lunedì, 18/08/2008

Cronaca di un concerto di mezza estate

Settimana scorsa ero al concerto di Iron and Wine all’Hana-Bi. Concerto che ho visto ma non ho visto,  in realtà, perchè stando seduto al bancone mi era piuttosto difficoltoso guardare in faccia i componenti del gruppo, sovrastato come ero da file e file di gente in piedi, in gran parte effettivamente interessati al concerto e in parte attirati dal fatto che l’Hana-Bi fosse, apparentemente, l’unico posto aperto. Lasciare la sponda del bancone avrebbe però reso difficoltoso procacciarsi le caipirinhe necessarie a godere appieno dell’evento, mettendosi in sintonia coi membri del gruppo che di certo non avevano lesinato sui beveraggi spiritosi durante la giornata. E in fondo bastano le orecchie per godersi un concerto, a meno che non si tratti dei Kiss.
Dello scontro fra estimatori di Iron and Wine e gente ignara dell’esistenza del medesimo darò conto citando a mò di esempio uno stralcio del dialogo svolto dal sottoscritto e da un ragazzo marocchino capitato lì per caso, attirato dalla massa di gente presente in loco e speranzoso di passare una serata da sballo:

– Lui: sono qui da due settimane, tutte le sere fuori, discoteca, ballare. Ma stasera negli altri bagni non c’è niente?
– Io: non so, sono stato tutto il giorno qui.
– Lui: quello che ho visto io è tutto chiuso. Non c’è nient’altro.
(1 minuto in silenzio)
– Lui: ma a te piace questa musica?
– Io: si.
– Lui: ma sul serio?
– Io: si.
– Lui: per me è buona per dormire…

In ogni caso, al di là dell’opinione dei non interessati, il concerto è stato notevole. Buona parte del fascino è arrivata come sempre dalla splendida location, e dall’atmosfera che puntutale si crea ogni volta che si è al bagno 72. Il buon Sam Beam avrebbe potuto riparmiarsi un paio di mojitos durante il pomeriggio, dato che non dava l’aria di essere proprio sobrissimo, e nei pezzi più veloci arrancava un tantino. Ma sono inezie, chi c’era sa che è stata una bella esperienza. Come spesso mi capita, ho ri-scoperto un pezzo che avevo sottovalutato, con conseguente voglia di riascoltarlo appena giunto a casa. Peccato che la versione live di "Sodom, South Georgia" dia parecchi giri a quella che c’è su disco. Quindi, cerca che ti cerca, sono riuscito a recuperare una versione un po’ più recente del pezzo, che vi posto qui sotto.

Iron and Wine – Sodom, South Georgia (live @ KCRW)

Ma non finisce qui. Per quelli di voi che non rinunciano alla malinconia neanche a metà agosto, per quelli che agostoèilmesepiùfreddodellanno nonchè estateeeseicaldacomeibacichehoperdutoooo, ho preparato il Pasqualone-Fuori-StagioneTM di Iron and Wine. Come il mitologico oggetto ricordo dell’infanzia di alcuni di noi, esso è un uovo di plastica che contiene sorprese varie ed eventuali,. Pensa, o giovine! Lo apri e non sai quello che ti capita, come la scatola di cioccolatini di quella stordita della mamma di Forrest Gump.
Io qualche indizio ve lo voglio dare, comunque: altri 4 pezzi tratti dal live di cui sopra, e un po’ di chicche sparse non presenti sugli album. Non vi svelo altro, altrimenti che pasqualone-fuori-stagione è?

Il Pasqualone-Fuori-Stagione. (occhio, 90 mb circa)

 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

 (Grazie a Roi per le splendide foto)

2 Commenti a “Cronaca di un concerto di mezza estate”:

  1. punch-drunk ha detto:

    mmh, intendo “di questo blog versione 2.0”, non “del web 2.0”. eh.

  2. punch-drunk ha detto:

    qui da casa scaricare il pasqualone è un po’ azzardato, ma questo è uno dei più bei post del 2.0.

    saluti