mercoledì, 29/04/2009

Ma non è lei che se ne va (forse)

Oggi potrebbe essere una buona giornata per fare un salto in libreria. Ieri infatti per Mondadori Strade Blu è uscito Sono io che me ne vado, il romanzo d’esordio di Violetta Bellocchio.

Oltre che blogger di lungo corso (la lista di URL che ha cambiato nel corso degli anni è più lunga della strada che porta in Versilia; al momento la trovate su Valley of the doll e Rimozione da Tiffany) Violetta è un’amica (un paio di volte ha pure scritto qui, e mi ha promesso che lo farà ancora), quindi sono tutt’altro che obiettivo nel dirvi che ho già letto il libro e che è fortemente consigliato. E’ il tipo di libro che non si riesce a raccontare, ma chi conosce Violetta e il suo stile denso, criptico e sorprendente sa bene che questo può solo essere un complimento.

Se avete dubbi, potete leggere un paio di capitoli sul sito, oppure dare un’occhiata alle surreali FAQ (un frammento qui sotto). Poi compratelo.

 

Dove abiti?

In una piccola città chiamata Non Sono Affari Tuoi.

 

Non fa ridere.

Hai ragione, col doppiaggio si perde sempre qualcosa.

 

Hai mai gestito un bed and breakfast?

No, e dubito che dopo questo libro qualcuno mi darà i soldi per aprirne uno. Però da ragazza ho fatto le pulizie in un ostello della gioventù. A Berlino. E’ stato il mio quarto d’ora di celebrità.

 

Hai mai avuto un "lavoro spiritualmente degradante"?

Dipende dai punti di vista.

 

[…]

 

Dimmi qualcosa che ancora non so.

Ho guardato più episodi di "Law and Order – Unità Vittime Speciali" rispetto a chiunque altro sulla faccia del pianeta.

 

E cosa vuoi, una medaglia?

Touché.

 

Questo romanzo è autobiografico?

Alcune cose sono successe, altre me le sono inventate, e non dirò mai cosa è cosa.

 

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