Belle and Sebastian – Are you coming over for Christmas? (Myspace > MP3)
[nuovo brano natalizio -primo inedio dopo The life pursuit– scaricabile solo oggi dal Myspace della band. Oppure -shht!- qui]
Belle and Sebastian – Are you coming over for Christmas? (Myspace > MP3)
[nuovo brano natalizio -primo inedio dopo The life pursuit– scaricabile solo oggi dal Myspace della band. Oppure -shht!- qui]
Una lettura per le feste: il monologo sulla religione di Daniele Luttazzi, quello che sarebbe dovuto andare in onda nella sesta puntata di Decameron e che -ovviamente, viene quasi da dire- non ha visto la luce. Lo ha pubblicato L’Unità, l’ha messo online Jaleo, lo riporto via via cru7o e Violetta.
Benvenuti a DECAMERON. Politica, sesso, religione e morte. Un programma televisivo così bello che ne vedi una puntata e dici: “Oh, non guarderò mai più la vita vera finché campo!” Uuuuh! Stasera sono proprio elettrico. Sarà che mi devono arrivare. Qua a Roma è arrivato l’inverno. Fa molto freddo. Fa tal freddo che le minorenni sulla Salaria offrono pompini gratis ai ciccioni. Un mio amico va a puttane sulla Salaria. Gli ho detto che in giro è pieno di ragazze oneste e rispettabili. Sì, mi fa lui, ma quelle non posso permettermele. Fa veramente molto freddo. Fa talmente freddo che oggi Mussi spalmava il vicks vaporub sulla Cosa Rossa.
Fa molto freddo, ma sono bellissime giornate. C’è un sole splendido. E quando c’è il sole, sono tutti allegri. Oggi ho visto un funerale entrare in un McDonald’s. Ballavano la conga.
Mi accodo al trenino ed entro anch’io. Era il McDonald’s di piazza di Spagna. Sì, a Roma in piazza di Spagna c’è un McDonald’s. Non bisogna stupirsi. I McDonalds sono ormai dappertutto. Mia sorella ha un McDonalds nella sua cucina. Io ne ho uno nei miei pantaloni.
E mentre sono lì che contribuisco a disboscare la foresta pluviale mangiando un Big Mac da 3 etti, mi viene in mente una cosa. Nessuno pensa mai al sacrificio delle mucche che vengono macellate per la goduria del nostro palato. Bisognerebbe onorare il loro sacrificio. Con delle raffigurazioni. Con delle icone. In chiesa ci sono le stazioni della via Crucis, no? In un McDonald’s dovrebbero esserci dei quadretti simili. Con una mucca al posto di Gesù. Più o meno 14 quadretti: 14 stazioni della via Crucis della mucca, la Cow Crucis, con sotto delle brevi didascalie. Mi sembra una buona idea. Onoriamo il sacrificio delle mucche. Anche perché sembra che le mucche tengano una lista delle persone che mangiano hamburger: per quando si vendicheranno.
Qualcuno mi ha chiesto: Daniele, perché ce l’hai con la religione?
Perché mi sono convinto che le religioni sono pericolose. Operano un plagio di massa che ha una funzione sociale di controllo; e che diventa pericolosissimo quando la religione, forte del numero, tende a far coincidere il peccato col reato, e a condizionare l’attività dei governi.
Gli esempi in questo senso sono sempre all’ordine del giorno (staminali, pacs, eutanasia) e ormai insopportabili… Ricorderete come la Chiesa si sia opposta alla ricerca sulle staminali degli embrioni perché "l’embrione è uno di noi, è già persona". C’erano però tre contro-argomenti formidabili:
a) Quello teologico. S.Tommaso nega agli embrioni la resurrezione, in quanto privi di anima razionale, e pertanto non ancora esseri umani. (Supplemento alla Summa Theologiae, 80, 4);
b) Quello pragmatico. La Chiesa nega il battesimo ai feti abortiti in modo spontaneo. Nella prassi, cioè, la Chiesa non considera il feto una persona finchè non nasce vivo.
c) Quello naturale. Di tutti i concepiti, solo il 15-20% riesce ad annidarsi nell’utero materno. La natura stessa, cioè, non tutela così tanto il diritto alla vita del concepito, diritto che però si arroga la Chiesa. …È stata poi la scienza, e non la religione, a scoprire, la settimana scorsa, che è possibile ricavare cellule staminali anche da tessuti adulti. Fine del dilemma etico sollevato ad arte. Con la nuova ricerca sulle staminali, gli scienziati ritengono che adesso potremmo fare grandi progressi, dalla cura del Parkinson alla rigenerazione della spina dorsale nel centrosinistra. ….
In realtà, lo sappiamo, il motivo vero è che la Chiesa teme le unioni omosessuali. Ma se è un tema così importante, com’è che Gesù non dice una parola in proposito? Gesù non dice una parola su questo, ma tante sulla tolleranza, l’accettazione, il non giudicare, il frequentare i reietti e gli ultimi. La Bibbia dice: “Non guardare la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino, ma la trave nel tuo occhio”. Al che i gruppi gay hanno replicato: se la trave te la metti nell’occhio, lo stai facendo in modo sbagliato”.
La regola della convivenza umana è terrestre, non divina: ogni uomo è libero e deve poter decidere su di sé. …E invece mille ostacoli. Col paradosso che i nostri parlamentari, per tenersi buoni i voti vaticani, da anni negano a noi, cittadini che li eleggiamo, i diritti che per sé loro si sono già attribuiti: da ben 16 anni, infatti, i parlamentari conviventi hanno gli stessi diritti dei parlamentari sposati. ……Nel frattempo Veltroni si trova a dover trattare con la segreteria di stato vaticana sull’eventuale istituzione di un registro delle coppie di fatto nel comune di Roma. Alla faccia della pari dignità dei cittadini che cattolici non sono, o che hanno preferenze sessuali non omologate.
…Ennesimo scadimento della laicità dello Stato, riconfermato dal voto della sinistra in Parlamento a favore dei privilegi economici della Chiesa cattolica: l’esenzione ICI e i meccanismi di assegnazione dell’8 per mille. …. Ecco papa Ratzi. Ride. Riderei anch’io se la mia ditta non pagasse le tasse. Ma la Chiesa non fa che rispettare il dettame evangelico. Gesù disse: “I miti erediteranno la terra”. Ed evitò astutamente di parlare della tassa di successione.
….L’abito di un cardinale: mozzetta rossa chiusa da dodici bottoncini. Sotto, rocchetto bianco in cotone con maniche a tre quarti ornato di pizzi e ricami. Sotto, fascia rossa di seta alla vita, con frangia, e sottana rossa di lana fine con bottoncini fino ai piedi. In testa, zucchetto rosso e berretta rossa a quattro angoli e tre spicchi o cappello a saturno nero ornato da cordone e fiocchi oppure mitria di seta bianca damascata. Se Gesù si imbattesse in un cardinale, scoppierebbe a ridere. ….
La separazione tra Stato e Chiesa, cioè fra reato e peccato, la indicò Gesù, quando disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Ne deduco che, se il papa è cattolico, Cristo non lo era. Altro guaio delle religioni: spesso danno una cornice nobile a comportamenti aberranti. Guardate come i musulmani in certi Paesi lapidano le loro donne. Non potrebbero farla franca, se non fosse per motivi religiosi.
Oppure, sempre la Chiesa cattolica. Milioni di persone muoiono in Africa di AIDS anche perché la Chiesa condanna l’uso del preservativo. Il preservativo, a quanto pare, è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato… Qualche mese fa il papa ha chiesto a una commissione vaticana un dossier sull’uso del preservativo come protezione dalle malattie. Oh, proprio adesso che mi ero abituato alla castità.
Avete letto l’ultima enciclica di Papa Ratzi? E chi non l’ha letta? È così amena! È più divertente di un barile pieno di anguille. «Spe salvi», salvi nella speranza. Un testo sulla superiorità della fede cristiana, che esalta la sofferenza, perché avvicina alle sofferenze di Cristo. Cristo è morto in croce per i nostri peccati! Uuh, ma così ci fa sentire troppo in colpa! Non poteva solo lussarsi un’anca, per i nostri peccati?
L’enciclica è piena di citazioni colte. E questo è il QUIZ della settimana: quali fra questi intellettuali non è citato da papa Ratzi nell’ultima enciclica? Sant’Agostino. Kant. Adorno. De Sade. E la risposta è: De Sade. La Spe salvi, sorpresa! è una dura condanna della modernità. Il giorno che venne eletto, dissi in teatro: “Hanno eletto il nuovo papa. È il cardinal Ratzinger. Subito condannato di nuovo Galileo”. Non mi sbagliavo. Dopo un mese Ratzi disse: “La risposta alla modernità è Cristo”. Io ho 46 anni, nella mia vita ho imparato una cosa: se la risposta è Cristo, la domanda è sbagliata. … Ratzi attacca l’illuminismo, ma la Chiesa in 18 secoli non abolì la schiavitù, cosa che fece la Prima Repubblica francese del 1794. D’altra parte è noto che la Chiesa è lenta ad abbracciare la modernità. Fino a poco tempo fa, la loro idea di portatile era un chierichetto.
…Dico questo: se Dio avesse voluto che credessimo in lui, sarebbe esistito. …Le religioni sono un fatto culturale. È tutto molto relativo. Il papa vorrebbe che tutti fossero cattolici. Le mucche vorrebbero che tutti fossero di religione indù. ….Qual è la verità sull’aldilà? Direi di partire da un semplice assioma: che nessuno ne sa niente. Mi piacerebbe che il papa una domenica si affacciasse su S.Pietro e dicesse: “Sapete una cosa? Nessuno ne sa niente. Siete liberi!”…
L’anno scorso Ratzi scrisse la "Lettera sulla collaborazione dell’uomo e della donna". Ratzinger ha scritto un documento sulle donne. La cosa mi colpì perché non immaginavo che Ratzinger ne conoscesse una. Nella lettera, Ratzinger scrive che la famiglia è il fondamento della società. Vecchio adagio dei reazionari di sempre. Ma già negli anni 60, filosofi e psichiatri come Deleuze e Guattari, Laing, Reich hanno spiegato che la famiglia patriarcale serve a perpetuare la società proprietaria e autoritaria.
….Qualche anno fa, una commissione teologica internazionale guidata da Ratzinger si riunì per rispondere alla domanda: "Dove vanno le anime dei bambini morti senza battesimo?".
Questi temi mi affascinano. In auto ascolto sempre Radio Maria. Anche perché è inevitabile: accendi la radio, c’è Radio Maria. …"Dove vanno le anime dei bambini morti senza battesimo?" Io avrei voluto essere in quella commissione di Ratzinger. Come fai a dare a una risposta? È come chiedere "Dove vanno le anime dei Klingon dopo morti?" Da nessuna parte, dato che i Klingon sono un FRUTTO DELLA FANTASIA UMANA.
Cenni storici …Nella Genesi, è il serpente a convincere Eva a mangiare la mela proibita. Eva dà un morso e cade in un lungo sonno da cui Adamo la risveglia con un bacio. No, questa è Biancaneve. Bè, se da piccolo ti avessero detto che Biancaneve è una religione, ci avresti creduto! Comunque: Adamo ed Eva mangiano la mela e Dio li caccia dal paradiso terrestre. Meno male che non ha scoperto cosa avevano fatto con le banane.
….Nel tempo, le funzioni mitiche svolte dalle religioni e dalle monarchie non spariscono: oggi vengono assolte dai mezzi di comunicazione di massa e dal potere simbolico dei segni-merce, nuovi mondi-di-sogno. La pubblicità come teologia della lavatrice. Provate adesso a immaginare qualcuno che pretenda di vendervi una lavatrice alla condizione che, se non la comprate, brucerete all’inferno. Lo mandereste a cagare. Ma no, lui pretende anche di essere rispettato, perché non è solo una lavatrice, è una religione! Segnalo una grande novità: nella Spe salvi, il papa mette in dubbio l’esistenza delle fiamme eterne dell’inferno. Ma il paradiso, raccontato da Ratzinger, sembra la stanza da letto di Cristiano Malgioglio. Il papa oggi scrive che la scienza non salva l’uomo. Allora, d’ora in avanti, niente più antibiotici a Ratzi, ok? … Sentiamo cos’ha da dirci Nostradamus.
LE ULTIME PROFEZIE DI NOSTRADAMUS: La mafia aumenterà gli stipendi ai dipendenti. Verrà scoperta una nuova suoneria cellulare di Mozart. Fabrizio Cicchitto si ritirerà dalla vita politica. Passerà più tempo coi familiari, che chiederanno di non essere identificati. L’editore di Penthouse diventerà cattolico e metterà sulla copertina del mensile una Vergine "gratta&annusa". Un gigantesco asteroide colpirà la Terra nel 2014. L’impatto avrà l’effetto di 20 milioni di bombe atomiche simili a quella sganciata su Hiroshima. Le autorità militari prepareranno il mondo alla nuova vita post-impatto detonando una bomba atomica al giorno nei sette anni precedenti. Quello della Chiesa è pensiero magico. Nell’udienza di mercoledì, il papa ha esortato gli esorcisti a continuare il buon lavoro. Parole di incoraggiamento anche ai cacciatori di vampiri.
Dice: Ma tu Daniele sei cattolico? Certo. Sono cattolico, apostolico, decaffeinato….. E mi affascina la storia di Giacomo, il fratello di Gesù. Sapevate che Gesù aveva un fratello? Io l’ho letto anni fa sulla Settimana enigmistica e non l’ho più dimenticato. Dev’essere stata dura, avere Gesù come fratello. Vinci una gara di nuoto, lui cammina sulle acque. Sai fare un cocktail, lui trasforma l’acqua in vino. Fai ripartire un’auto in panne, lui resuscita Lazzaro. Ti viene l’herpes, lui muore crocifisso. Che palle!
….No, in realtà non sono cattolico. Sono cristiano monofisita: non riconosco le decisioni del concilio di Calcedonia nel V secolo. Ero cattolico, finchè un giorno Dio mi è apparso in sogno e mi ha rivelato che erano tutte stronzate. Ok, non era un sogno: mi ha parlato da un roveto ardente. Ok, non era un roveto ardente: era il boschetto di una ragazza che stavo leccando. Comunque resto convinto che il cristianesimo sarebbe stato diverso, se Gesù avesse avuto una decappottabile.
Che dire di più? Buon Natale.
[Si compra qui, grazie a palaZ per la segnalazione. Per altre idee regalo last minute, e consigli sui regali impossibili -lontani parenti, colleghi di lavoro, amici di infanzia, suocere, zii, fidanzate tignose-, c’è la puntata di stasera di Get Black, con primizie musicali, brindisi natalizi, e doppio premio nel quiz black. In diretta dalle 21]
E’ stato bello arrivare a due giorni dalle ferie convinto che sarebbero stati dei placidi giorni lavorativi pre-natalizi, e poi scoprire all’ultimo di avere una scadenza mortifera imminente in un progetto di cui non so quasi niente. Quindi oggi si produce molto e si cazzeggia poco. Si ascolta un sacco il vecchio Why? (in attesa che il nuovo faccia la sua comparsa integrale in rete), il live dei Portishead all’All tomorrow’s parties di qualche settimana fa (regalo: è interamente scaricabile da qui) e un po’ di evergreen natalizi, per fingere di essere in periodo. Come ogni anno, in heavy rotation c’è la spettacolare versione di Last Christams dei Pas/Cal, incendiaria, entusiasta e polimorfa, che sulla distanza batte l’originale (qui), la cover di Erlend Øye (qui), quella degli Swipe con la pipetta Gwenno (qui) e buona parte del resto dei classici natalizi. Buon Natale, nè, io torno a lavorare.
Pas/Cal – Last Christmas (MP3)
Invece non sono neanche riuscito ad arrivare alla fine del malefico gioco Traveller IQ Challenge, che arrivato al decimo livello (su 12) mi ha bocciato senza pietà. Non fosse stato per tutti quei maledetti stati africani, per le isole dell’oceania, e per le metropoli cinesi in cui è fin troppo facile sbagliare di centinaia di chilometri ad ogni colpo, non ho dubbi che sarei arrivato alla fine con tutti gli onori.
E dev’essere quello che pensano (quasi) tutti, se come dice anche Emmebi (a cui devo la segnalazione), il gioco al momento sta facendo impazzire mezza rete. In ogni caso, ora che mi ci fate pensare, adesso che so dov’è la Namibia e ho le idee più chiare sulla posizione esatta della Micronesia, quasi quasi ci riprovo. Tutti quei libri illustrati di geografia che tanto mi piacevano da bambino a qualcosa saranno serviti, no?
Caro Inkiostro, mi chiamo Chris e leggo il tuo blog da molto tempo. L’ho conosciuto perché anche io ho un blog su splinder. Mi piace molto la parte dedicata alle librerie. Avendo preso spunto da ciò che ho visto sul tuo blog, io (studente di letteratura) e il mi’ babbo (fabbro) abbiamo progettato e realizzato questa libreria (foto allegate). Non è un granché, lo so, ma ci farebbe piacere e soddisfazione se tu la potessi postare nel tuo blog, altrimenti fa niente :-/
Allego la foto.
Ciao,
Christian e Marco
Il regalo di Natale ideale per lei? La combinazione tra una chitarra elettrica, un Vox AmPlug e Oh my bod. La prima la suoni, il secondo amplifica, il terzo (un clone di iBuzz, originariamente fatto per essere attaccato ad un iPod) trasforma il suono in, ehm, piacevoli vibrazioni. Tutti i dettagli (e casto video illustrativo) qui.
Lo scorso Settembre, Nick Cave ha compiuto 50 anni.
Scatenato e imprevedibile musicista post-punk in gioventù, carismatico e brillante crooner, rocker e bluesman poi, fino a diventare il cantautore e balladeer maledetto degli anni d’oro, negli ultimi anni Cave pare aver perso un po’ lo smalto (parzialmente recuperato, secondo qualcuno, con il recente side-project revivalista Grinderman; che per me però puzza insopportabilmente di crisi da mezza età). I suoi ultimi dischi con i Bad Seeds erano, a voler essere buoni, di qualità altalenante, e contenevano alcuni pezzi che sarebbe fin troppo generoso definire bruttini.
A inizio Marzo uscirà il nuovo LP Dig Lazarus, dig!!! (con tre punti esclamativi) che -come riporta Mojo– Cave ha descritto con queste parole:
«Yeah, three exclamation marks. Lazarus has kind of stuck his head above ground and just thought, "Fuck this! Hand me my spade". The title track is about Lazarus coming back from the dead and finding himself in NYC, circa 1977. Studio 54 is going, AIDS hasn’t been given a name and it’s the coolest city in the world. BUT Lazarus just isn’t interested».
«It’s completetly different to the prev bad seeds’ albums , there’s no piano, just on one song. I play organ and I wrote on organ but a significant part of it was written in the studio». [#]
In super-anteprima (e in anticipo su tutti gli m-blog del mondo, o almeno così pare a guardare la Hype Machine o Elbows), ecco a voi il nuovo singolo, trasmesso per la prima volta sabato scorso da BBC2, nello show di quel bell’uomo di Jonathan Ross. Cosa ne dite? Rabbrividiamo? O riusciamo a trovare qualcosa di buono anche in questo pop inoffensivo e vagamente radiofonico? Ci attacchiamo alla speranza che segua la tradizione degli ultimi dischi (in cui i pezzi più brutti erano spesso i singoli)? O lo prendiamo (insieme ai baffi) come un altro sintomo di una inarrestabile decandenza? Lo stiamo davvero perdendo, come pare a me?
Nick Cave & the Bad Seeds – Dig, Lazarus, dig!!! (radio rip) (MP3)
Pare che l’incontro tra gli Hollowblue e Dan Fante sia stato di quelli fulminanti. Un giorno la band livornese (con due EP all’attivo, uno su Suiteside e uno su Midfinger) e il figlio di John Fante (anche lui scrittore, in Italia già uscito con un paio di libri su Marcos y Marcos) non si conoscevano, e il giorno dopo -complice il contatto dell’amico comune Anthony Reynolds– già collaboravano. Qualche pezzo scritto insieme, un mini-tour la scorsa Estate, e altro materiale in lavorazione che pare uscirà a fine 2008, per una partnership musical-letteraria (una «Confraternita del Chianti», direbbe qualcuno) curiosa e abbastanza inedita.
Per ora vede la luce un brano di questa collaborazione, che è anche il pezzo che apre Stars are crashing (in my backyard), il nuovo disco della band in uscita oggi per Midfinger (sul sito dell’etichetta) e a Gennaio (nei negozi). Un bell’esempio di cantautorato fumoso e maudit, ora languido ora più tirato, con alcune notevoli ballad dalla grande atmosfera e dagli arrangiamenti assai curati e l’aspirazione, in più punti sorprendentemente riuscita, a confrontarsi con i grandi maestri del genere.
Qui sotto un assaggio (proprio la collaborazione di cui sopra), in download esclusivo su queste pagine. Altri pezzi (vecchi) li trovate sul Myspace. Dan Fante lo trovate in libreria. E le stelle cadenti stanno precipitando. Nel retro.
Hollowblue – First Avenue (featuring Dan Fante) (MP3)
[dalle sempre eccellenti strip di The Joy of Tech]
[Le parole finali di Lost in translation rivelate. E mi sa proprio era meglio non saperle, e rimanere con in mente solo l’attacco di Just like honey…
SPOILER ALERT: Se non avete visto il film non cliccate su Play]
Promemoria per madre natura: grazie
Quando è successo, ero in una palestra piena di palloni che palleggiavano.
Ho tirato su la testa, ho cercato mio figlio in mezzo ai palleggi, mi sembravano tutti uguali, quei palleggi di bambini, avrete tutti l’acne, intorno ai diciassette anni, e una qualche allergia a qualche tipo di derivato del latte, le femmine impareranno ad arrossire un attimo dopo di voi, ma non saranno mai in grado di metterla a canestro così come state facendo voi in questo momento. Perlomeno la palla. Vi sorprenderete al primo gesto carino che vi sarà rivolto e distribuirete baci con la stessa difficoltà (o facilità) con cui avete invaso il Kamchakta a Risiko, l’ultima volta a casa del vostro migliore amico, che nel frattempo sarà cambiato quella decina di volte e non temiate, avrà l’acne, l’allergia e un fracco di pensieri anche lui.
Ho guardato un po’ in mezzo a tutto quel sudore necessario, e l’ho trovato. Mi sorrideva, ed era diverso dagli altri perché aspettava che anche io gli sorridessi. E soprattutto non imbroccava un canestro.
È stato in quel momento che è successo. La fine del libro è arrivata.
Caro Coupland,
questi siamo noi, o meglio sono io, e ti devi fidare, visto che noi, o meglio io, non sono te, e certe cose non ci sogneremmo mai di scriverle. Ci piacerebbe, eccome. Guarda, te lo dico, io ogni libro tuo che inizio penso sempre: cazzo, questo è proprio è il libro che se fossi una scrittrice vorrei scrivere io. Poi quando finisco, mi finisce il mondo, insieme ai palleggi e ai pensieri quotidiani. Inizia l’apocalissi, a quel punto, nella mia testa, il mondo mi sembra sempre che mi debba amareggiarsi un pochetto di più a ogni romanzo. Per poi crollare in un collasso di nevrastenie scoperchiate, frasi da citare alle cene con gli amici, madri improbabili, figli che tu non hai mai visto sorriderti da dietro un palleggio, perché non ne hai tu, di figli, e mi piacerebbe tanto, cazzo, sapere come diamine fai a sapere così tanto di verità, quando dici cose come Non si è mai preparati al funerale del proprio figlio. Cazzo. È da quando quell’essere palleggiante in palestra mi è uscito dalla pancia, che vivo di questa assurdità da pensiero ignobile (sebbene abbia pensato di ammazzarlo più volte), di questo Conto Delle Probabilità Statistiche Per Cui Un Figlio Può Morire, e non si deve neanche dire, una cosa del genere.
Tu la scrivi. Tu fai morire qualcosa come tre quattro figli in un’unica, condensata voragine di esistenza pre-apocalittica.
Perché ci hai ingannati, quando con tutta la tua dolcezza lirica ci hai cullato preannunciandoci la fine del mondo nel centro commerciale.
La fine del mondo te la stavi tenendo al caldo con questo dannato meraviglioso fottutissimo libro che ho appena finito in un tonc tonc di linoleum e palloni. Tu, maledetto, scrivi che sembri facilissimo, da scrivere, intendo. Perché mica stiamo parlando del romanzo sul nazismo dal punto di vista del nazista. Macché. Non stiamo parlando di filologia da biblioteche francesi targata einaudi, qui. Parliamo di olocausti quotidiani.
C’è puzza di gomma, in palestra. I bambini sudano e puzzano di una puzza diversa dagli adulti, roba intollerabile uguale, intendiamoci, e il tutto si va a mischiare con l’odore della gomma delle scarpe da tennis, il linoleum rosso con le righe della lunetta scricchiola, i palloni palleggiano, le mamme gridano ai loro franceschi e leonardi, mio figlio non infila un cesto che sia uno, probabilmente Dio ha già fatto come dire parecchie scelte sui suoi futuri campioni di basket, io non sono agitata, faccio solo una x sulla lista di cose che mio figlio non diventerà, e ci divertiamo anche, io e lui, per ora abbiamo scartato senza indugio alcuno il disegnatore, il saltatore con l’asta, il saltatore in alto, l’attaccante alla paolorossi, Totti, il campione di basket da due minuti, rimane in buona posizione sempre un Johnny Depp versione pirata idiota, il matematico puro, il lettore di tolkien, il collezionista nerd di figurine, il cantante dei Pixies.
Bisogna abituarsi a convivere con il proprio dolore, sembro suggerirgli mentre Gianluca, due anni in meno di lui gli fotte la palla da sotto il naso e va liscio a canestro.
Avrai un fracco di dolori, il primo su tutti saranno i canestri che non vanno a segno, mentre Gianluca sì. Poi arriveranno nonni che ti muoiono, e quando avrai finito tutti i nonni, cominci con le ragazze. Ci saranno le sparizioni, le ricomparse, le comparsate, i passanti, o i semplici pedoni che ti attraverseranno la vita senza guardare le strisce, e ci sarà un momento in cui giocherai tantissimo col tuo gloriometro personale, e la smetterai quando scoprirai il gloriometro di un qualsiasi Gianluca più piccolo di te che funzionerà molto più ad hoc del tuo e a quel punto probabilmente vedrai lo sguardo di una ragazza come non l’hai mai visto prima, comincerai a capire l’importanza della confidenza, di un bacio rubato, della nouvelle vague tutta quanta, compreso quel rompipalle di Romher, e da lì a pochi attimi sarai già dentro a una palestra, a guardare il tuo, di figlio, che cannerà ogni rimbalzo e ti metterai le mani nei capelli, perché tu sarai il padre, e i padri, si sa, a certe cose ci tengono un casino.
Sarai pronto per passare direttamente da Tolkien a Coupland. Come ha fatto un mio amico che in questo momento ospita i miei pipponi su di te e sulla fine del mondo che coincide inaspettatamente con la fine di un libro e questo mio amico non si sogna minimamente di averci una relazione con me, benché mi ospiti, a me e ai miei pipponi, e nonostante quello che il mondo vivente, affranto, non-finito, pensi di noi.
Stiamo nel tempo da cui certi figli e certi nonni se ne sono andati, ma nel quale noi tutti viviamo aspettandoci il peggio. Per esempio il funerale di un figlio. O, ancora, di un nonno. Ci sorprendiamo ancora, se qualcuno ci tratta male, se uno scrittore ci massacra, se c’è un massacro a scuola, se continuiamo a vedere le cose come sempre. Perdendole. Con vaghe e irrisorie possibilità che ci vengano rese indietro, poi. Quando saremo dall’altra parte del sole sbagliato, quando il peggio sarà passato, e tu sarai preparato, figlio mio, sarai preparato perché tua madre, malgrado Coupland e Nostradamus, ai miracoli non ti ci ha per niente abituato,
Promemoria per Madre Natura: grazie, dirai. E te ne andrai per la tua strada. Sparendo, come tutti.
[Douglas Coupland – Hey Nostradamus (Frassinelli)]
Quando la settimana scorsa Jonathan Clancy, già valente voce di Settlefish e A classic education nonchè pilastro della redazione musicale della cugina Radio Città del Capo, mi ha segnalato -sapendo quanto mi piaccia lo scalmanato giovane trio inglese- la session live che i Wombats avevano fatto all’interno di Maps (trasmissione di cui è autore insieme al conduttore Francesco Locane), mi sono goduto i clip e gli mp3 e ho risposto entusiasta che li avrei segnalati presto su queste pagine.
Dato il periodo tutt’altro che tranquillo e le preoccupazioni decisamente poco piacevoli che monopolizzano le mie giornate, me ne sono poi bellamente scordato, ed ora sono stato battuto sul tempo nientemeno che da sua maestà Pitchfork, che ha linkato la session (e in particolare la bella versione acustica di Kill the director) all’interno della sua sempre preziosa column m-blog Forkcast.
Fa piacere notare che una volta ogni tanto anche i grandi nomi dell’infotainment musicale indipendente si accorgono di quello che succede da questa parte del globo, anche se solo per segnalare la session di una band inglese. Chissà, magari prima o poi si accorgeranno anche dei Settlefish, band che -come diverse altre realtà nostrane- non ha niente da invidiare a una buona metà delle cose che transitano sulle pagine della tirannica webzine musicale.
E Lunga a vita a Maps, giovane ma già eccellente realtà blog-radiofonica, che si è distinta subito per la grandissima quantità di ottime session live, interviste audio e materiale originale (qualche nome? Jason Molina, Black Mountain, Amari, Uzeda, My awesome mixtape + Mariposa, Amor Fou, Pelle Carlberg). Davvero niente male.
E’ così che comincia.
Torniamo tutti un’ultima volta a casa sua, prima che lasci la casa e si trasferisca. E’ uno di quegli eventi pianificati da mesi, perchè di questi tempi è impossibile far combaciare le agende di tutti senza un lungo preavviso. E’ come Capodanno, anzi, è meglio di Capodanno. Questa sera ci rivediamo, facciamo una cena come ai vecchi di tempi, quattro ore tra i fornelli, montagne di colesterolo, i bottiglioni di vino di Zampa, una playlist in shuffle che va da un angolo della stanza, e un po’ di vecchi amici che, anche se alcuni vivono ancora nella stessa città, da qualche anno non si vedono mai.
E’ così che comincia. Ed eccetto la parte con la morale, è come in un film.
Sabato sera. Prima della cena, intorno alle 7, mentre -ancora in pochi- cuciniamo, la Valeria ai fornelli e Vinz che fa la cheese cake, mi fermo un attimo, apro una birra, e contemplo la perfezione del momento mettendo su All my friends degli LCD Soundsystem.
All my friends è la mia canzone del 2007, un distillato di vita in sette minuti e quaranta che descrive lo zeitgeist del mio anno come nient’altro riesce a fare. E che, contemporaneamente, sottolinea senza possibilità di dubbio la grandezza di James Murphy, rocker, e DJ e produttore e filosofo, maestro di vita e figura torreggiante nel frammentato e spesso sconsolante panorma musicale contemporaneo. Col suo loop di pianoforte fuori tono che non esplode mai, la sezione ritmica ossessivamente serrata, le chitarre malinconiche e distratte e il cantato col cuore in mano, All my friends è una cavalcata perfetta nella forma quanto nei contenuti; e la cosa, considerando che il suo difficile argomento è il passare del tempo e il dover affrontare i rimpianti della vita adulta, era tutt’altro che scontata.
Mentre scontato -o meglio, perfetto- è il suo ruolo sabato sera, perchè All my friends parla esattamente di noi, parla di questo, parla di adesso. Parla di passare i primi anni della vita adulta a seguire un progetto, a costruirsi una carriera, una relazione solida, degli interessi indipendenti, un’autonomia e una qualche forma di autorevolezza nel proprio settore; e di rendersi conto, qualche tempo dopo, che tutto quello che desideri è di essere di nuovo con i tuoi amici, con lo stesso, identico, spirito che le responsabilità ti hanno fatto perdere. E’ possibile conciliare le due cose o siamo -sempre- condannati a scegliere, e in ogni momento a rimpiangere la nostra scelta?
Oppure una scelta reale non c’è e possiamo solo limitarci, prima di accorgerci che siamo morti, a fermarci ogni tanto a pensare «Where are my friends tonight»?
Se anche è così (ed è così, temo), e se anche ormai le occasioni sono sempre meno, se quasi tutti viviamo in città diverse, se gli acciacchi cominciano davvero a farsi sentire e se le responsabilità non ci lasciano tregua, una volta ogni tanto è bello poter dare una risposta a quella domanda: qui.
LCD Soundsystem – All my friends (MP3)
[quasi un tumblr, ma con un bel template e i commenti. Estetica? Democrazia? O vanagloria?]
_Se scrivi un post per punti vuol dire che non hai idee. O tempo. O che stavolta sei davvero alla frutta.
_Woody Allen per il Sindacato degli autori televisivi in sciopero. Alcune tra le sue battute migliori degli ultimi tempi.
– Le Breeders fanno un nuovo disco. I Moldy Peaches si sono di nuovo riuniti per uno show, e non escludono di farlo in pianta un po’ più stabile. I Led Zeppelin rimandano, ma confermano: sono tornati pure loro. Per i My bloody Valentine aspettiamo solo una data italiana (e anche qui, un disco). I Portishead tornano a calcare un palco stasera e domani nella versione natalizia dell’ATP (che curano), e a Marzo arriva quel disco che aspettiamo da 10 anni. Mancano i Wham e gli 883 e le abbiamo viste tutte.
– Ricaricare un iPod con una cipolla? Ci eravamo cascati in tanti, ma pare essere una bufala; e dive c’è una bufala c’è Il Disinformatico di Paolo Attivissimo, che spiega il perchè.
– Se stasera passate a Bologna, mi trovate a mettere i dischi al Covo (al Gate 1, con Marina) dopo il concerto dei sempre ottimi Enon. Sarò più Starcastico che mai.
_ 20 most wanted Christmas gifts for the info-addicted. Sottotitolo: 20 idee regalo per i geek. A parte il Nabaztag regalatemi pure quello che volete, chè tra poco è pure il mio compleanno.
– Un Word Processor (letteralmente) fatto a mano: Word perhect. Bizzarro, ma affascinante.
– Diversissime eppure lanciate quasi in contemporanea, la 42 Records e RCRD LBL sono due ottimi esempi di quello che ci riserva il futuro nel campo della musica indipendente. Una è italiana, l’altra americana. Una è una vera e propria etichetta che pubblica dischi, l’altra è un m-blog che vanta contenuti legali (a fronte di registrazione dell’utente e pubblicità) e la sponsorship di varie etichette. La prima ci ha già regalato una ottima compilation in free download (con un sacco di eccellenti band italiane, tra cui Fake P, Magpie, Albanopower, København Store, A classic education e Cat Claws), la seconda una valanga di post dimenticabili e appena un paio di contenuti interessanti (un inedito dei Junip di Josè Gonzalez e un nuovo pezzo dei Zoot Woman) e poco di più. Per ora vinciamo uno a zero. Anzi, 42 a 2.
_Per finire un pregevolissimo link postato da cru7do chez Il Boss: Topless Wii. E’ proprio quello che promette.
[Bjork + Michel Gondry = Declare Independence.
Nonostante io continui ad essere un devoto fan di Gondry e nonostante il pezzo sia l’unico che mi piace di Volta, tutto quello che mi viene in mente guardandolo è: Gli anni ’90 sono finiti, sveglia..! ]
Novità abbastanza contraddittorie in casa Hot Chip. Dopo l’eccellente The warning, gli inglesi nerdancer di mamma DFA sono pronti a tornare con Made in the dark, in uscita a inizio Febbraio sempre per l’etichetta del beneamato Giacomino Murphy.
Il primo singolo estratto dal disco (Shake a fist) era uscito già la scorsa estate, nell’imbarazzato silenzio generale di fan, blogger e stampa, evidentemente perplessi dall’inutilità del pezzo, che arrivava dopo una serie di anthem eccellenti come Over & Over, Boys from school e The Warning, ma anche della successiva ottima My Piano (dal DJ Kicks).
Un po’ migliore è il singolo deputato al lancio del disco vero e proprio: Ready for the floor (video qui sotto) sembra una versione un po’ sfigata di Over & Over (e al primo ascolto sembra un pezzo un po’ mediocre), ma ha un gran video (File under: Joker, ballerine cromatiche, Tetris, gioco dei pacchi, vernice contro l’uomo invisibile). Ancora meglio l’unico altro inedito finora diffuso, I became a volunteer, ottimo esempio di quella sorta di kraut-soul dilatato che è praticamente il marchio di fabbrica del combo inglese. I fasti di The Warning, però, paiono ben lontani.. Voi che dite?
Hot Chip – Shake a fist (MP3)
Hot Chip – I became a volunteer (link -> MP3)
[come avrete già intuito questa settimana sono di poche parole; motivo per cui mi si addice molto Lavori domestici, la compilation della Homework Records da oggi interamente in free download dal loro sito. Glitch, IDM, minimal, tech-funk e dozzine di altre etichette musicali senza significato; in breve: suoni splendidi, e (quasi tutti) italiani. E una gran copertina.]