lunedì, 18/04/2011

Ecco a voi la band italiana dell’anno

Vengono da Roma, suonano una specie di indie-electropop autoconsapevole, si chiamano I Cani e parlano di noi.

Esattamente come gli Offlaga Disco Pax parlano di un socialismo tascabile sempre più fuori dal tempo, Le Luci della Centrale elettrica di un maledettismo di provincia in cui siamo troppo vecchi per poter cascare e i Baustelle di un dandysmo spietato e letterario che esiste forse solo nella testa di chi può permettersi di crederci, i Cani parlano invece di noi, 20- o 30-something degli anni zero, sempre attaccati a internet. a riferimenti di cultura pop che siamo lieti nessuno capisca, a mode che proclamiamo solennemente di non seguire, e a relazioni che non funzionano per incompatibilità di gusti musicali o di taglio di capelli.

 

Dopo i due pezzi assai promettenti circolati l'Estate scorsa (I pariolini di 18 anni e Wes Anderson) e l'inedito regalato alla compilation natalizia di Polaroid (che li aveva anche intervistati), ecco ora una nuova canzone, che fa parte anch'essa del loro disco d'esordio che uscirà prossimamente per la 42 Records.

Velleità parla delle cose da cui ci facciamo definire, delle identità, spesso completamente fittizie o, al meglio, puramente ipotetiche, che ci costruiamo, che sono in definitiva ciò che ci permette di riuscire a dormire la notte con un minimo di pace e soddisfazione interiore, da soli o con una rappresentante del sesso opposto che ci consideri degni di questo onore. Spesso proprio in virtù di esse.

 

Esattamente come Velleità, tutto il disco d'esordio dei Cani è un piccolo trattato di sociologia in forma electropop, un sussidiario illustrato della giovinezza due punto zero, una lunga Disco 2000 ambientata al Pigneto, un resoconto dell'educazione per lo più sentimentale della generazione sempre troppo ironica e drammaticamente autoconsapevole dell'era di Facebook.

Nessuno dei pezzi usciti finora è tra i migliori del disco. Che è tutt'altro che perfetto, sia dal punto musicale (il registro è monotono e poco vario) che da quello lirico (tanta verbosità tende a stancare presto), ma che con margini di crescita notevoli è già un'opera enorme, nello stesso senso in cui lo erano le pur diversissime (tra loro e da quella dei Cani) opere prime delle band italiche che citavo prima.

Come tutti i grandi gruppi, soprattutto se italiani, dividerà (o li ami o li odi, come si dice), perchè un approccio così laterale e meta non è per tutti, e tende a annoiare e infastidire chi non si rispecchia (o non si vuole rispecchiare) nel disco e nella visione del mondo che ci sta dietro. Come è logico che sia.

 

Ma dalla prima volta che l'ho sentito mi si è stampato in testa e non se ne va più. Sentirete, e ne riparleremo. Oh se ne riparleremo.

 

15 Commenti a “Ecco a voi la band italiana dell’anno”:

  1. […] di questa notevole cover due-chitarre-acustiche-e-un-sacchetto-in-testa di Velleità, singolone de I Cani che un paio di primavere fa ha monopolizzato i nostri stereo. Non a caso all’interno del […]

  2. […] al 100% e perchè è bellissimo ma non è definitivo. Come scrivevo lo scorso Aprile, il disco d'esordio dei Cani è un piccolo trattato di sociologia in forma electropop, […]

  3. […] paghi per intero.via amici hipster-indie-hardcore-punk-electro-pop su facebook. Per approfondire: inkiostro Il sito della casa discografica: 42records Musica 42records, baustelle, bello e impossibile, […]

  4. this blog ha detto:

    bravi i ragazzi, speriamo non si trasformino nel Genio entro il prossimo album. Io li ho descritti così

    http://thisnothat.wordpress.com/2011/06/01/nuovi-album-i-cani/

  5. […] loro disco d'esordio (che esce il 3 Giugno per 42 Records): i Cani (di cui già parlammo qui) su Soluzioni Semplici. inkiostro | # | shorties | […]

  6. […] (giusto qualcuno, eh) merito in più, ecco, non si può fare a meno di rimbalzare la palla da un blog ad un altro, e spandere la voce insistente: ci sono i Cani, i Cani sono bravi, il brano si chiama […]

  7. Suzukimaruti ha detto:

    E' un errore strano: dà errore, ma poi pubblica. In ogni caso ti ho mandato una mail.
    ciau! :)

  8. Suzukimaruti ha detto:

    Te la scriverei volentieri, ma non me l'ha più data e non me la sono registrata. Era un problema di plugin, comunque. Magari si ripropone. Nel qual caso te la giro.

  9. inkiostro ha detto:

    Scrivimi l'errore WP che ti dava! :-)

  10. Suzukimaruti ha detto:

    Cioè, anni di blogging e finisco per farti il servizio debugging per conto terzi :)
    (dove andremo a finire, signora mia)

  11. prova ha detto:

    prova prova prova
     

  12. Suzukimaruti ha detto:

    La mia velleità da nato nel '74 è patire il basso sui sedicesimi, così di fronte da impedirmi di capire bene il testo. (ché a una certa età si diventa duri d'orecchio).
    Comunque, mah. Simpatici, dai. (dalle mie parti è un complimento enorme, per un gruppo italiano).

  13. G. ha detto:

    A me il pezzo è piaciuto, ma Disarm ha ragione: la produziuone pompatutto megavolume ha rotto i coglioni.
    Anche il nuovo disco dei verdena è così, dopo quattro pezzi hai il cervello in pappa a prescindere dal piano/forte/delicato/violenti…tutto uguale cazzo!!!

  14. […] a togliercele. Un’analisi del testo che neanche Red Ronnie ai tempi di Roxy Bar. Se ne parla qui. E si ascolta qui sotto. Ma anche lì […]

  15. Disarm ha detto:

    Per fortuna esiste soundcloud che ti fa vedere le forme d'onda in anteprima,così sai prima di cliccare su una canzone che comunque avrai sti cazzo di volumi sparati per tutto il pezzo.Piatta.