guarda te

mercoledì, 26 10 2005

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Inkiostro Music Video Aggregator /Ottobre
_Bloc Party – Two more years (Tasto destro*, Salva con nome) I Bloc Party si sono imborghesiti? A vedere questo video parrebbe di sì: l’irruenza e la sgarrupatezza dei primi video hanno lasciato lo spazio a questo nuovo singolo con clip pulitino e chitarre pericolosamente sotto il livello di guardia. Il tutto continua a essere niente male, ma è molto, troppo, Mtv-friendly.  Speriamo solo non sia (già) l’inizio della fine.
_Magic Numbers – Forever lost (Tasto destro, Salva con nome) Come gruppo pop, i Magic Numbers sono esteticamente improbabili; e, perciò, simpaticissimi. Loro lo sanno, e per questo il video li ritrae a cartoni senza un briciolo di fantasia in più; del resto hanno scritto il brano pop dell’anno (o giù di lì) e possono permettersi qualunque cosa.
_Dirty Three + Cat Power – Great waves (Tasto destro, Salva con nome) Da quando in qua i Dirty Three fanno i video? E da quando in qua la Gatta Potere si fa ritrarre in posa pacificata e messianica, stile fantasma che emerge dal frullare degli strumenti di Ellis e compagnia come la sua voce emerge dall’inconfondibile impasto sonoro dello sporco trio?
_Afterhours – White widow (Tasto destro, Salva con nome) Appurato che non bastano due effetti digitali a basso costo a far scomparire dal volto le rughe e a rendere originale un video in cui c’è una band che suona e niente di più, l’urlatissima versione inglese di La vedova bianca e il suo cupo video funzionano. O, almeno, lo fanno per i nostri standard italiani. Quanto al resto, sono curioso.
_AAVV – Do they know it’s Hallowe’en? (Tasto destro, Salva con nome) Poco da dire sull’appropriato e cazzone video a cartoon, molto sul progetto che benefit che fa il verso alla Do they know it’s Christmas di qualche anno fa riunendo buona parte del gotha indie-alternative di questi anni: da Beck agli Arcade fire, da Tamborello dei Postal Service a Feist fino a Thurston Moore, Malcolm McLaren, Karen O, Peaches e vari altri. Considerata l’accozzaglia di nomi, la canzone è inaspettatamente riuscita.
_Joanna Newsom – Live in Birmingham 2004 (Link) Intero concerto visibile online per l’arpista indie-folk direttamente uscita dal sogno fantasy di Alvin & the chipmunks. La vergognosa pettinatura pianeta delle scimmie e le smorfie canterine la rendono assai peggio di come sembrava nel video di Sprout and the bean. Sospetto che la visione di un suo concerto intero sia letale, ma io non posso farci niente, la adoro.
_Settlefish – Barnacle beach (Tasto destro, Salva con nome) Volutamente minimal, il video -diretto da Tim Rutili dei Califone- sceglie la via del digitale sgranato (o almeno credo sia digitale; quanto allo sgranato, su quello non ci sono molti dubbi) per raccontare un’infanzia passata a saltellare lungo la spiaggia. Anche se un po’ di articolazione in più non avrebbe guastato, una scelta che paga.
_Presidents of USA – Some postman (Tasto destro, Salva con nome) Del ritorno dei Presidents of USA si poteva anche fare a meno, sono d’accordo. Il tasso d’originalità della band rimane bassissimo e in più il tiro di una volta sembra definitivamente andato; per recuperare attenzione i nostri hanno fatto il primo video interamente girato con dei videofonini. Più interessante a dirsi che a vedersi, ma uno per la cronaca non può che fare il loro gioco, e segnalarli.
_Maria Taylor – Song beneath the song (Tasto destro, Salva con nome) Singolo meta-musicale dal disco solista della Azure Ray meno Orenda. Il disco non è male e ha almeno un paio di pezzi notevolissimi, peccato che questo non sia tra quelli, e che il video, fatto con tre lire e che con ancora meno idee, non dia una mano. Chissà cosa aveva in mente.
_Baustelle – La guerra è finita (Tasto destro, Salva con nome) Avere
per le mani una band stilosa come i Baustelle è più o meno il sogno di ogni regista di videoclip che si rispetti, almeno in Italia. Dopo i due video superdesign degli estratti da La Moda del lento al nuovo, micidiale, singolone tocca un clip decisamente più ordinario e visivamente meno interessante del previsto.  Non basta a demolire la canzone, ma è comunque un peccato.
_Gravenhurst – The velvet cell (Tasto destro, Salva con nome) Ossessiva la canzone, cupo, angosciante e bellissimo il video, in cui ombre inquietanti vagano a testa bassa in una struttura senza uscite mentre il tempo scorre inesorabilmente. Une vera e propria lezione, splendido.
_Simon Werle – Metro (Tasto destro, Salva con nome) Non c’è assolutamente nessun motivo per segnalare questo vecchio video electro fatto coi lego e il suo delirio narrativo a metà tra
storia d’amore, storia di alieni e Matrix. Se non per sancire, se ancora ce ne fosse bisogno, la schiacciante superiorità dei Lego sui Playmobil. Quanti video fatti coi Playmobil conoscete?
[* per chi ce l’ha]
[i vecchi Video Aggregator]

giovedì, 13 10 2005

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No, Bully no, dai
Decidete voi se promette bene o male: ecco il Casting Call per il nuovo video degli Strokes.

IMPORTANT: The video is cutting edge and we are looking for talent that is comfortable with getting physical on set. Do not submit if you are uncomfortable making-out with members of the same/opposite sex (depending on scene).
[…]
LESBIANS, 20s-30’s, “Victoria Secret” model-type lesbians, prefer Caucasian.
The scene involves kissing and being affectionate with another woman.
** Prefer REAL?Couple** – must have someone to audition with

HEROINE CHIQ HIPSTER MALE, Caucasian, 20’s-30’s (reference: Nick Stahl in “Bully”)
The scene involves an aggressive make-out session in a taxi with another female.

[testo completo qui, la nuova, Batman Juicebox, qui]

martedì, 11 10 2005

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Segui il coniglio bianco, con le tue Manolo Blahnik
Sex and the Matrix.
[peccato per la qualità video bassa. alcune intuizioni, però, non sono male]

giovedì, 06 10 2005

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Finding Neverland
Ovvero: andare al cinema a vedere Charlie e la fabbrica di cioccolato e, dopo che ti hanno messo la pulce nell’orecchio, non riuscire più a goderselo come film in sè (nè come remake, nè come opera citazionista) ma solo come mastodontico correlativo metaforico della vita di Michael Jackson.
[ulteriori 4 risate qui]

lunedì, 03 10 2005

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Andate a vedere Viva Zapatero
Alla fine del documentario satirico di Sabina Guzzanti, mi è venuto da piangere.

mercoledì, 28 09 2005

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Inkiostro Music Video Aggregator /Settembre
_Cocorosie – Noah’s Ark (Tasto destro, Salva con nome) Non è un bel video neanche per sbaglio, le due maravillose sorelle Casady sfoggiano pettinature ancora più improbabili del solito e effetti visivi d’accatto intristiscono il pezzo forse più convenzionalmente pop del disco: che scopo può avere quindi girare un clip del genere (il primo in assoluto per le Coccherosa, se non erro)? Meglio ricordarle mentre cantano Good Friday in un cortile faentino, se permettete.
_Devendra Banhart – I feel just like a child (streaming) Osannato dalla critica di mezzo mondo, Devendra Banhart più va avanti e meno mi convince. In questo video -wow- balla mentre indossa solo un paio di mutande, che meraviglia! Molti lo troveranno un sacco autoconsapevole e giocoso, altri artisticamente neo-hippy e neo-neo-tribalista, ad altri ancora -al peggio- sembrerà un adorabile cazzone. La mia opinione non differisce molto da quest’ultima, purchè, ovviamente, si ometta la parola adorabile.
_Final Fantasy – This is the dream of Win and Regine (Tasto destro, Salva con nome) Versione ancor più singolosa del singolo del bell’esordio solista del violinista degli Arcade Fire, che a breve passerà anche da queste parti per una rischiosa data live. Chissà se si porterà dietro l’adorabile (lei sì) cameriera provvista di cuffie e mantello del video. Che sia giunto il momento dell’indie-fantasy?
_Pinback – Fortress (Tasto destro, Salva con nome) Non lo si ripeterà mai abbastanza: Summer in Abaddon dei Pinback è stato probabilmente il disco dell’anno scorso che da queste parti si è amato di più. Esce ora il notevolissimo video di Fortress, tristissima storia di animazione a bassa fedeltà su una bella storia d’amore che si trasforma (letteralmente) in una guerra (con annesse coreografie). Si parlava dell’indie-fantasy, no?
_Laura Veirs – Galaxies (Tasto destro, Salva con nome – è lentissimo, serve un po’ di calma) Come dicevo la settimana scorsa, su disco Laura Veirs è grandiosa. Questo video, però, è una delle cose più terrificanti in cui mi sia capitato di imbattermi da un po’. Se ci sono delle idee che qualcuno me le spieghi, l’immaginario è oscuro e sfilacciato e se la natura da sola non l’aiuta Laura ha fatto ben poco per darsi una sistemata. Rimandata al video per Secret someones?
_Death Cab for Cutie – Soul meets body (streaming, e se proprio lo volete è pure su rapidshare) Sottotitolo: Ben Gibbard vestito come mio nonno e i bizzarri funghi/uccelli a forma di note. Come spesso capita, una buona idea (le note volanti, non il guardaroba di Ben Gibbard) un po’ sprecata, anche se l’atmosfera dolceamara e un po’ sospesa ben si adatta all’insolita efficacia del primo singolo di Plans. Quindi alla fine va bene così, dai.
_Royksopp – 49 percent (streaming) Potrebbe quasi essere confuso con un video di Gondry, e chi conosce la meraviglie di cui è capace il regista francese sa quanto questo possa essere un complimento. Per esserlo gli manca un po’ di precisione in più e quei tocchi di classe che lo fanno stagliare a un livello decisamente altro. Detto ciò, la canzone non è niente di che, ma immagino che al giusto volume e con un proiettore abbastanza grosso, l’esperienza lisergica ci starebbe tutta.
_Animal Collective – Grass (Tasto destro, Salva con nome) Sprizza (ancora) avanguardia da tutti i pori,
il collettivo animale, e con un video del genere dona al suo folle folk disgregato una terza dimensione al contempo perfettamente appropriata e insolitamenete sobria. In quanto avanguardia è sempre di difficile digeribilità, ma se il pubblico di merda non capisce, ovviamente è colpa sua.
[i vecchi Video Aggregator]

martedì, 27 09 2005

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Sign o’ the times
Nonostante quanto dicono il Governo e le sue stime,
anche per quanto riguarda l’occupazione in Italia (e in Europa) siamo davvero con l’acqua alla gola. Per capirlo è bastato imbattersi nello spot del concorso di Mtv Load. Quando il primo premio non è un viaggio a New York o un’automobile fiammante, ma uno stage retribuito di due settimane, vuol dire che siamo messi davvero male.

Nel frattempo noi decideremo chi sarà il fortunato vincitore di uno stage retribuito di due settimane presso il creative team di MTV a Londra.
(da qui)

lunedì, 26 09 2005

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Lost is lost?
Dopo circa un mese di plurime visioni notturne, frenetiche trasmissioni di file via skype e slalom tra le tonnellate di spoiler che si annidavano ovunque, sono finalmente riuscito a mettermi in pari con Lost. Nel corso della visione delle 26 puntate trasmesse finora ho attraversato più o meno tutte le tipologie di reazione, dall’ossessione maniaca alla sfiducia più nera verso una possibile risoluzione sensata della trama, e ho raggiunto ora una bizzarra posizione di equilibrio. Da un lato la fine della prima serie e l’inizio della seconda mi hanno un po’ deluso, e dubito che gli sceneggiatori riusciranno a salvare sia la capra del costante alto livello di tensione che i cavoli della plausibilità e della coerenza; in questo si veda la radicale bocciatura del Guardian segnalata ieri da Wittgenstein. Dall’altro lato, però, è sufficiente dare un’occhiata agli inside-joke del sito della Oceanic Airlines o di quello dei Driveshaft, a post come questo (attenzione, spoiler!) o a deliri interpretativi come la Genetic Mirror Theory (che però puzza enormemente di presa in giro) per accendere una curiosità irrazionale difficilmente eguagliabile. Non resta che aspettare e vedere. Sperando che Lost non si perda.

giovedì, 15 09 2005

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I semafori italiani non si adattano
I semafori pedonali americani, invece, si prestano assai a diventare vittime dei Thundercut (un articolo su di loro qui), coppia di artisti newyorkesi che usano ‘remixare’ le segnaletiche luminose
applicandogli sopra una sorta di adesivi che le trasformano in qualcosa di diverso (ma non le coprono). Il cartello qui sotto è dalle parti del CBGB, per dire.

lunedì, 12 09 2005

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Doh Re Mi Fa Sol
Non che io sia riuscito a vederlo più di un paio di volte, vista l’ora, ma oggi come ogni autunno Futurama è stato interrotto per fare -di nuovo- spazio ai Simpson. Decidete voi se è una cosa da festeggiare o meno (per me no; Bender e soci mi fanno ormai ridere ben più di Homer e soci, che sono fondamentali ed epocali ma -non so come dire- un po’, ecco, vecchi). Intanto cuccatevi questo link che ho riesumato non so dove (ma l’avrò anche già postato?) con tutte (o quasi) le canzoni delle 16 serie del cartoon da scaricare. Sono più di 100, fate un po’ voi.

martedì, 06 09 2005

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Lost Lust
Oltre ad andare a un sacco di concerti (stasera trasferta a Milano per i Wilco), a leggere meno del solito, a lavorare a ritmi alterni, a dormire poco, a soffrire di crisi di autostima letteraria e divorare gigantesche insalate, da queste parti ultimamente si sta perdendo la testa per Lost, ‘nuova’ serie televisiva della BBC andata in onda l’anno scorso in USA e su Sky, e pronta ad approdare su RaiDue l’11 Ottobre. Dopo aver visto una manciata di puntate e il bellissimo trailer girato sulle note di Numb dei Portishead e firmato da David LaChapelle (via Woland), credo che non ce la farò a resistere e mi farò iniettare in vena subito tutta la prima serie per placare la curiosità. Chi l’ha già visto sa di cosa sto parlando, e può capirmi.

lunedì, 05 09 2005

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INdecePENDEnt days and nights
[Bologna, Parco Nord – 3 e 4 Settembre]

Un po’ di appunti più o meno random sugli highlights del festival del weekend appena concluso.
Stars. Essendo costituzionalmente votato a un realismo pessimista, prevedevo il peggio per la resa live degli autori di uno dei dischi pop dell’anno. Ma per fortuna mi sbagliavo clamorosamente: la band sa stare sul palco in modo meravigliosamente sfasato ed entusiasta, la scaletta è stata perfetta (non è stata ignorata neanche la vecchia e bellissima Elevator Love Song) e la resa ottima. Commovente in più punti, divertente in molti altri, una speranza trascinata dall’istrionico Torquil Campbell e dall’adorabile Amy Milan che si conferma certezza.
[Su Delay-Decay-Attack ci sono altre belle parole e belle foto]
Hot Hot Heat. Tamarri oltre ogni aspettativa, ma pure bravi oltre ogni aspettativa. A fronte di un repertorio con pochi picchi (ma che picchi) e parecchie valli, la band canadese ha fatto un set carichissimo impossibile da non ballare. I suoi membri sono improbabili quanto i loro assoli (uno per strumento!), i loro stivali a punta e il look (e le pose) da Brian May mancato del cantante Steve Bay, un uomo in grado di suonare la tastiera da sopra, sotto o di lato, in spaccata o in salto, il tutto cantando nel suo radiomicrofono tra una capatina giù dal palco e un’arrampicata sull’impalcatura luci. Francamente improponibili, ma francamente una bomba.
Editors. Suonare sul palco grande alle 2 non aiuterebbe nessuno, suonare new wave darkeggiante sotto un sole cocente neanche, e suonare da epigoni di una band di epigoni neppure. Eppure il quartetto inglese ha fatto il suo sporco lavoro, con un set onestissimo che ha bucato la cappa di indifferenza del pubblico, soprattutto con i bei singoli Blood e Munich. Niente per cui strapparsi i capelli, ma i ragazzi ci sanno fare. Ho il sospetto che sentiremo ancora parlare di loro.
Maximo Park. Con un frontman che sembra Mr. Bean in preda a convulsioni e tre pezzi del calibro di Apply some pressure, The coast is always changing e Going missing si può fare quasi qualunque cosa. E la band di Newcastle l’ha fatto, mandando in delirio una insospettabilmente consistente parte del pubblico dell’arena che pareva conoscere tutti i testi a memoria, con notevole sopresa del sottoscritto e degli scribacchini musicali circostanti. Rimane l’impressione di un’ottima performance e la voglia di vederli in un concerto di durata intera in un club (succederà il 16 novembre all’Estragon). Peccato che il concerto successivo ne abbia, a posteriori, un po’ diminuito l’efficacia.
The Futureheads. Altra giovane band inglese, e anche se i generi -pur non troppo distanti- sono diversi, il confronto con i Maximo Park è inevitabile. Sarà che i Futureheads sono stati avvantaggiati dal suonare in un palco più piccolo e al chiuso, sarà che virando spesso su certo nervoso punk e post-punk la dimensione live è esattamente la loro, sarà che sono venuti dopo e non prima; in ogni caso il quartetto inglese mi ha convinto molto di più dei Maximo Park. Tecnica impressionante, melodie vocali elaboratissime eppure perfette, chitarre potenti e la sicurezza sul palco di chi sa che farà strada: un set impressionante. E quando dal cappello tirano fuori un singolone come Decent days and nights siamo dalle parti del capolavoro.
The Bravery. Nella diatriba tra chi ci è e chi ci fa, i Bravery erano quelli più a rischio. Finalmente abbiamo la risposta: i Bravery ci fanno, ma ci fanno dannatamente bene. Il loro look sarà anche irritantemente perfetto e il loro senso dello show decisamente marcato, ma ce ne fossero di band con questa resa live e con pezzi come Human Mistake e Unconditional; alla fine ogni pregiudizio va a farsi benedire e ci si ritrova a ballare senza neanche accorgersene. E si finisce per apprezzare ancora di più la loro spudorata equazione a somma zero che mischia i Duran Duran meno beceri, il nuovo rock inglese franzferdinandeggiante e un tocco di chitarra à la Guns. Non si esce vivi dagli anni ’80, ma ci si esce ballando.
Bad Religion. Sono troppo vecchio per un concerto dei Bad Religion? Probabilmente sì; ma non si è mai troppo vecchi per esorcizzare la propria prima adolescenza al suono di alcuni degli inni che ne hanno fatto da colonna sonora. Non ho retto tutto il concerto (anch’io ho dei limiti, che diamine), ma su 21st Century digital boy e Come join us stava per scapparci il magone. Finale esorcizzante, degna conclusione del weekend.

martedì, 30 08 2005

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Inkiostro music video aggregator /Agosto
_ Sons & Daughters – Taste the last girl (Tasto destro, Salva con nome) Finalmente un video all’altezza del quartetto scozzese; niente di che in realtà (montaggio serrato, una giostra, la band che suona: cose così), ma il pezzo è tra i loro migliori di sempre, il video è ben fatto e chissà, magari potrebbe anche passare sulle tv musicali. E il giudizio non è influenzato (ok, lo è, ma solo un po’) dal fatto che il sottoscritto, dopo aver visto il set della band a Urbino, si sia irrimediabilmente innamorato della cantante Adele Bethel.
_Grand National – Drink to moving on (Tasto destro, Salva con nome) Da non confondere con i quasi omonimi The National, i Grand National sono stati tra le band più suonate ad Airbag la stagione scorsa. Suonano un indefinito mix di quasi ogni genere musicale (leggere un po’ di rencesioni in giro per la rete, e la quantità e diversità di riferimenti e definizioni usati; il nome che compare più spesso comunque è quello dei Blur), e lo fanno in modo dannatamente appiccicoso. Questo video, che racconta la tristissima storia degli uomini-Tetris, è un meraviglioso delirio che con me ovviamente sfonda una porta spalancata.
_Ok go – A million ways (Tasto destro, Salva con nome) Teaching the indiekidz how to dance part 1. Già lo sapete che il sottoscritto ha un clamoroso debole per i video con le coreografie; date un’occhiata al video e alla bravura della band e capirete quanto questo video possa mandarmi in estasi. Trattasi del primo singolo estratto dal nuovo disco -in uscita a giorni- della band power-pop di Chicago; musicalmente nulla di fondamentale, anche se avendo preso 2.6 su Pitchfork col disco vecchio mi stanno assai simpatici.
(grazie a Giovanni)
_ Clor – Love & pain (Tasto destro, Salva con nome) Teaching the indiekidz how to dance part 2. All’orecchio non allenato i Clor possono sembrare non molto diversi dagli Ok Go, e all’orecchio allenato? Pure. E allora perchè Pitchfork assegna al loro debutto un sonoro 8.2 descrivendo la loro musica come «refreshingly buzzy thumping indie pop»? Ottima domanda. Quel che è certo è che, in effetti, i Clor sono più complessi di quanto sembra e fanno il loro lavoro in maniera egregia. Questo video è evidentemente fatto con due lire, e sfiora il grottesco in più di un punto. Eppure funziona.
_Franz Ferdinand – Do you want to (Tasto destro, Salva con nome) Teaching the indiekidz how to dance part 3. La parola d’ordine della band, stavolta, è sbracare. Niente più movimenti meccanici, riferimenti all’espressionismo tedesco e intellettualismo spinto anche nei video: stavolta il quartetto inglese si mette la giacca di pelle, va a fare casino a una festa e accenna persino dei passi di danza. Un passo falso o una lungimirante apertura a un pubblico nuovo?
_Depeche Mode – Precious (Draft version) (Link a Megaupload) Non capita spesso di poter dare un’occhiata al lavoro di un regista di videoclip prima che sia finito. In questo caso, però, qualcuno ha messo onlie il nuovo video dei Depeche Mode prima che fosse ultimato, e la carenza di fondali, le indicazioni scritte e le bozze di storyboard hanno un fascino che, probabilmente, il video completo non avrà. Anche perchè sia la canzone che il clip si fanno dimenticare abbastanza facilmente. (grazie a Fabio)
_The White Stripes – My Doorbell (Tasto destro, Salva con nome) In giro si nota che giusto in tempo per l’uscita del remake, Jack White si presenta in questo video ruffianello conciato come Willie Wonka e circondato di bambini. Verrebbe da dire che il nostro non abbia bisogno di mezzucci del genere, eppure la battuta d’arresto di Get behing me Satan rispetto ad Elefant -peraltro ampiamente pronosticata- è sotto gli occhi di tutti, e coi tempi che corrono tutto fa brodo. Il pezzo è il più orecchiabile del disco, e se non ci riesce questo a riportare l’attenzione dei media sul duo di Detroit, niente ci riuscirà.

_Dungen – Panda (Tasto destro, Salva con nome) La Psichedelia è morta, viva la psichedelia. Psichedelici la canzone e il video, e psichedelico il fatto che piaccia ai critici indiesnob che venerano questo misterioso collettivo di folk progressivo e psichedelico svedese come se fossero i Grateful Dead; infatti un po’ gli assomigliano. Un ritorno del progressive psichedelico? Che il Signore ci assista.
_LCD Soundsystem – Tribulations (Tasto destro, Salva con nome) Qualche tempo fa ero in una discoteca rock, e un tizio alle mie spalle ha detto, guardando in alto: «Guarda, la palla degli LCD Soundsystem!». E’ incredibile come in certi ambienti una cosa ‘vecchia’ e con un immaginario storico come la mirrorball sia ora come ora inesorabilmente associata a James Murhpy. Il quale, in questo video, gioca assai con la cosa, ed è impeccabile, ai confini della perfezione, come al solito.
_Sia – Breathe me (Tasto destro, Salva con nome) Un pezzo dell’anno scorso che, dopo essere stato usato nell’ultima puntata dell’ultima serie di Six Feet Under sta vivendo in giro per la rete una nuova giovinezza. Dalla ex cantante degli Zero7, un pezzo che qualche anno fa si sarebbe descritto come trip-hop, con un video classico in ormai canonico stop motion, realizzato attraverso l’utilizzo di più di 2500 polaroid.  
_Xiu Xiu – Pox (Tasto destro, Salva con nome) Gli Xiu Xiu fanno le cosacce con le bambole, e inscenano un piccolo dramma domestico in versione lo-fi che si adatta alla perfezione al loro sound straziante. Che in questo caso, come capita di rado, riesce ad essere contemporanemente sia pop che avanguardia, finendo per assumere una potenza alla potenza che questo video amplifica ulteriormente.
[le vecchie puntate del Music Video Aggregator: Luglio, Giugno, 5, 4, 3, 2, 1]

   
   

venerdì, 26 08 2005

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Imbattersi in cose del genere ti rallegra la giornata
The top 10 most ridiculous Black Metal pics of all times e The other
top 10 most ridiculous Black Metal pics of all times. Tonnellate e tonnellate di fondotinta bianco e matita nera, borchie a tronchi ,armi medievali manco fossimo nel museo di Gradara, teschi, acquile, invidiabili tutine di pelle buone giusto per un sexy shop, ossa, cuori e autoflagellazione, espressioni truci che non spaventano più neanche un bambino e -soprattutto- una drammatica carenza di autoironia. Morte al falso metallo.

lunedì, 22 08 2005

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Che la nuova stagione abbia inizio
Se è vero che da queste parti niente finisce mai veramente, dev’essere vero anche che niente comincia mai veramente (anche se nessuno può provarlo, come nota Tom Barman). Eppure.
Eppure: dopo una breve pausa estiva, sabato scorso con l’inzuppatissima penultima tappa del Tora Tora al Mamamia di Senigallia ha avuto inizio la nuova stagione concertistica emiliano-adriatica. E dopo i set carichissimi di Paolo Benvegnù, Yuppie Flu, Perturbazione e il signor concerto degli Afterhours (il resto delle band me lo sono perso, ahimè), si preannuncia come una grande stagione. Anche perchè se Agosto è il mese più freddo dell’anno (e a giudicare da come sta andando, siamo lì), l’Autunno non può che essere meglio.
Sono appunto i Perturbazione, insieme ai Disco Drive e ai padroni di casa, gli ospiti di onore della serata organizzata dagli Offlaga Disco Pax alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia mercoledì 24/08; per tutte e tre le band sto cercando di battere il record di date viste in un anno, e segnare tre tacche con un colpo solo è un’occasione da non perdere. Un paio di giorni (il 26/08) dopo sarà Vicolo Bolognetti a sparare le ultime cartucce prima della chiusura, con l’atteso concerto dei Valentina Dorme. Prima della data successiva (il 2/09), quando al quadriportico  suoneranno i modenesi Les Fauves reduci da Benicassim (la scorsa volta mi hanno fatto una bella impressione), sarà cominciata pure qua la Festa dell’Unità, che nel consueto spazio dell’Estragon Summer Festival proporrà gli Afterhours (il 2, appunto), e avrà già proposto tra gli altri Quintorigo (il 25), PGR (il 27), Assalti Frontali (il 29) e Marta sui tubi (il 30). Sempre alla Festa dell’Unità il 3 sarà la volta degli autori di uno dei dischi dell’anno, i canadesi Stars, che supporteranno i connazionali Hot Hot Heat, per una data assolutamente da non perdere. Il giorno seguente ci sarà l’Independent Days Festival, ma a meno di inattese regalìe o sconvolgimenti dell’ultimo minuto, non credo che ci sarò; ok che vedere tutti lo stesso giorno i Bloc party, Maximo park, Futureheads, Ordinary boys, Bravery ed Editors rischia di essere un’esperienza non da poco (e di svelare in modo ancor più impietoso chi ci è e chi ci fa), ma dover sganciare una trentina di euro, slalomare tra le probabilissime sovrapposizioni tra i due palchi ed essere costretti a beccarsi Skin, Meganoidi, Subsonica o Bad religion (ah! i miei 15 anni..) non è proprio il massimo. Poco distante peraltro in quei giorni ci sarà il Pop-Gradara; peccato perderselo.
Il resto del mese propone l’unica trasferta senza se e senza ma, per i Wilco il 6 Settembre al MazdaPalace di Milano; si farà in tempo a tornare per beccare il 7 Pedro the lion (+ Mersenne) alla solita Festa dell’Unità. A metà mese ci sarà il classico appuntamento con l’Anti-MtvDay, all’XM24; l’appuntamento quest’anno raddoppia, presentando una prima serata (il 16) dedicata ad elettronica e hip-hop e la seconda serata alla classica pletora di pesissime band hardcore (dai nomi -come al solito a me quasi tutti ignoti- mi sembra un po’ un’edizione sottotono; ma probabilmente sbaglio). A fine mese ennesima data degli Offlaga Disco Pax, il 30 all’Estragon; dev’essere la quinta in meno di un anno. La stessa serata al Link c’è Original Silence, ignoto e probabilmente inascoltabile progetto sperimentale dietro cui si nascondono Thurston Moore e Jim O’ Rourke dei Sonic Youth, Terrie dei monolitici The Ex, Massimo Pupillo degli Zu  e un paio di jazzisti norvegesi.
E arriviamo ad Ottobre; la riapertura del Covo è prevista per l’inizio del mese, e per quella data si parla della presenza di una band scandinava che il sottoscritto ha già visto due volte negli ultimi due mesi ma che, diamine, vale sempre la pena di essere vista. L’8 ottobre ci saranno gli Spoon, e negli stessi giorni in Italia c’è in giro Stephen Malkmus, la cui vociferata data di Bologna non pare però essere confermata (sigh). Il resto del mese presenta almeno un evento irrinunciabile (gli Stereo Total il 15) e vari nomi interessanti: i Kaiser Chiefs il 12 (al Velvet di Rimini), i Teenage Fanclub il 20, Brendan Benson il 29. Si parla pure di date da queste parti di Smog, Animal collective, Art brut e -pare- del ritorno degli amatissimi Broken Social Scene.
Nello stesso periodo in zona ci saranno anche parecchi nomi da palazzetto: la costosissima unica data italiana dei White Stripes (il 21 /10), Bob Dylan (il 10/11) e i Coldplay (il 15/11). Per chiudere in bellezza l’evento sarà riavere in Italia dopo 5 o 6 anni e un paio di pacchi dall’ultima volta i dEUS, il 26/11 al Velvet di Rimini, per intornare insieme a loro Nothing really ends. Perchè, a quel punto, saremo di nuovo vicini alla fine della stagione; e ne avremo bisogno.

   
   

mercoledì, 17 08 2005

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Inkiostro – Palinsesto estivo
«Eh, che vuoi che sia…Mia mamma scopa con un morto da 30 anni e io lo chiamo ‘babbo’..»

Rivedere Clerks è sempre un’esperienza, soprattutto dieci anni dopo la sua uscita e svariati film di Kevin Smith -non tutti all’altezza- dopo. Ancor di più se tra un annetto ci vedremo tornare sugli schermi Dante, Randall e il Quick stop per il temutissimo seguito The Passion of the clerks. Valutazioni artistiche sul film a parte, la capacità del regista del New Jersey di creare un intertesto di riferimenti che non si esaurisce all’interno dello spazio di un solo film ha dell’ecccezionale, come gli appassionati possono notare in questa vecchia lista scovata chissà dove:

You’ve seen too many Kevin Smith movies when:
– You fear and respect the escalator
– The ending of Return of the Jedi doesn’t settle well with you anymore
– The theme to "Mighty Mouse" gets you sexually excited
– You almost laugh whenever someone asks what a Nubian is
– The phrase "f**k them up their stupid a**es" fills you with murderous rage
– You’re aware of the gay subtext of Archie comics
– You liked the idea of a Bluntman and Chronic movie
– You, if given the chance, would ask Stan Lee for advice on women
– You hang around in airports to watch mankind at its best
– You know and enforce the difference between an eatery in the food court and an autonomous unit for mid-mall snacking
– You understand and use the term "finger cuffs"
– You’ve said "snootchie bootchies"
– When a woman tells you she’s a lesbian, you don’t see how it changes your chances of sleeping with her
– You’ve been to a topless fortune teller
– You always check to make sure the person you’re about to have sex with in an unlit bathroom is, in fact, alive
– You claim to have a cousin named Walter
– You buy Alanis Morsette CDs with the hope that it will help you get into Heaven
– You know how much an average jizz-mopper makes an hour
– You’ve spit water on people just to make a point
– You doubt the validity of newspaper announcements
– You’ve rented weird porn to "expand your horizons"
– You’ve considered naming your cat "annoying customer"
– You consider the Universal Studios tour, when Jaws pops out of the water, to be the most romantic place to propose marriage
– You want Mr. Toad’s Wild Ride, just like everyone else
– When you hear the word "uncomfortable" you automatically think "back seat of a Volkswagon"
– You take a Magic Eye very seriously
– You’ve considered stink-palming someone OR you’ve asked someone if they want a chocolate-covered pretzel
– You, suprisingly, know about likeness rights
– You consider the word ‘tracer’ vulgar
– Whenever you see a painting of The Last Supper, you wonder where Rufus was sitting.
[link originale – 19 luglio 2004]

mercoledì, 03 08 2005

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Le Frequenze sono sempre Disturbate
_A meno di una settimana dall’inizio, finalmente il cast del festival più amato da grandi e piccini pare definitivo e tutti gli asterischi, gli E altri da definire e gli In arrivo sono scomparsi. Sul palco principale nessuna novità di rilievo (è giusto scomparso Micah P. Hinson, ma pazienza), mentre il nuovo Velvet Stage riserva alcune ottime sorprese, come gli amatissimi Sprinzi (con nuovo album all’attivo), l’ineffabile Artemoltobuffa, il sempreverde Bob Corn e i rinati Midwest (il cui nuovo disco, a differenza del precedente, mi piace assai). Il fantomatico palco con ospiti a sopresa pare scomparso dal programma, anche se da queste parti erano già giunte notizie di un nome poco noto dietro cui si nascondono personaggi di un certo calibro. Vedremo.
_Lancio la colletta: un grafico per Frequenze Disturbate. Devono aver speso tutti i soldi nell’organizzazione (ah ah!), perchè quest’anno i manifesti, i volantini e il sito sono terrificanti: sfondo stile tappezzeria del ‘700 direttamente riciclato da 2 anni fa, idem per il logo, testi in Times New Roman e sito di una sola pagina formattato peggio di come saprebbero fare certi diciassettenni di mia conoscenza. Un euro per uno, e magari le magliette escono fuori decenti.
_50 euro per un festival del genere sono troppe? Non sta a me dirlo (secondo me, in ogni caso, sì), ma certamente sono troppi i 7 euro di diritti di prevendita. Fatevi un favore: comprate l’abbonamento o i biglietti direttamente alla cassa, tanto il tutto esaurito è oltremodo fuori questione. E occhio ai parcheggi circostanti, diventati tutti a pagamento un annetto fa, e per cui è stato persino creato un (costosissimo, ovviamente) abbonamento ad hoc in occasione del festival. Ho già visto i vigili urbani fregarsi le mani, quindi fate voi…
[e -come sa bene qualcuno- sabato mattina c’è direttamente la rimozione causa mercato..]
_Se arrivate in città (vabbè, paese) già giovedì, scrivetemi 2 righe all’indirizzo in alto a sinistra; può essere che quella sera si faccia qualcosa.
_Passo e chiudo. Ci si vede questo weekend.

martedì, 02 08 2005

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L’arte (?) si annida dove non te l’aspetti

[Arte o no, l’idea di I like drawing mi piace assai]

martedì, 02 08 2005

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Into the eye of the storm no sign of rain
L’Estate è l’ultima sera di Luglio. I Calexico suonano lontani, noi siamo in fila orizzontale davanti allo stand, accenniamo timidi movimenti a tempo e siamo stanchi ma con gli sguardi contenti. Una versione assolutamente incredibile di Quattro -una di quelle canzoni che preferisci citare sbagliando-, poi El picador, Alone again or che ormai è quasi troppo familiare e Guero Canelo che si stampa in testa e se ne va solo alle 4, arrivati a casa. Siamo tutti lì davanti, pochi e lontani dal palco, stanchi e forti di un distacco dalla folla che ci proietta direttamente in prima fila. Parliamo poco, ci scambiamo sguardi d’intesa, di serenità e di soddisfazione, quando non sono prese in giro con la crew dei Tasti neri o sorrisi con la ragazza del merchandising divertita da come, dimentico di tutto e tutti, io stessi ballando da solo The crystal frontier nel mezzo del nulla. Non c’era -e non c’è- quasi niente da dire. E questa, probabilmente, è la cosa più bella di tutte.
[bonus video: Calexico with Mariachi – Quattro (Live at Barbican)]

mercoledì, 27 07 2005

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Inkiostro music video aggregator /Luglio
_The Faint – Desperate guys (Tasto destro, Salva con nome) Se qualcuno li ha visti di supporto a Bright Eyes sa che i The Faint, oltre ad avere un tiro che gente come i Killers si sognano, avevano delle video-proiezioni di sfondo assolutamente bellissime. Guardate questo video realizzato interamente in stop motion e ditemi se non è splendido; ha persino troppe idee per un videoclip solo. Un piacere per gli occhi.
_Louis XIV – God killed the queen (Tasto destro, Salva con nome) I Louis XIV hanno ben chiara la strada per il successo: rock’n’roll venato di garage non troppo originale e non troppo raffinato, una major che li spinge a più non posso, e video con una congrua quantità di zinne. Già due mesi fa segnalavo il video di Paper Doll interpretato da tre discinte Suicide Girls, e anche qui c’è abbondanza di carne fresca in mostra. Secondo me alla lunga non paga; ma certo, è un bel vedere. [E la musica? Non pervenuta]
_
Clap your hands say yeah – Over and over again (Lost and found) (Tasto destro, Salva con nome) Un carrello circolare (argh!), un protagonista un po’ nevrotico, una stanza dalla volontà propria e qualche secchio di vernice, così la band più hip del momento sceglie di presentarsi sulle tv musicali. Ironica, di basso profilo, con uno dei pezzi meno sopra le righe del disco. Missione compiuta.
_Smoosh – La pump (Tasto destro, Salva con nome) NME le ha definite The hottest new band in the US underground, e ora stanno registrando un disco con Jason McGerr dei Death Cab for Cutie. Sono le Smoosh, due bambine di 13 e 11 anni, già celeberrime nell’indiemondo americano, che sollevano tanti dubbi sulla natura dell’operazione che le coinvolge quanto deliziano con le loro -davvero notevoli- canzoni (Salvatore ha detto tutto quanto c’era da dire sulla questione qui e qui). Sentite questa serratissima La Pump e guardatevi il suo video tutto pongo, pupazzi e soldatini e poi ditemi. 
_Fatboy Slim – The Joker (Tasto destro, Salva con nome) Che cariiiiiiini, i micini travestiti! E che cariiiiiiino il micio sul giradischi che fa fatboy slim!! Che idea cariiiina, che video cariiiino!
[Fatboy Slim ormai è definitvamente nel limbo delle cose carine. Che brutta fine che ha fatto]
_
Xiu Xiu – Muppet face (Tasto destro, Salva con nome) (Ci vuole Quicktime 7, per utenti Mac o PC, sennò si sente solo l’audio) Non avrei saputo cosa immaginarmi da un videoclip degli Xiu Xiu: follia, probabilmente. E in effetti ci avrei preso.
_Stars – Reunion (Tasto destro, Salva con nome) Il nuovo singolo della band di Torquil Campbell è uno dei pezzi migliori del disco, una gloriosa pop song d’amore che nel video si trasforma nel ballo di Reunion della Classe del ’90, un ballo che ha solo due invitati. Video semplicissimo ma perfetto, canzone clamorosa, e io -che in fondo sono un romanticone- ogni volta che lo vedo mi commuovo.
_Weezer – We are all on drugs (streaming) Non si esce vivi dagli anni ’80 – part 1. Evidentemente il titolo dell’ultimo singolo dei Weezer dice il vero: dovevano essere sotto l’effetto di qualche stupefacente mentre concepivano il nuovo video. Altrimenti non si spiega la sua estetica da metal fantasy di serie B rimasto fermo a una ventina d’anni fa. Come un po’ tutto nell’ultimo disco dei Weezer, non si capisce se sia una presa per il culo oppure se alla band questo tipo di cose piace davvero. A questo punto il dubbio è serio.
_Editors – Blood (streaming) Non si esce vivi dagli anni ’80 – part 2. Ennesima e calligrafica giovane band inglese all’esordio. Gli Editors sembrano un incrocio tra Interpol e Bravery (e quindi tra tutti i gruppi a cui questi pesantemente si ispirano); non sono affatto sgradevoli (ma originalità meno di zero, evidentemente), ed anzi questo singolo non è niente male. Il video da libro di biologia del liceo non è niente di che ma è ben fatto; ovvero, è meglio della quasi totalità della videografia degli Interpol.
_The Organ – Brother (Tasto destro, Salva con nome) Non si esce vivi dagli anni 80 – part 3. Prendete i Cure dei primi anni ’80, mettetegli una voce Morriseyana, miscelate il tutto con suoni attuali (tipo gli Interpol), e cambiate sesso a tutta la band ed otterrete le Organ, quintetto femminile che forse non ha niente di nuovo da dire ma che lo dice magnificamente. Nel video ci sono loro che suonano, e poco altro da vedere. La chitarrista è proprio una bella figliola.
_
VHS or Beta – Night on fire (Tasto destro, Salva con nome) Non si esce vivi dagli anni 80 – part 4. Ma il revival di due decadi fa non era finito da qualche anno? Qua continua il festival delle nuove band che scopiazzano senza pudore alcuno; questi VHS or Beta (il nome è notevole, in effetti), se non lo sapessi, diresti che sono i Cure. Meno male che il cantante ha gli occhi a mandorla.
[le vecchie puntate del Music Video Aggregator: 1, 2, 3, 4 , 5 e Giugno]

giovedì, 23 06 2005

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Il Beckzionario (Beck Live @ Ferrara, 22/06)
A come And the time is a piece of wax – Esattamente come cera, due ore scolpite nella memoria come capita solo ai grandi concerti. Completamente e definitivamente al di sopra di ogni aspettativa.
B come Bek – La maglietta col nome del cantante sbagliato è il feticcio concertistico definitivo. Ieri faceva bella mostra di sè uno splendido Bek sormontato dall’immagine stilizzata di un casco stile Star Wars. Non l’ho comprata per pudore, ma avrei tanto voluto.
C come Che spettacolo – Che il nostro sia un grande showman si sapeva da un po’, ma di fronte alle sue mille trovate -non solo musicali- e allo spirito con cui le mette in atto non ci si può che inchinare. Tra i tanti la tavolata imbandita, l’invasione di palco, la boombox, la gara di banjo e chissà quanti me ne sono perso.
D come Due batteristi e spesso e volentieri 3 percussionisti – Tu chiamala, se vuoi, sezione ritmica. Io la chiamo macchina da gue(r)a. Impressionante.
E come Everybody’s gotta learn sometimes – La sua cover dei Korgis è giunta completamente inattesa, in versione ancora più confessional di quanto sia sulla colonna sonora di Eternal Sunshine. Un intero anno che ti passa davanti agli occhi, o quasi.
F come Ferrara – L’atmosfera di Piazza Castello e del centro di Ferrara ha a che fare con la musica, ma non solo. L’armonia dei palazzi è quasi criminale, e noi, che da altre Signorie rinascimentali si proviene, si è un po’ invidiosi. E il modo in cui riesce ad adattarsi a concerti di generi musicali diversi e opposti con la stessa serafica maestosità ha qualcosa di insensato.  
G come Ghettochip Malfunction – Speravo che del mio pezzo preferito di GueroHell Yes, Beck suonasse questa versione pubblicata sull’EP per iTunes. Invece niente, mi è toccato (solo) un pezzo in human beat-box, vatti a lamentare. Che Cristina Ricci sia con voi. 
H come Hip-hop – Secondo Beck il Palazzo Ducale di Ferrara ha una buona vibrazione hip-hop, mattone per mattone. Che si sappia.
I come Invasione di palco – L’aveva detto, ma nessuno ci credeva; e invece, per la conclusiva Mixed bizness, il nostro ha fatto salire sul palco a ballare una ventina di persone. Come finale è un po’ da manuale e i maligni dicono che sembrava un tantino preparato. Ma alla fine chissenefrega, no?
J come Jack-ass – Uno dei suoi pezzi migliori di tutti i tempi, che ha eseguito in maniera standard senza cedere alle lusinghe delle altre versioni Strange invitation e Burro. Peccato però.
K come Kristo sì – Come altro tradurreste Hell Yes? Farsi bruciare sul termpo dai Quintorigo, che vergogna.
L come Loser – Stavolta non ha neanche provato a diversificarla dall’originale come fa di solito, per sfuggire ai cori da stadio e alla santificazione da inno generazionale. Via con una versione facile facile con handclapping inclusi, completamente singalong-friendly. Una piazza intera che canta Soy un perdedooooor, sublime.
M come MancanzeTropicalia, Lost Cause e Deadweight su tutte, personalmente. Ma per il resto non si è proprio fatto pregare.
N come Nero, tamburello – Dopo l’intro, l’apertura del concerto è stata affidata a uno dei pezzi più oscuri di Guero. Non dei miei preferiti, devo dire, anche se la versione potenziata ieri sera non l’ha veramente mandata a dire. Da riconsiderare.
O come Odelay – Fuor di dubbio, il suo capolavoro. Ed evidentemente anche lui lo sa, visto che ne ha suonato più della metà.
P come Posate – A 3/4 del concerto, il nostro ha suonato un set acustico di 3 o 4 canzoni, solo voce e chitarra. In questo periodo la band si è seduta a un tavolo e ha cominciato a mangiare; su The Golden Age la cena si è trasformata in un concerto per posate, piatti e bicchieri, da qualche parte tra la samba e la musica concreta. Senza parole.
Q come Que onda, Guero? – Come butta, fratè? 
R come Retrogaming – Tra Summer Girl, Hell Yes e una bella versione a 4 bit di Sexx Laws, Beck ha confermato che il sound da retrogaming è una delle tendenze del 2005.
S come Scientology – Perchè, Beck, perchè??? 
T come That great love sound – Menzione d’onore per i Raveonettes che hanno aperto la serata, e per il loro singolone di un paio d’anni fa. I Beach Boys incontrano una versione sexy di Jesus and Mary Chain e etrambi vengono folgorati sulla via del rock’n’roll. Dal vivo precisissimi e trascinanti, se vi capita non perdeteveli.
U come Un tripudio di magliette – Un concerto a cui c’erano tanto magliette dei Duran Duran quanto dei System of a down, tanto di Daniel Johnston quanto dei Postal Service, tanto con la faccia di Che Guevara quando con il nome di Totti. A pensarci bene, una follia.  
V come Vai col Playback – Per uno che usa così tanti campionamenti è impossibile non avere nei concerti una cospicua fetta di musica in base. Ma come porsi quando in base spesso e volentieri ci sono anche (tante) voci? Lì per lì un po’ di fastidio, poi non ci fai più caso. Ma la prossima volta per l’intro di New Pollution e il bridge di Rental Car vogliamo il quartetto vocale.
W come Winona – Sigh.
X come X, Fattore – Sembrerà scontato, ma io mi chiedo come faccia a metterci dentro tutta sta roba e a tirarne fuori comunque qualcosa di accessibile, buono pure per i palati di Mtv. Qual è il fattore X?
Y come Y, Generazione – Eccoci. Ed ecco il nostro messia riluttante.
Z come Zeitgeist – E’ una cosa da ABC della musica, ma non dopo una serata del genere non si può non pensarlo: Beck è la più perfetta incarnazione dello spirito del pop contemporaneo. Periodicamente me ne dimentico, e finisco per non esserne poi così convinto. Fortuna che ci sono serate del genere che ti costringono a ricrederti. 

martedì, 21 06 2005

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Inkiostro music video aggregator /Giugno
_Perturbazione – Se mi scrivi (SMS) (streaming) Con la presenza di Marina Massironi e Carlo Lucarelli la Mescal tira fuori l’artiglieria pesante, nella speranza di concretizzare la promessa di tormentone estivo annunciato che un pezzo del genere si porta dietro. Ci riuscirà? I dubbi, nonostante la dichiarata ruffianeria del brano, non sono pochi. E -come sempre- i fan della vecchia guardia non sanno se sperarlo o meno.
_Feist – One evening (Tasto destro, Salva con nome) Anvedi come balla Feist, verrebbe da dire, e anvedi come balla pure Buck 65.. Ammetto che non impazzivo per questo pezzo come per tutto il lato eighties della chanteuse dei Broken Social Scene, ma con un video del genere, semplice ma ipnotico, quasi quasi cambio idea. La presenza di uno dei più stimati indierapper canadesi in borghese aumenta i punti scena, e fa il resto. (via Mondo Oltro)
_Lcd  Soundsystem – Disco infiltrator (update! Tasto destro, Salva con nome) Bellissimo video, non c’è dubbio. Ma, al di là dell’idea -carina ma non esattamente originale- non saprei spiegarvi perchè. Forse per la single version cowbell-enpowered, forse per l’ottima regia, forse per le tonnellate di coolness svogliata che trasudano da tutti i pori. O forse perchè anch’io, in fondo in fondo, sono un disco infiltrator?
_Yuppie Flu – Our nature (Tasto destro, Salva con nome) Video all’altezza per un pezzo che è già culto; semplice e brillante l’idea del 555-rent-a-band e buona (anche se poteva essere migliore) la resa complessiva. La domanda ora è: lo vedremo mai sulle tv musicali? In più, un bonus: buon divertimento col facespotting.
_White stripes – Blue Orchid (streaming) Cosa sarebbero i White Stripes senza un buon consulente d’immagine? Dopo aver potuto contare sul genio di Michel Gondry, i fratellini incestuosi passano ora a Floria Sigismondi, una che si è fatta le ossa con Marilyn Manson e che da allora gira praticamente sempre lo stesso video. I WS non fanno eccezioni, e le intuizioni buone (Jack vampiro e Meg che spacca i piatti su tutte) sono ben poche. A ciascuno il suo, verrebbe da dire.

_Shout out louds – The comeback (Tasto destro, Salva con nome) Dal paradiso dell’indiepop (la Svezia, no?) alle braccia di una major, il percorso degli Shout out louds è stato diritto e spensierati come la loro musica. E con la Virgin alle spalle la band ha buone possibilità di sfondare: ascoltare questo pezzo weezeriano e guardare il suo (bel) video dall’apparenza costosa per credere.
_Daniel Johnston – Live a Bologna 2005 (CODEC TG) (Tasto destro, Salva con nome) Non è un vero clip, ovviamente; ma da metà in poi del servizio dell’ottimo CODEC TG di Flashvideo ci sono vari frammenti del concerto tenuto dalla leggenda del cantautorato indie ai Giardini del Baraccano meno di un mese fa. Per chi c’era un souvenir, per chi non c’era un’idea di cosa voglia dire vedere Johnston dal vivo. Qualcosa vuol dire.

_Bloc Party – Pioneers (update! streaming) Avendo nelle passate edizioni di questo Aggregator linkato praticamente l’intera videografia del quartetto inglese, non posso esimermi dal segnalare anche il loro nuovo singolo. Uno dei pezzi più deboli del disco (ma quando la faranno uscire Like eating glass?), con inutile clip con la band versione cartoon. Perdiamo già colpi? 
_Damien Rice – Unplayed Piano (Tasto destro, Salva con nome) Nuovo singolo per Damien Rice (ancora insieme all’amatissima Lisa Hannigan), senza un vero video ma con un mini-documentario di sensibilizzazione sulla situazione della Birmania e su Aung San Suu Kyi, unico premio nobel per la pace tuttora in carcere (tutte le info qui). Poco da dire sul lodevolissimo intento, e una cosa sola da dire su questa ballata pianistica a due voci: grande pezzo. (via Lonoise)
_Okkervil river – For real (Tasto destro, Salva con nome) L’idea è tutto fuorchè originale (file under il solito video a cartoni animati lo-fi con immaginario infantile e un po’ lugubre), ma si sposa alla perfezione con l’avant-folk della band texana, per il singolo apripista del nuovo, notevolissimo, Black sheep boy. L’estetica ci sta tutta, e conosco almeno un paio di persone che ne andranno matte.
_Beck – Girl (streaming) Siamo già al quarto video tratto da Guero? Pare di sì. Stavolta è il momento del singolo estivo, con il video simpatico e gondryeggiante e la più volte evocata mari-a-chi-band. L’esito non è male, anche se il pezzo non è certo il migliore del disco, e il video spreca un po’ un’idea altrimenti carina. Applicarsi di più.  

_Gentleman Reg – The boyfriend song (Tasto destro, Salva con nome) Tempo fa avevo un disco di Gentleman Reg che girava per casa; non ricordo perchè, nè ricordo nulla di come fosse. Brutto segno. Questo pezzo però non è male, e soprattutto a lui va il premio video ormonale del mese, con un’orgia (omo, etero e chissà cos’altro) in visione notturna che non la manda certo a dire. Quanno ce vò, ce vò.  
_Royksopp – Only this moment (streaming) Di quanto mi piaccia il nuovo singolo del duo norvegese ho già scritto. Il video, che odora del french touch degli anni d’oro, quando eravamo giovani e belli e la vita era piena di speranze e promesse, è tecnicamente raffinatissimo e meno scontato di quanto sembra, e gli rende piena giustizia. Ma, nonostante la bomba di pezzo, non lo vedo troppo Mtv-friendly. Sbaglierò?
_Nancy Sinatra – These boots are made for walking (Tasto destro, Salva con nome) E siamo alla fine: sedetevi un attimo, smettete di fare quel che state facendo e fermatevi ad ammirare con quanta classe e naturalezza 40 anni fa una sciampista in paillettes e 6 ballerine siano riuscite a fare uno dei video più belli di tutti i tempi. A degna conclusione. 
[le vecchie puntate del Music Video Aggregator: 1, 2, 3, 4 e 5]

mercoledì, 15 06 2005

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Geek power
Non c’è davvero limite alle declinazioni del Gioco della coppie. Dopo i partner scelti più o meno a caso per strada, quelli selezionati in base alla loro stanza, quelli decisi conoscendo solo la madre, quelli conquistati sfidandno uno, due, mille avversari, tronisti e tronati, più o meno palesemente finti o più o meno inopinatamente veri, pensavamo di averle viste tutte. Invece da qualche tempo la Warner se n’è uscita con Beauty and the geek, ennesimo contest di coppie mal assortite in cui lei è bella e di successo e lui un nerd intelligente e tecnologico come piacciono a noi, e in cui ciascuno dei due dovrà trasmettere all’altro parte delle sue competenze tanto duramente apprese. Il logo della trasmissione è brillante, il resto puzza di già visto lontano miglia. Epperò, zitti zitti, da subcultura (se così la si può chiamare) per definizione di stra-nicchia, i geek stanno conquistando sempre più spazio e visibilità sui media. Corruzione della purezza e dell’intransigenza originarie o astuto compromesso per conquistarsi anche l’altra metà della torta? 

giovedì, 09 06 2005

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Benvenuti nel Garden State
Forse potrà non interessarvi, ma negli Stati Uniti (nè altrove, del resto) non esiste una città che si chiama Garden State. Non esiste una città, non esiste un paese, non esiste una località. Esiste uno stato, soprannominato Garden State, lo «stato giardino», e questo stato è il New Jersey. Avete presente? Quello che viene sempre descritto come lo stato un po’ inutile alle porte di New York, quello di Kevin Smith, quello di Bruce Springsteen, quello dove qualche anno fa ho passato un paio di settimane e che alla fine tanto male proprio non è. Quello. Il Garden State, quindi, come dice il nome stesso è uno stato e non una città; qualcuno avrebbe dovuto dirlo agli adattatori italiani di Garden State, uno dei film culto del cinema indipendente americano della scorsa stagione, che uscirà nei nostri cinema tra una settimana con il peculiare titolo di La mia vita a Garden State. Come dire, La mia vita a Stato Giardino. O, per dire, La mia vita a Terra dei cachi. Chè ogni volta dimostriamo di esserlo.
Si parla un gran bene di Garden State, in giro. Chi l’ha visto quando è uscito negli USA ne dice meraviglie da mesi, in rete è trattato come un film di culto, e grazie alla sua ottima colonna sonora (Iron and wine, The shins, Nick Drake, Zero7 e altri) che ha vinto persino il grammy come miglior soundtrack dell’anno, e grazie a un paio di battute sopra le righe contenute nella pellicola (Natalie Portman che ti dice che gli Shins cambieranno la tua vita fa un certo effetto, devo dire) il film è diventantato all’istante una sorta di film feticcio per l’indiemondo americano. Il fatto che sia scritto, diretto e interpretato dal bravissimo Zach Braff, già protagonista del geniale Scrubs, e che dentro ci siano attori del calibro di Natalie Portman e Ian Holm pare un’ulteriore garanzia di qualità.
Le aspettative troppo alte però sono sempre un dramma, si sa. E così, quando qualche giorno fa mi sono trovato a guardare il film, la delusione è stata cocente. Non è affatto un brutto film, chiariamoci; solo che l’understatement e il registro volutamente sotto tono che Braff adotta finisce per farlo passare un po’ inosservato, uno di quei film che non lasciano mai veramente il segno perchè sempre leggermente inferiori a quello che vorrebbero essere. Poi ci si ripensa, ed effettivamente alcune scene sono letteralmente memorabili (quella da cui è tratta la locandina, soprattutto), e alcuni passaggi intimamente e profondamente indie nel modo di rapportarsi alla vita e a se stessi, e il motivo di tanto entusiasmo non pare così peregrino. E’ una coesione equilibrata e convincente, a mancare.
Come ho detto, come al solito probabilmente è tutta colpa delle aspettative. Se con questo post sono riuscito ad abbassare un po’ le vostre, quindi, è già un buon risultato. Dal prossimo weekend andate al cinema e godetevi il film. Poi mi direte. 
[e al fatto che adesso -come scrive sul suo blog– Zach Braff sta lavorando al remake americano de L’ultimo bacio di Muccino non pensiamoci, per il momento]

martedì, 07 06 2005

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L’Orchestra colpisce ancora
Avete presente il bel video della Lego Star Wars Orchestra che ho linkato la settimana scorsa? Nei commenti LastManStanding mi avvisava che si trattava in realtà della sigla finale di un filmato ben più lungo realizzato con la stessa tecnologia; i segugi di Inkiostro si sono subito attivati, ed ecco a voi il filmato intero (Tasto destro, Salva con nome) in versione scaricabile. Il modo in cui le navi spaziali si distruggono e ricompongono vale da solo tutto il filmato.