
"Pride and Prejudice and Zombies features the original text of Jane Austen’s beloved novel with all-new scenes of bone-crunching zombie action"
(Amazon.com)
(se ne parla qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui)
…la musica di Gorni Kramer…
Ehi tu, caro lettore di Inkiostro, non vorrei che ti dimenticassi della CRISI. E non pensare che in quanto componenti di un’elite ristretta e invidiata, noi autori di Inkiostro siamo immuni al crollo del fatturato, alle fluttuazioni del mercato, a quella sana voglia di far pesare la CRISI più del necessario per smaltire i chili di troppo e tonificare la massa rimanente con aiuti di Stato in vista delle vacanze al mare. Io, per esempio, dalle mie parti festeggiavo il concetto di ferie obbligatorie il giorno di Natale con un mix techno e house nuova-vecchia scuola sulla lunga distanza. Oggi che per noi è stata concordata la settimana corta per i prossimi due mesi, volevo festeggiare qui nella mia seconda casa. Con la braga calata che mostra le mutande OVS Industry e con un mix di felicissima Cosmic Disco House nuova-vecchia scuola sulla lunga distanza. In fondo settimana corta vuol dire più tempo per i propri interessi extra-lavorativi, per i viaggi, per il sonno. Tanto come possiamo non tornare ad essere quelli che eravamo prima?
p.s.: i passaggi tra i pezzi si complicano più avanti che si va, un po’ come la CRISI
pps: in teoria anche questo fa parte in qualche modo della serie sui pilota dimenticati
ppps: come fare a meno di un mix con un pezzo techno con la voce e l’accento di Mara Redeghieri (“massi di rose e fiori”) e con una Björk Guðmundsdóttir vecchio stile house e senza le sopracciglie depilate?
Intro
Parage – Justus Köhncke [Kompakt]
Veronica’s Veil (Erol Alkan Extended Rework) – Fan Death [Phantasy Sound]
Of Moon, Birds and Monsters (Holy Ghost Remix) – MGMT [Columbia]
Walter Neff – Matias Aguayo [Kompakt]
I’m In Love With A German Film Star (Mark Reed’s Stuck In The 80s Mix) – Pet Shop Boys presents Sam Taylor Wood [Kompakt]
Breakfast In Heaven (Diskjokke Remix) – Lindstrøm [Feedelity]
Personal Angst – In Flagranti [Eskimo Records]
William’s Blood (Aeroplane Dub – Personal Angry Maxcar Short Edit) – Grace Jones [white label]
Opera Soap – Üstmamò [Virgin]
Goblin Think 1 – Margot [Margot Recods]
Minimal (Dj Koze Remix) – Matias Aguayo [Kompakt]
Leash Called Love (12 Inches Remix) – Sugarcubes [Elektra]
Superyou (Justus Köhncke Remix) – International Pony [Columbia]
Endorphinmachine – Erobique [Mirau]
Hello Tomorrow – Moody(man) [KDJ]
Pare che non sia neppure vero che voglia riconfermare Mark Dybul come Global AIDS Coordinator, ma Obama una certa qual simpatia per l’astinenza ce l’ha. E noi vogliamo festeggiare, come tutti, l’Inaugurazione. Ecco quindi la classifica dei dieci migliori momenti di astinenza sessuale del 2008.
Se c'è un fenomeno (relativamente) nuovo emerso con prepotenza dall'industria dei consumi culturali negli ultimi anni, questo sono sicuramente le serie tv. Numerose, straordinariamente ben fatte, di varietà e qualità tali da accontentare tutti i palati, le serie tv si sono ormai affrancate dalla nomea di prodotto culturale inferiore che le ha accompagnate fin dalla loro nascita.
E se ormai non c'è sito, blog o testata che a fine anno non proponga la sua classifica dei dischi (o singoli, o concerti) dell'anno, dei film dell'anno, dei libri dell'anno, in giro non si vedono mai classifiche delle migliori serie tv. E visto che qua abbiamo (volutamente) bucato tutte le altre, questa invece non ce la facciamo scappare: eccovi quindi la classifica aggregata delle serie tv del 2008 secondo la crew di Inkiostro.
E' stata costruita mettendo insieme le classifiche e i pareri di tutte le firme di questo blog che hanno voluto partecipare, sommando e ponderando i pareri dei cultori del genere con quelli di chi non segue il fenomeno e aveva al massimo un paio di segnalazioni da fare. E' uscita fuori una classifica molto bilanciata e assai rappresentativa, che speriamo sia utile per qualcuno di voi per orientarsi nel mare magnum delle serie tv.
[Lo so che le classifiche normalmente si fanno a fine anno e non un mese dopo. E so anche che per le serie tv che, in buona parte, non seguono l'andamento dell'anno solare. Ma ci sono appena stati i Golden Globes e tra poco ci sono gli Oscar, ancora si può fare]
10
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Battlestar Galactica (Sci-Fi, USA) [s04] |
Una gigantesca soap-opera in salsa interspaziale, erede delle saghe sci-fi storiche ma, come tutte le grandi opere di narrativa, capace anche di insospettabili riflessioni su politica, filosofia o religione. L'ultima stagione porta a termine il viaggio, con toni mai così drammatici.
Sebbene da ultimo abbia virato eccessivamente verso l'onirico, onestamente sono ancora interessato alle sorti della nostra razza di teste di cazzo. E tifo per i Cyloni, sia chiaro. (Icepick) |
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9
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The IT Crowd (Channel 4, UK) [s03] |
Dalle nostre parti la serie britannica è ancora un segreto ben custodito, ma la schiera dei fan di Roy, Moss e Jen aumentano ogni giorno. Come si fa a non farsi conquistare dal surreale umorismo inglese applicato al dipartimento informatico di una grande azienda? Recuperatelo.
Il nerd power al suo massimo livello. E non c'è niente come l'umorismo britannico, per fare la differenza. (Uomosenzak) |
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7
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House, M.D. (Fox, USA) [s04-s05] |
Stagione sopo stagione, la serie di Gregory House e del suo variopinto staff si appanna ma non perde mai lo smalto. Tra un caso clinico e l'altro ci sono le solite battute corrosive, gli intrecci personali ottimamente costruiti e una solida longevità che poche serie si possono permettere.
Solo perché voglio vedere se alla fine House rivela la sua vera natura e si fa Wilson. (Icepick) E' una certezza: House c'è. Mi basta vedere la faccia di Hugh Laurie per stare bene. (Hankmooody) |
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7
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How I met your mother (CBS, USA) [s03-s04] |
Lo stato dell'arte della sit-com romantica made in USA: acutissima ed esilarante. Già massacrata nel suo (incompleto) adattamento italiano della prima stagione, negli anni continua a migliorare e a conquistare proseliti. Merita assolutamente il recupero.
E' come Beverly Hills ai tempi del liceo e Friends a quelli dell'università: lo vedi per distrarti dalla pesantezza della vita, la quale però rimane pesante tale e quale. (Icepick) Una puntata è in grado di rimetterti in sesto per tutta la settimana. Quante altre serie sono capaci di farlo? (Uomosenzak) |
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6
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Lost (ABC, USA) [s04] |
Per chi non si è stufato del giochino durante le prime tre stagioni, la quarta regala una trama contemporaneamente super-sfilacciata e assolutamente compatta, con alcuni nodi che vengono finalmente al pettine e nuovi quesiti che per una volta paiono avere una direzione precisa. Per ora rimane una droga irrinunciabile, vedremo per quanto reggerà.
Si guarda. Punto e basta. (Icepick) |
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5
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True Blood (HBO, USA) [s01] |
Con ogni probabilità la serie americana rivelazione dell'anno. Dai creatori di Six Feet Under, una torbida storia di vampiri nella profonda provincia americana, che è riuscita a reinventare un genere negli anni sistematicamente massacrato (da Twilight o da Ann Rice) con alcune ottime invenzioni, splendidi personaggi e atmosfera curatissima. Peccato per il finale un po' tirato via, altrimenti c'era sicuramente il podio.
A metà tra il piacere proibito e l'intrattenimento di buona fattura. Promosso. (Trino) Per aver introdotto "Jason Stackhouse fa una cazzata" negli appuntamenti della settimana. (Violetta) "Vampiri, sesso, licantropi, sesso, Louisiana, sangue, sesso, Sookie, Tara, e soprattutto lo stupido stupio meravigliosamente stupido Jason Stackhouse." (Kekkoz) |
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4
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Dexter (Showtime, USA) [s03] |
Non c'erano molte speranze per la terza stagione della serie dedicata al simpatico serial killer di quartiere, invece gli sceneggiatori hanno fatto l'impossibile, e messo in piedi un intreccio mozzafiato, che giocando con gli stessi ingredienti di sempre pone nuovi interrogativi e consente ai personaggi di progredire. Non è da tutti.
Miguelprado. (Trino) |
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3
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Chuck (NBC, USA) [s01-s02] |
Può una serie tv essere contemporaneamente il paradiso del nerd, l'apoteosi dell'amante delle serie di spionaggio, un esercizio di cultura (indie) pop e una grande storia d'amore impossibile? La risposta è affermativa, e punta verso Chuck.
Molte serie dopo la prima stagione, passata la sorpresa, fanno un passo indietro, si addormentano sugli allori. Chuck si è catapultato in avanti, diventando una robetta sublime – e, finalmente, non sbagliando un episodio. (Kekkoz) |
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2
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Boris (Fox, ITA) [s02] |
La miglior serie italiana di tutti i tempi? Le avventure della sgangherata troupe che gira l'inutile fiction nostrana Gli occhi del cuore 2 sono diventate un piccolo fenomeno, e chissà se con lo sbarco sulla tv generalista (in autunno su La7, pare) il grande pubblico se ne accorgerà o meno. La seconda serie (con lussuosissimo cameo ricorrente del gigantesco Corrado Guzzanti) è ancora più compatta e ispirata della prima, e non sbaglia praticamente niente.
La giovane Guzzanti è la ragazza di cui potrei innamorarmi. Stanis la più grande faccia da culo di tutti i tempi. Duccio un genio incompreso. Lo stagista l'inevitabile povero fesso troppo normale in cui ciascuno si riconosce. E Renè Ferretti, Renè Ferretti è il più grande. (Uomosenzak) «Daidaidai che portiamo a casa la giornata!» (Hankmooody) |
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1
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Mad Men (AMC, USA) [s02] |
E non poteva che essere Mad Men, la serie dell'anno…di nuovo. Il riscontro critico continua ad essere enorme; i premi, le copertine e le lodi non cessano ma anzi si moltiplicano, e la seconda serie non perde un briciolo dell'intensità della prima, continuando a dipingere un affresco perfetto e profondamente disturbante di una società che non c'è più. Enorme.
Dopo una prima stagione che ci ha dato giusto il tempo di innamorarci di Don Draper e compagnia bella, Mad Men comincia a fare sul serio. Continua a non succedere nulla, ma lo fa in maniera divina. Peggy Olson presidentessa del consiglio dei nostri cuori. (Kekkoz) Per aver portato avanti nel modo (purtroppo) più logico le premesse della prima stagione (Violetta) Pura meraviglia. (Trino) |
Greg Laswell – How the day sounds.
Gran canzone e gran video, starring Elija ‘Frodo’ Woods, girato nel Soda Pop Stop di Los Angeles. Come dice un commento su Vimeo: a cosa servono gli effetti speciali, quando la semplicità è giò perfetta?
La libreria Rek di Reiner De Jong. Devo capire esattamente che senso abbia tenerla chiusa.
Documentario che peraltro non si sa neanche se sia vero: prodotto come docufiction (quindi vai a sapere quali sono i fatti reali e quali quelli immaginati), secondo alcuni Leonia e la madre ne sarebbero solo attrici:
Capita che quest’anno al Grande Fratello una concorrente sia lesbica. Cioè, l’opposto: capita che quest’anno al Grande Fratello una concorrente sia banale, poco peculiare, neutra. Forse. Perché perché con il sottilissimo fine di accattivarsi un pubblico il più possibile ampio e variegato quest’anno gli autori hanno fatto l’impossibile per dare alla compagine l’aspetto del Circo dei Miracoli: la maggior parte dei concorrenti senza un genitore (fuggiti o morti), un non vedente, un’hostess pasionaria che forse verrà presto licenziata, una ragazza che lavora in un quartiere difficile di Palermo, una mangiafuoco ex anoressica, un rom montenegrino (che in quanto abbandonato dal padre, anche lui, per la prima volta ha festeggiato il suo compleanno), il maggiordomo dei Savoia (giuro), una lap-dancer, e purtroppo è cominciato da poco, chissà cos’altro ci sarà il tempo di scoprire. L’elemento in comune è la capacità di attirare la curiosità morbosa dello spettatore, sia per contrito pietismo, sia per entomologica fascinazione per il diverso. Del resto se lo spettatore medio di un reality è per sua stessa scelta un voyeur, quest’edizione non fa che mostrargli finalmente tutto quello che le altre finora suggerivano, o lasciavano intuire, o facevano sbirciare appena.
Logico quindi che il fulcro su cui si gioca sia la mera pulsione erotica. Non si vive solo di superiorità (provata, e presunta) o di ammirazione (idolatria, dipendenza) nei confronti del cast. Quest’anno per favorire gli accoppiamenti all’interno della casa1 gli autori hanno badato a selezionare preferenze sessuali il più possibile variegate; riassumendo sulla base delle notizie attualmente pubbliche, abbiamo una lesbica, una bisessuale, un bisessuale (il maggiordomo, che forse non era solo un maggiordomo, ammicco ammicco), un possibilista, due-tre donne che apparentemente si getterebbero addosso al primo essere animato che possano incontrare per strada (tra cui Cristina, la lap-dancer, quarta naturale ma ampliata a diciott’anni ad una sesta) ed un paio di uomini così disperati che non vedrebbero perché discriminare gli oggetti inanimati (tra cui un presunto playboy). Tutti piuttosto carucci, shakerati perché cominciassero ad intersecarsi2: da questo punto di vista gli autori non avrebbero potuto fare di più (tranne forse aggiungere un carro di buoi, proprio per stare sicuri3).
Insomma, la prima nota interessante dell’edizione di quest’anno è questa: gli autori ormai non si limitano più a constatare ed assecondare la morbosità del pubblico; mai come stavolta vogliono suggerirla, stimolarla, indirizzarla. Sono i primi? No, e forse nemmeno i più espliciti. Purtroppo non vedo tanta televisione4 e non sono in grado di stabilire né quanto la scelta sia condivisa da altri programmi, né da quando si è iniziato. Però capite che ostentare il diverso davanti al pubblico generalista in un contesto fortemente irreale spacciato per spaccato realistico non ha nulla o quasi a che vedere (checché abbia detto l’Arcigay sulla vittoria di Luxuria) con l’integrazione. Perché si attivano i meccanismi di cui sopra: il pietismo (poverino, che vita sfortunata), il buonismo compassionevole (bisogna volergli bene che ne ha avute tante), il voyeurismo (chissà se le due lesbiche della casa… ihih5.), l’eccitazione. È facile finché i soggetti osservati sono dentro una gabbia. Poi però se una coppia gay vuole adottare un figlio, li si ritiene inadatti a svolgere il ruolo di genitori. Perché sono tanto carini, peculiari, normali finché non possono nuocere, finché lo status di normalità non gli pertiene davvero. Poi basta.
[La seconda parte è qui]
Fantastico video in stop motion: Revamped Graphic Equalizer. E non guarderete più il vostro hi-fi con gli stessi occhi.
Volevo fare un post su su un cupissimo esordio solista di elettronica un po’ d’avanguardia, oppure su un disco di pop folk retrò che ultimamente ascolto tantissimo, o anche su un ottimo ritorno di soft disco un po’ FM di uno de miei eroi musicali di tutti i tempi, il tutto con un paio di frasi ispirate, informazioni di contesto, qualche mp3 e un po’ di pippe mentali.
Poi mi sono ri-imbattuto a breve distanza prima in una eccezionale versione di un pezzo di Rihanna che non mi è mai davvero dispiaciuto (anzi) e subit dopo nel mash-up migliore dell’anno scorso (che mischia l’eccezionale anthem avant-folk dei Department of Eagles con l’eccezionale anthem strappamutande di Britney Spears), et voilà, un post a braga calata è servito senza sforzo. Da gustare freddo, e coi pantaloni alle caviglie.
The bird and the Bee – Don’t stop the music (Rihanna cover) (MP3)
ABX – No one womanizes like you (Britney Spears VS Department of eagles) (MP3)
D’altra parte Obama è diventato presidente anche grazie a Facebook
Maria Laura Rodotà
In una sera d’autunno del 2007, un gruppo di studiosi di scienze sociali, statistici, informatici e amici vari ha partorito un’idea bizzarra: usare l’immensa mole di Facebook per un esperimento di social democracy. Da un certo momento in poi, alcuni di noi di Inkiostro hanno seguito la ricerca (dando anche una mano su piccole questioni secondarie) e questo post precede (per gentile concessione del prof. Alossi – che è una persona squisita prima ancora che un brillante studioso) il resoconto di quest’avventura (che sarà anticipato, in versione ridotta, su Wired e, con un’intervista, su The New Republic).
Chi di voi non ha mai espresso su Facebook un’opinione precisa su un argomento controverso? L’indagine del Gruppo di Lavoro Sulla Democrazia è partita da un dato (frutto di due precedenti ricerche, una dell’Università del Michigan, l’altra dell’agenzia Leary di marketing sperimentale): la virtualità abbassa le inibizioni (e fin qui, nulla di nuovo); inoltre: l’affievolimento delle inibizioni migliora la quantità e la qualità del dialogo. Si calcola che un dibattito effettuato a distanza mediante digitazione su tastiera e tecniche di instant messaging ha un tasso di successo (cioè si formano opinioni di maggioranza elaborate su argomenti inizialmente controversi) del 32% superiore a un dibattito tradizionale (presenza fisica e voce).
Se io esprimo un’opinione sul mio status di Facebook e i miei contatti commentano; ovvero se io m’iscrivo a un gruppo che sostiene un’opinione e i miei contatti valutano un eventuale invito – si tratta di dibattiti virtuali? Assolutamente sì, sostiene il gruppo di Alossi. Anzi, si tratterebbe, secondo il prof. Alpert, di una forma ulteriormente libera di dibattito, in quanto "si sviluppa spontaneamente senza le restrizioni ambientali, cronologiche e dispositive di un dibattito "organizzato". Alpert e Alossi sostengono che se un dibattito virtuale "organizzato" (cioè un argomento controverso dibattuto su IM da un tot di persone in un tot di tempo secondo regole minime ma condivise) è il 32% più efficace del dibattito tradizionale, il dibattito virtuale libero (cioè quello indiretto che si sviluppa con gli status e l’iscrizione ai gruppi di Facebook) può migliorare tale prestazione di un ulteriore 30 o addirittura 40 percento.
In concreto, il gruppo di Lavoro sulla Democrazia ha avuto accesso a 17 applicazioni di Facebook tra le più disparate (non abbiamo i nomi, ma ci dicono che si va da questionari frivoli a giochi di logica e di combinazioni di parole). L’accordo con i produttori di queste applicazioni prevedeva l’accesso dei Nostri a una mole incredibile di dati riguardanti l’aggiornamento dello status, i commenti allo status, l’iscrizione a gruppi, i messaggi sui "walls" dei gruppi, l’invito di contatti ai gruppi, l’adesione spontanea di contatti a gruppi cui si è già aderito, la cancellazione da gruppi, la cancellazione di contatti da gruppi, l’ordine cronologico delle cancellazioni rispetto a eventi dialettici (come gli scambi di commenti sul wall) e altri dati ancora.
Il grosso del lavoro è toccato agli statistici. Ci ha spiegato la dott.ssa Ergico: "Non basta sommare le opinioni, bisogna valutare la qualità dello scambio. Se io, ad esempio, non ho mai espresso un’opinione significativa se non in risposta a quelle dei miei contatti e decido di prendere una posizione forte, la mia opinione avrà un valore diverso dal caso in cui io abbia sempre espresso opinioni primarie. Lo status sarà sempre "Lisa è felice per Obama", in entrambi i casi. Ma per i nostri modelli i due status avrebbero un punteggio molto diverso".
Si è trattato di un lavoro enorme. I dati esatti saranno resi noti nel volume di prossima pubblicazione, ma si parla di 80 milioni di aggiornamenti status, oltre 400 milioni di commenti, migliaia e migliaia di gruppi, centinaia di milioni di "scambi".
"La social democracy" dice Alossi "non è un gioco. Abbiamo dimostrato che il libero scambio di idee produce ricchezza di pensiero, valore emotivo e intellettuale, democrazia".
Noi siamo solo contenti di aver potuto sbirciare e sostenere il lavoro di queste persone e, in attesa della pubblicazione ufficiale del libro che racconterà l’avventura di Alossi & Co., vi offriamo le risposte efficienti a 30 attuali questioni controverse secondo la social democracy di Facebook. Per le ragazze e i ragazzi di Alossi e Alpert questi sono "i risultati migliori del migliore dei dibattiti possibili".
1. L’elezione di Obama è bene. La delusione sarebbe male.
2. Il conflitto israelo-palestinese è molto male, ma gli Israeliani sono un po’ più male.
3. Dio non esiste, forse, ma scriverlo così sui bus è – non so.
4. La mafia è male. E i gruppi che sono fan della mafia sono male.
5. Se il Mignolo e il Prof conquistano il mondo è bene.
6. Abbandonare i cani è male.
7. Che Obama si emozioni all’Inaugurazione è bene.
8. Il vestito della moglie di Obama è male.
9. Che siamo tutti uguali è bene.
10. I DRM di iTunes sono male. Ma comprare il cd è più male.
11. La maleducazione di Santoro con l’Annunziata è male. Ma l’Annunziata che non si emoziona per i Palestinesi è molto più male.
12. Veltroni non è bene, ma un altro è male.
13. Guantanamo è molto molto male.
14. La neve è bene. Troppa neve è meno bene. Troppa neve a Milano con la Moratti sindaco è male.
15. Il maltempo è male.
16. La crisi è male.
17. L’Islam non è male, ma certuni nell’Islam sono molto male.
18. L’omosessualità non è proprio bene, insomma. Ma guarire dall’omosessualità è mooolto male.
19. La faziosità è male.
20. Berlusconi non è bene. Ma l’antiberlusconismo è male.
21. Morgan è bene ma anche male.
22. La riforma Gelmini della scuola è – non ricordo.
23. L’eutanasia è male. Ma vietare l’eutanasia non è proprio bene.
24. Il matrimonio gay è bene. Tra un po’.
25. Le impronte digitali ai rom è – non ricordo.
26. Kakà che resta al Milan è bene. Berlusconi che telefona a Biscardi per dire che Kakà resta al Milan è male.
27. Bush era male.
28. Oliver Stone era.
29. Le application di Facebook che ti costringono a invitare 10 amici per scoprire i risultati del test che hai appena fatto sono male.
30. Quelle che ti costringono ad invitarne 20 sono il doppio più male.
Tra qualche ora incomincia la nuova stagione di Lost, una delle serie più seguite della televisione americana in tutto il mondo e bla bla bla. Si tratta della quinta stagione: composta da diciassette episodi, ci terrà compagnia, si suppone, quasi fino all’estate. Però, non so voi, ma io della fenomenale quarta stagione, a quasi 8 mesi di distanza, non mi ricordo una mazza ferrata. La bara, la manopolona, embè? Nella speranza dunque di fare cosa gradita anche a lor signori, ecco quindi una piccola video-guida che potrebbe aiutare a rinfrescarci la memoria prima dell’agognata ripartenza.
Spoiler alert: chi non è a pari con la trasmissione USA [o con quella italiana di Fox e di Rai Due, NdInk] è pregato di allontanarsi.
Quelli di SL-Lost.com hanno riempito il loro profilo Youtube con una serie di video chiamati In preparation for season 5 che analizzano alcuni elementi narrativi e temi: "redemption", "connections", "the black smoke", "ghosts", "desmond". Tutto molto bello, clap clap, ma non abbiamo mica tutto questo tempo. Ecco perché è presente anche questo doppio video-recap della quarta stagione, della complessiva durata di circa 17 minuti.
Si tratta però di un video-podcast, con le voci narranti che tramite l’uso di un pessimo microfono spiegano i vari passaggi della stagione mentre le immagini scorrono. Boooring. Se avete un nasino più raffinato e ancora meno tempo da sprecare, c’è questo video creato da un fan. Il tocco è un po’ troppo personale, la musica è invasiva, ma c’è tanta robba, e dura solo 10 minuti secchi.
Di questa robaccia da registi di videoclip falliti Youtube è però piena fino a scoppiare, e non è mai del tutto completa, oppure è proprio fatta alla cazzo di cane con Otherside dei RHCP in sottofondo. Peccato che quest’anno la ABC non abbia ripetuto l’exploit geniale dell’anno scorso. Ma a fare le veci del network sono accorse una manciata di ore fa due volenterose, talentuose e divertenti giovani fan, che hanno provato a raccontare tutta la quarta stagione nel tempo record di 4 minuti e mezzo.
Provateci voi, dico io.
(segnalare altro nei commenti è veramente cosa buona e giusta)
Dalla spettacolare gallery Amazing cityscape art made from unusual objects:
San Francisco fatta di gelatina (di Liz Hickok)
Cityscape II (di Grace Grothaus)
Unreal Scene (di Liu Jianhua)
Bonus (fotografato dal sottoscritto alla Biennale Arte di Venezia l’anno scorso):
L’ombra del profilo di New York City (pre 11 Settembre) proiettata da una serie di casse di stereo
(non ricordo il titolo e l’autore, ma magari qualcuno di voi sì)