mercoledì, 12/05/2004

nessun titolo

Vedo già le biblioteche centrali collassare sotto il peso dei nostri post
Come al solito, a Bananas si fanno delle leggi completamente folli. Non solo perchè inutili ed illiberali, ma anche perchè completamente inapplicabili. Vi immaginate anche solo i 100.000 blog italiani che tra sei mesi inviano contemporanemente il proprio contenuto alle biblioteche centrali? Ci sarà da divertirsi.

8 Commenti a “nessun titolo”:

  1. inkiostro ha detto:

    Certo, la faccenda è sicuramente più complessa di quanto io abbia potuto esprimere, sicuramente messa nei termini in cui l’hai messa tu. Io cmq non intendevo commentare più di tanto la legge del ’39 (benchè non mi stia affatto simpatica, visto che lo scopo del deposito obbligatorio è quello del controllo censorio, e non le filantropiche istanze di cui parli tu; che, pure, come effetti collaterali ci sono, ma solo come coincidenze; quasi tutte le leggi che limitano l’art. 21 della costituzione non mi piacciono affatto…ma non sono un giurista, e non pretendo che la mia opinione parziale debba essere condivisa), ma la sua estensione ai contenuti su internet.
    E non solo ovviamente per i motivi tecnici e logistici, ma proprio logici: i contenuti su internet sono già accessibili a tutti, e la risonanza del mezzo è diversa, e non può essere trattata come quella dei mezzi a stampa. Se si tenta di equiparare i due mondi, si sottitende un’equivalenza completamente folle, e sono proprio leggi come queste a spingere in questa direzione. Se le cose non vengono specificate meglio (e sappiamo che in Italia questo non lo si fa mai), si rischia di creare anomalie allucinanti (come sta succedendo con la legge urbani e il p2p, a causa di cui si finisce in galera per aver scaricato un mp3 da winmx; tanto vale la pena di morte, a quel punto) con conseguenze catastrofiche per la libertà di espressione che, finalmente, il web riesce (quasi) a realizzare in pieno.
    Ma la smetto qui perchè, ripeto, non sono in grado (anche se in effetti dovrei) di gestire una conversazione sugli aspetti specificatamente giuridici del caso. E’ il principio (estendiamo come se nulla fosse vecchie leggi -già discutibili- ai nuovi media fregandocene delle differenze) che porta alla costituzione di una legge illiberale. Questa la mia posizione.

  2. utente anonimo ha detto:

    Dear Ink,

    se una legge è stata fatta in periodo fascista mica è automaticamente detto che sia illiberale: altrimenti avremmo dovuto buttare il codice civile, non credi?

    Ora la legge del ’39, tuttora in vigore, prevede ad oggi che di ogni libro o altra pubblicazione venga spedita copia alle due biblioteche nazionali e alla biblioteca della provincia. In che modo questa disposizione sia “illiberale”, rendendo pubblico per tutti e (si spera) per sempre ciò che è già pubblico, me lo devi spiegare. In che modo essa possa, in democrazia, essere testa di ponte della censura, anche. Difatti è stata e continua ad essere rispettata come una prassi comune da tutti, e ne risulta una grande utilità per i tesisti, tanto per nominare una categoria.

    Urbani grottescamente tenta di estendere alle pubblicazioni a mezzo nuova tecnologia, e siamo tutti d’accordo sull’inapplicabilità, sulla deficienza di chi non ci è arrivato prima di proporla, sul crollo delle biblioteche, et cetera.

    Ma ti ripeto, quell’ “illiberale” che hai piazzato lì nel mezzo come niente fosse, e che mette in discussione la ratio della legge e non la sua realizzabilità pratica, il che mi sembra un tantinello più grave, me lo devi proprio spiegare, e dicendomi che estende una legge del ’39 mi comunichi ben poco: io vorrei sapere, dato che scrivi “illiberale” e “censura”, in che modo un provvedimento logistico-tecnico come quello prescritto possa configurare una cosa del genere, fermo restando che sulla totale inadeguatezza di modi e sanzioni sono totalmente d’accordo.

    Quanto ha ragione Sofri quando dice che parole come “censura” oggi vengono spese con inaudita facilità…bisognerebbe prima pensarci meglio, questo il mio consiglio, Ink (ma può darsi che mi sbagli: in tal caso aiutatemi a capire perché spedire a un luogo pubblico ciò che è già pubblico è viatico di illiberalità).

  3. Enver ha detto:

    le 3 I : Inglese, Impresa (?), e INTERNET…….

  4. inkiostro ha detto:

    Perchè, come spiegato nell’articolo linkato, va ad aggiornare una legge fascista del 1939 sul ‘controllo delle notizie sovversive’. E se non è illiberale la censura…

  5. utente anonimo ha detto:

    Inapplicabile, grottesca, cazzona, siamo d’accordo.

    Ma perché sarebbe “illiberale”?

    P.

  6. utente anonimo ha detto:

    più che di follia (che in qualche modo è una caratteristica che può ispirarmi simpatia) io parlerei d’idiozia. Allo stato puro.

  7. Nin-Com-Pop ha detto:

    non apro il link, ma immagino di aver capito di cosa si tratta. un’emerita cagata. sicuramente lanciata da chi non ha neanche una lontana idea delle dinamiche (e del dinamismo) del web.

  8. utente anonimo ha detto:

    … BOOM!

    rumore onomatopeico dei computer di roma e firenze che vanno in crash ed esplodono. una legge bella e intelligente, non c’è che dire.