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mercoledì, 24/03/2010

A Milano fa freddo

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"È questo il posto giusto per me, per lui, per noi?" chiede Kamal davanti alla telecamera stringendo tra le mani una fotografia degli amici rimasti in Iraq. "(Qui) non ci danno l'opportunità. Nemmeno il minimo -mangiare, dormire, imparare l'italiano- per iniziare una nuova vita…" A Milano fa freddo racconta questo, perché “una città come Milano non può accontentarsi di affrontare il problema dei senzatetto solo per salvarli da una morte certa.” La casa, il lavoro, la lingua (ma anche il concerto degli U2). I volti, i bisogni e le speranze di persone senza fissa dimora. Italiani e stranieri, giovani e non, immigrati irregolari e rifugiati politici. A Milano fa freddo raccoglie alcune immagini di quella città invisibile che nessuno vede, nessuno sente, nessuno racconta. Una fotografia delle storie di chi durante l'inverno dell'anno scorso si è trovato a condividere il tetto di una casa di accoglienza -una ex-scuola- alla periferia est di Milano. Un piatto caldo, la possibilità di fare la doccia, un letto per dormire e la colazione. Per tre mesi. Dall'inizio di gennaio fino a fine marzo; dopo -finito l'inverno, passata l'emergenza, scaduti i termini del piano antifreddo del Comune- pochissimi avevano trovato un altro posto in cui andare. Senza una casa, senza un lavoro, senza un minimo di accompagnamento nè la possibilità di recuperare riferimenti o cominciare un percorso di integrazione. Erano passati tre mesi e non era cambiato niente. Il 31 marzo Kamal, Ajmal, Sirbu, Mustafa, Afet, Samy, Pino e Felice erano di nuovo sulla strada. Il primo aprile pioveva.

 

A Milano fa freddo è un documentario di Dieci78.

Musica di Reverber, Immune, His Clancyness, Zelienople, Banjo Or Freakout e Peter Broderick.