martedì, 09/12/2008

Leaving New York (alive blogging)

di

 

10 novembre 2008, 10.45 am
New York City, Casa.
Sento un rumore di là e mi alzo dal letto. E’ il mio primo giorno di non-lavoro. In soggiorno, in piedi su una sedia, c’è un uomo anziano che sta facendo un buco nel mio soffitto. Ha gli stessi capelli di "Doc" Brown in Ritorno al Futuro. Mi dice Buongiorno. Io, assonnato e in mutande, gli dico Buongiorno. Mi dice che Mr. J., il padrone di casa, gli ha dato le chiavi. Deve migliorare l’illuminazione dell’appartamento. Io lascio NY tra due settimane, gli dico. Per tornare in Italia. Mi dice, come tutti, che adora l’Italia. Mi dice che è stato a Roma e a Livorno. Mi dice, smanettando con un cacciavite, che è un grande appassionato di Modigliani. E Livorno è la sua città natale, sai, la città natale di Modigliani, sono andato a visitarla. Faccio di sì con la testa. Per me Modigliani potrebbe essere nato ovunque. Vado in bagno. Appena "Doc" finisce il suo lavoro, sul soffitto ci sono quattro enormi plafoniere che contengono tre lampadine ciascuna, per un totale di dodici lampadine da 100 watt. Faccio clic con l’interruttore e la stanzetta s’accende come un tavolo operatorio. Rispengo.


11 novembre, 11.20pm, Online
La Repubblica: "Berlusconi a Villa Madama con Lula: In prima fila i Brasiliani del Milan. Gli ho fatto questa sorpresa perché sa tutto di calcio, questi campioni maestri di vita"


12 novembre, mattino, Casa.
Suonano al citofono. Schiaccio il pulsante Talk per chiedere chi è alla porta. Poi, con una mossa svelta frutto di un anno di pratica, schiaccio il pulsante Listen per ascoltare la risposta prima che il tizio abbia finito di darmela. Appunti per un Saggio sulle Piccole Invenzioni già Usate Altrove che Migliorerebbero la Vita dei Newyorkesi dopo il Bidet: 1) I citofoni in cui si può parlare e ascoltare contemporaneamente; 2) I cassonetti della spazzatura per strada; 3) Le serrande per far buio in camera.

12 novembre, subito dopo, Casa.
Mr. J., il padrone di casa, fa vedere l’appartamento a un tizio con un foulard tutto intorno alla testa e poi il cappuccio della felpa sopra il foulard. Ispezionano entrambi il mio caos. Borbotto, come al solito, che pure i mobili sono in vendita. Il tizio col foulard dice Ho troppi mobili io.

12 novembre, pomeriggio, Casa
La Repubblica: "Intervista a Berlusconi. La battuta su Obama? "Lui stesso si è fatto una risata"

13 novembre, 11am, Casa
Bussano alla porta. C’è un tipo sui cinquanta coi capelli come "Doc" Brown, pure lui. Ma ha degli occhialoni da vista enormi. Dice di essere l’imbianchino. Si guarda intorno facendo misteriosi calcoli a mente. Mi chiede quando lascio l’appartamento.

13 novembre, 8pm, online
La Repubblica: "Quella pantera? Un gatto o un cane" Gli zoologi spiegano gli avvistamenti.

14 novembre, pomeriggio, ‘Snice
Faccio una riga su un’altra voce del mio foglietto giallo: "Scambiare in banconote le monetine dentro la scodella". Mancano solo altre 12 voci. Staccare Internet. Chiudere il contratto del telefonino. Chiudere il contratto di luce e gas. Liberarsi dei mobili ikea del soggiorno. Comprare un’altra valigia. Spedirsi le spade giapponesi a Milano.

15 novembre, 1.30am, Don Hill
A mettere i dischi c’è Michael T., "madre" di Motherfucker, uno dei più importanti party newyorkesi del decennio, per sei notti all’anno, per sette anni e mezzo, fino allo scorso dicembre. Sugli schermi tv sopra al bancone c’è Carrie di De Palma. Finito Carrie, c’è un porno alternato a Ritorno al Futuro. Guardo un pezzo del film assieme all’unico altro Autore di Inkiostro presente nel locale. C’è il futuro padre di Michael J. Fox che apre la macchina in cui Beef sta cercando di approfittare della futura madre di Michael J. Fox. Ci guardiamo e diciamo all’unisono "Ehi tu porco, levale le mani di dosso". Negli anni 80 non c’erano i dvd in lingua originale.

15 novembre, 3.30am, Don Hill
Spaventato soprattutto dalla presenza di un muscoloso Dominatore di un metro e novanta in tutino attillato trasparente e maschera di pelle nera ispirata a uno dei cattivi dell’Uomo Tigre, il suddetto amico italiano lascia il locale, lasciandomi l’unico Autore di Inkiostro presente al Don Hill. Nel frattempo, sul palco, comincia l’Infamous Hot Body Contest, condotto da Michael T. in persona. Il concorso funziona così: i concorrenti si presentano sul palco e il pubblico esprime l’impietoso giudizio con applausi e fischi (i fischi sono bene, i buuuh sono male – ma sono vietati dalle regole della buona educazione e dalle raccomandazioni di Michael T.). Oltre al Dominatore, al Panzone coi Baffi e all’Uomo che Vorrebbe Essere Matthew McConaughey, salgono sul palco anche la Biondina Trasgressiva, la Tizia Single del Secondo Piano, il Fratello Panzone di Becca Moody (forse Becca ha il cognome della madre però) e – soprattutto – l’Asiatica. Mando subito un sms al sopracitato Altro Autore di Inkiostro che aveva irresponsabilmente sottovalutato lo spessore critico dell’evento pop che stava per compiersi su quel palco ("Vedrai solo cazzi" aveva detto abbandonando il locale. "L’asiatica figa partecipa al contest" gli scrivo io baldanzoso) e decido di supportare incondizionatamente l’Asiatica durante tutte le fasi dell’Infamous Hot Body Contest. Che sono precisamente tre. Nella prima, i concorrenti si presentano al pubblico. Nella seconda, i più applauditi cominciano a togliersi via i vestiti. Nella terza e ultima, i finalisti, nudi come li ha fatti mamma, si contendono l’ambito premio di cento dollari (e, soprattutto, la gloria). I primi ad essere eliminati sono il Dominatore e lo pseudo McConaughey. Poi cadono anche il Panzone coi Baffi e la Tizia qualunque. Al momento clou, tuttavia, succede l’impensabile. L’Asiatica, indubbia favorita, capisce che tocca spogliarsi davvero e, vinta dalla timidezza, decide di abbandonare il concorso. Nonostante le doti oggettive della Biondina, i cento dollari se li vince il Fratello Panzone di Becca Moody.

15 novembre, online
La Repubblica: "Ecco le barbe più famose della storia Vince Karl Marx, Gesù al quarto posto".

 

16 novembre, 10pm, Casa
Finisce la puntata di Dexter. Appunti per un Dizionario delle Metafore Pop, Volume Uno: Le Serie TV: Miguelprado: si dice di persona appiccicosa e bizzarra o di evento improbabile e fastidioso che s’inserisce in una piacevole serie (di eventi) deviandone tristemente il corso. Es.: Pensavo fosse una buona idea portare la mia ragazza al mare ma ci è capitato un miguelprado dopo l’altro (= imprevisto grottesco e/o imbarazzante).  L’altra sera a cena di Marco ti sei messo a fare il miguelprado (= inopportuno, fuori luogo in modo bizzarro). Smettila di fare il miguelprado e concentriamoci sulle cose da fare. Basso Uso: Miguelpradare, v. tr.: rovinare qcs. con fare ossessivo e bizzarro (Es.: Giuseppe mi ha miguelpradato il fine settimana). – v. intr.: agire a cazzo portando o meno il pizzetto.

17 novembre, 11am, Punto Vendita T-Mobile, 7th Ave & 14th St.
Piccoli suggerimenti su come interrompere dopo 13 mesi un contratto telefonico di 2 anni senza pagare la penale. 1. Scegliere un punto vendita che ha una commessa ispanica con una situazione sospetta agli occhi dell’Ufficio Immigrazione. 2. Aspettare che faccia casini a lavoro, la licenzino e forse pure la rimpatrino. 3. Andare a dire al nuovo commesso (che impallidisce appena un cliente nomina la Suddetta Commessa) che ti era stato assicurato che il contratto era per un anno e non avevi firmato niente e dove diavolo è la commessa ispanica e io non avevo dato neppure il social security number!!

18 novembre, 1pm, online
La Repubblica: "Berlusconi scherza con la Merkel. Prima si nasconde, poi le fa "cucù""

19 novembre, 4pm, ‘Snice
Chiedo un refill di caffé al bancone e torno al mio tavolino. Mi guardo intorno. Il tizio accanto a me sta scrivendo una biografia o forse una tesi di laurea. I due tipi tre tavoli più in là stanno provando una parte, leggendo da un copione. La ragazza mora che beve dalla tazza fumante ha Oscar Wao tra le mani. Decido di mettere nel mio post su Inkiostro anche i messaggi che mi invia Badoo quando decido di cancellare l’account – sono divertenti, dai. I miei post sono sempre lunghissimi.

20 novembre, 10.30am, Casa
La ragazza che Mr. J. ha portato oggi fa più domande degli altri. Il letto che ho messo in camera è un full o un queen? La finestrella di là su cosa affaccia? (sul nulla, la mia risposta – Mr. J. mi guarda male). C’è la lavastoviglie? Mr. J. mi chiede se ho fatto il biglietto. Sì, con la Continental. Non Alitalia?, chiede lui. No, no, non è un buon momento per Alitalia: fallimento, scioperi dei lavoratori, voli cancellati. Sounds very Italian, dice lui.

20 novembre, 4pm, Telefono
Mi chiedono il motivo per cui ho deciso di interrompere i servizi di TimeWarnerCable. Dico che sto lasciando il paese.

20 novembre, 6.30pm, Casa
Il tizio più pallido dice al tizio meno pallido che forse è meglio passare il nastro adesivo tutt’intorno agli sportelli della mia credenza/libreria. Il tizio meno pallido risponde al tizio più pallido che forse è meglio, sì. Passano il nastro adesivo tutt’intorno agli sportelli della mia credenza/libreria. Poi la portano via. Metto le valigie ormai quasi piene al posto dei mobili, così, per far finta che non è tutto vuoto. Mi ascolto la musichetta della partenza dell’Incredibile Hulk.

21 novembre, 12.40pm, Internet
La Repubblica: "Criminalità, l’Italia cambia idea. Dopo un anno non fa più paura".

 

21 novembre, pomeriggio, West Village
Faccio la solita strada. Mi metto a guardare i buchi tra il giallo degli alberi. Prendo un cappuccino al caffé sull’Undicesima. Fa freddo. Spero di vedere un’altra volta ancora Julianne Moore per strada. Magari come quella volta che stava coi cani e mi si era quasi impigliato il piede in un guinzaglio. Oppure come quella volta che faceva freddo ma non tantissimo eppure Julianne Moore era tutta coperta come se nevicasse e aveva questo cappello di lana nero in testa e lì ho capito che Julianne Moore è una tipa freddolosa e sono convinto che mentre io pensavo che faceva freddo ma non tantissimo e che Julianne Moore era una tipa freddolosa proprio allora Julianne Moore mi ha guardato per qualche secondo esattamente come quella volta che attraversavo Bleecker e Julianne Moore l’attraversava nel senso opposto ed eravamo entrambi sulle strisce pedonali e le macchine erano ferme dietro la linea bianca e la luce rossa del semaforo e la gente attraversava la strada in un senso e nell’altro delle strisce pedonali e io l’attraversavo in un senso e Julianne Moore nell’altro, e forse lei tornava a casa, e Julianne Moore mi ha guardato negli occhi, sono sicuro, e mi ha guardato negli occhi per diversi secondi. Solo Julianne Moore potrebbe capirmi in questo momento.

22 novembre, 3.00am, Trash
Mi avvicino a DJ Jess che è sceso giù in pista. Tra due giorni lascio NY, gli dico. Oh no!, dice lui. Non ha la minima idea di chi io sia.

22 novembre, 4.45am, Online
La Repubblica: Addio a Forza Italia, ora c’è il Pdl Berlusconi: "Ma siamo quelli del ’94"
Il Cavaliere ripete passo passo il discorso della "discesa in campo"
"L’Italia è il paese che amo, noi baluardo di democrazia e libertà"

22 novembre, pomeriggio, Casa
Dove voglio che mi spediscano l’ultima bolletta della luce? L’operatrice mi ripete per la terza volta l’indirizzo che le ho appena dato. E’ ancora sbagliato. Sospiro. Ok. Ricominciamo. Rifaccio lo spelling. V. I. A. Le do di nuovo, lettera per lettera, il mio indirizzo di Milano. Lei lo ripete, lettera per lettera, per fugare ogni dubbio.

23 novembre, 3.55am, Annex
Il dj mette "New York, New York" per mandarci a dormire. Dovrei mettere una frasetta arguta per evitare che questo post si suicidi nel melenso. Frank saprebbe di sicuro come fare.

23 novembre, 1.30pm, Meatpacking
La mia amica C. si fa portare un succo di pomodoro, lime, sale, pepe e olio e poi passa dieci minuti a prepararsi il drink. Lo assaggio. E’ molto buono. Mi dice che è perfetto per l’hangover. Do le spade giapponesi alla mia amica S. – mi assicura che me le spedirà al più presto.

23 novembre, 8.30 al punto d’arrivo, volo New York-Milano
Mi chiedo come sarà stata la season finale di True Blood. In libreria ci sono vampiri su ogni scaffale. Twilight è al cinema. Let the right one in, un bel film svedese sui vampiri (più o meno), lo vedrò a Torino. Mi segno che dovrò fare un post su Inkiostro sul revival vampiresco. Bisognerà però metterci qualche elemento intellettual-snob sui vampiri al cinema. Mi segno di scrivere di quello splendido film di Maddin che da poco ha un’edizione italiana in dvd. L’aereo si tuffa in un mare di nuvole e nebbia. Malpensa è grigia e piovigginosa.

6 Commenti a “Leaving New York (alive blogging)”:

  1. MissVengeance ha detto:

    l’urban dictionary ti ha già assoldato? Aspetto con ansia l’occasione buona per inserire un miguelprado nella conversazione.

  2. utente anonimo ha detto:

    dio mio

    no

  3. utente anonimo ha detto:

    grazie, anonimi.

    trino

  4. utente anonimo ha detto:

    capolavoro

  5. utente anonimo ha detto:

    l’altro autore che se ne è andato dal don hill’s lo ha fatto perché michael t. ha un debole per lui e di solito gli fa molta festa; dal che ha comprensibilmente timore che finisca una volta o l’altra per fargli la festa

  6. utente anonimo ha detto:

    Giù il cappello