guarda te

martedì, 27 05 2008

Sessantanove Sessantanova Sessantanove

Ousiders ha riesumato la mitica Telenovela piemontese.

Assolutamente imperdibile.

 

venerdì, 28 03 2008

Be kind, the ring

Qua da noi non è ancora uscito (nè è nota la data di uscita, credo), ma nel resto del mondo l’ultimo film di Michel Gondry Be kind the rewind ha dato il via già da un po’ a un fenomeno curioso: così come i protagonisti del film girano delle versioni tarocche e molto lo-fi dei film del loro videonoleggio (qui, ad esempio, c’è la loro versione dei Ghostbusters), così là fuori è pieno di gente con troppo tempo libero che crea versioni «sweded» (chissà se da noi lo tradurranno «svedesate») di celebri film. Un mesetto fa su YouTube ha avuto una certa fama una sgarrupatissima versione di Star Wars, ma ieri mi ha davvero conquistato il sontuoso ed assolutamente esilarante remake de La compagnia dell’anello che trovate qua sotto (via). Se non vi basta (ma a quel punto forse dovreste farvi vedere da uno bravo), qui e qui c’è pure la versione extended.

Se poi qualcuno ha voglia di girare una versione sweded di Casablanca, io ci sto. Però il ruolo di Humphrey Bogart lo faccio io.

 

giovedì, 20 03 2008

Daft punk are shooting a video at my house (my house)

lunedì, 10 03 2008

Pensiero stupendo

[Mil-House, da EvilMilk. Grazie a Violetta]

 

lunedì, 11 02 2008

Rebus eliico

La copertina di Parco Sempione, nuovo sfolgorante singolo di Elio e le Storie Tese è un rebus (9, 6, 2, 5; facilissimo), nonchè l’ennesimo tassello di un mosaico che unisce la piaga dei bonghisti, l’Ecopass, la crew di Maccio Capatonda, la politica ambientale dell’amministrazione di Milano, l’Africa, le «torte di fumo» e The ring. Qui sotto il video, opera di genio dell’indimenticabile regista Pelo Ponneso.
[grazie a Pelodia]

 

 

venerdì, 08 02 2008

Friday I’m in points

Persepolitica – Ero curioso di vedere come e se avrebbe reso in versione cinematografica Persepolis, pluripremiato meraviglioso fumetto dell’autrice iraniana Marjane Satrapi, e dopo la proiezione in anteprima di ieri sera lo so: benissimo. L’animazione ‘povera’ (unica soluzione praticabile nel caso di un tratto così particolare) funziona alla perfezione, la non-storia (più un susseguirsi di episodi che un plot vero e proprio) procede senza affanni, il doppiaggio della Cortellesi è -ovviamente- ottimo, e anche conoscendo bene il fumetto originale si ride e si piange a volontà. Raccomandato.

 

Uomini soli – Stasera a Get Black non sentirete neanche una voce femminile. Il sottoscritto e Fabio affronteranno, in teoria e in pratica, il tema di ciò che succede quando le donne sono lontane: frittatone con cipolla, familiare di Peroni gelata, rutto libero, perversioni tecnologiche, calcio, e tutto il resto. Dalle 21 sui 103.1 MHz i FM di Radio Città Fujiko, streaming (OGG hi-quality / MP3 mid-quality).

 

Quarantadue! – Attenzione particolare merita stasera il Quiz Black, il contest radiofonico semi-serio che ogni settimana vi regala i nostri cd, libri e dvd preferiti. Stavolta piatto ricchissimo: in onore della data di questa sera al Covo, vi regaleremo il 42 PACK, il mega-pacco che comprende praticamente tutte le produzioni della neonata 42 Records. Ci saranno Action please! dei Kobenhavn Store, Magic Powers dei Cat Claws, Last EP dei Fake P (in vinile!), spillette e adesivi in quantità, il tutto a chi nel corso della puntata ci sarà la risposta più creativa a questa domanda:

La 42 Records prende il nome dai surreali romanzi di Douglas Adams, in cui la risposta alla Domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto era appunto….42. A questo punto c’è uuna sola cosa da scoprire….qual è la domanda?

Le risposte più creative che ci arriveranno durante la puntata via mail all’indirizzo BLACK |X| GETBLACK.IT o via sms  al 333 1809494 (i commenti non valgono, nè gli sms mandati prima delle 21) si accaparreranno il prezioso pacco. Poi ovviamente tutti al Covo, per il double bill di Fake P e Kobenhavn Store.

 

mercoledì, 30 01 2008

Domani sera

Due video imperdibili (via) per farci riprendere la scimmia di Lost (la cui quarta serie comincia domani sera negli States) esattamente dal punto in cui l’avevamo lasciata:

 

Lost – The synchonizing

 

 

 

Lost Official Recap in 8:15

 

 

venerdì, 04 01 2008

TV Writers’ Strike: piccola guida di sopravvivenza

Lo temevamo, e ora sta succedendo davvero: le puntate stanno per finire.

Lo sciopero degli autori tv americani (le menti dietro i Simpson, i talk-show della sera, le serie tv su cui perdiamo le nostre serate) non accenna a terminare, e pressochè tutti i grandi network americani stanno già raschiando il fondo del barile e centellinano le poche primizie rimaste. 

Dall’inizio dello sciopero sono passati un paio di mesi, e in questo lasso di tempo non è cambiato praticamente nulla. I talk-show si sono interrotti di botto (tranne Letterman, che ha fatto un accordo separato con i suoi autori ed è appena ripreso; lui evidentemente può), e le serie tv hanno sparato gli ultimi colpi che avevano in canna prima di interrompersi quasi tutte (ex abrupto o con finali tristi e affrettati posticci) a metà annata. E le poche serie che partono adesso (come Lost) nascono sotto una pessima stella.

 

Come tirare avanti all’interno di un panorama così fosco? Data la sempre agghiacciante qualità della programmazione dei canali tv nostrani, cosa guardare durante la cena, dopo Blob? Dovremo sostituire CSI con Distretto di polizia? Dr.House con Don Matteo?

[ci pensate che bello, se fossero gli sceneggiatori di fiction italiane a scioperare?]

 

La soluzione, con tutta evidenza, è una sola: R E C U P E R A R E.

Chi se l’è perse può partire dalle migliori serie dell’anno (la punta di diamante pressochè indiscussa Californication, l’ancora eccezionale Dr. House, la rutilante Chuck) e poi continuare con altri blockbuster altamente additivi come Heroes o Desperate Housewives, o con guilty pleasure adolescenziali come Gossip Girl.

Io -che con tutte queste serie sono in pari- al momento mi sto dedicando a Battlestar Galactica (su consiglio di Matte), che con le sue tre serie e passa mi terrà occupato per un po’; ero partito un po’ scettico a causa del violento retrogusto StarTrekkoso, ma la serie mi sta rapidamente conquistando. Quando mi sento più faceto mi concedo l’improbabile saga della dinastia di miliardari di Dirty Sexy Money, e di recente l’ottimo pilota mi ha spinto a dedicarmi anche all’agrodolce Pushing Daisies.

 

Per dopo ho già in lista Dexter (di cui tutti dicono meraviglie) e, con più calma, The Office americano (che mi dicono essere un po’ più accessibile dell’ostica versione inglese). Se lo sciopero dura ancora molto potrebbe essere l’occasione di colmare la lacuna di serie concluse ma acclamatissime come Arrested Development o Studio 60, ma è probabile che io mi stufi prima, e che decida di convertirmi al cinema russo degli anni ’30, o al neorealismo, oppure alla nouvelle vague. 
C’è anche la possibilità che io inizi ad apprezzare finalmente il gioco dei pacchi. Per allora, però, spero di essere morto.

 

[E voi? Consigli?]

 

giovedì, 13 12 2007

Lost in translation / Found in Youtube

[Le parole finali di Lost in translation rivelate. E mi sa proprio era meglio non saperle, e rimanere con in mente solo l’attacco di Just like honey
SPOILER ALERT: Se non avete visto il film non cliccate su Play]

 

giovedì, 06 12 2007

Dichiaro indipendenza

[Bjork + Michel Gondry = Declare Independence.
Nonostante io continui ad essere un devoto fan di Gondry e nonostante il pezzo sia l’unico che mi piace di Volta, tutto quello che mi viene in mente guardandolo è: Gli anni ’90 sono finiti, sveglia..! ]

 

mercoledì, 28 11 2007

Whisper words of wisdom, videoclip

Se lo prendi come un film musicale (così è presentato, per lo più) Across the universe -il film di Julie Taymor interamente costruito sulle canzoni dei Beatles, da poco uscito nelle sale- è un film agghiacciante. La trama è un’accozzaglia di banalità da soap opera di terza serie, siparietti lisergici giustificati dall’ubiquo clichè anni ’60, guest star (Bono, Joe Cocker, Salma Hayek) inutili e forse pure dannose e contorsioni di sceneggiatura utili solo ad inserire il maggior numero possibile di canzoni dei Beatles.

Se lo prendi come un musical, le cose migliorano un pochino: le performance vocali degli attori sono abbastanza decenti, gli arrangiamenti sufficientemente vari e personali, l’alternanza cantato/parlato ben bilanciata e le coreografie molto ben fatte.

Se lo prendi come una serie di video-clip di pezzi dei Beatles, però, Across the universe è decisamente un bel vedere. La Taymor, la cosa è nota, ha creatività da vendere, e il numero delle invenzioni che tira fuori per illustrare visivamente le canzoni e dar loro la sua chiave di lettura (tre esempi su tutti: With a little help from my friends, Strawberry fields foreverHappiness is a warm gun) è secondo solo al piacere del fan dei Beatles che gode per una messa in scena tanto curata e passa tutto il film a trattenersi dal cantare a squarciagola ogni singolo pezzo.

Peccato solo che questo dovrebbe -anche- essere un film, e le belle trovate da sole non bastano. Se però andate al cinema con l’idea giusta di quello che state per guardare, chissà, magari vi piace pure. 

 

Rufus Wainwright – Across the universe (MP3)

[che non è nella colonna sonora di questo film ma in quella di I am Sam, altra opera Beatles-related. I brani della colonna sonora di Across the universe sono molto più trascurabili di questa bella -e insoltamente, visto il personaggio- sobria versione firmata da Rufus Wainwright]

 

martedì, 27 11 2007

Potrebbe essere lupus

[proprio quando, nell’ultima puntata USA, è proprio lupus…]

 

giovedì, 22 11 2007

Say ‘On’ to Youtube

Si fa un gran parlare di YouTube, dello user-generated content, del «tutti ormai sono registi», del lo-fi digitale che ha ucciso il cinema indipendente. Ma basta imbattersi in La preziosa anima di Fausto, la più recente produzione della Zuip/Coma Film (gli stessi dietro il mitico, già linkato anni fa, L’invadenza di Azuzl) per avere ancora speranza: il cinema indipendente (meglio se dal sapore surreale, coltissimo ed ironico, e di ottima fattura tecnica) è vivo e lotta insieme a noi.

 

Zuip Film – La preziosa anima di Fausto (link > AVI o Mpeg)

 

venerdì, 16 11 2007

Com’e’ dura ubriacarsi al giorno d’oggi

Mentre vorrei capire se la iFiaschetta esiste davvero o se se l’è inventata Girolami durante una di quelle serate house che piacciono a lui -e mentre sono lieto di imbattermi pochissimo nel suddetto problema; non sono più l’animale notturno di una volta, e forse non lo sono mai stato- non posso non rimbalzare il già pluri-linkato spot della Guinness (firmato da Nicolai Fuglsig, già autore dello splendido spot delle palline del Sony Bravia) segnalatomi da Kekkoz. Ubriacarsi non è mai stato così difficile come oggi, signora mia.

 

martedì, 13 11 2007

Showpero!

E’ divertente (o, a scelta, deprimente) notare come, in un paese non certo noto per la sua tradizione sindacale come gli States, lo sciopero che sta facendo di gran lunga parlare di più di sè sia quello degli autori televisivi.
L’ordine (o, a scelta, casta) che riunisce la folta schiera dei pennivendoli a cui dobbiamo tutte o quasi le poche cose del piccolo schermo che ancora seguiamo (dai talk-show stile David Letterman ai Simpson, fino ad arrivare alle millemila serie televisive dietro cui perdiamo le nostre nottate) ha incrociato le braccia da una decina di giorni, allo scopo di ottenere il rinnovo del contratto di categoria e di avere alcune garanzie assistenziali in più. Esotico quanto uno sciopero dei metalmeccanici o degli autoferrotranvieri, quindi, ma in linea di principio non meno condivisibile.

 

In attesa di capire se gli studios e i grandi network cederanno (o, più che altro, quanto ci metteranno a cedere), chi segue qualche serie in parallelo con gli States -come il sottoscritto- può aggrottare la fronte studiando questo schema pubblicato dal Los Angles Times che riassume la situazione dei principali programmi televisivi rispetto al numero di episodi che potranno essere realizzati fino all’esaurimento di testi e sceneggiature già portati a termine dagli autori.
Tempo qualche settimana, e i casi saranno due: o le serie rimarranno in sospeso (vi immaginate le proteste, e la quantità smisurata di soldi che i network perderanno?) o si inventeranno finali posticci e rocamboleschi, oppure a scrivere gli episodi ci si metterà la produzione o qualche banda di crumiri. Visto lo sfascio narrativo che molte serie hanno già in partenza, vi immaginate quanti casini riuscirebbero a fare? Masochisticamente, sono quasi curioso.

 

Però, pensateci. Magari sarà la volta che di Lost capiamo davvero qualcosa, oppure che il Dr. House incontra un caso semplice, che Heroes oltre alle trame inizia a copiare dagli X-men anche i dialoghi e i personaggi, e che di fianco alle Desperate Housewives si trasferisce un nuovo vicino senza orribili segreti nel suo passato. Per una volta. non sarebbe quasi liberatorio?

 

lunedì, 05 11 2007

Maurizio Costanzo perseguita me e la mia famiglia

 

 

 

 

Era da un po’ che non ridevo per segnalazioni così stupide eppure brillanti come quelle di Star Walls, il blog dedicato alle scritte sui muri (e affini). La cosa che merita di più sono i titoletti. Grazie a Mattia per la dritta.

[il titolo del post è una splendida scritta che c’era non lontano da casa mia fino a qualche anno fa. C’era tutto un filone sul tema, in giro per il quartiere]

 

giovedì, 25 10 2007

Save the cheerleader, save the bricks

[I protagonisti di Heroes in versione a mattoncini: Hiro, Claire, Mohinder e Sylar. Gli altri (più altre foto e varie ulteriori discutibili primizie) qui. Grazie a Junkiepop per la segnalazione]

 

giovedì, 18 10 2007

Color. Like every other

Se cominciano con le singole versioni nazionali non ne usciremo più vivi. Nel mentre, però, godiamoci pure lo spot egiziano del Sony Bravia.
Palline > Vernice > Pongo > Fili.

 

 

mercoledì, 17 10 2007

Welcome to the Gossip County

C’era una volta The O.C..

Erano i primi anni del nuovo millennio, e dopo l’ingenuità so nineties di Beverly Hills 90210 e i piccoli intellettuali logorroici di Dawson’s creek, noi spettatori completamente fuori età ma evidentemente non privi di un curioso mix di masochismo e conti mai chiusi con la nostra adolescenza avevamo bisogno di un nuovo teen serial a cui appassionarci.

Dal nulla spuntò fuori The O.C., una serie in cui il co-protagonista nerd ma hipster si dichiarava fan degli allora ignoti ai più (ma non a noi) Death Cab for Cutie, in cui fumetti fighissimi e film d’azione giapponesi venivano namedroppati con un’inquietante frequenza e in cui in una puntata della seconda serie suonavano nientemeno che i Modest Mouse. E nonostante l’infima qualità della sceneggiatura e la caratterizzazione dei personaggi vergognosamente monolitica, ci volle poco per farci cadere vittima delle vicende di Seth, Marissa e compagnia.

Ora, dopo una manciata di anni (il tempo di far passare l’hype, e far annegare la serie in un finale squallido e inglorioso), il suo creatore Jason Schwartz è tornato con una nuova creatura catodica pronta a trovare il suo posto nel sempre ricco pantheon dei serial generazionali.

 

La serie si chiama Gossip Girl, ed è qualcosa di molto simile a un incubo.

Se The O.C. vi sembrava fatuo e irreale, se vi irritava l’ambientazione lussuosa e patinata e le trame da lobotomia frontale, e se eravate oltremodo infastiditi dal disinvolto uso di musica di nobili origini come sottofondo a vicende tanto dementi, allora non provate neanche ad avvicinarvi a Gossip Girl. La ricca prole degli abitanti della contea californiana è stata sostituita dall’ancor più ricca (e assai più stilosa) prole degli abitanti dell’Upper East Side di Manhattan (con puntate alla più lontana -e ora trendyssima- Williamsburg, a Brooklyn), al posto delle spiagge ci sono le strade della Grande Mela, e il punto di vista non è più quello dell’outcast che nasconde un cuore d’oro Ryan Atwood, ma quello della fantomatica voce narrante che racconta le vicende dei personaggi sul suo blog Gossip Girl. [Sì, ho detto proprio blog. O tempora, o mores].

La storia è, se possibile, ancora più vacua di quella di The O.C.: feste, tradimenti, risse, blande storie di rivalsa sociale, genitori interpretati da attori che sembrano più giovani dei loro figli e melodrammi da 4 soldi che si esauriscono nel giro di 40 minuti. Come se non bastasse, c’è anche una qualche pretesa oltremodo cialtronica di farsi portavoce di uno zeitgeist in cui «You’re nobody until you’re talked about», che, al di là degli ovvi significati diretti agli spettatori in età appena post-puberale, potrebbe portare a captatio di nicchia (e, contemporaneamente, a vette di trash) decisamente sapide, fatte apposta per il pubblico più scafato (e adulto) che -sotto le mentite spoglie dell’occhio ironico e del guilty pleasure- sguazza in questo genere di serie.

 

E c’è anche la musica (sempre selezionata dall’influentissima Alexandra Patsavas), che è sempre (più o meno) la nostra: la prima puntata parte con le note di Young Folks di Peter, Bjorn & John, e più avanti si sentono Who made who, Feist, e The Bravery; senza però dimenticare che Pitchfork già da un po’ ha sdoganato il pop commerciale, e che quindi un Justin Timberlake o una Rihanna sono ovviamente scelte irrinunciabili, che finiscono per risultare ancora più snob dell’artista indie di turno.

Riuscirà questo ennesimo passo verso l’abisso del nulla adolescenziale a competere con i classici del genere e a conquistarsi un post nel cuore delle varie fasce di età a cui mira? O è materiale buono solo per un post cerchiobottista che descrive con sguardo ironico e finamente distaccato qualcosa che evidentemente coinvolge anche lui? Ma poi, alla fine, ce ne importa davvero qualcosa? Solo il tempo lo dirà.

 

You know you love me,

Xoxo,

ink

 

giovedì, 11 10 2007

La ventisettesima mossa

[A latere: è stato dimostrato matematicamente che è sempre possibile risolvere un cubo di Rubik in minimo 26 mosse]

 

lunedì, 08 10 2007

Non so perche’, sento il bisogno di comprarlo

Non so per voi, ma per il sottoscritto è una grande notizia: il 27 Novembre esce Bender’s Big Score, il primo di 4 lungometraggi (che usciranno in DVD) che riportano in vita la mai troppo rimpianta saga di Futurama. Già il trailer promette faville:

 

 

G L O R I A   G L O R I A   G L O R I A   A L L ‘ I P N O R O S P O

 

venerdì, 05 10 2007

Color like no other (3)

Ricordate il nuovo spot del Sony Bravia di cui parlavamo circa un mesetto fa? Da oggi è online (qua sotto o qui, dietro le quinte qui). Paragonato alle palline rimbalzanti di Josè Gonzalez e alle esplosioni di colore orchestrali, secondo voi in che posizione sta?

 

mercoledì, 26 09 2007

Every day is so wonderful

Settimana calda, questa, per gli amanti delle serie tv. Dopo la rituale pausa estiva, che ha comunque visto l’inizio del brillante Californication (con un clamoroso David ‘Fox Mulder’ Duchovny nel ruolo dello scrittore fallito, sarcastico e scopatore), ora si riparte. Ieri l’altro è cominciata (con il piede sbagliato, secondo me; ma vabbè, non ne sono un gran fan quindi forse non sono la persona più adatta a parlarne) la seconda serie di Heroes, preceduta dal nuovo, promettente, Chuck. E se per Lost quest’anno dovremo aspettare fino a Febbraio, a brevissimo è comunque la volta di Desperate Housewives e, per chi li segue, Grey’s Anatomy e Ugly betty. Ieri sera è invece cominciata la quarta serie dell’immarcescibile House, M.D. (da noi Dr. House), che per chi scrive è semplicemente una delle più belle serie TV mai prodotte.
Per celebrare l’evento, vi regalo la versione di Beautiful di Christina Aguilera rifatta nientemeno che da Elvis Costello appositamente per la serie TV, ed andata in onda (in versione parziale) in un episodio della quarta serie. Che vi devo dire, a me piace un sacco.

 

Elvis Costello –  Beautiful (Christina Aguilera cover) (MP3)

 

venerdì, 21 09 2007

0118 999 811 999 119 725…..3

IT Crowd è una delle serie TV più divertenti in cui mi sia imbattuto recentemente. Più sit-com (ha persino le risate in sottofondo) che serial, IT Crowd ha come protagonisti i due geeks (o «standard nerds», come si definiscono in una puntata) Moss e Roy e la loro maldestra responsabile Jen, ed è venata da un bizzarro mix di umorismo british (che flirta spesso con la demenzialità pura) e comicità geek. Guardare questa delirante parodia del celebre spot anti-pirateria «Non ruberesti mai un’auto..» per credere:

 

[Il titolo ovviamente è una citazione di questo]

 

mercoledì, 22 08 2007

Color like no other (every year)

Dopo le palline rimbalzanti lasciate cadere dalle vie di San Francisco e le esplosioni di vernice sui palazzi di Glasgow, per gli spot dei flatscreen Sony Bravia è la volta dei conigli di pongo per le vie di New York. Lo spot è stato girato un paio di settimane fa, e dovrebbe passare in tv da Ottobre. Qualche news sull’apposito sito (ancora, significativamente, in bianco e nero), un po’ di foto qui e nella pagina dei wallpaper.