guarda te

martedì, 21 08 2007

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Dopo un lancio in grande stile negli States e in mezza Europa, e dopo aver suscitato reazioni piuttosto discordanti (molti convinti, ma anche molti delusi), tra qualche settimana -il 14 Settembre- esce anche da noi The Simpsons Movie, l’atteso lungometraggio sulla famiglia dalla pelle gialla più famosa del pianeta.

Tra i detrattori e gli estimatori del film io mi colloco più o meno a metà: nonostante faccia spesso ghignare abbondantemente (certo più degli episodi delle ultime serie), siamo lontani dalle vette di genialità dei migliori episodi classici e, parimenti, distanti dal valore di altre operazioni simili (come, ad esempio, l’imbattibile lungometraggio di South Park). In sostanza è un onesto e ben fatto episodio di lunghezza tripla, con alcune battute memorabili (le migliori sono quelle meta-cinematografiche) e un ritmo che non regge sempre un plot di questa durata. Ma alla fine sono i Simpson…cosa hanno bisogno di dimostrarci, ancora?

Per festeggiare l’imminente uscita del film, prendo in prestito da Best week ever (integrandola) questa lista di liste dei Simpson:

 

lunedì, 20 08 2007

Chissa’ se c’e’ una sera libera al Peach Pit by Night

Niente male, questi The Forms: vengono da Brooklyn, suonano un indie-pop matematico che ricorda un po’ il sound dei Pinback, e stanno per uscire con un secondo disco prodotto da Steve Albini. Soprattutto, però, tra le loro fila militano i gemelli Brendan e Jackson Kenny, immortali protagonisti del video in cui, in due, suonano la sigla di Beverly Hills 90210 con una sola chitarra:

[come bonus, impossibile non linkare di nuovo il classico strappalacrime dei Blume dedicato a Brandon Walsh, che rimane dannatamente geniale]

 

The Forms – Red Gun (MP3)

Blume – 90210 (MP3)

 

lunedì, 06 08 2007

Un post a punti un po’ balneare

Da un paio di giorni sono in ferie e -come volevasi dimostrare- ora che avrei tutto il tempo del mondo per aggiornare questo posto con qualche contenuto decente, non ne ho affatto voglia; si vede proprio che mi sento in vacanza. Per dire: stamattina mi sono svegliato ancora prima del solito, sono uscito a fare una passeggiata al parco, e sono rientrato a casa all’ora a cui di solito ne esco assonnato. Una cosa che normalmente non mi sognerei di fare neanche di notte. 
Prima di scomparire offline per qualche giorno (non temete, prima di ferragosto torno, anche se sospetto che per un po’ il ritmo di aggiornamento sarà abbastanza rilassato), qualche segnalazione varia ed eventuale per chi ancora non è riuscito a fuggire dalle radiazioni degli schermi: 

 

_Venerdì scorso i 4 cavalieri dell’Apocalisse di Get black (il sottoscritto, Fabio, Francesca e Offlaga Disco Max) si sono riuniti per il Season Finale della prima stagione dello show acromatico in onda tutti i venerdì sera su Radio Città Fujiko, con una puntata delirante dall’argomento perfettamente in tema con il periodo. Il venerdì precedente il tasso di delirio era stato ancora superiore, perchè c’era ospite Antonio e parlavamo (tra l’altro) degli 883 (dettagli e complimenti da Disorder – grazie!). Come al solito, il tutto è scaricabile nella pagina dei podcast. E, in radio, ci si rivede a fine mese in diretta dal gabbiotto della Festa nazionale dell’Unità.

 

_Come annunciato, il concerto degli Offlaga Disco Pax di sabato all’Hana-bi è stato preceduto dal set dei folgoranti Don Turbolento, che hanno confermato tutte le promesse contenute nel loro EP facendo ballare la folla con la loro electro suonata, un’ottima cover sintetica di I wanna be your dog e un paio di piccole hit come Spend the night on the floor e Take it up. Date retta a me, ne vedremo delle belle.

 

_Letture da ombrellone – fumetti: ho trovato Ferragosto di Luca Genovese più claustrofibico di quanto il titolo suggerirebbe, ma visto il periodo è una lettura consigliatissima, meglio se un torrido pomeriggio, in una città deserta. Se poi non l’avete ancora letta, l’Antologia Vol.2 degli amici di Selfcomics rimane un must.

 

_Letture da ombrellone – libri: finito il deludentissimo La pioggia prima che cada di Jonathan Coe, mi sono gettato nel noir Pessimi segnali di Enzo Fileno Carabba (per ora avvincente, anche se non esattamente il mio genere), e mi aspetta il pluri-consigliato Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron e Avverbi di Daniel Handler, comprato solo per la copertina di Daniel Clowes e perchè lui è il fisarmonicista dei Magnetic Fields. Vi saprò dire.

 

_Visioni da ombrellone: in saccoccia i pre-air dei piloti di Californication e Chuck, entrambi su consiglio di Colas. Anche qui, vi saprò dire.

 

_Ascolti da ombrellone: nessuno dei due è esattamente da ombrellone, ma nell’ultimo paio di giorni mi sono finalmente appassionato ad un paio di dischi a cui non avevo ancora dedicato il giusto spazio: The stage names degli Okkervil River (forse migliore anche di Black Sheep Boy?) e Spirit if di Kevin Drew, già boss dei Broken Social Scene; entrambi eccellenti.
Poi ci sono alcuni advance italici che anticipano un autunno che pare caldissimo (previste uscite di: Amari, Disco Drive, Trabant, My awesome mixtape, Settlefish, Amor Fou, Fake P, presto speriamo Vancouver e Don Turbolento e chissà cos’altro…), ma se ne riparlerà, eccome se se ne riparlerà…

 

_Vi lascio con il già pluri-linkato nuovo singolo di PJ Harvey, che anticipa il nuovo White Chalk, in uscita a fine Settembre. Una scelta spiazzante, che dà a una corta e ipnotica (narcotizzata, sarebbe meglio) ballata per piano il compito di promuovere un disco che pare essere tutto su questa linea: poca o niente chitarra, pezzi corti e non esattamente facili, molto intimismo e poco rock’n’roll. Con queste premesse sarebbe auspicabile un ritorno alle atmosfere del suo capolavoro To bring you my love, ma sospetto che saremo un po’ più dalle parti dell’assai meno compiuto Is this desire?. Parecchi dettagli su Uncut.

 

PJ Harvey – When under ether (MP3)

 

martedì, 24 07 2007

Dell you want

Oibò, questa mi era sfuggita: Work it, il primo brano originale dei Devo in 17 anni (prodotto dai Teddybears, nientemeno), fa il suo debutto in uno spot della Dell. Ogni commento (sull’operazione, sui discutibili computer Dell) è superfluo. Anche se il pezzo, in realtà…

 

Link.

mercoledì, 18 07 2007

Con criniera marrone/bronzo

[fotografato ieri sera in Via Indipendenza, a due passi da Piazza Maggiore. Strategia di marketing virale? Volantino di laurea? Velata campagna di protesta sociale? Semplice presa per il culo? Nel dubbio, anche se sarei curioso, io il numero non l’ho chiamato]

 

venerdì, 06 07 2007

Tutto verde

Prima di guardarlo, di Everything’s gone green sapevo solo una cosa (ma ve la dico dopo). Per il resto non avevo mai sentito nominare il regista Paul Fox (che infatti ha diretto appena una manciata di film a me ignoti e un po’ di episodi di serie Tv a me ignote), nè il protagonista Paulo Costanzo (che ha fatto un po’ di teen movies di poco riguardo e interpretava il nipote del protagonista nello spin-off di Friends, Joey), non avevo letto recensioni di alcun genere nè il film mi era stato consigliato (è uscito negli Usa solo da un paio di mesi, e prima solo in Canada); insomma, non avevo assolutamente idea di cosa mi sarei dovuto aspettare.

 

Titoli di testa. Metropoli occidentale. Maschio quasi trentenne, WASP. Nel giro di un giorno per motivi futili perde casa, lavoro e ragazza, per lo più insoddisfacenti. Ha una famiglia bizzarra. Non sa cosa vuole dalla vita. Un paio di eventi curiosi. Un paio di incontri fatali ma irrisolti. Trova un nuovo lavoro. Conosce nuova gente. Guarda il mondo da un oblò, si annoia un po’. S’innamora, ma anche no. Fa i soldi. Si monta la testa, ma anche no. Finale. Titoli di coda.

 

Sembra ordinaria amministrazione, già. Il nuovo Garden State? La commedia indipendente che vince il Sundance ma che non piace neanche alla sua giuria? Muccino, magari?

Macchè: Coupland. Everything’s gone green è il primo film interamente scritto da Douglas Coupland.

 

Di film su trentenni che non sanno cosa vogliono dalla vita ne abbiamo visti a decine, e di solito fanno schifo. Alcuni hanno qualche buona idea, o la colonna sonora giusta, oppure sono semplicemente ben fatti; e anche se siamo ben consci del loro valore, basta poco per rispecchiarcisi e attribuirgli un valore superiore a quello che hanno. Funzona così. 

La cosa che stupisce è che un nome leggendario come Coupland, già autore di 3/4 libri assolutamente fondamentali e di almeno altrettanti (i più recenti) progressivamente sempre più insoddisfacenti, scelga un genere così ritrito per il suo esordio come autore cinematografico.

Non che la sua penna non si veda. tutt’altro. Il film è pervaso (funestato, direbbe qualcuno) da parecchi temi cari alle sue produzioni più recenti: genitori che invecchiando diventano incoscenti come bambini (e finiscono per impegnarsi in strane coltivazioni nel seminterrato), Vancouver e la sua surreale abbondanza di set cinematografici, l’ossessione per le professioni bizzarre (ma che lavoro è il ‘designer di campi da golf’?), la Cina e la mafia cinese, rapporti sessuali e sentimentali raccontati (e forse vissuti) nel modo meno sessuale che si possa immaginare, e così via. Coupland che cita Coupland, anche qui.

 

Ed esattamente come nel recente JPod (del quale, peraltro, è in preparazione nientemeno che una serie Tv, che debutterà in Canada già il prossimi Gennaio; ho i brividi al solo pensiero), Coupland vuole strafare, e, mettendo troppa carne al fuoco, nella seconda parte del film rovina anche quanto di buono ha seminato nella prima metà. 

Perchè, e questa è forse la scoperta più lieta di tutto Everything’s gone green, la trasposizione dello stile letterario di Coupland sullo schermo funziona, e il suo spirito rimane intatto, perdendo in verve ma guadagnando in forza e nitidezza, nutrendosi dei paesaggi mozzafiato di Vancouver e dell’ottima recitazione dei protagonisti, per riuscire nell’impresa sempre improbabile di rendere su schermo le peculiarità di un autore sulla carta.

Come al solito le buone idee ci sono (alcune sono ottime, come le riflessioni sul rapporto col denaro, e forse anche col capitalismo, che delineano l’immagine di un Coupland quasi politico che mi incuriosisce molto), ma vengono progressivamente ignorate a favore di un intreccio confuso e piuttosto futile che sfocia in un finale dimenticabile che lascia l’amaro in bocca. Volendo vedere il bicchiere mezzo vuoto, la piega narrativa che stanno prendendo gli ultimi lavori di Coupland è inspiegabile e inquietante; concentrandosi sul bicchiere mezzo pieno, il Coupland cinematografico ha un suo perchè che in futuro potrebbe darci qualche soddisfazione. Chissà. Finchè continua coi titoli presi da canzoni inglesi degli anni ’80, semaforo verde, siamo con lui.

 

martedì, 26 06 2007

You’d rather watch reruns than deal with the bad spin-off called life

Potrà sembrare una ballata acustica dal testo ironico e citazionista e di poche pretese, ma Overdosing with you, tratta dall’ultimo bel disco di Billie the vision and the dancers nasconde qualcosa in più. Non so bene perchè (o forse lo so), ma ho l’impressione che la foto che scatta (giochi di parole compresi) ritragga molti di noi in modo più preciso di quanto preferiremmo ammettere. Can you lend me a DVD box or sing me a lullaby?

I’ve been thinking ‘bout Gabrielle Solis and all the desperate housewives. I’ve been thinking ‘bout Mike Delfino and his gun. I’ve been drawing patterns in my mind, but I can’t fall asleep. I’ve been counting all the sheep there is to count.

No, I can’t fall asleep, that’s why I’m here with you tonight. Can you lend me a DVD box or sing me a lullaby?

Hello Mrs. Van De Kamp did you clean the whole kitchen and drink all the wine? Hello Saferide, can you give me a safe ride back to sleep? Cause I wanna OD on DH. I wanna OD on DH. Let me overdose on DH with you.

I’ve been trying to kill the pain by watching make-believe people’s fake disasters. And think if I’d been Elaine this misery’d been followed by studio laughter. I’ve been looking so hard for someone who could love me like Will loves Grace, but they say “It’s not like on your flat screen TV”. It’s gotta be like on my flat screen TV.

I’ve seen you around I can tell that you’re just like me. You’d rather watch reruns than deal with the bad spin-off called life. I’ll put the kettle on. Let’s not speak, talk ruins every conversation. I’ve downloaded Dexter. Come, there’s room next to me.

Hello Mr Sipowicz, ‘ginning to understand why you act like you do. Hello Pablo, I got this vision we can dance to. I need to OD on NYPD. I need to OD on NYPD. Let’s overdose on NYPD when we’re blue. [#]

 

Billie the vision & the dancers – Overdosing with you (MP3)

 

 

giovedì, 07 06 2007

Sempre Primavera

Come vi dicevo, non sono un grande frequentatore di festival. E da scarso frequentatore quale ero (e rimarrò), non ho mai sopportato quei report lunghissimi, post o articoli che siano, che infilano pareri su decine di band, raccontano delle code al bagno o della qualità della birra, e si perdono nei millemila dettagli che rendono questo tipo di esperienze tanto straordinarie (perchè lo sono) quanto impossibili da essere davvero raccontate. Poi sarà il decimo post del genere su cui vi imbattete, e io ho ancora un po’ di pietà.

Mi concentro sui miei highlights personali tra i set che sono riuscito a vedere, con contributo fotografico e effetti speciali. Il resto, se vi interessa, ve lo racconto a voce.

 

 

Fujiya & Miyagi

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Nerdance! Miyagi si presenta sul palco con un improbabile maglioncino a rombi, ma alla chitarra è uno slego. Fujiya sembra uscito da una biblioteca di fisica, ma le macchine che governa sono implacabili. & (sì, si chiama proprio ‘&’; sono in tre, non lo sapevate?) suona il basso, e basta, ma non serve altro. Partono circospetti, ma un pochi minuti la platea è già la loro, e si balla che è un piacere. L’impressione è di una band dalle potenzialità assai superiori a quelle che emergono dal pur ottimo Transparent Things, e solo nel live si riescono davvero ad apprezzare i serrati incastri matematici dei giri di chitarra con la voce, le abbondanti venature funky e dei beat che, anche se non sembra, funzionano anche sul dancefloor. A questi livelli, una sorpresa.

 

 

Justice

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Intollerabili, insuperabili. La console è fronteggiata da una enorme croce illuminata, e circondata da un muro di amplificatori Marshall. Il duo francese sminuzza la pista con la grandeur e la violenza che gli sono proprie, e manda in delirio la folla che a quell’ora è lì solo per loro. Dopo un buon numero di scene surreali e una serie di acutocitazioni talmente spudorate da lasciare senza fiato,  fuggo dalla calca, e assisto alla fine del set un po’ in disparte, davanti al camioncino dei Churros. Eppure non riesco a smettere di muovere il piede.

 

 

The Apples in stereo

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L’unico concerto col sole, e non a caso: la band di Robert Schneider è quella che ci fa davvero divertire. Più una ghenga di quarantenni in vacanza che una serie di nomi storici del collettivo Elephant Six, sembrano leggeri leggeri mentre la maestria sotto è tanta, e il confronto con gli altri pochi set del genere non dà adito a dubbi. Portateli in Italia, please. E fate risposare Schneider con la ex batterista Hilarie Sidney, così magari fanno pure Sunndal Song

 

 

Modest Mouse

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Non vi dico nulla, chè se v’interessavano li avete già visti a Roma o Bologna. Che probabilmente sono stati superiori come scaletta, durata, strumentazione e quasi tutto il resto. Ma la prima volta non si scorda mai, come lo sguardo spiritato di Isaac Brock o le dita veloci di Johnny Marr sulla chitarra. I was there.

 

 

Built to spill

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Come sopra, con qualche problema tecnico in più, e un’umiltà che altre band della stessa statura si sognano. Sempre enormi.

 

 

Maximo Park (acoustic set)

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Sacrificato il loro set ufficiale in favore dei Modest Mouse, mi sono accontentato delo showacase acustico pomeridiano, offerto dallo stand di MySpace all’interno della Merienda Warp. Poche canzoni, ma un vero spettacolo scoprirle quasi perfette anche nella semplice veste voce-e-chitarra. Paul Smith ha una T-shirt di Leonard Cohen, sembra un po’ palestrato, sorride e dà davvero l’idea di essere uno simpatico. E Canta da Dio.

 

 

Smashing Pumpkins

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Difficile prescindere dall’aria di baracconata che circonda il concerto: i mantelli argentati, la bandiera americana, l’intro sulle note di Suspiria sono tutte cose che sembrano fatte apposta per mettere alla prova il buon gusto del pubblico, e per condannare Corgan a mettere in scena il suo definitivo tramonto da qui all’eternità, come un Elvis degli anni ’90. I pezzi nuovi (a parte il singolo Tarantula, che funziona) sono bruttini, ma sapientemente diluiti tra i vecchi classici sono inoffensivi. La scaletta contiene (quasi) tutto quello che serve. Rivoglio indietro la mia adolescenza, ora.

 

 

Menzioni d’onore:

_Grizzly Bear – sempre ispiratissimi, anche se rendono meglio nei piccoli club. Una certezza.

_The Fall – Mark E. Smith è insopportabile. Ancora e sempre un’icona.

_Band of Horses – dal vivo sanno davvero il fatto loro.

_Battles – chevvelodicoaffà.

_Architecture in Helsinki – ancora adorabilmente pasticcioni, ancora una piccola forza della natura.

_Wilco – sempre spettacolari.

 

 

[Altri report, ben più lunghi, da Max, Nin-Com-Pop, Colas e Giulia. Per un po’ di video, ovviamente c’è YouTube che già straripa. Sappiamo tutti che questi link non vi servono perchè del Primavera ne avete già le palle ben piene, ma sono un completista, lo sapete]

 

lunedì, 14 05 2007

The ultimate Lost theory

Nonostante il buon senso (e ogni indizio) suggerisca che si tratti di una colossale stronzata nelle mani di sceneggiatori che da decine di puntate non sanno più che pesci pigliare, e nonostante la recente notizia ufficiale che annuncia che verranno prodotte altre tre serie del telefilm, il sottoscritto continua ad essere vittima della febbre di Lost. Di conseguenza, non posso non segnalare The ultimate Lost theory, lunga, complessa e aggiornatissima ipotesi che ricostruisce la storia dell’isola e dei suoi abitanti cercando di mettere insieme in modo sensato tutti o quasi i pezzi del puzzle. Un lavoro impressionante ed eccezionalmente plausbibile, che spinge a pensare che, se non era già questa l’idea di Lindelof, forse dovrebbe diventarlo ora. Occhio: se non siete in pari con l’edizione americana della serie (e quindi se non avete ancora visto l’episodio 3×20, The man behind the curtain) NON CLICCATE su quel link. Avvisati, eh.

Bonus: e se avete comunque visto l’ultima puntata (sempre la 3×20) , forse vi siete comunque persi questi 11 frame..
[io in effetti me li ero persi]

 

giovedì, 10 05 2007

Bun-O-vision!

Grazie alla segnalazione di Andrea, ho passato buona parte del weekend a guardarei classici del cinema rifatti in 30 secondi in versione Bun-O-vision da quelli di Angry Alien. I miei preferiti sono Le Iene (qua sopra), Lo squalo, Casablanca, Shining e The Ring e i primi due Spider-man.

 

giovedì, 29 03 2007

E’ che si divertono

[Negli usa Grindhouse (2 episodi, con tanto di falsi trailer tra l’uno e l’altro) esce a breve; da noi chissà quando. Consoliamoci con la spettacolare gallery dei Favorite Movie Posters of Quentin Tarantino and Robert Rodriguez ] 

 

lunedì, 12 03 2007

Appello: un traduttore per Matt Groening

Oppure, in alternativa, gag migliori. Guardate e inorridite di fronte a questi frammenti di due puntate della diciassettesima serie dei Simpson che coinvolgono il nostro paese e martoriano la lingua di Dante.

[grazie Chicca. Non vorrei trovarmi nei tuoi panni quando dovrai spiegare ai tuoi studenti americani quanti errori contengono…]

 

martedì, 06 03 2007

Scopri l’intruso

[Vinci un salame. Anzi, due.]

 

martedì, 13 02 2007

Praticamente un nuovo genere

Harry ti presento Sally? Mary Poppins? Siete proprio sicuri che siano delle commedie? Ma li avete guardati bene i trailer?

lunedì, 12 02 2007

Sei emmepitre’, un video

Jens Lekman – Your beat kicks back like death (MP3)

Non mi ero accorto che il pezzo che spesso negli ultimi anni ha aperto i concerti del cantautore svedese fosse una cover (della Cat Power-wannabe Scout Niblett). E’ quel tipo di mantra che a forza di handclapping, melodie fischiettate e joy of repetition riesce a far perdere significato alle parole. «We’re all gonna die», mica roba da niente. (via)

LCD Soundsystem – North American Scum video (MOV lo-fi / MOV hi-fi / myspace

Vabbè le citazioni, ok il divertimento, perfetti gli effetti analogici invece che digitali, benissimo il retrofuturismo, ma Giacomino, mi hai fatto il video più brutto della tua carriera. Non volevamo che Sound of silver esordisse al numero uno? Proprio ora che il disco ne ha le carte e che i tempi sono maturi mandiamo tutto in vacca? Continuiamo così, a farci del male?

Laura Veirs – Pink Light (MP3)

La mia folkster occhialuta preferita torna ad Aprile con un nuovo disco (sempre per Nonesuch), e io non ne sapevo nulla. Ancora solo due pezzi resi pubblici, ma se è tutto così ho il sospetto che me lo ritroverò nella top 10 di fine anno, come nel 2005. L’altro pezzo non si chiamava appunto Cast a hook in me? (via)

Mark Ronson (feat. The Daptone Horns) – God put a smile upon your face (Coldplay instrumental cover) (MP3)

Ciao, sono Mark Ronson, forse vi ricorderete di me per l’ottima versione di Just che da sola teneva in piedi il disco di tributo ai Radiohead. Ora sta per uscire un disco tutto mio, Version, in cui mi diverto sempre ad inoculare robuste iniezioni di big band nel pop contemporaneo: ci sono Toxic, Apply some pressure (ne trovate un radio-rip da Max), Stop me if you think you’ve heard this one before (che forse però mi è venuta troppo soul), Oh my God e varie altre. E c’è questo pezzo dei Coldplay, che ora sembra uscito dalla colonna sonora di un film di James Bond. Chi l’avrebbe mai detto.

Art Brut – Nag nag nag nag (MP3)

Senza alcun costrutto come gli è proprio, mesi fa la band di Eddie Argos ha dato alle stampe un singolo citazionista e adolescenziale che ai primi ascolti sembra troppo quadrato rispetto alle vecchie produzioni della band, e andando avanti lo sembra troppo poco rispetto al riff classico che si ritrova. La risposta, come al solito, sta nel testo.

Chicks On Speed – MySpace (MP3)

Nello splendore della sua discubile qualità da myspace-rip, e in ritardo di mesi rispetto alla sua messa online, l’instant-song delle COS è un elettro-charleston con ritornello contagioso e testo stupido ("MySpace, YourSpace, WhoseSpace, is it? Let’s switch on, drag and drop"). Non vedo l’ora che la pubblichino, per poterla ballare alzando gli occhi al cielo.

Future Pilot AKA (feat. Stuart Murdoch & Sarah Martin from Belle & Sebastian) – Eyes of Love (MP3)

Su Future Pilot AKA ricordo di aver letto anni fa un articolo di De Luca (a proposito, il 2007 è iniziato da un pezzo; torni?) che, a rileggerlo sentendo il disco nuovo, sembra parli completamente di un altro artista. Soprattutto a sentire la diabetica pop-song in cui ospita le voci dei Belle & Sebastian e che sembra uscita dai peggiori incubi dei detrattori dell’indiepop.

 

mercoledì, 07 02 2007

Che tu sia per me il coltello

In un periodo in cui i concetti scarseggiano anche all’interno di un’intera carriera musicale (figuriamoci nelle singole canzoni), imbattersi in un concept album è una vertigine strana, a metà tra la sorpresa di chi vede una farfalla a Gennaio e la soddisfazione di chi trova il tesoro sepolto che stava cercando da tutta la vita. La vertigine è ancora maggiore se il disco rivela il suo nucleo tematico dopo mesi di ascolto, e ancor di più quando è sul tuo lettore da quasi un anno, e, in virtù dell’impressionante numero di ascolti che si è conquistato, è arrivato ad ottenere l’onore e l’ònere di essere il disco più rappresentativo del tuo 2006.

Qualche sera fa guardavo per l’ennesima volta il bellissimo Silent Shout, an audio visual experience, il DVD che, raccogliendo il lato iconico della carriera dei The Knife, è il perfetto compendio ai suoni alieni del capolavoro Silent Shout. Ci sono tutti i video della band: folli, misteriosi, geniali o semplicemente incomprensibili esattemente come ce li si potrebbe aspettare. Ma il piatto forte è la registrazione di un concerto tenuto lo scorso Aprile a Gotebörg, che per atmosfera e impianto scenico conferma quanto di buono dicono tutti dei live set del duo svedese.

E’ stato solo durante la visione del DVD che Silent Shout mi si è rivelato per quello che è: un concept album sul corpo e sui sensi, e in particolare sulla fragilità del primo e sulla potenza dei secondi. Tanto i testi delle canzoni della band ritornano ossessivamente su questo tema quanto i video sono pieni di corpi sbagliati e anormali, e tanto Karin e Olof celano il loro vero aspetto dietro maschere e travestimenti grotteschi quanto il loro immaginario è fatto di disturbanti riferimenti a corpi che non si fanno controllare (anoressia?) o che vogliono essere abusati, a membra che sono l’unica via per raggiungere la serenità o ad apparenze lucide e scintillanti che recano al loro interno il marcio dei sentimenti malati. Il live set di Silent Shout, poi, è interamente giocato sui sensi e sul rapporto tra la musica, le luci, le parole e i concetti appena evocati dalle proiezioni; queste nascondono più che illustrare, e vestendo la nudità dei pezzi fanno loro violenza in modo inequivocabilmente rivelatorio e sempre malamente soffocato, come un sorriso contratto o un urlo muto.

E’ una vertigine accorgersi di una cosa del genere, e mettersi a rileggere l’intero disco sotto questa luce (che illumina bene anche i tagli profondi tratti da Deep Cuts presenti sul DVD), almeno quanto dare un’occhiata al Disco Bravo di Gecco ed accorgersi che dei quasi 60 votanti siamo stati solo in due a mettere Silent Shout tra i dischi migliori del 2006, a fronte del plauso quasi unanime che questo si è conquistato negli USA. Del resto quale reazione migliore della vertigine, di fronte a un disco che magnifica potenza e limiti del corpo? Inatteso e scomodo come un capogiro, o violento e ineluttabile come la lama di coltello che si fa strada nelle carni, comunque vada, lascia un segno.

[di Silent Shout ho già scritto qui, qui e un po’ forse anche qui]


The Knife –
Pass this on (live at Gothenburg 12/04/2006) (MP3)

The Knife – We share our mother’s health (live at Gothenburg 12/04/2006) (MP3)

The Knife – Silent Shout – live video (youtube)

The Knife – We share our mother’s health – live video (youtube)

 

giovedì, 18 01 2007

I’m talking quietly to not wake myself up

So che lo sapete già, ma ripeterlo non guasta: domani sera nelle sale italiane esce L’arte del sogno (aka La science des reves aka The science of sleep), il terzo film diretto (e anche scritto, stavolta) da Michel Gondry, con Gael Garcia Bernal e Charlotte Gainsbourg. Un film meravigliosamente imperfetto che merita assolutamente la visione, come ho scritto estesamente circa 6 mesi fa, dopo averlo visto (ed esserne rimasto incantato) in Francia. Garantisce il cavallo di pezza che ora abita di fianco al mio letto.

Inkiostro – Eternal darkness of the spotful mind (link)
Gael Garcia Bernal & co.If you rescue me (Afterhours remake) (MP3)
Dick Annegarn – Coutances (MP3)

 

lunedì, 15 01 2007

Who needs TV part 200

Easy as it seems, Simplicistic movie links è un blog che raccoglie e aggrega i link a filmati trovati sui vari siti di video sharing (come il solito YouTube), fino a comporre un film nella sua interezza. Per dire, qui c’è tutto Little miss Sunshine, qui tutto Mallrats (il secondo film di Kevin Smith, tradotto in Italia con l’incongruo titolo Generazione X), qui Tank Girl (che non ho mai visto e a occhio sembra terribile ma, ehi, il fumetto non mi dispiaceva; poi è Jamie ‘Gorillaz’ Hewlett, mica cazzi), qui, qui e qui i tre atti della saga de Il Padrino. Ok, lo so, la qualità è quella che è e dover spesso saltare tra una parte e l’altra non è il massimo, ma un’idea così lo-fi merita la segnalazione.

mercoledì, 10 01 2007

Springfield, JP

The Simpsonzu, la terrificante e perversamente affascinante versione anime dei Simpson, scovata su Deviantart.
[C’è anche Futurama, ma è meno bello. Anche se l’ipnorospo mi ordina di dire il contrario]

giovedì, 04 01 2007

California, now we leave

Forse era solo un guilty pleasure, ma la cosa un po’ mi dispiace: The O.C. chiude.
E dire che la terza serie (da noi interrotta per ascolti troppo bassi; tutto il mondo è paese, pare) mi era pure piaciuta. Quante canzoni interessanti ci abbiamo scoperto su? (lista completa) E -più che altro- quante ne abbiamo riconosciute con quel misto di soddisfazione e dispiacere che accompagna spesso l’emersione più o meno mainstream delle nostre band? Cosa diranno le ragazzine di Save Marissa e di Savin’Coop, le petizioni online per salvare il personaggio di Marissa Cooper dalla morte che la colpisce alla fine della terza serie? (i loro siti sono splendidi, meritano una navigata) Quando ci sarà di nuovo un’altra serie adolescenziale in grado di raccogliere l’eredità di Beverly Hills 90210 e Dawson’s Creek?
Ma -soprattutto- fino a quando continueremo a guardare serie tv che raccontano in modo stereotipato la vita di inverosimili ragazzi altoborghesi che hanno la metà dei nostri anni?


Mates of state –
California (Phantom Planet cover) (MP3)

 

giovedì, 28 12 2006

Visto che al cinema non c’e’ niente di decente

Pazienza
Un attimo al bagno
Ho sbagliato io
La febbra
La febbra 2
Che cazzo dico
Mobbasta

Mobbasta veramente però
Il conto
Burle
Sviste
Acqua corrente – Urgenze
Esse come Savona – Momenevado
Meglio abbondare
Urla a caso
Ahia ma sei scemo

martedì, 19 12 2006

Capolavoro: LOST Rhapsody

[occhio, è pieno di spoiler. se non avete visto la seconda serie di LOST (o non avete mai ascoltato la classica Alternative Polka di Weird Al Jankovic) premete play a vostro rischio e pericolo]

martedì, 12 12 2006

Vogliamo i nomi

Ma secondo voi, quanto li avranno pagati i pubblicitari che hanno creato gli ultimi spot del Parmigiano Reggiano? Riusciranno ancora a guardare in faccia i loro figli?

giovedì, 16 11 2006

The kids are coming up from behind

Le band che mi mandano i loro video (grazie, eh) e la home page di Yahoo Video France che mi linka (screenshot qui) per una vecchia segnalazione come se il video l’avessi messo online io non mi faranno cambiare idea: l’Inkiostro Video Aggregator ha cessato di esistere e non tornerà in vita a breve. Troppo sbattimento ogni volta, poi ci sono YouTube e Flux, largo ai giovani. Chè, poi la segnalazione suddetta era il classico video con gli schiaffoni di Losing my edge degli LCD Soundsystem. Touché.

LCD Soundsystem – Losing my edge video (MOV)

 

lunedì, 13 11 2006

Report è un programma pericoloso per l’ordine pubblico

Non so se fa lo stesso effetto anche a voi (immagino di sì), ma io alla fine di ogni puntata di Report (ovvero, ogni maledetta domenica) sono costretto a trattenermi dall’uscire e andare a rapinare una banca o, alternativamente, dallo scendere in piazza molotov alla mano per preparare la rivoluzione. E’ normale?