settembre 2011

venerdì, 30/09/2011

Ombre cinesi di monnezza

Tim Noble e Sue Webster sono una coppia di artisti inglesi che, tra le altre cose, crea sculture d'ombra, proiettate dal profilo di ammassi di rottami e immondizia. Bellissime.

(via)

giovedì, 29/09/2011

Titolista terrorista

In rete è uno sport diffuso notare le traduzioni inutili, sbagliate o ridicole dei titoli dei film. Andrea Pomini guarda anche tra gli scaffali di una libreria:

 

Se oggi entriamo in più o meno qualunque libreria italiana troviamo – tutti fra le novità – i seguenti titoli:
 

L'infiltrato, di Antonio Salas, Newton Compton (titolo originale: El Palestino);
Il superstite, di Wulf Dorn, Corbaccio (titolo originale: Kalte Stille, "Silenzio freddo");
Il professore, di John Katzenbach, Fazi (titolo originale: What Comes Next );
L'addestratore, di Jeffery Deaver, Rizzoli (titolo originale: Edge);
Il negoziatore, di James Patterson e Michael Ledwidge, Longanesi (titolo originale: Step on a Crack);
L'osservatore, di Franck Thilliez, Nord (titolo originale: Le syndrome E);
Il paziente, di Nicci French, Sperling & Kupfer (titolo originale: Blue Monday);

 

Il carnefice, di Francesca Bertuzzi, Newton Compton (ovvero, il primo esempio di titolo italiano originale adeguato al trend).

Ma non è tutto, tenetevi forte.

Il 23 agosto esce Il persecutore, di Rory Clements, Piemme (titolo originale: Revenger) e l'8 settembre esce Il persecutore, di Ian Rankin, Longanesi (titolo originale: The Complaints).
Il 22 settembre esce Il burattinaio, di Torsten Pettersson, Newton Compton (titolo originale: Göm mig i ditt hjärta, "Nascondimi nel tuo cuore") e il 27 esce settembre Il burattinaio, di Francesco Barbi, Dalai.
 
E qui veramente avremmo pagato per vedere le facce nelle rispettive redazioni, quando hanno scoperto che la stessa idea geniale l'avevano avuta anche degli altri. [#]

giovedì, 29/09/2011

A deeper bond with the product: nostalgia

Nuove frontiere del mash-up audiovisivo: Don Draper "vende" la nuova Timeline di Facebook.

(Update: è stato rimosso quasi ovunque per motivi di copyright. ne trovate ancora una copia qui, non so per quanto)

 

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mercoledì, 28/09/2011

In case of fire

«In case of fire, exit the building before tweeting about it». [Fonte sconosciuta]

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mercoledì, 28/09/2011

Crescendo rossiniano di vernice meets folksinger con ukulele

Lisa Hannigan da queste parti la amiamo perdutamente da quando era la corista e co-solista di Damien Rice (a proposito: che fine ha fatto Damien Rice?) e anche se i suoi dischi solisti in termini di scrittura non sono neanche lontanamente all'altezza del primo, ancora splendido, disco del cantautore irlandese, è impossibile non farsi venire un po' gli occhi a cuoricino ogni volta che la si vede all'opera. Come nel videoclip del nuovo singolo Knots, in cui l'autrice di Sea Sew armata solo di un ukulele cerca di resistere a un crescendo cromatico di pioggia e spruzzi di vernice, e soffre e si diverte in egual misura, e tu ti ricordi ancora una volta perchè un po' la amavi e la ami ancora. 

 

martedì, 27/09/2011

Rubber shelves

I Rubber shelves non sono una libreria vera ma una scultura (di Luke Hart). Si tratta di un'idea talmente scomoda da essere quasi geniale.

lunedì, 26/09/2011

Back to the future a cappella

Non c'è niente di meglio per cominciare con il piede giusto la settimana della scena dell'inseguimento di Ritorno al futuro (quella in cui Marty accidentalmente inventa lo skateboard) con la colonna sonora interamente cantata a cappella:

 

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sabato, 24/09/2011

Tutto Molto Bello

di

All'interno del Supersound organizzato a Faenza, domenica 25 settembre alle ore 12 si terrà anche il primo torneo di calcetto fra etichette indipendenti italiane, Tutto Molto Bello. Per chi non volesse perdersi gli avvincenti duelli calcistici fra freschi candidati al Tenco (per l'opera prima) I Cani e Iosonouncane, capitan Polaroid che marca stretto Luca Benni della To Lose La Track, l'inevitabile sudditanza psicologica degli arbitri per i Mariposa, il tutto accompagnato da dj set e testimoniato dalle telecamere più implacabili di una moviola di Soluzioni Semplici, l'appuntamento curato dalla benemerita Trovarobato è domani.

 

Per chi arrivasse prima, presso la Galleria della Molinella alle ore 11.00 la sempre meritevolissima Trovarobato organizzerà anche una conferenza dal titolo "Blog, Web Tv On Demand, Radio, Fanzine Cartacee. Un punto sulla diffusione del messaggio cultural-musicale al di fuori dei canali tradizionali". Parteciperanno: il blog "Gli Indiepatici", il collettivo "Soluzioni Semplici" di Roma, "Youthless Fanzine" da Reggio Emilia e la webradio veronese "Fuori Aula Network" (a rappresentare questo prestigioso blog e soprattutto sè stesso non si sa in qualità di cosa ci sarò pure io, in quanto Benty). A moderare Emiliano Colasanti del blog Stereogram.

 

Per chi invece si ferma dopo il torneo di calcetto dalle 19 gli showcase di Jacqueries, Lo Stato Sociale, Fragil Vida, Fast Animal Slow Kids, Mangiacassette, Mezzala e ciliegina su una torta già di per sè golosissima alle 22.00 circa la sempre validissima Trovarobato insieme a Prodezze Fuori Area presenta gli Offlaga Disco Pax che si cimenteranno in un reading musicato "quasi completamente calcistico con musica improvvisata da Sollier a Simutenkov, e con festeggiamento per il 92° compleanno della Reggiana"

 

Questa è la pagina facebook per maggiori informazioni. Chi non viene è un burfaldino

giovedì, 22/09/2011

Il critico cinematografico cieco

Una decina di giorni fa sono stato al cinema a vedere L'ultimo terrestre, il primo film girato da Gipi. Il film non è perfetto però mi è piaciuto; ma non voglio parlarvi di questo. Alla fine della proiezione sono rimasto quantomeno perplesso dal notare che stava uscendo dalla sala del cinema anche un gruppo di tre o quattro persone cieche, ed era impossibile non farsi venire almeno un dubbio su quel che potessero aver capito di un film che si basa assai poco su audio e dialoghi e che ha intere sequenze completamente prive di un sonoro che possa indicare cosa sta succedendo sullo schermo. Da lì a soffermarsi a pensare un attimo al rapporto tra non vedenti e cinema (che a naso è assai più complesso di quello dei non udenti, che quantomeno hanno la pagina 777 del televideo e i sottotitoli) il passo è stato breve. E' come guardare un film voltati di spalle sentendo solo il sonoro: con certi film orientali o del primo novecento deve essere un'esperienza molto vicina al NON essere un'esperienza.

Qualche giorno dopo, poi, ho scoperto l'esperienza di Tommy Edison, meglio noto come blind film critic. Come da definizione, Edison è un critico cinematografico cieco e il suo sito, costituito per lo più da video, promette «a humorous and unique perspective on movies». «Prospettiva» in realtà in questo caso sembra un termine un po' infelice, ma forse «Punto di vista» era ancora peggio.. 
Come dice Ganz che mel'ha segnalato è più bella l'idea in sè delle recensioni vere e proprie. Ma è un dettaglio.

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mercoledì, 21/09/2011

Lana Del Rey e la perdita dell’innocenza

Questa storia comincia come le storie di tantissimi artisti e gruppi indie, più o meno bravi, nella scena musicale degli ultimi 5 o 10 anni: un'artista ignota e promettente, una canzone riverberata, un video sgranato e un po' di blog sempre alla ricerca del nuovo fenomeno underground che la segnalano. Poi arriva Pitchfork, mette l'etichetta Best New Track sulla ballad Video Games e Lana Del Rey diventa improvvisamente un piccolo fenomeno. 

Voce e look da diva di altri tempi, un'immagine fatta dal curioso connubio tra lo-fi e seduzione che sono contemporaneamente di un passato remoto ma anche dell'era di YouTube, Lana Del Rey difficilmente lascia indifferenti al primo ascolto; può non piacere e probabilmente anche non colpire, ma se non è la musica (che va dalla Nancy Sinatra più languida alla Fiona Apple meno addomesticata) sono lo sguardo penetrante e un po' inquientante e le sue labbra turgide a stamparsi nella mente. Non il tipo di artista che incroci tutti i giorni.

 

Ma la storia non è finita. Mentre mezza rete si innamora, musicalmente ma non solo, di questa misteriosa chanteuse, Ryan Dombal fa un po' di ricerche e scopre un po' di informazioni in più sul personaggio, prontamente esacerbate col solito tono beffardo dal maligno Hipster Runoff. Si scopre che ha già pubblicato un disco sotto il suo vero nome (l'assai più anonimo Lizzy Grant), che il suo pseudonimo e la sua immagine sono, per sua stessa ammissione, opera di «avvocati e manager», e che dietro di lei è in atto una sapiente opera di promozione. Onta finale, dalle foto pare proprio che le sue labbrone sexy siano probabilmente frutto della chirurgia estetica (e/o del botulino). Gli hater si scatenano (vedi i commenti da Stereogum), sui social network e i blog tutti vogliono dire la loro (quasi tutti la attaccano e prendono in giro chi la apprezza, ma sono anche tanti, come Pop Topoi, quelli che la difendono) e la sensazione generale è che nel 2011 chi si occupa di hype non possa fare a meno di avere una posizione su di lei.

 

Dopo anni passati a correre dietro ad ogni più piccolo fenomeno underground e a dare attenzione al nuovo nome più ignoto e cool, sembra che qualcosa nel gioco si sia rotto. Potrebbe non voler dire niente, o invece segnare una perdita dell'innocenza che rappresenterà un vero e proprio precedente e che costringerà l'appassionato di musica ad avere un dubbio in più (non solo musicale ma anche in qualche modo etico) la prossima volta che si imbatte in una nuova band. E' davvero roba autentica? Sono un gruppo di ragazzi in una cantina o in una cameretta davanti al PC, o c'è dietro un management che fabbrica sapientemente artisti credibili rimanendo nell'ombra? Le eminenze grigie della case discografiche sono sempre esistite nella musica pop e non ha senso scandalizzarsene, ma ora dobbiamo aspettarci che entrino a gamba tesa anche nel mondo indie inquinandone la presunta autenticità con focus group e ricerche di mercato?

 

La mia posizione sta da qualche parte in mezzo. Tornando alla musica, le canzoni di Lana Del Rey mediamente non mi fanno impazzire, ma l'ultimo singolo diffuso (la torrida Blue Jeans, una Wicked Game in versione femminile che nell'immaginario finisce per ricordarmi addirittura To bring you my love di PJ Harvey) non è affatto male. Ma ammetto che nel mio giudizio faccio fatica a prescindere dalla storia che vi ho appena raccontato, e non riesco a fare finta che il suo palese tentativo di passare come una proposta underground e autentica con armi che stanno più dalle parti dei grandi nomi da classifica un po' mi disturba. Cedere in qualche modo vuol dire rinunciare ai principi da appassionato intransigente per abbandonarsi alla perizia sporca e compromessa del mercato. Il tipo di cosa che, se la vedi come una metafora, rende quasi perversamente piacevole e intossicante cedere alle sue lusinghe. 

 

martedì, 20/09/2011

Lebowsky Art

Il pittore americano Joe Forkan realizza quadri che ritraggono scene de Il grande Lebowsky ispirati a celebri opere della storia dell'arte. Quello qua sopra si chiama La cena di Emmaus come l'omonimo quadro di Caravaggio, ma ne trovate molti altri, bellissimi, sull'apposita sezione del suo sito.

lunedì, 19/09/2011

1001 videogiochi da non perdere

Come già sapete, anche se su queste pagine linko (relativamente) spesso giochi in Flash non frequento molto il mondo dei videogiochi. A parte partite di qualche minuto online o sull'iphone non gioco mai, e non possiedo più una console da quando una ventina di anni fa ho dismesso il mio Game Boy. So però che tra voi ci sono molti cultori del settore, a cui certamente interesserà l'uscita di 1001 videogiochi da non perdere, librone di quasi mille pagine scritto da Tony Mott (già caporedattore della bibbia videoludica inglese Edge) che, come dice il titolo stesso, illustra i giochi più belli di tutti i tempi che ogni buon videogiocatore non può non conoscere. L'edizione italiana tra l'altro è curata da Andrea Dresseno dell'Archivio videoludico della Cineteca di Bologna (che abbiamo intervistato un paio di volte in radio) quindi c'è una ragione in più per essere convinti dell'imprescindibilità dell'opera. Dal comunicato:

Interattività, divertimento, sfida… In pochi decenni i videogiochi hanno conquistato l’immaginario del pubblico e cambiato per sempre l’industria dell’intrattenimento. L’influenza dei videogiochi si è ormai estesa al cinema e alla televisione, che sempre più spesso ne imitano i modelli e ne prendono in prestito i personaggi. Sono in molti, inoltre, a scommettere sulle potenzialità del nuovo medium in campo pedagogico e formativo. Ma quali videogiochi sono davvero imprescindibili? Quali sono i titoli più innovativi? Quali i più imitati? E quale tipo di videogiochi si sta diffondendo oggi in rete? 1001 videogiochi da non perdere è una guida illustrata ai migliori giochi elettronici di tutti i tempi, dagli ormai classici Space Invaders, Asteroids e Pac-Man ai più recenti Halo, Gran Turismo e Resident Evil. Dalla grafica elementare dei primi titoli che hanno fatto la fortuna di marchi come Atari, Sinclair e Commodore alle console di giganti come Microsoft, Nintendo e Sony, fino alle recenti applicazioni per smartphone, il libro passa in rassegna i giochi che hanno incontrato il favore del pubblico e il plauso della critica, i capisaldi e le gemme nascoste di un genere di intrattenimento sempre più diffuso e apprezzato.

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venerdì, 16/09/2011

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il video di Jo Monaciello, «il più grande cantante neomelodico satanista del mondo». Non promette quello che mantiene, nè come cosa seria, nè come parodia; è brutto e basta. Quindi è bellissimo.

[grazie a Checco]

 

giovedì, 15/09/2011

Costruire Super Mario con Tetris

Non so seconoscete la nobile arte del Tetris Pattern, ovvero del disegno di figure attraverso l'uso dei tetramini durante una normale partita di Tetris. Dopo i 90 e passa minuti velocizzati di questo tizio che è riuscito a costruire la figura di Super Mario, però, potreste aver trovato una nuova missione nella vita.

(via)

 

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mercoledì, 14/09/2011

Quel video dove c’è una band toscana. E Cristo.

Non ricordo più la citazione esatta nè la sua fonte, ma anni fa qualcuno aveva definito gli Zen Circus «una band con un promettente futuro alle spalle». Con le carte che avevano e hanno in mano, gli Zen Circus avrebbero dovuto essere famosi già da un pezzo, e continuo a non spiegarmi come sia possibile che Vent'anni e Figlio di puttana non siano piccoli inni generazionali da tardoadolescenti come tante canzoni che meritano assai di meno.

Chissà se il nuovo disco Nati Per Subire, in uscita per La Tempesta l'11 Ottobre riuscirà in qualche modo a spezzare la maledizione. Con un singolo furbo ed efficace come L'amorale (che ha un video splendido, dal finale sapientemente blasfemo) forse potrebbe essere la volta buona.

 

mercoledì, 14/09/2011

Il gioco che fa paura alla Apple

Ci sono un sacco di cose da imparare dalla vicenda di Phone Story.

Gioco per smartphone creato da quei geniacci di Molleindustria e dedicato a rappresentare alcuni dei lati oscuri dei gadget scintillanti che tutti portiamo nelle nostre tasche (dagli orrori legati all'estrazione delle materie prime in Africa alle condizioni di lavoro degli operai delle fabbriche di assemblaggio in Cina), Phone Story è stato lanciato stamattina sull'App Store ed è stato bloccato dalla Apple appena due ore dopo, con motivazioni, se non pretestuose, quantomeno esagerate.

 

Questa la descrizione del gioco:

Phone Story is a game for smartphone devices that attempts to provoke a critical reflection on its own technological platform. Under the shiny surface of our electronic gadgets, behind its polished interface, hides the product of a troubling supply chain that stretches across the globe. Phone Story represents this process with four educational games that make the player symbolically complicit in coltan extraction in Congo, outsourced labor in China, e-waste in Pakistan and gadget consumerism in the West.

Keep Phone Story on your device as a reminder of your impact. All of the revenues raised go directly to workers' organizations and other non-profits that are working to stop the horrors represented in the game. [#]

 

E questo quello che scrivono gli autori della sua eliminazione dall'App Store:

Phone Story was pulled from the iTunes App Store on Tuesday September 13 at 11.35am, only few hours after its official announcement.

Apple explained that the game is in violation of the following guidelines*:

15.2 Apps that depict violence or abuse of children will be rejected

16.1 Apps that present excessively objectionable or crude content will be rejected

21.1 Apps that include the ability to make donations to recognized charitable organizations must be free

21.2 The collection of donations must be done via a web site in Safari or an SMS

We contest the violation 21.1 and 21.2 since it's not possible to make donations through Phone Story. Molleindustria simply pledged to redirect the revenues to no-profit organizations, acting independently.

We are currently considering two steps:

. Produce a new version of Phone Story that depicts the violence and abuse of children involved in the electronic manufacturing supply chain in a non-crude and non-objectionable way.

. Release a version for the Android market and jailbroken ios devices.

The users who managed to buy the app before it went offline are now owners of a rare collector edition piece.

We'll be posting further updates on our twitter [#]

A casa mia questo si chiama autogol.

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martedì, 13/09/2011

Siamo tutti panda

Parto sempre un po' prevenuto con le webserie, ma la puntata zero dell'italianissima La deriva del panda mi ha strappato un paio di risate di quelle grasse. E' fatta di sketch veloci sui rapporti tra giuovani uomini e giuovani donne, è stata scritta, girata e montata in 10 giorni, e dietro ci sono alcuni dei nomi di quel piccolo fenomeno che è stata Pong. Se oggi avete una ventina di minuti liberi spingete play.

 

lunedì, 12/09/2011

Real life Futurama

[create da artanis-one. Su DeviantArt trovate anche il Dr. Zoidberg, Mordicchio e Morbo]

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venerdì, 09/09/2011

Pensiero stupendo

[fonte ignota, grazie a P.]