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martedì, 31/08/2010

We used to wait

Mentre ci stiamo tutti (non è solo per dire: tutti) preparando al loro concerto di giovedì all'Arena Parco Nord di Bologna per l'Independent Days Festival, gli Arcade Fire continuano la loro inarrestabile cavalcata trionfale. Non paghi di aver pubblicato un eccezionale terzo disco, di essere finiti al numero uno della classifica americana e di aver trasmesso per la regia di Terry Gilliam in diretta streaming uno dei loro concerti dal Madison Square Garden, i nostri ieri hanno conquistato gli internetz con un video interattivo (interamente realizzato in HTML 5) per lo spendido inno alla crescita e alla lentezza dei tempi andati We used to wait.

The wilderness downtown è sicuramente qualcosa di più di un video, che costringe lo spettatore a esporsi e che diventa un'esperienza di malinconia personalizzata difficilmente paragonabile ad altri esperimenti simili, e che sta più dalle parti della net-art che del videoclip. Un progetto splendido che vi invito a provare (servono un computer non proprio vecchissimo, Google Chrome e un indirizzo non troppo periferico; provate con le vie centrali di qualche città italiana o internazionale se la vostra non c'è), e che è l'ennesima, superflua, prova che questa band è sempre un passo davanti alle altre.

 

Mentre la febbre dell'attesa per il concerto sale, è appena comparsa in rete anche questa versione live a opera della buzzband dell'anno The Drums (che suonerà il 17 novembre al Covo) alle prese con la stessa We used to wait.  Prendetelo come un altro modo per attende il concerto, gustandovi l'attesa.

 

 

MP3  The Drums – We used to wait (Arcade Fire cover – live)

 

Bonus:

MP3  Sara Lov – My body is a cage (Arcade Fire cover)

lunedì, 30/08/2010

Story of my life, story of our lives

Da qui.

[grazie a mulp]

venerdì, 27/08/2010

Il Corriere di Bologna come il New York Mag

Bel colpo messo a segno dalla versione locale del Corriere della Sera: riprendendo il pieno l'idea dello spettacolare e quasi pornografico speciale del New York Magazine di qualche mese fa con la classifica di vivibilità dedicata alle neighborhoods della Grande Mela la redazione ha replicato l'esperimento su Bologna, dividendo la città in 30 zone e costruendo la sua classifica sulla base di alcuni fattori ponderati. Dal prezzo delle case alla disponibilità di trasporti, dalla vita notturna alla presenza del verde, dalla sicurezza alla vicinanza con scuole o negozi, è uscita fuori una classifica (con il peso dei fattori valutato per la famiglia bolognese media) che vede al primo posto la Bolognina, seguita dalla zona Marconi e da Via Fossolo (tutte zone dove io non vivrei, ma in effetti non credo di corrispondere esattamente alla famiglia media). Lo speciale è ancora in corso di pubblicazione e verranno pubblicate anche alcune classifiche rimodulate su altre tipologie di persone (umarell, studente, giovane coppia, ecc), oltre a un approfondimento su ciascuna zona. Rispetto al New York Mag manca solo il livability calculator, che permette a ciascuno di crearsi dinamicamente la propria classifica sulla base del peso dato a ciascun fattore, e quindi di capire esattamente quale zona della città faccia davvero per lui. Ma è un peccato veniale, per uno speciale tanto ben fatto. Bravi.

venerdì, 27/08/2010

Got myself an Eyephone

[grazie a Checco]

| # | ahipod | I Commenti sono chiusi

giovedì, 26/08/2010

Sereno o poco nuvoloso

I Perturbazione sono una band che non ha più nulla da dimostrare.

Qualitativamente ha già dimostrato tutto mille anni fa con il suo capolavoro In circolo, che fotografa un collettivo perfetto sotto praticamente tutti i punti di vista e contiene quella che è forse la più bella canzone italiana del decennio scorso (Agosto, ovviamente, che si contende con Estate di Bruino Martino il titolo di canzone estiva più triste di tutti i tempi, e che come Estate avrà sicuramente una vita molto lunga). Negli anni successivi, poi, i Perturbazione hanno dimostrato che in un paese di merda come il nostro una band che produce del pop così sopraffino non avrà mai il successo che merita: troppo priva di pose e pretese modaiole, troppo incapace di velleità e compromessi commerciali, troppo poco ggiovane per piacere agli adolescenti e troppo cazzona e volutamente sghemba per conquistare i seriosi amanti della musica d'autore. Una band quasi unica che probabilmente non ci meritiamo.

 

E' più o meno con queste premesse che qualche mese fa è uscito Del nostro tempo rubato, mostodontico opus (24 canzoni!) con cui il gruppo torinese è tornato sulle scene. Come da copione non se l'è cagato quasi nessuno, e come da copione c'è poco da dire: non c'è nessun altro come loro. Sarebbe facile spendere parecchi paragrafi per spiegare la garbata bellezza del disco, tanto nelle sue ballad (la «nota stonata di tromba delle scale» di Primo) quanto nei singoloni (l'inno anti-capitalista Mao Zeitung, che per me è stato un utile mantra personale in un periodo di angosce lavorative), tanto nelle collaborazioni (un ottimo Dente nella nazional-popolare Buongiorno Buonafortuna) quanto nei molti divertissment, ma non so se servirebbe qualcosa. Provate ad andare a uno de loro prossimi concerti (suonano stasera alla Festa dell'Unità di Bologna, il 12 settembre all'Hana-bi di Marina di Ravenna, il 18 a Carpi per il Festival della filosofia, e in mezzo a Brescia, Pisa, Milano) e vedrete. Tanto non hanno più nulla da dimostrare quindi, visto che non sono loro, forse siete voi.

 

 

MP3  Perturbazione (+ Dente) – Buongiorno buonafortuna

MP3  Perturbazione – Primo

mercoledì, 25/08/2010

Piccole idee geniali

Li vendono da Jeremy's place.

| # | fantascienza, want it | I Commenti sono chiusi

lunedì, 23/08/2010

Dite a Laura che l’amo (sempre)

Solo un breve e doveroso promemoria del fatto che stasera al solito Hana-bi d Marina di Ravenna sarà di scena la beneamata Laura Veirs ovvero la più brava folkster della sua generazione (e forse anche di qualcuna delle precedenti), nonchè adorabile post-fricchettona cui, in virtù del suo talento, si riescono a perdonare anche le gonne a fiori, le trecce, il nome che ha dato al figlio che appena avuto col suo produttore e batterista Tucker Martine (come diavolo verrà su un bambino chiamato «Tennessee»?) e il fatto che sul suo blog buona parte degli ultimi post sia stata scritta dai suoi genitori (i quali, incidentalmente, in questo momento sono in tour con lei. E con la band. E col bambino, che al momento ha tipo 5 mesi). Una così non puoi che amarla, ancor di più se negli ultimi tre dischi ha infilato, come niente fosse, canzoni come le tre qua sotto. Avrò anche l'onore di mettere un po' di dischi (a tema) prima del concerto. Ci vediamo là.  

 

MP3  Laura Veirs – Secret someones

MP3  Laura Veirs – Cast a hook

MP3  Laura Veirs – Life is good blues

lunedì, 23/08/2010

Modelli di vita

[gloria imperitura al Many per aver scovato questo video] 

venerdì, 20/08/2010

A walk across America

Non esattamente nuovissimo, ma potreste non averlo ancora visto, ed è talmente bello che merita anche la replica. Non servono spiegazioni: spingete play e capirete di cosa si tratta. Se poi volete saperne di più:

il dietro le quinte di com'è stato fatto (è più complicato di come sembra)

la Google Map del viaggio

– la canzone che c'è in sottofondo:

 

MP3  Edward Sharpe and the Magnetic Zeros – Home

 

 

[grazie a Checco]

| # | guarda te, wild wild web | I Commenti sono chiusi

giovedì, 19/08/2010

Mr. Christopher Walken performs Lady Gaga’s ‘Poker Face’

| # | adorno is my dj | I Commenti sono chiusi

giovedì, 19/08/2010

Adolescenze che non abbiamo vissuto

Ti trovi a passare qualche giorno di ferie nella cameretta che fu della tua adolescenza, e cosa c'è di più appropriato dell'ennesimo gruppo inglese tutto drum machine e riverberi con un video che racconta di una gioventù che non hai mai vissuto? Loro sono i Summer Camp, escono su Moshi Moshi e le scene del video sono tratte dal misconosciuto film del 1970 A swedish love story. Round the moon assomiglia a un milione di cose che abbiamo già sentito (a me sembra sia Take on me che i Joy Division, per dire), e probabilmente tra qualche settimana non ci ricorderemo neanche che esiste. Nel mentre, però, sono al quinto play consecutivo.
[ora sesto]

venerdì, 13/08/2010

Chevvelodicoaffà

The Royal Tenenbaums lego minifig

(via)

| # | cinema, lego my ego, oh my geekness | I Commenti sono chiusi

giovedì, 12/08/2010

In tutti i luoghi in tutti i laghi

Mentre ieri pomeriggio, sdraiato sul lettino in riva al mare, leggevo Jonathan Franzen e riascoltavo The Besnard Lakes are roaring the night stavo pensando a cosa avrei potuto mettere in consolle prima e dopo il loro concerto di stasera all'Hana-bi. Parole chiave: rock psichedelico, Canada, musica da ampi spazi, boschi di conifere, cori '60s e aperture magniloquenti ma non pompose.

 

I Broken social scene più dilatati? Il Bon Iver più orchestrale? I Fleet Foxes senza barba? Qualcosa degli Arcade Fire (con cui i nostri hanno in comune la provenienza -Montreal- e il fatto di essere guidati da una coppia di marito e moglie)? Qualcosa della variopinta famiglia degli Animal Collective? Vediamo stasera. L'impegno di sintonizzarsi sulle corde del piccolo evento musicale che porterà in contatto la pineta della riviera romagnola con quelle dei boschi del Quebec è decisamente un bel modo per passare le ferie.
[a ballare ci penseremo al party indie di Ferragosto]

 

Difficilmente riesco a immaginare qualcosa di più bello del salire in consolle nel posto in cui passo queste giornate di vacanza, dal cornetto e cappuccino alla lettura del giornale, al wi-fi gratuito, alla piada a pranzo, il bagno, le chiacchiere, l'aperitivo, la frittura di pesce, i concerti, i party danzanti sotto la tettoia, le biciclettate notturne fino a casa. E che, incidentalmente, ha come al solito un programma di eventi (tutti gratuiti) che in questo periodo non ha eguali in Italia.

Se non siete partiti, se siete tornati, se siete vicini o se siete lontani, ci vediamo là. Anzi, qua.

 

 

 

MP3  The Besnard Lakes – Like The Ocean, Like The Innocent Pt. 1: The Innocent

| # | faccio cose vedo gente, indie-gestione, suoni | I Commenti sono chiusi

venerdì, 06/08/2010

Probabilmente il più bel video di YouTube di tutti i tempi

La scena di Ezechiele 25:17 di Pulp Fiction ridoppiata allo stile di Topolino e Paperino. GigaLOL.

 

Update: il video è stato rimosso e l'incorporamento disattivato da tutte le copie che ho trovato. Si vede qui, finchè dura.

venerdì, 06/08/2010

Arcade Fire, nati ready to start

Non so voi, ma io più o meno da quando è uscito  non riesco ad ascoltare nient'altro che il nuovo disco degli Arcade Fire. Il fatto che io non abbia mai amato alla follia i loro primi due dischi (li ho dovuti vedere live per capire davvero la loro grandezza) e che anche con questo i primi ascolti siano stati un po' tiepidi (sulla linea dell'inevitabile e sensato giudizio standard «Bello ma troppo lungo») non mi ha impedito di caderne lentamente vittima e di scoprire che di questi tempi il mio lettore suona più o meno solo quello, con una netta preferenza per Ready to start. Empty room e City with no children. E puntini sulle i a parte, c'è ben poco da dire, a parte che al momento in giro c'è poca gente che padroneggia la materia indie in modo personale e magistrale come la band di Montreal. Ascoltarle The Suburbs è come tornare in un luogo familiare che però non conosci, e che non vedi l'ora di esplorare. 

 

MP3  Arcade Fire – Ready to start

 

 

A celebrare l'uscita, un utente Vimeo ha tirato fuori quello che pare essere il più vecchio video di una performance live della band, ritratta sul palco del Rivoli di Toronto nel 2003, subito dopo l'uscita dell'EP che precedeva l'esordio Funeral. Nonostante l'audio e il video siano tutt'altro che perfetti, bastavano questi tre pezzi (Wake up, No cars go e Old Flame) a far capire immediatamente che su quel palco non c'era una band come tutte le altre.

 

 

[per non parlare del fatto che alle 4 di questa notte è stato trasmesso in diretta streaming il loro (secondo) concerto (di fila) dal Madison Square Garden di New York City, per la regia nientemeno che di Terry Gilliam. Ma passeremo i prossimi 3 giorni su YouTube a vedere pezzi del concerto e c'è già chi lo ha guardato in diretta, quindi non c'è quasi bisogno di dirlo]

giovedì, 05/08/2010

Precursori

da Eddy a Inkiostro:

Tema: affinità e divergenze tra Michel Gondry e l'anonimo regista dell'opera in allegato. I miei coetanei si soffermano sull motivo musicale. Tu, che per motivi anagrafici potresti essere immune a reminiscenze proustiane, non vedi un continuum stilistico che porta dritto dritto (mutatis mutandis e con più ampia manleva di mezzi) appunto a un certo Gondry?

 

 

 

da Inkiostro a Eddy:

Beh, indubbiamente l'uso di effetti speciali analogici e di costumi volutamente poveri (invece che di effetti CGI che all'epoca esistevano già e che sicuramente erano nelle disponibilità di un regista così all'avanguardia) ricordano molto lo stile di Gondry, quindi non si può escludere che lo stesso si sia ispirato a questo video per costruirci sopra una buona fetta della sua poetica.
Dovremmo scoprire se per caso è andato forte in francia, ad esempio. Non ho dubbi che riuscirai a reperire questa informazione.

Ma il bambino che canta "Occhio all'occhio del ranocchio" è lo stesso di "Mi scappa la pipì papà"?

 

 

da Eddy a Inkiostro:

No, il bambino di Mi scappa la pipì è il figlio di un giornalista di Roma e ora lavora a SKY (conosciuto personalmente a Sanremo) mentre il bambino delle Mele Verdi si chiama Paolo Peroni (da non confondersi con il Pierpaolo Peroni produttore degli 883 e marito di Syria) ed è il figlio di Mitzi Amoroso, animatrice del progetto Le mele verdi.

 

 

da Inkiostro a Eddy: 

Genio. Ora lo pubblico.

martedì, 03/08/2010

Libreria comunista

[In cui anche i libri partecipano alla libreria. Grazie ad Alexia]