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lunedì, 22/05/2006

Non so davvero perche’, ma sono ottimista

Ad Agosto in America, da noi non si sa ancora quando:Clerks 2 di Kevin Smith (di cui si è già parlato qua) sta per arrivare. Dopo il teaser è uscito il trailer e io, non so davvero perchè, mi sento stranamente ottimista.

lunedì, 22/05/2006

If you ever need a stranger (to sing in your commercial)

Da queste parti praticamente non passa mese senza che ci sia qualche news che riguarda Jens Lekman. Del resto il cantautore svedese è senza dubbio uno degli artisti più talentuosi della sua generazione, e il fatto che sia prolifico oltre ogni dire non può che fare piacere. Stavolta, però, la notizia che lo riguarda è un po’ più complessa del solito, ed è lui stesso a raccontarla sul suo blog Smalltalk. In breve: al nostro è stato chiesto l’uso della sua A sweet Summer’s night on Hammer Hill per una pubblicità della LG; come fa sempre, Lekman ha declinato (per motivi spiegati estesamente nel post e che meritano la lettura), e questo è quanto è successo:



My reason for declining is strictly connected to my gut feeling. And I get sick when I think of one my songs associated with a product. I do have a sense for business though, it’s something that has developed over the years. So while reading their offer and laughing at the stupid filmclip my eyes got caught by the line "if the song has samples in it, maybe he’ll be ok with re-recording it?". I quickly replied : " Hey, why don’t I record something similar for you?". They were interested, I called up a trumpet and a trombone player. In less than a day I had the track re-worked. New melody, new chords, same feeling. I sent it off, weeks went by. I gave up. But yesterday I saw a comment on my Myspace site "Holy crap, this LG commercial just featured a Sweet Summernight on Hammer Hill".  I got worried , I contacted my recordlabels. Today I got the verdict: It’s not your song, but it’s something very similar.


Purtroppo pare che online non si trovi ancora una registrazione del plagio. Tutto quello che abbiamo era la proposta di Lekman, linkata da lui stesso sul suo sito:


Jens Lekman – Washing machine commercial (MP3)



In effetti atmosfera e sound sono gli stessi della canzone, e la LG ci avrebbe solo guadagnato in immagine ad utilizzare questa invece di una brutta copia di quella. Una mossa miope e neanche tanto furba.
Frattanto, come al solito, a cercare per bene sul web si scovano sempre alcune ottime perle firmate Lekman.
Obscure sound linka una bella cover live delle Shangri-Las e La Blogoteque ha in esclusiva due video con il nostro che interpreta due versioni quasi nude della meravigliosa F-word e di Happy Birthday, sweet Lisa. Senza dimenticare i soliti CD-R in free download, in cui ci sono non poche sorprese come la cover del pezzo del 1942 di Cesare Andrea Bixio La strada nel bosco e la versione in svedese di Maple Leaves. Intanto il nostro, quatto quatto, è entrato di nuovo in studio per registrare del nuovo materiale..



Jens Lekman – Past, present and future (live) (MP3) (via)

Jens Lekman – F-word (live) (MP4 video) (via)

Jens Lekman – Happy Birthday, sweet Lisa (live) (MP4 video) (via)

Jens Lekman – La strada nel bosco (MP3)

Jens Lekman – Jag tyckte hon sa Lönnlöv (MP3)

venerdì, 19/05/2006

Dev’essere una cosa dei weekend

_Chè arrivo al venerdì stanco morto (ma che strano), per il troppo lavoro e anche, ultimamente, per quel paio di uscite infrasettimanali che sono la goccia che fa traboccare il vaso, che sia una luculliana cena messicana o l’ottimo concerto della nuova line-up dei Disco Drive (che viaggia anche più di quella di prima; in più il pezzo nuovo che mi ha ricordato i Death From Above 1979 era spettacolare). Quindi non ho tempo e voglia di scrivere post completi, e mi limito a questi appunti. Che forse è anche meglio.
_Com’è successo 8 anni fa, tra banda larga e applicazioni 2.0 il web sta attraversando un nuovo momento di boom. A riguardo, qualche giorno fa c’era un interessante articolo sul New York magazine, The way we boom now. E speriamo che le cose vadano meglio della volta scorsa.
_Ieri, un po’ sadicamente, al lavoro ci siamo sottoposti a ripetuti ascolti del nuovo disco di Carmen Consoli Eva contro eva. Alla fine il giudizio più clemente era «è una pompa disumana»; e dire che una volta eravamo tutti dei fan. Che le è successo?

_
Ve li ricordate i bellissimi Demotivators che segnalavo mesi fa? Proprio in questo momento ho il loro calendario alla mia sinistra) Qui ce n’è una versione do it yourself.
_E nel frattempo, quatto quatto, se n’è uscito l’attesissimo nuovo libro di Douglas Coupland, Jpod, con tanto di delirante sito associato. Del suo significato scriverò presto, poi rimanete sintonizzati per una recensione completa quando avrò finito di leggerlo.
_Dress Maynard. I fan dei Tool sprovvisti di senso dell’umorismo stiano alla larga.
_Un paio di giorni fa il progetto Genoma ha finito di codificare anche l’ultimo cromosoma umano. Se siete impazienti, qua ce n’è un’anteprima.
_Alcuni tra i più interessanti m-blogger americani scelgono, descrivono e linkano i loro passaggi musicali preferiti. Non canzoni, proprio i passaggi. Ecco Visceral Song Moments.
_Il sottoscritto di soldi, tasse e interessi non capisce nulla (e tutti quelli con cui
ultimamente mi sono ritrovato a parlare della dichiarazione dei redditi se ne sono accorti). Eppure trovo molto divertente questo editoriale della Bloomberg che paragona le più grandi banche d’investimento internazionali ai più celebri gruppi musicali.
_Chiudiamo con un consiglio musicale per il weekend. Negli ultimi due giorni avrò ascoltato almeno 20 volte il secondo disco di Billie the vision and the dancers, band svedese di belle speranze fuori da un po’ (forse ne avrete già letto in giro, mesi fa) di cui mi sono deciso solo ora a scaricare il secondo disco The world according to Pablo, interamente disponibile in free-download dal loro sito. E me ne sono assolutamente innamorato. Prendete e scaricatene tutti, e chi può li vada a vedere nell’imminente tour italiano che passa troppo lontano da qua. Io intanto ho su il repeat.

Billie the vision and the dancers – A man from Argentina (MP3)
Billie the vision and the dancers – One more full lenght record (MP3)

giovedì, 18/05/2006

Libreria portami via





[Si chiama SticklebookThe invisible bookshelf– e sembra davvero geniale: i libri stanno su grazie alla specie di ‘pettine’ (ovviamente morbido, sennò i libri si rovinano) che vedete in basso. Non so se funziona o meno, mi accontento di ammirarne l’idea.]

mercoledì, 17/05/2006

I quattro piccoli miracoli musicali di Maggio

Phoenix – Consolation prizes (MP3)
Il terzo disco è sempre un problema, si sa. Ma è ancora peggio quando i tuoi primi due dischi, piccoli capolavori di pop patinato ma non scontato con venature elettroniche di altissima qualità, sono diventati dei classici. La band francese prova a confondere le carte con un sound più urgente e suonato che però, inevitabilmente, non regge il confronto col passato. Ma questo pezzo, categoria canzone-da-ascoltare-appena-svegli, è un piccolo e esaltante miracolo pop.

Midlake – Head home (MP3)
Ci hanno già stregati mesi fa prima con Roscoe poi col singolo Young Bride, e adesso un altro centro: i Midlake si candidano seriamente a diventare una band di cui sarà difficile fare a meno. Head home è un pezzo più classico, che evoca solitari viaggi in macchina a tarda notte attraverso pianure sterminate e deserte, col groppo in gola che non va giù e l’ostinazione che pare eroica di chi non ha quasi più nulla da perdere. Non solo un pezzo classico; direttamente un classico, senza passare dal via.

Giardini di Mirò – Othello (MP3)
Se un anno fa mi avessero detto che la primavera successiva avrei ascoltato insistentemente un pezzo dei Giardini di Mirò cantato da Jukka (!), probabilmente non ci avrei creduto. E invece, seguendo il link che avrete già visto altrove (da Enver o da Max, ad esempio) sono arrivato a questa perla indietronica tratta dal nuovo EP North Atlantic Treaty of Love, in uscita a Giugno per la tedesca 2nd Rec. Se il disco nuovo è tutto così, non ce n’è per nessuno.

Beirut – Postcards from Italy (MP3)
Si chiamano come la capitale del Libano, sono americani ma in certi pezzi sembrano venire da Belgrado e intitolano il loro singolo al nostro Bel Paese; confusi? E’ normale. Eppure i Beirut sono il gruppo più linkato e osannato del momento dagli m-blog americani, e con la sua proposta a metà tra Jens Lekman (basterebbe già la voce, ma c’è anche l’ukulele) e, perchè no, una sorta di Bregovic indie (?!) mi hanno fatto completamente secco. Questo pezzo, poi….Canzone dell’estate?

martedì, 16/05/2006

La piccola agenda dei concerti

Anch’io come voi ogni settimana consulto il fondamentale Affittasi ubiquità di Mr. Polaroid, è chiaro. Ma stavolta ho bisogno di fare due conti più per esteso; come altre volte in passato, un post che serve più a me che a voi. Ogni suggerimento, in ogni caso, è benvenuto.
Si comincia giovedì 18 al Covo con l’imperdibile presentazione del nuovo ‘molto’ EP, dei beneamati Disco Drive; il disco è una meraviglia, della nuova formazione si dice tutto il bene possibile e a un evento del genere non si può mancare. Domenica 21 al Container appuntamento col folk nuovo ma vecchio di Adem (+ Vashti Bunyan); un live che fa male, fidatevi. Dieci giorni fa a Milano già al secondo pezzo era come se mi stessero passando sopra ripetutamente con un rullo compressore, e ci ho messo giorni a riprendermi del tutto. Il giorno dopo ci sarebbero gli Shout Out Louds a Milano (al Transilvania), e non fosse che un’altra trasferta nella capitale meneghina è un po’ troppo, dopo il concerto spettacolare dello scorso dicembre non me li perderei per nulla al mondo. La settimana, in ogni caso, regala già parecchi motivi di interesse: il 24 allo Zoo Cafè l’interessante progetto Pillow di Luca dei Giardini di Mirò, il 25 al Vox i Belle & Sebastian (il solito goal a porta vuota, ovviamente) il 26 la curiosità porterà probabilmente dalle parti dell’Estragon a vedere i Babyshambles (sempre che Doherty non faccia scherzi) e il 27 via andare al Covo con gli Ordinary Boys (update: data annullata). Queste ultime due date fanno parte del Rocker Festival, di cui salterò il resto dei nomi perchè già visti meno di un anno fa o perchè concomitanti. A parte, ovviamente, i Violent Femmes l’1 Giugno all’Estragon; non so se Gordon Gano e soci siano ancora in forma o meno, ma vale la pena di scoprirlo di persona.
Il 2 e 3 giugno l’evento regionale sarà il ritorno di Musica nelle valli che però, un po’ per colpa dei fagiani e un po’ per la line-up poco in linea con i miei gusti (mi spiace solo per gli ottimi Rivulets), probabilmente mi perderò. Se tutto va bene, infatti, la sera del 2 sarò a qualche centinaio di chilometri di distanza, impegnato in uno dei miei rarissimi (e quindi, imperdibili) DJ set. Ma ci sarà tempo per parlarne per bene. Tornando a Bo, il 7 ci sarà la deliziosa Nedelle allo Zoo Cafè per l’ultima serata di Murato, che, in qualche modo, chiude per un po’ la stagione di concerti della città; nei giorni successivi ci sono ‘solo’ i Tool il 22 al Palamalaguti e -sarò terribilmente fuori moda- io non me li perdo per nulla al mondo.
Poi in città non c’è più nulla, e sarà il caso di guardare fuori, verso l’afa di Milano per l’affollato cast del MiAmi, verso Ferrara per le sempre impagabili serate sotto le stelle (su tutte: 24 Giugno – Giardini di Mirò, 1 Luglio – Flaming Lips, 13 Luglio – Eels) o verso l’ormai iconica Montesole (7 Luglio – Offlaga Disco Pax, 28 Luglio – Cesare Basile + Paolo Benvegnù). Notevolissimo ma come al solito poco incastrabile è anche il cast del Traffic a Torino (14 e 15 Luglio con Franz Ferdinand, Strokes, Sons & Daughters e tre ottime serate in compagnia di tre ottime etichette indie nostrane), che temo mi perderò anche perchè negli stessi giorni è in giro per il paese nientemenochè l’ineffabile Morrissey, per cui qua si medita la doppietta (a Villa Solaria a Sesto Fiorentino il 12 e al Teatro Romano di Ostia Antica il 16).
Ma a quel punto sarà Luglio, e ci sarà, di nuovo, un’altra agenda da fare.

martedì, 16/05/2006

Disc raiders

A Mtv l’hanno capita: al giorno d’oggi è molto più personale un computer che una stanza.Ovvero: su una persona dicono di più i suoi files, la cronologia del browser, la posta elettronica piuttosto che i poster, i vestiti e soprammobili vari. Così è nato Meet or delete, il Room raiders dei computer, in cui il concorrente di turno deve scegliere la propria partner avendo accesso solo al suo computer. Le valutazioni sociologiche le lascio a voi.
[A breve arriverà anche da noi. Ma ovviamente non è quello il punto]

lunedì, 15/05/2006

Google e’ piu’ famoso di Dio

Immagino sappiate già tutti di Google Trends, ennesima web-app di Google che consente di misurare e confrontare la popolarità di uno o più termini all’interno del motore di ricerca più famoso al mondo. Ci ho giocherellato un po’ anch’io. Queste le cose che ho scoperto:
_In Italia i blog vanno forte a Cagliari.
_I Beatles sono più famosi dei Rolling Stones (tranne che a Buenos Aires).
_
La capitale dell’indie italiano non è Bologna o Torino ma Rimini.
_Torrent batte E-mule (via).
_Wittgenstein surclassa Macchianera (tranne che a Padova).

_Il twee batte il glitch (ma chissà perchè così tante ricerche in Olanda).
_Douglas Coupland è meno famoso di Nick Hornby (ma tanto in Italia non ci frega di nessuno dei due, ci batte pure l’Austria)

_
Google è più famoso di Dio. (via)
[Ulteriori esperimenti qui e qui. Se volete, divertitevi nei commenti]

lunedì, 15/05/2006

I’m just trying to show my best

C’è stato un momento, a metà anni ’90, in cui non vedevo l’ora di averne 25. Andavo ancora a scuola, ma mi ero stufato di quell’ambiente e delle incancrenite e insoddisfacenti dinamiche sociali della vita liceale di provincia. Di lì a poco sarei andato all’università, ma più che quel periodo -che, ora lo so, all’interno di una vita è probabilmente il più denso di stimoli e novità- quello che attendevo era il periodo ancora successivo, gli anni del lavoro, dell’indipendenza, di una concretezza ancora in parte creativa e fancazzista che magari non lascia respiro, ma che difficilmente riesce a cancellare il sorriso dalle labbra. Guardavo con curiosità film come Clerks e Singles e le vite suburbane che dipingevano, e, per gli stessi motivi per cui ora quelle vite mi sembrano pericolosamente simili a dei vicoli ciechi di solitudine e rassegnazione, le trovavo terribilmente affascinanti. E’ esattamente a quel momento, e al mondo del lavoro della suburbia americana di metà anni ’90 proiettato da un tardoadolescente sull’ignoto del proprio futuro, che mi fanno pensare le canzoni dei Mersenne.
I Mersenne faranno grandi cose. Sono un trio con base a Bologna, c
on un’ottima resa live, una manciata di canzoni formidabili e un’identità musicale sorprendentemente matura e ben definita che si colloca da qualche parte tra indierock e pop rotondo. C’è, come forse avrete letto, chi superficialmente li accosta ai Pavement, nonostante di questi ultimi non abbiano nè il cantato afono nè le linee melodiche sghembe, e nonostante queste fossero proprio la cifra stilistica della band di Malkmus. La musica dei Mersenne fa piuttosto pensare al pop da college radio degli anni ’90, a partire dai Weezer per arrivare ai pezzi più tirati e orecchiabili dei Death Cab for Cutie, forse poco originale nel sound (del resto non è mica quello, ciò che viene richiesto al pop) ma con personalità da vendere. Pare che il loro disco d’esordio, ormai in dirittura di arrivo, stia attirando l’attenzione di più di un’etichetta nostrana; e non vedo come sia possibile il contrario: le carte perchè faccia il botto ci sono tutte.
Ascoltare canzoni simili adesso, mentre lotto ogni giorno con una quotidianità
così lontana e così vicina a quella che immaginavo una vita fa, è una strana quadratura del cerchio. In un senso è la riconciliazione con un immaginario disatteso, nell’altro uno sprone a trovarne i motivi di realizzazione anche in una realtà che a prima vista sembra completamente diversa. In entrambi i casi, è un ascolto esaltante. Please let me try.



Mersenne – There’s a place (MP3)

Mersenne – Clerks (EP version) (MP3)

venerdì, 12/05/2006

Non qui, ma ci sono

Scusate la latitanza degli ultimi giorni, sono giornate lavorativamente assai incasinate. Volevo farlo meglio, ma mi limiterò a segnalare un paio di cose:
_stasera ad Airbag manca ilSocio, in trasferta a toccare con mano l’hype generato dagli Arctic Monkeys. A farmi e farvi compagnia ci sarà invece Francesca, per segnalare e approfondire un po’ di nuove uscite letterarie interessanti e per sproloquiare variamente di musica e libri. Come al solito alle 21 sui 103.1 MHz FM a Bologna e dintorni e in streaming per il resto dell’universo mondo.
_domani al Covo ad aprire il concerto degli irlandesi The Chalets ci saranno i nostri impagabili Mersenne, a presentare il nuovo ottimo materiale. Se riesco più tardi o domani ve ne parlo più per esteso e vi faccio sentire qualcosa. Nel frattempo sollazzatevi con il loro myspace, e domani non mancate.

giovedì, 11/05/2006

Mi spiace, quando vedo queste cose non resisto

mercoledì, 10/05/2006

Black Heart, è fatta

Ieri sera The Black Heart Procession all’Estragon. Come previsto, uno splendido concerto, come prova l’effetto noto come piallatura emotiva tipicamente provocato dai live della band. Su tutte hanno lasciato il segno Square Heart, Tropics of love, Guess I’ll forget you e la recente The letter, una delle ballate migliori mai scritte dalla band di San Diego.

The Black Heart Procession – The letter (MP3)

A latere, un estratto dell’intervista rilasciata dal cantante Pall Jenkins al Denver Post, che in qualche modo ci riguarda:

Q: I’ve heard your band is more popular in Europe, particularly Italy, than in the States. Is that true?
A: It’s not massive but we’ll have like 800 people at a show. We have more of a cult following there. Italians have fine taste. I like both American and European audiences, but in Europe the food’s definitely better and you always have a cool, interesting place to check out and decent hotels.
Q: BHP recently collaborated with Solbakken for the "In the Fishtank" series, and you have written songs for The Album Leaf and Ugly Casanova. Any future plans of that sort?
A: (BHP) has been working on an album with Calexico for a while. It will include some more collaborative stuff and then a couple songs of each of ours that are separate.

L’ormai leggendario tributo ai Red Red Meat è sempre più vicino. 

mercoledì, 10/05/2006

Questa non è una libreria



[Sull’argomento, ormai lo sapete, sono un po’ fissato (1, 2, 3, 4). Selfshelf è una libreria invisibile perchè sembra un libro, un libro il cui titolo appropriatamente recita il magrittiano Ceci n’est pas un livre]

martedì, 09/05/2006

I silenzi pieni di urla

Questi giorni, da queste parti, sono gli ultimi giorni di inverno. Ieri pomeriggio c’è stato un temporale che mi ha molto innervosito, poi è stata la volta della nebbia; nei giorni precedenti c’è stato un po’ di sole, ma il fine settimana precedente era ancora, inesorabilmente, inverno. Ho passato lunghe giornate in casa a guardare dalla finestra la pioggia e le nuvole spinte dal vento. Ho passato lunghe serate fuori con gli amici o a qualche concerto, per lo più stretto nella mia giacca. Ma, soprattutto, il mio ultimo weekend d’inverno prima di uno sprazzo milanese di estate e dei fasti nefasti di questi ultimi giorni freddi, è stato pieno di silenzi da colmare. Di vuoti da riempire, di lacune faticosissime e di occhi che si muovono veloci alla ricerca di un soccorso qualunque. Un weekend d’inverno pieno di silenziose grida di soccorso, questo è stato. Ho pensato che se fosse già stata Primavera sarebbe stato diverso. Ho pensato anche che non era vero. Ma che era bello pensarlo.

Ieri sera mentre mi infilavo un maglione e meditavo se prendermi un’aspirina mi sono accorto che era il momento: l’ultima occasione
buona per ascoltare il disco dei The Knife prima che il suo fascino glaciale stonasse in modo clamoroso con il sole e con il caldo. Ho recuperato una coperta, mi sono steso sul letto, e mi sono perso, di nuovo, negli angoli sintetici e luminescenti di Silent Shout.

I The Knife sono in due, fratello e sorella, vengono dalla Svezia ma sembrano venire da Marte. Hanno l’ipersensibilità glaciale ma buia che avrebbero i Mùm se dovessero fare la colonna sonora di un film horror. Hanno certi synth spaziali e palpitanti che fanno pensare a dei Kraftwerk innamorati. Hanno voci e suoni alieni come i Radiohead di Kid A che rimangono affascinati dagli occhi a mandorla di Bjork, o viceversa. I The Knife suonano un’elettronica cupa e atmosferica, ossimoricamente glaciale ma calda, che non si allontana mai troppo dalla forma canzone pur risultando tutt’altro che pop; del resto sono loro gli autori originali di quella Heartbeats reintepretata dal connazionale Josè Gonzalez e poi finita nel celebre spot delle palline rimbalzanti.
Silent shout è il loro terzo disco, un’opera
complessa ed estremamente affascinante, tutt’altro che furba nel rifiutare di sana pianta qualunque tentazione modaiola o anche solo vagamente attuale per seguire la strada perigliosa dell’involuzione e del ripiegamento su di sè. Come con certe serate fatte di freddo e silenzi, anche avere a che fare con Silent Shout è faticoso; al primo ascolto non piace e spesso neanche al secondo, suscitando una perplessità che nasconde di solito la paura che la sua elettronica desueta e le sue stramberie vocali siano solo fumo gettato negli occhi per mascherarne la mancanza di sostanza. In realtà di sostanza ce n’è, e neanche poca; ci si mette un po’ a vederla e forse non è per tutti, ma come al solito anche in questo sta il suo fascino. Una sola serata dell’ultimo weekend di inverno in compagnia di silenziose grida d’aiuto, però, basta ad aprire gli occhi. E a vedere oltre quei silenzi pieni di urla, dove c’è un gelo che forse neanche la primavera può riuscire a sciogliere.



The Knife – Silent shout (MP3)

The Knife – We share our mother’s health (MP3)

The Knife – Marble House (single edit) (MP3)

lunedì, 08/05/2006

Milano da fuori/da dentro

Questo weekend sono stato a Milano. La città della moda e del design, sì.


<dafuori> La trasferta era motivata dall’andare in un locale radical chic a vedere un musicista svedese ancora poco noto ma fortemente in ascesa, una cui canzone si sente nello spot di una linea di flat screen ad altissima risoluzione. Sabato, poichè chi mi dava un tetto e un abbondante rifornimento di pane carasau e burro di arachidi (una persona capace di mettersi
alle 4 di mattina a googlare il nome del suo compagno di gemellaggio olandese dei tempi del liceo) era impegnata, ho avuto la giornata libera. Su consiglio della mia gallerista di fiducia (ho una gallerista di fiducia, cose da pazzi) sono andato a una mostra di soluzioni abitative alternative al Padiglione di Arte Contemporanea; poi sono stato a pranzo con una lettrice di sceneggiature che mi ha regalato il libro di un giornalista di Spin e con cui ho parlato dell’articolo su Daniel Johnston presente su D di Repubblica e del fatto che Christian Ulmen de Le particelle elementari sia l’Andrea Pezzi tedesco. A seguire sono stato a sentire un DJ set di De Luca in uno store multimediale, in cui ho comprato un magazine di musica moda tecnologia style e design che non avevo mai sentito nominare e che aveva in copertina gli autori di uno dei miei dischi dell’anno; poi a cena nell’undicesima pizzeria migliore d’Italia insieme al più grande esegeta italiano di Sufjan Stevens. Domenica, prima di partire, brunch a Porta Ticinese.</dafuori>


<dadentro> Un bel weekend in compagnia di amici in un posto interessante che dà il meglio di sè nei fine settimana, quando nessuno lo guarda. Basta.</dadentro>

[Ho l’impressione di essere un tantino scollegato, in questo periodo.]

venerdì, 05/05/2006

Polka troia

_Okay, come avrete notato la malefica polka dei Loituma è andata. Ovviamente ho lasciato il link, ma circa 48 ore di delirio finlandese con incongruente ragazza manga provvista di porro rotante è abbastanza, forse. Adesso non resta che aspettare che la segnalazione sbarchi anche nella svergognata colonna blu (cit) di Repubblica.it e in qualche sito di suonerie e il gioco è fatto. Frattanto il flash è sempre qui, da Max trovate il video, da Ugo l’mp3, da The sorrowed man i remix e qui, per gradire, la versione al contrario per scovare eventuali messaggi satanici. Un avvertimento: se anche ci sono, sono in finlandese.
_Geeky inutilia: ASCII Maps.
_Da 365 Tomorrows, raccolta di micro-racconti futuribili, un’ipotesi sul destino delle star della musica: The whole night sky. L’idea mi piace.
_Un paio di giorni fa, acquistando la ristampa di Discoinferno di De Luca e Antonelli uscita per la snobbissima ISBN Edizioni, ho scoperto che il codice ISBN che campeggia in copertina in tutti i libri del marchio diretto da Coppola e Papi è a tutti gli effetti il codice ISBN del libro. Che sarà anche scontato, ma è geniale.
_Peraltro, come è noto, De Luca oggi alle 18 sarà a Bologna a presentare il libro (da Modo Infoshop). E io, ovviamente, me lo perdo.
_Me lo perdo perchè sarò a Milano, in occasione dell’imperdibile concerto di Josè Gonzales (più -pare- Adem) alla Casa 139. Come dire: i miei due nuovi folkster solitari preferiti in un colpo solo. Qualcuno lo dava anche per annullato, ma dalla regia mi dicono che è confermatissimo.
_Rimarrò a Milano fino a domenica, quasi di sicuro mi perderò il Telefilm festival perchè le poche cose che mi interessano sono in giorni o orari troppo scomodi o già esauriti e a parte un giro e 4 chiacchiere non ho nulla in programma. Suggerimenti e inviti sono ben accetti, poi si vedrà.
_Hyvä viikonloppu!

mercoledì, 03/05/2006

Tanto la sapevate già, no?

Stanotte, poco dopo l’1, saranno le 01.02.03 del 04.05.06.

mercoledì, 03/05/2006

La mia nuova droga


Qui

[alla fine l’ho spento]
[non riesco, comunque, più a farne a meno]
[grazie a Checco e a Illo]

martedì, 02/05/2006

The Good Son

[Anche se ha ancora solo 15 anni e se è stato riconosciuto da suo padre relativamente da poco, Jethro Lazenby è a tutti gli effetti il primogenito di Nick Cave. E, aggiungerei, si vede. Pensate che fa il modello.]

martedì, 02/05/2006

La posta di inkiostro

[tutto vero]

Ciao inkiostro,
il tuo blog è stato selezionato da un’equipe di ricercatori secondo criteri stocastici e di visibilità.
Il XXXXX in tutte le sale italiane esce il nuovo film di XXXXX dal titolo XXXXXX.
Come da tradizione il film sarà proiettato in forma riservata alla stampa e agli addetti ai lavori un giorno prima dell’uscita in sala. Poichè riteniamo il tuo blog una voce altrettanto importante, avremmo il piacere di invitarti  a partecipare a questo appuntamento in cui, dopo la proiezione, avrai la possibilità di dialogare con il regista e il cast del film.
La proiezione si terrà il XXXXXXX presso il cinema XXXXXXX, sito in Via XXXXXXXXXX, Roma, alle ore 10:30 (di mattina).
Ti preghiamo di confermare quanto prima la tua presenza e quella di un eventuale accompagnatore all’indirizzo XXXXXX.

Ufficio Stampa
XXXXXXXXX

Gentile Ufficio Stampa,
devo dedurre quindi che avere un blog serva a qualcosa. Non serve, però, ad avere una mattinata feriale libera dal lavoro per potersene andare a Roma a vedere un film. Sono quindi costretto a declinare; ma, ovviamente, solo secondo criteri stocastici e di visibilità.
Cordiali saluti,

ink

venerdì, 28/04/2006

The whitest boy least likely to starlight mints in Helsinki

Il ragazzo meno incline alle mentine stellari è una persona triste. Cammina sulle sue scarpe lucide andando al lavoro con la ventiquattrore in mano, mentre osserva con sguardo severo i ragazzini che si inseguono andando a scuola e le cacche di cane sotto i portici. Il ragazzo meno incline alle mentine stellari si è fatto crescere il pizzetto per sembrare più vecchio, mette solo camicie a tinta unita e cravatte di colori seri, alla tv guarda solo il TG, i dibattiti politici e i film in cui c’è qualche morto ammazzato, e non ride più o meno da quando si è laureato e ha deciso di essere diventato grande. Il ragazzo meno incline alle mentine stellari è contento di essere diventato grande, e rifiuta severamente di ammettere che, da qualche parte dentro di lui, c’è ancora un bambino che morirebbe dalla voglia di fare un girotondo o le bolle di sapone, o anche solo di cantare una canzone stupida solo per il gusto di sentire la propria voce che fa tra la la.
Se
il ragazzo meno incline alle mentine stellari si fosse trovato al concerto degli Architecture in Helsinki, due giorni fa, sarebbe scappato quasi subito, faticando a trovare un senso nel delirante entusiasmo degli 8 australiani; e sì che, al netto degli intrecci volutamente eccessivi e dei pezzi volutamente spezzati, un senso c’era eccome, e solo un cieco poteva non vederlo.
Se si fosse trovato al concerto di The whitest boy alive, nuovo e promettentissimo progetto solista di Erlend Øye dei Kings of Convenience (dettagli e corredo sonoro qua), avrebbe retto mezzo concerto, limitandosi a mostrare perplessità per il grande circolo ARCI a metà tra balera e discoteca in cui aveva luogo e ad odiare intensamente il manipolo di avventori parrocchiali che si lanciava in un handclapping per canzone. Avrebbe, forse, finanche apprezzatto le sfumature più rock FM di alcuni pezzi, e non avrebbe resistito a tenere fermo il piede negli episodi più platealmente disco anni ’70; ma sarebbe fuggito, sotto i colpi dei ricordi di gioventù e dei sensi di colpa, davanti al clamoroso medley finale che mischiava You just keep me hangin’ on, Show me love e
Music sounds better with you e concludeva un concerto notevolissimo.

Se per strani, inimmaginabili, motivi il ragazzo meno incline alle mentine stellari si imbattesse nel disco dei The boy least likely to, spegnerebbe la radio al primo primo falsetto o alla prima nota di xilofono. Che, incidentalmente, è anche la prima nota del disco. E poco importa se quel disco -tutto coretti stupidi, nostalgia di ritorno e arrangiamenti giocosi- è uscito circa un anno fa, è finito in terza posizione nella top 10 del 2005 di un certo blogger (i blog? roba per chi ha tempo da perdere) e ancora adesso è tra le scoperte più autentiche e sorprendenti degli ultimi anni.
Se il nostro ragazzo meno incline alle mentine stellari si imbattesse nel disco degli Starlight Mints forse arriverebbe un po’ più in là, fino alla canzone in cui fischiettano oppure a quella che, fin dal titolo, tenta di evocare una marcia di rinoceronti. Se avesse un amico appassionato di musica indie (cosa invero impossibile, visto che a) non ha amici b) comunque non li ascolterebbe c) la musica indie non esiste) questo gli potrebbe anche spiegare che sì, sono carini e ricordano un po’ i Flaming Lips, ma alla fine sono banali e poco interessanti; l’ennesima prova che gli appassionati di musica indie non capiscono assolutamente nulla, e ogni volta più che ai riferimenti dovrebbero ascoltarle davvero, le canzoni.
Il ragazzo meno incline alle mentine stellari, intanto, tira dritto guardando davanti a sè con sguardo sicuro. Ma arriverà il giorno in cui se ne pentirà.

Architecture in Helsinki – Do the whirlwind (MP3) (via)

The whitest boy alive – Dead end (MP3)



The Boy least likley to – Rock upon the porch with you (MP3) (via)

The Boy least likely to – Live @ KCRW, April 06 (link -> 9 pezzi)


The Starlight Mints – What’s inside of me? (MP3)

The Starlight Mints – Rhino Stomp (MP3)

giovedì, 27/04/2006

Everything in its right place

E mentre continuano a non esserci notizie nè del nuovo disco nè delle ventilate e attesissime date italiane per questa Estate (dobbiamo rassegnarci?), l’attenzione generale sembra concentrarsi di nuovo sui Radiohead. Da pochissimo è uscito Exit Music – Songs with Radio Heads, curioso e strambo disco tributo con pochi nomi noti e molte versioni abbastanza improbabili. Interessante, anche se non esattamente riuscito. Era un’impresa ben difficile, ovviamente.

Sia – Paranoid Android (MP3)
Mark Ronson feat. Alex Greenwald Just (MP3)

Ancora più curiosa e stramba, però, è la rivelazione dell’ennesimo easter egg che ruota attorno al capolavoro della band Kid A. Si chiama Kid 17 e rivela la possibilità di suonare contemporaneamente due copie del disco sfalsate di 17 secondi, per ottenere una nuova, folle e inquietante, opera di genio e alienazione. Per saperne di più e ascoltare le versioni + 17 di Idioteque e Everything in its right place fate un salto da Daniele del sempre ottimo Desperate Youth.

giovedì, 27/04/2006

Così, tanto per



[grazie Chicca]

mercoledì, 26/04/2006

Cleaning up my closet

_E’ un po’ che, come avrete probabilmente notato, da queste parti ci sono un po’ di lavori in corso: immagini che vanno e vengono, file che vanno e vengono, Splinder che va e viene. Prima o poi sistemo tutto e mi accaso su un servizio di hosting almeno vagamente affidabile; nel frattempo, portate pazienza.
_Il Socio è perseguitato dalla figa
. Detto così è fatto in modo perchè non possiate non cliccare su questo link, e rimanere delusi. 
_Sempre il Socio, nella sua ormai imperdibile rubrica audiovisiva della domenica, la scorsa settimana segnalava un filmato giapponese
assolutamente indefinibile. Guardatelo (solo un pezzetto, se non volete impazzire) e impallidite.
_Mp3shits.com, Whorepresents.com, Therapistfinder.com e Powergenitalia.com: sono solo alcuni degli inopportuni nomi di dominio segnalati su Easily mispronouced domain names
.
_In molti li tengono d’occhio dai tempi dell’ottimo singolo (anti)natalizio Christmas is canceled, e qualcuno anche da prima: sono gli inglesi The Long Blondes. Salvatore, che è andato fino al Fabric di Londra per vederseli, conia per loro l’improbabile definizione di aspiranti next big things. Promettenti sono promettenti, e 
avendo appena firmato per Rough Trade, suppongo proprio che il prossimo autunno non potremo non sentire parlare di loro. 

The Long Blondes – Autonomy Boy (MP3) (via)

_Tenevo d’occhio la piattaforma di social bookmarking di del.icio.us da un po’, ma solo ora ho iniziato ad usarla, e ovviamente ne sono subito diventato dipendente. Soprattutto per serendipità semantica, in realtà; in campo di identità editoriale i blog non hanno (ancora) rivali. Però..
_Periodo imballato di concerti come non succedeva da un po’, questo. Finora me li sono persi quasi tutti (anche se questa settimana vedrò di recuperare); niente mi ha però impedito di fare una trasferta nella bassa modenese per i 65daysofstatic all’Aquaragia di Mirandola. Via dall’indie-fighettume di città, con il bravissimo combo che sposta i confini del post-rock ancora un po’ più in là e coniuga il classico paradigma Mogwai con interessantissimi inserti elettronici a metà tra glitch e Aphex Twin. Gran band e gran concerto.

65daysofstatic – Await rescue (MP3)

mercoledì, 26/04/2006

Pimp MyTom

Chiunque si sia trovato a mettere il naso nel fangoso mare magnum di Myspace non può non conoscere Tom, «l’amico di default.» Su Bolt si sono messi a photoshopparlo e la cosa, ancorchè demenziale, ha qualcosa di catartico.