanche la seconda, ma probabilmente il protagonista di Mad Men ultimamente ha avuto un po' di tempo libero (invece che a metà Estate come al solito, la nuova stagione della serie più amata da grandi e piccini andrà in onda a Marzo del 2012) e ha pensato bene di impiegarlo per girare il videoclip di Tell me something I don't know, il nuovo singolo degli Herman Dune, insieme a uno yeti blu. C'è sicuramente chi lo preferirà a Peggy.

 

 

giovedì, 28 04 2011

Hipster Dad

Che gli Holy Ghost! promettessero bene da queste parti l'avevamo intuito a inizio anno, e ora che il loro disco d'esordio licenziato DFA è uscito da un po', non si può che confermare che il duo di Brooklyn pare l'erede più convincente del momento di quella tradizione di pop elettronico ballabile ma con un approccio rock che va dai New Order e arriva fino ai Phoenix e ai Cut Copy. 

 

Il nuovo video, poi, denota che i nostri hanno anche delle idee e non poco senso dell'umorismo: Alex Frankel e Nick Millhiser non compaiono nel video, ma sono invece interpretati dai loro padri, che appesantiti dall'età, infilati in improbabili jeans skinny e Converse e alle prese con le situazioni tipo della vita dell'hipster dei nostri tempi (dal club, al concerto, fino al collasso sul letto con ancora una fetta di pizza in mano) fanno ridere ma anche capire come non vogliamo finire a diventare tra un po' di anni. Forse.

 

martedì, 26 04 2011

Questa cosa mi sta mandando fuori di testa

Si chiama Otomata, ed è una figata spaziale. E' il tipo di cose che è assai più semplice provare che spiegare (a patto di avere le casse del computer accese), ma se vi serve:

 

Otomata is a generative sequencer. It employs a cellular automaton type logic I’ve devised to produce sound events.

Each alive cell has 4 states: Up, right, down, left. at each cycle, the cells move themselves in the direction of their internal states. If any cell encounters a wall, it triggers a pitched sound whose frequency is determined by the xy position of collision, and the cell reverses its direction. If a cell encounters another cell on its way, it turns itself clockwise.

This set of rules produces chaotic results in some settings, therefore you can end up with never repeating, gradually evolving sequences. Go add some cells, change their orientation by clicking on them, and press play, experiment, have fun.

If you encounter something you like, just press “Copy Piece Link” and save it somewhere, or better, share it!

Immediato da usare, ma assai più complesso di quanto sembra, e la sua capacità di cambiare melodia nel tempo è mesmerizzante. Le melodie create si possono anche salvare (a me per dire è venuto fuori questo che ha qualcosa che mi piace un sacco) e tra un po' arriveranno anche le versioni iOs e Android. Sai quante serate ci perderò?

lunedì, 18 04 2011

Ecco a voi la band italiana dell’anno

Vengono da Roma, suonano una specie di indie-electropop autoconsapevole, si chiamano I Cani e parlano di noi.

Esattamente come gli Offlaga Disco Pax parlano di un socialismo tascabile sempre più fuori dal tempo, Le Luci della Centrale elettrica di un maledettismo di provincia in cui siamo troppo vecchi per poter cascare e i Baustelle di un dandysmo spietato e letterario che esiste forse solo nella testa di chi può permettersi di crederci, i Cani parlano invece di noi, 20- o 30-something degli anni zero, sempre attaccati a internet. a riferimenti di cultura pop che siamo lieti nessuno capisca, a mode che proclamiamo solennemente di non seguire, e a relazioni che non funzionano per incompatibilità di gusti musicali o di taglio di capelli.

 

Dopo i due pezzi assai promettenti circolati l'Estate scorsa (I pariolini di 18 anni e Wes Anderson) e l'inedito regalato alla compilation natalizia di Polaroid (che li aveva anche intervistati), ecco ora una nuova canzone, che fa parte anch'essa del loro disco d'esordio che uscirà prossimamente per la 42 Records.

Velleità parla delle cose da cui ci facciamo definire, delle identità, spesso completamente fittizie o, al meglio, puramente ipotetiche, che ci costruiamo, che sono in definitiva ciò che ci permette di riuscire a dormire la notte con un minimo di pace e soddisfazione interiore, da soli o con una rappresentante del sesso opposto che ci consideri degni di questo onore. Spesso proprio in virtù di esse.

 

Esattamente come Velleità, tutto il disco d'esordio dei Cani è un piccolo trattato di sociologia in forma electropop, un sussidiario illustrato della giovinezza due punto zero, una lunga Disco 2000 ambientata al Pigneto, un resoconto dell'educazione per lo più sentimentale della generazione sempre troppo ironica e drammaticamente autoconsapevole dell'era di Facebook.

Nessuno dei pezzi usciti finora è tra i migliori del disco. Che è tutt'altro che perfetto, sia dal punto musicale (il registro è monotono e poco vario) che da quello lirico (tanta verbosità tende a stancare presto), ma che con margini di crescita notevoli è già un'opera enorme, nello stesso senso in cui lo erano le pur diversissime (tra loro e da quella dei Cani) opere prime delle band italiche che citavo prima.

Come tutti i grandi gruppi, soprattutto se italiani, dividerà (o li ami o li odi, come si dice), perchè un approccio così laterale e meta non è per tutti, e tende a annoiare e infastidire chi non si rispecchia (o non si vuole rispecchiare) nel disco e nella visione del mondo che ci sta dietro. Come è logico che sia.

 

Ma dalla prima volta che l'ho sentito mi si è stampato in testa e non se ne va più. Sentirete, e ne riparleremo. Oh se ne riparleremo.

 

mercoledì, 13 04 2011

Amore ai tempi dell’IKEA

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, poco più di un anno fa, ho avuto occasione di presentare su queste pagine Lo Stato Sociale:

Ladies and gentlemen, there's a new band in town. Si chiama Lo stato sociale, e suona un indie-electro-pop verboso debitore in egual misura sia ai synth e ai beat post 80s dei Postal Service (con un po' di cassa dritta in più) sia a certa musica leggera italiana che, a volte te lo scordi, abbiamo un po' tutti nel DNA. Un coraggioso tentativo di declinare l'educazione per lo più sentimentale della scalmanata teppa bolognese in chiave di pop italico, con i suoni gommosi che piacciono a noi giovani, la cassa che spinge e già un po' di nostalgia per l'assistenzialismo pubblico drammaticamente in via di disfacimento. [#]

Erano partiti con un EP autoprodotto e con un po' di concerti in giro (che sono via via aumentati, fino a raggiungere la ragguardevole cifra di 90 date su e giù per la penisola) e hanno finito per approdare a un contratto con la Garrincha Dischi, che in autunno pubblicherà il loro disco d'esordio e oggi pubblica un nuovo EP, Amore ai tempi dell'IKEA, che potete ascoltare in streaming integrale in esclusiva su inkiostro.com. Costruito intorno all'ennesimo piccolo anthem pop per cui i nostri sembrano avere un talento particolare (dopo averla ascoltata provate a comprare una scatola dell'IKEA senza canticchiarla, se ci riuscite), l'EP non sposta le coordinate musicali della band ma perfeziona la formula e segna un deciso passo in avanti in termini di produzione e arrangiamento. Scrive bene Giorgio su Vitaminic, «Ironia stralunata che mescola personale e sociale, politico e privato, Germania dell’Est ed Eneide, li mette su un tappeto elettronico e costringe il cervelletto a dare l’impulso di ballare».

 

La band presenterà il disco stasera all'Arterìa di Bologna (tra l'altro apre il sempre ottimo Mr. Brace) e ha già fissato un bel po' di date per le prossime settimane.

E, se ve lo steste chiedendo: sì, ci sono anche le istruzioni.

 

 

martedì, 12 04 2011

Soundtrack to our lives

Come già sapete, sono un devoto fan del social network di condivisione di foto «truccate» via iPhone Instagram e del miracoloso equilibrio tra virtuosismo e serendipità che riesce a incarnare. Ma come scrivevo su twitter qualche mese fa, dopo essersi abituati a immortalare un momento dal punto di vista visivo, ti viene subito voglia di poterlo fare anche dal punto di vista musicale o sonoro. E siccome «There's an app for that», è qui che entra in gioco il nuovo Soundtracking.

 

Frutto della stessa idea di mash-up di diverse applicazioni di successo (se Instagram era Hipstamatic + Twitter + Foursquare, Soundtracking è Instagram + Shazam + Twitter + Foursquare), Soundtracking consente di condividere in tempo reale una foto ma anche un collegamento a un brano audio (preso dall'app iPod, riconosciuto in tempo reale o semplicemente ricercato a mano), immediatamente ascoltabile da parte dei tuoi follower che ovviamente possono laicarlo e/o commentarlo. L'App è appena nata ed è chiaramente acerba, ma l'idea è buona e gli sviluppi sono promettenti. Se i suoi sviluppatori lavorano per aggiungere alcune funzioni abbastanza fondamentali, e sostituiscono il collegamento a iTunes con quello con altre librerie musicali gratuite e con canzoni intere (basterebbe anche, che ne so, YouTube) e se riescono a tirare su una community numerosa come quella di Instagram, il successo è assicurato. Per ora non sho trovato nessuno da followare (iscrivetevi! followatemi! ovviamente il mo nome è @inkiostro), ma se vi conosco ora andrete tutti a iscrivervi. E secondo me fate bene.

lunedì, 11 04 2011

Different Strokes

Voi dite quello che volete, ma questa versione orchestrale di Under cover of darkness (l'ultimo singolo degli Strokes, che non smetterò mai di elogiare perchè lo trovo una tra le loro migliori canzoni di sempre) ad opera dei Jingle Punks è strepitosa. E, alla faccia dei detrattori, sentire come rende arrangiata così dà anche una discreta idea della sua ricchezza melodica.

[via]

 

venerdì, 08 04 2011

Sempre a Massimo Volume

Sono nel mezzo di una settimana incasinata e non ho il tempo che vorrei per scrivere del Massimo Volume Weekend che è di scena stasera e domani al Covo. Sarà che ho da poco finito di leggere la splendida biografia a loro dedicata da Andrea Pomini (consigliatissima) e che il loro ultimo disco Cattive abitudini si è piazzato sul podio dei miei dischi dell'anno del 2010, sta di fatto che avrei veramente troppo da scrivere, e se devo rischiare di farlo male è meglio non farlo per niente. Del resto  tutte le parole che servono sono già all'interno dei testi di Mimì Clementi, quindi esserci (stasera per il concerto regolare e domani per quello con la scaletta costruita dai fan) è un imperativo. Ed  essere in consolle dopo il loro concerto (in Sala Grande con Y:DK, stasera) questa volta è un onore di cui mi sento particolarmente fiero. Perché io non ho speranza. Io ho fede.

 

MP3  Massimo Volume – Morse (Bachi da pietra cover)

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lunedì, 04 04 2011

This is happening

Oggi non si può postare nient'altro che il video dell'intero concerto di addio degli LCD Soundsystem al Madison Square Garden di sabato scorso (sperando che per una volta la tirannia del copyright non lo faccia immediatamente togliere da Youtube). Quella che è forse la band più importante dei nostri tempi (non necessariamente la migliore, non necessariamente la più influente, non necessariamente la mia preferita, anche se ci siamo vicini), capitanata dal music-geek per eccellenza degli anni 2000, nonchè dalla cosa più vicina a un filosofo della musica pop che ci sia in giro in questi anni, si scioglie mentre è ancora al top. E qua ci dispiace un sacco, anche se sappiamo cheprobabilmente era la cosa giusta da fare. Gli paghiamo il giusto e inevitabile omaggio, immaginando già quanto sarà dolce il sapore di una reunion, se mai ci sarà. You will be missed.

[e se li cercate bene online trovate anche già video e audio da scaricare]