mercoledì, 29/10/2008

Italia Brasile New York una fazza una razza

Nessuno dei Brazilian Girls è brasiliano, e solo uno è una ragazza; la prima volta che parli di loro non puoi fare a meno di cominciare così.

 

La loro leader, Sabina Sciubba, è nata in Italia e cresciuta a Monaco e a Nizza. Ora vive a New York City, dove la band si è formata nel 2003 durante una jam session improvvisata in un locale dell’East Village. I Brazilian Girls cantano in (almeno) 5 lingue, spesso usate all’interno della stessa canzone (e a volte della stessa frase), e pubblicano per la Verve, leggendaria etichetta jazz. Ovviamente non suonano jazz neanche per sbaglio, ma un caleidoscopico e incategorizzabile pop cosmopolita che flirta con certa elettronica europea da club, con la samba, con il downtempo, col melò di Kurt Weill, con le colonne sonore di Morricone e con un sacco di altra roba che se continuo a elencarla non faccio altro che confondervi ancora di più.

 

Il loro ultimo disco, eloquentemente intitolato New York City, è uscito a inizio Agosto ed è stato l’inevitabile colonna sonora della seconda metà della mia Estate; su queste pagine non ve ne avevo parlato, e mi sembra appropriato farlo adesso, ora che l’Autunno si fa più rigido e le giornate più corte. Non so bene perchè.

I just want good time. Tortelloni.

 

 

Brazilian Girls – St. Petersburg (MP3) (ALT)

Brazilian Girls – Noveau Americain (MP3) (ALT)

 

4 Commenti a “Italia Brasile New York una fazza una razza”:

  1. utente anonimo ha detto:

    Troppo gnocca lei! ^_^”

  2. NicoleDiver ha detto:

    Ho una storia bellissima sulle Brazilian Girls e sul mio mitico Direttore che pensava che fossero appunto brazilian girls…ancora ci ridiamo sopra :)

  3. utente anonimo ha detto:

    devo dire che si rinnovano ad ogni album, quest’ultimo é meglio del precedente, però il mio preferito é il primo…

    Eazye

    P.S. Un po’ si sente che il bassista se ne é andato…

  4. utente anonimo ha detto:

    Bellissimo disco, a me piace in particolare “Internaciònal”. Troppo sottovalutati, almeno da noi.