novembre 2004

giovedì, 11/11/2004

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Quando si dice una bibita del cazzo
La cockolada.

giovedì, 11/11/2004

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Non mi avranno
Visto che ultimamente gli oggetti mi si stanno ribellando contro e una volta giunti tra le mie mani decidono di rompersi (ieri è stata la volta della borsa, la cui tracolla si è spezzata a metà mentre camminavo), l’unica è consolarsi pensando a quanto potrebbe essere -e talvolta è- stupida la tecnologia, con il Photoshop Contest di Worth1000 ad essa dedicato. Forchette elettriche, martelli con counter dei chiodi (e delle dita) colpiti, mouse che sono anche tastiere, bizzarri incroci tra una moto e un aspirapolvere e bicchieri che segnalano quando sono pieni. A costo di tornare alle prese con miccia e pietra focaia, non mi avranno.

giovedì, 11/11/2004

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Expose yourself
Il Club 74 è un posto strano. Più un pub che un locale per concerti, con divanetti, buio in sala, e musica tanto sommessa che se parli a volume normale ti sembra di disturbare. Per le serate Murato del mercoledì, Radio Città del Capo ha scelto assai bene, andando a riempire uno spazio (in più sensi) ancora inedito nel panorama musicale cittadino. Mercoledì prossimo ci saranno i beneamati Offlaga Disco Pax, la settimana scorsa ha inaugurato lo slowcore degli ottimi Rivulets (che con un paio di canzoni mi hanno letteralmente fatto a pezzi), mentre ieri è stata la volta di Finn, musicista tedesco da qualche parte tra gli Sparklehorse, Maximilan Hecker e certi Radiohead, per un concerto a base di laptop, arpeggi e voce à la Thom Yorke, con alcuni eccellenti brani in chiusura (quasi tutti provenienti dal recentissimo EP di remix). Il suo tour italiano è stato organizzato dalla neonata Punk not diet (io lo dico sempre: in questo campo la gente che si sbatte per organizzare cose simili non è mai troppa), e, per chi se lo è perso, sabato pomeriggio ci sarà uno showcase -in formazione allargata, con probabili comparsate illustri- da Underground Records in via Petroni. E anche se forse è vero che la scena indie se l’è inventata qualche studente bolognese fuori sede, supportarla non è mai stato così piacevole.

mercoledì, 10/11/2004

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Il grande² freddo
Livio è tornato a casa. E, dopo tutto quello che ha passato, scrivere del suo ricovero in ospedale in modo tanto brillante (e tanto riuscito) è cosa non da tutti. E leggerlo fa doppiamente piacere.
In sala operatoria una decina di figure ammantate di verde camminano frettolosamente avanti e indietro per la stanza per un quarto d’ora abbondante prima che qualcuno faccia qualcosa. Ammazzo il tempo provando a distinguere chirurghi da anestesisti, infermieri da tecnici, ma la smetto quando quello che avevo identificato come il primario tira fuori il glassex da un cassetto e inizia a pulire il vetro della porta.
[da qui. il resto -per ora- qui e qui]



mercoledì, 10/11/2004

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Boom² Box
Se lo dice Wired sarà vero: i radioloni da spalla (noti anche come boombox) sono di nuovo di moda. In modo diverso da quanto succedeva negli anni ’80, ovviamente, ma chissà. A me -devo dire- non so perchè non sono mai dispiaciuti. Vai a capire.


martedì, 09/11/2004

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Eternal sunshine of a spotless video
L’ultimo video girato da Michel Gondry (per la cover di Mad World, ma lasciate perdere la canzone, questa volta non è quella l’importante) è….wow. Non è geniale, non è brillante, non è sperimentale e forse nemmeno originale: è semplicemente bello.
[via Marmellata]


martedì, 09/11/2004

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La vendetta delle macchine
Io alla tecnologia gli ho sempre voluto bene. Sono uno di quelli che dà un nome al proprio computer (si chiama Woody), che ha la stessa radiosveglia da quando aveva 10 anni perchè ci è affezionato (anche se ormai non è più in grado di captare una stazione manco per sbaglio), che si è tenuto un antidiluviano Nokia 3210 fino a 6 mesi fa anche se la batteria durava ormai un giorno, e che quando gli hanno rubato il walkman era depresso come se gli fosse morto il gatto.
Nonostante ciò non so perchè, la tecnologia ha deciso di vendicarsi. Nel giro di una settimana il computer nuovo ha iniziato a comportarsi in modo strano, e 4 volte su 5 non riesce ad accendersi (scheda video fallata, pare), gli occhiali mi si sono rotti da soli e -dulcis in fundo- stamattina mentre andavo al lavoro (ed ero già in ritardo) il mio scooter ha deciso di fermarsi. Anche qui da solo, e senza causa apparente. A questo punto ho paura che se esco di casa, col culo che ho in questo periodo, mi cadrà un satellite direttamente sulla testa, oppure che quando torno a casa la caldaia sia esplosa. Per sicurezza, domani esco a piedi. E a pranzo mangio tonno e fagioli. Sempre che non mi tradisca anche l’apriscatole.


lunedì, 08/11/2004

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Adesso sì che sono veramente indie

[e il fatto che si siano rotti sabato sera al Covo è diabolicamente appropriato]


lunedì, 08/11/2004

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La torta? E’ buona
Dai Cake io non chiedo altro che facciano sempre lo stesso disco; loro, di solito, mi accontentano. So che là fuori c’è un sacco di gente a cui non stanno particolarmente simpatici; un po’ lo capisco, sono talmente -spudoratamente- pop, talmente fedeli a un’estetica da qualche parte tra l’FM americana, Mtv, e l’alternative anni ’90, con in mezzo una spruzzata di funk e un pizzico di indie, che possono facilmente sembrare ruffiani o, al meglio, una band senza nulla da dire. Se non hanno niente da dire, però, lo fanno con personalità da vendere, prendendosi così poco sul serio (e -cosa rara- senza scomporsi) da sembrare molto più autentici e credibili di un sacco di gruppi più blasonati.
Io, da parte mia, li ho adorati dal primo momento, da quando su Suoni e Ultrasuoni passava in heavy rotation The distance, e le cover pressochè perfette di I will survive e Perhaps perhpas perhaps mi hanno portato a procurarmi il loro capolavoro Fashion Nuggets per poi scoprire anche altri pezzi brillanti come Frank Sinatra, Daria (!) e Italian leather sofa. Per non parlare del piacere che ho avuto anni dopo, nello scoprire -imbattendomi in Never there in un nastrone- che era uscito un nuovo disco, Prolonging the magic, seguito a ruota da Comfort Eagle con l’ottima Short skirt/Long Jacket (chissà se qualcuno si ricorda il video).
Il loro ultimo disco, Pressure Chief, è uscito da poco, ed è uguale a tutti gli altri; di conseguenza è splendido. C’è il ritornello di No phone che si incolla in testa e non se ne va più, c’è Take it all away che forse è malinconica o forse no, e c’è lo pseudo country gioioso di The end of the movie che in 2 minuti snocciola una perla d saggezza spicciola mica da poco. Soprattutto, in realtà, la Torta ha una personalità che è come un marchio di fabbrica, che conferisce a canzoni di 3 minuti quello che ogni vero pezzo pop dovrebbe avere: il gusto. La torta? E’ buona.



venerdì, 05/11/2004

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Radio killed the blog stars
Dopo il radiozapping di ieri sera tra due delle mie trasmissioni preferite -nessuna delle due a Bologna, e sì che qua c’è l’imbarazzo della scelta- stasera dietro il microfono torna il sottoscritto con Airbag, come al solito equamente divisa tra novità (nuovo -controverso- singolo dei dEUUUUUS! Clamoroso ballatone strappacuore dei Rivulets!) e spazio monografico, stavolta dedicato nientemeno che ai mille volti di Miss Polly Jean Harvey. In studio con noi ci saranno due celebrità della blogosfera, Magenta e Woland, impegnati a scaldarsi le ugole in attesa del debutto radiofonico del loro show (anche se varietà mi sembra più appropriato) Piume di struzzo, lunedì alle 19 sulle frequenze telematiche di RadioNation.
Come tutti i venerdì, alle 21 sui 103.1 FM di Radio Città Fujiko a Bologna e dintorni, altrimenti in streaming o -in differita- dall’archivio settimanale degli mp3 a bassa qualità.


venerdì, 05/11/2004

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Sono un po’ in ritardo a parlare adesso di Halloween?
La sera del 31 Ottobre non so cosa ho fatto. Sono stato in casa, direi, credo a leggere o scrivere qualcosa (entrambe le cose, probabilmente), schivando i party tanto per pigrizia quanto per antipatia per le feste comandate. Se mi fossi travestito, però, non avrei certo scelto uno di questi disgustosi costumi (e guardate che dico sul serio, se cliccate sul link poi non lamentatevi con me); su quello da iPod Mini -con tanto di pubblicità- ci avrei fatto un serio pensierino, però.
[le osservazioni sociologiche sul fatto che l’iPod sia già entrato a questo livello nel nostro universo culturale le lascio a qualcun altro]

giovedì, 04/11/2004

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Speravo di essere un .sys
E invece il test Which file extension are you? mi ha dato questo risultato:

You are .gif Sometimes you are animated, but usually you just sit there and look pretty.

giovedì, 04/11/2004

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The lyre of Odysseus, altro che Orpheus
Missione: comprare 5 biglietti per il concerto di Nick Cave all’Alcatraz di Milano.
_Step 1: vado sul sito di TicketOne. Mi dice ‘In attesa di ulteriore disponibilità’.
_Step 2: vado sul tio dell’Alcatraz. Trovo il numero di telefono dell’organizzatore del concerto, la malefica Clear Channel, per chiedere informazioni.
_Step 3: chiamo Clear Channel. Mi sorbisco interminabili minuti di attesa con sottofondo della Pausini, poi una gentile signorina mi dice che il concerto è esaurito ma che se richiamo martedì alle 11 forse verrà messa in vendita un’altra manciata di biglietti.
_Step 4: martedì alle 11.05 richiamo Clear Channel. Una gentile signorina mi dice che il concerto è esaurito. Abbondanti imprecazioni.
_Step 5: martedì alle 23.30 ricapito sul sito di TicketOne. Mi dice che i biglietti sono regolarmente in vendita.
_Step 6: mercoledì alle 8.55 vado alla tabaccheria/biglietteria AB. Il tabaccaio mi dice che l’uomo dei biglietti non c’è, e che devo tornare dopo un paio d’ore. Gli dico che non posso perchè lavoro, e che nel frattempo il concerto rischia di andare esaurito. Lui mi guarda e continua a fumarsi una Muratti.
_Step 7: alle 13.15 torno alla biglietteria AB. All’omino dei biglietti non risulta che si possano acquistare i tagliandi richiesti. Gli faccio vedere il sito, lui chiama TicketOne, e una gentile signorina gli dice che i biglietti saranno effettivamente messi in vendita nel pomeriggio. Mi dice di tornare alle 5, gli rispondo che il pomeriggio lavoro, lui mi guarda e continua a fumarsi una Marlboro rossa.
_Step 8: alle 18.40 torno alla biglietteria AB. L’omino dei biglietti mi guarda e ride, poi tutto contento mi indica la pagina del sito di TicketOne da cui è magicamente scomparsa l’icona che indica la possibilità di acquistare i biglietti nei punti vendita come la suddetta biglietteria. Capendo che l’unica possibilità che mi rimane è l’acquisto online con carta di credito, li mando a cagare e me vado. Il tabaccaio e l’omino dei biglietti mi guardano e incrociano le rispettive sigarette mormorando ‘Missione compiuta’.
_Step 9: alle 19.15 arrivo a casa. Dopo 5 falliti tentativi di avvio (frutto della probabile rottura dello spinotto che collega monitor e PC) riesco ad accendere il computer, e procedo all’acquisto online. La sequenza pare andare a buon fine, sempre che non si presti attenzione ai 17 euro in più -commissioni addizionali (?) + spese di spedizione (ritiro alla cassa del concerto no, eh?)- pagati oltre al costo effettivo dei biglietti.
_Step 10: respiro. Anche se finchè non ho i biglietti in mano..











giovedì, 04/11/2004

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Potessi lo programmerei anche per vivere la mia vita
Un robot fatto di lego programmato per finire -da solo, sempre e comunque- il primo livello di Super Mario sul leggendario Nintendo NES. Son cose.

mercoledì, 03/11/2004

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The Novemberists
Da queste parti, quello in corso è di sicuro un periodo in cui non ci si annoia. Oltre agli impegni con la ‘I’ maiuscola (con cui vi sto tediando fin troppo, ma che ci volete fare, è difficile non pensarci), anche musicalmente novembre sarà un mese piuttosto caldo. Il programma di concerti di Bologna e dintorni del mese è affollato fino al limite dell’intasamento; non che ci si lamenti, sia chiaro, ma per non farsi trovare impreparati urge cominciare a buttar giù una scaletta degli eventi da non perdere. Si accettano ulteriori suggerimenti, fermo restando che già farsene una metà sarebbe un buon risultato.
_3 Rivulets Club 74 (per amanti slowcore, fanatici Acuarela o insonni)
_5 Fuck Covo (per cantare Ooops I did it again senza cantare Britney)
_6 Enon Covo (perchè sono come i Blonde Redhead senza essere come i Blonde Redhead, e Starcastic era uno dei singoli del 2003)
_10 Finn Club 74 (per amanti di Mark Linkous ed epigoni)
_12 Hogwash Villa Serena (perchè di gruppi indie italiani bravi come loro non ce ne sono molti)
_13 Mark Lanegan + Black Keys Rimini – Velvet (per la sua voce, perchè altro sennò)
_17 Offlaga Disco Pax Club 74 (perchè tutto il resto è desistenza)
_19 Decemberists Covo (per cambiare idea – vedi qui
)
_20 Altro + Edwood Cavriago(RE) – Calamita (perchè il pellegrinaggio a Cavriago almeno una volta l’anno è d’obbligo)
_24 Diana Darby Club 74 (perchè fa così tante date in Italia, e così tanto spesso..)
_25 Broken Social Scene + Apostle of hustle Covo (per chi non capisce cosa voglia dire indie)
_26 Two lone swordsmen (B)Link(atron) (per vedere il nuovo Link. E vedere se gli spadaccini riusciranno a farlo crollare)
_27-28 MEI Faenza – Fiera (scenesters of the world, unite and take over)
_29 Nick Cave & the Bad Seeds Milano – Alcatraz (in via di esaurimento da un momento all’altro; spedizione disperata domattina all’alba)
[tutto sotto controllo, sì]
















martedì, 02/11/2004

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Altro che verginella
Trovarsi davanti a un computer nuovo e al suo hard disk da 160 Giga perfettamente intonso è come cambiare città e avere un’altra via da costruire daccapo. Il vero geek si trova di fronte a quella strordinaria sensazione di tutto-è-possibile e nessuna-strada-è-preclusa, come uno scrittore davanti alla pagina bianca, o un cuoco che scarica dall’auto i sacchetti della spesa pronti a diventare un pranzo di cui ci si ricorderà. La purezza del computer, il candore immacolato del suo disco rigido, il suo bisogno di una guida sapiente che sappia dove mettere le mani per trasformarlo in ciò che, ancora non lo sa, è destinato a diventare, è per lui equivalente alla purezza innocente di una verginella a cui stanno per essere insegnate le gioie del sesso, e parimenti eccitante. Ok: quasi.
Peccato che -presto- si sia costretti ad abbandonare ogni velleità poetica e a scendere sulla terra per affrontare questioni assai più triviali. Un sistema operativo non si installa da sè, e trattandosi di Windows XPippa (no comments, please) si dev’essere pronti ad risolvere ben più di un problema prima che ci si possa abbandonare alle gioie della telematica. Driver dai nomi imperscrutabili e dalla funzione ignota, messaggi d’errore più simili a formule cabalistiche che a comunicazioni informative, il Service Pack 2 che per installarsi ci mette più tempo del sistema operativo, ma che almeno -realisticamente- fa scomparire la scritta Professional dalla schermata di apertura, software che nelle nuove versioni ha perso l’antica essenzialità a tutto svantaggio dell’usabilità. Quando, poi, la rete smette di funzionare senza apparente motivo e tutto all’improvviso si rallenta mortalmente, si è pronti a lanciare una maledizione su Bill Gates e sulle prossime 10 generazioni della sua famiglia, perchè -che diamine- se inizia a piantarsi da solo fin dal primo giorno, cosa succederà tra un mese?
La risposta è niente -si spera-, a meno che anche allora il Task Manager non dica che l’utilizzo della CPU è al 100% nonostante tutti programmi siano chiusi, come accade adesso. Basta una breve ricerca per scoprire che una manciata di virus hanno già infettato la macchina, prima ancora dell’installazione del Norton (che comunque, per la cronaca, li ignora). Per sbarazzarsene non ci vuole granchè, ma qualcosa nella solennità del rito di iniziazione si è irrimediabilmente perso; e proseguire nell’installazione non è più come prima. Il pensiero, a quel punto, è uno solo: proprio una verginella, sì.



lunedì, 01/11/2004

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Room riders, fatevi avanti
Emergo dalle nebbie di un weekend lungo e offline, pieno di sontuosi pranzi a sbafo ed ex presidenti del consiglo (giuro), solo per segnalarvi Ray Room, l’adventure con cui EnzoP ha tentato di rendermi pan per focaccia dopo le mie plurime segnalazioni di giochini infami. Io torno tra le nebbie dei colli feltreschi fino a domani; voi, amanti delle stanze rosse e verdi, fatevi avanti.
[update: non vi fate scoraggiare dal giapponese cinese, non è poi così difficile -e quando arrivate alla fine scoprite cosa c’è dietro la porta misteriosa e perchè non potevate fare a meno di aprirla…]