oh my geekness

lunedì, 02 10 2006

A ciascuno il suo

C’è chi si commuove riguardando vecchi film. Chi con le foto che testimoniano il tempo che passa. Chi rileggendo tutte le lettere scrittegli da una certa persona negli ultimi 20 anni, e chi le e-mail che in qualche anno hanno portato da un «Come ti chiami?» a un «Non voglio vederti più». Per qualcuno sono i dischi della vita, in ordine cronologico. Per qualcun altro sono le serie tv, dall’infanzia a ieri sera. C’è chi rivede il corso della propria vita attraverso i libri che ha letto. E a qualcuno vengono gli occhi lucidi al brivido dei vestiti che non gli entrano più.
A ciascuno il suo. Io, per esempio, quasi mi commuovo guardando questa bella gallery con l’evoluzione delle interfacce grafiche dei computer (dei desktop, in particolare), dal 1984 ad oggi.
Sono senza speranza, lo so.
[Ne mancano un sacco, sì. Versione a prova di geek ipercompletista qua

mercoledì, 27 09 2006

Unita’ di archiviazione alla seconda

[La Floppy Disk Bag. Ci sono anche le istruzioni per costruirsela]

venerdì, 22 09 2006

Tune your Zune

Si chiama Zune, esce a Natale ed è l”iPod Killer. E porta nientemeno che il marchio della Microsoft. Riuscirà l’azienda  meno cool del pianeta a spodestare il dominio della scatoletta di titanio bianco più amata da grandi e piccini?
Alcuni indizi, forse per la prima volta, farebbero quasi pensare di sì. C’è uno schermo grosso il doppio di quello dell’iPod in cui forse guardare un film comincia ad avere un senso. C’è il wi-fi, che promette meraviglie (che -si spera- il DRM non infangherà), come la possibilità di scambiarsi musica e film con un click e senza fili o di creare delle instant-micro-radio personalizzate. C’è un design forse non esattamente sexy come quello dell’iPod ma non troppo lontano dalle sue linee morbide e stilose. C’è dietro una strategia di marketing all’avanguardia, gestita dallo stesso team che ha creato dal nulla l’XBOX e gli ha permesso di farsi spazio nell’affollato mondo delle console, che flirta con il mondo indie (con la Sub Pop, per la precisione), vanta come punti di riferimento blockbuster del web 2.0 come MySpace e YouTube e pare saperla lunga. E se ci si mette pure l’autorevole Gizmodo a spiegare Five reasons why the Microsoft Zune may succeed, forse questa volta ci siamo.
Voi che dite? Lo Zune ha speranze di avere successo? O l’iPod è destinato a rimanere il dominatore incontrastato dei player portatili ancora a lungo?
[ulteriori dettagli su questo articolo del Seattle Weekly e un po’ ovunque in rete]

venerdì, 08 09 2006

La pupa, il secchione e la tv italiana

Parecchio tempo fa su queste pagine si parlava di Beauty and the geek, versione insolitamente nerd e insolitamente divertente del gioco delle coppie incrociata con un reality mandata in onda sul canale americano della Warner. Scopo del gioco mettere insieme (e osservare) la coppia malassortita formata da una bella e da un secchione nell’atto di tentare di trasmettersi conoscenze, influenzarsi a vicenda e, nel mente, tentare di fare il minor numero di figure di merda possibile. Non esattamente una trasmissione intellettuale, evidentemente; eppure molto spassoso e spesso per nulla stupido.
Dopo aver visto la prima serie americana -che, per la cronaca, è stata anche uno degli argomenti affrontati quando, un annetto fa, sono stato ospite su RadioDueRai- ieri sera sono incappato nella prima puntata dell’edizione italiana, linearmente intitolata La pupa e il secchione. Condotto da personaggi già vacui in origine e da un po’ ulteriormente in caduta libera come Papi e la Panicucci, il gioco è una versione pecoreccia e abbondantemente defilippizzata dello show americano che rinuncia ad ogni sobrietà in favore di lustrini, culi all’aria, giuria, dibattito, pubblico, pianti, polemiche, prove vanamente spettacolari e scambi di battute degni della programmazione pomeridiana di Rai 2. L’ho trovata una lezione esemplare di tutto quanto ci sia di disprezzabile nella tv italiana; un ottimo esempio di come da un’idea se non buona almeno promettente qua da noi non riesca a tirar fuori nulla di più di una baracconata assolutamente inguardabile.

venerdì, 11 08 2006

Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me

[In tema con la notte di San Lorenzo: la Notte stellata di Van Gogh rifatta coi lego]

venerdì, 28 07 2006

Il computer perfetto

Fa anche il caffè.
Per davvero.
[c’è pure il video su Youtube]

lunedì, 24 07 2006

Sui nostri schermi, sulle nostre teste

[Il cursore? E’ un aquilone.]

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lunedì, 17 07 2006

E il problema e’ che il capo di me stesso sono io


[da qui]

martedì, 04 07 2006

Io sono un autistico

«After having worked at my current tech firm for the larger part of a year, I have come to the conclusion that my co-workers aren’t so much idiots as they are fellow citizens in the thrall of various modes of persistent low-grade autism.
The clinical definition is that they are suffering from mild versions of "pervasive development disorders" or "sensory integration dysfunctions". Asperger’s syndrome is one variant that has recently garnered much media hype. People with this sort of condition are known as "high functioning" autistics because they can more or less operate in the day-to-day world. Some people like to think of high-functioning autism as a trendy disease. Wrong. It is not a disease, it’s a condition. Most high-functioning autisticts resent being talked down to and value their condition. It is not a badge of victimhood for them – it’s merely who they are.
Perhaps the broadest way of understanding the world of the high-functioning autistic is to treat all stimuli that impact on the human body not as sensory input but as information bombardment. Most people are able to sift out the day’s excess information without ever thinking about it, but to the tech worker exhibiting autistic – ok let’s just say the word: geek – to most geeks, a hug is not a hug, it’s the fisical equivalent oh holding a novelty marine foghorn up to the hear and blasting it directly into the central nervous system. When you hug a geek, you’re overloading them in a manner they find intolerable. They feel and express shock and revulsion when touched.»
(Douglas Coupland, Jpod, Bloomsbury 2006, p. 290)

lunedì, 03 07 2006

Come se fuori ci fosse qualcosa di interessante da guardare

[Quando ho visto The computer hood, per un secondo ho persino pensato che fosse una figata. Aiutatemi]

mercoledì, 28 06 2006

You’re like a broken link to me

[Si compra qui]

lunedì, 26 06 2006

Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto, ci si arrangia.

Sono al lavoro. Ci sono 35 gradi.

Costo di un condizionatore di media potenza: 4-500 euro.
Costo del condizionatore più la sua installazione, comprensiva della risoluzione di un numero rilevante di problemi logistici per nulla banali: troppo.
Costo di un ventilatore di potenza media: circa 20 euro.
Moltiplica l’effetto: per tre.
Sottrai: il calore prodotto dai computer accesi (8, in questo momento).
Costo di un paio di infradito di gomma della PAM: 3 euro.
Costo di un paio di pantaloncini corti di tela del mercato: 2 euro (cinesi).
Costo di una fornitura quotidiana di bevande ghiacciate (preferibilmente Fanta Icy Lemon): qualche euro.
Lavorare in un contesto che ti permette di andare a lavorare in shorts e infradito: non ha prezzo.

giovedì, 22 06 2006

Uomini e topi

Qualche anno fa qualcuno di mia conoscenza andava molto fiero del suo mouse a forma di M’n’Ms gigante. Niente a confronto con le meraviglie segnalate in Top 10 strangest computer mice da TecheBlog: vette di nerditune con il mouse a forma di Super Mario pixelato o con quello nascosto dentro il controller di un Nintendo NES, widget all-in-one con quello che include un telefono o un orologio (o un microfono spia) e bizzarri esperimenti di interazione uomo-macchina con quello comandato a pedali. Il topo standard è per chi non ha fantasia.

giovedì, 01 06 2006

iSheep, say beeeeh

«You know, you keep on innovating, you keep on making better stuff. And if you always want the latest and greatest, then you have to buy a new iPod at least once a year» (Steve Jobs)

Presa da sola, questa frase di Steve Jobs riportata da Gizmodo non dice niente di particolarmente strano: se vuoi avere sempre l’ultimo ritrovato dela tecnologia e del design, al giorno d’oggi, non puoi certo adagiarti sugli allori. Ogni gioiellino tecnologico viene sempre superato in brevissimo tempo, e l’orizzonte dell’avanguardia tecnologica si sposta veloce quanto la più effimera delle mode.
La curiosa e probabilmente casuale coincidenza temporale della dichiarazione con il dossier del Guardian dedicato, per l’ennesima volta, a fare le pulci all’iPod suggerisce però riflessioni un po’ più inquietanti. Nulla di nuovo sotto il sole: l’iPod (nelle sue varie forme) è fragile, le sue batterie hanno la simpatica tendenza a morire presto e il drastico calo di performance che pare avvenire esattamente al termine della garanzia annuale fa il paio con un servizio clienti che lascia molto a desiderare.
L’apparentemente casuale temporizzazione del calo delle performance unita alle dichiarazioni di Jobs paiono suggerire ben di più delle due cose prese separatamente, quasi una visione in cui le componenti tendenza e design (fondamentali per il suo successo) si sommano e a volte coprono problemi di obsolescenza e malfunzionamento neanche troppo limitati, portando verso una stagionalizzazione francamente ridicola che ricorda, appunto, la moda. Ma si sa, le mode sono effimere. Proprio come la durata delle batterie dell’iPod.

martedì, 23 05 2006

La solita bottarella all’RSS

Quando per dirti che il tuo RSS* non funziona ti scrive addirittura uno sconosciuto dall’America (che pare non sapere neanche l’italiano; cosa ci faccia sul mio blog è un mistero – Hi Mate!), forse è il caso di dare l’ennesima bottarella ai feed di BlogItalia** nella speranza che prima o poi inizino a funzionare a dovere. Dopo un periodo di manutenzione del sito (un giorno mi è addirittura parso di essere rediretto su Blog.com – l’ho sognato?), i feed sono tornati ma ho notato che davano errore. Ne ho ricostruito ed eliminato la causa (la presenza di lettere accentate nei titoli dei post), e sono tornato ad avere dei feed attivi, ma ho poi notato che praticamente tutti i post sono stranamente troncati. Mi sono accorto che ciò accade in corrispondenza della chiusura del primo <span>, che viene probabilmente interpretata come la chiusura del delimitatore stesso del post. Delle due soluzioni indicate qua, infatti, sono costretto a usare il vecchio <span class="rss:item"> perchè il nuovo <!– rss:item:start –> mi produce dei feed vuoti. E visto che l’editor di Splinder, usato tramite Firefox, fa il figo e invece di usare i tag semplici come <strong> e <em> aggiunge ogni volta degli span con degli stili associati, i post si troncano praticamente sempre.
Morale della favola, se voglio feed completi e corretti devo usare l’apostrofo al posto dell’accento nei titoli dei post e, paradossalmente, usare Explorer per postare. Nel web semantico bisogna proprio crederci, altrimenti..
In ogni caso: chi è a conoscenza di un feed generator un po’ più funzionale (non Blogstreet quindi) si faccia avanti.
[* come cosa sono i feed RSS?]
[** quelli di Splinder sono sempre e solo parziali, e sono intergrali sono per gli utenti a pagamento]

lunedì, 15 05 2006

Google e’ piu’ famoso di Dio

Immagino sappiate già tutti di Google Trends, ennesima web-app di Google che consente di misurare e confrontare la popolarità di uno o più termini all’interno del motore di ricerca più famoso al mondo. Ci ho giocherellato un po’ anch’io. Queste le cose che ho scoperto:
_In Italia i blog vanno forte a Cagliari.
_I Beatles sono più famosi dei Rolling Stones (tranne che a Buenos Aires).
_
La capitale dell’indie italiano non è Bologna o Torino ma Rimini.
_Torrent batte E-mule (via).
_Wittgenstein surclassa Macchianera (tranne che a Padova).

_Il twee batte il glitch (ma chissà perchè così tante ricerche in Olanda).
_Douglas Coupland è meno famoso di Nick Hornby (ma tanto in Italia non ci frega di nessuno dei due, ci batte pure l’Austria)

_
Google è più famoso di Dio. (via)
[Ulteriori esperimenti qui e qui. Se volete, divertitevi nei commenti]

venerdì, 14 04 2006

Think Google



[Interfaccia fighissima, AJAXosissima e paradigmaticamente 2.0, interazione assolutamente intuitiva, velocità che compete con le applicazioni desktop e la promessa di integrarsi anche con la macchina del caffè. Il tutto, ovviamente gratis (ma forse a scapito della privacy, anche se loro dicono di no). E’ Google Calendar. Mi sa che nel campo non ce n’è più per nessuno. Ulteriori riflessioni da Gaspar Torriero e un po’ ovunque nei blog americani]

venerdì, 07 04 2006

Ergonomia portami via

www.dontclick.it
[Un esperimento di Interaction Design. La domanda, alla fin fine, è sempre la stessa: dopo che sono state create da noi, quanto e come sono le interfacce a cambiare noi e il nostro modo di interagire (di concepire, addirittura) la realtà?]

lunedì, 27 03 2006

Being 2.0

Nello scorso weekend il sottoscritto ha pronunciato almeno due volte, con tono e intento serissimi, «Non vedo l’ora di guadagnare abbastanza da potermi permettere un analista». Questa tabella di confronto tra terapia di gruppo e Web 2.0 (for geeks only, ovviamente) cade proprio a fagiolo.

martedì, 14 03 2006

Le cose che ci fanno intelligenti

Mi sono avvicinato all’ultimo libro di Steven Johnson (già linkato già la settimana scorsa per il suo commento su Lost) con molta speranza e un po’ di paura. Dall’autore dell’ottimo Interface Culture non potevo non aspettarmi il solito brillante saggio in grado di usare scienze cognitive e media studies per riflettere sul mondo moderno e sulle tecnologie in quel modo laterale e mai banale che riesce ad essere al contempo sia scientificamente inattaccabile che piacevolmente divulgativo. Anche la paura, però, era ben motivata: cosa aspettarsi da un libro che, come da sottotitolo, mira a spiegare «perchè la televisione, i videogiochi e il cinema ci rendono più intelligenti»? Pochi luoghi comuni e un sacco di buone idee, questa -ora lo so- è la risposta.
Tutto quello che fa male ti fa bene è un libro che ribalta le prospettive, e non guarda tanto al cosa quanto al come, evitando di soffermarsi sulle banalità da rotocalco e sul facile catastrofismo da snob mediatico per concentrarsi sui processi mentali che stanno dietro al consumo dei diversi prodotti dell’industria dell’intrattenimento. Scoprendo cose inattese. La riflessione parte col piedi giusto, da Woody Allen:

In un film di Woody Allen di alcuni anni fa, che può ormai essere considerato un classico, Il dormiglione, un gruppo di scienziati del 2173 si domandava stupito come fosse possibile che la gente del ventesimo secolo non avesse compreso le straordinarie proprietà nutritive delle torte alla crema e delle merendine. Allo stesso modo, e senza essere gli scienziati del futuro di un film comico, oggi dobbiamo prendere atto di uno strano fenomeno: i videogiochi e la televisione ci rendono più intelligenti, anche se abbiamo sempre pensato il contrario.

Alla fine, dopo circa duecento pagine di ragionamenti, aneddoti, dati empirici e paradossi cognitivi, è difficile non essere d’accordo: The Sims, GTA, I Sopranos, i Simpson, 24, Dungeons & Dragons e il film de Il Signore degli Anelli sono ottimi esempi di come la complessità dei prodotti culturali di massa stia costantemente crescendo, e richieda risorse intellettive sempre più ingenti per essere apprezzata. Uno scenario che, benchè lontano dall’essere tutto rose e fiori, pare per una volta fotografare le cose dalla prospettiva che finora mancava, indicando una strada. Al riparo da ogni retorica.

lunedì, 13 03 2006

Be your own spammer


[una delle decine -se non centinaia- di magliette generabili da Spamshirt, un sito che con un’idea banale («riciclare inutile spam per creare t-shirt sfolgoranti») e mezzi modesti riesce a raggiungere risultati notevoli. Cose come Wet amateurs girl fucking, Your pr_esc^rip^t-ion info is included, Re: your instant access, Haven’t heard from you in a while e Be the 9 inch man your goddess craves, in certi contesti, possono dare più di una soddisfazione. Dalla Farraginoso Board via Enver]

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martedì, 07 03 2006

Obbligatorio lego link del mese



[Questo e molto altro nel fondamentale Top 10 strangest lego creations. Ci sono una Volvo a grandezza naturale, un Nintendo NES, una Polaroid, un case per l’iPod, un condizionatore (!), un clavicembalo, un flipper, un motore differenziale…]

giovedì, 02 03 2006

For geeks only

Qual è il posto più strano dove abbiate mai visto un blog? Che ne dite del file robots.txt?
[come «cos’è il file robots.txt»?]

martedì, 14 02 2006

nessun titolo

Geeky Valentine
Ci sono molti modi per affrontare San Valentino; i più gettonati sono: fingere che non esista, dire che è una festa stupida e consumistica e banale e blablabla oppure soccombere e premunirsi di regali per il/la/i/le proprio/a/i/e partner. Pur essendomene sempre -banalmente- strafregato e non avendo comunque al momento alcun motivo per dover anche solo ricordare una ricorrenza simile, qualche giorno fa sono capitato sulla pagina speciale di ThinkGeek dedicata ai regali da comprare per l’occasione. Cose come le HTTPanties (slip con ricamati gli errori HTTP; manca il 404 ma -prevedibilmente- il 403 va forte), l’action figure di Einstein, il ciondolo con un dado a 20 facce di D&Diana memoria, la maglietta I love my geek, e la cravatta con scritto Ties suck in codice binario, che si vanno ad aggiungere ai classici del sito come la maglietta I’m blogging this, quella con il fungo 1up di Super Mario o il burro cacao al caffè. Ecco, adesso non so se ridere, piangere o essere semplicemente invidioso.

giovedì, 26 01 2006

nessun titolo

Chi ha l’iPod è un coatto



[Altro che il vecchio ‘calzino’: da iAttire hanno la canotta, le mutande, gli slip e il negligè. In ogni caso, l’ormai classico dock da bagno rimane inarrivabile.]