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martedì, 21/08/2007

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Dopo un lancio in grande stile negli States e in mezza Europa, e dopo aver suscitato reazioni piuttosto discordanti (molti convinti, ma anche molti delusi), tra qualche settimana -il 14 Settembre- esce anche da noi The Simpsons Movie, l’atteso lungometraggio sulla famiglia dalla pelle gialla più famosa del pianeta.

Tra i detrattori e gli estimatori del film io mi colloco più o meno a metà: nonostante faccia spesso ghignare abbondantemente (certo più degli episodi delle ultime serie), siamo lontani dalle vette di genialità dei migliori episodi classici e, parimenti, distanti dal valore di altre operazioni simili (come, ad esempio, l’imbattibile lungometraggio di South Park). In sostanza è un onesto e ben fatto episodio di lunghezza tripla, con alcune battute memorabili (le migliori sono quelle meta-cinematografiche) e un ritmo che non regge sempre un plot di questa durata. Ma alla fine sono i Simpson…cosa hanno bisogno di dimostrarci, ancora?

Per festeggiare l’imminente uscita del film, prendo in prestito da Best week ever (integrandola) questa lista di liste dei Simpson:

 

lunedì, 20/08/2007

Chissa’ se c’e’ una sera libera al Peach Pit by Night

Niente male, questi The Forms: vengono da Brooklyn, suonano un indie-pop matematico che ricorda un po’ il sound dei Pinback, e stanno per uscire con un secondo disco prodotto da Steve Albini. Soprattutto, però, tra le loro fila militano i gemelli Brendan e Jackson Kenny, immortali protagonisti del video in cui, in due, suonano la sigla di Beverly Hills 90210 con una sola chitarra:

[come bonus, impossibile non linkare di nuovo il classico strappalacrime dei Blume dedicato a Brandon Walsh, che rimane dannatamente geniale]

 

The Forms – Red Gun (MP3)

Blume – 90210 (MP3)

 

lunedì, 20/08/2007

Sono tornato / non me n’ero mai andato

[Dan PerjovschiWhat happened to us? (dettaglio),
Pastello di cera su muro, Venezia (Arsenale) – Biennale Arte]

 

lunedì, 06/08/2007

Un post a punti un po’ balneare

Da un paio di giorni sono in ferie e -come volevasi dimostrare- ora che avrei tutto il tempo del mondo per aggiornare questo posto con qualche contenuto decente, non ne ho affatto voglia; si vede proprio che mi sento in vacanza. Per dire: stamattina mi sono svegliato ancora prima del solito, sono uscito a fare una passeggiata al parco, e sono rientrato a casa all’ora a cui di solito ne esco assonnato. Una cosa che normalmente non mi sognerei di fare neanche di notte. 
Prima di scomparire offline per qualche giorno (non temete, prima di ferragosto torno, anche se sospetto che per un po’ il ritmo di aggiornamento sarà abbastanza rilassato), qualche segnalazione varia ed eventuale per chi ancora non è riuscito a fuggire dalle radiazioni degli schermi: 

 

_Venerdì scorso i 4 cavalieri dell’Apocalisse di Get black (il sottoscritto, Fabio, Francesca e Offlaga Disco Max) si sono riuniti per il Season Finale della prima stagione dello show acromatico in onda tutti i venerdì sera su Radio Città Fujiko, con una puntata delirante dall’argomento perfettamente in tema con il periodo. Il venerdì precedente il tasso di delirio era stato ancora superiore, perchè c’era ospite Antonio e parlavamo (tra l’altro) degli 883 (dettagli e complimenti da Disorder – grazie!). Come al solito, il tutto è scaricabile nella pagina dei podcast. E, in radio, ci si rivede a fine mese in diretta dal gabbiotto della Festa nazionale dell’Unità.

 

_Come annunciato, il concerto degli Offlaga Disco Pax di sabato all’Hana-bi è stato preceduto dal set dei folgoranti Don Turbolento, che hanno confermato tutte le promesse contenute nel loro EP facendo ballare la folla con la loro electro suonata, un’ottima cover sintetica di I wanna be your dog e un paio di piccole hit come Spend the night on the floor e Take it up. Date retta a me, ne vedremo delle belle.

 

_Letture da ombrellone – fumetti: ho trovato Ferragosto di Luca Genovese più claustrofibico di quanto il titolo suggerirebbe, ma visto il periodo è una lettura consigliatissima, meglio se un torrido pomeriggio, in una città deserta. Se poi non l’avete ancora letta, l’Antologia Vol.2 degli amici di Selfcomics rimane un must.

 

_Letture da ombrellone – libri: finito il deludentissimo La pioggia prima che cada di Jonathan Coe, mi sono gettato nel noir Pessimi segnali di Enzo Fileno Carabba (per ora avvincente, anche se non esattamente il mio genere), e mi aspetta il pluri-consigliato Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron e Avverbi di Daniel Handler, comprato solo per la copertina di Daniel Clowes e perchè lui è il fisarmonicista dei Magnetic Fields. Vi saprò dire.

 

_Visioni da ombrellone: in saccoccia i pre-air dei piloti di Californication e Chuck, entrambi su consiglio di Colas. Anche qui, vi saprò dire.

 

_Ascolti da ombrellone: nessuno dei due è esattamente da ombrellone, ma nell’ultimo paio di giorni mi sono finalmente appassionato ad un paio di dischi a cui non avevo ancora dedicato il giusto spazio: The stage names degli Okkervil River (forse migliore anche di Black Sheep Boy?) e Spirit if di Kevin Drew, già boss dei Broken Social Scene; entrambi eccellenti.
Poi ci sono alcuni advance italici che anticipano un autunno che pare caldissimo (previste uscite di: Amari, Disco Drive, Trabant, My awesome mixtape, Settlefish, Amor Fou, Fake P, presto speriamo Vancouver e Don Turbolento e chissà cos’altro…), ma se ne riparlerà, eccome se se ne riparlerà…

 

_Vi lascio con il già pluri-linkato nuovo singolo di PJ Harvey, che anticipa il nuovo White Chalk, in uscita a fine Settembre. Una scelta spiazzante, che dà a una corta e ipnotica (narcotizzata, sarebbe meglio) ballata per piano il compito di promuovere un disco che pare essere tutto su questa linea: poca o niente chitarra, pezzi corti e non esattamente facili, molto intimismo e poco rock’n’roll. Con queste premesse sarebbe auspicabile un ritorno alle atmosfere del suo capolavoro To bring you my love, ma sospetto che saremo un po’ più dalle parti dell’assai meno compiuto Is this desire?. Parecchi dettagli su Uncut.

 

PJ Harvey – When under ether (MP3)

 

giovedì, 02/08/2007

Andamento turbolento

Al 3819 di Beercher Street, a Washington D.C., c’è la sede della Dischord Records. L’etichetta, leggendaria, di Fugazi, Minor Threat, Lungfish, El guapo (e molti altri), è attiva dal 1980 nella scena post-punk, e notoriamente pubblica solo dischi di band dell’area di Washington, D.C.. Una politica intransigente curiosa, ma ineccepibile. 

I Don Turbolento sono un duo electro/post-punk delle parti di Brescia, ridente cittadina sita a circa 6700 chilometri di distanza dalla sede della Dischord. Devoti fan dell’etichetta, pur conoscendone la politica hanno mandato loro un demo; non si sa sa mai cosa può succedere. Qualche tempo dopo, la Dischord (che probabilmente -come ogni etichetta della sua statura- riceve decine di demo la settimana) ha risposto con una cartolina, in cui declinava l’offerta (per i suddetti motivi), ma non lesinava i complimenti. Quella cartolina è finita sulla copertina di Spend the night on the floor, il loro primo EP.

 

 

I Don Turbolento me li ha fatti sentire Max in radio, qualche settimana fa. Mi ha spiegato che sono un duo (synth, batteria, e due voci; niente chitarra o basso), e che in due hanno più tiro e groove di un sacco di band (italiane o meno) con il triplo dei membri. Dopodichè abbiamo passato la title-track (la traccia #3 citata nella cartolina, che si muove tra punk-funk ed electro e sembra fatta apposta per certi dancefloor di mia conoscenza), e la curiosità di vederli dal vivo è aumentata. Qualche giorno dopo ho saputo che i Don Turbolento apriranno la data degli Offlaga Disco Pax sabato 4 Agosto al solito Hana-bi di Marina di Ravenna. Tutto torna.

E, se tutto va bene, nel’area metropolitana che comincia a Washington, D.C. e finisce sulle spiagge dell’adriatico, c’è un’altra band che promette di fare faville.

 

Don Turbolento – Spend the night on the floor (MP3)

 

giovedì, 02/08/2007

Mi scappa un po’ d’ispirazione

[Una selezione dei più ispirati Toilet signs, provenienti da questa gallery. Dal luogo comune dell’uomo macho e della donna in bikini di un cesso tailandese alla super-stilizzazione scozzese a base di football (lui) e shopping (lei), dall’ermetismo delle fette di pizza (di una pizzeria di Austin) agli animali che fanno i bisogni, fino all’uomo guardone coreano e alla B metaforica; una piccola grande lezione di design, cultura spicciola e luoghi comuni di genere]

 

mercoledì, 01/08/2007

See problems down the line

E mentre lo splendido disco d’esordio Veneer è diventato platino un po’ ovunque, dopo il botto fatto con la sua cover di Heartbeats dei The Knife nello spot del Sony Bravia, dopo decine di date in tutto il mondo e dopo la collaborazione con gli Zero 7, Josè Gonzalez è pronto per tornare sul scene. Il cantautore argentino-svedese pubblicherà su Mute il nuovo In our nature il 29 Settembre, e da quello che si è potuto sentire (il singolo Down the line, ad esempio) la formula (acustica, ipnotica e riverberata) è fortunatamente rimasta immutata. Ci sono tutte le premesse per un altro grande album.

 

Josè Gonzalez – Down the line (MP3)

 

martedì, 31/07/2007

Hora et deodora

[Si cercano suggerimenti per interpretazioni creative della figura che campeggia sul retro dei deodoranti Axe. Io la trovo un po’ inquietante.]

 

lunedì, 30/07/2007

Let me introduce my friends

Dopo un sabato al mare (all’Hana-bi di Marina di Ravenna, ovviamente) in cui, più o meno per caso, sotto il tuo ombrellone si sono ritrovati amici, parenti, colleghi di lavoro, compagni di radio e blogger (a un certo punto eravamo circa in 20; e l’unico che conosceva tutti ero io), e dopo una serata segnata dalla follia collettiva generata dal concerto degli I’m from Barcelona, stavo guardando qualche frammento del video (quasi) integrale del concertogirato e postato da Icepick sul suo (giovane) blog, e ho pensato che, in un anno, non sono molte le giornate in cui si riesce a sentirsi così.
[la foto è di accentosvedese]

 

giovedì, 26/07/2007

E’ proporzionale al mio successoooo

Se si è appassionati di musica in Italia è difficile non aver incrociato i Mariposa. Autori vulcanici e molto prolifici, straordinari padroni di casa dell’ottimo show radiofonico distribuito Magazzeno Bis (le puntate sono ancora tutte scaricabili da qui), e gestori de La famosa etichetta Trovarobato, i Mariposa travalicano i generi e non fanno parte di nessuna parrocchia. Un’identità originalissima e sfuggente che in termini di popolarità e successo paga poco, ma che gli permette -e non da oggi- di essere una delle band italiane che ha davvero qualcosa da dire.

Il loro ultimo disco, Best Company, è uscito qualche mese fa, e raccoglie molte delle cover registrate dalla band in circa 10 anni di attività. C’è il singolone Obla-di Obla-da ibridato con il tema di Altrimenti di arrabbiamo, originariamente uscito sulla compilation Let it boom (è davvero un must; potete ascoltarlo e scaricarlo dal loro MySpace); ci sono De Andrè, Jannacci e Gaber, ci sono gli Stormy Six e i Gong, ma soprattutto c’è la folle cover della Smells like teen spirit italiana (Male di miele degli Afterhours, ovviamente), pubblicata la prima volta un paio di anni fa su Lo zecchino d’oro dell’Underground. Come gli vengano in mente idee simili per me è un mistero; di solito, però, funzionano. Lunga vita ai Mariposa.

 

Mariposa – Male di miele (Afterhours cover) (MP3)

 

mercoledì, 25/07/2007

Con molta, molta fantasia

[i personaggi di Charlie Brown ridisegnati in versione manga. Qui sopra Lucy, Linus e Charlie Brown, altri ancora (peggiori, se possibile) qui]
[previously: The Simpsonzu, la versione anime dei Simpson]

 

martedì, 24/07/2007

Strangeways, here we come

Questa mattina mi sono presentato in ufficio con uno zaino da trekking pieno di vestiti, un paio di libri e lo spazzolino da denti, e ho dichiarato «Stasera dormo qui». La notizia non ha suscitato reazioni apprezzabili. Ho provato a rilanciare spiegando che ho dovuto lasciare la casa per qualche giorno a una ragazza indiano-neozelandese, ma anche questo dettaglio vagamente mondano è caduto nel vuoto. Allora ho grugnito, mi sono seduto, e ho cominciato a lavorare.
Sono un po’ stanco, stamattina. Ieri sera, dopo 10 ore di lavoro spese a litigare con Zope, javascipt, CSS e una community di esibizionisti, ho passato tutta la serata a stirare una montagna di camicie arretrate, guardando un paio di puntate della pessima ultima serie di The O.C. L’altroieri, invece, dopo mezza giornata trascorsa a riprendermi dal caldo, sono stato al concerto in spiaggia di un trio femminile newyorkese che vedeva tra le sue fila una sosia di Mischa Barton, l’incrocio tra Emily The Strange e Chloe Sevigny (cit.) e una specie di fotomodella travestita daù bibliotecaria porca. Il giorno prima ho comprato un paio di scarpe di tela da 30 euro, e la sera ho visto un concerto su un balcone (sul balcone il concerto, non io). Venerdì ho trascorso qualche ora nella stessa stanza con una copia degli prima edizione degli Iuvenilia di Carducci (me’cojoni), e la sera mi sono quasi commosso passando alla radio Videoginnastica degli Scisma. Il giorno prima ho lavorato da casa, praticamente in mutande, tutto il giorno, e ho prodotto quanto di solito produco in una settimana.
Sì, sono giorni un po’ strani, questi qua. 

martedì, 24/07/2007

Dell you want

Oibò, questa mi era sfuggita: Work it, il primo brano originale dei Devo in 17 anni (prodotto dai Teddybears, nientemeno), fa il suo debutto in uno spot della Dell. Ogni commento (sull’operazione, sui discutibili computer Dell) è superfluo. Anche se il pezzo, in realtà…

 

Link.

lunedì, 23/07/2007

E comunque era meglio il demo

[T-shirt di Threadless, qui]

lunedì, 23/07/2007

Monday gaming (sempre e solo di lunedi’ edition)

Sarà il caldo impossibile o saranno le vacanze che si avvicinano: quel che è, ma torna il Monday Gaming. Da tempo non incappavo in un giochino diabolico e contagioso come Bloxorz: un principio banale, poche regole, livelli ben costruiti e una lunghezza di tutto rispetto. Bolla, a cui va la mia gratutudine per la segnalazione, ne scrive estesamente, definendolo «il gioco definitivo. in assoluto» ed elencando 5 motivi per cui non potete fare a meno di giocarci. Come dargli torto?

 

venerdì, 20/07/2007

La barba del pastore

In un’annata in cui lo stereo è stato monopolizzato da ottime riconferme piuttosto che da nuove scoperte (se dovessi buttar giù su due piedi una classifica del dischi dell’anno, in cima ci starebbero LCD Soundsystem, Wilco, Modest Mouse, Maximo Park, !!!, a non molti altri), era normale cadere vittima anche del ritorno di Iron and wine. Il barbuto folksinger del South Carolina esce a settembre con il nuovo The shepherd’s dog, che fa seguito all’ormai classico Our endless numbered day e all’ancora migliore Woman King EP e ne è in qualche modo la summa, incorporando le sue ballad sussurrate, figlie di una tradizione americana che evoca fattorie del west, verande e sedie a dondolo, all’interno di arrangiamenti, percussivi e quasi sincopati, decisamente più curati. Nella sua totalità il disco non è probabilmente all’altezza dei precedenti; ma bastano un paio di canzoni (il bellissimo singolo Boy with a coin, in rotazione altissima sul mio lettore mp3, e la ballata Resurrection fern) per spazzare via (quasi) tutti gli altri folkster impegnati nel tentativo di creare un nuovo suono classico per la tradizione americana. Il segreto, secondo me, sta nella barba.

 

Iron & Wine – Boy with a coin (MP3)

Iron and Wine – Resurrection fern (MP3)

 

giovedì, 19/07/2007

Le Crocs, will they blend?

L’altro giorno, sconsolato, mi guardavo in giro: le Crocs sono ovunque. Le mostruose calzature a metà tra lo zoccolo della nonna e il sandalo che i genitori costringono i bambini ad indossare per camminare sugli scogli sono la perfetta materializzazione estiva del peggior incubo di ogni amante del buon gusto. Sono talmente brutte che rivalutano in un sol colpo generazioni e generazioni di sandali ortopedici, scarpe traspiranti, infradito più o meno tamarre, espadrillas, ciabatte col calzino bianco di spugna e via andare. Bush si è fatto fotografare mentre le indossava (foto), c’è chi si sposa con quegli abomini ai piedi (foto) -mi chiedo che genitori siano- e l’altra sera, in centro, ne ho incrociate almeno una ventina.

Per conoscere il nemico c’è un bell’articolo di Slate, e per combatterlo c’è la bibbia www.IHateCrocs.com (sottotitolo: «odio le Crocs così tanto che ho comprato il dominio»), la cui autrice si esibisce in memorabili opere distruttive come quella qua sotto. La resistenza è appena cominciata.

 

mercoledì, 18/07/2007

Con criniera marrone/bronzo

[fotografato ieri sera in Via Indipendenza, a due passi da Piazza Maggiore. Strategia di marketing virale? Volantino di laurea? Velata campagna di protesta sociale? Semplice presa per il culo? Nel dubbio, anche se sarei curioso, io il numero non l’ho chiamato]

 

mercoledì, 18/07/2007

We will not be the last

Con il doppio finale col botto di Bullets (insieme al singolo Bricks uno degli episodi migliori del nuovo Good Arrows, in uscita tra poco più di un mese) e The Pioneers (la splendida cover dei Bloc Party che l’anno scorso ha monopolizzato i miei ascolti) i Tunng ieri sera hanno concluso nel migliore dei modi il concerto in Piazza Verdi che apre la rassegna estiva Julive. Negli anni su queste pagine si è parlato spesso e volentieri della band inglese, per la sua perizia nello sporcare un folk ctonio e ipnotico con certa glitchtronica che, se sulla carta sembra assai distante, nella realtà realizza una quadratura del cerchio che permette alla band di sgusciare fuori dai limiti che di solito intrappolano i gruppi folk. Era la terza volta in un anno che li vedevo live, e confermo l’ottima impressione: i Tunng sono qui per restare.

 

Tunng – Bullets(MP3)

Tunng – The Pioneers (Bloc Party cover) (MP3)

 

martedì, 17/07/2007

Inquietante, ma in qualche modo rincuorante

[E quando uno crede di avere una vita triste, vede il video di questo tizio che vive con cento sex dolls, e più che trovarlo inquietante (cosa che indubitabilmente è), lo trova anche in qualche modo rincuorante, perchè c’è chi sta messo peggio di lui. Parecchio peggio, via]

 

martedì, 17/07/2007

Una libreria metaforica

[La collapsing bookshelf KC riassume bene lo spirito e le condizioni psicofisiche in questo inizio settimana. Grazie a Paola per la segnalazione]

 

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lunedì, 16/07/2007

The real iPhone killer

[qui]

 

giovedì, 12/07/2007

Thursday I’m in points

 

Io ho sempre sognato di essere Madrox, l’Uomo multiplo –  9 Superhero Powers That Would Be More Trouble Than They’re Worth.

 

 

Eternal sunshine è qui – Che tra poco Lacuna,Inc. diventi realtà? (grazie Palaz)

 

 

Plagio, plagio! – L’ultimo singolo di Avril Lavigne, Girlfriendè copiato da I wanna be your Boyfriend, un oscuro pezzo di una oscura band della fine degli anni ’70? L’interessata smentisce offesa. Giudicate voi:

Avril Lavigne – Girlfiend (30 sec) (MP3)

The Rubinoes – I wanna be your boyfriend (30 sec) (MP3)

 

 

Non ve l’avevo mai detto? Nuxx è un genio –  Sul suo blog, Nuxx firma uno spettacolare mash-up verbale tra il testo di Robespierre degli Offlaga e  quello de Gli Anni degli 883:  883 Disco Max – Gli Anni di Robespierre.

 

 

Il brand è importante –  Interessantissima categorizzazione dei loghi delle organizzazioni terroristiche. Vanno per la maggiore: la stella (sì, ci sono anche le BR), un fucile, due fucili (o altre armi) incrociati, teschi, animali con più teste, simboli religiosi in genere.

 

 

I know a place where no cars go – Ieri sera a Ferrara gli Arcade Fire sono stati eccezionali. Non sono mai stato un loro grande fan (come avrete intuito dalle volte che ne ho parlato su queste pagine; e, ancor di più, dalle volte che NON ne ho parlato), ma il loro concerto è stato uno dei migliori che io abbia visto di recente. I pezzi che su disco non mi convincono dal vivo hanno un senso, i singoli spaccano, la band è eccellente e lo show è magnificamente orchestrato. Status di culto pienamente meritato. Scarica:

 

Arcade Fire – Live @ NPR 17/02/07 (MP3 – 1 file, 77 minuti)

Arcade Fire – Live in Boston, 10/05/07 (link – 19 MP3)

 

 

Quanto a fondo può zoomare? –  I rivoluzionari segreti del pinch, il gesto introdotto dall’iPhone per zoomare le immagini.

 

 

Gente con troppo tempo libero /1 –  Periodic table of the internet.

 

 

Gente con troppo tempo libero /2 –   Anch’io vorrei tanto inserire il mio cellulare nel joypad di un Nintendo NES.

 

 

Tale padre, tale figlio? – Jethro Lazenby, primogenito nato fuori dal matrimonio di Nick Cave,  dopo aver fatto il modello, ora ha recitato in un film. Nome d’arte? Jethro Cave, ovviamente.

 

 

Ci ha preso gusto –  Il misteriosissimo trailer del misteriosissimo film di JJ Abrahms (Mr. Lost): anche se il film magari farà cagare, è già l’operazione di marketing ad essere una piccola opera d’arte. (grazie Junkiepop)

 

 

Il solito, geniale, Leonardo –  Il duce,  le tette e la televisione estiva: Leonardo su Piste

 

mercoledì, 11/07/2007

Pensiero stupendo /2

[ Pensiero stupendo /1 invece vedeva come protagonista un iPod]

 

martedì, 10/07/2007

NME – Naked Musical Express

NME sta antipatico a tutti, è chiaro. La fatua regina delle riviste musicali inglesi, regno delle next big thing usa e getta e dei nuovi generi musicali a colazione (quest’anno vengono serviti il new rave, il dubstep e chissà cos’altro, non sono aggiornato) è ormai buona giusto per fare un po’ di colore e poco più, e la sua autorevolezza è in caduta libera da anni. Da quando però ha deciso di sposare la causa della giunonica Beth Ditto, già leader dei The Gossip, attivista lesbica e nuova regina del cool (pare sia pure amica di Kate Moss; leggere e guardare la foto per credere), qualcosa, forse, è cambiato. Per quanto sponsorizzare ogni tre per due la straripante Beth possa essere una mossa furba e poco autentica, la cosa paga un po’ per tutti; il giornale ci fa la figura del paladino delle minoranze che sfida i canoni della bellezza femminile a favore dell’autenticità, i The Gossip fanno il botto e ora sono freschi freschi di firma con una major, e magari -dubito, ma chissà- in giro c’è qualche ragazzina anoressica in meno.

In quest’ottica, cosa c’entra la copertina (che in realtà è la controcopertina, ma vabbè) dell’ultimo NME, che fa il verso alla nota cover con Beth Ditto nuda mettendo nei suoi panni Eddie Argos degli Art Brut, un altro che in quanto a mettere in discussione i classici canoni della bellezza non scherza? Forse niente. O forse no. L’autoironia dei due personaggi è la chiave di volta, ma il messaggio che oltre ai The View, Little Man Tate, Klaxons e compagnia cantante c’è vita intelligente nell’universo, passa.

NME rimane una lettura tendenzialmente inutile e vacua ma, non so, adesso a me sta un pochino più simpatica.

The Gossip – Listen up! (MSTRKFT remix) (MP3)

Art Brut – Post soothing out (MP3)