Miscellanea

venerdì, 27 06 2003

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Arriva lo Yè-yè
Io il mondo discografico proprio non lo capisco. Ogni Estate sono tutti lì ad affannarsi in cerca del tormentone dell’anno, della canzone leggera ed orecchiabile da far canticchiare sotto la doccia e da trasmettere sulle spiagge, e pare che la demenza sia una caratteristica irrinunciabile. Il più delle volte così si creano dei mostri, da SoleCuoreAmore alla tiritera delle Las Ketchup, ma ogni tanto capita che ci si imbatta in canzoni di qualità, che riescono ad essere leggere e cantabili senza rappresentare anche un insulto al buon gusto (mi vengono in mente Le vent nous portera dei Noir Desir, o I am happy dei Soerba). Quest’anno, tra Chihuahua e GattoMatto la situazione non sembra messa molto meglio. Ed è un peccato, perchè è da poco uscito un disco che contiene quella che potrebbe essere la canzone dell’Estate, se se solo i direttori artistici delle radio se ne accorgessero. Sto parlando di Arriva lo Yè-yè dei Baustelle.
I Baustelle o li ami o li odi, non sono previste mezze misure. Il loro immaginario adolescenzial-erotico-retrò, i suoni frutto di un modernariato che si rifà ad un pop europeo di lunghissima tradizione ed i testi intrisi di dandismo autocompiaciuto (per usare una loro definizione) sono originalissimi eppure classici, profondamente italiani ma molto internazionali, O ti sembrano affettati, falsi, noiosi e nauseabondi, oppure ti conquistano. La moda del lento, il loro ultimo cd, è splendido. Bastano le due voci, belle ed evocative, di Rachele Bastrenghi e Francesco Bianconi  ed una manciata di canzoni (l’elettro-pop ‘nicotinico’ di Reclame, la conturbante Il seno e La canzone di Alain Delon, a metà tra i Cousteau, i Belle & Sebastian e Nino Rota) a conquistarti e a trascinarti nel loro universo di citazioni cinematografiche, chansonnier ed avventure erotiche vacanziere. Fino ad arrivare ad Arriva lo Yè-yè, gioiellino di perfezione radiofonica che rappresenta la summa dell’estetica Baustelle e che, contemporaneamente, ha una melodia appiccicosa ed accattivante come poche.
Procuratevela ed ascoltatela, e ditemi se non ho ragione.



giovedì, 26 06 2003

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Guia for president
Non sono il solo a pensarlo: guardate qui.

giovedì, 26 06 2003

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Siamo alla follia
Da Repubblica:
Usa, guerra casa per casa alla pirateria online
Partono le denunce per gli utenti del file-sharing
Iniziativa senza precedenti. A rischio milioni di persone




giovedì, 26 06 2003

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Cosa fanno, gli origami?
Mi segnala l’A.nonimo, che a Milano -dove sono avanti, azichenò- da un mesetto va avanti il primo Milano Roll Contest. Non si tratta di pattinare, rotolare o ballare vecchi pezzi di Elvis, bensì, semplicemente, di rollare. Esatto, avete capito bene:
Questo evento darà la possibilità, a chiunque voglia parteciparvi, di dare sfogo alla propria fantasia ed alle proprie capacità in quanto vi saranno varie prove di abilità: Crazy joint (gara di fantasia), Quick joint (gara di velocità), Long joint (gara di lunghezza).
Devo ancora capire in cosa si esplichi la gara di fantasia (cosa fanno, gli origami? E, in quel caso, poi se li fumano?), ma immagino che i partecipanti, se tanto mi dà tanto, non avranno problemi…


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mercoledì, 25 06 2003

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Ecco, oggi sto così

Le 3,16 e mezzo
dovrei essere un grande poeta
e il pomeriggio casco dal sonno
so che la morte mi viene addosso
come un toro gigantesco
e il pomeriggio casco dal sonno
so di guerre e di uomini che si battono nell’arena
apprezzo la buona cucina, il vino e le donne
e il pomeriggio casco dal sonno
so cos’è l’amore di una donna
e il pomeriggio casco dal sonno,
mi piego al sole dietro una tenda gialla
mi chiedo sove sono finite le mosche dell’estate
ricordo la morte sanguinosa di Hemingway
e il pomeriggio casco dal sonno.


un giorno non cascherò dal sonno, il pomeriggio,
un giorno scriverò una poesia che di quelle colline laggiù farà vulcani
ma ora casco dal sonno, il pomeriggio,
e qualcuno mi chiede: «Bukowski, che ore sono?»
e io dico «le 3,16 e mezzo».
mi sento in colpa, mi sento odioso, inutile,
pazzo, mi sento
cascare dal sonno il pomeriggio,
bombardano le chiese, okay, va bene,
nel parco i bimbi cavalcano i ponies, okay, va bene,
le biblioteche sono piene di migliaia di libri di scienza,
una gran musica aspetta dentro la radio vicina
e il pomeriggio casco dal sonno,
ho in me questa tomba che dice:
ah, gli altri facciano pure, vincano pure,
lasciatemi dormire,
la saggezza è nelle tenebre
spazzare nelle tenebre come scope,
vado dove sono andate le mosche dell’estate,
acchiappatemi se vi riesce.

[un premio a chi indovina chi è (facile). Ma non guardate su Google..]







































martedì, 24 06 2003

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Disturbi frequenti (2)
La doppia segnalazione di Rexistenz e Shoegazer -blog giovine giovine ma che, già dal nome, promette bene- mi fa notare che si sono aggiunti altri 2 nomi al cast confermato del festival estivo più amato dal presente blog: i Giardini di Mirò ed i La Crus. Sempre più un imperativo esserci.
[perdonate the lack of update, ma sono fuggito dal caldo metropolitano per rifugiarmi in collina; non solo non sono più abituato al dial-up, ma preferisco di gran lunga trascorrere il mio tempo in giardino che davanti al computer…]


martedì, 24 06 2003

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Disturbi frequenti
In coda alla due giorni di Frequenze Disturbate, l’8 e 9 Agosto ad Urbino, anche quest’anno avrà luogo il concorso per gruppi indipendenti Notturno MusicAle che quest’anno avrà come ospiti d’onore gli Yuppie Flu. Beh.

lunedì, 23 06 2003

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In missione per conto di Dio (o quasi)
E’ un film di 4 anni fa ma da noi, misteriosamente, non è mai arrivato. E questo nonostante i protagonisti siano 2 attori sulla cresta dell’onda (Ben Affleck e Matt Damon), la storia sia demenziale ma a tratti geniale e la qualità della produzione sia notevolmente maggiore alla media delle schifezze che arrivano da Hollywood e dintorni. Le malelingue dicevano che era per la trama: un film in cui i protagonisti sono due angeli caduti che abusano dei loro poteri, in cui Gesù è nero ed ha un sacco di fratelli e in cui Dio è una donna (Alanis Morrissette, per la precisione) non riuscirà mai a raggiungere le sale in un paese come il nostro. E così, noi fan di Kevin Smith -il regista che ci ha fulminato con Clerks, commosso con In cerca di Amy e fatto rotolare dalle risate con Jay e Silent Bob– ci eravamo rassegnati a vederlo in lingua originale, capendo poco o nulla dell’intricatissima trama e dei frenetici dialoghi.
Però, pausa enfatica, ci sbagliavamo: perchè, rullo di tamburi, Dogma, il quarto film di Kevin Smith, esce nelle sale il prossimo week-end. Immagino già che rimarrà in programmazione sì e no 3 giorni. Giorni in cui, potete scommetterci, in sala ci sarò anch’io.


lunedì, 23 06 2003

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Mi dicono che ho problemi di audience design
Dici che il mio blog non lo leggi quasi mai. Dici che non ti ci ritrovi, che non ti convince, che “c’è qualcosa che non va”. Dici che comunque è un blog interessante, fatto bene, e che c’è un motivo se 150 lettori diversi lo visitano ogni giorno. Però non lo leggi. “Ma non perchè sia brutto”, precisi di nuovo. Hai provato a spiegarmelo, ma non so se ho capito.
Dici che il mio blog ha problemi di audience design (che parole fighe che sai usare), e che la mia immagine del suo lettore modello è vaga e poco precisa (oppure hai usato la parola “poco uniforme”? Non mi ricordo). Parlo di argomenti incompatibili tra loro, uso toni e registri diversi: a volte sono quasi giornalistico e “un po’ impostato” (è anche quello il bello, no?), a volte intimista e confessionale fino alla nausea (si vede che non hai letto certi altri blog..), a volte tagliente e a volte grossolano (dipende da quanto tempo ho, di solito). Di conseguenza, aggiungi, ti senti esclusa dal pubblico dei miei lettori (oddio, mi fa senso parlarne così…pubblico, lettori…), hai la sensazione che io non lo scriva per te (effettivamente no, a dire la verità…non solo per te, almeno), e che non hai proprio lo stimolo a leggerlo.
E poi, il colpo finale: dici che sul blog non sono me stesso. E visto che non si tratta di un problema di identità sessuale come per Personalità Confusa, evidentemente ti stai riferendo a qualcos’altro. Non capisco bene a cosa però. Invece proviamo a ribaltare la questione: e se fosse di persona che non sono me stesso? E se fosse il blog la mia dimensione naturale? [vabbè, naturale per modo di dire] A quel punto che fai? Smetti di vedermi e telefonarmi perchè dal vivo sono falso? Mi incoraggi a fingere? O inizi a leggere il mio blog?
[fregata!]




domenica, 22 06 2003

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A beleza que não é só minha, Que também passa sozinha
E’ tutto il giorno che ascolto Garota de Ipanema, nella versione di João Gilberto, Antonio Carlos Jobim e Stan Getz.
Ora le cose vanno molto meglio.


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domenica, 22 06 2003

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Se i pensatori americani sono tutti così siamo a posto
“There are four ways to solve planet-wide problems. None of them work.”
“The New World Order, proclaimed in Gulf War I, died in Gulf War II.”
“The global future is already here. It exists somewhere on a slider bar between dusty refugee camps and a suite at the Ritz-Carlton.”
Bruce Sterling discute di ordine mondiale. Come se fosse una cosa semplice. E’ quasi imbarazzante.




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sabato, 21 06 2003

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Caldo apatico
Oggi ascolto un vecchio disco dei Lali Puna. Elettronica eterea e dispari, con un cuore pulsante e alienato: non esattamente musica estiva, concordo, ma ho bisogno di qualcosa che non stoni con il caldo apatico del primo pomeriggio, e  la voce monocorde di Valerie Trebeljahr fa al caso mio.
A dare retta a ciò che è scritto sul loro sito, tra l’altro, pare che i Lali Puna stiano per venire in Italia per 4 date live. Un paio sono confermate, mentre il mistero avvolge la data a me più prossima, quella di Cesenatico. Come notava anche Gecco si parla di un misterioso Riviera Beat Festival, su cui è pressochè impossibile trovare informazioni online. A questo punto scatta l’appello: chi ne sa qualcosa faccia un fischio.
[Per chi non li conoscesse: i Lali Puna sono un gruppo decisamente notevole. Vi bastino gli attestati di stima dei fratelli Greenwood dei Radiohead, che qualche anno fa li descrivevano come uno dei loro punti di riferimento. Decisamente consigliati.]



sabato, 21 06 2003

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I don’t wanna wait
Oggi Guia parla di Dawson’s Creek.
Sublime.


venerdì, 20 06 2003

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La rivoluzione è che mi hanno fatto comprare Tutto
Ne parlavano ieri sera i ragazzi di Glamorama, la trasmissione in onda dopo Polaroid (ormai è quasi tradizione linkarli il venerdì): allegato all’ultimo numero di Tutto c’è un cd con una manciata di gruppi italiani che reinterpretano canzoni di alcuni mostri sacri del rock. Sei canzoni di Lou Reed, Patti Smith, Kate Bush, Iggy Pop -con e senza Stooges– e Beatles) rifatte, quasi sempre in collaborazione, da Subsonica, Afterhours, Verdena, La Crus e Cristina Donà e finora inedite. Carino, discontinuo ma un po’ poco curato (ne fanno le spese una grafica orribile ed un titolo che merita premi per la sua originalità: Rock’n’Roll Revolution), vale l’acquisto -si sa, il giornale ha il target che ha- soprattutto per la bella versione di Across the Universe dei Beatles ad opera di Verdena + Afterhours, fedele all’originale senza dimenticarsi di osare il giusto. Deludente invece Cristina Donà alle prese con Wuthering Heights di Kate Bush: ne esce una versione un po’ fiacca, con poche idee. Si fa scoltare e con piacere, comunque, e per un cd allegato a Tutto direi che non è male come risultato.

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venerdì, 20 06 2003

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Oggi pranzo neoproletario
Era un po’ che volevamo farlo, ed oggi siamo finalmente riusciti a goderci il nostro momento neoproletario in compagnia dell’ormai leggendario risotto Gallo alla provola e spumante. Guida spirituale e inevitabile punto di riferimento in questi casi non può che essere Labranca, che nel suo libro più recente, Neoproletariato, scrive:
Il rapporto tra bassa eredità proletaria ed alta aspirazione neoproletaria è alquanto controverso e produce asimmetria. In alcuni casi, gli elementi umili ereditati non vengono nascosti, ma esibiti non proprio con orgoglio, ma almeno con il tentativo di nobilitarli unendoli a un elemento nobile acquisito. E’ il caso di questo “risotto alla provola e spumante”, nel quale si gusta tutta l’asimmetria di un neoproletariato che non sa rinunciare agli alimenti umili ereditati e al cui sapore è assuefatto (la provola proletaria), ma nel contempo li unisce a un elemento nobile acquisito (lo spumante, degradato dalla straordinarietà delle ricorrenze all’uso quotidiano e noncurante).
I prossimi passi del mio D&Grado saranno le 3F del neoproletario: Fitness, Fashion e Fiction



giovedì, 19 06 2003

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Delle Jane Austen dell’universo musicale
Da sempre faccio affidamento sulle dritte altrui, quelle di gente entusiasta e appassionata, ben contenta di incoraggiare le unioni tra le canzoni timide che alle feste stanno sempre in disparte e chi è disposto ad amarle – insomma, delle Jane Austen dell’universo musicale. Sono loro a insegnarti la differenza tra la scarsa collezioncina di CD elegantemente disposta in uno stupido raccoglitore, giusto per arredare un po’, e una scaffalatura a muro che occupa una parte smisurata dal soggiorno.(Nick Hornby, 31 canzoni)
Non c’è bisogno di fare i nomi, sapete chi siete -blogger e non. Grazie a tutti. 


giovedì, 19 06 2003

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Piglia e porta a casa
Ho fatto, se qualcuno se lo chiedesse. E’ andata bene, se qualcuno se lo chiedesse. Ma ora devo lavorare ancora più duro, fino all’8 non c’è scampo. Sempre se qualcuno se lo chiedesse. Niente festeggiamenti, mi accontenterò del concerto dei Pedro the Lion, stasera, anche se i progetti, fino a ieri, erano altri. Ma si sa, sono sempre io che ci conto troppo. Boh.

mercoledì, 18 06 2003

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Texture Disturbate
Zen mi segnala che è online il nuovo, stilosissimo, sito di Frequenze Disturbate, il festival musicale più cool d’Italia, di cui ho già parlato e continuerò a parlare visto che schiera -tra gli altri- i miei beniamini Notwist. Ovviamente ancora mancano tutte le info rilevanti, e in più la texture settecentesca mi irrita assai. Allora è proprio vero, come diceva Cesare qualche settimana fa, che le texture barocche stanno tornando di moda. Non riesco ad immaginare niente di peggio. Nel campo del web design, beninteso…

mercoledì, 18 06 2003

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Il Cinese e turtlèin
E’ una notizia di qualche giorno fa, ma ci ho messo un po’ a digerirla: Sergio Cofferati sarà il candidato dell’Ulivo per la poltrona di sindaco di Bologna.
Prima reazione: Che bello! Stavolta vinciamo.
Seconda reazione: Ma non è un po’ sprecato come sindaco? L’anno scorso ad un comizio è riuscito a smuovere ed infervorare anche me, notoriamente piuttosto impermeabile alla retorica politica di piazza. Un altro po’ e mi sarei avvolto in una bandiera dell’URRS cantando L’internazionale…
Terza reazione: Tanto non gli avrebbero mai permesso di realizzare qualcosa, e un personaggio del genere, con dei principi, è davvero troppo estraneo al mondo politico per durare al governo. Molto meglio conentrarsi sul locale, al contatto col cittadino, dove puoi raggiungere obiettivi concreti senza dover litigare con tutti i partitucoli che vogliono spartirsi le poltrone. E se non altro, se vince, potrà bloccare il progetto assolutamente folle della metropolitana bolognese.
Basta che non mi sostituisce i tortellini col cibo cinese, però, perchè a quel punto è quasi meglio il macellaio Guazzaloca…
[altamente metaforico, leggeteci quello che volete]






mercoledì, 18 06 2003

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Qualche sera fa
E certe sere così, dal nulla, ti senti dentro una canzone. But I’m the luckiest guy of the lower east side -canti, memore di quel madornale cd con 69 canzoni d’amore- ‘cause I’ve got wheels and you wanna go for a ride. E non canti la versione, più pacata, dei Kings of Convenience, ma quella originale dei Magnetic Fields, con uno Stephin Merritt più sguaiato che mai che sfodera acuti tanto improbabili quanto inutili. E te ne freghi di tutti i segnali contraddittori e delle mile cose che non capisci: per una volta the luckiest guy sei tu.

mercoledì, 18 06 2003

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Labyrinth 2? No, ma quasi
Ve lo ricordate di Labyrinth, il leggendario e visionario film dell’86, con David Bowie nella parte del Re dei Goblin? Bene, pare che la Sony, dopo aver notato quanto abbia ancora successo e quanto la versione in DVD venda bene, abbia deciso di girarne il seguito. Una complessa questione di diritti ha però bloccato il progetto, che si è trasformato da sequel del celebre film in ‘qualcosa del genere’, senza i crismi dell’ufficialità ma con il modello originale ben in mente. Ma chi è all’altezza di scrivere una storia altrettanto fantasiosa e creativa, al pari dello script originale, scritto dal regista Jim Henson e, tra gli altri, da Terry Jones dei Monthy Python? Alla Sony hanno avuto l’idea giusta: Neil Gaiman.
Neil Gaiman è uno scrittore ed autore di fumetti tra i più geniali in circolazione (ho parlato di lui più volte: qui, qui e qui) e dal suo blog si evince che Mirror Mask -questo il titolo provvisorio- sarà un gran film. La regia, tra l’altro, è stata affidata a Dave McKean, illustratore, grafico e regista che ha lavorato più volte con Gaiman (celeberrime le sue copertine di Sandman, vere e proprie opere d’arte; andate qui e rifatevi gli occhi), ed ha anche lui un talento visionario eccezionale.
Le premesse ci sono tutte. E anche se non ci sarà David Bowie sono davvero ottimista.



martedì, 17 06 2003

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Quando pure il cospirazionista è troppo ottimista
Tutti hanno almeno un amico teorico della cospirazione. Per intenderci, il tipo di persona che non è mai esplicito perchè ‘sicuramente stanno intercettando questa chiamata’, che non parla male del proprio capo via mail perchè ‘lo so, mi filtra i pacchetti’, che dietro l’11 Settembre vede l’inquietante zampino di Bill Gates ed è convinto che negli acquedotti vengano sciolti improbabili sostanze calmanti per controllarci. Tempo fa iniziammo a parlare delle fonti di energia alternative, del petrolio e del motore ad idrogeno, e lui ha, con l’aria di chi la sa lunga, ha liquidato la faccenda con un ‘il motore ad acqua esiste da anni, ma le multinazionali del petrolio non consentano che sia reso pubblico finchè tutti i pozzi non saranno esauriti’.
Confesso che ho sempre trovato questa interpretazione affascinante e in qualche misura anche plausibile. Leggo invece oggi che USA e UE starebbero, separatamente, studiando la questione del motore ad idrogeno. Che sia vero o meno (o meglio, che stiano facendo finta o meno), il metodo americano mi ha lasciato un po’ perplesso:
Sapendo che, pur avendo una meta comune – produrre idrogeno al più basso costo possibile – Europa e Stati Uniti hanno dichiarato apertamente ieri le strade diverse che percorreranno. La prima, quella delle energie rinnovabili e del nucleare, non avendo a disposizione petrolio o altri combustibili da bruciare per produrre l’energia necessaria a dividere l’acqua e a immagazzinare idrogeno; gli Stati Uniti invece investiranno molto sulle tecnologie per catturare e imprigionare le emissioni di CO2 derivanti dai processi di combustione.
Usare il petrolio per produrre idrogeno? Fare un motore che ha contemporaneamente bisogno di benzina ed acqua? Bella trovata! Così impoveriamo ancora di più gli stati africani (che di acqua hanno bisogno già ora: ma per berla), le compagnie pertoliefere continueranno a fare il bello e il cattivo tempo e in più dovremo tutti cambiare macchina. Forse il mio amico si sbagliava: era troppo ottimista…




martedì, 17 06 2003

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E via, crolla un altro mito
Da Il Nuovo:
MILANO – Roberto da Crema, il Baffo delle televendite, finisce in manette. L’uomo, dalla inconfondibile voce rauca, è accusato di bancarotta fraudolenta continuata. Insieme a lui sono indagate altre tre persone.
Anche Massaia, evidentemente sconvolta dalla notizia, è telegrafica:
Hanno mandato al gabbio pure lui.




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martedì, 17 06 2003

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I primi nomi (e i punti esclamativi)!!!
Rockstar, in coda alla terrorizzante notizia che Pink rifà Beck, snocciola altri nomi -qui dati per certi- di gruppi partecipanti a Frequenze Disturbate: Beck, Notwist, I am Kloot e Broadcast. E come si fa ad andare in vacanza con un appunamento simile ad inizio Agosto a pochi chilometri da dove sei nato?

martedì, 17 06 2003

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Degno di Susy Blady e Patrizio Roversi
Come dicevo qui, mi sembrava strano che nessuno avesse ancora stroncato Razorama, nuovo libro di Enrico ‘Jack Frusciante’ Brizzi. Ecco, ora l’hanno fatto.