giovedì, 31/12/2009

A Blue Moon New Year’s Eve

Blue Moon: è una di quelle espressioni che si sentono da sempre ed è il titolo di un celeberrimo standard jazz/pop eppure quasi nessuno sa davvero cosa voglia dire. Di certo io non lo sapevo fino a ieri, quando mi hanno spiegato che la Blue Moon è la seconda luna piena di un mese, che avviene una volta ogni 2 o 3 anni (per la precisione ogni 2.7154 anni) e che quest’anno capita esattamente stasera, per l’ultimo del’anno. Non esattamente una cosa comune. Da wikipedia:

A blue moon is a full moon that is not timed to the regular monthly pattern. Most years have twelve full moons which occur approximately monthly, but in addition to those twelve full lunar cycles, each solar calendar year contains an excess of roughly eleven days compared to the lunar year. The extra days accumulate, so that every two or three years (on average about every 2.7154 years), there is an extra full moon. The extra moon is called a "blue moon." Different definitions place the "extra" moon at different times. […]

The term "blue moon" is commonly used metaphorically to describe the rarity of an event, as in the idiomatic expression, "once in a blue moon." [#]

Da noi con ogni probabilità il maltempo impedirà di vedere la luna, ma se a un certo punto della nottata doveste scorgere uno squarcio tra le nuvole, spegnete Disco Samba e mettete su questa canzone, nella versione di Atlas Sound o in una delle decine di versioni più classiche che esistono. Buon Anno.

 

 

 

 

 

Atlas Sound – Blue Moon (MP3)

 

 

mercoledì, 30/12/2009

Ormai è ovvio che mi sono proprio bevuto il cervello

Ma oggi tutto quello che ho voglia di postare è questo medley in cui Sam Tsui (ignoto studente di musica americano che ha già avuto i suoi 15 minuti di web-celebrità con questo video in cui cantava i più famosi pezzi di Michael Jackson insieme a varie copie di se stesso) rifà i più noti singoli di Lady Gaga. Tu chiamala, se vuoi, crisi di mezza età in anticipo.

 

martedì, 29/12/2009

Perchè pagare per la pubblicità quando hai i tuoi utenti?

L’immagine qua sopra, una chiara (e sacrosanta) celebrazione delle doti modulari di un PC nei confronti della costosa eleganza di un fighettissimo Mac, è al momento il post più votato all’interno della piattaforma di social news Digg.Com, nonostante sia ovviamente uno spot (della Dell). A che serve pagare per creare della pubblicità quando basta dire la verità e farsi aiutare dai propri utenti?

 

lunedì, 28/12/2009

Pop-up Pong!

Tornato a casa ieri sera dopo l’inevitabile Natale dai miei, in una Bologna fredda e un po’ desolata (resa ancor più gradevole dal clima artico dentro casa causato dal riscaldamento rimasto spento), ho passato le ultime ore delle ferie più corte della storia a giocare a Browser Pong, versione fedele e ridicolmente nerd (è interamente costituita di finestre pop-up, realizzate in javascript e HTML5) del grande pioniere dei videogame.

Ovviamente funziona solo su browser recenti, ma per chi con queste tecnologie ha a che fare quotidianamente e più o meno sa come funzionano si tratta di un esperienza quasi pornografica. Almeno finchè non si scopre che le finestre sono ridimensionabili e che quindi barare è a dir poco elementare. Quindi, non meno divertente.

 

giovedì, 24/12/2009

Merry Christmas after all

 

Crocodiles + Dum Dum Girls – Merry Christmas baby (please don’t die) (MP3)

 

 

martedì, 22/12/2009

Trenitalia è la metafora del paese

Dal già affollatissimo gruppo di Facebook Vaffanculo Trenitalia Vaffanculo. Direi che batte tutte quelle che si sono viste in giro in questi giorni.

 

lunedì, 21/12/2009

Campane rotte

Mi aspettavo qualcosa di diverso e -forse- di migliore dalla collaborazione tra il premiato produttore Danger Mouse (già super-star del bastard pop con il Grey Album, deus ex machina degli Gnarls Barkley e produttore per Gorillaz, Beck, Sparklehorse, Rapture e via andare) e James Mercer (voce, autore e ora più o meno unico titolare degli indie-blockbuster The Shins) sotto il nome Broken Bells.

Il singolo The High Road (che precede il disco in uscita a Marzo) è stato appena diffuso in rete, e devo dire che dopo un paio di ascolti non sono particolarmente impressionato. I suoni sono perfetti e lo stile non si allontana troppo dalle cose più laid back dei Gorillaz con la strofa di una delle ballad di Chutes too narrow, ma mi pare mancare la zampata che lascia il segno (e il ritornello è davvero brutto). Voi che dite?

 

 

Broken Bells – The high road (MP3)

 

 

lunedì, 21/12/2009

Generations and their bigotry

 

Il problema delle generazioni e del loro eterno ritorno, splendidamente esposto da Saturday Morning Breakfast Cereal .

 

venerdì, 18/12/2009

E tutto quello che mi sento di dire oggi è

 

Spingete Play, è un ordine.

 

 

Walt Ribeiro’s OrchestraPoker face (instrumental orchestra version) (MP3)

 

 

giovedì, 17/12/2009

Altro che statuetta del Duomo

 

(via)

 

giovedì, 17/12/2009

Nuovi Spifferi Rurali

Integrate & Fire, 11th July 2009, Hangar – Barcelona from Sebastián Mealla on Vimeo.

Psss Psss Pssss? Che musica è? Be’, il cerimoniere Marino José Malagnino, un campionatore umano che suona musica concreta, in attesa di partire per il tour religioso del mondo rurale, bisbiglia ai musicisti pezzenti parole povere e istruzioni noise.
Marino una ne pensa e cento ne spiffera, rimanda comunque anche a musicisti come Bob Corn e John Zorn e specificatamente alle esperienze con la Morose Orchestra e Bachi da Brace, soprattutto per quanto riguarda l’arruolamento in loco degli strumenti da far suonare, ogni giorno in una città diversa e con i giocattoli disposti in cerchio e i musicisti senza orecchie ad eseguire musiche che vengono in mente al pubblico in silenzio.

E’ un casino tra cracklebox, microfoni a contatto, diamonica, oggetti, sax & loopstation, trombone, batteria, nastri & rantoli, beatbox, violino, voce, cajon, sequencer homemade, clarinetto, korg ms20, didgeridoo, Bruno Dorella, Mr.Brace, Valerio Sartori dei Morose, Lo Dev Alm, Sparkle In Grey, il chitarrista dei Did, Cristiano Lo Mele, Daniele Brusaschetto, Luca Sigurtà, il trombettista dei Tanake, Cornelius Cardew, Terzilio Mancinelli, IOIOI, Mario Negro, Silvia Tarozzi, Paolo Di Cioccio, Joahn Cuny, Benedetto Fanna, Andrea Doremi, Giovanni Mancini, Salvatore Pasca, Cristiana Vignatelli, Alberto Betella, Luca Dubbini, Antonio Catalano, Frantz Loriot, Oscar Palou, Mathieu Bosi, Stefano Giust, Stefano Spataro, Michele Mazzani, Juan Manuel Pereia, Massimo Campasso, Jordi Salvadò, Luca Miti, Marco Domenichetti flauto, Julian Bonequi, Patrizia Oliva, Massimo Miola, Emanuele Sagripanti, David Solis, Giacomo Galloppa, Gabriele Gotini, Paolo Cruciani, Simone Alteri, Deborah Walker, Nicola Turizziani, Melle Hofmanimal, Felice, Aldo Becca, Massimo Ciucci, Fabio Moriero, Anna Guidi, Adriano Lanzi, Luca Cerelli, Andrea Tosi, Alberto Piccinni, Luciana Manca, Filippo Torsani, Marco Ariani, Diego Accorsi, Gigi e Andrea.

Ne viene fuori una session dal sapore random che si autoalimenta con musica godibile e giocosa.
Psss Psss Pssss sembra in realtà inserirsi nella tradizione di quella meditazione creativa da sagra paesana parente alla lontana del loop sghembo, cugina occasionale dei samples ricorsivi e retroattivi, amica improvvisata del Tom Waits piu’ ubriaco che utilizza i musicisti a disposizione come fossero un progetto senza spartito, senza bisogno di fare prove, senza fermarsi, senza musica, senza orecchie.
(via)

Psss Psss Pssss
8 gennaio 2010
sPAZIO211 – Torino

Se suoni uno strumento e vuoi partecipare alla data torinese di Psss Psss Pssss scrivi a:
m.malagnino@gmail.com

Psss Psss Pssss live a Luminasio (19/07/09) – 1

Psss Psss Pssss live a Luminasio (19/07/09) – 2

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mercoledì, 16/12/2009

Avete mai desiderato di avere di nuovo 11 anni?

Avete mai desiderato di avere di nuovo 11 anni?

Io mai, lo confesso. Le scuole medie di solito sono un periodo tutt’altro che piacevole: finita la spensieratezza delle elementari e non ancora imboccata la selvatica esplorazione del mondo adolescenziale, per una manciata di anni si è intrappolati in una terra di mezzo in cui non ci sono coordinate sicure e in cui ciascuno va alla sua velocità. Io non ricordo quasi niente dei miei 11 anni, se non i pomeriggi a leggere Lo Hobbit e Il Signore degli anelli e a registrare mostruose compilation di canzoni dalle radio locali con il radiolone rosso di mia sorella, mentre uno dopo l’altro i miei amici delle elementari tutto d’un colpo diventavano bulletti da bar e smettevano di trovare interessanti i Lego con cui io, imperterrito, continuavo un po’ colpevolmente a giocare.

Probabilmente è uno dei pochi periodi della mia vita che non ho mai desiderato di rivivere. Almeno fino a un paio di giorni fa, quando ho letto Facciamo un videogioco!.

 

Facciamo un videogioco! è il primo romanzo di Ivan Venturi, illustrato da Francesco Mattioli e edito da GradoZero Edizioni (un nome che dovrebbe dire qualcosa a più di uno di voi, visto che un suo 50% ha scritto varie volte  su queste pagine). E’ un romanzo per ragazzi («a partire da 9 anni», recita la quarta di copertina), un genere che normalmente fa fuggire a gambe levate qualunque adulto che non abbia figli in età scolare, e che personalmente non frequento appunto da quegli anni. Quando ho saputo che GradoZero avrebbe pubblicato un romanzo per ragazzi dedicato al mondo dei videogiochi ho pensato che le ragazze avessero un gran coraggio, data la nota difficoltà di rendere per iscritto (quasi) tutte le tematiche tecnologiche diverse dalle visioni di fantascienza e cyberpunk. Quando ho saputo che il libro non parlava solo di giocare ai videogiochi ma addirittura di crearne uno, ho concluso che fossero completamente impazzite. E ne ho prenotata una copia.

 

Non consideravo che a firmare era Ivan Venturi, uno che di videogiochi ne sa, perchè per quella strada c’è passato. Già colonna portante della leggendaria Simulmondo (per cui nel 1987 ha creato Bowls, il primo uno dei primi videogiochi interamente italiani), Venturi è qui all’esordio come scrittore, ed è forse proprio questo -unito al dichiarato, inevitabile, autobiografismo- a rendere la storia così autentica. E in qualche modo addirittura entusiasmante, nel momento in cui le parti narrative si incastrano alla perfezione con quelle più didattiche per raccontare una storia che è prima di tutto una lezione sull’importanza dell’immaginazione e su quello che può fare. Soprattutto se ha in mano gli strumenti giusti.

 

Strumenti che ci sono. Come ciliegina sulla torta, allegato al libro c’è il CD-ROM Inventastorie, versione light dell’authoring system usato dai protagonisti del libro, che consente in modo piuttosto semplice di creare a chiunque adventure games spartani ma di sicuro effetto. Magari non ci si riesce a ricreare Monkey Island, ma certi adventure dei vecchi tempi non sono poi così lontani.
E ti riscopri, a fine lettura, a desiderare di poter avere di nuovo 11 anni, per poterti imbattere in un libro così, leggerne le pagine ancora e ancora e scoprire che anche tu potresti non essere così diverso dal protagonista del libro. E che avere 11 anni, dopo tutto, forse non è poi così male.

 

martedì, 15/12/2009

Heaven knows this is a useless cover, now

Le date italiane dei Kings of Convenience di un paio di mesi fa hanno chiaramente mostrato il duo norvegese a un bivio: non aiutati dalla qualità altalenante del’ultimo Declaration of dependence, il lato ballata de loro repertorio ha mostrato un po’ la corda, nettamente surclassato dai pezzi un po’ più uptempo (diciamo così), con arrangiamenti più ricchi e ritmiche un po’ più veloci. Forse nel tentativo di riconciliare il pubblico con la loro natura più intima, i re della convenienza hanno chiuso la data di Roma con la cover di un classicone degli Smiths – l’inno dell’internazionale indie Heaven knows I’m a miserable now – suonata voce e chitarra dal solo Erlend Øye. Ascoltate e giudicate voi: riconcilia o no?

 

 

Kings of Convenience – Heaven knows I’m a miserable now (The Smiths cover – live in Rome 2009) (MP3)

 

Kings of Convenience – Live in Rome – full concert (RadioDue Rai rip) (MP3)

 

 

[foto Kekkoz]

 

lunedì, 14/12/2009

Everybody be cool, this is a mixtape


A volte la contemporanea presenza di tempo libero (molto), senso del ritmo (parecchio), e capacità nell’utilizzo di programmi di montaggio (un bel po’) dà vita a grandi cose.
Questo video che mette insieme musiche, dialoghi, rumori e spezzoni dei film di Quentin Tarantino ridefinisce l’idea di mixtape, e se non è un capolavoro ci va vicino.
A tutto schermo si gode di più.
(via)

lunedì, 14/12/2009

Welcome to 1994

A Maggio all’Estragon suonano i Pavement.

A Giugno a Ferrara ci sono i Pixies.

• Nelle classifiche di fine anno, si piazzano bene i dischi di Pearl Jam e Alice in Chains.

Jack John Frusciante è di nuovo uscito dal gruppo (via).

 

lunedì, 14/12/2009

Opera d’arte o stronzata?

Non ho una risposta. Però The Rotating Kitchen di Zeger Reyers, che ha cominciato a ruotare qualche giorno fa al Kunsthalle di Dusseldorf e non si fermerà fino a fine febbraio, è bellissima. Una straordinaria metafora dell’esistenza umana, in qualunque senso la vogliate intendere.