Miscellanea

giovedì, 20 05 2004

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Tori Amos uncovered
Se non sai chi sia, se conosci solo Cornflake Girl, se pensi sia una tipa inutile e lagnosa, se credi sia roba da adolescenti frustrate, se non ti ha mai convinto, se non l’hai mai approfondita: Elis ti spiega (bene) chi è Tori Amos, e per quale motivo merita di avere la tua attenzione.

giovedì, 20 05 2004

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Detouching Celebs
Da quando ho scoperto i suoi Photoshop Contest, Worth1000 mi ha dato più di una soddisfazione. Quello di oggi, ad esempio, è assolutamente geniale: si tratta di invecchiare e imbruttire (o meglio, eliminare i ritocchi che si suppone i fotografi facciano agli originali per migliorarli) le foto di alcune celebri star. E così Nicole Kidman, Meg Ryan, Johnny Depp, Eminem, Leonardo Di Caprio, Avril Lavigne  (qui la galleria completa) e vari altri si ritrovano rugosi, butterati e non più degni di essere invidiati. Mentirei se dicessi che non dà almeno un po’ di perversa soddisfazione.

mercoledì, 19 05 2004

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La Urtovox alla (sommessa) conquista degli USA
Non credo di averlo mai scritto qui: secondo me gli Hogwash hanno fatto uno dei migliori dischi italiani (e non) dell’anno scorso. La loro parabola artistica è abbastanza complessa, e dalla heavy-psichedelia imparentata con lo stoner degli esordi è approdata a un indie-rock sussurrato e intimista che mi ha veramente conquistato. Atombombproofheart, uscito nel 2003, è uno di quei dischi che ci mettono tempo a trovare il loro spazio nel lettore, dotati come sono di una sensibilità troppo sfuggente per riuscire ad imporsi da soli, ma una volta che ci riescono vi rimangono a lungo. Ballate e mid-tempo in punta di chitarra che si susseguono senza fretta, lasciando alla fine una bella sensazione di completezza. E la voglia di mettere su il disco di nuovo.
Gli Ultraviolet makes me sick, pavesi, fanno post-rock, e a me il post-rock ha smesso di dire qualcosa già 3 o 4 anni fa; eppure gli Ultraviolets mi piacciono. Nonostante la fedeltà alla formula possa apparire completa, alcuni piccoli dettagli dimostrano che così non è: l’uso della voce, l’inserimento di alcuni passaggi folk e jazzy, e su tutto l’umiltà e l’assenza di quell’epicità che costringe gran parte dei gruppi strumentali ad infilare un crescendo dietro l’altro anche quando non ce n’è il minimo motivo. No freeway, no plan, no trees, no ghosts è un disco che non vuole dimsotrare nulla, e che forse proprio per questo riesce là dove nomi ben più blasonati hanno fallito.
Oltre al tono sommesso e a una rara sensibilità, gli Hogwash e gli Ultraviolet makes me sick hanno un’altra cosa in comune: incidono entrambi per la Urtovox, piccola etichetta fiorentina con tanta dedizione e pochi grilli per la testa. Quei grilli però, sono buoni, e la Urtovox, dopo un buon successo in Germania, sta per sbarcare in America con un ufficio appositamente preposto alla promozione dei suoi artisti sul suolo statunitense. La strada è in salita, ma la stoffa c’è; non gli si può che augurare buona fortuna.



mercoledì, 19 05 2004

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Che tu possa avere una vita ricca di scherzi telefonici
Come nelle migliori barzellette ci sono Sasso Lino, Pompa Addolorata, Bocchino Donato, Troia Felice, Torturo Amore, Maiale Modesto, Muoio Fortunato, l’ormai celeberrimo Della Morte Angelo e molto altro. Nel dare un nome ai propri figli, a volte la gente può essere davvero stronza. Guardate voi stessi.

mercoledì, 19 05 2004

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Etairuguaitnat
In Hit me baby one more time di Britney Spears c’è un messaggio subliminale? Basta ascoltarla al contrario, come ai bei vecchi tempi delle accuse di satanismo ai Beatles o ai Led Zeppelin, ed in effetti…

martedì, 18 05 2004

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www.bitchhitmytruck.com
Un tizio ha aperto un sito web appositamente (e unicamente) per riuscire a scovare la donna che è scappata dopo avergli distrutto la macchina in un incidente. Tanta tenacia è davvero commovente.

martedì, 18 05 2004

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Mi era sfuggito
Su Repubblica, Francesco Merlo a proposito di Berlusconi che festeggia lo scudetto del Milan mentre il soldato italiano muore in Iraq. Sottoscrivo tutto, dalla prima all’ultima parola.

martedì, 18 05 2004

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Legge della festa universitaria
Se pensi di essere relativamente sobrio, il giorno dopo scoprirai che non era vero.

lunedì, 17 05 2004

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Per chi non crede alla magia
Guardate questo file (è in powerpoint), grazie a cui David Copperfiled riesce a leggervi nella mente attraverso il computer (sic). Fatto? Stupiti? Ha funzionato, no?
Ora andate qui, e scoprite il trucco. Non male, ci ero davvero cascato.


lunedì, 17 05 2004

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Inkiostro Music News Aggregator
+ Sembravano così dei ragazzetti per bene…e invece i Franz Ferdinand hanno fatto rissa con la security di Eminem. Per ora niente di che, finchè non si mettono anche loro ad insultare la virtù delle proprie madri nei testi delle canzoni non è il caso di preoccuparsi (neanche dopo, in realtà).

+ Morrissey pubblicherà la sua autobiografia?!?
+ Sempre a proposito dell’ex cantante degli Smiths, sull’ultimo numero cartaceo di Rolling Stone c’è una bella intervista ad opera di Fabio De Luca, accompagnata dalla splendida foto di Sasha Eisenman che ritrae Moz sdraiato davanti a una tomba che laconicamente porta il nome di Smith. Qua c’è uno scan, ma la qualità è davvero pessima, e non rende l’idea della bellezza della foto. E finalmente la carta patinata di RS si dimostra utile.

+ Ahimè, i Bartòk si sono sciolti.
+ Per gradire, un live dei Pixies di un mesetto fa in mp3 (scaricabile per un tempo limitato). Ottima qualità, e gran concerto.
+ I promoter italiani di Suzanne Vega continuano a volerle male e a farla suonare in situazioni del tutto inadatto al suo status di più grande folksinger al femminile in attività. Ad esempio, al Cornetto Free Musica Festival, in mezzo a Biagio Antonacci e alle Vibrazioni (vabbè, c’è anche Sting. Ah beh).
+ Esce un DVD di Tori Amos e nessuno mi dice niente?? [L’acquisto di un lettore si fa sempre più urgente]
+ Secondo Playlouder i Liars (tra una decina di giorni in italia) dal vivo sono eccezionali: Perhaps it’s just that the spectacle blurs their shambolic bedlam into vision, or maybe this is just music that’s far too inextricable to be adequately represented by recorded medium, but one thing’s for sure: live, Liars are fucking spellbinding. Vi sapremo dire.








lunedì, 17 05 2004

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Averne visti almeno un decimo
La Kill Bill movie reference guide.

venerdì, 14 05 2004

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Io e le canzoni
Io, le canzoni, le consumo.
Le spremo fino all’ultimo grammo, ne divoro anche i più microscopici lembi, le ingollo fino all’ultimo goccia. A volte ci affondo le mani, le faccio traboccare e metà finisce per terra, altre volte ne assaporo ogni particella come fosse la cosa più preziosa del mondo, e raschio il fondo con un cucchiaio per non perderne neanche un frammento. Io passo alzato con le canzoni tutta la notte, come per sapere come vanno a finire. Scrivo negli spazi vuoti, strappo le pagine e le regalo in giro, a volte pure a degli sconosciuti, quasi sempre a persone che non le apprezzeranno, quasi sempre a persone che non me le restituiranno. Con le canzoni, io ci tappezzo tutta la stanza, le proietto nel cielo, ci cammino su, spesso le cavalco, alcune volte ci volo persino sopra, e guardo dall’alto tutti quei puntini sotto di me, che vanno ancora a piedi. E tutto sembra perfetto da lontano, come canta Ben Gibbard. Io con le canzoni ci faccio l’amore, mi unisco a loro nell’intimo e poi me ne allontano spaventato; ci discuto, ci esco a fare una passeggiata e ci passo le serate a guardare il soffitto. A volte non ci capiamo, litighiamo, finisco per odiarle e per abbandonarle, e spesso ne vengo abbandonato a mia volta.
Di solito, non ci rimane più niente, quando ho finito. Di solito rimangono gusci vuoti, senza neanche una briciola da cercare, o una grammo di polpa su cui accanirsi. E lo scheletro nudo e vuoto fa quasi senso, sembra una di quelle case sventrate in cui vedi la struttura portante senza che dentro ci sia più vita. Ma non le butto via, le canzoni, sono troppo sentimentale. Le conservo come si conservano le scatole di scarpe, che tornano sempre utili, e ogni tanto le tiri fuori e le riempi di nuovo, oppure come i vecchi giornali, tutti in fila in una teca a ricordarti le cose che sono passate, oppure come i vestiti dismessi, da regalare, quando verrà il momento, a qualche cuginetto più piccolo. Oppure, più appropriatamente, come i denti persi da bambino o i capelli tagliati. A ricordarti di cosa sei fatto.



venerdì, 14 05 2004

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Qualunquista e pieno di luoghi comuni, ma non certo falso
Un cartone in flash: Perchè gli italiani sono diversi dagli altri europei.

venerdì, 14 05 2004

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Cinema, vita e Buster Keaton
Dopo mezzanotte è un film -l’ennesimo- sul cinema e sulla vita. Dopo mezzanotte è un film pieno di errori, e in questo sta gran parte del suo fascino. Molte scene, e molte scelte, sono quanto di più smaccatamente cinematografico si possa immaginare, con improbabili coincidenze del destino, tediosa voce off e inquadrature che indugiano in dettagli meramente estetici. Molto fastidioso, ma per nulla inadatto, soprattutto in un film come questo, che proprio di cinema parla. Altre scene, invece, sono proprio sbagliate, e ci si scopre a storcere il naso per la mancanza di appropriatezza delle battute o delle evoluzioni della trama. Molto fastidioso anche questo, ma anche questo per nulla inadatto, visto che la vita è esattamente così, piena di frasi infelici, comportamenti illogici e personaggi che fanno scelte sbagliate.
Un film pieno di errori, ma proprio per questo un film che fa quasi tenerezza, e che esibisce le sue mille ingenuità (certamente volute, visto che Ferrario non è certo un novellino, e visto anche che Buster Keaton è il nume tutelare a cui il regista torinese si è votato in questa occasione) trasformandole in un pregio invece che un difetto. All’uscita dal cinema, vago senso di benessere, sorrisino ebete stampato sulle labbra, e la mente che galoppa già verso altri lidi. Pronta a tornare, però.


giovedì, 13 05 2004

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Musica per rumori di fondo
Un paio di giorni fa, ero in corriera. Perchè sì, al mondo c’è ancora qualcuno che viaggia in corriera, soprattutto se non esiste altro mezzo di trasporto (leggi: treno) a collegare due capoluoghi di provincia. Ma questo non c’entra. Dicevo: ero in corriera, e tentavo di ascoltare Achilles Heel, nuovo disco di Pedro The Lion. Per quel che ho potuto sentire non è un granchè, sempre più fiacco e meno originale. Ma non sono riuscito ad andare tanto avanti: appena partiti l’autista accende la radio e Dragostea si diffonde nell’etere. Poco male: alzo il volume. Subito dopo, la tizia seduta dietro di me inizia a parlare al cellulare, raccontando a tutti i passeggeri i problemi di suo figlio a scuola. Alzo ancora il volume. Dopo altri 5 minuti, sale una mamma con bambino, e lì le cose precipitano: i due si siedono davanti a me, il pargolo, evidentemente sovraeccitato, inizia ad urlare a un volume tale che non riesco neanche a sentire cosa canta il buon Pedro, coperto com’è da quel concertino polifonico di rumori di fondo.
Prima penso di desistere, mettere via il lettore, e guardare il paesaggio (?) dal finestrino. Poi ho un lampo di genio: estraggo il cd delle Cocorosie, spingo Play, ed i rumori di fondo si armonizzano perfettamente con le melodie sghembe delle sorelline lo-fi-art-indie-folk-ecc-ecc più di moda del momento. E, vi dirò, il loro disco stavolta mi è pure piaciuto.


giovedì, 13 05 2004

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E il naufragar m’è dolce in questo pad
Mai più senza: un divano interamente fatto di mousepad.

mercoledì, 12 05 2004

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School of rock
Un college di Phoenix dà la laurea ad honorem ad Alice Cooper. Finalmente il leggendario rocker ha incontrato qualcuno più fuori di testa di lui.

mercoledì, 12 05 2004

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Congratulazioni, lei è il millesimo cliente
Tra le varie -per lo più inutili e per ora claudicanti- caratteristiche introdotte dalla versione 2.0 di Splinder, c’è ora il conteggio del numero dei post pubblicati. Apprendo così, con un tempismo che ha del cabalistico, che questo è il mio post numero 1000. Ma non fatemi gli auguri, qui si mira molto più in alto.

mercoledì, 12 05 2004

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Vedo già le biblioteche centrali collassare sotto il peso dei nostri post
Come al solito, a Bananas si fanno delle leggi completamente folli. Non solo perchè inutili ed illiberali, ma anche perchè completamente inapplicabili. Vi immaginate anche solo i 100.000 blog italiani che tra sei mesi inviano contemporanemente il proprio contenuto alle biblioteche centrali? Ci sarà da divertirsi.

lunedì, 10 05 2004

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Ecco perchè è una cattiva idea mettere la propria foto su Internet
Mi dicono che gira in rete da un po’, ma io l’ho visto solo ora. E sto ancora ridendo.

lunedì, 10 05 2004

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Qualche giorno fa
Mettiamo vi arrivi una mail con queste caratteristiche: come mittente un nome femminile vagamente esotico, sconosciuto, e file allegato. Voi cosa pensereste? Al 90% spam o virus, ovviamente, e così ho fatto io. E stavo per cestinarla senza aprirla, come di solito si fa in questi casi.
Non so perchè, però l’altro giorno non l’ho fatto. Ho seguito l’istinto (che forse ha voluto prendersi una rivincita per come l’ho trattato qualche post fa), l’ho aperto, e ci ho trovato dentro un contratto. Rimango disoccupato (anche se ora un po’ meno disoccupato), ma insomma, non mi aspettavo una buona notizia in un periodo del genere. Forse il destino sta cercando di dirmi qualcosa.
[«La risposta è dentro di te. E però è sbagliaaata», probabilmente]



domenica, 09 05 2004

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Le anteprime di inkiostro
Grazie a Paola e a Stefan, eccovi qua, in anteprima, il nuovo singolo dei Kings of Convenience, Misread, rippato dallo streaming dell’ultima puntata di Blue room su BBC Radio 1. Una bella bossa abbastanza uptempo, con un ritornello da incorniciare (ah, la voce di Eirek quando si aprono gli archi in sottofondo..), e che, piuttosto appropriatamente, parla di incomprensione.
Scaricatevelo subito, non so quanto reggerà online.


sabato, 08 05 2004

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Sono un provinciale, mi basta poco
Questo blog è citato ben due volte su Il Resto del Carlino di oggi (versione cartecea), in un buon articolo che parla di blog. Preoccupatevi, mi sto montando la testa.

venerdì, 07 05 2004

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Stasera alle 21 inkiostro VS marinap
Visto che in questi tempi l’
accoppiata blog e radio va molto di moda (ma sappiamo tutti chi sono stati i primi), vi ricordo che stasera alle 21 c’è Airbag, con la solita oretta settimanale di buona musica e cazzate. Stasera l’assenza del mio socio Andrea sarà mitigata da una presenza radiofonica assai prestigiosa, che viene direttamente dalla concorrenza bolognese: previste litigate sui migliori dischi della storia, abbondanza di frasi categoriche e ovviamente, pippe mentali a go-go. Come sempre sui 103.1 FM a Bologna e dintorni, o in streaming, o in differita per tutta la settimana nell’archivio mp3 lo-fi. Siateci.

venerdì, 07 05 2004

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Paesi nordici, atmosfere dilatate, belle voci e cotillons
Che tra poco più di un mese uscirà Riot on an empty street, il nuovo cd dei Kings of Convenience, è cosa ormai nota. Per quelli come me che hanno consumato i due dischi precedenti (Quiet is the new loud è il mio disco del 2001), che hanno singoli, bootleg, rarità assortite e pure un poster, questa è una Notizia con la N maiuscola. Sul forum di Erlend Øye ci sono già diverse notizie al riguardo (qui e qui, ad esempio), e molto altro -immagino- si saprà a breve; su queste pagine se ne riparlerà abbondantemente, potete starne certi.
Per il momento, invece, mi ha colpito la partecipazione al disco, in due canzoni, di Leslie Feist (nota semplicemente come Feist), di cui proprio in questi giorni sto ascoltando il disco solista Let it die, recapitatomi ovviamente dalle mani sante della munifica Zazie. Se dovessi descriverla in due parole, direi che Leslie Feist è una specie di Norah Jones dell’indie. Non è esattamente la migliore delle presentazioni lo so; sappiate anche, però, che la nostra è canadese (cool!), ha inciso il disco a Parigi (molto cool!), ha duettato nel nuovo disco della leggendaria chanteuse Jane Birkin (c’est genial! -alla francese, NdI), è stata coinquilina e collaboratrice di Peaches (c’est super! -ancora francese, NdI) ed è un membro degli osannatissimi Broken Social Scene (ssssupacooool!!). Tra l’altro, è anche una discreta figliola.
Il suo disco solista, Let it die, uscito per la Arts & Crafts, è abbastanza caruccio. Il singolo Mushaboom è quello che Norah Jones farebbe se non fosse ottenebrata dai coreografi dei suoi video (qui c’è il video; di Mushaboom, non di Norah Jones), ci sono varie altre cose un po’ jazzate (Gatekeeper), da chateuse navigata (Tout doucement), ma anche cose un po’ più scarne e interessanti (la quasi tribale When I was a young girl), ed alcune preoccupanti influenze anni ’80 (in particolare in One evening e Inside and out) di fronte alle quali non si sa se ridere o disperarsi.
Anche se sono giorni che canticchio Mushaboom, non so quanto durerà questo disco nel mio lettore. Non molto, sospetto. La voce di Feist, invece, non me la dimenticherò tanto presto. E ci sono tutte le premesse che i suoi duetti coi Kings of Convenience siano memorabili.