venerdì, 09/02/2007

Una vita da blogger

A volte capita che qualcuno mi chieda cosa ci sia di così bello nei blog. Per quale motivo mi trovo spesso a preferire chi racconta la cultura (dischi, libri, film) e la realtà (politica, società, tecnologie) in modo non professionale, nei ritagli di tempo della sua vita, senza dimostare particolari competenze (anche se spesso ce le ha) e senza particolari doveri di obiettività e completezza critica? La risposta, con le dovute differenze, e tralasciando ovviamente i riferimenti ai soldi e (e, purtroppo, in deficit di addette stampa dagli occhi da cerbiatta), me l’ha data Nick Hornby nell’introduzione al suo ultimo libro, in cui parla delle differenze tra la sua vecchia rubrica di recensioni e la sua nuova column personale raccolta appunto in Una vita da lettore. La chiave del successo dei blog e del social networking è tutta qui.

All’inizio della mia carriera di scrittore ho recensito molta narrativa, ma dovevo fingere, come è prerogativa dei recensori, di avere letto i libri fuori dal tempo, dallo spazio e dal mio carattere: in altre parole, dovevo fingere di non averli letti mentre ero stanco o nervoso, o bevuto; di non invidiare gli autori, di non avere una mia agenda di impegni, nè gusti estetici o problemi personali; di non aver già letto altre recensioni della stessa opera, di ignorare chi fossero gli amici e i nemici dell’autore, di non avere in corso tratative per piazzare un mio libro allo stesso editore, di non essere stato invitato a pranzo da un’addetta stampa dagli occhi di cerbiatta. Soprattutto, dovevo fingere di non aver scritto la recensione perchè mi servivano urgentemente duceneto sterline. Essere pagato per leggere un libro e per poi scriverne crea una dinamica tale da compromettere il recensore secondo ogni modalità possibile, nessuna delle quali gli è di aiuto. Perciò questa rubrica sarebbe stata diversa. Sì, d’accordo, anche qui mi avrebbero pagato, ma per scrivere di qualcosa che avrei fatto comunque, cioè leggere libri che già volevo leggere. E qualora avessi sentito che l’umore, il morale, i livelli di concentrazione, il clima o le vicende familiari avrebbero influito sul mio rapporto con un libro, avrei potuto e dovuto ammetterlo. [Nick HornbyUna vita da lettore (pag 9)]

8 Commenti a “Una vita da blogger”:

  1. utente anonimo ha detto:

    ma i lettori del libro recensito da Nick, a cui chiedono consiglio per le loro letture, si fideranno di più o di meno? sarà come chiederlo ad un amico, il consiglio, e quindi dubitare della autorevolezza&competenza di Nick? e quanto piacerà sapere a chi gli si “affida”, che quella di Nick è una recensione legata al fatto che il gatto gli ha pisciato nel letto, quando magari, fosse stato un libro letto in spiaggia, la recensione sarebbe stata di tutt’altro tenore? possiamo azzardarci a dire che il blog è solo per chi ha già un ben sviluppato “senso critico”?

    bett

    ho pensato, confesso: sarà mica per me, questo post?!

  2. thedude73 ha detto:

    un libro per veri intenditori…

    se non l’aveste ancora fatto leggete “la fortezza della solitudine” di lethem (come consigliato da hornby stesso)

  3. utente anonimo ha detto:

    In pochi paragrafi, Nick Hornby ha riassunto il concetto di blog meglio di chiunque abbia mai provato a farlo, mi sa. Fantastico però essere pagati per scrivere di quello che piace davvero!
    Kit

  4. Monty ha detto:

    Yeah Medo.

    Ora scendi in strada e spacca un bancomat.

    :)

  5. medo ha detto:

    nick hornby dimentica però che è “avere successo” che è una grande merdata e che il successo non esiste, perchè è una cosa che non arriva mai, per definizione.

    come se un violinista diventa il più grande del mondo e allora dice: “oh adesso smetto perchè ecco il successo…” no, anzi da lì deve mantenersi, reggere il mercato e poi creperà come quello che il violino invece non sa nemmeno cos’è.

    il successo è astenersi. porca troia. il successo è non buttarsi nel mercato: uccide tutti, recensori e recensiti.

  6. _Maxime_ ha detto:

    Utilizzerò questo post per integrare le mie argomentazioni ogni volta che devo spiegare a qualcuno cos’è, com’è e perché un blog…

  7. utente anonimo ha detto:

    e pensare che ci sarebbe voluto veramente poco ad arrivare a ciò che dice..potenza della scrittura! In effetti scrivere sul blog è qualcosa di davvero liberatorio, perchè si ha la voglia ed il piacere di farlo, non per intascare due soldi, un cd promo (quando va bene originale!) e rispettare dei maledettissimi tempi aldilà dei propri merdosissimi problemi personali…

    Lifespotter

  8. boll ha detto:

    come spesso succede, NH dice ottime cose…