suoni

giovedì, 27 09 2007

Questa T-shirt ti cambiera’ la vita

[Solo due esempi delle splendide Indie rock T-shirts that would never sell ideate da The Bygone bureau. Se qualcuno le mette in produzione, contatene una per me]

 

The Shins – New slang (live, feat. Iron and wine) (MP3)

 

mercoledì, 26 09 2007

Every day is so wonderful

Settimana calda, questa, per gli amanti delle serie tv. Dopo la rituale pausa estiva, che ha comunque visto l’inizio del brillante Californication (con un clamoroso David ‘Fox Mulder’ Duchovny nel ruolo dello scrittore fallito, sarcastico e scopatore), ora si riparte. Ieri l’altro è cominciata (con il piede sbagliato, secondo me; ma vabbè, non ne sono un gran fan quindi forse non sono la persona più adatta a parlarne) la seconda serie di Heroes, preceduta dal nuovo, promettente, Chuck. E se per Lost quest’anno dovremo aspettare fino a Febbraio, a brevissimo è comunque la volta di Desperate Housewives e, per chi li segue, Grey’s Anatomy e Ugly betty. Ieri sera è invece cominciata la quarta serie dell’immarcescibile House, M.D. (da noi Dr. House), che per chi scrive è semplicemente una delle più belle serie TV mai prodotte.
Per celebrare l’evento, vi regalo la versione di Beautiful di Christina Aguilera rifatta nientemeno che da Elvis Costello appositamente per la serie TV, ed andata in onda (in versione parziale) in un episodio della quarta serie. Che vi devo dire, a me piace un sacco.

 

Elvis Costello –  Beautiful (Christina Aguilera cover) (MP3)

 

lunedì, 24 09 2007

Joanna, Oh Joanna

Non ho mai avuto un rapporto facile con Joanna Newsom. Il suo primo disco, The milk-eyed mender, all’inizio mi sembrava una noia tremenda, con alcune buone canzoni funestate da testi insensati e da un cantato volutamente caricaturale; sono bastati un paio di mesi (e una nevicata prodigiosa sotto cui mi ritrovai per caso mentre lo ascoltavo) a farmi cambiare completamente idea, e a farmi innamorare del suo stile senza tempo. Il secondo disco Ys, con le sue lunghe e pretenziose cinque canzoni, barocco, rinascimentale e mastodontico come poche cose prima, ha fatto gridare al miracolo tutta la stampa, ma mi ha lasciato perplesso e poco convinto (per gli stessi motivi ottimamemnte spiegati da Marco su Kronic). Molto meglio il recente EP Joanna Newsom and the Ys street band, che la fotografa alle prese con un nuovo pezzo (Colleen) e con due classici riarriangiati in maniera assai più semplice più o meno dalla stessa formazione (violino, liuto, percussioni e ovviamente arpa) con cui è in tour già da un po’.

 

Ed è con la stessa formazione che sabato sera la meravigliosa venticinquenne californiana è salita sul palco del Bronson di Ravenna, per la seconda delle sue quattro date italiane, davanti a una platea attentissima (in buona parte accomodata su lussuose poltroncine di velluto) e decisamente adorante. E -guarda caso- di fronte allo smisurato talento della Newsom, alla nuova veste sonora data ai pezzi (che arricchisce quelli più semplici, semplifica quelli più barocchi, dona al tutto qualche sfumatura quasi celtica sorprendentemente piacevole e fa apprezzare ancor di più i vuoti al pari dei pieni), ogni perplessità pregressa è crollata, ed è stata sostituita da un’irrazionale, smisurata ammirazione.
Di quella che alla fine ti lascia senza parole, con un solo verso nella mente: And you are starry, starry, starry.

 

 

Joanna Newsom and the Ys street band – Colleen (Live @ Amsterdam – 12/09/07) (MP3)

Joanna Newsom and the Ys street band – The book of right-on (Live @ Amsterdam – 12/09/07) (MP3)

Joanna Newsom and the Ys street band – Clam, crab, cockle, cowrie (Live @ Amsterdam – 12/09/07) (MP3)

 

 

 [Foto (questa e altre molto belle): Adele_amamiya]

mercoledì, 19 09 2007

It’s not a long way to the Top…Gun

La prima cosa che abbiamo pensato tutti, quando abbiamo ricevuto l’invito, era che fosse uno scherzo.

La seconda cosa che abbiamo pensato era che se non era uno scherzo, allora era una delle cose più sborone che avessimo mai sentito.

La terza cosa è che si trattava di un’idea talmente surreale che sarebbe stato impossibile non esserci.

La quarta è che era talmente folle che avrebbe potuto funzionare. E infatti ha funzionato.

 

Il ‘cocktail party’ di presentazione del video di It’s a long way to the top, primo singolo estratto dal nuovo album dei Disco Drive, che ha avuto luogo ieri sera nell’improbabile, lussuosa, location della Business Lounge dell’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna è stato un successo. Ad organizzarlo un elegantissimo Mr. Unhip e il suo staff, che hanno deciso di presentare con tutti i crismi il video diretto dai ragazzi di Opificio Ciclope proprio nel luogo in cui è stato girato, ma nei piani alti: dalla pista dell’aeroporto (che vede la band ritratta lungo la propria strada verso la vetta, in uno stop-motion con montaggio serrato e una splendida fotografia) alla sala normalmente dedicata a ristorare le danarose membra dei passeggeri della Business Class. Ve l’immaginate, voi, una band post-punk italiana in Business Class?

 

Eravamo tutti curiosi di vedere che effetto avrebbe fatto. E la notizia è che, dopo l’imbarazzo iniziale, l’effetto è stato più che ottimo. Platea (selezionatissima) delle grandi occasioni, in egual misura divisa tra il popolo delle frangette (all’inizio un po’ spaesato, poi via via sempre più a suo agio tra l’open bar, il sontuoso buffet e la selezione musicale familiare) e quello della stampa, dell’entourage dell’aeroporto, dei rappresentanti della Bologna bene, probabilmente più avvezzi al contesto ma assai incuriositi dall’insolita componente rock’n’roll dell’evento. Spaesati erano anche i membri della band, troppo tranquilli per prodursi negli eccessi stile Pete Doherty che secondo qualcuno un contesto del genere richiedeva, e quasi imbarazzati dal dispiegamento di forze messo in atto in loro onore.

 

Ai piatti, prima e dopo la proiezione del video che ha avuto luogo nell’adiacente conference room, lo stesso Mr. Unhip, Matteo dei Disco Drive, Dariella degli Amari, Jonathan dei Settlefish. Ai vassoi, i camerieri della Business Lounge, probabilmente abituati a servire i manager ingiacchettati e gli aristocratici assortiti che solitamente transitano in quella zona, e ieri sera in parte lieti per la ventata più o meno glamour e più o meno giovane portata dall’evento, e in parte inquietati dal dover servire anche dei loro coetanei con capigliature strane e t-shirt colorate.

 

Conquisteremo il mondo con i nostri lavori part-time, cantava una volta qualcuno. Perchè la strada per la vetta è lunga, e il percorso accidentato, e -chi l’avrebbe mai detto- passa anche per la Business Lounge dell’aeroporto Marconi.

 

Disco Drive – It’s a long way to the top VIDEO (MP4)

 

martedì, 18 09 2007

Su la testa!

Comprensibilmente emozionato (e quindi più impacciato del solito), ma il tocco si sente: ieri sera Federico Bernocchi alias FedeMc ha condotto la prima puntata della nuova serie di Dispenser, il celebre «Distributore automatico di stimoli quotidiani» di Radio Due. E’ bello vedere che, dopo una serie pressochè infinita di selezioni per trovare un degno successore di Matteo Bordone™ (ora a Condor con Sofri) , a spuntarla è stato un nome della new wave radiofonica bolognese. La formula un po’ ingessata dello show non favorisce un grande battitore libero come Fede, che si è fatto le ossa con anni di diretta su Radio Città del Capo, ma lo svecchiamento della trasmissione, si vede dalle piccole cose, è già in atto . Nella prima puntata un servizio su Control, il film di Corbijn su Ian Curtis dei Joy Division, gli Happy Mondays, un namedropping con Napalm Death e Minor Threat, Rimini degli indiessimi Fitness Pump (al suppongo primo e presumbilmente -anche se ovviamente gli auguro di no- unico passaggio radiofonico sulla Rai) e parecchio altro. Congratulzaioni a Fede e in bocca al lupo per la lunga stagione che lo attende. E comunque ci si vede sempre a qualche concerto HC all’Atlantide occupato, no?

[Grazie a Kekkoz per il link all’mp3, e a Faucet perchè è una figata]

 

Federico Bernocchi – Dispenser – 1 Puntata (MP3)

 

lunedì, 17 09 2007

La piccola agenda dei concerti

Ci siamo. Finito il periodo dei festival estivi, delle rassegne in piazza, dei locali stagionali e delle feste dell’Unità, tutto è pronto per l’inizio di una nuova stagione concertistica. Ancora un paio di settimane di transizione (con alcune perle, però) poi si ricomincia: i locali riaprono, le trasmissioni radio ricominciano, i dischi nuovi tornano ad uscire. Per aiutare ad orientarci, come è ormai usanza da un po’ ecco la lista di concerti inkiostro-approved di Bologna e dintorni (da stampare a attaccare sul frigo, come ha detto qualcuno). Pochi nomi altisonanti, ma molte, moltissime cose interessanti (e un po’ troppe sovrapposizioni); la stagione parte bene, e noi con lei.

 

 

Quando Chi Dove
Lun 17/09 Shannon Wright + Comaneci Hana-bi (Marina di RA)
Ven 21/09 Disco Drive Officina 49 (Cesena – FC)
Sab 22/09 Joanna Newsom Bronson (RA)
Primo tour italiano per la musa avant-folk al cui solo nome i lettori di Blow Up hanno un’erezione (intellettuale, si capisce). La curiosità è tanta, almeno quanto la certezza che sarà uno spettacolo bello ma assai provante. Speriamo almeno che privilegi i pezzi dal primo disco.
Lun 24/09 Mick Harvey Hana-bi (Marina di RA)
Mar 25/10 Dog Day (+ Hana-bi closing party) Hana-bi (Marina di RA)
Ven 28/09 Soulwax + 2 Many DJs Maffia (RE)
Sab 29/09 Ex-Otago Notte Bianca (Cesena – FC)
Lun 1/10 Milenasong Clandestino (Faenza – RA)
Gio 4/10 Rosolina Mar Locomotiv (BO)
Ven 5/10 Lucky Soul (+ Covo opening party)
Disco Drive
Covo (BO)

Estragon (BO)

Serata da bilocazione: da una parte la nuova sensazione retropòp dall’Inghilterra dà il via alla stagione del Covo, dall’altra all’Estragon il trio postpunk di casa Unhip presenta il nuovo disco. Per il sottoscritto la bilancia pende verso il Covo (dove dopo il concerto metterò pure un po’ di dischi), e per voi?
Sab 6/10 Euros Childs Covo (BO)
Dom 7/10 Tiger! Tiger! Mattatoio (Carpi – MO)
Dom 7/10 Uncode duello + Fuzz orchestra Locomotiv (BO)
Mer 10/10 Langhorne Slim + Mojomatics Locomotiv (BO)
Gio 11/10 Antelope Locomotiv (BO)
Ven 12/10 Amiina
Mariposa
Covo (BO)
Estragon (BO)
Sab 13 /10 My Awesome Mixtape Covo (BO)
Dom 14/10 Annie Hall Mattatoio (Carpi – MO)
Lun 15/10 Soulsavers & Mark Lanegan Estragon (BO)
Mer 17/10 Max Pezzali Land Rover Arena (BO)
Gio 18/10 Against me!
The Creeping Nobodies + Miranda
Covo (BO)
Locomotiv (BO)
Ven 19/10 Neil’s Children Covo (BO)
Sab 20/10 Micecars + Cat Claws
The Devastations (+ inaugurazione indie electro sessions)
Jennifer Gentle + Port Royal
Covo (BO)
Bronson (RA)

Estragon (BO)

Annullata la prevista data degli Amor Fou, torna in città un’altra band Homesleep, e ne approfitta per presentare una neonata etichetta italiana di cui presumibilmente sentiremo ancora parlare. Il nome? Quarantaquattro gatti col resto di due, ma non in file per sei.
Dom 21/10 Don Turbolento
Kula Shaker
Pelle Carlberg
Polly Paulusma
Locomotiv (BO)
Bronson (RA)
Mattatoio (Carpi – MO)
Bar Wolf (BO)
Affollata, come domenica sera, ma non c’è storia, perchè in città arrivano per la prima volta i Don Turbolento da Brescia, ospitati dal Locomotiv, interessante new entry tra i club bolognesi. Come già detto più volte (1, 2), il duo electro/punk-funk sa davvero il fatto suo e questa data felsinea, va da sè, è da non perdere.
Mar 23/10 Frog Eyes
Take That
Locomotiv (BO)
PalaMalaguti (Casalecchio di Reno – BO)
Trovatemi un biglietto per il PalaMalaguti, e vi regalerò un reportage da urlo, lo prometto. E tenterò di rimorchiare qualche trentenne rimasta negli anni ’90 cantandole tutto il testo di Another crack in my heart.
Gio 25/10 Mixtapes & Cellmates + Mersenne
Moltheni
Locomotiv (BO)

Covo (BO)

Ven 26/10 Canadians
Miss Kitten & the Hacker + Trentemoller + Bertallot
Covo (BO)
Estragon (BO)
Sab 27/10 Bonde do role
Pelle Carlberg
Amari
Covo (BO)
Bronson (RA)
Camamita (Cavriago – RE)
Dom 28/10 Tender Forever + Art of wind annullato :(
al suo posto: GI JOE
Locomotiv (BO)
A Melanie Valera e alle sue ballate minimali tra soft e hardcore ci siamo affezionati tutti da un po’; i suoi live in solitaria, intensi e ipnotizzanti, poi ci fanno impazzire. Viene dalle nostre parti per la terza volta in due anni, forse anche lei si è un po’ affezionata a noi.
Lun 29/10 !!!
annullato :(
Bronson (RA)
Valgono i Chk chk chk una trasferta infrasettimanale di un centinaio di chilometri per vedere una band che hai già visto 3 volte, di cui l’ultima meno di 6 mesi fa? Chiunque sappia che mistica esperienza svuotacervello sia un loro concerto sa già la risposta…
Mer 31/10 Amari (+ Halloween Party)
Gallon Drunk
Covo (BO)
Bronson (RA)
Gli Amari ad Halloween al Covo sono come le bollicine nella cedrata o il synth nei pezzi di Justice: irrinunciabili. Per presentare al mondo il loro ottimo nuovo disco Scimmie d’amore non ci poteva essere contesto migliore.
Gio 1/11 Fanfarlo + A classic Education Locomotiv (BO)
Ven 2/11 Uzeda Covo (BO)
Sab 3/11 Califone + Beach House
Adult
Bronson (RA)
Covo (BO)
Ven 9/11 Asobi Seksu Covo (BO)
Mer 14/11 Liars Estragon (BO)
Ven 16/11 Stereo Total
Jason Molina
Shitdisco DJ set
Covo (BO)
Bronson (RA)
Vox (Nonantola (MO)
Sab 17/11 The Go! Team
Damon & Naomi
Herman Dune
Vox (Nonantola – MO)
Covo (BO)
Lego Cafè (Cesena – FC)
Un paio di anni fa, dopo il loro concerto del Covo, mi ero sperticato in lodi assai poco misurate, definendo il loro live uno dei concerti più «aerobici» che avessi mai visto. Il disco nuovo è in linea con la produzione passata, e contiene un’altra manciata di grandi classici di Rocky-hop con cori da cheerleader; questo concerto, se possibile, non potrà che essere migliore.
Dom 18/11 Okkervil River
Bloc Party
Covo (BO)
Vox (Nonantola – MO)
Gio 22/11 Annie Hall Locomotive (BO)
Ven 23/11 The Wombats
Editors
Nina Nastasia & Jim White
Covo (BO)
Estragon (BO)
Bronson (RA)
Questa è una vera scelta di campo. Cosa preferite, il pretenzioso e sapiente nobile plagio degli Editors, ormai in decisa via di Coldplayizzazione, o lo scapestrato rock’n’roll dei giovani The wombats, che fanno ballare e saltare e che certo non aspirano a fare nulla di più? A voi la scelta. Io, come sapete, ho già scelto. [Fuori concorso, la sempre leggiadra Nina Nastasia al Bronson]
Sab 24/11 Fujiya & Miyagi Covo (BO)
Gira il mondo da almeno un anno, il trio di Bristol, da quando cioè il suo secondo disco Transparent things ha iniziato a raccogliere i plausi che merita e a far intuire il loro talento. Come ho scoperto a Barcellona, dal vivo rendono non poco, trasformandosi in una cosa funky e matematica davvero irresistibile.
Dom 25/11 Air + Au Revoir Simone
The Brunettes
Gowns + Father Murphy
Vox (Nonantola – MO)
Mattatoio (Carpi – MO)
Locomotiv (BO)
Non ho mai visto dal vivo gli Air. Me li sono persi quando mi piacevano molto, e ora che mi fanno dormire l’idea di arrivare fino a Nonantola per sonnecchiare sui pezzi degli ultimi 2 dischi non mi esalta nemmeno un po’. Allora meglio il retropòp zuccherino dei Brunettes? O rimanere in città e andare al Locomotiv? E se stessi a casa a fare delle lavatrici, invece?
Mar 27/11 Chemical Brothers Palamalaguti (Casalecchio di Reno – BO)
Ven 30/11 Super furry animals Covo (BO)
Sab 1/12 Settlefish Locomotiv (BO)
Ven 7/12 Enon Covo (BO)
Ven 14/12 Justice Vox (Nonantola – MO)

 

 

(Eventuali) Gite fuori porta:
[Ovvero: se qualcuno va e torna in serata fatemi sapere, magari mi aggrego]

 

Quando Chi Dove
Mar 25/09 Stars Rainbow (MI)
Mar 9/10 Menomena La Casa 139 (MI)
Lun 15/10 Josè Gonzalez Garage (MI)

 

venerdì, 14 09 2007

Today feeling like

Oggi mi sento così:

PJ Harvey – The Mountain (live @ NRK radio)

 

 

Ma anche un po’ così:

Tunng – Bullets

 

giovedì, 13 09 2007

Roscharch marittimi

Non riesco davvero a capire cosa abbiano di speciale i Maritime. Già all’uscita del primo disco mi dicevo perplesso per la banalità del loro sound ma rivelavo di esserne immediatamente caduto vittima; con il secondo mi ero lanciato in lodi decisamente più sperticate, salvo poi rivedere completamente il giudizio dopo il pessimo concerto bolognese della band, durante il quale il quartetto di Miluwakee dimostrò essere poco più di una banda di ragazzini desiderosi di sparare distorsione e volumi al massimo tentando di trasformare dei bei pezzi pop in qualcosa -almeno sulla carta- simile al punk (vanamente, va detto).

Ho appena iniziato ad ascoltare il nuovo Heresy and the hotel choir, in uscita tra un mesetto per Flamingshovel, e la sensazione è esattamente la stessa. Non mi piace (è probabilmente il loro disco peggiore, finora), e probabilmente non dovrebbe piacermi, come mi diranno tra qualche settimana i recensori delle webzine e dei giornali che contano, ma non riesco a smettere di ascoltarlo. E, come quella specie di macchia di Roscharch che c’è sulla copertina non è un orsacchiotto ma sembra un orsacchiotto, così la musica dei Maritime non è bella ma sembra tale, forse per la familiarità inconscia con tanti modelli conosciuti cui la sola voce di Davey Von Bohlen riesce nuova linfa. Che sia il non avere niente di speciale, la cosa speciale?  

 

Maritime – For science fiction (MP3)

Maritime – Guns of Navarone (MP3)

Maritime –  Love has given up (MP3)

 

martedì, 11 09 2007

Watermark orchestar

Intorno al 26 Agosto il nuovo disco di Beirut The flying club cup è stato messo online, un paio di mesi prima della sua data di uscita. Beirut è il nome dietro cui si nasconde Zach Condon, talentuoso ventunenne americano con la faccia un po’ antipatica (come la maggior parte dei ragazzetti telentuosi) e un’idea molto confusa della geografia (si chiama come la capitale del Libano, suona un mix tra indie-folk d’autore e musica balcanica, e il suo pezzo più bello e famoso si intitola Postcards from Italy).
Dicevamo: il suo nuovo disco è stato messo online mesi prima della sua uscita, come succede a molti altri dischi (quasi tutti): dov’è la notizia?

 

La notizia è che questa volta il disco era watermarkato, ovvero contrassegnato copia per copia nel suo contenuto, in modo che, nell’eventualità in cui fosse convertito in mp3 e messo online, sarebbe stato immediatamente possibile risalire al responsabile; si tratta di una pratica sempre più comune negli ultimi tempi (anche se non certo a prova di bomba), con cui le case discografiche mirano a scoraggiare tutti coloro che per motivi professionali ricevono copie promozionali del disco in anticipo (giornalisti, deejay, promoter, distributori) dal diffondere il disco online.

 

 La copia finita online era stata inviata a Erik Davis, giornalista e scrittore americano che al momento scrive su due riviste di culto come Blender e Arthur che, non avendolo apprezzato granchè (del resto, se date retta a me, è in effetti una palla pazzesca) l’aveva bellamente venduto a un negozio di dischi usati in un periodico ripulisti di casa. Chi l’ha comprato non ci ha pensato due volte, e l’ha messo online alla faccia di Davis. L’intera storia è raccontata con dovizia di dettagli da Davis nel suo blog, in un post in cui il giornalista si interroga anche sui risvolti, per così dire, ‘filosofici’ della questione, per cui ciascuna copia del disco watermarkato porta al suo interno i dati del suo destinatario ed è, in qualche modo, in grado di ricattarlo e condizionarlo, come se, in un panorama segnato dalla crescente smaterializzazione dei contenuti culturali, gli oggetti stessero tentando di mettere in atto la propria vendetta.

Moreover, the watermarked disc itself is, in some informational sense, alive, or at least virally infected with the digital ghost of my life. When I let that Beirut advance slip out of my hands, a little piece of me went with it, a chunk of virtual identity that I hadn’t agreed for it to appropriate and that I didn’t even know about. Instead of the old informal economy of circulating copies of music, I had become enmeshed in an emerging and far more claustrophobic world of endless virtual contracts and licenses, a world where objects command and the turn against you, where music has become data, and enjoyment little more than the processing thereof. [#]

 

Beirut – Nantes (MP3)

Beirut – Postcards from Italy (MP3)

Beirut – Live @ San Francisco, 20 Oct 2006 (LINK > 15 MP3)

 

mercoledì, 05 09 2007

Sound of paper

[Paper record Player di Simon Elvis è interamente fatto di carta e va girato a mano, ma funziona. Basta solo stare molto zitti (il volume è un po’ bassino). E lontani dal fuoco]

 

mercoledì, 05 09 2007

Mi Illuminoid di immenso

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che da queste parti si parla di Bastard pop. Ogni qual volta il non-genere (spesso dato per morto) in cui il pop divora se stesso e sputa i resti in rete regala qualche piccolo scampolo di genialità, non riesco mai a fare a meno di esaltarmi e di diffonderne il verbo quanto posso. Questa volta a farmi tornare verso qui lidi è stato imbattermi nello spartano sito di The Illuminoids, duo di DJ losangelini già gestori di un bel podcast settimanale (sempre a tema Bastard Pop) e autori di una serie di brillanti mash-up (quasi) tutti scaricabili da qui. I miei preferiti (alcuni recentissimi) qui sotto. Non male, per un genere nato morto.

 

 

!!! VS Velvet Underground VS Eric Clapton – Must be the cocaine man (The Illuminoids mash-up) (MP3)

 

Beck VS M.I.A. – Boy bomb (The Illuminoids mash-up) (MP3)

 

The Beatles VS Clapy your hands say yeah VS Edith Massey – Satan said Walrus eggs (The Illuminoids mash-up)  (MP3)

 

lunedì, 03 09 2007

I know the pieces fit – Indipendent Days 2007

La prima cosa che notiamo tutti è che quest’anno Indipendente ha deciso di andare al risparmio. Nell’impresa -forse impossibile- di andare in pari in un festival i cui headliner (Tool e Nine Inch Nails), portando in giro produzioni colossali costano uno sproposito (in totale quasi 300.000 euro, si mormora) ma pescando più o meno nello stesso pubblico rischiano di non garantire una massa critica sufficiente, l’organizzazione ha tagliato tutto il tagliabile: un solo palco a fronte dei due soliti, una line-up con accostamenti azzardati che pare composta un po’ a caso, niente backstage, e -soprattutto- l’irragionevole (e probabilmente illegale) divieto per il pubblico di uscire e rientrare dall’area del festival (per fare cassa con i bar interni, si suppone). Avendo dovuto mangiare un costosissimo e stopposo panino al prosciutto, spero vivamente che almeno ci siano riusciti.

 

Non è stata una brutta edizione, in realtà. Evitati i prescindibili Petrol (nuova band di Dan Solo, già ex-bassista dei Marlene Kuntz, insieme a Franz Goria, già voce dei Fluxus) ma non, purtroppo, parte del set degli a dir poco inutili Billy Talent, andiamo a cominciare.

 

 

…And you will know us by the trail of dead

Clicca sulle immagini per ingrandirle [e leggere le splendide didascalie]

Normalmente, gli …And you will know us by the trail of dead sono una grande live band. Ma…alle 4 del pomeriggio? Contando il notevole solleone e l’orario non esattamente da rocker, la band di Jason Reece si è spesa anche troppo, infiammando l’ancor esigua platea con i celebri pezzi a doppia batteria; peccato che il risultato totale sia stato, nel complesso, meno convincente del solito.

 

 

Hot Hot Heat

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Stesso discorso per gli Hot Hot Heat: i pezzi vecchi spaccano come al solito, quelli nuovi dal vivo guadagnano appena quel po’ di tiro che la produzione leccata su disco gli toglie, ma l’aspetto della band (capitanata da Steve ‘riccioli d’oro’ Bay e soprattutto dai suoi agghiaccianti pantaloni attillati non troppo distanti da una tutina di spandex) continua ad essere impresentabile, e Mtv è appena dietro l’angolo. Se non altro, però, i fan dei due headliner in quel momento erano tutti in coda per la birra o per il bagno, e la band non ha suscitato neanche troppe reazioni negative (a parte un paio di acini d’uva lanciati sul palco da una ragazza con la t-shirt degli Elastica a cui va tutta la mia ammirazione).

 

 

Maxïmo park

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Meno fortunati sono stati i Maxïmo Park, che hanno dovuto combattere una pletea in parte ostile ma che sono usciti dallo scontro decisamente a testa alta. Forte di un sound che dal vivo guadagna ancora più pathos e impatto, di un front-man che nonostante il look improbabile sa stare sul palco come pochi altri e di repertorio che vanta già almeno una decina di classici, la band di Paul Smith ha suonato un set compatto e di alto livello, all’altezza di quello che avrebbe potuto suonare in un concerto da headliner. The coast is always changing, Books from Boxes, Noisebleed e soprattutto Going missing sono state come al solito dei piccoli colpi al cuore.

 

 

Tool

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Il passaggio al set dei Tool è stato da stridore di unghie sulla lavagna; fortuna che il quartetto californiano -raramente visto così in forma- riesce a passare sopra tutto come un buldozer. Proiezioni e luci curatissime come al solito, band in stato di grazia, scaletta ben composta e meno sbrodolata di altre volte, e con circa un’ora e mezza di concerto i Tool conquistano un pubblico già in larga parte lì per loro.

 

 

Nine Inch Nails

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Meno convincenti -ma forse a quel punto erano già il freddo e la stanchezza, a parlare; o forse no- invece i Nine Inch Nails. Con uno show colossale e suoni praticamente perfetti (anche troppo, se volete il mio parere; più volte la parola «playback» ha fatto capolino nella mia testa), la band di Trent Reznor ha messo in piedi uno show un tantino troppo artefatto per i miei gusti; sarà che il repertorio non è tutto all’altezza dei (pochi) grandi classici della band, oppure che dopo il pathos sincero dei Maximo Park e il profondo esoterismo dei Tool, la rabbia di Reznor & co. mi è sembrata un po’ troppo sintetica e pettinata, non lo so. Non ho retto la fine (perdendomi Hurt, ahimè) e me ne sono andato a casa.

 

 

…And you will now us by the trail of dead – Another morning stoner (live at Manheim, 28/08/2007) (MP3)   [intero concerto – 19 mp3]

 

Hot Hot Heat – Bandages (acoustic live) (MP3)

 

Maximo Park – Nosebleed (live at Black Sessions 2007) (MP3)

 

Tool – Stinkfist (live at Zenith 2006) (MP3)   [intero concerto – 12 mp3]

 

Nine Inch Nails – Closer (live) (MP3)

 

mercoledì, 29 08 2007

Una specie di Indovina Chi? dell’indie nordamericano

L’hanno già linkato decine di m-blog, ma come astenersi dal segnalarlo? Qui sotto il video della performance di Feist al David Letterman Show di un paio di giorni fa, in cui la chanteuse canadese ha interpretato il suo più recente singolo 1234 (già punta di diamante del suo secondo disco, nonchè canzone con uno dei più bei video in circolazione degli ultimi mesi) con un folto coro d’eccezione, interamente composto dai membri di alcune tra le più amate indie-band nordamericane . E chi si vuole divertire può cominciare con le domande: «Ha i baffi? Gli occhiali..?»

 

martedì, 28 08 2007

The Wombats in Italia!

«Mammifero marsupiale della famiglia dei Vombatidi, lungo tra gli 80 e i 100 cm, e con un peso che varia tra i 20 e i 40 kg. Ha l’aspetto di un orsetto, con pelliccia color marrone e zampette corte e robuste, munite di forti artigli. È di indole tranquilla e mansueta. E’ presente in Australia e in Tasmania».
Quando da bambino ho fatto la raccolta di figurine degli animali del mondo, devo essermi stufato intorno alla lettera L, altrimenti oggi saprei da solo, senza ricorrere a Wikipedia, che razza di animale sia un Vombato. E forse capirei anche il nesso che porta un trio indie-rock di Liverpool a chiamarsi con il nome del buffo marsupiale australiano.

 

The Wombats sono l’ennesima sensazione inglese, e negli ultimi mesi il loro disco, ma soprattutto i loro singoli, non hanno mai lasciato le vette della classifica dei brani più ascoltati del mio lettore mp3. Tra jangling guitars, serrati ritmi in levare, coretti beachboysiani e testi di poche pretese, la band sta mettendo una seria ipoteca al titolo di rivelazione dell’anno, grazie anche a una solida reputazione live guadagnata sul campo e a una schiettezza distante chilometri dalla fighetteria che di solito caratterizza le band inglesi. 

In patria, è un po’ che stanno bruciando le tappe, mietendo diversi sold-out mentre erano ancora senza contratto, pubblicando alcuni chiacchieratissimi singoli e firmando ora per la 14th Floor Records (sussidiaria Warner) che pubblicherà a breve il loro disco d’esordio. Disco che, in realtà, è già stato pubblicato qualche mese fa, in una versione diversa, in Giappone (con il titolo Girls, Boys and Marsupials), terra -insieme al Malawi (sic)- in cui la band pare andare forte.

 

Qui da noi ne hanno già parlato più volte Arturo ed Enzo, e se nella Primavera/Estate siete passati da qualche dancefloor di mia conoscenza, probabilmente avete già ballato il loro anthem Backfire @ the disco, o la recente Kill the director, magari nell’ottimo remix che ne hanno fatto i CSS. Perchè i due singoli, insieme al prossimo -quasi blasfemo- Let’s dance to Joy Division, sono esattamente il tipo di pezzi che spaccano a metà la pista e fanno saltare anche i sassi.

E ora, finalmente, la notizia: da qualche giorno sul MySpace della band sono annunciate per Novembre alcune date italiane, tra cui spicca quella di Venerdì 23 Novembre al Covo (e dove sennò?); il giorno prima la band sarà al Rocket di Milano e il giorno dopo all’Extra (?!) di Ancona (che in realtà è a Recanati, credo). Scommettiamo che per allora avrò completato l’album di figurine, e che non sarò affatto l’unico?

 

The Wombats – Backfire @ the disco (MP3)

The Wombats – Kill the director (CSS remix) (MP3)

The Wombats – Let’s dance to Joy Division (demo) (MP3)

 

venerdì, 24 08 2007

Now that’s what I call a weekend VOL. 1

E mentre è già arrivato venerdì, e il sottoscritto al ritorno dalle sue non-ferie è ancora ben lontano dal riprendere un ritmo vagamente decente, a Bologna stasera comincia la Festa dell’Unità (probabilmente l’ultima con questo nome, sigh). Anche quest’anno Radio Città Fujiko trasmetterà tutte le sere da là, dal suo acquario posizionato nel bel mezzo dell’area notturna della festa (tra l’Estragon e il club della Sinistra Giovanile), e stasera a un’ora non ben precisata (dalle 21 alle 24, indicativamente) il sottoscritto sarà già in consolle, per prendere confidenza con la festa e presentare un po’ degli eventi che la animeranno: dalle presenze politiche (tra gli altri Veltroni, Cofferati, Ségolène Royale, Bersani, Mussi, D’alema, Casini, Adinolfi) ai concerti (programma completo qui), dalle mostre ai ristoranti (che, come al solito, recensiremo spietatamente), dagli eventi più ridicoli ai nomi dei DJ del vicino Tropicana Club. Tra un paio di settimane farà la sua ricomparsa nell’etere anche Get Black, in una speciale puntata in onda da là, ma per ora, mentre gli altri tre sono ancora in vacanza, gioco da battitore libero. Restate sintonizzati, e se fate un salto alla Festa, passate a salutarmi.

 

 

In totally unrelated news (ma accostare le due cose è perversamente appropriato), questo weekend è anche la volta dei Tafuzzy Days, il festival dell’improbabile etichetta undeground romagnola con il nome più bello che sia, e il roster più sottovalutato del circondario, che si terrà stasera e domani sera al Castello degli Agolanti di Riccione; un luogo che, visto il nome, probabilmente si sono inventati per l’occasione.

Mi piacerebbe molto farci un salto sabato, per vedere che aria tira, salutare Mr.Brace e assistere anche al comeback dal vivo degli Altro di Alessandro Baronciani. Chi è con me, mi segua (e, in caso, contattatemi).

Info e programma qui, una selezione di canzoni di band dell’etichetta (più gli Altro, perchè è sempre bello avere una scusa per linkare il loro anthem Pitagora) qui sotto:

 

Fitness Pump – Pum Pim Pam (MP3)

Mr. Brace – Ieri (MP3)

Trabicolo – Bigno (MP3)

Cosmetic – Phon (MP3)

 

Altro – Pitagora (MP3)

 

giovedì, 23 08 2007

A day in the life of Pete Doherty

Sono giornate piene, quelle di Pete Doherty. Mentre un paio di giorni fa ha scampato per la milionesima volta la galera per un cavillo legale, mentre alla sua ex Kate Moss pare siano stati sottratti alcuni nastri che la ritraggono in «momenti privati» con lui (via alle ipotesi: sesso? Droga? Rock’n’roll?), e mentre al suo gatto è stata trovata cocaina nel sangue, i suoi Babyshambles non stanno con le mani in mano e pubblicano a breve il primo singolo che anticipa il nuovo disco della band. Delivery (video) non è ovviamente niente di nuovo (neanche male, in realtà; ma erano meglio i singoli di Down in Albion), nè -purtroppo- niente che riecheggi la pace fatta con l’ex socio Libertino Carl Barat, suggellata dal duetto un po’ disperato sul classicissimo A day in the life dei Beatles per le celebrazioni del quarantennale di Sgt. Pepper’s della BBC.
I read the news today oh boy.

 

Babyshambles – Delivery (MP3)

Pete Doherty & Carl Barat – A day in the life (The Beatles cover – BBC Tribute) (MP3)

 

lunedì, 20 08 2007

Chissa’ se c’e’ una sera libera al Peach Pit by Night

Niente male, questi The Forms: vengono da Brooklyn, suonano un indie-pop matematico che ricorda un po’ il sound dei Pinback, e stanno per uscire con un secondo disco prodotto da Steve Albini. Soprattutto, però, tra le loro fila militano i gemelli Brendan e Jackson Kenny, immortali protagonisti del video in cui, in due, suonano la sigla di Beverly Hills 90210 con una sola chitarra:

[come bonus, impossibile non linkare di nuovo il classico strappalacrime dei Blume dedicato a Brandon Walsh, che rimane dannatamente geniale]

 

The Forms – Red Gun (MP3)

Blume – 90210 (MP3)

 

lunedì, 06 08 2007

Un post a punti un po’ balneare

Da un paio di giorni sono in ferie e -come volevasi dimostrare- ora che avrei tutto il tempo del mondo per aggiornare questo posto con qualche contenuto decente, non ne ho affatto voglia; si vede proprio che mi sento in vacanza. Per dire: stamattina mi sono svegliato ancora prima del solito, sono uscito a fare una passeggiata al parco, e sono rientrato a casa all’ora a cui di solito ne esco assonnato. Una cosa che normalmente non mi sognerei di fare neanche di notte. 
Prima di scomparire offline per qualche giorno (non temete, prima di ferragosto torno, anche se sospetto che per un po’ il ritmo di aggiornamento sarà abbastanza rilassato), qualche segnalazione varia ed eventuale per chi ancora non è riuscito a fuggire dalle radiazioni degli schermi: 

 

_Venerdì scorso i 4 cavalieri dell’Apocalisse di Get black (il sottoscritto, Fabio, Francesca e Offlaga Disco Max) si sono riuniti per il Season Finale della prima stagione dello show acromatico in onda tutti i venerdì sera su Radio Città Fujiko, con una puntata delirante dall’argomento perfettamente in tema con il periodo. Il venerdì precedente il tasso di delirio era stato ancora superiore, perchè c’era ospite Antonio e parlavamo (tra l’altro) degli 883 (dettagli e complimenti da Disorder – grazie!). Come al solito, il tutto è scaricabile nella pagina dei podcast. E, in radio, ci si rivede a fine mese in diretta dal gabbiotto della Festa nazionale dell’Unità.

 

_Come annunciato, il concerto degli Offlaga Disco Pax di sabato all’Hana-bi è stato preceduto dal set dei folgoranti Don Turbolento, che hanno confermato tutte le promesse contenute nel loro EP facendo ballare la folla con la loro electro suonata, un’ottima cover sintetica di I wanna be your dog e un paio di piccole hit come Spend the night on the floor e Take it up. Date retta a me, ne vedremo delle belle.

 

_Letture da ombrellone – fumetti: ho trovato Ferragosto di Luca Genovese più claustrofibico di quanto il titolo suggerirebbe, ma visto il periodo è una lettura consigliatissima, meglio se un torrido pomeriggio, in una città deserta. Se poi non l’avete ancora letta, l’Antologia Vol.2 degli amici di Selfcomics rimane un must.

 

_Letture da ombrellone – libri: finito il deludentissimo La pioggia prima che cada di Jonathan Coe, mi sono gettato nel noir Pessimi segnali di Enzo Fileno Carabba (per ora avvincente, anche se non esattamente il mio genere), e mi aspetta il pluri-consigliato Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron e Avverbi di Daniel Handler, comprato solo per la copertina di Daniel Clowes e perchè lui è il fisarmonicista dei Magnetic Fields. Vi saprò dire.

 

_Visioni da ombrellone: in saccoccia i pre-air dei piloti di Californication e Chuck, entrambi su consiglio di Colas. Anche qui, vi saprò dire.

 

_Ascolti da ombrellone: nessuno dei due è esattamente da ombrellone, ma nell’ultimo paio di giorni mi sono finalmente appassionato ad un paio di dischi a cui non avevo ancora dedicato il giusto spazio: The stage names degli Okkervil River (forse migliore anche di Black Sheep Boy?) e Spirit if di Kevin Drew, già boss dei Broken Social Scene; entrambi eccellenti.
Poi ci sono alcuni advance italici che anticipano un autunno che pare caldissimo (previste uscite di: Amari, Disco Drive, Trabant, My awesome mixtape, Settlefish, Amor Fou, Fake P, presto speriamo Vancouver e Don Turbolento e chissà cos’altro…), ma se ne riparlerà, eccome se se ne riparlerà…

 

_Vi lascio con il già pluri-linkato nuovo singolo di PJ Harvey, che anticipa il nuovo White Chalk, in uscita a fine Settembre. Una scelta spiazzante, che dà a una corta e ipnotica (narcotizzata, sarebbe meglio) ballata per piano il compito di promuovere un disco che pare essere tutto su questa linea: poca o niente chitarra, pezzi corti e non esattamente facili, molto intimismo e poco rock’n’roll. Con queste premesse sarebbe auspicabile un ritorno alle atmosfere del suo capolavoro To bring you my love, ma sospetto che saremo un po’ più dalle parti dell’assai meno compiuto Is this desire?. Parecchi dettagli su Uncut.

 

PJ Harvey – When under ether (MP3)

 

giovedì, 02 08 2007

Andamento turbolento

Al 3819 di Beercher Street, a Washington D.C., c’è la sede della Dischord Records. L’etichetta, leggendaria, di Fugazi, Minor Threat, Lungfish, El guapo (e molti altri), è attiva dal 1980 nella scena post-punk, e notoriamente pubblica solo dischi di band dell’area di Washington, D.C.. Una politica intransigente curiosa, ma ineccepibile. 

I Don Turbolento sono un duo electro/post-punk delle parti di Brescia, ridente cittadina sita a circa 6700 chilometri di distanza dalla sede della Dischord. Devoti fan dell’etichetta, pur conoscendone la politica hanno mandato loro un demo; non si sa sa mai cosa può succedere. Qualche tempo dopo, la Dischord (che probabilmente -come ogni etichetta della sua statura- riceve decine di demo la settimana) ha risposto con una cartolina, in cui declinava l’offerta (per i suddetti motivi), ma non lesinava i complimenti. Quella cartolina è finita sulla copertina di Spend the night on the floor, il loro primo EP.

 

 

I Don Turbolento me li ha fatti sentire Max in radio, qualche settimana fa. Mi ha spiegato che sono un duo (synth, batteria, e due voci; niente chitarra o basso), e che in due hanno più tiro e groove di un sacco di band (italiane o meno) con il triplo dei membri. Dopodichè abbiamo passato la title-track (la traccia #3 citata nella cartolina, che si muove tra punk-funk ed electro e sembra fatta apposta per certi dancefloor di mia conoscenza), e la curiosità di vederli dal vivo è aumentata. Qualche giorno dopo ho saputo che i Don Turbolento apriranno la data degli Offlaga Disco Pax sabato 4 Agosto al solito Hana-bi di Marina di Ravenna. Tutto torna.

E, se tutto va bene, nel’area metropolitana che comincia a Washington, D.C. e finisce sulle spiagge dell’adriatico, c’è un’altra band che promette di fare faville.

 

Don Turbolento – Spend the night on the floor (MP3)

 

mercoledì, 01 08 2007

See problems down the line

E mentre lo splendido disco d’esordio Veneer è diventato platino un po’ ovunque, dopo il botto fatto con la sua cover di Heartbeats dei The Knife nello spot del Sony Bravia, dopo decine di date in tutto il mondo e dopo la collaborazione con gli Zero 7, Josè Gonzalez è pronto per tornare sul scene. Il cantautore argentino-svedese pubblicherà su Mute il nuovo In our nature il 29 Settembre, e da quello che si è potuto sentire (il singolo Down the line, ad esempio) la formula (acustica, ipnotica e riverberata) è fortunatamente rimasta immutata. Ci sono tutte le premesse per un altro grande album.

 

Josè Gonzalez – Down the line (MP3)

 

giovedì, 26 07 2007

E’ proporzionale al mio successoooo

Se si è appassionati di musica in Italia è difficile non aver incrociato i Mariposa. Autori vulcanici e molto prolifici, straordinari padroni di casa dell’ottimo show radiofonico distribuito Magazzeno Bis (le puntate sono ancora tutte scaricabili da qui), e gestori de La famosa etichetta Trovarobato, i Mariposa travalicano i generi e non fanno parte di nessuna parrocchia. Un’identità originalissima e sfuggente che in termini di popolarità e successo paga poco, ma che gli permette -e non da oggi- di essere una delle band italiane che ha davvero qualcosa da dire.

Il loro ultimo disco, Best Company, è uscito qualche mese fa, e raccoglie molte delle cover registrate dalla band in circa 10 anni di attività. C’è il singolone Obla-di Obla-da ibridato con il tema di Altrimenti di arrabbiamo, originariamente uscito sulla compilation Let it boom (è davvero un must; potete ascoltarlo e scaricarlo dal loro MySpace); ci sono De Andrè, Jannacci e Gaber, ci sono gli Stormy Six e i Gong, ma soprattutto c’è la folle cover della Smells like teen spirit italiana (Male di miele degli Afterhours, ovviamente), pubblicata la prima volta un paio di anni fa su Lo zecchino d’oro dell’Underground. Come gli vengano in mente idee simili per me è un mistero; di solito, però, funzionano. Lunga vita ai Mariposa.

 

Mariposa – Male di miele (Afterhours cover) (MP3)

 

venerdì, 20 07 2007

La barba del pastore

In un’annata in cui lo stereo è stato monopolizzato da ottime riconferme piuttosto che da nuove scoperte (se dovessi buttar giù su due piedi una classifica del dischi dell’anno, in cima ci starebbero LCD Soundsystem, Wilco, Modest Mouse, Maximo Park, !!!, a non molti altri), era normale cadere vittima anche del ritorno di Iron and wine. Il barbuto folksinger del South Carolina esce a settembre con il nuovo The shepherd’s dog, che fa seguito all’ormai classico Our endless numbered day e all’ancora migliore Woman King EP e ne è in qualche modo la summa, incorporando le sue ballad sussurrate, figlie di una tradizione americana che evoca fattorie del west, verande e sedie a dondolo, all’interno di arrangiamenti, percussivi e quasi sincopati, decisamente più curati. Nella sua totalità il disco non è probabilmente all’altezza dei precedenti; ma bastano un paio di canzoni (il bellissimo singolo Boy with a coin, in rotazione altissima sul mio lettore mp3, e la ballata Resurrection fern) per spazzare via (quasi) tutti gli altri folkster impegnati nel tentativo di creare un nuovo suono classico per la tradizione americana. Il segreto, secondo me, sta nella barba.

 

Iron & Wine – Boy with a coin (MP3)

Iron and Wine – Resurrection fern (MP3)

 

mercoledì, 18 07 2007

We will not be the last

Con il doppio finale col botto di Bullets (insieme al singolo Bricks uno degli episodi migliori del nuovo Good Arrows, in uscita tra poco più di un mese) e The Pioneers (la splendida cover dei Bloc Party che l’anno scorso ha monopolizzato i miei ascolti) i Tunng ieri sera hanno concluso nel migliore dei modi il concerto in Piazza Verdi che apre la rassegna estiva Julive. Negli anni su queste pagine si è parlato spesso e volentieri della band inglese, per la sua perizia nello sporcare un folk ctonio e ipnotico con certa glitchtronica che, se sulla carta sembra assai distante, nella realtà realizza una quadratura del cerchio che permette alla band di sgusciare fuori dai limiti che di solito intrappolano i gruppi folk. Era la terza volta in un anno che li vedevo live, e confermo l’ottima impressione: i Tunng sono qui per restare.

 

Tunng – Bullets(MP3)

Tunng – The Pioneers (Bloc Party cover) (MP3)

 

martedì, 10 07 2007

NME – Naked Musical Express

NME sta antipatico a tutti, è chiaro. La fatua regina delle riviste musicali inglesi, regno delle next big thing usa e getta e dei nuovi generi musicali a colazione (quest’anno vengono serviti il new rave, il dubstep e chissà cos’altro, non sono aggiornato) è ormai buona giusto per fare un po’ di colore e poco più, e la sua autorevolezza è in caduta libera da anni. Da quando però ha deciso di sposare la causa della giunonica Beth Ditto, già leader dei The Gossip, attivista lesbica e nuova regina del cool (pare sia pure amica di Kate Moss; leggere e guardare la foto per credere), qualcosa, forse, è cambiato. Per quanto sponsorizzare ogni tre per due la straripante Beth possa essere una mossa furba e poco autentica, la cosa paga un po’ per tutti; il giornale ci fa la figura del paladino delle minoranze che sfida i canoni della bellezza femminile a favore dell’autenticità, i The Gossip fanno il botto e ora sono freschi freschi di firma con una major, e magari -dubito, ma chissà- in giro c’è qualche ragazzina anoressica in meno.

In quest’ottica, cosa c’entra la copertina (che in realtà è la controcopertina, ma vabbè) dell’ultimo NME, che fa il verso alla nota cover con Beth Ditto nuda mettendo nei suoi panni Eddie Argos degli Art Brut, un altro che in quanto a mettere in discussione i classici canoni della bellezza non scherza? Forse niente. O forse no. L’autoironia dei due personaggi è la chiave di volta, ma il messaggio che oltre ai The View, Little Man Tate, Klaxons e compagnia cantante c’è vita intelligente nell’universo, passa.

NME rimane una lettura tendenzialmente inutile e vacua ma, non so, adesso a me sta un pochino più simpatica.

The Gossip – Listen up! (MSTRKFT remix) (MP3)

Art Brut – Post soothing out (MP3)

 

lunedì, 09 07 2007

E’ gia’ un classico

Non so come ha fatto a sfuggirmi fino ad ora una perla del genere: Tom Jones che al concerto in onore di Lady D rifà I bet you look good on the dancefloor degli Arctic Monkeys. Se vi piace Tom Jones, non è neanche male.

Tom Jones – I bet you look good on the dancefloor (Arctic Monkeys cover) (MP3)