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lunedì, 02/05/2011

Mad Men and blue yetis

Non è la prima cosa che ti aspetti dal tenebroso Jon Hamm e forse neanche la seconda, ma probabilmente il protagonista di Mad Men ultimamente ha avuto un po' di tempo libero (invece che a metà Estate come al solito, la nuova stagione della serie più amata da grandi e piccini andrà in onda a Marzo del 2012) e ha pensato bene di impiegarlo per girare il videoclip di Tell me something I don't know, il nuovo singolo degli Herman Dune, insieme a uno yeti blu. C'è sicuramente chi lo preferirà a Peggy.

 

 

venerdì, 29/04/2011

E oggi un contenuto di altissimo livello

In tutta la loro gloria, gli 8 minuti della versione integrale di Stairway to heaven suonati tutti facendo pernacchie con le mani. Sudate.

E' una roba che non ci si crede. Ho un nuovo eroe.

(via Nico e Andrea su FB)

giovedì, 28/04/2011

Hipster Dad

Che gli Holy Ghost! promettessero bene da queste parti l'avevamo intuito a inizio anno, e ora che il loro disco d'esordio licenziato DFA è uscito da un po', non si può che confermare che il duo di Brooklyn pare l'erede più convincente del momento di quella tradizione di pop elettronico ballabile ma con un approccio rock che va dai New Order e arriva fino ai Phoenix e ai Cut Copy. 

 

Il nuovo video, poi, denota che i nostri hanno anche delle idee e non poco senso dell'umorismo: Alex Frankel e Nick Millhiser non compaiono nel video, ma sono invece interpretati dai loro padri, che appesantiti dall'età, infilati in improbabili jeans skinny e Converse e alle prese con le situazioni tipo della vita dell'hipster dei nostri tempi (dal club, al concerto, fino al collasso sul letto con ancora una fetta di pizza in mano) fanno ridere ma anche capire come non vogliamo finire a diventare tra un po' di anni. Forse.

 

mercoledì, 27/04/2011

E il sesto giorno Dio creò il cubo di Rubik

 

 

La Creazione di Adamo di Michelangelo, ricreata con 12090 cubi di Rubik. Qualcuno aveva un po' di tempo libero.

(via)

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martedì, 26/04/2011

Questa cosa mi sta mandando fuori di testa

Si chiama Otomata, ed è una figata spaziale. E' il tipo di cose che è assai più semplice provare che spiegare (a patto di avere le casse del computer accese), ma se vi serve:

 

Otomata is a generative sequencer. It employs a cellular automaton type logic I’ve devised to produce sound events.

Each alive cell has 4 states: Up, right, down, left. at each cycle, the cells move themselves in the direction of their internal states. If any cell encounters a wall, it triggers a pitched sound whose frequency is determined by the xy position of collision, and the cell reverses its direction. If a cell encounters another cell on its way, it turns itself clockwise.

This set of rules produces chaotic results in some settings, therefore you can end up with never repeating, gradually evolving sequences. Go add some cells, change their orientation by clicking on them, and press play, experiment, have fun.

If you encounter something you like, just press “Copy Piece Link” and save it somewhere, or better, share it!

Immediato da usare, ma assai più complesso di quanto sembra, e la sua capacità di cambiare melodia nel tempo è mesmerizzante. Le melodie create si possono anche salvare (a me per dire è venuto fuori questo che ha qualcosa che mi piace un sacco) e tra un po' arriveranno anche le versioni iOs e Android. Sai quante serate ci perderò?

venerdì, 22/04/2011

Ci pensi ogni tanto alle rane?

L'uscita era stata annunciata per più di un anno fa poi però non se n'era saputo più niente, e il dubbio che il romanzo d'esordio di Francesco Bianconi, leader, autore e vocalist dei Baustelle, non sarebbe mai uscito era abbastanza lecito. Come un fulmine a ciel sereno, però, arriva ora l'annuncio che il libro uscirà tra una decina di giorni (per Mondadori Strade Blu), si intitolerà Il regno animale e, a giudicare dal riassunto, non sarà una storia per nulla autobiografica. E, soprattutto, per nulla Baustelliana.

Alberto è arrivato a Milano dalla provincia toscana, attirato da un lavoro precario. Vorrebbe fare lo scrittore, o almeno il giornalista. E ha dei problemi di erezione. Susi è bella e magra,vorrebbe volare via da quel puzzo di piscio, hashish, benzina, cocaina bruciata e Chanel numero 5 e i milioni di essenze del piano terra della Rinascente. Nel frattempo si taglia il corpo con una lametta. Sandro da bambino pescava le rane con Alberto. Lui è rimasto in provincia, è molto ingrassato, è in cassa integrazione e sta ubriaco di Fernet al bancone del bar. Francesco, cantante di una band indie di successo, è l'unica vittima di un attentato in una festa alla moda nella quale si sentiva pure un po' a disagio. Le loro vite sprecate si toccano in una Milano dalle mille sfaccettature in un mondo in cui sembra perduta ogni speranza di purezza. Lirico, spietato, immaginifico e sfacciatamente contemporaneo. 

Tiriamo la pagliuzza: chi è che si sacrifica e lo legge per la comunità?

(via)

venerdì, 22/04/2011

Paradiso per nerd, una definizione

Ha avuto un certo successo in rete, quindi forse nei giorni scorsi questa vignetta del solito ineffabile XKCD l'avete già vista anche voi:

 

 

Quello che forse non avete visto, però. è che a tempo di record Gud Magazine si è fatto ispirare dalla vignetta e ha effettivamente realizzato una versione di Tetris in Flash che funziona nello stesso modo. Aspettate il tetramino irregolare, e godete. 

 

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mercoledì, 20/04/2011

Potrei guardare questa cosa per ore

[gli 8 minuti più esaltanti della vostra giornata]

martedì, 19/04/2011

Fuck you now!

E' un triste giorno per Bologna. Sembrava ce l'avesse fatta, invece la lista di Willie non è stata ammessa alle elezioni comunali del mese prossimo. Le firme non erano autenticate, e pare che comunque lo sciamano dell'undeground non abbia la cittadianza italiana.

Noi però lo ricorderemo per sempre come il migliori sindaco che non abbiamo mai avuto, insieme a Beppe Maniglia (che però se possibile aveva un programma ancora meno serio. E non ci ha neanche provato, a candidarsi).

lunedì, 18/04/2011

Ecco a voi la band italiana dell’anno

Vengono da Roma, suonano una specie di indie-electropop autoconsapevole, si chiamano I Cani e parlano di noi.

Esattamente come gli Offlaga Disco Pax parlano di un socialismo tascabile sempre più fuori dal tempo, Le Luci della Centrale elettrica di un maledettismo di provincia in cui siamo troppo vecchi per poter cascare e i Baustelle di un dandysmo spietato e letterario che esiste forse solo nella testa di chi può permettersi di crederci, i Cani parlano invece di noi, 20- o 30-something degli anni zero, sempre attaccati a internet. a riferimenti di cultura pop che siamo lieti nessuno capisca, a mode che proclamiamo solennemente di non seguire, e a relazioni che non funzionano per incompatibilità di gusti musicali o di taglio di capelli.

 

Dopo i due pezzi assai promettenti circolati l'Estate scorsa (I pariolini di 18 anni e Wes Anderson) e l'inedito regalato alla compilation natalizia di Polaroid (che li aveva anche intervistati), ecco ora una nuova canzone, che fa parte anch'essa del loro disco d'esordio che uscirà prossimamente per la 42 Records.

Velleità parla delle cose da cui ci facciamo definire, delle identità, spesso completamente fittizie o, al meglio, puramente ipotetiche, che ci costruiamo, che sono in definitiva ciò che ci permette di riuscire a dormire la notte con un minimo di pace e soddisfazione interiore, da soli o con una rappresentante del sesso opposto che ci consideri degni di questo onore. Spesso proprio in virtù di esse.

 

Esattamente come Velleità, tutto il disco d'esordio dei Cani è un piccolo trattato di sociologia in forma electropop, un sussidiario illustrato della giovinezza due punto zero, una lunga Disco 2000 ambientata al Pigneto, un resoconto dell'educazione per lo più sentimentale della generazione sempre troppo ironica e drammaticamente autoconsapevole dell'era di Facebook.

Nessuno dei pezzi usciti finora è tra i migliori del disco. Che è tutt'altro che perfetto, sia dal punto musicale (il registro è monotono e poco vario) che da quello lirico (tanta verbosità tende a stancare presto), ma che con margini di crescita notevoli è già un'opera enorme, nello stesso senso in cui lo erano le pur diversissime (tra loro e da quella dei Cani) opere prime delle band italiche che citavo prima.

Come tutti i grandi gruppi, soprattutto se italiani, dividerà (o li ami o li odi, come si dice), perchè un approccio così laterale e meta non è per tutti, e tende a annoiare e infastidire chi non si rispecchia (o non si vuole rispecchiare) nel disco e nella visione del mondo che ci sta dietro. Come è logico che sia.

 

Ma dalla prima volta che l'ho sentito mi si è stampato in testa e non se ne va più. Sentirete, e ne riparleremo. Oh se ne riparleremo.

 

venerdì, 15/04/2011

This is how rich nerds must play

Vi ricordate il gioco di carte collezionabili Magic – The gathering? Quando ero un ragazzino andava forte, e ricordo di aver mandato in fume diverse paghette nella speranza di trovare un Mutaforme Vesuviano o un Signore dell'abisso, e diversi pomeriggi a testare un mazzo nero blu o il mio virtuosistico nero puro. L'immagine qua sotto (che viene da Geekologie) mostra un insopportabile ragazzino ricco che invece delle carte ha un mazzo fatto di soli iPhone. Ovvia possibilità di barare a parte, mi chiedo cosa succede se il suo avversario si arrabbia e decide di ribaltare il tavolo. Sai le risate.

 

giovedì, 14/04/2011

E il fondamento della nostra società è

Da Dorkly, il diagramma di Venn delle cose amate da nerds, goths e jocks, ovvero sfigati, dark e «sportivi» (che sono una razza che da noi per fortuna non esiste, o non in questi termini). Il succo, alla fine , è che tutto il mondo è paese.

mercoledì, 13/04/2011

Amore ai tempi dell’IKEA

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, poco più di un anno fa, ho avuto occasione di presentare su queste pagine Lo Stato Sociale:

Ladies and gentlemen, there's a new band in town. Si chiama Lo stato sociale, e suona un indie-electro-pop verboso debitore in egual misura sia ai synth e ai beat post 80s dei Postal Service (con un po' di cassa dritta in più) sia a certa musica leggera italiana che, a volte te lo scordi, abbiamo un po' tutti nel DNA. Un coraggioso tentativo di declinare l'educazione per lo più sentimentale della scalmanata teppa bolognese in chiave di pop italico, con i suoni gommosi che piacciono a noi giovani, la cassa che spinge e già un po' di nostalgia per l'assistenzialismo pubblico drammaticamente in via di disfacimento. [#]

Erano partiti con un EP autoprodotto e con un po' di concerti in giro (che sono via via aumentati, fino a raggiungere la ragguardevole cifra di 90 date su e giù per la penisola) e hanno finito per approdare a un contratto con la Garrincha Dischi, che in autunno pubblicherà il loro disco d'esordio e oggi pubblica un nuovo EP, Amore ai tempi dell'IKEA, che potete ascoltare in streaming integrale in esclusiva su inkiostro.com. Costruito intorno all'ennesimo piccolo anthem pop per cui i nostri sembrano avere un talento particolare (dopo averla ascoltata provate a comprare una scatola dell'IKEA senza canticchiarla, se ci riuscite), l'EP non sposta le coordinate musicali della band ma perfeziona la formula e segna un deciso passo in avanti in termini di produzione e arrangiamento. Scrive bene Giorgio su Vitaminic, «Ironia stralunata che mescola personale e sociale, politico e privato, Germania dell’Est ed Eneide, li mette su un tappeto elettronico e costringe il cervelletto a dare l’impulso di ballare».

 

La band presenterà il disco stasera all'Arterìa di Bologna (tra l'altro apre il sempre ottimo Mr. Brace) e ha già fissato un bel po' di date per le prossime settimane.

E, se ve lo steste chiedendo: sì, ci sono anche le istruzioni.

 

 

martedì, 12/04/2011

Soundtrack to our lives

Come già sapete, sono un devoto fan del social network di condivisione di foto «truccate» via iPhone Instagram e del miracoloso equilibrio tra virtuosismo e serendipità che riesce a incarnare. Ma come scrivevo su twitter qualche mese fa, dopo essersi abituati a immortalare un momento dal punto di vista visivo, ti viene subito voglia di poterlo fare anche dal punto di vista musicale o sonoro. E siccome «There's an app for that», è qui che entra in gioco il nuovo Soundtracking.

 

Frutto della stessa idea di mash-up di diverse applicazioni di successo (se Instagram era Hipstamatic + Twitter + Foursquare, Soundtracking è Instagram + Shazam + Twitter + Foursquare), Soundtracking consente di condividere in tempo reale una foto ma anche un collegamento a un brano audio (preso dall'app iPod, riconosciuto in tempo reale o semplicemente ricercato a mano), immediatamente ascoltabile da parte dei tuoi follower che ovviamente possono laicarlo e/o commentarlo. L'App è appena nata ed è chiaramente acerba, ma l'idea è buona e gli sviluppi sono promettenti. Se i suoi sviluppatori lavorano per aggiungere alcune funzioni abbastanza fondamentali, e sostituiscono il collegamento a iTunes con quello con altre librerie musicali gratuite e con canzoni intere (basterebbe anche, che ne so, YouTube) e se riescono a tirare su una community numerosa come quella di Instagram, il successo è assicurato. Per ora non sho trovato nessuno da followare (iscrivetevi! followatemi! ovviamente il mo nome è @inkiostro), ma se vi conosco ora andrete tutti a iscrivervi. E secondo me fate bene.

lunedì, 11/04/2011

Different Strokes

Voi dite quello che volete, ma questa versione orchestrale di Under cover of darkness (l'ultimo singolo degli Strokes, che non smetterò mai di elogiare perchè lo trovo una tra le loro migliori canzoni di sempre) ad opera dei Jingle Punks è strepitosa. E, alla faccia dei detrattori, sentire come rende arrangiata così dà anche una discreta idea della sua ricchezza melodica.

[via]

 

domenica, 10/04/2011

Il becco del cuore

«Gastanis», «Diccio», «Renè Paperoghetti»: pare che la scorsa settimana su Topolino abbiano pubblicato una parodia di Boris. Riusciamo a recuperarla?

[via]

venerdì, 08/04/2011

Sempre a Massimo Volume

Sono nel mezzo di una settimana incasinata e non ho il tempo che vorrei per scrivere del Massimo Volume Weekend che è di scena stasera e domani al Covo. Sarà che ho da poco finito di leggere la splendida biografia a loro dedicata da Andrea Pomini (consigliatissima) e che il loro ultimo disco Cattive abitudini si è piazzato sul podio dei miei dischi dell'anno del 2010, sta di fatto che avrei veramente troppo da scrivere, e se devo rischiare di farlo male è meglio non farlo per niente. Del resto  tutte le parole che servono sono già all'interno dei testi di Mimì Clementi, quindi esserci (stasera per il concerto regolare e domani per quello con la scaletta costruita dai fan) è un imperativo. Ed  essere in consolle dopo il loro concerto (in Sala Grande con Y:DK, stasera) questa volta è un onore di cui mi sento particolarmente fiero. Perché io non ho speranza. Io ho fede.

 

MP3  Massimo Volume – Morse (Bachi da pietra cover)

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martedì, 05/04/2011

La mensola segnalibro

[Bella idea, la Catalyst Shelf]

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lunedì, 04/04/2011

This is happening

Oggi non si può postare nient'altro che il video dell'intero concerto di addio degli LCD Soundsystem al Madison Square Garden di sabato scorso (sperando che per una volta la tirannia del copyright non lo faccia immediatamente togliere da Youtube). Quella che è forse la band più importante dei nostri tempi (non necessariamente la migliore, non necessariamente la più influente, non necessariamente la mia preferita, anche se ci siamo vicini), capitanata dal music-geek per eccellenza degli anni 2000, nonchè dalla cosa più vicina a un filosofo della musica pop che ci sia in giro in questi anni, si scioglie mentre è ancora al top. E qua ci dispiace un sacco, anche se sappiamo cheprobabilmente era la cosa giusta da fare. Gli paghiamo il giusto e inevitabile omaggio, immaginando già quanto sarà dolce il sapore di una reunion, se mai ci sarà. You will be missed.

[e se li cercate bene online trovate anche già video e audio da scaricare]

venerdì, 01/04/2011

Mi ha fatto ridere

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