lunedì, 28/06/2010

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap 3. La Costante del Datore di Lavoro

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Di come nonostante i cambiamenti di città, quartiere e di tipologia di locale, di clientela e di genere di musica proposta, "If anything goes wrong your constant will be il proprietario del locale".

 

Dopo i primi due capitoli incentrati sulla fondamentale variabile Strappona e sull'insita schizofrenia del dj, andiamo ora ad analizzare un elemento fondamentale e sempre presente nella "carriera" del dj pretenzioso. La figura del Datore di Lavoro, ovvero il proprietario del posto in cui lo sventurato dj si ritrova a metter dischi.

 

Cominciamo necessariamente con il dire che il dj pretenzioso, per sua natura e per le bizzarre musiche che pretende di imporre a gente ad esse pressoché indifferente, si troverà spesso nella disgraziata situazione di doversi cercare un posto dove piantare le tende. Vuoi perché in cerca di prima occupazione, vuoi perché ignobilmente ostracizzato dai locali in cui suonava nelle stagioni precedenti. Questa posizione di debolezza, quella di proporsi ai locali, lo pone in una serie di imbarazzantissime situazioni su cui al momento non interessa soffermarci. Invariabilmente il rapporto di lavoro inizierà con la classica formula recitata con fintissima nonchalance dal pretenzioso/unemployed avvicinandosi al bancone mentre sorseggia una birra "Non è che, per caso, cercate un dj?".

 

A questa rituale domanda, i proprietari dei locali nel 70% dei casi rispondono sbellicandosi dalle risate e indicando la funzione shuffle di Itunes. Il pretenzioso e disoccupato dj girerà i tacchi, calpestando così sempre più comodamente il suo morale, mentre il gestore è ancora a terra che si contorce in preda a convulsioni da riso isterico.

 

Nel 20% dei casi i gestori di bar e affini i proprietari dei bar spiegheranno che

 

a) hanno aperto il locale solo per metter musica e rientrano così nella tipologia di "dj pretenziosi divenuti proprietari di locali solo per avere un posto fisso dove poter lavorare come dj pretenziosi", un caso limite e abbastanza raro di psicopatologia portato alle estreme conseguenze, seppur riscontrato in natura.

 

b) devono dei soldi ai genitori di quel tipo che armeggia goffamente dietro i cdjs, in genere un cugino di secondo grado, quindi la scelta artistica è stata abbastanza semplice e dettata da fattori, diciamo, esterni.

 

c) il tipo dietro i cdjs gli deve dei soldi, quindi si è volontariamente impegnato a lavorare in quel locale per i prossimi dieci anni, come indicano chiaramente la catena legata al piede sinistro e la ciotola con del pane secco dietro la consolle.

 

Nel 10% dei casi invece il capo risponde "In effetti sì, abbiamo un buco nella programmazione. Ma tu che musica metti?"

 

Questa domanda causa al dj pretenzioso un dilemma esistenziale notevole. In genere quando si trova a dover rispondere a tale quesito in poco tempo a persone di cui non conosce il background musicale, il pretenzioso inizia a sudare copiosamente, balbetta e ansima. Formulare una risposta comprensibile e dotata di senso compiuto potrebbe richiedergli settimane intere di puntualizzazioni, oppure la stesura di trattati pubblicabili in comode dispense, dove troverebbero albergo parole conosciute solo da altri mentecatti come lui, quali shitgaze, indietronica, folkedelia. Quindi, per questioni di tempo e di semplicità, il pretenzioso sarà costretto a ridurre brutalmente a 2-3 parole la sua sterminata conoscenza di astrusi temini inventati da Pitchfork e Blow Up, per definire il genere di musica che ha testé proposto.

 

L'affannato pretenzioso con il cuore che sanguina risponderà necessariamente "Mah, diciamo indierock e indiepop, un po' di electro, un po' di soul".

 

Il capo chiederà ulteriore chiarezza "Ah, cioè metti il rock?"

 

Il dj pretenzioso abbassando ancora il capo, sospirerà, deglutirà e poi con lo sguardo spento che fissa il muro dirà "Sì, in effetti metto proprio il rock"

 

Il capo dirà allora "Ok allora facciamo un provino, dài, vieni lunedì", o un altro stronzissimo giorno feriale che gli darà motivo di pagare di meno con la scusa che non c'è gente e con la illusoria speranza che la gente la porti il povero pretenzioso, un uomo musicalmente solo al mondo e reietto ormai da tutti i suoi amici.

 

A questo punto occorre iniziare una disamina delle diverse tipologie di Datore di Lavoro e delle interessanti evoluzioni del rapporto che ha con il suo stipendiato pretenzioso. Tale trattazione avverrà nelle prossime settimane.

5 Commenti a “Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap 3. La Costante del Datore di Lavoro”:

  1. Tony ha detto:

    Quanto hai ragione. A qurttoadici anni per me l’H&M era un magico mondo di vestiti colorati a prezzi bassi, non vivevo ancora a Milano ed ogni volta che salivo implicava assolutamente una visita allo store in vittorio emanuele. Ora, saranno cambiati i miei gusti ( grazie a Dio , ma e8 cambiato molto anche l’H&M. Punto primo, la qualite0 peggiora anno dopo anno. Le collezioni sono a dir poco allucinanti. Anche le collezioni con i grandi stilisti peggiorano, gli abiti della linea di Cavalli sembravano di Polistirolo. Non parliamo dei prezzi; sono consapevole di comprare un prodotto non di qualite0 e non accetto di pagare ogni giorno di pif9 per qualcosa sempre pif9 scadente. E si, lo store rinnovato e8 pif9 che carino, ma credo ci sia ancora meno scelta causa i nuovi spazi.Oh, mi sono infervorata…e8 solo che H&M mi piaceva cosec tanto una volta…Un bacio, Al

  2. Margherita ha detto:

    meraviglioso il paragrafo sulla risposta al "che musica metti?". una volta sono finita a rispondere a questa domanda in un locale pieno di presunti ascoltatori di jazz ed elettronica da intellettuali e, in preda al panico, ho detto "indie". a quel punto il potenziale datore di lavoro ha risposto: "ah! indie pop!", come se avesse capito tutto. terribile.

  3. Disorder ha detto:

    e con la illusoria speranza che la gente la porti il povero pretenzioso, un uomo musicalmente solo al mondo e reietto ormai da tutti i suoi amici.

    quanta saggezza :)

  4. benty ha detto:

    non male come attacco "ho sentito che avete una consolle libera." praticamente meglio di un biglietto da visita. salve sono un dj pretenziosissimo, arruolatemi che ho tanto bisogno. fremdschämen appalla

  5. impagabile e rimembrato nei secoli il tipo che si presentò dicendo "ho sentito che avete una consolle libera." (richiesto di formulare più volte la frase, in quanto incomprensibile, suscitò l'ilarità generale). risposta: "in realtà no". "beh però in realtà vi perdete me che son tornato proprio ora da londra, facevo il dj lì, ma, sapete, meglio essere il migliore qui che uno tra tanti là". mai più sentito, sarà tornato a londra.