martedì, 22/05/2012

Arrivano i Pirati

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Dopo i Grillni della settimana scorsa, ora tocca al Piratenpartei Deutschland. Saranno loro gli ospiti della puntata di stasera di Impronte digitali, ore 19 su radiocitta'fujiko. La corrispondente da Berlino Teresa Malice è andata ad una loro riunione e ha scambiato quattro parole con Martin Delius, capogruppo alla Camera dei Rappresentanti della capitale tedesca. Lì i Pirati hanno sfondato per la prima volta lo scorso settembre raggiungendo un 8,9%.

 

 

"Mettere in chiaro per cambiare" lo slogan, sotto l'mp3 doppiato e la trascrizione.

 

IMPRONTE DIGITALI – MP3 Maritn Delius

 

 

Il Partito dei pirati è nato nel 2006 da un piccolo gruppo di attivisti della libertà di informazione e contro le restrizioni della legge sul copyright. Ci sono molti movimenti in Germania ed Europa che si occupano della libertà di informazione e della difesa della democrazia. Ma noi siamo una nuova generazione, originale rispetto alla politica tradizionale, senza relazioni con i parametri della politica e senza legami con chi fa politica in Parlamento.

 

Possiamo dire che voi siete l'antipolitica oppure che andate oltre i contenuti della politica?

Entrambe non sono affermazioni esatte. L'era dei partiti politici non è arrivata alla fine, si sta evolvendo. In Germania i partiti tradizionali stanno perdendo voti, mentre nuove formazioni come il Partito Pirata stanno crescendo di numero. Piraten si sviluppa e concentra su particolari temi, e su questi dialoga con i partiti tradizionali, cerca di influenzare l'attività parlamentare. Per questo siamo un partito e non un movimento. Io adesso sono un politico, ricevo uno stipendio, noi ci consideriamo deputati. Grazie alla democrazia diretta su internet, ci vediamo come politici veri, possiamo incidere quasi direttamente nel Parlamento, avere più responsabilità anche rispetto ai politici ordinari dei partiti tradizionali. Quindi noi ci consideriamo dei politici.

 

Se foste al governo quale sarebbe la prima cosa che fareste?

Dimostrare che non serve far parte di una grande coalizione, di una grossa maggioranza o governo forte per fare politica in Parlamento. Secondo la nostra Costituzione federale, le leggi dovrebbero partire dal Parlamento, invece adesso sono sotto l'influenza dell'esecutivo. Non vogliamo opporci a questa tendenza. Il nostro obiettivo è che il Parlamento si riappropri del suo potere legislativo. Vorremmo ravvivare la democrazia con nuovi principi, come ad esempio la democrazia liquida.

 

Questo nuovo metodo, democrazia liquida, in cosa consiste?

Dipende da principi come open delegation, il voto delegato, basato sull'idea che l'innovazione della società è sempre arrivata e sempre arriverà da piccoli gruppi di persone. Noi pensiamo di rendere ciascuno in grado di portare i propri temi, idee, e renderli pubblici per poterli trasformare in maggioranza. Per questo ci si deve basare su principi come la delegation, perché, per ovviare al rischio di cadere nella polemica e nel populismo nella democrazia diretta, ci riferiamo al principio di democrazia liquida.

 

Il web è il vostro punto forte, quali sono le vostre politiche in materia di copyright, file sharing?

Dobbiamo trovare nuove vie per trovare e mantenere un equilibrio tra i creatori di contenuti, che vogliono guadagnare dai loro prodotti, e gli utenti, che ora sono criminalizzati dai parlamentari, dalle intenzioni e interessi dell'economia. Dobbiamo risolvere il problema dell'usabilità dei contenuti in ogni modo. Ogni contenuto è copiato ogni volta che viene letto, ogni volta che si apre un browser si legge una copia dell'originale, senza che sia rubata. Ma per l'opinione pubblica, o i gruppi di interesse, ogni volta che fai qualcosa con quel contenuto o quell'informazione devono esserci delle restrizioni rispetto ad un uso libero della rete. Noi vogliamo che si cambi direzione verso una maggiore libertà d'informazione e del suo utilizzo. Siamo davanti ad uno sviluppo della cultura, con una nuova definizione di proprietà verso un'accezione immateriale, diversa da quella classica. Vogliamo ridefinire il copyright, adesso in Germania non c'è il copyright, ma il non-copyright. E' un argomento molto vasto, per esempio se compri una bicicletta e hai le risorse per farne una copia, tu sei il proprietario della copia, potresti anche venderla, senza problemi. Ma se tu possiedi un bene immateriale, ci sono allora delle restrizioni che riguardano il tuo diritto di avere una proprietà.

 

Come spieghi gli ultimi successi elettorali?

Credo che la gente ci veda come una nuova generazione onesta verso i problemi della società. Noi facciamo le cose in modo diverso. Se si prova a crearsi un'opinione attraverso un percorso di gruppo, si affrontano le cose in gruppi aperti, attraverso decisioni condivise. La gente ha capito che questo può funzionare e credo questa sia la principale motivazione di chi vuole lavorare con noi.

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