ma anche no

mercoledì, 26 04 2006

Cleaning up my closet

_E’ un po’ che, come avrete probabilmente notato, da queste parti ci sono un po’ di lavori in corso: immagini che vanno e vengono, file che vanno e vengono, Splinder che va e viene. Prima o poi sistemo tutto e mi accaso su un servizio di hosting almeno vagamente affidabile; nel frattempo, portate pazienza.
_Il Socio è perseguitato dalla figa
. Detto così è fatto in modo perchè non possiate non cliccare su questo link, e rimanere delusi. 
_Sempre il Socio, nella sua ormai imperdibile rubrica audiovisiva della domenica, la scorsa settimana segnalava un filmato giapponese
assolutamente indefinibile. Guardatelo (solo un pezzetto, se non volete impazzire) e impallidite.
_Mp3shits.com, Whorepresents.com, Therapistfinder.com e Powergenitalia.com: sono solo alcuni degli inopportuni nomi di dominio segnalati su Easily mispronouced domain names
.
_In molti li tengono d’occhio dai tempi dell’ottimo singolo (anti)natalizio Christmas is canceled, e qualcuno anche da prima: sono gli inglesi The Long Blondes. Salvatore, che è andato fino al Fabric di Londra per vederseli, conia per loro l’improbabile definizione di aspiranti next big things. Promettenti sono promettenti, e 
avendo appena firmato per Rough Trade, suppongo proprio che il prossimo autunno non potremo non sentire parlare di loro. 

The Long Blondes – Autonomy Boy (MP3) (via)

_Tenevo d’occhio la piattaforma di social bookmarking di del.icio.us da un po’, ma solo ora ho iniziato ad usarla, e ovviamente ne sono subito diventato dipendente. Soprattutto per serendipità semantica, in realtà; in campo di identità editoriale i blog non hanno (ancora) rivali. Però..
_Periodo imballato di concerti come non succedeva da un po’, questo. Finora me li sono persi quasi tutti (anche se questa settimana vedrò di recuperare); niente mi ha però impedito di fare una trasferta nella bassa modenese per i 65daysofstatic all’Aquaragia di Mirandola. Via dall’indie-fighettume di città, con il bravissimo combo che sposta i confini del post-rock ancora un po’ più in là e coniuga il classico paradigma Mogwai con interessantissimi inserti elettronici a metà tra glitch e Aphex Twin. Gran band e gran concerto.

65daysofstatic – Await rescue (MP3)

martedì, 25 04 2006

Una questione privata

Se penso al 25 Aprile, la prima cosa che mi viene in mente è il maestro anziano e zoppo che, quando ero in quarta elementare, una mattina di Aprile portò la mia classe a vedere la Linea Gotica. Usciti festanti dalle mura di scuola come in tutte le gite, invece che in mezzo alla solita noiosa trafila di monumenti ci ritrovammo in cima a un crinale perso nella campagna da qualche parte lungo la valle del Foglia. Tutti ci aspettavamo di vedere un muro, delle trincee, qualcuno sussurrava ci potessero essere anche i resti di qualche carroarmato e magari anche qualche aereo; invece solo colline verdi e un po’ selvagge a vista d’occhio, paesini di quattro case, strade dalle geometrie fantasiose e campi di erba medica. Abituato com’ero ai racconti della Guerra con la G maiuscola di mio nonno, partigiano deportato in un campo di prigionia in Germania e rimasto disperso là per qualcosa come due anni prima di riuscire, dopo un sacco di avventure, a tornare rocambolescamente in patria, il placido paesaggio rurale della Linea Gotica mi sembrava un po’ deludente. E un po’ sorprendente.
Invece delle storie di viaggi lunghissimi, paesi ignoti e eserciti in marcia, il maestro zoppo ci raccontava di una guerra assai più privata, combattuta per un inverno intero a qualche decina di chilometri dalle nostre case. Ci raccontava di cose molto vicine a noi, con i nomi dei paesi e delle frazioni dove magari andavamo a mangiare la domenica e i cognomi di questo o quell’eroe partigiano e di questo o quell’altro infame collaborazionista che suonavano un po’ troppo simili a quelli dei nostri compagni di banco. Ci raccontava dei ragazzini che fingevano di giocare e invece facevano le staffette tra i gruppi di partigiani nascosti sui monti, delle perquisizioni la notte, del terrore che l’uomo nascosto in cantina venisse trovato, dei contadini che davano da mangiare ai partigiani rischiando la morte seguendo principi al contempo così nobili e così privati (ancora), che anche se sono passati solo 60 anni ci sembrano impossibili anche da solo da immaginare.
A causa di quei racconti sugli anni dell’occupazione nazi-fascista e, dopo, sulla liberazione, anche oggi non posso fare a meno di considerare il 25 Aprile una questione privata, fatta di nomi propri, paesini, ed eroi piccoli piccoli che quasi non sembrano tali; non fosse che adesso, se siamo (più o meno) liberi, lo dobbiamo in buona parte proprio a loro. Un’idea che parecchi anni dopo avrei ritrovato, spiegata del migliore dei modi possibili, leggendo Fenoglio, e raccontata meravigliosamente da Leonardo nel suo splendido Cantico del 25 Aprile (in tre parti: qui, qui e qui); linkarlo ogni 25 Aprile ormai è quasi tradizione. La stessa questione privata tanto cara ai CSI di quasi 10 anni fa (sono passati GIA’ 10 anni?) che cantavano in una chiesa, proprio in onore a Fenoglio, La terra, la guerra, una questione privata. Appunto.

CSI – Guardali negli occhi (live) (MP3)
CSI – Linea gotica (live) (MP3)

lunedì, 24 04 2006

Today feeling like

Like a train across the valley.

martedì, 18 04 2006

The spiritual blueprint

Se ci fate caso, la religione è un argomento che nei blog non si affronta mai, con pochissime eccezioni. Anche nella vita di tutti i giorni (la mia, almeno) è una sfera che viene toccata raramente; di solito se ne parla solo quando c’è di mezzo la politica e c’è da prendere qualche decisione che ha a che fare con i massimi sistemi, altrimenti quasi nessuno -cattolico e meno- la tira mai fuori. Per molti, ovvi, motivi.
Io farò eccezione? No, non farò eccezione. Anzi, forse un po’ sì. Sono cresciuto in una famiglia molto cattolica, ma non appena, da adolescente, ho cominciato a farmi delle idee mie sulla vita e sul mondo ho iniziato a prenderne le distanze, dichiarandomi ‘in crisi mistica’ (stadio da cui, peraltro, non sono tuttora ufficialmente uscito). Gli insegnamenti e l’esempio degli umili e intelligenti francescani di campagna della mia parrocchia (davvero ottime persone, lontane anni luce dai tromboni che lanciano anatemi o predicano banalità dagli scranni di qualche cattedrale e dalla miseria umana di chi si serve dell’abito talare solo come modo per scaricare frustrazione) erano e sono comunque ben difficili da conciliare con una posizione decisamente progressista nei confronti di anticoncezionali, fecondazione assistita o aborto (per dire le prime cose che mi vengono in mente) e su una radicale divergenza nell’interpretazione di parecchi tra i dogmi più importanti del cattolicesimo.
L’inevitabile atmosfera pasquale di questi giorni mi ha portato a rifletterci un po’ su, e alla fine ho concluso che la posizione in cui mi ritrovo è una strana (comoda, direbbe qualcuno) via di mezzo tra ortodossia e ateismo, la cui visione dipende tanto da un bisogno atavico d spiritualità quanto da una spinta laica e razionalista che non consente facili giustificazioni. La risultante risente molto della perplessità del De Andrè della Buona Novella e dell’illuminante e in più di un senso eretica interpretazione dei Vangeli data da Nick Cave nei suoi scritti in merito. Una visione in cui l’accento è sull’umanità, sul linguaggio e sulla non convenzionalità della figura di Cristo nei Vangeli; figura poi piegata (distorta, direbbe qualcuno) nel corso dei secoli dalla chiesa a indicare significati ben diversi da quelli originali. Figura affascinante e complessa che è facile fraintendere. Figura che, comunque, costringe a prendere una posizione. E non succede spesso.


Nick Cave – Introduzione al Vangelo di Marco (PDF)
Nick Cave – The flesh made word (excerpts) (PDF)

Fabrizio De Andrè – Il testamento di Tito (MP3)
Nick Cave – Brompton Oratory (live) (MP3)

martedì, 11 04 2006

Mi sa che la democrazia è una cosa sopravvalutata

Mi sto scoprendo filomonarchico.

lunedì, 10 04 2006

Un lunedì fintamente distratto

Utlime ore di attesa febbrile e fintamente distratta, prima che cominci un pomeriggio di frenetici refresh sulla homepage di repubblica, orecchie tese alle dirette radio, commenti via sms e di produttività dimezzata. Intanto ci si sollazza con le illazioni dei soliti ben informati (tipo Mantellini, ma meritano in particolare i commenti dell’ultimo post di Brodo), con la bella fotografia di Luca Sofri (ma mi sa che oggi piove) e con le interessanti riflessioni degli ultimi post di Suzuki Maruti (notevoli soprattutto le osservazioni sugli ex di Lotta continua).
La produttività di oggi è già andata, mi sa.

giovedì, 06 04 2006

Dopo che

Dopo che la Primavera, che depressione, ma anche le nuvole, che depressione
_Dopo che hai appena cominciato a leggere per la prima volta un libro di Houellebecq e lo adori e lo odi e lo adori già dopo poche pagine
__Dopo che hai passato buona parte della serata di ieri ad ascoltare col repeat New Slang degli Shins rifatta in acustica con controcanti di Mr. Iron and wine, una cosa che altro che Natalie Portman, altro che cambiarti la vita, te la distrugge la vita
___Dopo che hai passato il resto della serata a concepire e registrare la puntata di Gocce d’inkiostro di oggi, facendo un’immane fatica per trovare un argomento che non avesse a che fare con le elezioni (soggetto tendenzialmente da evitare, in par condicio); e dire che ne hai le palle (pardon, i coglioni) pieni da giorni, fosse per te si voterebbe domani, e invece
____Dopo che hai sperimentato l’ottusità del filtro IP antispam di splinder, davvero geniale, non c’è che dire
_____Dopo che hai comprato la solita ovvia limited edition di Ringleader of tormentors di Morrissey con bonus DVD e, nientemeno, ‘poster’ (virgolette d’obbligo, visto il formato)
______Dopo che, appunto, sempre le elezioni, ti hanno mandato questo link a 4 minuti di Travaglio che racconta le meraviglie del mausoleo di Berlusconi e non so, cioè, non si può davvero dire niente (grazie a Checco)

_______Dopo che da stamattina invece hai in heavy rotation quella delizia voce e ukulele di Jens Lekman che alla TripleJ suona Your arms around me, e anche qui subito secco, in questo periodo sei davvero una mammoletta
________Dopo che anche questo finirà.


The Shins & Iron and wine – New slang (live acoustic) (MP3) (via)
Jens Lekman – Your arms around me (live) (MP3)

mercoledì, 05 04 2006

Non c’è verso, non lo trovo

Il maledetto pezzo da 12 giallo.



[foto e idea di post -al contrario- spudoratamente rubate alla mai troppo lodata Garnant]

lunedì, 27 03 2006

Being 2.0

Nello scorso weekend il sottoscritto ha pronunciato almeno due volte, con tono e intento serissimi, «Non vedo l’ora di guadagnare abbastanza da potermi permettere un analista». Questa tabella di confronto tra terapia di gruppo e Web 2.0 (for geeks only, ovviamente) cade proprio a fagiolo.

giovedì, 23 03 2006

Points and com(m)as

_Questo inverno che diventa primavera ma che sembra autunno, per il sottoscritto, è insolitamente confuso e meditabondo, colmo di certa nausea da vecchiume quanto di pensamenti e ripensamenti lungamente covati. La qualità del blog, che proprio in queste settimane polverizza i propri record di accessi sorpassandoli di più di 100 unità, finisce per farne un po’ le spese.
_Questo inverno che diventa primavera ma che sembra autunno si sposa alla perfezione con l’ennesimo ascolto del gioiellino stile Nancy e Lee di Isobel Campbell e Mark Lanegan, tentando di superare le brume psichedeliche di You in reverse dei Built to spill e aspettando che il clima si adatti in pieno al nuovo Startlight Mints, i The boy least likely to (ma in salsa O.C.) del 2006. Poi ci sono il nuovo Fiel Garvie e alcuni dischi italiani piccoli ma molto pregiati, ma di quelli si parlerà più avanti.
_Questo inverno che diventa primavera ma che sembra autunno, il tempo che normalmente passerei sul blog lo passo a divorare The good life di Jay McInerney, il genere di libro che ordini appena esce in america e che adori non senza sentirti un po’ in colpa nè senza ignorarne il perchè. Anche di questo, ovviamente, se ne riparlerà.
_Questo inverno che diventa primavera ma che sembra autunno si perde tempo a leggere i post di Nota disciplinare, l’esilarante blog che raccoglie una selezione di note nel registro improbabili e surreali. Essendo stato a mio volta interprete di questioni simili -ma non dalla parte della penna che credete voi- la tematica mi colpisce abbastanza da vicino. [grazie al Socio e al Boss]
_Questo inverno che diventa primavera ma che sembra autunno si rotola dalle risate ascoltando l’mp3 dell’inno del’Udeur, un delirio assolutamente imprescindibile con alla voce un incrocio tra Nek e Pelù e un arrangiamento stile sigla di cartoni animati. [Grazie a Checco e ad Achille]
_Questo inverno che diventa primavera ma che sembra autunno ci sono meno concerti interessanti del solito e si guarda ad Aprile (con Ant, Fiel Garvie, Tender Forever, Ms. John Soda, The Organ, Architecture in Helsinki, Isobel Campbell), Maggio (Josè Gonzalez, The Black Heart Procession, Belle & Sebastian, Calexico + Iron and wine, dEUS e pare persino Vashti Bunyan e Adem (!)) e Giugno (Violent Femmes, Tool). Mentre ci si perde in alcuni amletici interrogativi: i Devics suoneranno davvero al Covo? Perchè sul loro myspace c’è una data che sul programma del Covo è già occupata, mentre sul sito del Covo ieri c’era una data per il 29 aprile che è stata tolta? Si può sapere quando suonano? O, per precauzione, devo andare a vederli venerdì prossimo al Bronson? E poi: chi canterà negli Alice in chains nella data del Gods of metal?
Perchè l’anno che al Flippaut vengono nientemeno che i Massive Attack spostano il festival da Bologna a Milano e dall’1 giugno al 21 luglio? E perchè tutti i tour europei già annunciati per la primavera-estate (Radiohead, Morrissey, Strokes, Stars) non hanno neanche una data in Italia?

lunedì, 20 02 2006

Appunti di una settimana

Disclaimer. Stavolta non è che non ho tempo, è che non ne ho voglia.

Milano /1. A Milano le folksinger canadesi figlie e sorelle d’arte fanno gli showcase in posti fighetti che qua sarebbero troppo perfino per il tamarro bolognese. A Milano c’è pure il vino gratis offerto dalla casa discografica. A Milano c’è De Luca che si beve una birra appoggiato al muro (ma io non mi avvicino, sono timido). A Milano c’è la suddetta folksinger che dal vivo ha una voce da paura, batte il piede come neanche Olmo della Gialappa’s e alla fine è assai meglio che su disco. Mentre canta fa sorrisoni a me e a tutti quelli seduti nelle prime file, ed è sufficiente per farmi innamorare.

E’ giunto il momento. Urge imparare Ajax. Ajax lava più bianco. Ajax, sii mio amico, ti prego!

Milano /2. A Milano i blogger più fighi che incontri hanno chiuso il blog. Uno citando i Codeine, l’altro citando i Radiohead.

Puro genio. «Quando Chuck Norris taglia le cipolle, piove». (ovviamente da qui)

The Space Cowboys. Pensavo di non andare a vedere Brokeback Mountain per manifesto menefrighismo, ma gli unanimi commenti entusiastici e i minacciosi ammonimenti ossimorici («Vallo a vedere, altrimenti nessuna donna ti si filerà mai più») mi hanno fatto cambiare idea, e appena riesco di andrò. Intanto ghigno per la t-shirt dell’anno, che recita Save a horse, ride Jake. (grazie a Violetta)

Milano /3. A Milano si fa doppietta, e dopo la folksinger canadese si va a vedere il duo strappacuore californiano. Il duo strappacuore ha sul sottoscritto l’effetto di un tir preso sul muso a massima velocità. Non ci posso neanche ripensare.

Airbag vive! Ora che al socio è finalmente arrivata l’ADSL, tenete d’occhio il blog di Airbag.


Pianomagica. Glen Johnson e soci incommensurabilmente meglio rispetto a questa Estate. Sarà l’effetto club fumoso, o la clamorosa e cattivissima versione elettrica e sincopata di Saint Marie. Un paio di canzoni in meno e sarebbe stato perfetto, ma anche così ho il torcicollo a forza di guardarmi le scarpe.

Un solo imperativo. Esportare la democrazia, esportare Calderoli.

Saturday night. Cosa c’è di più di triste del passare un sabato sera a un concerto degli Arab Strap? Semplice: non andarci, e passare la serata da solo a casa a portarsi in pari con le ultime puntate di Lost.

Google sa. Mi sono documentato un po’ sul Google Hacking. E -infatti- brr.

E’ un complimento? «Rispetto a quando ci frequentavamo, fai dei discorsi ancora più da Woody Allen». Ah, ecco.

venerdì, 27 01 2006

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Good weekend
Quello che comincia oggi sarà un lungo weekend. E, per una volta, sarà un buon weekend.
Domattina succedono cose importanti. Cose da festeggiare, per cui domani sera si esce a cena e si salta Airbag (che ci sarà comunque: anzi, insieme al solito AndreaNP ci sarà la beneamata Miss Ann Abin; ascoltatela che poi vi interrogo). Sabato sarà un seratone. Sul presto inevitabile andare al Covo a prendersi beffe di Top of the pops insieme agli Art Brut, forti di uno degli esordi dell’anno (al quinto posto della mia top ten) e di un live set sgangheratissimo e assolutamente esilarante. L’ultima (e prima) volta che sono passati da queste parti era Luglio, c’era stato un nubifragio e per poco Eddie Argos e i suoi baffetti non mi sono franati addosso mentre si agitava come un ossesso scuotendo la sua chioma unta durante Good weekend. Punk nel vero senso della parola.

Art Brut – Good weekend (.mp3)
Art Brut vs The Knack – My Sharona formed a band (.mp3)
Art Brut (Acoustic Brut) – Live @ Planet Claire (link – 7 mp3 acustici)

All’insegna della schizofrenia più totale, dopo il concerto si tela dal Covo per raggiungere il Cassero e dedicarsi a un appuntamento di segno più o meno opposto. A tenere banco ci sarà infatti la serata High Quality House, che vedrà dietro i piatti i Drama Society (gente che di solito fa ballotta con nomi come Tiga -che li produce- e Ellen Allien) e Nerone DJ (una sola parola: Sonar). Per quanto mi riguarda, però, il piatto principale della nottata sarà il concomitante VJ set del manipolatore extraordinaire Milf + Strong, che terminerà con una performance a 4 mani (nel senso pianistico del termine: a un certo punto mixeranno gli stessi visual contemporaneamente) che sono assai curioso di vedere.

Drama SocietyCrying Hero (.mp3)

Fossi in voi, considererei anch’io l’idea della doppietta.
Punk nel vero senso della parola, altrochè.

giovedì, 29 12 2005

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Natale in casa inkiostro
1. Chiamatemi Babbo Natale
Inkiostro si vanta con un amica dei regali che ha fatto.
inkiostro: Quest’anno sono stato l’unico della famiglia a fare regali a tutti gli altri.
amica: Sì, e che regali.. Una maglia dell’alternativissima Radio Città Fujiko a tua sorella che ascolta Shakira, una tazza a tuo fratello che ne ha già cambiate due in un anno, due pregiate bottiglie di vino, bianco e rosso, denominate rispettivamente Falce e Martello a tuo padre (ex) democristiano e una chiavetta USB a tua madre, che quando l’ha vista ha detto «Cos’è?».
inkiostro: E dire che hanno persino finto di averli graditi.
amica: E’ quello il vero regalo..

2. Cultura popolare
La mamma di inkiostro guarda Beautiful.
inkiostro:
«Ma ieri Ridge non stava amoreggiando con una mora?»
mamma: «Sì, era sua moglie. Mentre ora è sotto la doccia insieme a Brooke.»
inkiostro: «Ma non era con lei che era sposato?»
mamma: «Ha due mogli. Come Pupo.»

domenica, 25 12 2005

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Il vero blogger
Si vede perchè posta anche il giorno di Natale, ma non sa cosa scrivere.

martedì, 20 12 2005

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Lettera a Babbo Natale [³] (seconda parte)
Dunque, caro Babbo Natale, come dicevo un paio di giorni fa, ti sto scrivendo (di nuovo) questa letterina (anzi, lettera; in tutto questo tempo ‘letterina’ ha cambiato significato e ora vuol dire un’altra cosa) per chiederti cosa voglio per regalo, come facevo da bambino.
Gli anni scorsi ti avevo chiesto un sacco di cose; ho esagerato, lo so. In realtà si trattava semplicemente di un misto tra eccesso di zelo e fondamenti di statistica (su 20 richieste almeno una la esaudirà, no?), ma non posso pretendere che tu lo capisca. In ogni caso, alla fine, alcune richieste le hai davvero esaudite, altre le hai formalmente soddisfatte per poi incasinarne sadicamente i dettagli, altre ancora le hai hai bellamente ignorate come se non te le avessi mai fatte, quindi alla fine facciamo che siamo pari e che va bene così.
L’anno scorso partivo con un po’ di cinica sincerità, e ti chiedevo soprattutto tempo, gratificazione e denaro. Col tempo ho risolto gli ultimi due punti: la gratificazione va e viene ma per adesso va bene così, e il denaro, vabbè, col denaro ho lasciato perdere io. Però il tempo, quello davvero, me ne servirebbe un sacco. Anzi, dei sacchi. Sacchi e sacchi di tempo. Accetto persino contrappesi di carbone, ma voglio l’equivalente in tempo. Per uno come te che per 11 mesi all’anno non fa nulla è conveniente, dai.
Se il tuo potere di intervento non arriva a tanto (e sospetto di no), vorrei che i Lucksmiths venissero a suonare al Covo, e che magari dopo ci fosse Losing my badge, e che Tali White venisse a ballare The music next door in mezzo a noi. Vorrei che nella mia città natale Frequenze Disturbate tornasse ai fasti di un tempo, che ci venisse a suonare qualche gruppo canadese di quelli che piacciono a me e che la sera dopo il concerto venissero tutti nel giardino della casa dei miei a fare qualche pezzo mentre noi guardiamo le stelle cadenti. Ah, vorrei anche che il nuovo romanzo di Coupland uscisse presto (Giugno, pare) e che fosse bellissimo. In realtà ho seri dubbi in merito ad entrambe le cose, ho imparato a non sottovalutare la smodatezza delle mie aspettative e la conseguente inevitabile delusione, ma uno -per forza-ci spera.
Ma immagino che tu non possa far niente neanche per queste cose, e che tu voglia richieste più complete. Ok: voglio un Tivo, un nuovo scooter, una lavatrice (piccola e con carica dall’alto, grazie), una sedia ergonomica al lavoro, un rasoio elettrico, un sintonizzatore radio e tv per il PC e una di quelle belle librerie strambe che linko sempre da queste parti. Poi vorrei le tre stagioni di Scrubs in DVD, il libro di PostSecret, un po’ di quegli EP di Jens Lekman assolutamente impossibili da trovare, i biglietti per i concerti di Death Cab for Cutie e Clap your hands say yeah a Milano così ho una buona scusa per andarci davvero, un pigiama, delle scarpe nere e una borsa nuova chè tutte e tre le mie, dalla più sgarrupata a quella professional, sono ridotte piuttosto male. Tante cose, lo so, ma il buon segno è che per tirare fuori queste idee mi sono dovuto arrovellare non poco. Che sia l’inizio di una nobile separazione dai beni materiali per ascendere verso un paradiso Zen? Oppure è che sono semplicemente troppo esaurito anche solo per esprimere dei desideri? Mah.
Se non riesci a portarmi nessuno di questi regali, caro Babbo Natale, mi accontento di una cosa, sempre la stessa: vorrei che rinnovassi il miracolo che hai compiuto l’anno scorso, ovvero che mio zio non regalasse a mio padre un libro di Bruno Vespa, come in ciascuno degli undici anni precedenti. Lo ha sostituito con una bottiglia di vino rosso di quello buono. L’abbiamo stappato al pranzo del 25, con in sottofondo la colonna sonora di Via col vento. E, per un momento, quasi quasi credevo alla magia di Natale.

giovedì, 15 12 2005

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Lettera a Babbo Natale [³]
Caro Babbo Natale,
ho sempre trovato molto ingiusto il fatto che tutti da bambini ti scrivano, e che appena scoprono che non esisti lascino perdere e rivolgano le loro richieste alle autorità competenti, di solito dotate di portafoglio e patria potestà. E’ così noioso fare richieste direttamente a chi può soddisfarle, non c’è gusto. Prendi il blog: il gusto è tutto nel parlare al vento; il resto lo si potrebbe scrivere su un diario e in una manciata di mail. Ma vuoi mettere il piacere di un sanno vecchio Message in a bottle?
Così, negli ultimi due anni ti ho scritto, e la cosa è stata abbastanza catartica. Però le mie richieste non le soddisfi mai, e non fosse che parlare a vanvera è una cosa che mi piace davvero tanto, forse smetterei. Invece continuo, e, siccome non mi ascolti, ti scrivo sempre più o meno le stesse cose. Comprendimi, ormai è quasi una questione di tradizione. No, non c’entra niente la mancanza di tempo. E non è neanche un bieco trucco. Ma cosa ti viene in mente.
Da bambino comporre la lettera per chiederti cosa avrei voluto mi portassi in dono era una cosa che mi richiedeva dei giorni, ricordo interminabili pomeriggi passati a decidere se era meglio il castello dei Lego o una manciata di cattivi dei Masters, e per formulare complesse captatio che ti disponessero dell’umore migliore. Poi a un certo punto ho smesso: invece dei Masters cominciavo a desiderare dei videogiochi e non riuscivo a credere che i tuoi elfi avessero fatto un corso di aggiornamento per riuscire a produrre Super Mario. Poi a un certo punto mi hanno pure detto che non esistevi (ammettilo, la storia della slitta, delle renne e degli elfi non è molto credibile; per non parlare del fatto che vìola ogni legge della fisica), e la questione sembrava chiusa.
Ma ora ho deciso che visto che di Parmenide non c’ho mai capito nulla e che faccio sempre un gran casino tra essere e non essere, che tu esista davvero o meno non ha poi così tanta importanza. L’importante è poterti raggiungere, e il fatto che due anni fa tu avessi un blog (ottima cosa aprirne uno, è un’idea così originale!), l’anno scorso fossi pure reperibile via AOL Messenger e quest’anno ti fossi fatto anche un podcast, mi dà buone speranze.
Allora, caro Babbo Natale, cosa voglio per regalo? Ho pensato che le cose che vorrei di più sono tutte impossibili, quindi non te le chiedo neanche. Sarebbe bello se ci fosse la pace nel mondo, se il terrorismo scomparisse, se si trovassero cure definitive per AIDS, cancro e influenza aviaria (ammesso che esista), se il governo Berlusconi cadesse domani, se Costanzo scomparisse dalla faccia della terra insieme al suo baraccone di nani, ballerine, GrandiFratelli e Costantini e se le prossime versioni di Windows cominciassero non dico a funzionare ma almeno ad avere un funzionamento vagamente logico; ma sono tutte cose talmente improbabili che mi pare inutile chiedertele. Sono cose esagerate anche per te: tu non sei onnipotente, e l’unico che lo è ha uno strano senso dell’umorismo.
(continua)

martedì, 13 12 2005

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Inkiostro – Le canzoni del duemilacinque
In giro hanno già cominciato da un po’, e da questa settimana si comincia anche qua con le classifiche di fine anno. Si parte con le canzoni -una per mese- tutte scaricabili (ma alcune solo per un po’).

Gennaio. Stars – Your ex lover is dead
La canzone potenzialmente più romantica dell’anno non si rammarica di niente, ed è così che dovrebbe essere anche durante e non solo dopo: violini, duetti e nessuno nessunissimo principio morale. Qui, via Max, il nuovo, bellissimo ed eternalsunshinissimo, video. E tutto torna.

Febbraio. New Order – Krafty
Dire che siamo vecchi dentro ci piace tanto, ed ogni occasione è buona per ripeterlo. E’ vero, ma è una excusatio non petita. Quando ti trovi davanti a 4 nonnetti brizzolati in grado di tirar fuori ancora così tanto entusiasmo, puoi fare solo una cosa. L’ho fatta.

Marzo. Offlaga Disco Pax – De Fonseca
Le avevo regalato delle pantofole color arancio, e sulla busta avevo scritto a pennarello De Fonseca. Qualche mese dopo le ho fatto un nastrone, e abbiamo passato una serata intera a litigare perchè, secondo lei, l’omonima canzone degli Offlaga era una chiusa troppo triste per una compilation che, in effetti, aveva tutt’altra atmosfera. Qualche mese dopo ci siamo lasciati. Le pantofole, però, le ha ancora entrambe lei.

Aprile. Masha Qrella – Everything shows
Dovevo capirlo dall’elettricità statica. Dovevo capirlo dall’inquietudine del synth che crepa di perplessità l’ottimismo del testo. Dovevo capirlo dal quasi inudibile -ma fortissimo- rumore di fondo. Se non da quello, almeno dal suo sguardo assassino e dalla pericolosa frangetta bionda. Poi l’ho capito. Poi.

Maggio. The Lucksmiths – The music next door
Una capriola meta-musicale nascosta dietro una pop-song in maggiore, che suggella il disco giusto al momento giusto. L’inevitabile correlativo oggettivo di sè stesso, a far balzare per la testa certi periodi ipotetici dell’irrealtà che sono come dei tarli e certe scoperte colpevoli che sanno tanto di sollievo.

Giugno. Yuppie Flu – Glueing all the fragments
Che rumore fanno i pezzi di un puzzle che tornano insieme? Che melodia ha l’Estate che arriva nelle cuffie stereo delle alzatacce bolognesi immerse nel sole? E quale canzone suona più credibile nell’assicurarti che, prima o poi, i pezzi si ri-incollano, sempre?

Luglio. Art Brut – Emily Kane
Le giornate intrappolate nell’improbabile lavoro a tempo pieno ufficio-aperitivo-concerto hanno bisogno di punk-rock sgarrupato e di un’enorme dose di autoironia per non diventare la caricatura di se stesse. Perchè caricature sono già, di quelle a cui non puoi credere perchè, già da sole, sono vere. [mp3 courtesy of Polaroid]

Agosto. Death Cab for Cutie – Summer skin

Eravamo sulla spiaggia, in una splendida cala rocciosa decisamente inaccessibile. Non c’era un filo d’ombra neanche a pagarlo, e da fuori il ritratto di noi che ci scioglievamo al sole poteva sembrare una fine che pare un inizio, o un inizio mascherato da fine. Nessuna delle due cose.

Settembre. Clap you hands say yeah – The skin of my yellow country teeth
Di pelle in pelle: una scoperta tardiva offuscata dalla coltre dell’hype, che rivela la sua reale potenza solo dopo che la si è ballata e urlata per tutta l’Estate. Se non tutto il disco, almeno la canzone: tra qualche anno ce la ricorderemo ancora.

Ottobre. The Magic Numbers – Forever lost
Un altro mondo è possibile. Quello in cui 4 cicciobombi inglesi fanno un disco pop bellissimo e finiscono su Mtv. Quello in cui una canzone che parla di separazione è l’esaltante sottofondo ideale per il suo contrario. Quello in cui, comunque la interpreti, fai finta di non vedere l’ingombrante Forever del titolo. Funziona, ma solo per la durata di una canzone. O poco più.

Novembre. dEUS – Bad timing
E’ tutto, sempre, questione di tempismo. Qualunque cosa è giusta nel momento giusto, tanto quanto è sbagliata nel momento sbagliato, e i dEUS che sottolineano il concetto inducono in tentazione. La tentazione di buttare via tutto, come un disco che non ascolti più. Ma il dubbio è duro a morire: Was it bad timing?

Dicembre. Josè Gonzàlez – Heartbeats
Una canzone posseduta dal mantra del repeat obbligatorio: ed è subito ossessione. Di quelle perle rare che ti accompagnano in testa e nelle orecchie per giorni interi, e senza il mondo non sembra più lo stesso. Tutto questo, per qualcuno, è partito da una pubblicità. Che follia.

martedì, 06 12 2005

nessun titolo

And now, for something completely different
Oggi -ma tu guarda- un post per punti.
_Luca ‘Cabal‘ Castelli lancia gli Italian Blog Music Awards 2005. Qualcosa di simile, ma essenzialmente diverso, dalle solite top 10 dei dischi dell’anno, dedicata ai 5 dischi italiani dell’anno. I miei al 99% saranno: Offlaga Disco Pax – Socialismo tascabile, Amari – Grand Master Mogol, Yuppie Flu – Toastmasters – Disco Drive – What’s wrong with you, people? e Afterhours – Ballate per piccole iene. Dimentico qualcosa? E voi? Votate votate votate.
_Lo stesso Cabal, inoltre, qualche giorno fa dedicava un gran bel post all’omologazione delle fonti delle webzine e dei blog. Sottoscrivo (in più di un senso), e medito.
_Come convertire il joystick di un vecchio Atari in un vibratore. Si chiama Joy-stick mica per niente.
_Oibò, pare che io sia finito su Il Mucchio. E dall’altra parte dell’articolo, per giunta.
_Morire per un bacio al sapore di burro d’arachidi. Una piccola storia triste.
_Ideale per chi vuole smettere di fumare: il pacchetto di sigarette con dosatore. Immagino debba essere molto resistente.
_Dovreste saperlo già, ma se non avete ancora aggiornato i bookmarks, Valido (presto Dottor Valido) ha traslocato, ma è tornato.

giovedì, 01 12 2005

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A caccia di vita
C’è chi è capace, in un giorno di nebbia, pioggia e neve, di ascoltare per almeno 10 volte di fila una canzone che si chiama Another sunny Day e che fa più o meno così. C’è chi è capace di farlo senza notare gli sguardi allibiti di chi lo circonda, convinto com’è che non ci sia niente che una buona canzone pop non possa sistemare. Meglio se in maggiore. Meglio se dei Belle & Sebastian. Meglio se nuova, dal prossimo The life pursuit, in uscita a Febbraio. C’è chi è capace di aggrapparsi tenacemente al passaggio da Do# minore a La maggiore che precede il ritornello, e di trovare nella voce di Stuart Murdoch che vi si inerpica il senso delle proprie giornate; e vi si assicuro che non è per nulla facile. C’è chi si accontenterebbe anche solo dell’andante di For the price of a cup of tea (che trovate qui, courtesy of Il Boss), dei suoi falsetti, dei flauti, delle rime baciate e di quello che si immagina che la canzone dica -Billy Joel? Un 7 pollici?-, perchè già lì va grassa. E invece c’è tutto un disco da scoprire. A tenerci ancora in piedi, alive and running, son proprio queste cose qui.

martedì, 22 11 2005

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E passa via
Venerdì scorso ad Airbag si è parlato di traslochi. Dalla storica e meravigliosamente invivibile sede di Via Masi 2 Radio Città Fujiko si trasferisce finalmente nella nuova sede del VAG; un evento atteso da più di un anno, e che non si poteva non celebrare con la giusta miscela di esaltazione e malinconia, in parti uguali. Guardarsi indietro per procedere, inciampando però nel modo giusto.
Il giorno seguente sono andato a trovare i miei per il weekend, nella casa in cui sono cresciuto. Una casa da cui, a causa del filtro graduale della settimana corta universitaria, non ho mai davvero traslocato, anche se non ci vivo più da molto tempo. Un non-trasloco, corollario della decisione di spostarsi, come da copione, dalla provincia alla città, dalla tranquilla e noiosamente rassicurante estetica anestetica del paese alla vita agra delle frenesie lavorative, artistiche e sociali governate dall’imperativo che chi si ferma è perduto.
C’è un parallelismo tra le due cose, per chi vuole vederlo. Una lezione che è anche una tentazione, e che dice ancor di più nel momento in cui ci si rende conto che non è necessariamente remota come si potrebbe pensare. Chi si ferma perde qualcosa, sicuro, ma forse ritrova qualcos’altro. Qualcosa di più.
[OST: Sufjan Stevens – They are night zombies etc]

lunedì, 14 11 2005

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The weekend never starts round here
Ho passato buona parte del weekend in casa. Ho recensito il disco di Cat Power tentando disperatamente di evitare le espressioni «fare le fusa» e «carenza di idee»; non ci sono riuscito. Ho comprato Lorenzo e la maturità. Ho ballato gli Smashing Pumpkins esattamente come avrei fatto 10 anni fa, esattamente dove l’avrei fatto (anzi, l’ho fatto) 10 anni fa. Ho subito una correzione di bozze. Ho registrato e mandato in onda un reading di un pezzo in cui Sarah Vowell (da Take the Cannoli) racconta del Chelsea Hotel. Ho letto un bel libro. Ho scoperto che secondo questa classifica al momento sono il 40esimo blog più linkato d’Italia. Ho cucinato una pasta con patate e salsiccia assolutamente clamorosa. Ho discusso dell’opportunità di inserire il gilè (forse) e le bretelle (no) nel mio guardaroba. Sono stato violentemente insultato per non aver mai visto Fargo. Ho ricevuto via sms citazioni dei Death Cab for Cutie. Non ho guardato le puntate di Lost che mi mancano. Non ho pulito la casa. Non ho scritto post decenti.

venerdì, 11 11 2005

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Cinque dubbi più o meno amletici /7
_Sono solo io che sento puzza di bruciato (o, al meglio, di pastrocchio) lontano un miglio alla notizia che il centro di Bologna sta per essere interamente connesso in wi-fi?
_Isobel Campbell + Mark lanegan – Ramblin’ man: perchè ogni volta che duettano (anche sulle cover – Hank Williams, in questo caso) mi fanno secco?
_Qualcuno ha un’idea sui motivi per cui questo blog dà una risposta errata alla chiamata API di Technorati?

_Per quale motivo quando ho saputo che i Midwest suonano domani sera al Calamita di Cavriago (RE) ho avuto il bisogno immediato di ascoltarmi Realease the catch, splendida opener del loro sottovalutatissimo ultimo disco Whatever you bring, we sing? (tutte le info qui; siateci almeno voi, chè io non posso)
_Se scrivi un post per punti è perchè non hai idee? Oppure perchè pur avendone (poche e claudicanti, ma ci sono) non hai mai il tempo e la testa per dargli una forma decente?
[bella domanda]

mercoledì, 09 11 2005

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Superdisconnected
_Ovvero: l’arte di latitare dal proprio blog e dormire 4 ore a notte eppure, prima di svenire, sfoderare un sorriso da iena.
_Sembra una delle notizie di Questo triste mondo malato: «Negoziante denunciato da un cliente che sostiene di essere rimasto bloccato sul water del bagno del negozio perchè qualcuno aveva cosparso la tavoletta di colla. Bob Dougherty, 57 anni, ha accusato i commessi di aver ignorato le sue grida di aiuto per circa 15 minuti perchè credevano che fosse uno scherzo». (da Yahoo News – il resto qui)
_La non notizia è che nella data di Dallas ha fatto la sua comparsa sul palco una nuova Broken Social Scene; la notizia è che è assai carina. L’ulteriore presenza di Feist e della mia buzzicona preferita Amy Milan invece non fa proprio più notizia. Gorilla VS Bear
ha un po’  di foto.
_Mai più senza: l’orologio da lavagna magnetica 
che nel corso di un’ora disegna la circonferenza dei minuti passati. Mi chiedo come faccia per le ore successive alla seconda; immagino sia provvista di quello che da noi si chiamava cancellino.
_Chiedere di legalizzare le droghe leggere è talmente sentito da essere ormai banale. Molto più originale chiedere -seriamente, dico- la legalizzazione dell’eroina
. L’ha fatto Lemmy dei Motorhead. Ok, ritiro il seriamente.
_Francesca su Eleanor Rigby di Douglas Coupland. Un (gran bel) post che contraddice le sue stesse premesse.
_Il nuovo disco di Cat Power è praticamente un disco soul. E non è niente male, vi dirò. Il Boss
, Stereogum e il solito Gorilla VS Bear hanno qualche mp3.

giovedì, 27 10 2005

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Dio mio, no!
Secondo Which Fantasy/Sci-fi character are you? sono l’insopportabile maghetto di Hogwarts. Devo fare qualcosa.

Which Fantasy/SciFi Character Are You?

giovedì, 20 10 2005

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Cinque dubbi più o meno amletici /5
_Cosa c’è di strano nel fatto che i gatti possono essere allergici agli uomini?
_E’ passato qualche giorno dalle primarie e ci ho pensato un po’ su, ma non riesco a capacitarmi di una cosa: era proprio necessario che Mastella prendesse circa 8 volte i voti di Scalfarotto per farmi essere, per una volta, completamente d’accordo con la posizione solitamente terzistaTM di Luca Sofri?

_Il fatto che Jim O’Rourke ha lasciato i Sonic Youth e vuole fare il regista (non prima di aver prodotto il prossimo, attesissimo, disco di Beth Orton, pare) è una notizia buona o cattiva?

_Moriremo tutti?
_A un congresso si può andare interamente vestiti di nero, camicia e cravatta comprese? E con una giacca con le toppe? Con dei jeans coi buchi nelle tasche dietro? Si capisce che col guardaroba elegante sono un po’ ristretto e ho finito le combinazioni buone?