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venerdì, 25/11/2011

If my brain was a program

Il loro primo singolo Poisoned Apple Pie mi piaceva un sacco e non ho mai capito perchè il loro nome, anche undeground, sia sempre rimasto poco noto. Ora gli Atari da Napoli sono tornati con un nuovo disco, e ancora una volta il singolo che lo presenta è davvero notevole (e il video forse ancora di più). If my brain was a program sta da qualche parte tra i Postal Service e le cose meno chitarrose dei Phoenix, e se tutto il disco è così, direi che perchè diventino noti è solo questione di tempo.

 

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mercoledì, 23/11/2011

Ma no, sto benissimo

(via)

martedì, 22/11/2011

I don’t do too much talking these days

[Robin Peckold (Fleet Foxes) & Alela Diane – These Days (Nico Cover – live al Teatro Smeraldo, Milano, 20/11/2011). No, a Bologna non l'hanno fatta, maledetti]

lunedì, 21/11/2011

Ritorno al futuro

Il progetto Back to the future della fotografa argentina Irina Werning è una di idee cose semplici semplici realizzate da Dio che finiscono per mandarmi fuori di testa. Non c'è bisogno di spiegare cosa sia: guardate le coppie di foto qua sotto e capirete.

 

 

[Lea B 1980 & 2011 Paris]

 

 

 

[Fer 1981 & 2011 Buenos Aires]

 

 

 

[Daphne 1986 & 2011 Paris]

 

 

 

[The Zurbanos 1999 & 2011 Buenos Aires]

 

 

 

[Christoph 1990 & 2011 Berlin Wall]

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venerdì, 18/11/2011

Sono stato in libreria

Nonostante abbia ordinato più di un centinaio di euro di libri appena a fine Agosto per approfittare degli ultimi scampoli di super-sconto prima che entrasse in vigore la legge Levi, in questo periodo in libreria stanno uscendo talmente tanti titoli interessanti che c'è da spendere di nuovo praticamente la stessa cifra.
Degli acquisti più recenti ho letto ancora solo Cosa volete sentire, e ci metterò mesi a smaltire il nuovo A. M. Homes (che se sbaglia anche questo si gioca tutto il credito accumulato con Questo libro ti salverà la vita), il nuovo Coe (che il credito per i romanzi se l'è giocato tutto; ma questa è una biografia, e la sua vecchia biografia di Bogart era molto carina) e il Foster Wallace postumo (per cui mi sa che aspetterò l'Estate, per controbilanciare la tristezza).
Ho però un altro paio di titoli (che da noi sono appena usciti ma che ho già letto in inglese nei mesi scorsi) da consigliarvi senza se e senza ma.

 

 

Craig Thompson  – HABIBI (Rizzoli Lizard)

Mi sono avvicinato alla nuova, mastodontica, graphic novel di Craig Thompson con tantissima paura. Sono passati 8 anni da Blankets, e non sarebbe la prima volta che un autore, dopo aver creato quasi casualmente un capolavoro universalmente riconosciuto, si blocca e non riesce più a produrre niente di alto livello. Thompson si è fatto attendere e ci ha fatto sudare, ma il pericolo è scampato: Habibi è bellissimo. E' seriamente uno dei fumetti graficamente più belli che io abbia mai visto (aiutano il formato gigante e la copertina deluxe), dotato di una fantasmagoria visionaria e molto evocativa, di un modo di narrare complesso ma scorrevole e molto moderno, e di una storia che uccide.
Costa 35,00 euro, ma li vale tutti.

 

Compra Habibi (Amazon.it / IBS)

 

 

 

Jennifer Egan – Il tempo è un bastardo (Minimum Fax)

Ignorate il titolo, vi prego. Di solito dalle parti di Minimum fax fanno le cose per bene, ed è vero che A visit from the goon squad (una cosa tipo «Una visita dalla squadra degli sgherri») non vuol dire quasi niente neanche in originale; però scegliere la strada frase da bacio perugina, per di più svelando la metafora del titolo che nel libro è chiarita parecchio avanti nel testo, è veramente un crimine. Cercate si soprassedere, però, perchè il libro lo merita. Il romanzo più recente di Jennifer Egan ha vinto tutti i premi che poteva vincere (su tutti il Pulitzer e il Booker prize) ed è uno splendido patchwork di storie e voci intrecciate intorno ad alcuni personaggi, che sperimenta (con parsimonia) forme diverse, e risulta naturalissimo sia quando il punto di vista è quello di una manager discografico di una certa età, sia quando è quello di una publicist troppo poco priva di scrupoli, sia quando a parlare è un'adolescente californiana che suona in un gruppo punk, o anche 30 anni dopo, un'altra adolescente che scrive il suo diario in forma di presentazioni di Powerpoint (sic). Una specie di affresco in stile Franzen sminuzzato come lo farebbe un Foster Wallace meno cervellotico (ma femmina), pieno di ottimi passaggi e dotato di una voce autentica e ispirata. Pare che la HBO ne farà una serie tv, e ci sta. Consigliatissimo.

 

Compra Il tempo è un bastardo (Amazon.it / IBS)

giovedì, 17/11/2011

The foxes are coming to town

 

Barbe, camicie di flanella, cappelli di lana pelosa e cori armonizzati altrettanto morbidi: non riesco a immagine un periodo migliore di Novembre per un concerto dei Fleet Foxes. La band di Seattle dopo il clamoroso esordio omonimo e la solida conferma di Helplessness Blues sta arrivando in Italia per 3 date (stasera all'Atlantico live di Roma, sabato all'Estragon di Bologna e domenica al Teatro Smeraldo di Milano) che se fossi in voi non mi perderei per nulla al mondo. Il loro repertorio è ormai zeppo di pezzi splendidi, la resa live è eccellente e quando ho avuto occasione di vederli questa Estate a Barcellona, dove suonavano sul palco grande al tramonto, sono rimasto ancora una volta molto colpito.
A Bologna è prevedibile la folla delle grandi occasioni, e dopo il concerto avrò l'onore di essere ospite in consolle da Mingo e mettere un po' di dischi. Dopo tanti coretti e melodie gentili ci starà benissimo un po' di rock'n'roll.

 

 

MP3  Fleet Foxes – Grown Ocean (Maida Vale Live Session)

MP3  Fleet Foxes – Mykonos (Maida Vale Live Session)

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mercoledì, 16/11/2011

#occupyLegoland

Impossibile non postarlo.

(via)

 

 

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martedì, 15/11/2011

Big Band Theories

Non so chi ci sia dietro a Big Band Theories (anche se ho l'impressione che sia qualcuno che potrei conoscere), ma l'idea è carina e la realizzazione brillante:

Per chi ha sempre sognato di diventare una rockstar. Ma soprattutto per chi, almeno una volta nella vita, ha pronunciato le parole “Se avessi un gruppo, lo chiamerei…”.
••• Bands you could play in, but you don’t. •••

Manda il nome della tua band teorica a bigbandtheories@gmail.com I nomi più creativi saranno trasformati in loghi veri – o quanto meno, verosimili.

Erano già bellissimi i teaser:

 

Poi già i primi loghi realizzati sono veramente splendidi:

 

Followateli (FB, TW)! Scrivetegli!
Io quasi quasi gli scriveo e gli chiedo se mi fanno il logo degli Unbelievable Cazzons.

lunedì, 14/11/2011

La rosa dei dieci – “In circolo” dei Perturbazione compie dieci anni

Come già sapete, sui Perturbazione in quasi 9 anni di blog ho scritto un numero notevolissimo di post.
Il perchè è abbastanza ovvio (sono una band eccezionale), come ho cercato per l'appunto di scrivere quasi tutte le volte:

 

Perturbazione sono una band che non ha più nulla da dimostrare.
Qualitativamente ha già dimostrato tutto mille anni fa con il suo capolavoro In circolo, che fotografa un collettivo perfetto sotto praticamente tutti i punti di vista e contiene quella che è forse la più bella canzone italiana del decennio scorso (Agosto, ovviamente, che si contende con Estate di Bruno Martino il titolo di canzone estiva più triste di tutti i tempi, e che come Estate avrà sicuramente una vita molto lunga). Negli anni successivi, poi, i Perturbazione hanno dimostrato che in un paese di merda come il nostro una band che produce del pop così sopraffino non avrà mai il successo che merita: troppo priva di pose e pretese modaiole, troppo incapace di velleità e compromessi commerciali, troppo poco ggiovane per piacere agli adolescenti e troppo cazzona e volutamente sghemba per conquistare i seriosi amanti della musica d'autore. Una band quasi unica che probabilmente non ci meritiamo.[#]

 

La musica dei Perturbazione, da sempre, mi fa pensare a Joyce. Come cosa suona un po’ strana, me ne rendo conto; e certo se si prendono le divagazioni più cervellotiche dell’Ulisse o il periodare sperimentale diFinnegan’s Wake i punti di contatto, a ben vedere, sono pochi un po’ in tutti i sensi. C’è però un racconto in particolare che mi fa pensare a loro, ovvero Una piccola nube, dalla raccolta Dubliners. A parte le ovvie affinitità metereologiche e il concetto per eccellenza pop dell’attenzione altra alle piccole cose, ad accomunarli c’è la rara capacità di vedere e mostrare epifanie cariche di senso anche in cose che sembrano non aver più nulla da dire, che siano gli sguardi bassi di Little Chandler come gli anni sbagliati ma diversi nascosti dietro una ‘e’ aperta o chiusa. [#]

 

L'ho già scritto, e non sto a ripeterlo. Anche se le celebrazioni servono di solito proprio per cose del genere, ed oggi è una giornata da celebrare, perchè dieci anni fa usciva In circolo, il capolavoro della band piemontese, forse il più bel disco italiano degli anni zero e certamente il più importante. Per festeggiarlo degnamente, oggi esce in tutti i negozi In circolo – dieci anni dopo, ristampa in edizione deluxe con 2 cd che oltre ai brani originali include Fuori dal giro, raccolta di 24 brani inediti, lati B, versoni alternative ed esperimenti vari risalenti all'epoca. Tra Gennaio e Febbraio poi la band sarà in tour per dieci date speciali in cui suonerà la scaletta originale del disco. Una macchina del tempo, praticamente.

 

MP3  Perturbazione – La rosa dei 20

venerdì, 11/11/2011

Per la serie “nerd con troppo tempo libero”: la madre di tutte le piste Hot Weels

Ecco una cosa che lascia abbastanza senza parole:

This is a 3 minute long video of a 2,000 feet long powered Hot Wheels track that goes up and down the stairs, through 14 rooms of a house, around the outside of the house, and a jump over a hot tub. [#]

 

venerdì, 11/11/2011

#occupyBreakingBad

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giovedì, 10/11/2011

Cosa volete sentire?

Il meglio della scena musicale indipendente italiana in un libro di racconti? E' un'idea improbabile, ma, se ci pensate bene, per niente peregrina. Ed è l'idea che hanno avuto Minimum Fax e la curatrice Chiara Baffa (una che quella scena la conosce bene), e che ha portato alla pubblicazione di Cosa volete sentire – Compilation di racconti di cantautori italiani, uscito qualche giorno fa in tutte le librerie. Dentro ci sono tutti o quasi i nomi che contano: Giuseppe Peveri (Dente), Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica), Dario Brunori (Brunori S.a.s.), Max Collini (Offlaga disco pax), Rossano Lo Mele (Perturbazione), Simone Lenzi (Virginiana Miller) e parecchi altri. I testi sono quasi tutti in qualche misura autobiografici, ed è molto curioso sentire alcuni dei propri cantanti e musicisti preferiti esprimersi con un registro diverso dal solito e raccontare un aneddoto o una storia con un respiro più ampio dei pochi minuti di una canzone. I risultati sono -come è inevitabile in questi casi- molto discontinui, ma forse i migliori sono i racconti di Darione Brunori e del beneamato Offlaga Disco Max, di cui potete leggere l'incipit in questo bell'articolo di Affari Italiani

 

Come scrive nella presentazione Chiara Baffa:

La musica indipendente è tornata ad attingere all’immaginario nazionale e alla ricchezza espressiva della nostra lingua, per produrre canzoni evocative, forti, coraggiose. A farla da padrone sono, insomma, i testi. Ecco perché abbiamo chiesto a tredici nuovi autori di scrivere un racconto. Il risultato è una mappa non solo dello stato della musica italiana ma anche delle persone a cui questa è rivolta: gente che si ride addosso, che è capace di immaginarsi un lavoro e un grande amore, di vivere e non di sopravvivere, e di reinventare la realtà. Si spazia dai ricordi di gioventù alle difficoltà dell’autopromozione, dai primissimi concerti alle vicissitudini del tour, dalla solitudine delle stanze d’albergo ai miraggi della notorietà, rivisitando e modernizzando l’intero concetto di rockstar. Il tutto con un unico, saldo filo conduttore: la musica.

Andate e compratene.

mercoledì, 09/11/2011

Non fa una piega

mercoledì, 09/11/2011

The evolution of western dance music

Spettacolare infografica animata sull'evoluzione della musica da ballo occidentale dall'800 ad oggi. Un tantino americanocentrica, ma bella.
[grazie a Benty]

martedì, 08/11/2011

In church with Aidan Moffat

Quando era il cantante degli Arab Strap, Aidan Moffat ha scritto alcune delle mie canzoni preferite di quegli anni, e forse di tutti i tempi. Here we go, Love detectiveThe shy retirer, Don't ask me to dance sono le prime che mi vengono in mente, ma ogni volta che rimetto su un loro disco ne scopro qualcuna che con gli anni mi sono dimenticato, e non posso non scoprirmi a pensare a quanto siano stati (e forse siano tuttora) sottovalutati, e a quanto non ci sia più stata una band come loro, capace di mischiare nebbia alcolica, semplice (e fiera) depravazione e cupezza senza speranza.

 

Questa sera Aidan Moffat porterà il suo progetto solista insieme al polistrumentista Bill Wells tra le ormai famigliari mura della chiesa di Sant'Ambrogio a Villanova di Castenaso, appena fuori Bologna, per un'altra delle imperdibili session organizzate dal Covo. L'incontro/scontro tra un luogo sacro e un personaggio tanto profano è praticamente imperdibile. Ci vediamo là. 

 

 

MP3  Aidan Moffat & Bill Wells – Cruel Summer (Bananarama cover)

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lunedì, 07/11/2011

Quelle due volte che ho messo i dischi a New York City

Per descrivere adeguatamente le mie due serate da DJ a New York e quello che hanno significato per me dovrei essere uno scrittore assai più bravo di quello che sono. Essere ospite di Matte alla consolle di un locale figo come Pianos è stato il proverbiale sogno che diventa realtà,e non ci sono molte altre parole che possono esprimere il grado di esaltazione che un evento simile ha generato. Cioè: ho messo i dischi a New York. As lame as it may sound, there's nothing more to add.

 

Nelle varie ore che ho avuto a disposizione ho messo un po' di tutto, dall'indiepop ai classici, dalle chitarre all'elettronica (per lo più roba europea, per marcare il territorio; anche se a un certo punto ho passato un po' di cose americane e, per rispondere idealmente a FdL che mi ha preceduto alla stessa consolle il mese prima, neanch'io ho messo alcun pezzo di Mago Panzone Murphy, anche se ho messo Do it again degli Holy Ghost in cui il nostro è il titolare della voce che dice appunto «Do it again», quindi forse non vale).

Nei due set sono riuscito a infilare anche alcuni pezzi di artisti italiani, che non hanno sfigurato e in due casi (Banjo or freakout remixato da Allez Allez, già suo socio nei Walls e Quakers & Mormons) hanno portato anche a richieste di informazioni da alcuni astanti. Importare hip hop italico (di più: bolognese) nella terra che l'hip hop l'ha inventato è stata una piccola soddisfazione. Qua sotto -se non ricordo male- tutti i pezzi di artisti italiani che ho messo: me n'ero portati diversi altri che però non hanno trovato posto nel set. La prossima volta, magari.

 

 

MP3  The Jacqueries – I try (Macy Gray cover)

MP3  Banjo or freakout – Mr. No (Allez allez remix)

MP3  Quakers & Mormons  – Speechless sentence

MP3  Heike has the giggles – Crazy in love (Beyonce cover)

MP3  Porcelain Raft – Tip of your tongue

giovedì, 03/11/2011

L’ultimo posto dove ti aspetteresti di trovare Berlusconi oggi: NME

E mentre là fuori l'economia e la politica vanno in vacca ogni giorno di più, finisci per imbatterti in Berlusconi persino sul sito del più celebre giornale musicale inglese. Forse qualche lettore britannico alla vista della notizia avrà pensato a uno scherzo. Noi invece sappiamo che no.

 

 

Controversial Italian Prime Minister Silvio Berlusconi has apparently delayed the release of his new album, ‘True Love’, because of his country’s financial troubles and his own trial which sees him accused of paying for sex with an alleged underage prostitute.

 

The album, his fourth with guitarist and former parking attendant Mariano Apicella, was due for release in September. However, it has been pushed back to November 22, reportedly because he is busy dealing with Italy’s huge debt as well as his own troubles in office, according to The Guardian.

 

Berlusconi, who used to sing on cruise ships, has sung for a host of his fellow world leaders, including Tony Blair, Vladimir Putin and George W Bush at his villa in Sardinia – the same place that his notorious ‘bunga-bunga’ parties took place. 

 

One of the other musicians on the album, Angelo Valsiglio, said in an interview with Italian music magazine Viva Verdi that the record is a "really elegant and refined production with Brazilian hints". [#]

mercoledì, 02/11/2011

Veltrusconismo 2.0

A parte ovviamente Leonardo (che, lo sanno tutti, non sbaglia praticamente mai), la migliore analisi del fenomeno Renzi e del Big Bang dello scorso weekend alla Leopolda l'ha fatta ieri Luca Telese:

Comunque vada, i giorni della Leopolda sono stati un terremoto. Una riscrittura della lingua mediatica del centrosinistra, soprattutto del Pd. Uno sparigliamento da riassumere in un nuovo vocabolario, quello che Matteo Renzi (nel bene o nel male) sta imponendo alla politica. BIG BANG. E ’ il momento primo, il principio di un nuovo inizio. Ma anche il turbine che sconquassa il vecchio equilibrio. Il Big Bang di Renzi ha acquisito una forza motrice imponente, anche perché colma un vuoto. Non esisteva, dentro il Pd, un punto di forza protagonista che si stagliasse oltre le correnti. Renzi spara sul quartier generale e non solo: su Bersani, e anche sul suo primo sfidante, Vendola. Ma, soprattutto, Renzi rompe la regola dei “Compagni di scuola” (copyright Andrea Romano) cresciuti a Botteghe Oscure. La regola per cui cane non mangia mai cane, e i peggiori dissidi vanno composti con il patteggiamento fra nemici. Renzi aveva rotto questa regola fin dalle primarie a sindaco. Ora, ripetendo lo schema a livello nazionale, rompe l’unanimismo ipocrita con cui le correnti non hanno mai messo in discussione Bersani pur facendogli la guerra tutti i giorni. Il big bang del Pd rompe il dogma da Politburo per cui può esserci un solo candidato del partito, ed è quello deciso dal partito. […]

 

VELTRUSCONINISMO 2.0 Nella lingua della Leopolda c’è qualcosa di Veltroni, e persino di Berlusconi. L’idea del contenitore Omnibus, che Renzi aveva già immaginato nel suo primo libro “Da De Gasperi agli U2”. Rispetto al veltronismo, però, il renzismo non cammina con il freno a mano tirato del ma-anche. Non attenua tutto nella sincreticità delle differenze unite dal sentimento. Non è buonista, anzi. Quando può, un calcio negli stinchi lo rifila volentieri. Veltroni leggeva con il leggìo e con i gobbi elettronici di vetro, Renzi cammina con il microfono in mano appoggiato sul cuore, come Silvio quando imita Frank Sinatra. Ma perché quando si mette una libreria in scena, ci sono i libri finti? Costano più di quelli veri, e fanno molto “L’Italia è il paese che amo”. Il renzismo, dunque, è un upgrade 2.0: migliora i difetti, ma ricicla software già sul mercato. [#]

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lunedì, 31/10/2011

History of rap part 3

Quando era uscito avevo postato il primo (che ora è visibile qui), pensavo di averlo messo su ma a quanto pare ho bucato il secondo (che ora si vede qui) e adesso ovviamente non posso non postare anche il terzo incontro tra Jimmy Fallon e Justin Timberlake che con l'aiuto dei The Roots si lanciano in uno clamoroso medley che ripercorre la storia del rap. Stavolta, tra gli altri, ci sono i Beastie Boys, i De La Soul, Kanye West, gli House of pain e Snoop Dogg. E la qualità è sempre eccelsa.

 

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venerdì, 28/10/2011

Manhattan Skyline

Sono molto fiero della foto con lo skyline di New York qua sopra. Sembra una cartolina disegnata, lo so. E invece è una normalissima foto scattata poco prima del tramonto, e il suo effetto stropicciato viene dal mix della pixelatura dello zoom del mio iPhone, dal filtro 1977 che gli ho applicato con Instagram, e dal vetro un po' sporco della finestra del luogo in cui l'ho scattata. Che è la lounge del settimo piano del Thompson LES Hotel di Allen Street, dove mi trovavo per assistere agli showcase di PureVolume durante la CMJ Marathon (di cui appena riesco vi racconterò). In quel momento mi ero un po' distratto perchè sul palco non c'era molto da guardare: c'era un tavolo con 4 persone sedute dietro a 4 computer portatili (Nancy Whang degli LCD Soundsystem, Amrit Singh dell'uber-blog musicale Stereogum, Ayad Al Adhamy dei Passion Pit e Naveen Selvadurai, fondatore di Foursquare) che partecipavano al contest di Turntable.fm, la piattaforma in cui chiunque può creare una chatroom online e creare una playlist condivisa (una versione più figa ed evoluta di Outloud.fm, che vi avevo già segnalato). Mentre i quattro indie-VIP si sfidavano a colpi di pezzi per lo più electro ed R'n'B (la playlist che è uscita fuori non mi è sembrata un granchè, devo dire), non ho potuto non notare la luce spettacolare nella vetrata dietro di loro, e sono riuscito a scattare la foto qua sopra.

 

Poi il sole è tramontato, e anche se lo sklyne dietro al palco era veramente mozzafiato, le foto che ho scattato dopo non sono un granchè. Il contest è finito (ha vinto Amrit: il blogger batte i musicisti), e sul palco sono salite le Dum Dum Girls che mi hanno veramente sorpreso con un eccellente set acustico, immagino simile a quello che la cantante Dee Dee porterà sui palchi italiani insieme al suo fidanzato Brandon Welchez dei Crocodiles (il 18 Novembre al Plastic di Milano, il 19 al Covo di Bologna, il 20 al Circolo degli Artisti di Roma, il 23 al B-Side di Rende (Cosenza), il 24 al Cellar Theory di Napoli, il 25 al Tabasco di Firenze,il 26 allo Spazio 211 di Torino, e il 27 al Factory di Padova).

Il set è finito, e io sono uscito per perdermi nel Lower East Side. Just an ordinary night in New York City.

 

 

Dum Dum Girls – Bang Bang, I'm a Burnout (live acoustic)

 

giovedì, 27/10/2011

Halloween best costumes

Una cosa che non finirà mai di stupirmi degli americani è l'attaccamento che hanno per una festa come Halloween. Già da settimane prima tantissimi luoghi, pubblici e non, sono addobbati a tema mortifero con fantasmi, ragnatele e zombie di varia fattura, nei negozi si vendono cestelli a forma di zucca per metterci dentro i dolciumi da dare ai bambini, e nelle città i palazzi più grandi espongono liste in cui i condòmini possono iscriversi per indicare la loro disponibilità di orari per ricevere i tricks or treat.

Ma la cosa più bella sono certamente i negozi di travestimenti, che a Ottobre nascono come funghi per poi riconvertirsi in qualcos'altro qualche giorno dopo il 1 Novembre. A New York i più famosi sono quelli della catena di Ricky's, che diventano praticamente dei bazar pronti a soddisfare qualunque esigenza di trucco, parrucco, accessori o costumi completi. Qua sotto alcune foto di costumi che mi hanno fatto ghignare; perdonate la qualità, ma le ho scattate di straforo mentre una commessa mi guardava malissimo. 

 

 

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