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sabato, 27/06/2009

Stoycismo

Stoya


Ospite dell’ospite, Signore e Signori, ecco a voi un pezzo di mm1.

Per chi non sapesse di chi si tratta, ha ottenuto l’AVN, l’XBIZ e l’XRCO award 2009 come best new starlet. Del porno, ovviamente. Leggo ora su google che parrebbe avere un flirt con Marilyn Manson.

In realtà il ruolo di Stoya all’interno del porno è piuttosto interessante, manovra commerciale simile a quella dell’oramai consolidata Sasha Grey: portare la blogger della porta accanto sullo schermo. La cosa è ancora più marcata se date un occhio alle pluripremiate produzioni digital Playground (Cheerleaders, per esempio), in cui lei ha un ruolo già canonizzato per quanto concerne il partner maschile, il contesto narrativo del rapporto, nonché la di lei recitazione e le espressioni del volto, ecc. ecc.

Con Stoya, Reclutata a quanto ne so nel giro suicidegirl/deviantart/softcore [update: ecco un’intervista che chiarisce un po’ di cose], l’industria del porno assolda una che ci ricorda il sundance, garden state o una qualche fan di Battlestar Galactica – ovverosia, come sarebbe fare l’amore con la diciottenne con la maglietta di slashdot che incontrate al solito negozio di dischi mentre si ascolta i vaselines? – sarebbe imbarazzata, e lo faremmo amandoci veramente, ma sempre molto imbarazzata. e ne sarebbe felicissima e con quel misto di candore e pudore (l’indieboy non può far trasparire pensieri impuri, nemmeno a se stesso, per cui meglio soffocare sotto ettolitri di teenage angst e chiamarla ennuì) lei mi direbbe che io sono l’unico al mondo e lo sarei veramente l’unico al mondo per lei e lei sarebbe per sempre l’unica al mondo – più che l’ennesima barbie stars & stripes così 1.0 quale ad esempio Jesse Jane.

Insomma, da farci una tesi allo iulm, per dire, e consigliatissima agli amanti di Blankets di Craig Thompson.

lunedì, 20/04/2009

Il futuro è morto

JGB

James G. Ballard, 1930-2009.

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venerdì, 03/04/2009

I always wanted to be Inkiostro

tenenbaum fail

Il blog più bello di tutti i tempi – “tutti i tempi” che nella mia mente devastata e vile corrispondono più o meno a due giorni – l’ho scoperto ieri. Si intitola TENENBAUM FAIL ed è geniale a più livelli.
Sì, perché ha come oggetto l’emulazione fallita da parte della più varia umanità di un film che non solo ha come tema centrale proprio l’emulazione fallita (“I always wanted to be a Tenenbaum”…), ma è esso stesso un esempio clamoroso di emulazione fallita (del cinema vero, ad esempio), per tacere del suo autore, un regista che ogni volta tenta fallimentarmente di emulare un figo.
O detta altrimenti: il film di Wes Anderson ha sì per oggetto l’emulazione fallita, come Madame Bovary poniamo, ma dato che – a differenza di Madame Bovary – del mimetismo sociale non ne decostruisce i meccanismi e il potere, ma anzi questo potere lo rafforza e lo esalta (da cui il piacere che ne ricaviamo), finisce per perpetrare lo stesso desiderio di emulazione che mette bonariamente alla berlina.
Detto ciò I Tenenbaum sono, ovviamente, uno dei miei film preferiti di tutti i tempi.

tenenbaum fail
epic fail
sbombabilissima

martedì, 17/02/2009

Call for Papers

All I Know I Learned From Family Guy

Scritta su una t-shirt

 

fg2

Ragazzi, la proposta è seria. Sedetevi (se ancora ricordate come si fa) e ascoltate.

L’idea è semplice e la faccio breve: mettere insieme le menti più geniali della nostra generazione, chiuderle in una stanza e farle lavorare su qualcosa che possa veramente cambiare il mondo e migliorare la vita di tutti (chessò: la pace in Medio Oriente, il riscaldamento globale, la pietra filosofale). Poi, quando i cervelli migliori saranno tutti occupati, noi potremo dedicarci a qualcosa di divertente. Un testo collettivo che colmi una grave lacuna dell’editoria nostrana e al contempo faccia uscire dal tunnel della droga (o del blogging) i tanti laureati al Dams o Scienze della Comunicazione che riempiono le strade delle nostre città. E magari ci porti anche settantadue vergini senza dover prima morire, e ci faccia diventare ricchi trasformandoci da poveri immigrati vietnamiti quali siamo in ricchi caucasici hollywoodiani. Voi direte: Cosa?

Scrivere la raccolta di saggi definitiva sui Griffin.

Se vi siete bagnati il momento di asciugarsi è questo.

Qualcosa di simile a I Simpson e la filosofia o La filosofia di Lost, House, Harry Potter, Sasha Grey (be’, per questa non serve un libro intero), Wittgenstein, i Griffin (sì: in inglese ne esiste già uno per Family Guy) o le altre innumerevoli forme che può assumere il declino dell’Occidente e l’Heideggeriana Autodistruzione della Tradizione Umanistica (HATU). Chi siamo noi per tirarci indietro quando si tratta di oltraggiare qualcuno o qualcosa?

L’unica differenza è che il nostro testo non si limiterà alle letture filosofiche (gli studenti del Dams, ricordate?) ma si allargherà a tutte le possibili chiavi interpretative, discipline e approcci ermeneutici (ad esempio: Da Frank ed April a Peter e Lois. Ascesa e declino della famiglia nucleare; oppure: Deconstructing Peter: testualità e dissémination al tempo di You Tube; o anche L’uomo dei lupi: la sessualità di Stewie in una lettura freudiana; Dimenticare Foucault, ricordare Quagmier… ecc…). Insomma: tutto quanto possa mettere in luce la genialità (o la problematicità) di una delle vette assolute del pensiero umano, Family Guy appunto.

 

Senza nome-2Anche secondo voi Revolutionary Road assomiglia a una puntata dei Griffin, solo meno divertente?


Prima cosa: inviatemi i vostri abstract e le vostre proposte a questo indirizzo.

Se le proposte ricevute saranno in quantità e qualità adeguate si passa alla fase due: stendere una decina di cartelle (da dieci a venti) di intelligenza e umorismo sul tema scelto (più la prima che il secondo. Ricordate: sono comunque dei saggi che pretendono di dire qualcosa sull’argomento e non solo palesare barzotti quanto vi siete rincoglioniti a guardare il tivì). A quel punto un editore senza scrupoli avrà già bussato alla nostra porta supplicandoci di pubblicare il frutto delle nostre fatiche (alla peggio basterà chiedere un finanziamento al dipartimento di Cultural, Media and Genders Studies della Libera Università Telematica di Bolzano-Canicattì).

Fase tre: bersi un martini.

 

family-guy-nov14

lunedì, 02/02/2009

mxtp →

muxtape

muxtape.com → è tornato. L’impressione è che non sia più figo come una volta.
Diosanto, neanch’io se è per questo.

mercoledì, 28/01/2009

Autore, Titolo

I Can Read Movies

C’era quello che diceva che il mondo esiste soltanto per finire in un libro. Evidentemente qualcuno l’ha preso sul serio: tipo questi due designer che ti tirano fuori delle copertine vintage per delle cose che libri non sono (e che forse, se anche lo fossero, non avremmo troppo voglia di leggere).
Quelle sopra sono di spacesick (flickr), copertine immaginarie per immaginarie novelization, mentre i librogames qua sotto (con buona pace di Lupo Solitario) le ha fatte Olly Moss, già distintosi per dei manifesti cinematografici alternativi.
Ognuno ha un vizio segreto che espleta in solitudine nella propria cameretta. Se il vostro sono le copertine (nessuno vi giudicherà per questo), qua c’è il vostro porno: il Book Cover Archive e relativo blog. Ma se anche a voi il porno su internet è sempre sembrato freddo, c’è il caro vecchio cartaceo che non delude mai: Penguin By Design: A Cover Story 1935-2005 è un volume che ripercorre la storia del design grafico della gloriosa Penguin. Un classico della grafica editoriale a cui si sono ispirati anche i due tizi sopra, ma se ne volete ancora e di più: tranquilli, basta chiedere. Qualcuno più feticista di voi lo si trova sempre.

Videogames Classics