martedì, 27/01/2004

Più che un generator…

Più che un generatore è un database, in effetti
«I hope all your children have very small dicks! And that includes the girls!» Questo e altro sul movie insult generator . E’ in inglese, e i migliori sono quelli impossibili da tradurre.

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martedì, 27/01/2004

Così, per non diment…

Così, per non dimenticarsi
Dove sono le armi di distruzione di massa?

martedì, 27/01/2004

To a sash of snow

To a sash of snow
Di solito abbassa le tapparelle quando il sole è appena tramontato. Non che sia fissato, in realtà; è solo che abita al piano terra, e la luce che arriva dai lampioni, di sera -quando ho le luci basse- gli dà un po’ fastidio. La sua camera ha due finestre, una di fronte all’altra, che si guardano da pareti opposte, e con la luce che proviene da fuori a volte ha l’impressione che la sua stanza continui nel cortile. Quando è notte, e si sta facendo i fatti suoi, non è una bella sensazione.
Stasera, però, è una sera diversa. Poco fa è uscito; la scusa era andare a noleggiare un film, ma in realtà voleva solo fare quattro passi sotto la neve, che cadeva ininterrotta da cinque o sei ore. Sentirne il rumore sotto gli anfibi, essere costretto a socchiudere gli occhi per vedere la strada, e notare le spalle bianche già dopo pochi passi. Girare l’angolo, arrivare a via San Mamolo, e godere sadicamente per le macchine che faticano a salire verso i colli, e per gli sguardi preoccupati e le espressioni corrucciate delle persone che incrocia. E che non vi salti in mente di dire che questa osservazione rovina tutta la poesia: la furia (?) degli elementi e l’effetto destabilizzante di una cosa ordinaria come una nevicata l’aumenta, piuttosto.
Stasera, dicevo, è una sera diversa, stasera le sue tapparelle sono aperte. Ascolta i Kings of Convenience -l’associazione di idee norvegia uguale neve è fin troppo ingenua, ma perdonategliela, suvvia- e i lampioni illuminano la sua camera quasi a giorno. Se guarda fuori, però, riesce a vedere la neve che cade. E tanto basta.



lunedì, 26/01/2004

Non usa la parola so…

Non usa la parola sovrastruttura, ma è come se
E con un densissimo e polemicissimo post sulla crisi del disco, Il Blog della domenica scopre le carte e si rivela marxista (forse addirittura maoista). Non posso esimermi dal riportare qui una parte della sua lunghissima dissertazione, che trovo davvero affascinante. In realtà credo di non essere molto d’accordo, ma quando uno espone le sue idee così come fai a non ammirarlo?
Eppure – nonostante la diffusione via internet sia già possibile e praticata – il niente dell’industria musicale continua ad autoalimentarsi con le sue liturgie, imponendosi come una pseudoreligione per convincere il pubblico della sua necessità. La crisi è l’unico suo possibile modo di essere, e l’emergenza la sua unica condizione operativa. Non solo l’industria smercia il suo niente attraverso le strutture che le sono proprie (il management, la pubblicità), ma anche grazie al sostegno degli intellettuali: i quali, invece di proporre una propria idea della musica, accettano esattamente quella mercantile basata sul successo, sul profitto, sulla top ten.


lunedì, 26/01/2004

Solo una grande chie…

Solo una grande chiesa? Quella di T-La
E’ possibile che in giro nessuno parli di Anni ’90, il programma scritto da Labranca dedicato al decennio appena passato, cominciato il 9/11 1989 con la caduta del muro e finito l’11/9 2001 con l’attentato alle torri gemelle? Finora, da devoto Labranchiano e da nostalgico© con la N maiuscola non me ne sono perso una puntata, e devo dire che il mare di ricordi è terribilmente profondo e accogliente. Certo, il programma potrebbe essere migliore, e la struttura a dicotomie è un canovaccio fin troppo banale che può adattarsi più o meno a tutto, in maniera un po’ troppo semplicistica; il tocco di T-La però si sente, ed è bastato vedere con che disinvoltura, per la dicotomia sacro/profano, il discorso passasse da Padre Pio a Che Guevara (con annesso e doveroso Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa di Jovanotti) fino a Colpo Grosso e al Mago Otelma per farmi abbassare il capo mormorando Chapeau.

domenica, 25/01/2004

Dall’indietronica al…

Dall’indietronica alla micronomica
Sono tornati. Possono anche confondere le carte (falsificare i libri, per la precisione) ma sotto sotto sono gli stessi. Sospiro di sollievo. Mamma Morr, m’hai fatto stare in pensiero, ultimamente. Non farlo più, ok?

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sabato, 24/01/2004

Cowboy boots reloade…

Cowboy boots reloaded
Riceviamo la notizia e spargiamo la voce, così al volo: dopo il trionfo di ieri sera, lo sghembo blues desertico di Howe Gelb (leader dei Giant Sand) stasera fa bis al Covo. Andateci, chè vale la pena. E costa solo 5 euri.

venerdì, 23/01/2004

Fitness Foto Fever

Fitness Foto Fever
Io sarò anche sulla strada della follia, ma là fuori c’è chi mi batte a piene mani. Questo tizio, ad esempio, un anno fa era il tipico nerd: sovrappeso, trasandato e con una vita sedentaria. A un certo punto ha deciso di cambiare tutto: ha fatto una dieta ed ha cominciato ad andare in palestra, e per motivarsi ha inziato a farsi una foto ogni mattina, per vedere i risultati, e a pubblicarla sul suo sito. Vedere il confronto a differenza di un anno è piuttosto sorprendente, e propenderei per il fotomontaggio se non ci fossero le foto mensili e settimanali a testimoniarne l’autenticità.
Se mai deciderò di mettere su un fisico simile, seguirò il suo consiglio. In cambio, gliene do uno anch’io: se vuole riprendersi tutto il peso, apra un blog.
[PS per chi non mi vede da tanto tempo: no, non sono ingrassato, anzi credo di essere persino dimagrito. Certo, l’anoressia è un’altra cosa, comunque.]



venerdì, 23/01/2004

Cura forever, I’ll b…

Cura forever, I’ll be waiting
Cosa hanno in comune Battiato e le Spice Girls? Più di quanto si pensi, come fa notare il mix bastardo del collettivo Fabula Rasa. E’ di un po’ di tempo fa, ma mi era sfuggito.

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venerdì, 23/01/2004

Hawking non deve mor…

Hawking non deve morire
Sarà anche uno scienziato geniale, ma la sfiga lo perseguita: non solo è immobilizzato in una carrozzella per il morbo di Charcot, ora la moglie lo mena pure. Hai voglia a essere il più grande genio vivente.

giovedì, 22/01/2004

Copioincollo dall’IM…

Copioincollo dall’IM, un paio di sere fa
[ink] i’m singin in the rain…
[ink] just singin in the rain
[Mr.6] ma non piove… non starai mica violentando donne in calzamaglia rossa caro drugo?
[ink] dammi del latte più
[Mr.6] whazzup?
[ink] niente
[ink] ascoltavo il buon vecchio ludovico van
[ink] (non è vero)
[Mr.6] se sta sera esci a picchiare barboni però nono ti faccio compagnia che oggi non ho fatto niente
[ink] è che non esco di casa da quasi 100 ore
[ink] 100 ore per la vita
[Mr.6] cos’è un bizzarro esperimento sociologico? tipo quelli che stanno giorni in uan grotta per vedere i cicli sonno-veglia?
[ink] non vedo cosa dovrei uscire a fare?
[Mr.6] non credo che fissare le stesse pareti per così tanto tempo ti faccia bene…
[ink] fisso il computer
[ink] il mio tessssoro
[ink] vogliono rubarcelo
[ink] distruggerlo
[ink] ma noi glielo impediremo
[Mr.6] mi fai paura….




















giovedì, 22/01/2004

Take me outIl di…

Take me out
Il disco non è ancora uscito (anche se chi vuole sa come trovarlo), e già ne parlano tutti. L’ennesimo caso di hype spropositato? O c’è anche un po’ di arrosto? Il 13 marzo possiamo scoprirlo di persona. Ladies and gentlemen, i Franz Ferdinand al Covo.
[Homesleep festival??]


mercoledì, 21/01/2004

Non sono l’unico sul…

Non sono l’unico sulla via della follia
Un finlandese ha tradotto delle canzoni di Elvis in antico sumero.

mercoledì, 21/01/2004

I don’t need life, I…

I don’t need life, I’ve got my blog
E’ che quando si supera il centinaio di ore di permanenza consecutiva in casa (una casa neanche tanto grande, tra l’altro), la salute mentale comincia a venir meno. E quando di queste cento ore per la vita buona parte sono spese davanti a questo schermo, con l’affannoso -ma non ambizioso- obiettivo di finire la tesi in tempo, uno inizia a pensare che la vita sia appunto tutta qui, e che là fuori non ci sia niente per cui valga la pena di uscire. E così inizia a riferirsi al proprio computer come il mio tesssssoro, ad arrabbiarsi se non c’è in dispensa una confezione di latte più, ad aspettarsi di trovare il confessionale ogni volta che apre una porta, e a storpiare il titolo di una bella canzone dell’ultimo EP dei Radio Dept (I don’t need love, I’ve got my band) per farci il titolo di un post. Perchè, miei drughi, il mio senno è attaccato a un filo, e questo filo è quello della connessione broadband grazie a cui ho accesso al mondo esterno. Toglietemela, e ci vorrà molto più del vecchio Ludovico Van per tirarmi su di morale: mi vedrete rannicchiato in angolo, bava alla bocca, a ripetere come un mantra No PC and no Blog make inkiostro go grazy, No PC and No Blog make inkiostro go crazy
[I’m singin’ in the rain, just singin’ in the rain..]


martedì, 20/01/2004

Altro che skateO…

Altro che skate
Ormai si sa: il Segway, quella specie di monopattino a motore con due ruote (ehi, è davvero difficile descriverlo a parole), è un flop. E’ troppo veloce (e grosso) per viaggiare sui marciapiedi, ma troppo lento per le strade; poi costa troppo e pare sia anche piuttosto pericoloso. Insomma, come mezzo di trasporto è un disastro. Ma per fare altro è eccezionale, altro che skate…

martedì, 20/01/2004

Dimmi i dischi che h…

Dimmi i dischi che hai e ti dirò..
Pitchfork, celeberrima webzine musicale d’oltreoceano, cerca collaboratori. No, non sto pensando di propormi (ma vi pare?), è solo che ho trovato piuttosto curiosa la pagina con le istruzioni per partecipare alla selezione. Bisogna mandare i propri dati personali, varie recensioni e alcune altre informazioni: la propria top ten dei dischi del 2003, la propria top 5 delle band per ciascuna decade dagli anni ’50 agli anni ’90, una lista degli ultimi 10 dischi comprati e una stima del totale che se ne possiede.
Non so voi, ma se la richiesta di recensioni di prova è assolutamente inevitabile (anzi, doverosa), trovo quest’ultima richiesta piuttosto angosciante. Se non metto i Velvet Underground, i Pink Floyd, i Television e i Sonic Youth tra i 5 migliori delle loro annate non mi assumono? E se scoprono che ho a malapena 500 dischi? E se vedono che uno degli ultimi cd che ho comprato è Doolittle e pensano che prima non ce l’avessi e quindi non conosco i Pixies e quindi non sono degno di scrivere per loro? O, al contario: se metto dischi che conoscono già tutti che se ne fanno di me? Se non ho comprato ultimamente almeno un cd di gruppo ignoto ma che a fine anno sarà nella loro top 10? Via a scrivere che il miglior gruppo dei ’90 sono stati gli Entropia, e che ieri ho comprato i Tv on the radio (come dite? non è ancora uscito?)…
No no, decisamente non fa per me.. :-)



lunedì, 19/01/2004

«Almeno sul piano della propositività mitopoietica»
Il team di Spocchia, critica cialtrona alla cialtronaggine ripulita per non morire postmoderni, si lancia in una promettente fenomenologia della sciampista (anche se più che fenomenologico a me sembra un approccio un po’ decostruzionista un po’ Scuola di francoforte). Marcuse sarebbe fiero di loro. Labranca pure.
Una figura chiave, di questa fase della bassa postmodernità è infatti quella della sciampista, intesa ovviamente non come figura lavorativa (colei che lava e friziona i capelli), ma come grado zero paradossalmente condiviso ed efficace della femminilità attuale. La sciampista intrattiene un rapporto residuale con le funzioni (la cura) e gli elementi (l’acqua) della donna e della maternità. La sciampista è colei che oblitera il portato scandaloso e corporeo del proprio genere sessuale, per ridurlo a pura decorazione


lunedì, 19/01/2004

Nick e NickE’ di…

Nick e Nick
E’ di un paio di anni fa, ma mi ci sono imbattuto solo adesso: Nick Hornby su Nick Cave, in particolare su The boatman’s Call e No more shall we part. Il suo parere è piuttosto interessante, benché liquidi i primi vent’anni della carriera di Cave in modo a dir poco sbrigativo:
Cave’s new CD, “No More Shall We Part,” is, in patches, so transcendentally beautiful that one can be forgiven a small spasm of impatience: if he had this in him, why did he waste all those years shouting at people?


lunedì, 19/01/2004

Come dire: Ma tu non…

Come dire: Ma tu non sei mica Cecchi Paone?
Qualche tempo fa, sull’autobus, una signora evidentemente inglese mi ha fermato, chiedendomi su fossi il conduttore di un programma su Scienza e Tecnologia sulla BBC. Delusa dalla mia risposta negativa, ha detto che comunque gli assomigliavo molto. Non so se sia una cosa buona o cattiva (proprio un complimento mi sa che non è);spero solo non stesse parlando di questo tizio.

venerdì, 16/01/2004

We’re back to save t…

We’re back to save the uuuuuniverse
Dopo il prologo di venerdì scorso, con la puntata doverosamente dedicata al meglio del 2003 (coi Radiohead e Damien Rice a farla da padrone), stasera Airbag inaugura la prima vera puntata dell’anno nuovo con un sacco di anteprime e novità (tra cui una pressochè assoluta) su pregevoli dischi appena pubblicati o in uscita nel prossimo mese. Come sempre alle 21, in diretta sui 103.1 FM per Bologna e dintorni o in streaming, oppure per una settimana in due comodi mp3 (qui e qui, e gli ultimi 5 minuti qui).

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venerdì, 16/01/2004

Lunga vita all’URSS!…

Lunga vita all’URSS!
L’Unione sovietica potrà anche non esistere più, ma, per i nostalgici, esiste il dominio .su (ad esempio www.google.su). Ecco spiegato perchè esistono più domini statali (243) che stati (239).

giovedì, 15/01/2004

L’allegoria di un ce…

L’allegoria di un cerchio perfetto
Orestes è una canzone su una metafora che è in realtà è un’allegoria (ma vaglielo a spiegare, a Maynard, a cui probabilmente le sottigliezze della retorica non interessano), è una canzone che usa il mito di Oreste, celebre matricida, come metafora (allegoria) della sua situazione. Una canzone sull’Orestea di Eschilo che riesce a non essere ridicola, ci pensate? E’ incredibile. Ed è pure bellissima.
Non ho voglia di raccontarvi il concerto degli A perfect circle di ieri sera, in un Velvet strapieno. Vi basti sapere che è stato un ottimo concerto, corto ma tirato ed efficace (esattamente come atteso), benchè il gruppo di freak sul palco non risultasse molto credibile come esoterica band che spazia dall’hard rock a certe ballatone quasi progressive in punta di delay. Maynard sembrava la versione non sdentata di Ozzy Osbourne (l’Ozzy di adesso, s’intende: canotta bianca di flanella, pancetta alcolica e capello lungo e unto -parrucca, si sospetta ), James Iha (ex Smashing Pumpkins) «vestito da donna manager con un tailleur che neanche mia madre quando è in vena» (come ha scritto lei), Twiggy Ramirez ormai perso nel suo mondo (del resto suonare con Marilyn manson per anni è una cosa che lascia il segno), con solo Billy Howerdale e Josh Freese a sembrare le persone giuste sul palco giusto. Più che una band, l’allegoria di una band.


mercoledì, 14/01/2004

L’Apocalisse del roc…

L’Apocalisse del rock’n’roll style
Non ho ancora letto le ormai consuete prese in giro all’ultimo numero di Rolling Stone. Che faccio, lo compro o questo numero non fa abbastanza ridere?

mercoledì, 14/01/2004

«Lottano per i loro, chiamiamoli, diritti anche se oggi si dice: interessi»
Leonardo, sugli scioperi selvaggi degli autoferrotranvieri. Come capita spesso, vorrei essere in grado di scrivere come lui. Sottoscrivo parola per parola, intanto.

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mercoledì, 14/01/2004

Hello nasty / Goodby…

Hello nasty / Goodbye nasty / Hello asta
Come si sa, la Grand Royal – l’etichetta fondata dai Beastie Boysha chiuso per bancarotta. Facciamo una colletta e la compriamo? E’ all’asta qui.