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giovedì, 07/06/2007

Sempre Primavera

Come vi dicevo, non sono un grande frequentatore di festival. E da scarso frequentatore quale ero (e rimarrò), non ho mai sopportato quei report lunghissimi, post o articoli che siano, che infilano pareri su decine di band, raccontano delle code al bagno o della qualità della birra, e si perdono nei millemila dettagli che rendono questo tipo di esperienze tanto straordinarie (perchè lo sono) quanto impossibili da essere davvero raccontate. Poi sarà il decimo post del genere su cui vi imbattete, e io ho ancora un po’ di pietà.

Mi concentro sui miei highlights personali tra i set che sono riuscito a vedere, con contributo fotografico e effetti speciali. Il resto, se vi interessa, ve lo racconto a voce.

 

 

Fujiya & Miyagi

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Nerdance! Miyagi si presenta sul palco con un improbabile maglioncino a rombi, ma alla chitarra è uno slego. Fujiya sembra uscito da una biblioteca di fisica, ma le macchine che governa sono implacabili. & (sì, si chiama proprio ‘&’; sono in tre, non lo sapevate?) suona il basso, e basta, ma non serve altro. Partono circospetti, ma un pochi minuti la platea è già la loro, e si balla che è un piacere. L’impressione è di una band dalle potenzialità assai superiori a quelle che emergono dal pur ottimo Transparent Things, e solo nel live si riescono davvero ad apprezzare i serrati incastri matematici dei giri di chitarra con la voce, le abbondanti venature funky e dei beat che, anche se non sembra, funzionano anche sul dancefloor. A questi livelli, una sorpresa.

 

 

Justice

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Intollerabili, insuperabili. La console è fronteggiata da una enorme croce illuminata, e circondata da un muro di amplificatori Marshall. Il duo francese sminuzza la pista con la grandeur e la violenza che gli sono proprie, e manda in delirio la folla che a quell’ora è lì solo per loro. Dopo un buon numero di scene surreali e una serie di acutocitazioni talmente spudorate da lasciare senza fiato,  fuggo dalla calca, e assisto alla fine del set un po’ in disparte, davanti al camioncino dei Churros. Eppure non riesco a smettere di muovere il piede.

 

 

The Apples in stereo

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L’unico concerto col sole, e non a caso: la band di Robert Schneider è quella che ci fa davvero divertire. Più una ghenga di quarantenni in vacanza che una serie di nomi storici del collettivo Elephant Six, sembrano leggeri leggeri mentre la maestria sotto è tanta, e il confronto con gli altri pochi set del genere non dà adito a dubbi. Portateli in Italia, please. E fate risposare Schneider con la ex batterista Hilarie Sidney, così magari fanno pure Sunndal Song

 

 

Modest Mouse

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Non vi dico nulla, chè se v’interessavano li avete già visti a Roma o Bologna. Che probabilmente sono stati superiori come scaletta, durata, strumentazione e quasi tutto il resto. Ma la prima volta non si scorda mai, come lo sguardo spiritato di Isaac Brock o le dita veloci di Johnny Marr sulla chitarra. I was there.

 

 

Built to spill

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Come sopra, con qualche problema tecnico in più, e un’umiltà che altre band della stessa statura si sognano. Sempre enormi.

 

 

Maximo Park (acoustic set)

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Sacrificato il loro set ufficiale in favore dei Modest Mouse, mi sono accontentato delo showacase acustico pomeridiano, offerto dallo stand di MySpace all’interno della Merienda Warp. Poche canzoni, ma un vero spettacolo scoprirle quasi perfette anche nella semplice veste voce-e-chitarra. Paul Smith ha una T-shirt di Leonard Cohen, sembra un po’ palestrato, sorride e dà davvero l’idea di essere uno simpatico. E Canta da Dio.

 

 

Smashing Pumpkins

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Difficile prescindere dall’aria di baracconata che circonda il concerto: i mantelli argentati, la bandiera americana, l’intro sulle note di Suspiria sono tutte cose che sembrano fatte apposta per mettere alla prova il buon gusto del pubblico, e per condannare Corgan a mettere in scena il suo definitivo tramonto da qui all’eternità, come un Elvis degli anni ’90. I pezzi nuovi (a parte il singolo Tarantula, che funziona) sono bruttini, ma sapientemente diluiti tra i vecchi classici sono inoffensivi. La scaletta contiene (quasi) tutto quello che serve. Rivoglio indietro la mia adolescenza, ora.

 

 

Menzioni d’onore:

_Grizzly Bear – sempre ispiratissimi, anche se rendono meglio nei piccoli club. Una certezza.

_The Fall – Mark E. Smith è insopportabile. Ancora e sempre un’icona.

_Band of Horses – dal vivo sanno davvero il fatto loro.

_Battles – chevvelodicoaffà.

_Architecture in Helsinki – ancora adorabilmente pasticcioni, ancora una piccola forza della natura.

_Wilco – sempre spettacolari.

 

 

[Altri report, ben più lunghi, da Max, Nin-Com-Pop, Colas e Giulia. Per un po’ di video, ovviamente c’è YouTube che già straripa. Sappiamo tutti che questi link non vi servono perchè del Primavera ne avete già le palle ben piene, ma sono un completista, lo sapete]

 

mercoledì, 06/06/2007

This is why events unnerve me

Era già uscita 5 anni fa (nel primo EP della band), ma io la scopro solo ora con la raccolta Remixed & covered: la versione di Ceremony dei New Order rifatta dagli Xiu Xiu riassume in maniera perfetta il mio umore (nonchè le mie condizioni psicofisiche) di questo periodo.
Il primissimo singolo dei New Order (che è anche l'ultima canzone dei Joy Division, scritta mentre ancora Ian Curtis era in vita – storia completa qui), sentita di recente anche nella colonna sonora di Marie Antoinette di Sofia Coppola, viene rivoltata come un calzino, e perde la sua nobile imperturbabilità per diventare un disperato urlo emo-industrial-lo-fi che non stonerebbe dalle parti della Tigerbeat6. A Ian Curtis forse sarebbe piaciuta; invece scommetto che a Sumner & Hook fa schifo. E va bene così.

[gli Xiu Xiu saranno in Italia per una data unica mercoledì 25 Luglio nel cortile del Castello Estense di Ferrara, a ingresso gratuito. Se non ci siete mai stati, è un posto assolutamente magico]
 

 

mercoledì, 06/06/2007

Non sono sordo, non ancora

Ve lo ricordate Tone deaf, il diabolico test di percezione musicale che misurava la capacità di riconoscere se due brevi melodie fossero uguali o meno? Il suo autore Jake Mandell ci ha preso gusto, e ora è la volta di Rhytm Deaf, che applica lo stesso principio con i due pattern ritmici.
Il mio risultato (80% tondo tondo) viene descritto come Outstanding, ma a giudicare dalla sonora umiliazione che mi avete inflitto la volta scorsa (i commenti erano del tenore: «80,6 con musica di sottofondo, perché non mi andava di umiliarvi tutti quanti», «88.9 con il muratore che trapana nel muro di fianco», «77,2%, soddisfacente dai. P.S. sono sordo»), non dubito che questa volta le cose non saranno diverse..

martedì, 05/06/2007

Your street in Google, Google in your street

La notizia tecnologica del giorno sembra essere il lancio da parte di Google della Street View per le Google Maps, ovvero le foto ad altezza ‘umana’ di tutte o quasi le strade di alcune delle più grandi città degli Stati Uniti, scattate in serie dal famigerato GoogleVan. Tutti pronti ad esaltarsi per la bellezza delle navigazioni stradali, a criticare chi si esalta per una cosa che in molti altri hanno da mesi (qua da noi non è niente male lo street level delle Pagine Gialle Visual) o a preoccuparsi per le eventuali violazioni della privacy che una tale ricognizione nella vita cittadina (e in chi ci abita) rischia di nascondere; in attesa di farci un’idea più precisa, da queste parti ci limitiamo a sorridere per la caccia al dettaglio imbarazzante che è partita in rete (su Boing Boing, da LaudonTech o da Paolo Attivissimo), e a ghignare per le contromisure proposte, come l’hacking di Ghats (che propone di mettere in automatico baffi finti e cappelli ai passanti, per nasconderne l’identità) o questo geekissimo robots.txt in 3D:

martedì, 05/06/2007

Parental control

[ Dal sempre fondamentale The joy of tech]

 

lunedì, 04/06/2007

Primavere

Cominciamo dalla fine.
Sono le 4 passate di sabato sera al Parc del Forum di Barcellona, e il sottoscritto vaga da solo dalle parti dell’Escenario Rockdeluxe, nel tentativo di riprendersi dall’uragano emotivo provocato dallo splendido set dei Wilco, appena finito. Sul palco ci sono i Battles, e nonostante stiano spaccando tutto come sono soliti fare, non riesco a prestargli molta attenzione; mi tengo a distanza, faccio qualche foto, mi distraggo un po’. Poi, dal nulla, parte Atlas, il loro ultimo, devastante, singolo, e non so come (o forse lo so) mi ritrovo in seconda fila nella bolgia più infernale, a saltare mentre il quartetto americano disintegra quello che conosciamo col nome di rock e lo ricompone a suo piacimento, dando fuoco alle ultime polveri di un festival che ha visto suonare in 3 giorni sui suoi 6 palchi un totale di più di 100 band. Recupero i miei compagni di avventura, appuro che rimarranno per Erol Alkan (ultimo act del festival, che salirà in console 40 minuti dopo, alle 5), li saluto e mi avvio per l’Avinguda Diagonal a piedi, verso casa. Questo è stato il mio congedo dal Primavera Sound Festival 2007, e devo dire che non riesco a immaginarne uno migliore.
L’ho vissuto come una gita, questo festival, un bagno nel mare colorato dell’indie nation internazionale, il cui popolo è stiloso e attento, snob e caciarone, fanatico e nerd, identico in tutto il mondo occidentale (in modo inquietante ed esaltante in parti uguali) ma sottilmente attraversato da un gran numero di differenze nazionali. Rimarranno un sacco di ottimi concerti e decine di dettagli: il barbone di Warren Ellis, il buio delle chitarre degli Slint, Paul Smith dei Maximo Park con cappellino e maglietta di Leonard Cohen allo showcase acustico dello stand di Myspace, l’occhio nero di Isaac Brock e lo stile impressionante di Johnny Marr [stasera i Modest Mouse sono a Bologna, non provate a perderveli, non pensateci nemmeno], la folla smisurata che assiste al concerto dei Wilco, il maglioncino a rombi di Mr. Fujiya e Miyagi, il look stile ‘Elio-che-imita-i-Rockets’ degli Smashing Pumpkins (e la loro scaletta impeccabile), la stempiatura di Robert Schneider degli Apples in stereo (e il sole!), Shannon Wright che soffre e sculetta, le rughe di Thurstone Moore, le rughe di Patti Smith, le rughe di Mark E. Smith, il nasone di Ed Droste dei Grizzly Bear, Kazu sferzata dal vento, il balcanismo cialtrone di Beirut e il limbo pasticcione degli Architecture in Helsinki, le Long Blondes sentite dal prato in mezzo a un branco di inglesi che commentano le grazie di Kate Jackson, la tamarrissima croce dei tamarrissimi Justice, i tamarrissimi fuseaux ghepardati di Marina Vello dei tamarrissimi Bonde do Role, la tamarrissima mancanza di originalità del tamarrissimo DJ set degli Shitdisco (Justice! Daft Punk! Gli Snap! Di nuovo Justice!), gli acuti, le barbe e le chitarre degli ottimi Built to spill (dopodomani a Bologna, anche loro imperdibili) gli acuti, le barbe e le chitarre degli ottimi Band of Horses, la folla silenziosa che assiste in silenzio ai Low, e moltissime altre cose che al momento sono ancora troppo stanco per ricordare. Un festival del genere è un’esperienza ubriacante. Più avanti vi dirò meglio; intanto ora tento di riprendermi dal tracollo fisico, e di tornare coi piedi per terra.

 

mercoledì, 30/05/2007

Weekenplay

Mentre tutti si interrogano su cosa sia successo al suo blog, tornato sulle scene in grande stile circa un mese fa e ora inaccessibile, e mentre ci si domanda se l’errore 403 (Forbidden) che compare da qualche giorno tentando di accedere alla sua homepage sia forse da interpretare come qualcosa in più di quanto sembra, quatto quatto Fabio De Luca sbarca su MySpace. Lo fa alla sua maniera, utilizzando la piattaforma di Murdoch come archivio pubblico ma asociale di Playtex, il suo bizzarro progetto musicale do-it-yourself di quasi quindici anni fa.

Nelle sue stesse parole:

The plan was to create a funny collision between the dry (albeit emotional) structures of Detroit techno and the simple, one-fingered, plinky-plonky approach of early-80s european technopop, glued together with the basic and rough approach of the "industrial" tape network of the same time. [#]

Il corto circuito analogico / digitale che parte dai tape network per arrivare a Myspace dà un sapore tutto particolare all’operazione. Ma non è trutto qui; non so bene perchè (è improbabile, in effetti), ma alcune cose -io vado matto per Auto(biogra)psy– non sono davvero niente male.

 

Playtex Myspace (link)

 

mercoledì, 30/05/2007

A ciascuno le sue tentazioni

[Hyeronimous Bosch action figures]

 

martedì, 29/05/2007

E il tamarrometro s’impenna /2

 

Calvin Harris – Acceptable in the 80’s  (MP3)

Nonostante tutto l’hype che circonda l’esordio del nuovo enfant prodige della dance britannica (che ora pare stia lavorando pure al nuovo lavoro di Kylie Minogue; e ha 23 anni..), il suo singolone ai primi ascolti non mi aveva impressionato. Finchè non ho visto coi miei occhi Mr. Arturo Compagnoni metterla per ben due volte in una serata davanti alla pista piena, scatendo il delirio. E allora ho capito.

 

Justice – D.A.N.C.E. (MP3)

E vabbè: mani basse. Parte Jackson Five, parte Daft Punk, parte violini che più francesi non si può e parte Gam Gam, una roba tanto spudorata da essere da denuncia, e tanto appiccicosa da avere del soprannaturale. Non ditelo in giro: mi piace un casino.

 

Tiziano ferro – E Raffaella è mia (MP3)

E’ bello vedere il Tizianone nazionale fare finalmente coming out (del resto la sua sessualità è un segreto di Pulcinella) con un singolo tanto chiaramente gayo (la Carrà, signori, altro che Madonna..). Tormentone designato per l’Estate duemilasette, con un groove degno dei Justice, testo a perfetta mezza via tra colto e coatto e la certezza che, tempo un mesetto, sarà talmente ovunque che non potremo che odiarla. Per il momento, però, è un guilty pleasure.

 

martedì, 29/05/2007

Fibonacci ai tempi del 2.0

_del.icio.us, la fondamentale piattaforma per il social bookmarking.

 

_Utenti che hanno bookmarkato del.icio.us su del.icio.us.

 

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[via

lunedì, 28/05/2007

Barcelooooona

Update – Occhio alle variazioni di orario per giovedì.
E ovviamente non mancate la Guida galattica per Primaveristi di Colas.

Di solito, non sono esattamente un tipo da festival. La folla, le infilate di 10 e passa band al giorno e la mancanza di una vera decompressione tra un set e l’altro finiscono sempre per farmi passare la voglia ancora prima di comprare il biglietto. Stavolta, però, le condizioni per fare un tentativo c’erano tutte, ed è per questo che giovedì volerò alla volta di Barcellona per unirmi alla usualmente folta compagine italiana di stanza al Primavera Sound Festival: tre giorni, sei palchi, e più di un centinaio di band (tra cui Modest Mouse, Wilco, Built to spill, Smashing Pumpkins, Fujiya e Miyagi, Battles, The Apples in stereo, Justice, The Fall, Beirut, Grizzly Bear, e via andare..) erano troppo invitanti per dire di no. 
Sulla scorta della time-table ufficiale e di quella non ufficiale (che computa anche la durata dei concerti e dei cambi palco), e dopo aver studiato la splendida location e la corrispondente google map interattiva, ho prodotto la mia scaletta ideale che tenterò, per quanto possibile, di seguire (so già che non ci riuscirò, dubito di riuscire a reggere un ritmo del genere; ma fa parte del gioco, vi dirò).
Se avete dritte o consigli su band non presenti qui sotto ma assolutamente da vedere, fatevi sotto. E, ovviamente, se per caso ci siete anche voi fatemi un fischio, chè un tubo di Estrella Damm e quattro chiacchiere si fanno volentieri.

Giovedì 31/05 Updated!

19.15 Herman Dune

20.15 Dirty Three performing Ocean Songs

21.00 Melvins performingHoudini

22.00 Slint performing Spiderland

23.00 Smashing Pumpkins

01.00 Fujiya e Miyagi

02.00 Justice

03.00 Girl Talk

Venerdì 01/06

18.15 Portastatic

19.10 The Rakes

20.15 Blonde Redhead (oppure Barry Adamson, vediamo)

21.20 The Fall

22.35 Beirut

23.35 Maximo Park [solo un pezzettino :( ]

00.00 Modest Mouse (ubi maior)

01.30 Low

02.15 Bonde do Role

03.00 Built to spill

04.15 Spank Rock

05.00 Diplo

Sabato 02/06

16.00 6PM (grazie NCP per la dritta)

17.15 Shannon Wright

18.15 The Apples in Stereo

19.10 The Long Blondes

20.15 Architecture in Helsinki

21.20 Patti Smith

22.35 The Good, The Bad and the Queen

22.45 Shitdisco (un pezzo)

23.35 Sonic Youth performing Daydream Nation (un pezzo)

00.00 Battles

01.30 Grizzly Bear

02.20 Wilco

03.00 Mum (un pezzo)

03.35 Klaxons (o anche no, poi vediamo)

05.00 Erol Alkan

06.00 Morte

 

venerdì, 25/05/2007

A fair(y) use tale

«Professor Eric Faden of Bucknell University provides this humorous, yet informative, review of copyright principles delivered through the words of the very folks we can thank for nearly endless copyright term.»

Ovvero, la dottrina del Fair Use spiegata dai personaggi dei film di Walt Disney, in uno spettacolare cut-up postmoderno. Anche in versione scarcabile, qui.

 

giovedì, 24/05/2007

2007 Inkiostro dancefloor highlights

Con l’imperdibile e sudatissimo Season End Party che domani sera segue il concerto dei 1990s, insieme alla stagione del Covo si chiude anche la mia stagione in veste di DJ, e, con ogni probabilità, da quella parte della consolle ci si rivede in Autunno. Vi lascio con i pezzi nuovi che più hanno segnato la mia stagione, quelli che io, prima ancora della pista davanti a me, non riesco a smettere di ballare:

 

6. LCD Soundsystem – All my friends (MP3)

Quasi imballabile, con un crescendo di 7 minuti che non si risolve mai come si fa? Si fa perchè è il mio pezzo dell’anno, o giù di lì. E si urla a squarciagola il finale.

 

5. Trabant – Waste of time (MP3)

Ma son davvero di Trieste? Punk funk condito di synth gommosissimi, provate a stare fermi.

 

4. My awesome mixtape – The painter and the antropologist (MP3)

I nostri geek dancers del cuore, dal demo al dancefloor senza passare dal via. A breve esce il disco, e se tirano fuori anche qualche bel remix, ne abbiamo anche per l’anno prossimo.

 

3. Modest Mouse – Dashboard (MP3)

Ah, la chitarra in levare di Marr: sta col vecchio e sta col nuovo, col rock e con l’elettronica, rallenta il ritmo o l’accelera alla bisogna, non sarà epica come Float On, ma in pista non manca mai.

 

2. The Fratellis – Chelsea Dagger (MP3)

Esatto, quella che fa saltare. Quando un pezzo di una misconosciuta (e di suo anche abbastanza inutile) giovane band inglese solleva urla di acclamazione e scatena il delirio ogni volta che la metti, qualcosa vorrà dire. Per molti è il pezzo simbolo della stagione, e anche qua starebbe al numero uno, se non ci fossero i….

 

1. Foals – Hummer (MP3)

Questo pezzo, signore e signori, è un treno. Provate a non farvi schiacciare, se ci riuscite.

 

mercoledì, 23/05/2007

Il Neuros OSD? Fuori di testa

Avete presente la Apple TV, il recente prodotto della casa di Cupertino che, tra un lucchetto qua e un formato proprietario là, mira a rivoluzionare il mondo dell’intrattenimento domestico connettendo computer e TV, permettendo finalmente di godere su wide-screen e home theater (ad averceli) filmati e video memorizzati sull’hard-disk, ponendo fine al delirio di DVD riscrivibili e lettori DivX capricciosi che invadono le nostre case (la mia, almeno)?
E’ bastato qualche lucchetto di troppo (uno su tutti: non legge i DivX) per renderlo uno dei più grandi flop della Apple, destinato a morire e ad essere dimenticato molto presto. Gli unici che lo sostengono ancora sono i talebani mac-maniaci, e persino loro, stavolta, quando gliela nomini iniziano a fissarsi la punta dei piedi imbarazzati, tentando di cambiare discorso e parlare di quanto sia sexy il design dell’iPhone.
Ecco, a loro non fate sapere che in giro c’è una meraviglia come il Neuros OSD.
Si connette a tutto, legge qualunque file (anche i formati futuri: è open e aggiornabile), registra su praticamente ogni supporto, ha una comunità di sviluppatori agguerritissimi, esibisce un bel design, e costa pure 80 euro in meno della Apple TV. Sono l’unico che appena vede questo schema inizia a salivare come un cane di Pavlov e, nomen omen, va fuori testa?

martedì, 22/05/2007

Cosa restera’ di questi ninety-nineties

Ai gruppi inglesi, è noto, non ci si sta dietro. Con una nuova band del secolo (spesso più di una) al mese, generi che nascono e muoiono nell’arco di una stagione (e che spesso nessuno sa neanche definire), e media che riescono a creare fenomeni di massa in the blink of an eye, come fidarsi ancora delle band giovani e promettenti che giungono dalla perfida Albione?
Non è difficile: basta fidarsi delle proprie orecchie. E le mie orecchie in questi giorni non fanno altro che ascoltare Cookies, il disco di esordio dei 1990s, formazione -neanche tanto giovane- di Glasgow, che sta raccogliendo notevoli consensi anche tra gli ascoltatori meno ingenui. Trattasi di rock’n’roll con pochi fronzoli e ancor meno pretese, che si regge su riff semplici ma efficaci, coretti un po’ Beach Boys un po’ Supergrass e testi ironici e corrosivi. A qualcuno ricordano certi Stones, ad altri i concittadini Franz Ferdinand (con cui due di loro hanno suonato anni fa, nei misconoscuti The Yummy Fur), a me fanno alzare il volume dell’autoradio, e tanto basta per promuoverli a pieni voti.

[i 1990s sono in tour in Italia in questi giorni. Da non perdere la data di venerdì 25 al Covo, seguita dal Season End Party, che vede in consolle anche il sottoscritto.]

1990s – You made me like it (MP3)

1990s – Switch (MP3)

 

martedì, 22/05/2007

Un picchiaduro religiosamente scorretto

Ci è voluto un po’, ma alla fine ce l’ho fatta a sconfiggere Dio (…) e a finire Bible Fight, il piacchiaduro religiosamente scorretto di [adult swim] che sta facendo impazzire la rete, e che ho scoperto grazie alla duplice segnalazione di Dhinus e Leo. Che personaggio ho usato? Satana, ovviamente.

[come hanno già scritto loro, merita, anche solo per le splendide animazioni delle mosse speciali]

 

lunedì, 21/05/2007

E il tamarrometro s’impenna


Smashing Pumpkins –
Tarantula (MP3)

Corgan ha probabilmente bisogno di soldi, altrimenti non si spiega perchè, a così breve distanza dallo scioglimento, ritiri fuori il nome della sua band senza che ne facciano parte anche gli altri membri originali (c’è solo il batterista Jimmy Chamberlain, ma lui c’era pure negli orridi Zwan). Il nuovo singolo non è neanche tanto male, ed è sicuramente la migliore produzione firmata da Corgan dai tempi di Adore. Aspettiamo, un po’ impauriti, il disco. 

 

Interpol – The Heinrich Maneuver (MP3)

Gli Interpol tamarri? Non scherziamo, via! Eppure il nuovo singolo sembra un po’ un passo verso l’abisso, con un giro di chitarra preso di peso dai tempi di Turn on the bright lights, e senza alcuna originalità o particolare aspirazione. Il pezzo è un po’ di plastica ma il tiro c’è, e potrebbe anche farli arrivare al grande pubblico, rispettando un paradosso che si avvera sempre più spesso. Non so voi, ma io ho un po’ l’idea che siano alla frutta.

 

The Chemical Brothers feat. Klaxons – All rights reversed (MP3)

Un duetto tra Chemical Brothers e Klaxons è uno di quelle cose più interessanti in teoria che in pratica: come potrà suonare l’incontro/scontro da Old Rave e New Rave? Cosa si nasconderà dietro un calembour così acuto e promettente come All rights reversed? La risposta, ovviamente, è deludente: suona come uno dei pezzi più epici e oscuri dei primi, o come uno dei remix meno rock dei secondi. Old Rave + New Rave = poco Rave.

 

venerdì, 18/05/2007

Stasera a Get Black

Stasera a Get Black: Mercato nero.
Come al solito alle 21 in diretta (sui 103.100 MHz in FM a Bologna e dintorni oppure in streaming – OGG o MP3) o in differita (grazie al podcast).

 

giovedì, 17/05/2007

Ho passato la mattinata dal commercialista, non sto bene

Oggi va così.

mercoledì, 16/05/2007

Dai la cera, togli la cera

Per quanto riguarda questi blog, Fujiya e Miyagi sono capitati in una specie di buco nero. Lo scorso autunno, mentre il secondo disco del trio finto giapponese Transparent Things monopolizzava i miei ascolti e pennellava le mie giornate col suo sound aritmetico da Massive Attack periodo classico un po’ più krauti e suonati, non li ho mai menzionati su queste pagine. Li ascoltavo tutto il giorno, li passavo in radio, li mettevo ai DJ set, li consigliavo ad amici e colleghi eppure, a parte una persistente ma laconica presenza all’interno del currently listening qua sopra, non li ho mai neanche nominati.

Mentre nei mesi il numero di persone che li ha scoperti ad apprezzati è cresciuto non di poco (anche tra coloro che di solito seguono poco o nulla ogni singola novità musicale, cosa che succede solo con i nomi che prima o poi si conquisteranno un posto al sole), vedo di rimediare ora, in occasione dell’uscita del video di Ankle Injuries, un piccolo prodigio di dadi pixelati che non dispiacerà ai fan di Gondry e di caviglie rotte che non dispiacerà ai fan del maestro Miyagi. Dai la cera, togli la cera.

Bonus audio, il mio pezzo preferito del disco:

Fujiya & Miyagi – Photocopier (MP3)

 

mercoledì, 16/05/2007

E’ un vaaaaaairus!

Un piccolo esercizio sulla teoria del caos: Virus 2.

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martedì, 15/05/2007

Talk geeky to me

[vista sull’ottimo Funny geek t-shirts, greatest hits delle t-shirt geek migliori degli ultimi anni. Diverse erano già finite su queste pagine]

 

martedì, 15/05/2007

One step forth, one step back

Ci piacevano un sacco, i Go! Team. Con quella loro attitudine aerobica a una materia sonora magmatica e ipercinetica, costruita ad arte su campionamenti e indie-rock, cori da cheerleader e rime hip-hop, e con un paio di singoli da paura (come la spettacolare Bottle rocket) e diverse perle nascoste nei lati B, i Go! Team sembravano davvero qualcosa di insolito in un panorama sempre troppo rassicurante. Apprendo che il combo inglese sta per tornare con un EP e con un disco, proprio nel momento in cui mi imbatto nel nuovo singolo Grip like a vice. Battimani, cori, riff orientali rubati chissà dove, e rime serrate su basi che somigliano sempre alla soundtrack di qualche episodio di Rocky. Non sembra un passo avanti nè uno di lato, solo un passo in più. Rassicurante, già.

The Go! Team – Grip like a vice (MP3)

 

lunedì, 14/05/2007

The ultimate Lost theory

Nonostante il buon senso (e ogni indizio) suggerisca che si tratti di una colossale stronzata nelle mani di sceneggiatori che da decine di puntate non sanno più che pesci pigliare, e nonostante la recente notizia ufficiale che annuncia che verranno prodotte altre tre serie del telefilm, il sottoscritto continua ad essere vittima della febbre di Lost. Di conseguenza, non posso non segnalare The ultimate Lost theory, lunga, complessa e aggiornatissima ipotesi che ricostruisce la storia dell’isola e dei suoi abitanti cercando di mettere insieme in modo sensato tutti o quasi i pezzi del puzzle. Un lavoro impressionante ed eccezionalmente plausbibile, che spinge a pensare che, se non era già questa l’idea di Lindelof, forse dovrebbe diventarlo ora. Occhio: se non siete in pari con l’edizione americana della serie (e quindi se non avete ancora visto l’episodio 3×20, The man behind the curtain) NON CLICCATE su quel link. Avvisati, eh.

Bonus: e se avete comunque visto l’ultima puntata (sempre la 3×20) , forse vi siete comunque persi questi 11 frame..
[io in effetti me li ero persi]

 

venerdì, 11/05/2007

Get Black! La somma delle parti non fa quattro

Mentre metà della redazione di Get Black non vorrebbe fare altro che raccontarvi quanto si sia divertita al concerto degli I’m from Barcelona di ieri sera al Bronson (un’esperienza altamente sconsigliata ai diabetici, e a chiunque abbia brividi alla sola idea di una ventina di svedesi ubriachi che cantano a squarciagola su un palco coperto di palloncini, tra coriandoli e bolle di sapone; il tipo di concerto in cui ti senti più stupido a non battere le mani che a batterle; unici paragoni i live di Flaming Lips -ma più in piccolo- gli Arcade Fire -con molto meno pathos, ma lo stesso gusto per la rottura delle classiche barriere palco/pubblico- e i Polyphonic Spree -ma meno catto-comunisti), un’altra metà della redazione di Get Black (non necessariamente diversa da quella suddetta) ha finito di lavorare alacremente al sito, che potete visitare qua (blog, presentazione, contatti e -da domani- podcast delle prime 5 puntate, compresa quella di stasera),  un quarto della redazione di Get Black è al Salone del Libro di Torino, e stasera farà la corrispondente d’assalto dalle feste più cool dell’ambiente letterario italiano, un altro quarto della redazione di Get Black per stasera ha proposto una rubrica dal titolo Oro nero/Fiume nero: Agip-Prop e inquinamento da idrocarburi nella canzone italiana (indovinate chi), tre quarti della redazione di Get Black sono estremamente eccitati perchè stasera avranno una telefonata in diretta dal mistico Eurovision Festival di Helsinki, due quarti della redazione di Get Black non vedono l’ora di scoprire di cosa parlerà la puntata di Black wave di AndeaNP stasera, un quarto della redazione di Get Black ha passato una settimana a leggere strip di Dilbert e Demotivators in previsione della rubrica Umore nero e un quarto della redazione di Get Black crede che stasera passerà di nuovo One Two Three Four di Feist e The Last Engineer dei Piano Magic.

In tutto ciò, i quattro quarti della redazione di Get Black  vi danno appuntamento a questa sera, dalle 21 sui 103.1 MHz in FM di Radio Città Fujiko a Bologna, e in streaming (hi-res OGG, med-res MP3) anywhere else in the world. Perchè è venerdì, un po’ per tutti.