venerdì, 04/06/2010

Questo non è lavorare

Il buon Bandini mi perdonerà, ma non posso esimermi dal copiaincollare per intero il suo ultimo post sul sempre folgorante Blogghino – Zona deumanizzata:

Certe volte quando sono in ufficio e faccio la pausa, prendo un 12 al distributore di bevande calde e poi camminando in corridoio capita che le porte degli altri uffici sono aperti. Mi fermo sulla soglia a guardare gli altri che lavorano. Sono tutti alle loro scrivanie, che fanno crocchiare i tasti delle loro tastiere e hanno le facce bluastre per il riflesso dello schermo del computer. Certe volte smettono di far crocchiare i tasti, per qualche secondo, fissano lo schermo, danno un colpetto di mouse, e poi ricominciano a far crocchiare i tasti. Certe volte sorridono allo schermo, poi tornano seri. Insomma, una gran rottura di palle, starli a guardare. I lavori di una volta, erano belli da stare a guardare. Gli operai che stendono l'asfalto, i muratori che impastano il cemento, gli impagliatori di sedie, gli impagliatori di animali, gli impagliatori di umani, i netturbini quando con il braccio meccanico sollevano la campana del vetro e la svuotano nel rimorchio, i contadini sui trattori, gli imbianchini, gli attacchini che attaccano i manifesti pubblicitari della Cedrata Clebbino, i lavavetri, l'omino che fila lo zucchero filato, gli idraulici quando tagliano un tubo con la pinza tagliatubi, i meccanici che smontano la coppa dell'olio, gli elettricisti che sbucciano i cavi, i panettieri che infornano il pane, le maestre che fanno il dettato, le commesse dei negozi quando fanno i pacchettini, i falegnami, i giardinieri. Invece questi lavori qua moderni dopo due minuti a guardarli ti annoi, non succede niente, vorresti cambiare canale ma non si può, questo mica è lavorare, questo non lo so cos'è, è farsi venire la faccia blu, è crepare. [#]

5 Commenti a “Questo non è lavorare”:

  1. MissAnnAbin ha detto:

    Ieri pomeriggio ero in un posto strano, non proprio a fare il mio lavoro, ma quasi, e comunque avevo in mente delle mail da scrivere al più presto, e mi suonava il cellulare ogni cinque minuti, ed ero mediamente stressata, come dire. Però a un certo punto mi s'è parata davanti la scena di due baldi e complicati trentenni, che avevo appena presentato l'uno all'altro – storie diverse ma molto in comune – che si aiutavano a spostare e imballare i rispettivi quadri, chiacchierando. Io stavo lì a guardarli armeggiare insieme con le tavole e la carta da pacchi, e per me è stato un inspiegabile attimo di semplicissima pace, e soddisfazione. 

  2. Al Catraz ha detto:

    Un altro che si é "risvegliato" e ha scoperto l'acqua calda: che l'era digitale, informatizzata, del terziario avanzato, beh per legge naturale non poteva durare molte generazioni. 500 generazioni ha fatto l'agricoltura (che sta schiattando), decine di migliaia di generazioni la vita dei raccoglitori. Stavano meglio? Morivano prima? Guardate i vostri genitori e nonni: sono arrivati a 60 à 70 per fare cosa? Quale il bel risultato?
    Vanno liquidati loro ed il fintume degli ultimi trent'anni. Trentenni compresi.

  3. Andrea ha detto:

    verissimo eh..ma detta da un coglionetto che ha un blog fa un po' ridere..

  4. Emme ha detto:

    Mah.

    Prenditi un giorno di ferie dall'ufficio, e passa un mattino in città.

    Panettieri, netturbini, muratori, fabbriche (più in periferia) ecc ecc.

    Non è cambiato molto.

  5. Lebbia ha detto:

    a volte fanno crocchiare i tasti e come passi si interrompono e con un click del mouse… abbassano la finestra.
    ma a volte la riconosci comunque da lontano la facciata di facebook, che con quelle bande azzurre lampeggia da trenta metri