mercoledì, 14/02/2007

Hot geeky Valentine

Ok, è S. Valentino. L’anno scorso avevo postato il link allo speciale che ThinkGeek aveva dedicato all’occasione. Quest’anno rilancio con un paio di link non meno nerd ma decisamente più caldi: un lungo articolo sulla saga porno fantasy The world of whorecraft (complimenti al titolista) e un post dedicato a Cowgirls Espresso, la prima caffetteria erotica (un incrocio tra Starbucks e Hooters, a occhio) del mondo. Romantico, no?

mercoledì, 14/02/2007

Attenzio’ Perturbazio’

Quest’anno San Valentino è una festa un po’ meno inutile del solito. Con la scusa di invocare un improbabile «San Valentino Santo Subito!», i Perturbazione, già portabandiera dell’indie-pop italico da poco accasati presso la EMI, approfittano della festa per regalare ai loro fans un’anticipazione del nuovo disco, Pianissimo fortissimo, in uscita il 13 Aprile. Per tutto il giorno (dalle 00.01 alle 23.59) sarà infatti possibile scaricare dal sito della band l’MP3 del nuovo singolo un mese prima della sua uscita ufficiale; Un anno in più è una ballata arpeggiata piuttosto classica, che probabilmente non gareggia in bellezza coi pezzi vecchi della band torinese ma che forse gli darà finalmente un po’ della visibilità mediatica che si merita. 
Una nota di merito va inoltre a questa iniziativa. Un’operazione che, anticipata da un fulmineo tam tam su blog, forum, myspace, mailing list e persino da un breve trailer casereccio diffuso su Youtube, per una volta pone lo stivale sullo stesso livello del resto del mondo discografico civilizzato, dove analoghe strategie promozionali virali sono all’ordine del giorno; mi si dice che dietro non ci siano casa discografica o management ma il gruppo stesso. Bravi.

Perturbazione – Un anno in più (MP3)

 

martedì, 13/02/2007

Praticamente un nuovo genere

Harry ti presento Sally? Mary Poppins? Siete proprio sicuri che siano delle commedie? Ma li avete guardati bene i trailer?

martedì, 13/02/2007

Tu chiamale, se vuoi, deiezioni

Non so se mi fa più ridere o piangere, ma la campagna di sensibilizzazione in atto a Bologna sull’annoso problema delle deiezioni canine, si chiama «Cane, amore e compagnia».

 

Confronta:

Veni, vidi, feci

Una possibile soluzione per il problema?

Elio e le Storie tese – La ditta (MP3)

 

lunedì, 12/02/2007

Sei emmepitre’, un video

Jens Lekman – Your beat kicks back like death (MP3)

Non mi ero accorto che il pezzo che spesso negli ultimi anni ha aperto i concerti del cantautore svedese fosse una cover (della Cat Power-wannabe Scout Niblett). E’ quel tipo di mantra che a forza di handclapping, melodie fischiettate e joy of repetition riesce a far perdere significato alle parole. «We’re all gonna die», mica roba da niente. (via)

LCD Soundsystem – North American Scum video (MOV lo-fi / MOV hi-fi / myspace

Vabbè le citazioni, ok il divertimento, perfetti gli effetti analogici invece che digitali, benissimo il retrofuturismo, ma Giacomino, mi hai fatto il video più brutto della tua carriera. Non volevamo che Sound of silver esordisse al numero uno? Proprio ora che il disco ne ha le carte e che i tempi sono maturi mandiamo tutto in vacca? Continuiamo così, a farci del male?

Laura Veirs – Pink Light (MP3)

La mia folkster occhialuta preferita torna ad Aprile con un nuovo disco (sempre per Nonesuch), e io non ne sapevo nulla. Ancora solo due pezzi resi pubblici, ma se è tutto così ho il sospetto che me lo ritroverò nella top 10 di fine anno, come nel 2005. L’altro pezzo non si chiamava appunto Cast a hook in me? (via)

Mark Ronson (feat. The Daptone Horns) – God put a smile upon your face (Coldplay instrumental cover) (MP3)

Ciao, sono Mark Ronson, forse vi ricorderete di me per l’ottima versione di Just che da sola teneva in piedi il disco di tributo ai Radiohead. Ora sta per uscire un disco tutto mio, Version, in cui mi diverto sempre ad inoculare robuste iniezioni di big band nel pop contemporaneo: ci sono Toxic, Apply some pressure (ne trovate un radio-rip da Max), Stop me if you think you’ve heard this one before (che forse però mi è venuta troppo soul), Oh my God e varie altre. E c’è questo pezzo dei Coldplay, che ora sembra uscito dalla colonna sonora di un film di James Bond. Chi l’avrebbe mai detto.

Art Brut – Nag nag nag nag (MP3)

Senza alcun costrutto come gli è proprio, mesi fa la band di Eddie Argos ha dato alle stampe un singolo citazionista e adolescenziale che ai primi ascolti sembra troppo quadrato rispetto alle vecchie produzioni della band, e andando avanti lo sembra troppo poco rispetto al riff classico che si ritrova. La risposta, come al solito, sta nel testo.

Chicks On Speed – MySpace (MP3)

Nello splendore della sua discubile qualità da myspace-rip, e in ritardo di mesi rispetto alla sua messa online, l’instant-song delle COS è un elettro-charleston con ritornello contagioso e testo stupido ("MySpace, YourSpace, WhoseSpace, is it? Let’s switch on, drag and drop"). Non vedo l’ora che la pubblichino, per poterla ballare alzando gli occhi al cielo.

Future Pilot AKA (feat. Stuart Murdoch & Sarah Martin from Belle & Sebastian) – Eyes of Love (MP3)

Su Future Pilot AKA ricordo di aver letto anni fa un articolo di De Luca (a proposito, il 2007 è iniziato da un pezzo; torni?) che, a rileggerlo sentendo il disco nuovo, sembra parli completamente di un altro artista. Soprattutto a sentire la diabetica pop-song in cui ospita le voci dei Belle & Sebastian e che sembra uscita dai peggiori incubi dei detrattori dell’indiepop.

 

venerdì, 09/02/2007

Una vita da blogger

A volte capita che qualcuno mi chieda cosa ci sia di così bello nei blog. Per quale motivo mi trovo spesso a preferire chi racconta la cultura (dischi, libri, film) e la realtà (politica, società, tecnologie) in modo non professionale, nei ritagli di tempo della sua vita, senza dimostare particolari competenze (anche se spesso ce le ha) e senza particolari doveri di obiettività e completezza critica? La risposta, con le dovute differenze, e tralasciando ovviamente i riferimenti ai soldi e (e, purtroppo, in deficit di addette stampa dagli occhi da cerbiatta), me l’ha data Nick Hornby nell’introduzione al suo ultimo libro, in cui parla delle differenze tra la sua vecchia rubrica di recensioni e la sua nuova column personale raccolta appunto in Una vita da lettore. La chiave del successo dei blog e del social networking è tutta qui.

All’inizio della mia carriera di scrittore ho recensito molta narrativa, ma dovevo fingere, come è prerogativa dei recensori, di avere letto i libri fuori dal tempo, dallo spazio e dal mio carattere: in altre parole, dovevo fingere di non averli letti mentre ero stanco o nervoso, o bevuto; di non invidiare gli autori, di non avere una mia agenda di impegni, nè gusti estetici o problemi personali; di non aver già letto altre recensioni della stessa opera, di ignorare chi fossero gli amici e i nemici dell’autore, di non avere in corso tratative per piazzare un mio libro allo stesso editore, di non essere stato invitato a pranzo da un’addetta stampa dagli occhi di cerbiatta. Soprattutto, dovevo fingere di non aver scritto la recensione perchè mi servivano urgentemente duceneto sterline. Essere pagato per leggere un libro e per poi scriverne crea una dinamica tale da compromettere il recensore secondo ogni modalità possibile, nessuna delle quali gli è di aiuto. Perciò questa rubrica sarebbe stata diversa. Sì, d’accordo, anche qui mi avrebbero pagato, ma per scrivere di qualcosa che avrei fatto comunque, cioè leggere libri che già volevo leggere. E qualora avessi sentito che l’umore, il morale, i livelli di concentrazione, il clima o le vicende familiari avrebbero influito sul mio rapporto con un libro, avrei potuto e dovuto ammetterlo. [Nick HornbyUna vita da lettore (pag 9)]

giovedì, 08/02/2007

Super Mario Classic

Nel corso degli anni ne ho già postata più di una, ma ogni volta che vedo cose del genere non riesco a resistere: eccovi un’imprescindibile raccolta di video del tema di Super Mario suonato su vari strumenti. Dalle ormai classiche versioni per basso solo o a cappella, a quelle abbastanza inedite per flauto, fisarmonica, sax o balalaika (!). La mia preferita, qui sotto, non è nè la più strana nè la più impressionante; ma certamente la più classica, e forse anche la più bella.

mercoledì, 07/02/2007

Che tu sia per me il coltello

In un periodo in cui i concetti scarseggiano anche all’interno di un’intera carriera musicale (figuriamoci nelle singole canzoni), imbattersi in un concept album è una vertigine strana, a metà tra la sorpresa di chi vede una farfalla a Gennaio e la soddisfazione di chi trova il tesoro sepolto che stava cercando da tutta la vita. La vertigine è ancora maggiore se il disco rivela il suo nucleo tematico dopo mesi di ascolto, e ancor di più quando è sul tuo lettore da quasi un anno, e, in virtù dell’impressionante numero di ascolti che si è conquistato, è arrivato ad ottenere l’onore e l’ònere di essere il disco più rappresentativo del tuo 2006.

Qualche sera fa guardavo per l’ennesima volta il bellissimo Silent Shout, an audio visual experience, il DVD che, raccogliendo il lato iconico della carriera dei The Knife, è il perfetto compendio ai suoni alieni del capolavoro Silent Shout. Ci sono tutti i video della band: folli, misteriosi, geniali o semplicemente incomprensibili esattemente come ce li si potrebbe aspettare. Ma il piatto forte è la registrazione di un concerto tenuto lo scorso Aprile a Gotebörg, che per atmosfera e impianto scenico conferma quanto di buono dicono tutti dei live set del duo svedese.

E’ stato solo durante la visione del DVD che Silent Shout mi si è rivelato per quello che è: un concept album sul corpo e sui sensi, e in particolare sulla fragilità del primo e sulla potenza dei secondi. Tanto i testi delle canzoni della band ritornano ossessivamente su questo tema quanto i video sono pieni di corpi sbagliati e anormali, e tanto Karin e Olof celano il loro vero aspetto dietro maschere e travestimenti grotteschi quanto il loro immaginario è fatto di disturbanti riferimenti a corpi che non si fanno controllare (anoressia?) o che vogliono essere abusati, a membra che sono l’unica via per raggiungere la serenità o ad apparenze lucide e scintillanti che recano al loro interno il marcio dei sentimenti malati. Il live set di Silent Shout, poi, è interamente giocato sui sensi e sul rapporto tra la musica, le luci, le parole e i concetti appena evocati dalle proiezioni; queste nascondono più che illustrare, e vestendo la nudità dei pezzi fanno loro violenza in modo inequivocabilmente rivelatorio e sempre malamente soffocato, come un sorriso contratto o un urlo muto.

E’ una vertigine accorgersi di una cosa del genere, e mettersi a rileggere l’intero disco sotto questa luce (che illumina bene anche i tagli profondi tratti da Deep Cuts presenti sul DVD), almeno quanto dare un’occhiata al Disco Bravo di Gecco ed accorgersi che dei quasi 60 votanti siamo stati solo in due a mettere Silent Shout tra i dischi migliori del 2006, a fronte del plauso quasi unanime che questo si è conquistato negli USA. Del resto quale reazione migliore della vertigine, di fronte a un disco che magnifica potenza e limiti del corpo? Inatteso e scomodo come un capogiro, o violento e ineluttabile come la lama di coltello che si fa strada nelle carni, comunque vada, lascia un segno.

[di Silent Shout ho già scritto qui, qui e un po’ forse anche qui]


The Knife –
Pass this on (live at Gothenburg 12/04/2006) (MP3)

The Knife – We share our mother’s health (live at Gothenburg 12/04/2006) (MP3)

The Knife – Silent Shout – live video (youtube)

The Knife – We share our mother’s health – live video (youtube)

 

martedì, 06/02/2007

E il vincitore del Festival di Sanremo e’:

Per saperlo non dovere far altro che cliccare nel link qua sotto ed ascoltare. Tutto ciò grazie ad Eddy Anselmi, già autore e voce di alcune delle più brillanti trasmissioni in onda su Radio Cittò Fujiko, nonchè creatore e gestore di www.festivaldisanremo.com, il sito indipendente sul Festival di Sanremo (a giorni verrà lanciata la versione 2007 del sito, intanto c’è qui quella dell’anno scorso). Una decina di giorni fa Eddy ha tentato di indovinare per noi di Airbag la top 5 dell’edizione 2007, e considerata la sua sterminata cultura musicale e la sua minuziosa conoscenza delle meccaniche che muovono la kermesse del teatro Ariston, mi mangio il cappello se alla fine non ne avrà indovinate almeno 4 su 5. Scommettiamo?

Eddy Anselmi – Top 5 Sanremo 2007 (Airbag, 26-01-07) (MP3)

 

martedì, 06/02/2007

Tuesday gaming (due palle edition)

Non ho dubbi sul fatto che arriverà qualcuno ad umiliarmi nel giro di qualche minuto, ma il punteggio che ho raggiunto a Jeu Chiant mi sembra un risultato di tutto rispetto; raramente 26 secondi mi sono parsi così lunghi.

lunedì, 05/02/2007

And be buried with a Rubik’s cube

La cosa bella della sterminata collezione di cubi di Rubik di Georges Helm, interamente consultabile a questa pagina, è che molti non sono dei cubi.

[e alcuni non sono neanche di Rubik]

lunedì, 05/02/2007

Conoscerete la nostra velocita’

«Never, never try to gauge temperature / When you tend to travel at such speed / It’s Our Velocity» [#]
Il nuovo singolo della band capitanata da Paul Smith, che anticipa il nuovo Our earthly pleasures, in uscita ad Aprile su Warp, regge il confronto coi singoli del passato, e contiene un refrain contagioso, un synth epilettico e almeno un paio di passaggi da antologia. Love is a lie, which means I’ve been lied to, Love is a lie, which means I’ve been lying too.
Maxïmo Park – Our velocity (MP3)

venerdì, 02/02/2007

Genericamente orribile, in certi microistanti sublime

venerdì, 02/02/2007

Alla lunga e’ un po’ ripetititvo

La cosa più geek che abbia mai visto: Pong, the text based game.

 

giovedì, 01/02/2007

Salvare capra, cavoli e industria musicale

Ormai lo sanno anche i sassi, il mercato discografico è in crisi, e i dischi non si vendono più. Costano troppo, spesso sono dotati di sistemi anticopia che rendono impossibile l’ascolto sulla maggior parte dei lettori, ci sono tantissimi modi per ottenerne la musica in maniera alternativa, senza spese e forse più comoda, e si diffonde sempre più l’idea secondo cui la musica è quasi un diritto, impalpabile, passeggera e gratuita come l’aria che respiriamo. Quello che si compra è un supporto che la ferma nel tempo e la custodisce in una bella confezione da mettere in fila accanto alle altre, oppure un’esperienza, quella del concerto, che la rende viva una tantum nelle mani di coloro che l’hanno creata, e ce la fa condividere con i corpi che ci circondano nel buio della platea. Non si tratta di decidere se sia giusto o sbagliato, bello o brutto; le cose ormai stanno così.

Se la musica è di tutti, e quello che si vende sono il disco o (soprattutto) il concerto, l’unico mezzo con cui l’industria discografica può salvarsi dal fallimento è probabilmente quello di combinare i due prodotti, facendo in modo che il supporto e l’esperienza si vendendano l’un l’altro. Oltremanica e oltreoceano se ne sono già accorti da un po’; ecco quindi i live in-store (come quelli organizzati proprio in questi giorni in giro per gli States in occasione della pubblicazione del nuovo disco degli Shins), concerti di ridotte dimensioni organizzati dai negozi in cui l’accesso è consentito solo contestualmente all’acquisto del disco (previa prenotazione, di solito). Ma ci si potrebbe spingere ancora oltre, immaginandosi inediti pacchetti Disco + Concerto che consentano di risparmiare non poco rispetto alla somma dei prezzi separati e che, adeguatamente incentivati, portino più frequentatori di concerti all’acquisto del disco e più acquirenti di dischi ai concerti.

Pensateci: e se il concerto della promettente indie-band svedese invece di costare 8 euro ne costasse 16, ma all’ingresso vi dessero anche il loro ultimo disco (o un EP a tiratura limitata con inediti e qualche cover appetitosa)? E se il cd del combo punk-funk newyorkese costasse 25 euro ma comprendesse un biglietto per una delle date italiane a vostra scelta (magari una data unica con pochi posti disponibili, come quegli insopportabili showcase milanesi a cui spesso e volentieri si limitano molte delle band più interessanti che ci sono in giro)? Non sarebbe una combinazione che fa guadagnare tutti (o, al limite, semplicemente una brillante strategia di marketing)?

Ovviamente non tutto è così facile. è chiaro. I concerti sono organizzati dai promoter o dai locali, mentre ai dischi pensano invece etichette e case discografiche, e le due cose, per quanto possa sembrare assurdo (perchè -pensateci- è assurdo), non sono affatto collegate, e coinvolgono attori, tempi e regole completamente diversi. Con le major e le grandi produzioni al momento c’è poca speranza, ma le piccole etichette, se lo volessero, potrebbero facilmente tentare questa strada, e scoprire se paga davvero.

Secondo voi si può fare? O da noi cose del genere non possono funzionare?

[Ma non ho proprio niente di più importante a cui pensare?]

mercoledì, 31/01/2007

Il web secondo il diavolo

The Devil’s dictionary è un dizionario di termini tecnologici, ma è anche «un deposito di ostilità gratuita e malcelata rabbia».
Contiene perle come:

Blogosfera: un ecosistema venefico fatto di metano, autocompiacimento e altri gas bollenti. Le uniche creature che riescono a sopravvivere nella blogosfera sono le muffe di basso livello, capaci di nutrirsi degli scarti degli altri. (#)

Web Sematico: il tentativo di applicare la classificazione decimale Dewey a un’orgia. (#)

Web 2.0: Il nome dato alla creascita tecnica e sociale e alla maturità di….oh, fanculo. Soldi! Soldi, soldi, soldi! Soldi! I soldi sono tornati! Ah ah! Soldi! (#)

E-mail: Un mezzo di comunicazione elettronico, usato principalmente per informarti che il tuo è pene è troppo piccolo. (#)

martedì, 30/01/2007

Venere non ritorna, e neanche il Deejay Time

Direttamente da Capodanno, il trattamento di disco suina riservato dai fantomatici Fuseaux al mio pezzo preferito di Grand Master Mogol. Confronta:

Amari – Venere non ritorna (MP3)

Amari – Venere non ritorna (Fuseaux remake) (MP3)

 

martedì, 30/01/2007

Infografica web mon-amour

+ La Middle East Buddy List (da Slate).

+ La Bibbia in forma di social network.

+ Indexed, il fenomenale e surreale blog dei grafici.

+ Ma soprattutto, il grafico cartesiano delle relazioni interpersonali (da qui, via Emmebi). Io sto in una delle due zone di Awkwardness, indovinate quale. 

 

lunedì, 29/01/2007

Someone to drive you (to) Covo

Sono gli autori di uno dei pochi esordi davvero pesanti usciti nel 2006, quel Someone to drive you home che ha messo fine a una interminabile serie di singoli e alla palma di «Best unsigned UK band» che hanno detenuto per più di un anno per consegnarli direttamente alle classifiche dei migliori dischi del 2006 (nella mia erano al #5). Sono una delle band più cool del pianeta, a causa di un mix difficilmente spiegabile di stile e autoironia, pop e new-wave, maturità artistica e ingenua irruenza, istinto e intelligenza. Sono i protagonisti di esplosivi live set illuminati tanto dalle jangling guitars e dai testi coltissimi (che a me fanno pensare addirittura a Morrissey) del chitarrista Dorian Cox, quanto dalle grazie della splendida e sexyssima front-woman Kate Jackson, una che sa cosa dire e come muoversi per ipnotizzare una platea di maschietti ma anche una di femminucce. Sono una band che si ama o si odia; e io ormai l’avete capito da che parte sto.

Sono i Long Blondes da Sheffield, e finalmente, dopo i due mezzi concerti dello scorso Settembre (uno alla Biennale di Venezia, nientemeno), a Marzo torneranno in Italia esattamente nel punto di incontro delle autostrade che citano in Separated by motorways (la A14 e la A1), per una data unica in quel di Bologna. La conferma sul sito del Covo (in cui, se spulciate bene il programma, dovreste leggere anche un altro nome familiare), che il 26 Marzo li ospiterà sul suo palco per una data unica nazionale. Da non perdere, chevvelodicoaffà.

The Long Blondes – Separated by motorways (MP3)
The Long Blondes – Five ways to end it (MP3)
[Once and never again single B-side – produced by Erol Alkan]

 

lunedì, 29/01/2007

Travelling without moving

[The circular bike, per gente che ama muoversi ma non sa dove andare.]

 

venerdì, 26/01/2007

Scrivi ‘Grinderman’ leggi ‘Crisi di mezza eta”

Per il video di No pussy blues, primo singolo tratto dall’esordio con la versione a 4 dei suoi Bad Seeds chiamata Grinderman, Nick Cave sfoggia i suoi recenti baffoni western e imbraccia per la prima volta una chitarra elettrica. Il resto sono animali che copulano e coppie che limonano, per chiarire oltre ogni dubbio un messaggio per cui bastava anche solo il titolo del pezzo.

Per 5 minuti è anche divertente; poi fa solo un po’ di tristezza.

 

 

giovedì, 25/01/2007

Paese che vai, statua di Lenin che trovi

Le statue di Lenin nel mondo.
Solo in Russia ce ne sono 43, varie altre nelle ex repubbliche sovietiche, poi una in Zimbabwe, una in Mongolia (qua sopra, in un circolo da Biliardo..), una a Seattle, persino una in Texas (davanti a un McDonald’s, con un placca che recita «America won»). Oltre a, ovviamente, quella di Cavriago (RE).

Scontato corredo sonoro:

Offlaga Disco Pax – Piccola Pietroburgo (MP3)

 

giovedì, 25/01/2007

Manca Laura Palmer poi ci sono tutti

David Lynch, Angelo Badalamenti, Enrico Ghezzi, Trentemøller: basterebbe anche solo uno di questi nomi a rendere imperdibile Eyerophany – Seeing with no one’s eye, la performance (?) che questa sera a Bologna aprirà la settima edizione del festival di arti elettroniche Netmage. Qualche -confusa, ma appetitosa- info in più sull’apposito blog.

Se riesco a sfuggire al probabile sold-out (dal sito non è chiaro se ci sia una prevendita o meno, nè ho idea di quanto sia grande il locale di Palazzo Re Enzo dove avrà luogo, e quindi di quanti siano i posti disponibili; qualcuno ne sa niente?) e ad entrare, e se il sonno non mi abbatte troppo presto (alle 11 e mezza di un giovedì sera…ma non c’è nessuno che ha un lavoro vero e il venerdì si deve alzare di buon ora in questa città?), poi magari vi racconto.

mercoledì, 24/01/2007

Video Aggregator /Special Italian Edition

Cinque nuovi video italiani niente male.

MersenneThere’s a place

Kevin Smith è vivo e lotta insieme a noi, almeno quanto i Mersenne contro il malefico Mr. Malefixio, nello sgarrupatissimo primo video tratto dal loro ottimo esordio Stolen Dresses. Da notare gli effetti speciali low-fi, la geniale aria nerd e il cameo di alcuni loschi figuri dell’underground radiofonico bolognese.

 

 

Giardini di MiròBroken by

Il controverso primo video tratto dal nuovo Dividing Opinions fa discutere per l’atmosfera tutt’altro che leggera e gli esiti non perfettamente soddisfacenti, risultato di un contest su Flux / Qoob che ha visto gli ascoltatori dietro la macchina da presa. Considerando quanto rischia chi si ricorre allo user-generated, non gli è andata neanche male; anche se non so, per me la canzone ha un volto completamente diverso.

 

 

Non voglio che ClaraCary Grant

Difficile coniugare il suono d’altri tempi della band bellunese con i ritmi imposti dai canoni dei videoclip. Mauro Lovisetto non ci va lontano e cerca di fuggire i clichè più ovvi (mossa che forse in questo caso non paga fino in fondo), tirando fuori un video di gran classe. Senza compromessi.

 

 

RoninIl Galeone

Video bellissimo per la spiazzante rilettura di un canto anarchico che presenta il nuovo disco del combo di Dorella e soci. Folk antico e senza tempo come da queste parti se ne sente poco; chi continua a correre dietro ad ogni disco pre-war folk proveniente da oltreoceano è avvisato.

 

 

AmariConoscere gente sul treno

Mi ero perso l’approdo al terzo video per la band italica più farraginosa che ci sia. Coraggioso e per nulla facile, nonostante il sole, il prato e i palloncini, sfrutta poco il tiro del pezzo più catchy del disco ma gli regala alcune nuove sfumature. E col prossimo disco..

 

martedì, 23/01/2007

A meta’ tra Vulvia e la Prova del Cuoco

Lo saaapevaate? Per raffreddare velocemente una bottiglia di vino bianco, basta metterla in un secchio pieno di ghiaccio e sale. Il sale alza la temperatura di congelamento dell’acqua, e la bottiglia diventa ghiacciata in circa 6 minuti. Sapevatelo..! [da qui]
[scovato su Top 25 food hacks. Oggi va così.]