martedì, 18/04/2006

The spiritual blueprint

Se ci fate caso, la religione è un argomento che nei blog non si affronta mai, con pochissime eccezioni. Anche nella vita di tutti i giorni (la mia, almeno) è una sfera che viene toccata raramente; di solito se ne parla solo quando c’è di mezzo la politica e c’è da prendere qualche decisione che ha a che fare con i massimi sistemi, altrimenti quasi nessuno -cattolico e meno- la tira mai fuori. Per molti, ovvi, motivi.
Io farò eccezione? No, non farò eccezione. Anzi, forse un po’ sì. Sono cresciuto in una famiglia molto cattolica, ma non appena, da adolescente, ho cominciato a farmi delle idee mie sulla vita e sul mondo ho iniziato a prenderne le distanze, dichiarandomi ‘in crisi mistica’ (stadio da cui, peraltro, non sono tuttora ufficialmente uscito). Gli insegnamenti e l’esempio degli umili e intelligenti francescani di campagna della mia parrocchia (davvero ottime persone, lontane anni luce dai tromboni che lanciano anatemi o predicano banalità dagli scranni di qualche cattedrale e dalla miseria umana di chi si serve dell’abito talare solo come modo per scaricare frustrazione) erano e sono comunque ben difficili da conciliare con una posizione decisamente progressista nei confronti di anticoncezionali, fecondazione assistita o aborto (per dire le prime cose che mi vengono in mente) e su una radicale divergenza nell’interpretazione di parecchi tra i dogmi più importanti del cattolicesimo.
L’inevitabile atmosfera pasquale di questi giorni mi ha portato a rifletterci un po’ su, e alla fine ho concluso che la posizione in cui mi ritrovo è una strana (comoda, direbbe qualcuno) via di mezzo tra ortodossia e ateismo, la cui visione dipende tanto da un bisogno atavico d spiritualità quanto da una spinta laica e razionalista che non consente facili giustificazioni. La risultante risente molto della perplessità del De Andrè della Buona Novella e dell’illuminante e in più di un senso eretica interpretazione dei Vangeli data da Nick Cave nei suoi scritti in merito. Una visione in cui l’accento è sull’umanità, sul linguaggio e sulla non convenzionalità della figura di Cristo nei Vangeli; figura poi piegata (distorta, direbbe qualcuno) nel corso dei secoli dalla chiesa a indicare significati ben diversi da quelli originali. Figura affascinante e complessa che è facile fraintendere. Figura che, comunque, costringe a prendere una posizione. E non succede spesso.


Nick Cave – Introduzione al Vangelo di Marco (PDF)
Nick Cave – The flesh made word (excerpts) (PDF)

Fabrizio De Andrè – Il testamento di Tito (MP3)
Nick Cave – Brompton Oratory (live) (MP3)

15 Commenti a “The spiritual blueprint”:

  1. utente anonimo ha detto:

    boh, premesso che non ho ancora letto il punto di vista di nick cave sull’argomento, devo dire che non ho mai ascoltato La Buona Novella come un disco in qualche modo “religioso”. come dici tu l’accento è sull’umanità, sulla figura di Maria come donna: quindi la religione c’entra poco (almeno secondo me… ma forse sono condizionato dal mio laicismo, eheh).

  2. utente anonimo ha detto:

    (la foto in posa sconsolata mi piacerebbe vederla, io non sono arrivata a tanto… :-)
    Kit

  3. Abboriggeno ha detto:

    bel post. Io ho avuto un percorso di formazione analogo direi, finendo poi per ritrovarmi agnostico però. Ci son dubbi esistenziali che però dentro ti ci rimangono sempre.

    Mitico il “Testamento di Tito”, cmq.

  4. DomizianoGalia ha detto:

    Abbastanza idem.

  5. danilama ha detto:

    la penso come te. (o come penso che tu la pensi).

  6. codyallen ha detto:

    Credere ok. Non credere ok. Credere cosi’-cosi’ * SPLAT *

  7. codyallen ha detto:

    Come non si affronta nei blog?

    http://pre-go.blogspot.com/

  8. inkiostro ha detto:

    Kit: l’ho fatto anch’io, ormai 9 anni fa. Mi sono persino fatto fare una foto in posa sconsolata seduto sui gradini (‘Outside I sit / on th stone steps’). Siamo senza speranza, mi sa.. :)

  9. utente anonimo ha detto:

    Ink, ma sai che la scorsa estate a Londra ho fatto un Cave-pellegrinaggio su richiesta (lunga storia) alla chiesa di San Filippo Neri, quella con il Brompton Oratory e i famosi gradini?
    Kit

  10. utente anonimo ha detto:

    caro inkiostro, avrei potuto scrivere (quasi) lo stesso post, tanto la penso /sento come te.

    micro-bi

  11. inkiostro ha detto:

    _Sand: e prima di lui parecchi altri, se è per quello.. :)
    _Anonimo: ‘coraggioso’ è un po’ troppo, via. Diciamo insolito.
    _Pat: Sapevo che qualcuno me l’avrebbe chiesto… E’ di un pittore Franco-brasiliano, Sergio Ferro, e fa parte della su Via Crucis, esposta nella cattedrale di Lille. Ne ho scritto più o meno 3 anni fa, qua.
    _Marina: in realtà è la conferma dell’esatto contrario, direi. Solo, certi post non sono adatti ad essere commentati. Ma meritano di essere letti, o almeno, in questo caso, lo meritano gli scritti di Nick Cave.

  12. MarinaP ha detto:

    ecco la conferma che certi post su sufjan erano troppo pallosi da leggere persino per te (o soprattutto per te?) :P

  13. utente anonimo ha detto:

    Bella l’immagine! Da dove viene?

  14. utente anonimo ha detto:

    Un post coraggioso, complimenti. E’ come dici tu, sui blog normalmente di queste cose non si parla.

  15. sand ha detto:

    ma prima di cave c’era già stato pasolini….